L'Industria delle Carni e dei Salumi - 06/2014

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gi u gno 2 01 4| 06

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Intervista a Lisa Ferrarini

In anteprima i dati 2013 di produzione e consumo dei salumi

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L’industria delle

Carni Salumi e dei

sommario intervista Intervista a Lisa Ferrarini............................................................................... 3 La squadra di Confindustria........................................................................ 3

in primo piano Si avvicina il semestre di presidenza italiana dell‘Unione europea....... 5 L’Assemblea di Confindustria: “Riforme per un’Italia nuova”.................. 7

gi u g no 2 0 14| 0 6

Le priorità del Sistema Italia: la sintesi dell’intervento di Giorgio Squinzi.......................................................................................... 7

mercati 2013, un anno difficile per i salumi italiani................................................. 8

Organo Ufficiale di:

normativa La sentenza della Corte di Giustizia europea sul salame Felino ........... 11

export Direzione e amministrazione Milanofiori, Strada 4 Palazzo Q8 20089 Rozzano (MI) Tel. 02 8925901 (6 linee) Fax 02 57510607 Direttore responsabile Aldo Radice

Export salumi e i limiti delle malattie veterinarie...................................... 12 Export USA: continuano le attività di formazione con gli esperti statunitensi........................................................................... 12

Europa Elezioni europeee: vincitori e vinti.............................................................. 14

attualità Il Vice Ministro Calenda a Washington per le trattative sull’accordo di libero scambio ue/usa .................................................... 17

Coordinamento redazionale Alfredo La Stella Redazione Andrea Aiolfi Giada Battaglia Loredana Biscione Silvia Bucci Davide Calderone Tiziana Formisano Gianluigi Ligasacchi Monica Malavasi Sara Margiotta Fabio Onano Giovannibattista Pallavicini Giulia Rabozzi

Campolibero: un progetto collettivo per rilanciare l’agroalimentare .18 I Ministri Martina e Mogherini a Milano per parlare di EXPO.................. 20 expo, Martina: al Padiglione Italia racconteremo le nostre potenze... 20

comunicazione Cose da non credere: l’evento unc dedicato alla consapevolezza dei consumatori........................................................................................... 23

14

Un americano, un italiano e un giapponese: tre grandi chef interpretano i salumi italiani ....................................................................... 27

prodotti tutelati Report partecipazione V° Edizione Roma Pediatria................................ 29 Corradino Marconi confermato alla Presidenza del Consorzio Mortadella Bologna............................................................ 29 Finocchiona igp: in Gazzetta europea la domanda di registrazione... 29

fiere e manifestazioni Meat-Tech 2015, la manifestazione “verticale” di IPACK-IMA,

il Tribunale di Milano

presentata a Interpack............................................................................... 31

in data 24 gennaio 1951

Aria di Festa 2014......................................................................................... 31

con n. 2242

Elezioni europee: vincitori e vinti

del tour 2014................................................................................................. 25

Maurizio Tarallo

Registrato presso

11

La sentenza della Corte di Giustizia UE sul salame Felino

SalumiAmo® con Bacco: a Lecce e Roma le ultime due tappe

Michele Spangaro Stefania Turco

7

Impaginazione Studio ABC Zone Via Angelo Moro 45 20097 San Donato Mil. (MI) Tel. 02 57408447 Fax 02 57401807 Stampa Reggiani S.p.A. Via Dante Alighieri, 50 21010 Brezzo di Bedero (Va) Tel. 0332 549533 Fax 0332 546426 Pubblicità ASSICA SERVICE Srl Milanofiori, Strada 4 Palazzo Q8 20089 Rozzano (MI) Tel. 02 8925901 (6 linee) Fax 02 57510607 lastella@assicaservice.it

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Assemblea di Confindustria

Sul prossimo numero speciale ingredienti, aromi e additivi, con analisi e commenti sulla situazione e sulle prospettive di questo settore


intervista di Aldo Radice

Un sistema Paese per crescere all’estero. Presidenza italiana UE ed EXPO 2 occasioni da non perdere Intervista al Presidente ASSICA nominata Vice-presidente di Confindustria per l’Europa Iniziamo dalla tua recente nomina a Vicepresidente di Confindustria. Un riconoscimento al lavoro fatto in questi anni e anche un bell’impegno… È vero: è una carica importante che purtroppo mi costringe a lasciare con qualche mese di anticipo la Presidenza di ASSICA. Devo dire che da un lato sono dispiaciuta di lasciare il ruolo in ASSICA, anche se sono certamente grata al Presidente Squinzi che ha deciso di assegnarmi la delega che, fino a fine maggio, aveva riservato per sé.

La squadra di Confindustria Giorgio Squinzi Presidente Alberto Baban Vice presidente e Presidente Piccola industria Diana Bracco Vice presidente Ricerca e Innovazione e Progetto speciale Expo 2015

L’impegno sarà molto grande sia perché manterrò la delega per la Tutela del Made in Italy e la lotta alla contraffazione che avevo nel primo biennio della Presidenza Squinzi sia, soprattutto, considerando il semestre europeo a Presidenza italiana che inizia il primo luglio. In ASSICA sappiamo bene quanta parte delle norme che riguardano l’industria in generale, e quella alimentare in particolare, siano di derivazione comunitaria e quanto l’Unione europea sia stata e sia fondamentale per la nostra crescita. Non è un caso che abbiamo dal 1992 un ufficio permanente a Bruxelles.

Che Europa ti aspetti per i prossimi anni? Il risultato delle elezioni europee in Italia e negli altri Paesi obbliga a una profonda riflessione sul ruolo dell’Unione. Ma è anche una grande opportunità di rilancio. Credo che i cittadini abbiano mostrato con il loro voto che oggi serve un cambio di passo: l’UE deve porre più attenzione alla crescita dell’economia reale. Appare tuttavia chiaro che il fulcro della crescita sono le imprese. La strategia di Confindustria mira quindi a orientare l’operato delle Istituzioni europee verso una azione coerente a sostegno della competitività industriale. Stiamo immaginando un vero e proprio “Industrial compact” in grado di assicurare una forte integrazione tra le diverse politiche europee: da quelle climatiche ed energetiche a quelle per la ricerca e l’innovazione. In Italia la forte affermazione del principale partito di Governo è, in questo contesto, importante, perché nei prossimi mesi darà più forza all’azione italiana in Europa. Il semestre di Presidenza italiana dell’UE (che si ripresenterà nuovamente all’Italia soltanto fra 15 anni) è quindi una grande chance che non possiamo sprecare.

Dunque dovrai tuttavia lasciare la Presidenza ASSICA; qual è il bilancio di questi 4 anni? In questi quattro anni la nostra Associazione ha vissuto una profonda riorganizzazione. Abbiamo rinnovato la direzione e reso più dinamica la struttura, contenendo i costi logistici. Come conseguenza non secondaria abbiamo potuto ridurre i contributi agli associati, credo per la prima volta nella storia di ASSICA. Il tutto senza intaccare i livelli di servizio agli associati e la visione strategica, che sono il vero “marchio di fabbrica” della nostra associazione. In questo contesto molto del lavoro svolto ha riguardato l’export dei salumi e della carne suina fresca. Sappiamo

Stefano Dolcetta Vice presidente Relazioni industriali e Welfare Lisa Ferrarini Vice presidente per l’Europa

bene, infatti, che solo in quest’ambito c’è spazio di crescita. Per affrontare le problematiche del food italiano nel mondo, a partire dalla nostra filiera, l’Italia ha dall’autunno 2013 ha un nuovo strumento: il Tavolo agroalimentare presieduto dal Ministro alle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Maurizio Martina e dal Viceministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda. Questo risultato è il frutto diretto e tangibile dell’impegno da parte di ASSICA per ottenere che le problematiche per l’export del nostro settore (in particolare le barriere non tariffarie e il coordinamento dell’azione pubblica a sostegno delle imprese) diventassero prioritarie per i Ministeri competenti. Un lavoro che si è potuto concretizzare attraverso l’azione quotidiana dell’Associazione e due eventi chiave: il convegno al Senato della Repubblica a marzo 2012 e l’assemblea ASSICA a giugno 2013, in cui gli esponenti del Governo hanno preso l’impegno di affrontare le priorità poste sul tavolo da ASSICA.

L’export è quindi strategico. Cosa c’è ancora da fare? In questi anni abbiamo alzato il livello di interlocuzione con i Ministeri competenti e abbiamo ottenuto che i problemi della nostra filiera siano tra le priorità di azione tecnica. Tuttavia questo non ha certo risolto i nostri problemi. Il prossimo passo è quello di collegare più strettamente il lavoro tecnico con l’azione politica del Governo nel suo complesso. Perché oggi si vince nelle relazioni internazionali e multilaterali solo se il famoso “Sistema Paese” lavora su obiettivi chiari e condivisi. I temi dell’export, il superamento delle barriere tariffarie e non tariffarie, la tutela del made in Italy devono diventare la vera e propria ossessione per tutta l’azione del Governo: dal Ministero degli Esteri alle scelte del Ministero delContinua a pag. 5

Marco Gay Vice presidente e Presidente Giovani imprenditori Alessandro Laterza Vice presidente Mezzogiorno e Politiche regionali Ivanhoe Lo Bello Vice presidente Education Gaetano Maccaferri Vice presidente Semplificazione e Ambiente Antonella Mansi Vice presidente Organizzazione Carlo Pesenti Vice presidente Centro Studi Vincenzo Boccia Comitato tecnico Credito e Finanza Andrea Bolla Comitato tecnico Fisco Aldo Bonomi Comitato tecnico Reti di impresa, filiere e aggregazioni Licia Mattioli Comitato tecnico Internazionalizzazione e investitori esteri Edoardo Garrone Delegato Confindustria per internazionalizzazione associativa Antonello Montante Delegato Confindustria per la legalità

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intervista Segue da pag. 3

la cultura, fino alle priorità che il Presidente del Consiglio mette sul tavolo ogni volta che va a Bruxelles o incontra un leader straniero.

zione (macelli, trasformatori) sia di distribuzione. L’auspicata ripresa dei consumi dovrà accompagnarsi a un ritorno verso livelli fisiologici di redditività per tutti.

Si tratta di un approccio fondamentale soprattutto nei prossimi mesi: avremo infatti, come detto, il semestre di Presidenza europea. E dopo pochi mesi a Milano ci sarà l’Expo. L’Italia avrà quindi l’occasione unica di gestire per più di un anno una parte importante dell’agenda delle relazioni comunitarie e internazionali. Un’occasione che non va sprecata, perché dagli accordi internazionali e dalle normative comunitarie all’operatività della singola azienda il passo è molto più breve di quanto si pensi.

Dal punto di vista del contesto in cui le imprese operano, serve un’azione che porti alla diminuzione dei costi fissi. Le nostre aziende soffrono da troppo tempo la burocrazia eccessiva, i costi dell’energia, la rigidità del mercato del lavoro: tutti aspetti che comprimono gli utili e non permettono alle imprese di crescere e di investire. Un processo di razionalizzazione delle migliaia di controlli cui le aziende sono sottoposte sarebbe già un ottimo inizio. Un semplice registro unico permetterebbe infatti di diminuire le verifiche doppie realizzando un risparmio sia per lo Stato sia per le imprese. Il tutto senza intaccare la sicurezza della filiera.

Parliamo di produzione e consumi: nel 2013 hanno visto un nuovo calo. Cosa serve al settore per ripartire davvero? Il 2013 è stato il terzo anno critico per i produttori di carne suina e di salumi, con consumi e produzione in calo (sia pur meno che in altri comparti). Qualche soddisfazione l’ha data, come dicevo, l’export. Tuttavia qui le difficoltà sono ancora molte, sia per i salumi sia, soprattutto, per la carne fresca. E le difficoltà sono, in alcuni casi, aumentate: dai problemi con gli Stati Uniti al blocco della Russia. Anche per questo è sempre più fondamentale la definitiva eradicazione delle malattie veterinarie, che chiediamo da anni alle Istituzioni e agli allevatori: la loro presenza in lacune regioni impedisce alle nostre aziende di esportare nei principali mercati internazionali carni fresche e prodotti a breve stagionatura, comportando ogni anno perdite per centinaia di milioni di euro. In questo contesto, tuttavia, la cosa più preoccupante è il fatto che la crisi ha compresso i margini della filiera in maniera non più sostenibile. L’aumento abnorme della pressione promozionale (pagata dall’industria) è apparsa infatti una soluzione efficace per sostenere i consumi. Ma deve essere chiaro a tutti che non può diventare la normalità, pena il fallimento delle imprese sia di produ-

Negli ultimi mesi, a causa della persistente crisi, si stanno acuendo le tensioni lungo la filiera. Come è possibile superare questo momento? Come accennavo, in questi anni, la pressione promozionale da un lato e l’aumento dei suini dall’altro hanno messo in difficoltà macelli e trasformatori. L’aumento dei cereali ha messo pressione sugli allevamenti e anche la distribuzione, pare, non se la passi più così bene come qualche anno fa. Purtroppo, sappiamo bene che la crisi non aiuta mai il dialogo di filiera. La filiera nel suo complesso appare tuttavia oggi a un punto di svolta: i dati di vendita del Prosciutto di Parma, il dibattito innescato dalle nuove equazioni di stima della carne magra, l’impatto delle nuove norme europee sul benessere animale e sull’etichettatura della carne fresca impongono un momento di riflessione vera per decidere, tutti assieme, quale deve essere il modello di produzione dei prossimi anni. In questo contesto ASSICA auspica un maggior dialo-

go interprofessionale che permetta a tutti gli attori di confrontarsi di più per condividere le scelte sul futuro di tutti gli anelli.

Un’ultima domanda: come accennavi prima l’anno prossimo ci sarà Expo: cosa sta pensando di fare ASSICA per quell’occasione? ASSICA sarà uno dei protagonisti del progetto Confidustria sul ruolo dell’industria nella cultura alimentare italiana. Questa mostra interattiva, che sarà attiva per tutti i 6 mesi di Expo, sarà realizzata nel Padiglione Italia su una superficie di almeno 700 mq da parte del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano. È un intervento molto importante per mostrare ai visitatori l’importanza della produzione industriale per garantire a tutti un cibo di qualità, sicuro, legato alla tradizione alimentare italiana e, al tempo stesso, capace di innovare per rispondere alle esigenze del consumatore moderno. Aspetti che molti danno oggi un po’ per scontati ma che, al contrario, rappresentano il grande apporto che l’industria alimentare ha dato e dà al benessere dell’Italia. A questo si aggiungono una serie di eventi di approfondimento legati al nostro settore che ASSICA organizzerà o aiuterà a organizzare: penso all’assemblea del Clitravi, alla Veterinary Week della Commissione europea e a momenti di confronto bilaterali e multilaterali sui temi che ci stanno a cuore, a partire dalle barriere non tariffarie e dall’impegno della filiera in campo nutrizionale e ambientale. Perché una delle funzioni dell’Expo - magari non la più evidente ma sicuramente tra le più importanti è quella di essere un grande momento di confronto multilaterale: tutti gli stati partecipanti sono infatti obbligati dal regolamento BIE a svolgere una missione governativa (e di solito anche imprenditoriale) presso l’Expo. Una occasione unica per discutere, giocando una volta tanto in casa, delle prospettive del settore.

Si avvicina il semestre di presidenza italiana dell‘Unione europea Ripresa economica, creazione di posti di lavoro e leadership nell'innovazione Il 1° luglio inizia il semestre di presidenza italiana dell’Unione europea, occasione da non sprecare per il nostro Paese. Durante il periodo di Presidenza il Paese di turno prepara, coordina e presiede una serie di incontri politici: le riunioni del Consiglio dell’Unione, le riunioni dei Consigli di vari Ministeri, numerose riunioni ministeriali informali, vertici internazionali e riunioni tra l’UE ed altre nazioni tra cui quelle con i Paesi in via di sviluppo. Il Comitato interministeriale per gli Affari europei, presieduto dal sottosegretario Sandro Gozi, ha messo a punto l’agenda per il semestre di presidenza dell’Unione europea da sottoporre al Presidente del Consiglio. Il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha detto che l’Italia vuole mettere al centro della sua agenda crescita e occupazione. Al vertice UE di ottobre l’Italia vorrebbe proporre una versione rivista degli accordi contrattuali che riconoscono maggiore flessibilità di bilancio agli Stati membri che definiscono e attuano un piano di riforme strutturali. Il Premier Matteo Renzi ha sottolineato che “sentiamo tutti la necessità di un’Europa diversa: più politica, più semplice, più chiara. Un’Europa alleata delle nostre famiglie e delle nostre imprese” ricordando che “siamo uno dei Paesi fondatori dell’Unione ed è nostro dovere, tanto più oggi davanti alle crescenti pulsioni antieuropeiste, fare in modo che nessuno se ne senta penalizzato e distante. Nel secondo semestre di quest’anno quando saremo alla guida dell’Unione, lavoreremo con forza in questa direzione e l’Italia farà senza dubbio sentire la

propria voce” ha aggiunto Renzi sottolineando che “l’Italia sarà in Europa con sempre maggiore determinazione e convinzione. Riforme e crescita sono i pilastri su cui ripartire per costruire il nostro domani, ma per farlo occorrono ricette innovative, forti e Becco tricolore, ali e coda azzurre. Il disegno è di una scuola di Lissone, vincitore di un concoraggiose”. corso cui hanno partecipato centinaia di istituti “Dobbiamo avere la capacità di darci regole nuove che rendano possibile la ripresa economica, la creazione di posti di lavoro, la leadership nell’innovazione”. Renzi ha dunque ribadito che “per arrivare a questo risultato, l’Italia deve dimostrare di saper cambiare; ed ha già iniziato a farlo con un forte e serio programma di riforme”. Il semestre di presidenza italiano dell’Unione europea deve costituire un nuovo inizio per la Ue, non una semplice transizione. è l’esortazione del Ministro degli Esteri, Federica Mogherini. Occupazione e crescita, sono state ribadite come priorità dal Ministro, la quale si è poi soffermata sui dossier aperti per quel che riguarda il suo dicastero: Balcani, Medio Oriente e Mediterraneo, con un’attenzione particolare ai flussi migratori. Anche il tema del negoziato tra Ue e Usa per il nuovo accordo commerciale è stato citato precisando che sarà difficile che si concluda durante il semestre di presidenza italiano, ma la gran parte del negoziato avverrà proprio in questi mesi.

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in primo piano di Alfredo La Stella

Riforme per un’Italia nuova All’Assemblea di Confindustria il Presidente Squinzi chiede radicali cambiamenti alla politica italiana ”Il Governo può agire con determinazione, con il vento della legittimazione popolare alle spalle. Dalle urne forte mandato per il cambiamento a Renzi, sulle schede c’è scritto non deludeteci. Priorità al lavoro, ma i posti si creano con la crescita. Il semestre Ue occasione per rilanciarla”. È il messaggio che ha rivolto al folto numero di ministri presenti all’assemblea dei 3mila delegati. Dal Governo, ha ammesso Squinzi, sono venuti «incoraggianti» segni di rinnovamento: sulla legge elettorale, sulla semplificazione e sulla pubblica amministrazione, sulle riforme istituzionali, sulla legislazione del lavoro. «L’azione vivace dell’inizio e un risultato straordinario come questo del voto ci fanno sperare che la stagione delle riforme istituzionali adesso parta davvero. La nostra disponibilità è immutata e completa». Disoccupazione, consumi e investimenti sono i temi caldi da affrontare con priorità assoluta. “Confindustria sta dalla parte delle riforme in Europa e, a maggior ragione, in Italia. Per noi questa è una scelta semplice, perché siamo creatori per mestiere. Per valutare l’effetto delle possibili riforme sull’economia basta guardare all’atteggiamento dei mercati prima e dopo il voto. Un risultato elettorale convincente ha raffreddato lo spread. Il voto europeo ci insegna che le mancate scelte in politica, come in economia, si pagano care. Le incertezze da rimuovere sono ben chiare. L’economia arranca, gravata da una moneta molto forte e da politiche di bilancio insostenibili. Abbiamo regole uguali, ma applicate in modo diverso: dalla liberalizzazione dei mercati, alla difesa dei campioni nazionali. I forti hanno accollato ai più fragili costi elevati, con conseguenze e lacerazioni sul piano sociale e del lavoro. Difficile pensare che questo cocktail non producesse alla lunga un moto di forte disillusione. Il terremoto c’è stato, un po’ dappertutto. In Francia l’onda è stata fortissima e avrà riflessi profondi anche sul

Governo dell’Unione. In Danimarca, Gran Bretagna, in Ungheria, in Slovenia, in Spagna, persino in Germania come in Grecia, ovunque, ci sono segni evidenti di malessere per l’Europa. Il malessere un’origine ce l’ha. Le politiche di austerità non hanno prodotto alcun risultato per la ripresa dell’economia e per il lavoro. Infatti la crescita c’è, ma non in Europa. La produzione industriale e il commercio mondiali hanno ripreso a correre, anche se in maniera meno robusta di prima della crisi. Dopo il 2008 i numeri sono chiarissimi: il Pil Usa è a +6,3%, quello dell’Eurozona è a -2,5%, con una forbice sempre più aperta tra i ricchi: la Germania con il +3,8%. E i più poveri: la Grecia con il -23,6%. La produzione manifatturiera mondiale è cresciuta del 36% dal 2000 al 2013, quella italiana è crollata del 25%. L’Europa fatica e perché riprenda il passo della crescita deve avviare un ciclo macroeconomico espansivo, abbandonando il rigore fine a se stesso che ha giovato e gioverebbe solo a chi è più forte. Bene farà la BCE a intervenire per spezzare sul nascere l’eventualità di un effetto combinato recessione/deflazione che metterebbe nuovamente l’Unione e l’euro a repentaglio. La nostra Europa dobbiamo guardarla invece con oggettività e benevolenza. Il semestre di Presidenza italiana deve essere l’occasione per ridurre gli eccessi di un’austerità applicata in modoasimmetrico e per iniziare un processo di avvicinamento tra istituzioni e cittadini d’Europa. L’Italia è il Paese più adeguato e convinto per sostenerlo e ha oggi un mandato forte. Dopo più di cinquanta anni l’Europa deve ripartire nuovamente dallo spirito di Roma. Senza riforme è impossibile agganciare la crescita. In Confindustria abbiamo chiara la sequenza: occorre stabilità per fare le riforme, le riforme innescano la crescita, con la crescita viene il lavoro. Qualche analista si era spinto ad annunciare la fine della crisi. Noi più modestamente e pragmaticamente avevamo guardato i grandi

numeri e detto che i segnali erano contradditori. Ci hanno pensato i dati sul primo trimestre a gelare l’ottimismo, con il Pil che ha toccato un nuovo minimo. Il reddito procapite è ai livelli del 1996, i consumi al 1998, gli investimenti al 1994, la produzione industriale è tornata al livello del 1986. La disoccupazione viaggia verso il 13%. Nel manifatturiero tra il 2001 e il 2013 abbiamo perso 120.000 imprese e quasi un milione e duecentomila posti di lavoro. Non è questa l’Italia che vogliamo. Non ci rassegniamo a un Paese stanco e sfiduciato, vittima di mali antichi, astruso e ostile alla cultura dell’impresa, del merito e del rischio. Non è questa l’Italia che vediamo tutti i giorni sui luoghi di lavoro. Squinzi ha anche lanciato l’allarme fisco. “Fino alla prima decade di settembre si lavora per pagare le tasse”. Quello che serve all’Italia è riportare la pressione fiscale “a livelli accettabili”. Serve uno Stato più leggero e vicino alle imprese per battere sfiducia e rassegnazione. Il Governo può agire con determinazione, con il vento della legittimazione popolare alle spalle. Il voto dà forza politica alle riforme che si sono annunciate in questi primi mesi. La legge elettorale e la revisione della Costituzione e del Titolo V devono diventare realtà, con un robusto ridimensionamento e ammodernamento della macchina pubblica. La ristrettezza del credito resta un nodo irrisolto e bene abbiamo fatto a lavorare sulle fonti alternative di finanza per l’impresa. Le recenti misure del Governo sui minibond per la piccola impresa vanno nella giusta direzione. Stiamo definendo un’agenda del credito e della finanza che ha questo obiettivo: ridare ossigeno e mezzi alle imprese per entrare in un ciclo espansivo. Se vogliamo crescere, e farlo in modo stabile e continuativo nel tempo, va garantito un impegno strutturale sulle misure di politica industriale necessarie a rendere l’Italia un luogo che non ostacoli chi vuole fare impresa come succede in tutti i Paesi nostri concorrenti”.

Le priorità del Sistema Italia: la sintesi dell¸intervento di Giorgio Squinzi Basta rigore, l’Unione avvii politiche espansive L’Europa fatica e perché riprenda il passo della crescita deve avviare un ciclo macroeconomico espansivo, abbandonando il rigore fine a se stesso. Aprirsi finalmente verso le riforme come Confindustria chiede da tempo. Le politiche di austerità non hanno prodotto alcun risultato per la ripresa dell’economia e per il lavoro. Il lavoro, priorità assoluta. L’apprendistato va bene, da rivedere il tempo indeterminato L’azione di Governo ha mosso i primi passi in modo efficace, gli interventi su contratti a termine e apprendistato, la legge delega di riforma del mercato del lavoro, sono segnali importanti verso un mercato regolato in maniera può moderna e flessibile. La disoccupazione viaggia verso il 13%. Nel manifatturiero tra il 2001 e il 2013 abbiamo perso 120.000 imprese e quasi un milione e duecentomila posti di lavoro. Export: l’obiettivo è arrivare a quota 40% sul PIL L’export italiano registra, nonostante i periodi estremamente difficili, segni positivi anche se molto minori rispetto a quelli registrati solo un paio di anni fa. Oggi l’export di beni e servizi ha raggiunto il 30% del PIL, ancora fortemente distante dai risultati della Germania che ha raggiunto il 52%. Arrivare al 40% del PIL, ma come? Confindustria sta lavorando per costruire gli strumenti che consentano alle nostre aziende di affacciarsi al mondo, a partire da una stretta collaborazione con

l’ICE, e gli accordi multilaterali come quello attualmente in discussione con gli USA, una grande occasione per incrementare la presenza dei nostri prodotti sui mercati esteri. Puntare sulle fonti di finanza alternativa Buoni risultati ottenuti sulle “fonti alternative di finanza per l’impresa”. è il caso ad esempio delle misure recenti del Governo sui minibond per le Pmi che “vanno nella giusta direzione”. “Stiamo definendo un’agenda del credito e della finanza che ha questo obiettivo: ridare ossigeno e mezzi alle imprese per entrare in un ciclo espansivo”. E tra gli altri casi positivi di “finanza per l’innovazione” anche il lavoro di Cassa depositi e prestiti e della Bei. Credito: rilanciare ricerca, digitale e infrastrutture è assolutamente necessario e urgente un rilancio degli investimenti. Questo è un punto decisivo per rimettere in moto il Paese e riqualificare la spesa pubblica: occorre incentivare gli investimenti privati in ricerca e digitale e rilanciare gli investimenti pubblici in infrastrutture. Occorrono “strumenti finanziari adeguati per gli investimenti” e in particolare “una finanza per l’innovazione moderna come quella che si sta progettando in Cdp e Bei”. Sugli investimenti pubblici poi continua a giocare contro un fenomeno tipicamente italiano: “la burocrazia che sembra compiacersi nel rallentare gli investimenti e distruggere i posti di lavoro”. Giugno 2014

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mercati

2013, un anno difficile per i salumi italiani Calano la produzione e i consumi. In crescita solo l’export Il 2013 è stato il terzo anno critico per i produttori di salumi. Il settore, come il resto del comparto alimentare, nonostante le connaturate doti anticicliche, ha continuato a mostrare una notevole debolezza legato alla stagnazione dei consumi e alla scarsa fiducia delle famiglie nel futuro. In un clima difficile, deteriorato dal prolungarsi della crisi, gli alti costi della materia prima e il rallentamento degli scambi hanno ulteriormente indebolito il settore. “Nell’anno più difficile dall’inizio della crisi per l’economia italiana e per i consumi interni l’export ha rappresentato senza dubbio l’unica forza del settore e questo grazie al fatto che produciamo prodotti che piacciono non solo ai Paesi europei ma soprattutto ai Paesi terzi. Ma tutto questo rischia di non bastare. Manca infatti un Sistema Paese che sostenga adeguatamente i nostri sforzi. La impossibilità – nonostante le tante risorse impegnate – di debellare definitivamente alcune malattie veterinarie negli allevamenti italiani limita la gamma dei prodotti esportabili e i Paesi di destinazione e ci espone continuamente al pericolo di chiusura dei mercati extra UE comportando ogni anno perdite per la filiera suinicola che si possono prudenzialmente stimare in circa 250 milioni di euro di mancate esportazioni” ha commentato Lisa Ferrarini, Presidente di ASSICA.

2013-2012 produzione salumi (quantità)

2013 (.000t)

2012 13/12 (.000t) Var.%

Prosciutto crudo

291,3

297,0

-1,9%

Prosciutto cotto

283,8

286,3

-0,9%

Mortadella

170,8

174,3

-2,0%

Salame

109,0

111,0

-1,8%

Würstel

69,9

69,2

1,0%

Pancetta

52,2

53,8

-3,0%

Coppa

42,0

42,9

-2,0%

Speck

29,0

29,5

-1,8%

Bresaola

15,7

15,9

-1,3%

115,8

117

-1,0%

1.179,5

1.196,9

-1,5%

Altri prodotti Totale

“Manca, poi, una strategia di lungo periodo che, attraverso un adeguato stanziamento di risorse e professionalità, assicuri che gli accordi raggiunti in ambito comunitario o nazionale si concretizzino in aperture effettive per tutte le aziende del comparto e per tutti i prodotti. Troppo spesso, assistiamo, infatti, all’imposizione, da parte dei Paesi terzi, di vincoli burocratici che di fatto svuotano gli accordi di apertura dei mercati, rendendo impossibile o economicamente insostenibili le esportazioni” – ha concluso Lisa Ferrarini.

La produzione soffre ma tiene Fatturato in lieve flessione La produzione di salumi, dopo un 2012 difficile, ha registrato nel 2013 una lieve flessione, scendendo a 1,179 milioni di tonnellate dalle 1,197 milioni dei dodici mesi precedenti (-1,5%). Sulla scia della produzione anche il fatturato ha registrato un cedimento, scen8

2013 -2011 - PRODUZIONE SALUMI Migliaia di tonnellate

Bresaola

2011

Speck

2012 2013

Coppa Pancetta Wüstel Salame Altri prodotti Mortadella Prosciutto cotto Prosciutto crudo 0

50

100

150

200

250

300

350

Fonte: elaborazioni ASSICA su dati Istat

dendo a 7.986 milioni di euro (-0,5%). Un andamento che rispecchia il contenuto aumento dei prezzi. “La flessione produttiva – continua il Presidente di ASSICA – evidenzia una sostanziale capacità di tenuta del settore. In questa situazione ciò che ci preoccupa di più è la forte erosione della redditività aziendale. Appare evidente che la crisi ha compresso i margini della filiera in maniera non sostenibile nel medio periodo. L’aumento abnorme della pressione promozionale è apparsa una soluzione efficace per sostenere i consumi. Tuttavia deve essere chiaro a tutti che non può diventare la normalità, pena il fallimento delle imprese sia di produzione (macelli, trasformatori) sia di distribuzione. Dobbiamo in altre parole evitare il rischio che l’eccezionale diventi normale. L’auspicata ripresa dei consumi dovrà accompagnarsi a un ritorno verso livelli fisiologici di redditività per tutti. Le nostre aziende soffrono da troppo tempo la burocrazia eccessiva, i costi dell’energia, la rigidità del mercato del lavoro: tutti aspetti che comprimono gli utili e non permettono alle imprese di crescere e di investire”.

hanno tagliato il traguardo delle 69.900 ton (+1%) per un valore di circa 245 milioni di euro (+1,1%), favoriti ancora una volta dal fattore prezzo e dalla dinamica domanda estera, soprattutto proveniente dall’Est Europa. Trend negativo anche per la produzione di speck, scesa a 29.000 ton (-1,8%) per un valore di 294 milioni di euro (-1%) e per quella di salame fermatasi a 109.000 ton (-1,8%) per un valore di 926 milioni di euro (-1%). Dopo il buon 2012 hanno registrato una flessione anche le produzioni di pancetta (-3% per 52.200 ton e -2,8% in valore per 241 milioni di euro) e coppa (-2% per 42.000 ton e -0,2% in valore per 321 milioni di euro). Fondamentali per questi prodotti, soprattutto le pancette, è stata la caduta dell’export. L’anno, infine, non ha risparmiato neppure bresaola, tornata a mostrare un andamento cedente in quantità (-1,3% per 15.700 ton) ma ancora un progresso in valore (+0,7% per un valore di 259 milioni di euro).

In calo i consumi procapite Ai primi posti prosciutto cotto e prosciutto crudo

Il 2013 è stato un altro anno difficile sul fronte dei conNonostante la contrazione della produzione, prosciutto sumi che hanno inevitabilmente risentito dell’ulteriore crudo e cotto, prodotti leader del settore, rimangono indebolimento del potere di acquisto dei consumatori stabili al 48,8% in quantità e al 52,4% in valore. Ma analogamente a quanto accaduto nel 2012, Ripartizione nei consumi interni anche nel 2013 prosciutto crudo e cotto hanno evidenziato rispetto all’anno precedente Altri salumi Prosciutto una flessione: più sostenuta i prosciutti cru21,9% cotto 25,7% di, più lieve i prosciutti cotti. La produzione di prosciutti crudi è infatti scesa a 291.300 ton (-1,9%), mentre quella di prosciutti cotti si è fermata a 283.800 ton (-0,9%). Diversi gli andamenti in termini di valore, con il proBresaola sciutto crudo che ha registrato ancora una 1,2% flessione (-0,9% per 2.223 milioni di euro), e il prosciutto cotto sostanzialmente stabile Salame (+0,2% per 1.943 milioni di euro). 8,1%

Ancora in calo sono risultate anche le quantità prodotte di mortadella, attestatesi sulle 170.800 ton (-2%) per un valore di 675 milioni di euro (-1,1%). Risultato positivo, invece, per i wurstel che

Mortadella e Würstel 20,2% Fonte: elaborazioni ASSICA su dati Istat

Prosciutto crudo 22,9%


mercati italiani. Nel complesso dell’anno la disponibilità totale per il consumo nazionale di salumi è stata di 1,083 milioni di ton (-2%) contro 1,105 milioni dell’anno precedente.

2013 -2012 - ESPORTAZIONI SALUMI VERSO UE E PAESI TERZI Valori espressi in tonnellate

Bresaole

Il consumo procapite è sceso a 18 kg dai 18,3 dell’anno precedente. Considerando l’insieme dei salumi e delle carni suine fresche il consumo procapite è rimasto stabile a 30,9 kg.

2013 Pancette Altri prodotti

La struttura dei consumi interni ha così visto al primo posto sempre il prosciutto cotto, stabile, con una quota pari al 25,7% del totale dei salumi, seguito dal prosciutto crudo lievemente ridimensionato al 22,9%, da mortadella/wurstel al 20,2%, dal salame che sale all’8,1% e dagli altri tipi di salumi al 21,9%.

Le esportazioni di salumi battono la crisi, arrivando a 1,2 miliardi di euro Il vero traino rimane la domanda estera dei nostri salumi, che secondo le elaborazioni ASSICA sui dati ISTAT, ha superato quota 143.500 ton (+3,8%) stabilendo un nuovo importante record in valore: 1,182 miliardi di euro (+5,7%). Un traino che ha però dovuto fare ancora una volta i conti con le numerose barriere non tariffarie che i nostri prodotti incontrano sui mercati più redditizi e promettenti, ovvero i Paesi extra UE. Nel corso dell’anno è tornato a crescere anche l’import: +9,2% in quantità per 43.930 tonnellate e +9,2%

2012

Prosciutti cotti Salsicce e salami stagionati Mortadella, wurtel, cotechini e zamponi Prosciutti stagionati, disossati, speck, coppe e culatelli 0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

Fonte: elaborazioni ASSICA su dati Istat

in valore per 175,8 milioni di euro. Nonostante questo aumento. Il saldo commerciale del settore ha registrato un ulteriore importante incremento (+5,1%) superando 1 miliardo di euro. Per quanto riguarda i Paesi di destinazione in Europa fatturati positivi su tutte le principali piazze di riferimento. All’interno della Unione europea sono risultate determinanti per i nostri prodotti la domanda tedesca e quella francese ma un contributo positivo in termini

di fatturato è arrivato da tutti i nostri principali partner commerciali. Anche per i Paesi extra UE si registra un 2013 positivo per gli scambi superando il traguardo delle 28.200 ton (+6,4%) e i 263,5 milioni di euro (+5,8%). Fondamentali per il nostro export sono state le spedizioni verso gli Stati Uniti, primo mercato di destinazione con circa 6.330 ton (+7,4%) per 73,5 milioni di euro.

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normativa di Silvia Bucci

La sentenza della Corte di Giustizia UE sul salame Felino Premessa La causa sul salame Felino è iniziata nel 1998. L’Associazione fra Produttori per la Tutela del salame Felino citò in giudizio un’azienda per concorrenza sleale derivante dall’utilizzo indebito della denominazione salame Felino o salame “tipo Felino” prodotto fuori della provincia di Parma. L’Associazione sosteneva che tale denominazione potesse essere utilizzata solo nel territorio di Parma, che comprende anche il comune di Felino. ASSICA intervenne in giudizio a favore dell’azienda associata. Il Tribunale di Parma, nel 2001 accolse le richieste dell’Associazione fra Produttori per la Tutela del salame Felino, ritenendo che pur in assenza di una protezione comunitaria come DOP/IGP, sussistesse comunque il diritto ad impedire un uso generalizzato della denominazione, sulla base dell’art. 31 del decreto legislativo n. 168/1996 (Adeguamento della legislazione interna in materia di proprietà industriale alle prescrizioni obbligatorie dell’accordo relativo agli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale concernenti il commercio - Uruguay Round.).

Art. 31 decreto legislativo n. 168/1996. 1. Per indicazione geografica si intende quella che identifica un paese, una regione o una località, quando sia adottata per designare un prodotto che ne è originario e le cui qualità, reputazione o caratteristiche sono dovute esclusivamente o essenzialmente all’ambiente geografico d’origine, comprensivo dei fattori naturali, umani e di tradizione. 2. Fermo il disposto dell’art. 2598, n. 2, del codice civile e le disposizioni speciali in materia, e salvi i diritti di marchio anteriormente acquisiti in buona fede, costituisce atto di concorrenza sleale, quando sia idoneo ad ingannare il pubblico, l’uso di indicazioni geografiche, nonché l’uso di qualsiasi mezzo nella designazione o presentazione di un prodotto che indichino o suggeriscano che il prodotto stesso proviene da una località diversa dal vero luogo d’origine, oppure che il prodotto presenta le qualità che sono proprie dei prodotti che provengono da una località designata da una indicazione geografica.

Nel marzo 2006, la Corte d’Appello respinse il ricorso presentato da ASSICA e dall’azienda e confermò la sentenza di primo grado, sostenendo che non vi fosse alcun contrasto tra il regolamento comunitario e normativa nazionale citata, pur trattandosi di tutela di una denominazione geografica. L’ASSICA e l’azienda impugnarono la sentenza della Corte d’Appello in Cassazione. La Corte di Cassazione ha ritenuto invece, che potesse sussistere “un problema di coerenza tra il diritto nazionale e la logica del regime comunitario” in materia di DOP/ IGP, e nel 2013 ha sospeso il giudizio di impugnazione della sentenza della Corte di Appello di Bologna, rinviando la questione pregiudiziale alla Corte di Giustizia.

Il quesito alla Corte di Giustizia europea Alla Corte di Giustizia è stato chiesto se, considerando il regime comunitario delle DOP/IGP, un’associazione di produttori possa vantare un diritto di esclusiva per una zona determinata, su una denominazione geografica senza aver ottenuto dallo Stato membro interessato un provvedimento giuridicamente vincolante e, se in caso di risposta affermativa, la norma nazionale che fonda questo diritto sia compatibile o meno con il sistema di registrazione comunitaria.

La decisione della Corte di Giustizia 8 maggio 2014 La Corte di Giustizia parte dal presupposto che il regime di protezione comunitario delle DOP/IGP si applica alle denominazioni dei prodotti per i quali esiste un nesso particolare tra le loro caratteristiche e la loro origine geografica. La norma nazionale riguardante le denominazioni di protezione geografica serve unicamente a mettere in rilievo solo l’origine geografica di un prodotto indipendentemente dalle caratteristiche di quest’ultimo. Fatta questa distinzione, spetta al giudice del rinvio verificare se il regime di protezione stabilito dal decreto legislativo n. 198/1996, soddisfi tale condizione, non comprometta gli obiettivi del regolamento 2081/1992) e non sia il contrasto con la libera circolazione delle merci. Solo la registrazione comunitaria garantisce il collegamento della qualità del prodotto con il territorio da cui proviene. Altra cosa, è la garanzia sull’origine geografica, sulla provenienza territoriale del prodotto. La Corte di Giustizia conferma che il sistema di registra-

zione comunitaria delle DOP e IGP attua una forma di tutela uniforme ed esclusiva. Ciò significa che il regime di protezione nazionale dell’art. 31 del decreto legislativo n. 168/1996, deve avere l’effetto di garantire solo che siffatti prodotti provengano effettivamente dall’area geografica di cui si tratti e non di garantire ai consumatori che i prodotti i quali godono di tale protezione presentino una qualità o una caratteristica determinata.

Una denominazione geografica priva di registrazione comunitaria DOP/IGP può essere eventualmente protetta sulla base di una disciplina nazionale riguardante i prodotti per cui non esiste un nesso particolare tra le loro caratteristiche e la loro origine geografica a condizione che tale disciplina non comprometta gli obiettivi del regolamento n. 2081/1992 e che non sia in contrasto con la libera circolazione delle merci.

A nostro avviso, questo principio conferma quanto a lungo sostenuto da ASSICA ovvero, un riconoscimento di esclusiva che colleghi l’origine geografica con le caratteristiche qualitative intrinseche del prodotto può derivare solo da un riconoscimento comunitario come DOP o IGP. Infatti, il salame Felino è stato registrato come IGP nel marzo 2013 Applicando le indicazioni della Corte di Giustizia, la prima conseguenza che sembra si possa trarre è che la tutela non poteva essere riconosciuta dai giudici nazionali ai sensi dell’art. 31 del D. Lgs. 198/1996 in quanto ai sensi di detta norma, le indicazioni geografiche designano un prodotto non solo originario dalla zona ma anche con caratteristiche (qualità, reputazione o caratteristiche) legate all’origine. Inoltre, considerato che la tutela riconosciuta ai sensi dell’art. 31 del decreto legislativo del 19 marzo 1996, n. 198 da una definizione di “ indicazione geografica” sostanzialmente analoga a quella contenuta nel regolamento 2081/1992, il citato art. 31 potrebbe essere considerato incompatibile con il regolamento n. 2081/1996. Spetterà ora ai giudici della Corte di Cassazione verificare la situazione secondo quanto statuito dalla Corte di Giustizia e chiudere un contenzioso che dura da 16 anni. Giugno 2014 11


export di Giovannibattista Pallavicini

Export salumi e i limiti delle malattie veterinarie Dal Parlamento segnali di attenzione La rilevante entità dei danni causati all’economia nazionale e al settore della salumeria dalle mancate esportazioni dovute all’incapacità decennale di eradicare malattie veterinarie in alcuni allevamenti, ha attirato l’attenzione del Parlamento che ne chiede conto al Governo.

poste (Ministero della Salute in primis), e che negli ultimi anni ha ritenuto doveroso portare a conoscenza di un pubblico più ampio dei soli addetti ai lavori, affinché ci potesse essere maggior consapevolezza del problema e tutti potessero disporre delle informazioni utili a fornire un contributo al superamento di questo limite.

Tra i tanti fronti su cui ASSICA è attivamente impegnata da lungo tempo, è noto che l’eliminazione degli ostacoli di origine veterinaria che bloccano il nostro potenziale di export riveste un ruolo sempre di primo piano. Tutti gli operatori del settore conoscono ormai molto bene la situazione commerciale che si riscontra con la grande maggioranza dei Paesi terzi (chiusura totale dei mercati e nei migliori casi forte limitazione della gamma di salumi esportabili) dovuta alla presenza sul nostro territorio di pochi, ma ricorrenti focolai di malattie veterinarie apparentemente indebellabili da decenni (PSA in Sardegna ed MVS in Campania, Calabria) che impediscono la dichiarazione di indennità da tali malattie per tutta l’Italia e offrono così un pretesto per l’innalzamento fuori Europa di quelle barriere non tariffarie che si traducono in cospicui danni economici per le nostre aziende (circa 250 milioni di euro di mancato export su oltre 1 miliardo di euro generato comunque ogni anno dal comparto della salumeria nazionale). Un tema su cui ASSICA ha sempre lavorato fianco a fianco con le Istituzioni pre-

Oltre alla consueta sensibilità dimostrata dai dicasteri preposti, in tempi recenti anche il Parlamento ha manifestato segni concreti di attenzione, con iniziative proprie di alcuni parlamentari e che vanno nella direzione di stimolare la definizione di proposte concrete, indispensabili a quel riavvio dell’economia nazionale che secondo molti passa proprio da un rilancio del comparto agroalimentare. Così leggiamo che agli atti della Camera, Commissione agricoltura, risulta una proposta di risoluzione a firma dell’on. le Paolo Cova che affronta con precisa competenza tecnica l’esame del tema, concludendo con importanti suggerimenti di impegno a carico del Governo. La risoluzione dell’on.le Cova, se approvata, impegnerebbe il Governo ad adottare una serie di misure preventive molto specifiche e ad attuare ogni provvedimento necessario a favorire l’eradicazione di tali malattie negli allevamenti. La risoluzione parlamentare prevederebbe inoltre l’obbligo di collaborazione tra Ministero della Salute e Regioni sia nelle fasi decisionali per individuare i punti criti-

ci e definire le strategie risolutive sia nella fase di monitoraggio dell’attuazione dei piani, in modo da poter garantire che alle parole seguano i fatti. La risoluzione dell’on.le Cova non è comunque la sola iniziativa parlamentare in materia; se infatti il deputato PD avanza proposte tecniche specifiche nell’intento di dare un impulso risolutorio al superamento di questi vincoli all’export, gli on.li Filippo Gallinella e Chiara Gagnarli hanno invece proposto una mozione di interpello, scegliendo quindi un approccio più dialogante con il Governo. Consapevoli che il tema per quanto di attualità non è certo nuovo, i deputati della Commissione agricoltura della camera in quota Movimento 5 Stelle, hanno ritenuto prioritario dare attenzione al tema verificando anzitutto l’azione di Governo fin qui condotta e in corso. Una verifica per nulla fine a se stessa e già indirizzata a scopi precisi e concreti. Nell’interrogazione a risposta in Commissione presentata, si legge infatti che l’indagine conoscitiva è finalizzata a evitare che “sia compromesso in maniera rilevante l’intero settore dell’export, specie verso i Paesi extra UE, di carni suine e salumi”. Certo non si tratta di provvedimenti di

legge che rivoluzionano l’assetto delle risorse a disposizione delle Istituzioni preposte a risolvere questo annoso e antipatico freno all’export del made in Italy, né si introducono riforme istituzionali volte a conferire poteri straordinari a enti o organismi per l’eradicazione delle malattie veterinarie suine, ma tuttavia riteniamo che si tratti di ottimi ulteriori passi nella direzione che le aziende di ASSICA hanno più volte indicato. L’azione informativa condotta con costanza da Assica e gli approfondimenti che sono stati messi a disposizione di enti, Istituzioni, media, operatori e interessati hanno quindi suscitato attenzione e confidiamo che grazie al prezioso contributo tecnico e strategico da parte del Parlamento, questo tema potrà continuare a rimanere una priorità per i nostri governi, fino alla sua risoluzione: per troppo tempo è rimasto un argomento ritenuto di esclusiva competenza degli addetti ai lavori, difficile da affrontare e purtroppo a volte trascurato.

Export USA: continuano le attività di formazione con gli esperti statunitensi Dal 12 al 16 maggio il Ministero della Salute ha ospitato l’ex funzionario FSIS (Food Safety and Inspection Service) responsabile degli affari internazionali, Steve McDermott con lo scopo di valutare, grazie alla sua esperienza decennale, la gestione del Sistema di controllo italiano per quanto riguarda l’export verso gli Stati Uniti d’America. Gestione messa in discussione ormai da alcuni mesi dalle Autorità americane a seguito del riscontro di alcune positività a Listeria monocytogenes in prosciutti crudi disossati esportati verso gli USA. Difatti, tali incontri, promossi da ASSICA, dal Consorzio del Prosciutto di San Daniele e dal Consorzio del Prosciutto di Parma, insieme al training effettato ad aprile con il microbiologo Victor Cook, fanno parte delle attività programmate dal Ministero della Salute e concordate con FSIS volte a dimostrare l’equivalenza tra il sistema di controllo italiano e quello americano. McDermott, dopo la prima giornata di presentazione generale del sistema di controllo ufficiale italiano tenutasi presso il Ministero della Salute con la presenza dei rap12

presentati delle principali Regioni coinvolte nelle esportazioni verso gli USA, ha potuto approfondire alcuni aspetti del controllo da parte dell’Autorità competente a livello locale grazie alla visita presso l’ASL di Parma durante la quale sono state presentate in modo dettagliato sia l’organizzazione del sistema locale che le azioni svolte relativamente al controllo delle attività di esportazioni del territorio. Affinché l’esperto statunitense potesse avere un quadro il più completo possibile della gestione del sistema di controllo implementato in Italia ha visitato un impianto di trasformazione. In questo modo ha potuto constatare anche le attività e il relativo impegno, messi in atto dalle aziende italiane affinché i requisiti richiesti dalla normativa americana siano rispettati. Durante l’incontro conclusivo, tenutosi sempre presso il Ministero della Salute, McDermott ha riconosciuto e valutato positivamente gli sforzi effettuati, soprattutto

negli ultimi mesi, dal nostro Sistema per ristabilire la fiducia da parte delle Autorità americane dando pertanto, nel complesso, una valutazione positiva. Pertanto, il Ministero ha lavorato con massimo impegno per affrontare uno dei momenti più delicati e difficili della storia delle esportazioni dei prodotti a base di carne verso gli Stati Uniti. Diventa ora fondamentale l’esito dell’audit annunciato da FSIS previsto per le prime settimane di luglio del quale, al momento della stesura dell’articolo, non è ancora sopraggiunto il programma dettagliato. Si ritiene difatti che a seguito di una buona riuscita dell’audit stesso le Autorità americane possano riconoscere nuovamente l’equivalenza del nostro sistema permettendo così di rimuovere il vincolo del campionamento di tutte le partite in arrivo negli USA esportate da tutti gli stabilimenti italiani e di poter autorizzare nuove aziende intenzionate ad esportare.


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Europa Delegazione di Confindustria presso l’UE Elaborazione dell’Ufficio ASSICA di Bruxelles

Elezioni europee: vincitori e vinti Le elezioni europee sono ormai alle nostre spalle. I dati mostrano il PPE vincente con 213 seggi, seguito da S&D con 190 seggi. Seguono ALDE (64), i Verdi (53), ECR (46), Sinistra Unita (42) e EDF (38), mentre 64 sono i seggi vinti da nuovi partiti o candidati non ancora iscritti a un gruppo esistente. A livello aggregato gli equilibri interno all’assemblea di Strasburgo non subiranno particolari stravolgimenti, anche se la polarizzazione del voto porterà a una maggiore spinta a trovare il consenso tra i due principali gruppi politici, ognuno dei quali non sembra essere nelle condizioni di poter costruire maggioranze alternative senza l’appoggio dell’altro, o almeno di una parte di esso.

Il nuovo Parlamento europeo Tra il 22 e il 25 maggio scorso si sono tenute le elezioni europee per il rinnovo del Parlamento europeo per la legislatura 2014-2019. Il tasso di partecipazione

nei 28 Paesi membri dell’UE è stato del 43,09%, praticamente lo stesso registrato nel 2009 (43%). I Paesi con maggiore affluenza sono stati Belgio e Lussemburgo, con circa il 90% di votanti, mentre quello con minore affluenza è stata la Slovacchia, con il 13% . In Italia hanno votato il 58,69% degli aventi diritto. I 751 nuovi deputati europei avranno delle responsabilità importantissime. Oltre ad essere colegislatore, insieme al Consiglio, su quasi tutte le norme europee, il Parlamento europeo svolgerà un ruolo determinante anche in rapporto al rinnovo dell’esecutivo comunitario, essendo i neodeputati chiamati ad approvare la nomina del Presidente designato della Commissione europea e poi del Collegio dei Commissari nel suo insieme. Per quanto riguarda la composizione del Parlamento europeo, il gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D) non ha avuto successo nel suo dichiarato intento di

Partiti vincitori delle elezioni europee nei singoli stati dell’Unione % Austria: Partito popolare (centrodestra)

27,3

Belgio: Nuova alleanza fiamminga (destra)

16,4

Bulgaria: Gerb (destra)

30,4

Cipro: Raduno democratico (centrodestra)

37,7

Croazia: Unione democratica croata (centrodestra)

41,4

Danimarca: Partito del popolo danese (estrema destra)

26,6

Estonia: Partito riformista estone (centrodestra)

18

Finlandia: Partito della coalizione nazionale (destra)

22,6

Francia: Front national (estrema destra)

24,9

Germania: Cristianodemocratici (centrodestra)

35,3

Grecia: Syriza (sinistra)

26,5

Irlanda: Indipendenti

24

Italia: Partito democratico (centrosinistra)

40,8

Lettonia: Unità (centrodestra)

46

Lituania: Unione patriottica (centrodestra)

17,3

Lussemburgo: Partito cristianodemocratico (centrodestra)

37,6

Malta: Partito laburista (centrosinistra)

53

Paesi Bassi: Democraten 66 (centrosinistra)

15,4

Polonia: Diritto e giustizia (destra)

32,3

Portogallo: Partito socialista (sinistra)

31,4

Regno Unito: Ukip (destra)

27,5

Repubblica Ceca: Ano 2011 (centrodestra)

16,1

Romania: Coalizione di centrosinistra

37,4

Slovacchia: Socialdemocratici (sinistra)

24

Slovenia: Socialdemocratici (sinistra)

24,6

Spagna: Partito popolare (centrodestra)

26

Svezia: Partito socialdemocratico (sinistra)

24,4

Ungheria: Fidész (destra)

51,4

14

Distribuzione della delegazione italiana nei gruppi politici Legislatura 2009 – 2014 (Parlamento uscente)

Legislatura 2014- 2019 (Parlamento costituente)

N° seggi

%

N° seggi

%

PPE

34

46,5%

17

23,3%

S&D

23

31,5%

31

42,5%

ALDE

4

5,5%

-

-

VERDI

-

-

-

-

GUE

-

-

3

4,1%

ECR

2

2,7%

-

-

EFD

8

11%

5

6,8%

NI

2

2,7%

17

23,3%

TOTALE

73

diventare il primo gruppo politico, anzi esce dalle urne ridimensionato, anche se di poco (190 seggi contro i 196 del 2009). Dall’altra parte, il gruppo PPE non può dirsi del tutto vincitore delle elezioni, in quanto pur rimanendo il gruppo politico più numeroso, con 213 seggi, perde ben 57 seggi rispetto al risultato del 2009. Come considerazione generale, è lecito affermare che le urne mostrano, ad eccezione dell’Italia, un voto sanzionatorio rispetto agli appartenenti ai partiti politici dominanti a livello europeo. Tale voto si è manifestato attraverso una conferma del sostegno ai due gruppi euroscettici di centro destra ECR e EFD (rispettivamente con 46 e 38 seggi) e un rafforzamento del gruppo GUE (estrema sinistra). Inoltre il gruppo liberale (ALDE) nonostante il risultato negativo in Italia e in Gran Bretagna, a livello europeo il ridimensionamento è più contenuto di quello previsto dai sondaggi: il gruppo avrà 64 deputati, contro gli 83 del 2009. Per quanto riguarda, infine, il numero dei Non Iscritti (costituiti in gran parte da deputati euroscettici e anti euro) o altri che potrebbero dare luogo alla nascita di nuovi gruppi parlamentari euroscettici, compie un deciso balzo in avanti, passando da 33 a 106. Il principale problema da risolvere per gli euroscettici ed i Non Iscritti in generale sarà quello di aggregare partiti di almeno sette diverse nazionalità (per formare un Gruppo Politico al Parlamento europeo ci vogliono almeno 25 deputati di almeno 7 nazionalità). È facile prevedere che al fianco dei 24 eurodeputati del Front National di Le

73 Pen, andranno i 5 della Lega Nord, i 4 austriaci dello Fpo, i 4 olandesi del Pvv ed il belga fiammingo del Vlaams Belang. Mentre Grillo dovrà sedersi a un tavolo di trattativa avendo bisogno di un accordo che consenta ai 17 Deputati Cinque Stelle di poter contare qualcosa a Bruxelles. L’alternativa è rimanere tra i non iscritti con meno tempo di parola, nessuna presidenza nelle commissioni, meno fondi e senza una segreteria preparata e professionale. Come è noto, i principali Gruppi politici del Parlamento europeo avevano identificato il proprio candidato alla Presidenza della Commissione europea, legando la scelta finale del Parlamento europeo all’esito delle elezioni, e facendo intendere che un’indicazione diversa da parte del Consiglio potrebbe comportare una bocciatura del candidato da parte del Parlamento. Nel dibattito immediatamente successivo alla chiusura dei seggi, davanti alle prime proiezioni, il candidato del PPE, il lussemburghese Jean-Claude Junker, ha dichiarato di esser il candidato “naturale” del Parlamento alla Presidenza della Commissione, in quanto espressione del Gruppo di maggioranza relativa, mentre il candidato socialista, Schultz, ha indicato che l’indicazione del candidato del Parlamento dovrà comunque essere oggetto di negoziato. Appare significativo che il candidato del gruppo liberale, il belga Guy Verhofstadt, abbia dichiarato che comunque il futuro Presidente della Commissione europea dovrà essere scelto tra i cinque candidati indicati dalle famiglie politiche rappresentante al Parlamento europeo, chiudendo la porta a qualsiasi soluzione al di fuori di

Le urne mostrano un voto sanzionatorio nei confronti dei partiti politici dominanti


Europa Risultato delle elezioni 2014 PPE

Gruppo del Partito Popolare Europeo (Democratici-Cristiani)

S&D

Gruppo dell’Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo

213

28,36%

190

25,30%

ADLE

64

Verdi/ALE

53

ECR

46

gue/ngl

42

Alleanza dei Democratici e Liberali per l’Europa

I Verdi/Alleanza libera europea

NI

Non iscritti - Membri non appartenenti ad alcun gruppo politico

Nonostante, come detto in precedenza, il risultato aggregato non lasci trasparire un radicale cambiamento dello scenario politico europeo, i risultati analizzati a livello nazionale fanno emergere, in diversi Stati membri, conseguenze importanti negli equilibri politici, che con ogni probabilità avranno importanti conseguenze sulle politiche attuate dai Governi nazionali, quando non addirittura

Il risultato aggregato non lascia trasparire un radicale cambiamento dello scenario politico europeo sulla composizione dei Governi stessi. Questo è il caso in primis della Francia (dove il Front National è diventato il primo partito, con il 25% dei voti, mentre i socialisti sono scesi al 14%, e l’UMP al 20,7%) ma anche della Danimarca (dove il partito nazionalista è al 1° posto, con il 26,6%) dell’Ungheria (dove il partito nazionalista al governo ha ottenuto il 51% dei voti) della Polonia (dove il partito nazionalista, membro dell’ECR, è il secondo partito con il 31% dei voto, a pochi voti di distanza dal partito popolare polacco, con il 32%) e della Grecia, dove la coalizione di estrema sinistra è il primo partito con il 26,5%, e Alba Dorata (estrema destra) è il terzo). è interessante notare come nella maggior parte dei Paesi europei, gli elettori abbiano premiato i partiti politici che hanno dichiarato di mirare a una revisione dei trattati, che vada però nel senso di una riduzione delle competenze europee, e di un conseguenze ridimen-

5,06%

Altri

64

Neoeletti senza appartenenza a un gruppo politico del Parlamento uscente

8,52%

8,52%

6,13%

Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica

I risultati nazionali

38

Gruppo Europa della Libertà e della Democrazia

7,06%

Conservatori e Riformisti europei

tale rosa di nomi. Alla “legittimità” del voto popolare si oppone la “legalità” dei trattati, che prevedono che la designazione del candidato Presidente sia appannaggio esclusivo dei Capi di Stato e di Governo.

EFD

5,59%

751

41

5,46%

sionamento dell’influenza delle istituzioni europee nelle scelte nazionali. Sulla base di questi dati, è possibile prevedere che i Governi nazionali cercheranno di riguadagnare terreno mostrandosi più autonomi rispetto alle indicazioni provenienti dalla Commissione europea.

L’Italia Il dato italiano è in aperta controtendenza rispetto a quanto sopra descritto: gli elettori italiani, unici in Europa, hanno massicciamente premiato il principale partito politico al Governo, tradizionalmente a favore di una maggiore integrazione europea. Sulla base di quanto uscito dalle urne, la delegazione italiana del PD sarà la più numerosa all’interno del proprio gruppo politico (S&D) e come tale sarà la prima a scegliere, all’interno del suo gruppo, quando si tratterà di distribuire le cariche interne al Parlamento europeo. Sul fronte popolare, la delegazione italiana passerà da 34 a 17 deputati (13 di Forza Italia, 3 del NCD-UDC e un deputato SVP) e sarà la quarta delegazione, a pari merito della Spagna, dopo quelle di Germania (37), Polonia (23), Francia (18). Per quanto riguarda la Lega Nord, i deputati passano da 9 a 5. Inoltre, l’Italia non sarà più rappresentata nel gruppo ALDE, mentre tornerà ad essere presente nel gruppo GUE, grazie ai tre deputati eletti con la lista Tsipras. Infine, salvo future decisioni contrarie, i 17 neoeletti del M5S siederanno tra i banchi dei Non Iscritti.

potuto, lavorando a Bruxelles, dedicarsi a tempo pieno al territorio. Infatti, al momento del voto, un qualsiasi Assessore regionale parte incredibilmente avvantaggiato rispetto anche a chi ha sempre lavorato bene a Bruxelles perseguendo gli interessi nazionali ma non avendo né il tempo necessario né la giusta visibilità per una costante presenza all’interno

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Gli elettori italiani, unici in Europa, hanno premiato il principale partito di Governo Un’ultima considerazione riguardo all’Italia. Purtroppo, come succede ad ogni cambio di legislatura, diversi Deputati con i quali ASSICA ha proficuamente collaborato negli ultimi anni non sono stati rieletti pagando il fatto di non aver

della propria circoscrizione nazionale. Tali Deputati indubbiamente meritevoli, che hanno contribuito a difendere con le unghie e con i denti le peculiarità e le esigenze del nostro settore, hanno inevitabilmente pagato la lontananza di Bruxelles dal cittadino comune premiando lo sforzo di chi, tale lontananza, ha tutto l’interesse a mantenerla ed alimentarla.

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attualità di Davide Calderone

Il Vice Ministro Calenda a Washington per le trattative sull’accordo di libero scambio ue/usa Accompagnato dal Presidente dell’ICE, dott. Riccardo Monti, e da una delegazione di Confindustria e delle Associazioni di categoria tra le quali ASSICA, e in concomitanza con una missione di BusinessEurope guidata dalla Presidente Emma Marcegaglia, il Vice Ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda – nel periodo compreso tra il 29 aprile e il 1 maggio 2014 - ha svolto una missione in USA dove ha avuto incontri dedicati al negoziato TTIP (Transatlantic Trade and Invenstment Partnership) presso l’Amministrazione, il Congresso, la US Chamber of Commerce e alcuni “think tanks”. Entrambe le delegazioni hanno potuto incontrare l’Ambasciatore d’Italia negli USA, Carlo Bisogniero in occasione di un pranzo di lavoro ospitato in Residenza. Il Vice Ministro Calenda ha in particolare incontrato lo US Trade Representative, Ambasciatore Mike Froman, la Sottosegretario di Stato per la crescita economica, l’energia e l’ambiente, Catherine Novelli, e, in Congresso, il Presidente della Sottocommissione Commercio, il Repubblicano Devin Nunes, e il co-presidente del TTIP Caucus, il democratico William Keating. Egli ha inoltre avuto, insieme alla Presidente di BusinessEurope Marcegaglia e a Confindustria, un incontro con il Presidente della US Chamber of Commerce, Tom Donohue, alla presenza di rappresentanti delle associazioni di industriali europee.

Rapida chiusura del negoziato almeno sul versante tariffario e su aspetti relativi all’accesso al mercato Due eventi organizzati dall’Ambasciata d’intesa con il Ministero dello Sviluppo economico e l’ICE si sono svolti rispettivamente presso il Center for Strategic and International Studies (CSIS) su ‘’The Politics of TTIP’’, e presso il Peterson Institute for International Economics sul tema ‘’Supporting Manufacturing Renaissance through Transatlantic Trade and Investment’’, alla presenza anche delle associazioni imprenditoriali italiane.

Nella prospettiva della presidenza di turno dell’UE, il Vice Ministro Calenda, nel riaffermare la forte priorità riservata dal Governo al TTIP, ha espresso con i numerosi interlocutori incontrati l’esigenza di imprimere un deciso slancio al negoziato, il cui andamento non appare oggi del tutto soddisfacente e che lascia presagire tempi lunghi, per conseguire

sostenuta dalla Presidente di BusinessEurope Marcegaglia, anche in occasione di un evento presso la US Chamber of Commerce che ha visto la partecipazione del Presidente della Commissione, Barroso, ed accolta con interesse da parte di alcune associazioni imprenditoriali UE ed USA, che hanno evidenziato come su molti aspetti (sugli standard e la cooperazione regolatoria settoriale) le associazioni di categoria transatlantiche abbiano registrato una piena convergenza di interessi. Nell’incontro al Peterson Institute, il Vice Ministro ha sottolineato con forza nel suo intervento la comunanza di valori

che unisce le due sponde dell’Atlantico e l’esigenza, specie di fronte alle sfide attuali, di rafforzare l’integrazione tra esse. Oltre alle tematiche di politica commerciale, la missione ha avuto inoltre una rilevante componente di promozione e attrazione degli investimenti. Parallelamente alla visita del Vice Ministro, è stato predisposto dall’Ambasciata italiana a Washington un articolato programma di incontri tra i vertici delle Associazioni di Categoria italiane presenti in delegazione, da un lato, ed i rispettivi organismi omologhi, nonché esponenti del settore Continua a pag. 18

La missione rilevante componente di promozione e attrazione degli investimenti risultati concreti e visibili nel corso del semestre di Presdienza italaian della UE. In tal ottica, il Vice Ministro ha prospettato l’ipotesi di un mutamento nell’approccio negoziale che, pur mantenendo il livello di ambizione e il carattere di approccio specifico alle singole questioni del processo, preveda una rapida chiusura del negoziato almeno sul versante tariffario e su altri aspetti relativi all’accesso al mercato. L’ipotesi delineata dal Vice Ministro, ampiamente condivisa dalle associazioni imprenditoriali, ha trovato attento ascolto presso la US Chamber of Commerce ed ha promosso presso l’Amministrazione un rinnovato impegno a conseguire concreti risultati in tempi brevi. L’ipotesi, enunciata dal Vice Ministro Calenda anche presso la US Chamber of Commerce e al Peterson Institute, di un “early harvest” (sulle tariffe ed altri elementi del primo pilastro negoziale, quello sull’accesso al mercato) nell’ambito di un “living agreement” sul TTIP, è stata Giugno 2014 17


attualità Segue da pag. 17

privato, dall’altro. Sono stati coinvolti in particolare i rappresentanti di ANFIA (settore auto), Assocalzaturifici, Cosmetica Italia, Federalimentare, Federorafi, Federmacchine, Sistema Moda Italia. L’occasione e stata utile per un confronto sul tema del commercio transatlantico in generale e del TTIP in particolare. È emersa una forte sintonia tra gli esponenti del settore privato italiani e statunitensi sui vantaggi e benefici che potrebbero derivare dal TTIP in termini di opportunità e di facilitazione dell’interscambio commerciale in particolare per le PMI. Gli incontri, che hanno coinvolto oltre le associazioni di categoria americane anche aziende, fornitori di servizi ed esperti di mercato, hanno offerto interessanti spunti per perfezionare le strategie di espansione commerciale e promozionale che saranno incentrate, secondo le direttive del Ministero dello Sviluppo Economico nell’ambito del “Piano USA”, in

quelle aree ad alta crescita economica degli USA sulle quali si è fino ad ora investito in misura minore. Nel complesso, la visita del Vice Ministro e della delegazione di Confindustria è stata coronata da indubbio successo. Sotto il profilo istituzionale, il Vice Ministro Calenda ha potuto sottolineare ai suoi qualificati interlocutori il ruolo propulsivo che l’Italia intende svolgere per il TTIP, sfruttando anche a pieno le potenzialità offerte dal nostro semestre di presidenza UE. Al contempo, la missione ha anche avuto una rilevante dimensione “business”, sui cui seguiti l’Ambasciata si sta già concentrando. Nello specifico degli interressi di ASSICA, la missione è stata l’occasione per alzare il livello di interessamento del Governo italiano relativamente alle note questioni riguardanti la diversa tolleranza tra UE e USA sulla presenza di Liste-

ria monocytogenes negli alimenti pronti al consumo (RTE). La tematica, già affrontata nell’ambito dei lavori del tavolo agro-alimentare costituito e gestito dallo stesso Calenda in collaborazione con il Ministro per le politiche agricole,

Barriera non tariffaria alle esportazioni dei nostri prodotti nell’ambito dei negoziati del TTIP alimentari e forestali Maurizio Martina, è notoriamente di primario interesse per l’industria del settore dei prodotti a base di carne che esporta negli Usa le proprie produzioni. È superfluo ricordare come da diversi mesi le partite di prodotti esportati dall’Italia negli USA siano sottoposte ad analisi sistematiche all’arrivo (100% reinspection) e come la

facoltà del nostro Ministero della Salute di abilitare novi impianti all’export sia attualmente sospesa. La disparità dell’approccio tra Europa e Stati Uniti rappresenta un esempio di barriera non tariffaria alle esportazioni dei nostri prodotti, che auspichiamo poter essere debitamente affrontata anche nell’ambito dei negoziati del TTIP. La visita del Vice Ministro Calenda negli Usa è stata quindi un’importante occasione per sensibilizzare adeguatamente le Autorità americane alla problematica. è noto infatti che il Ministero della Salute – con la collaborazione del mondo produttivo – sia impegnato nel rendere nuovamente equivalente agli standard statunitensi il sistema di gestione nazionale delle aziende abilitate all’esportazione negli USA. Confidiamo pertanto che tali azioni di sensibilizzazione posano avere un ruolo determinante nella soluzione delle problematiche descritte.

Campolibero: un progetto collettivo per rilanciare l’agroalimentare Ad aprile scorso il Mipaaf ha avviato una consultazione pubblica online su un insieme di temi per lo sviluppo agroalimentare. Spunti interessanti su cui riflettere con attenzione Con un hashtag. Come ci ha abituati la nuova leadership di governo per tanti altri provvedimenti e misure nazionali, così comincia il percorso di rinnovamento anche in ambito agroalimentare. Un titolo che in realtà sottende molto di più: uno sforzo per cambiare quelle regole che ingessano il tessuto produttivo nazionale e permettere una più libera espressione del potenziale imprenditoriale. 18 temi suddivisi in 3 titoli che affrontano ambiziosamente un panorama ampio di questioni aperte, irrisolte, urgenti per rilanciare quel comparto dell’economia su cui in molti (almeno a parole) sembrano voler scommettere per agganciare i timidi segnali della ripresa economica e darle decisivo slancio. Temi che sono stati presentati al pubblico lo scorso aprile, aprendo la consultazione telematica a cui chiunque, non solo gli addetti ai lavori, ha potuto contribuire con proprie idee per riempire di contenuti concreti le proposte di riforma messe sul tavolo dal governo. Tutti i contributi pervenuti entro il 30 aprile (termine di chiusura della consultazione che non ha reso pubblici i contributi

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ricevuti dal Mipaaf) dovranno ora essere sistematizzati e trasformati in un testo normativo concreto per l’attuazione delle misure più urgenti. Anche Assica ha fornito un proprio commento e segue ovviamente da vicino i lavori di #campolibero, con l’auspicio che alcune delle idee annunciate vengano migliorate per assumere profili di attuazione concreti e produttivi. Come le previsioni di credito di imposta per le piattaforme distributive all’estero: apprezzabile l’idea di sostenere l’export agroalimentare (che rappresenta sempre più spesso l’unica ancora di sopravvivenza per le aziende del comparto), ma sarebbe auspicabile pensare anche a misure volte a sostenere la competitività delle nostre aziende sui mercati esteri e non solo a risolvere problemi logistici o commerciali. Il superamento degli annosi vincoli all’export di derivazione veterinaria e il sostegno alle spese per il necessario adeguamento degli stabilimenti alle condizioni produttive richieste da Paesi terzi, assumono dal nostro punto di vista una urgenza più strategica ed efficace. Se è vero che la produzione agricola nazionale viene trasformata per oltre il 70% dall’industria agroalimentare (nel nostro settore arriviamo ovviamente al 100%), è alle esigenze di queste imprese che invitiamo a guardare con priorità per un Export che colmi i propri potenziali inespressi (che a causa delle sole limitazioni di carattere veterinario, ammontano nel nostro settore a

oltre 250 milioni di euro). Un altro tema di grande interesse è la razionalizzazione dei controlli, peccato però che sembri essere pensato solo per le imprese agricole. è invece fondamentale che tale misura riguardi anche le imprese agroalimentari che non devono più essere obbligate a rivivere quotidianamente le medesime operazioni di controllo, solo perché ogni giorno si presenta un controllore diverso. É indispensabile che i diversi organi preposti organizzino e coordino il proprio operato per rendere più efficiente il sistema dei controlli nazionali. Per rafforzare le tutele degli operatori e dei consumatori non servono più controlli, ma un sistema dei controlli migliore che non perda tempo in inutili duplicazioni. Infine il tema dell’etichettatura d’origine: ancora una volta assistiamo alla volontà di normare a livello nazionale un tema che rientra nelle competenze europee, per cui da anni il nostro Paese si trova a doversi accollare procedure di infrazione con corrispondenti sanzioni economiche. Francamente tale scelta risulta incomprensibile sul piano delle tempistiche dal momento che ormai da qualche anno l’Europa si è data e sta completando l’implementazione di una norma comune per l’etichettatura d’origine, sul piano degli obiettivi di sburocratizzazione con cui questo governo si è presentato al popolo perchè si vogliono introdurre limiti e vincoli ulteriori a carico degli operatori italiani a cui però si chiede al contempo di essere vincenti e competitivi sui mercati esteri. Ci sfugge la logica operativa di questa scelta, specie in vista di un semestre di presidenza europea, dove presentarsi provando a reiterare misure che sistematicamente vengono censurate dall’UE, non costituisce certamente il miglior biglietto da visita.


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attualità di Tiziana Formisano

I Ministri Martina e Mogherini a Milano per parlare di EXPO “Expo 2015. Un patto globale per il cibo”, questo il titolo del convegno che si è tenuto lo scorso 29 maggio a Milano. Nutrire il pianeta, energia per la vita sono temi globali perché riguardano le popolazioni di tutto il mondo e perché investono tutti i livelli: non solo le istituzioni e i governi, ma anche l’industria, le associazioni, i cittadini. La sfida alimentare globale inciderà profondamente sulle relazioni internazionali nei prossimi anni. Dalla scarsità della produzione alla volatilità dei prezzi, dalla mancanza di acqua ai cambiamenti climatici, dal continuo aumento dell’urbanizzazione (legato anche alla crescita di alcune economie come India e Cina) al fenomeno del land grabbing, del cambiamento delle diete e più in generale dei consumi. 210x297 -- COLUMBIA COLUMBIA 210x297

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Expo può essere un’occasione di confronto su tali sfide, da cui far nascere proposte concrete. In quest’ottica la

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“al mondo ci sono più di 500 milioni di persone che hanno problemi di obesità”, l’altra faccia della medaglia della malnutrizione. Il commissario unico per Expo Milano 2015, Giuseppe Sala, si è detto ‘’molto tranquillo riguardo allo stato di avanzamento dei lavori sul sito espositivo. C’è qualcosa da semplificare, ma i lavori dovrebbero terminare per dicembre. Bisogna invece porre attenzione su coordinare l’arrivo dei Paesi sul sito per la costruzione dei loro padiglioni’’. conferenza, promossa da ISPI e Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali a meno di un anno dall’evento ha permesso di avviare un confronto costruttivo fra i vari attori coinvolti, creando un ponte verso i grandi appuntamenti che si terranno nel 2015. Maurizio Martina, Ministro delle Politi-

che Agricole Alimentari e Forestali che ha aperto i lavori ha sottolineato che Expo sarà un’argomento qualificante per l’incontro informale fra i ministri dell’Agricoltura dell’Unione europea nel prossimo settembre. Sarà organizzato un Forum globale dei ministri dell’Agricoltura dei paesi aderenti all’Expo nella primavera del 2015 in occasione della seconda conferenza mondiale sulla nutrizione, cui parteciperanno 183 Paesi membri, tra cui l’Unione europea e che si terrà a Roma a giugno. Proprio sul tema della nutrizione, secondo Martina, l’Italia può ‘’essere determinante’’. Josè Graziano Da Silva, Direttore generale della Fao, ha annunciato che “la conferenza mondiale sulla nutrizione (Icn2) ed Expo 2015 avranno un’agenda comune e sono unite insieme come un unico elemento”. Da Silva ha indicato come “problemi comuni da affrontare” i dati che caratterizzano il problema della malnutrizione oggi al mondo. Un fenomeno che coinvolge “due miliardi di persone” mentre “una persona su otto non vive in condizioni di sicurezza alimentare”. Un paradosso, se si pensa al fatto che

Il Convegno si è concluso con l’intervento di Federica Mogherini, Ministro degli Affari Esteri che ha sottolineato come l’Expo sia per l’Italia una grandissima occasione per contribuire al dibattito globale sullo sviluppo sostenibile: “Abbiamo una sfida enorme - ha sottolineato Mogherini - quella di garantire l’accesso al cibo per tutti nel pianeta e l’Italia con l’Onu e l’Unione europea sta giocando un ruolo fondamentale. è un nostro interesse preciso quello di creare accessibilità per tutti al cibo. Non sono buoni sentimenti è nostro dovere”. Riguardo alle adesioni internazionali ad Expo il Ministro ha detto essere superiori a quelle previste quando il progetto è iniziato. “Se anche fossero meno di quelli che hanno confermato - ha assicurato il Ministro - sarebbe un grandissimo successo. In questi giorni si stanno registrando movimenti interessanti di nuovi paesi che potrebbero confermare. Addirittura l’Onu potrebbe tenere il proprio World Food Day (Wfd) a Milano in occasione di Expo 2015. Da parte del segretario generale dell’Onu, secondo il Ministro, c’è stata una reazione positiva’’.

expo, Martina: al Padiglione Italia racconteremo le nostre potenze

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“Il Padiglione Italia a Expo 2015 sarà il luogo fisico in cui il nostro Paese racconterà le sue potenzialità, attraverso le quattro potenze chiave individuate e presentate. Sarà il modo di far conoscere le nostre capacità, le storie delle donne e degli uomini che fanno grande questo Paese, superando i limiti, creando bellezza e progettando il futuro. L’appuntamento di Milano rappresenta un momento fondamentale per il pianeta, nel quale l’Italia dovrà giocare un ruolo di primo piano. L’idea di mettere al centro il ‘Vivaio Italia’, come presentato oggi alla Triennale, dà il senso esatto della nostra volontà di coltivare il futuro. Dobbiamo essere orgogliosi del nostro Paese e delle sue eccellenze. Siamo riusciti a primeggiare in tanti settori a livello mondiale e questo è il momento di un cambio di passo deciso. All’Expo arriveremo con tutte le nostre energie per mostrare a tutti i nostri talenti”. Così il Ministro Maurizio Martina, in occasione della presentazione del Padiglione Italia all’Expo 2015.

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Cose da non credere: l’evento unc dedicato alla consapevolezza dei consumatori Istituzioni, imprese e mondo della comunicazione a confronto nell’evento promosso dall’Unione Nazionale Consumatori ”Un evento non convenzionale all’ora dell’aperitivo, una splendida location nel cuore di Roma, ospiti di alto profilo, una vivace discussione e tante proposte per il futuro: tutto questo è stato Cose da non credere, l’evento in cui ciascun partecipante è protagonista, dai tavoli di lavoro alla sessione plenaria”. Con queste parole, Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori, riassume il senso di Cose da non credere, l’evento dedicato alla consapevolezza dei consumatori che si è svolto il 28 maggio a Roma, a Villa Miani.

bito alimentare: di tutto questo si sente la necessità di informare correttamente il consumatore perché acquisisca maggiore consapevolezza. E sul tema della consapevolezza del consumatore si sono confrontati tutti i relatori del food e ne è uscito un dibattito interessante e costruttivo. Da più parti è emersa la necessità di fare formazione e informazione mediante esperti scientificamente preparati che operino senza dogmatismi, spesso troppo presenti nei mass media. Ormai tutti parlano di nutrizione - in TV, sui giornali, sul web, nelle scuole, nelle palestre e in altri luoghi di incontro - ma poche sono le persone veramente preparate per farlo. Quanto emerso nei tavoli di lavoro è stato portato in plenaria dai moderatori dei quattro tavoli (Ivo Ferrario per il food, Raffaele Barberio per il web, Alessandro Ortis per l’energia e Federico Mereta per salute e benessere) e la discussione proseguirà nei prossimi mesi sulla piattaforma www.cosedanoncredere.it (oltre che su Twitter attraverso l’hashtag #cosedanoncredere).

Cose da non credere, dicono dall’Unione Nazionale Consumatori, è nato dai luoghi comuni, i pregiudizi, gli equivoci, gli inganni, le asimmetrie che ogni giorno i consumatori raccontano ai loro sportelli; abbiamo deciso di metterli sul tavolo (in senso fisico vista la presenza, nella prima parte del pomeriggio, di quattro tavoli di lavoro dedicati a food, web, energia, salute e benessere) per una riflessione tra addetti ai lavori, imprese ed istituzioni. L’intento è proprio quello di sgombrare il campo dalle ‘cose da non credere’ per costruire qualcosa insieme, sulla strada del dialogo, come ha dimostrato il successo dei tavoli di quest’anno, ai quali hanno partecipato quasi 150 persone tra istituzioni, manager del web, capitani dell’industria alimentare, autorevoli rappresentanti delle aziende dell’energia e, novità di questa edizione, gli attori della filiera produttiva della salute e del benessere.

“Non sarebbe bastato un convegno tradizionale per raccontare gli equivoci e i luoghi comuni del mercato - aggiunge Massimiliano Dona, che ha presentato l’ultima parte della serata - per questo abbiamo pensato ad un evento corale con tanti protagonisti che, accettando di far parte di questo ambizioso progetto, hanno contribuito al suo stesso successo”.

E tra i relatori del tavolo food era seduto anche Davide Calderone, Direttore di ASSICA, che nel suo intervento ha evidenziato l’importante lavoro svolto dalle aziende del settore salumi in termini di sicurezza alimentare e di miglioramenti nutrizionali oltre che di garante di un sistema dei controlli tra i più sicuri al mondo in am-

A discutere delle cose da non credere, sono saliti sul palco: Guido Bortoni, Presidente dell’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico; i direttori Andrea Vianello (Raitre), Sarah Varetto (Skytg24), Luigi Contu (Ansa) per la tavola rotonda sull’informazione giornalistica; le istituzioni deputate ai controlli:

Massimiliano Dona con Antonio Ricci

Il tavolo food Cosimo Piccinno (Nas) e Antonio Apruzzese (Polizia Postale) per poi concludere la serata con le cose da non credere della tv, raccontate da Antonio Ricci, patron di Striscia la notizia. “Dopo aver tentato di sgombrare il cam-

po dalle cose da non credere - conclude Massimiliano Dona - sono rimaste quelle in cui credere, nella speranza che sia un punto di partenza per una nuova stagione di dialogo tra consumatori, imprese ed istituzioni”.

La seduta plenaria Giugno 2014 23


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comunicazione di Monica Malavasi

SalumiAmo con Bacco: a Lecce e Roma ®

le ultime due tappe del tour 2014 Due tra le più belle e suggestive città italiane hanno ospitato gli ultimi appuntamenti del tour 2014 di SalumiAmo® con Bacco: l’incantevole Lecce e l’affascinante città eterna hanno fatto da cornice a due serate indimenticabili durante le quali gli aperitivi con i grandi salumi e vini italiani si sono trasformati in momenti di

piacevole condivisione, scoperta e approfondimento della storia e delle caratteristiche di questi prodotti, espressione della nostra cultura. E la cultura si è riflessa anche nella scelta delle location, luoghi ricercati e templi del sapere come la Libreria Liberrima - considerata un vero e proprio centro culturale della città salentina – o il

A Lecce, il 15 maggio, la conduttrice televisiva Francesca Romana Barberini, come nelle precedenti tappe di Milano e Modena, ha presentato un talk show che ha coinvolto oltre al Presidente IVSI, Francesco Pizzagalli, il Direttore IVSI, Monica Malavasi, il Vicepresidente Federdoc, Francesco Liantonio, e il Presidente del Consorzio di tutela dei Salumi di Calabria a DO Ernesto Madeo. Durante la serata, ospitata dal RistoranteCaffè All’ombra del Barocco di Liberrima, il pubblico presente è stato coinvolto in un incontro nato per informare, raccontare e far apprezzare le produzioni DOP e IGP del nostro territorio. è stata offerta una selezione di salumi tipici abbinati ad alcuni vini del territorio pugliese. Il pubblico di consumatori e giornalisti presente ha potuto conoscere più a fondo questi prodotti, assaporando

in un clima conviviale e intimo, l’abbinamento unico dei salumi italiani ai vini selezionati per l’evento. La serata, particolarmente riuscita anche grazie alla professionalità dello staff di Liberrima, è stata contraddistinta dalla voglia di partecipare, di lasciarsi coinvolgere in una degustazione strutturata, che abbinava salumi e vini in una scala di sapori: dalla delicata mortadella Bologna, accompagnata al vino bianco, fino al più deciso, con i salumi calabri in versione piccante, abbinati al vino rosso (premiato con ‘tre bicchieri’ dal Gambero Rosso), passando per il salame Cacciatore e il prosciutto Toscano, in abbinamento ad un vino rosato. Anche i questionari distribuiti a fine serata, hanno raccolto giudizi positivi sia per i prodotti presentati, che per l’intera manifestazione, salutata come un’iniziativa da replicare.

M. Malavasi, F.R. Barberini e F. Pizzagalli

Il 21 maggio a Roma, presso la scenografica terrazza del Museo MACRO (Museo di Arte Moderna di Roma) si è tenuto l’ultimo appuntamento di SalumiAmo® con Bacco, tour che ha visto un migliaio di foodies partecipare agli eventi nelle 4 città selezionate per assaporare il perfetto connubio tra i grandi salumi italiani abbinati ai grandi vini. La serata, come sempre, è stata l’occasione per un interessante approfondimento condotto da Francesca Romana Barberini che ha intervistato il Presidente di IVSI, Francesco Pizzagalli e il Vicepresidente di Federdoc, Giuseppe Liberatore, oltre ai direttori dei consorzi Mortadella Bologna e Prosciutto di Modena. L’esperta di alimentazione Evelina Flachi, volto TV de La Prova del Cuoco, ha poi sfatato qualche mito in merito ai salu-

I tre chef con F.R. Barberini, E. Flachi, G. Liberatore e F. Pizzagalli

museo Macro a Roma luogo dove si respira arte e intellettualità. Grande soddisfazione per gli organizzatori del tour SalumiAmo® con Bacco – IVSI e Federdoc – che evidenziano quanto l’accoppiata salumi e vini si sia rivelata vincente, sia in Italia sia all’estero.

F. Liantonio, F. R. Barberini e E. Madeo

mi rilevando il miglioramento nutrizionale registrato negli ultimi anni, evidenziato dalla ricerca INRAN (ora CRANUT) e SSICA. L’evento di chiusura della prima annualità del progetto Top of the DOP, ha assunto un respiro internazionale grazie alla presenza di Christopher Boswell, chef dell’Accademia Americana e autore di libri, di Hirohiko Shoda, chef giapponese che ha lavorato con Alajmo (3 stelle Michelin) e conduttore di un programma TV, e di Cristian Broglia chef ed insegnante ad ALMA, la scuola internazionale di cucina italiana di Colorno, diretta da Gualtiero Marchesi. A loro il compito di interpretare la tradizione dei salumi italiani con ricette innovative che ne esaltassero il gusto, non dimenticando il Paese d’origine dell’autore. Sono nate così le ricette: asparagi

con salsa rustica e pancetta di Christopher Boswell, Il prosciutto d’oro di Hirohiko Shoda e A passeggio tra i colli bolognesi di Cristian Broglia, tre creazioni tutte da scoprire. Da Oriente a Occidente tutte le strade portano a Roma è il titolo dato all’evento degli chef per sottolineare la provenienza dei tre protagonisti. Ma se avessimo voluto evidenziare lo spirito della serata che si era creato avremmo potuto anche dire “Tutti per uno e uno per tutti!” – come testimoniava l’immagine di Christopher e Cristian che, in cucina, preparano la ricetta di Hiro da offrire in degustazione ai numerosi ospiti mentre lo chef giapponese spiega la propria ricetta in sala. Si scopre così che la cucina unisce e le distanze geografiche e culturali si annullano davanti al buon cibo e al buon vino!

C. Boswell, H. Shoda e C. Broglia

Giugno 2014 25


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comunicazione di M.M.

Un americano, un italiano e un giapponese: tre grandi chef interpretano i salumi italiani... I protagonisti dell’evento “Da Oriente a Occidente tutte le strade portano a Roma” di SalumiAmo® con Bacco L’americano Christopher Boswell… autentica semplicità è l’Executive Chef del Sustainable Food Project dell’American Academy in Rome. Christopher ha iniziato la sua carriera nella piccola città della corsa all’oro di Jackson in California e ha lavorato poi in quotati ristoranti americani prima di trasferirsi in Italia, per imparare l’autentica cucina tradizionale italiana. Nel 2006, Boswell viene selezionato per fondare il Sustainable Food Project Rome presso l’American Academy in Rome. è autore di due libri: ‘Pasta’ e ‘Verdure’ - Rome Sustainable Food Project. Christopher Boswell ha proposto la ricetta Asparagi con salsa rustica e pancetta, a base di Pancetta Piacentina DOP, un piatto che, nella sua apparentemente semplicità, ha esaltato la grande armonia degli ingredienti per un gusto unico. ANN ASSICA:Layout 1

3-03-2014

10:07

L’italiano Cristian Broglia… esuberanza creativa Cristian Broglia è nato a Colorno (PR). Dopo il diploma all’Istituto Alberghiero di Salsomaggiore Terme perfeziona le sue capacità culinarie attraverso varie esperienze all’estero, affina le tecniche e sviluppa le sue innate doti creative. Nel gennaio 2004 diventa chef docente ALMA - La Scuola Internazionale di Cucina Italiana di Colorno. Attualmente ricopre l’incarico di Chef responsabile per tutti gli event legati alla scuola ALMA. Cristian Broglia, in rappresentanza dell’Italia, ha proposto la creazione definita A passeggio fra i colli bolognesi, una cialda farcita con crema di funghi porcini, guarnita da una fetta di Mortadella Bologna IGP e accompagnata ad una spuma di patate; una presentazione d’effetto che ha esaltato la praticità e la tipicità dei salumi italiani.

Il giapponese Hiro Shoda… poetica personalità Hirohiko Shoda, detto Hiro, è nato a Nara, in Giappone. Si forma nell’alta ristorazione italiana in Giappone per poi trasferirsi nel 2006 in Italia. Dal 2007 al 2013 ha lavorato al ristorante Le Calandre con Alajmo (3 stelle Michelin). Nel programma TV “Ciao, sono Hiro” in onda su Gambero Rosso Channel (canale 411 di SKY), esalta il concetto di crudità, di ‘purezza dei cibi’ nei loro gusti e colori. Dice lo Chef: “Il cibo va rispettato come fosse un’opera d’arte.” Il giapponese Hirohiko Shoda ha creato l’elaborato Prosciutto d’oro, un piatto che ha visto il Prosciutto di Modena DOP protagonista fra ingredienti insoliti - come i fiori eduli, frutta esotica, cocomero e melone, gamberi rossi crudi - decorato con una foglia d’oro. Un piatto gustoso e poetico, una vera e propria opera d’arte.

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A new vision of the meat industry

Fieramilano 19-23 maggio 2015 www.meat-tech.it

Meat-Tech 2015 cambia lo scenario dedicato alle tecnologie e ai prodotti per la lavorazione, la conservazione, il packaging e la distribuzione delle carni, offrendo una visione d’insieme straordinariamente dinamica ed efficace per sviluppare nuovi business. Grazie alla contemporaneità con IPACK-IMA e le sue correlate Fruitech Innovation e Dairytech, Meat-Tech beneficerà di un pubblico altamente qualificato e internazionale. A questo panorama si aggiungono le fiere internazionali Intralogistica Italia, Converflex e Grafitalia. Una nuova opportunità sta per aprirsi, partecipate a Meat-Tech: una fiera di portata eccezionale, all’interno di un evento mondiale unico nel suo genere. Connected events:

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prodotti tutelati di Andrea Aiolfi

Report partecipazione V° Edizione Roma Pediatria ISIT ha partecipato alla 5° edizione del Convegno Roma Pediatria, presso il Centro Congressi Ergife Palace (24-25 maggio 2014). L’intensa agenda delle due giornate di lavori ha visto la presenza di nomi prestigiosi della Pediatria italiana e per i partecipanti l’evento è stato occasione per ricevere aggiornamenti preziosi, utili per l’attività di medici specialisti, sia ospedalieri che territoriali. In questo contesto si è inserita la presenza di ISIT che ha previsto: ✓ desk espositivo per la distribuzione del materiale informativo/istituzionale e presenza di un nutrizionista; ✓ lettura inserita nel programma dell’evento: “Alimentazione equilibrata e salumi: casi pratici e occasioni di consumo”. L’intervento è stato tenuto da Monica Giroli, medico nutrizionista presso l’Unità di Preven-

zione Aterosclerosi del Centro Cardiologico Monzino IRCCS di Milano; ✓ pausa nutrizionale nella giornata di apertura, con degustazione dei prodotti DOP e IGP rappresentati da ISIT. L’intervento di Monica Giroli, partendo dall’analisi dei fabbisogni energetici in età evolutiva e dai principali errori che caratterizzano le diete dei bambini (eccesso di sale, zuccheri e grassi, poche fibre, errata gestione della colazione, ecc..) ha introdotto iI messaggio che i salumi italiani rappresentano una categoria “rinnovata”: con meno grassi, più proteine e micronutrienti, possono trovare, se inseriti in modo corretto, il giusto spazio all’interno di un’alimentazione sana ed equilibrata, anche considerando un target così specifico come quello pe-

diatrico, dove l’elemento dell’accettabilità degli alimenti assume un fattore importante. I salumi, particolarmente graditi ai ragazzi, possono così ad esempio essere associati ad alcune categorie di alimenti meno gradite, favorendone il consumo. Inoltre, conciliando nutrimento, gusto e tempi rapidi di preparazione, i salumi possono essere una valida soluzione per fornire - insieme a carboidrati, verdura ed un frutto - tutti i nutrienti, senza appesantire. In questo contesto, particolare rilievo assumo i salumi DOP e IGP, i cui marchi di certificazione sono ulteriore garanzia di qualità e valorizzzazione del prodotto, per quanto concerne i processi produttivi, i controlli lungo tutta la filiera, il legame con il territorio e la tradizione.

5° Edizione

Roma Pediatria 24 - 25 Maggio 2014

Roma Centro Congressi Ergife Palace Hotel

Corradino Marconi confermato alla Presidenza del Consorzio Mortadella Bologna

Finocchiona igp: in Gazzetta europea la domanda di registrazione

L’Assemblea Generale del Consorzio Mortadella Bologna ha confermato all’unanimità - alla carica di Presidente - Corradino Marconi per il triennio 20142016.

Prosegue l’iter comunitario per la registrazione della Finocchiona IGP con la fase di possibili opposizioni da parte degli altri Stati membri

Per Marconi - in carica dal 2011 - si tratta del secondo mandato al timone del Consorzio: “Sono ovviamente molto onorato e soddisfatto che l’Assemblea mi abbia confermato alla Presidenza. Quello che si è appena concluso è stato un triennio molto importante su diversi fronti” - afferma Marconi. “Infatti, il Consorzio negli ultimi anni - attraverso svariate iniziative ed attività - ha voluto dimostrare, sia al consumatore finale sia al mercato, che la Mortadella Bologna IGP “vale di più”. Questo è stato possibile - continua Marconi - attraverso 3 tipologie di interventi: in primis, continuando a lavorare per garantire ai consumatori una Mortadella Bologna sempre più buona, sicura e controllata in ogni fase del processo di lavorazione - grazie all’implementazione del sistema di controllo sulla IGP. La seconda linea di intervento da parte del Consorzio ha voluto dimostrare quanto sia importante il legame con il territorio. Proprio per sottolineare questo legame, il Consorzio si è fatto promotore di una nuova grande iniziativa: MortadellaBò - l’evento interamente dedicato alla Mortadella Bologna IGP - che si svolge a Bologna ad ottobre - con l’obiettivo di consolidare ed accrescere il prestigio internazionale del rinomato prodotto felsineo. Infine, la terza linea di intervento - conclude Marconi - è stata quella di comunicare gli ingredienti di prima scelta utilizzati per la Mortadella Bologna IGP - che si produce esclusivamente in Italia - attraverso una mirata campagna TV.

Lo scorso 23 maggio la Commissione europea ha pubblicato in Gazzetta Ufficiale dell’Unione la domanda di registrazione per la IGP “Finocchiona”. Si tratta del necessario passaggio formale, a seguito della trasmissione dell’istanza da parte del Mipaaf, avvenuta al termine della procedura di valutazione nazionale che ha visto anche l’esame di alcune opposizioni da parte di aziende italiane produttrici di questo salume. All’esito di tali consultazioni, il Ministero ritenne di poter inoltrare la richiesta ai servizi comunitari e allegò, secondo procedura, la documentazione delle aziende che avevano sollevato opposizione. Con il proprio atto di pubblicazione in Gazzetta dell’Unione europea, la Commissione ha quindi aperto ora anche agli altri Stati membri la possibilità di presentare entro tre mesi eventuali opposizioni alla registrazione, per i soggetti stabiliti che abbiano un legittimo interesse. Al termine della procedura di opposizione (che secondo il nuovo regolamento 1151/12 prevede diverse possibili fasi), la Commissione deciderà sulla registrazione tenendo conto di tutte le osservazioni e opposizioni ricevute. In attesa di tale ultimo pronunciamento, la denominazione “finocchiona” rimane genericamente utilizzabile senza vincoli né limitazioni. Giugno 2014 29


Borsa Merci di ParMa

La Borsa Merci di Parma è stata istituita dalla Camera di Commercio nel 1967. Prima di spostarsi nell’attuale sede presso Fiere di Parma, dove sono ospitate anche le CUN, ha operato all’interno della stessa Camera di Commercio. è aperta il venerdì, dalle 9 alle 15.30. Nel corso delle contrattazioni sono rilevati i prezzi di undici tipologie di prodotti agroalimentari: salumi, carni fresche suine, suini, carni grassine, derivati del pomodoro, foraggi, granaglie farine e sottoprodotti, zangolato, siero di latte, formaggio e uve. Numero e qualità dei prodotti rilevati ben rappresentano l’importanza della piazza di Parma legata alla straordinaria vocazione agroalimentare del suo territorio. I listini settimanali dei prezzi rilevati sono pubblicati sul sito Internet www.borsamerci.pr.it. Presidente delle Commissioni Prezzi della Borsa Merci è il Segretario Generale della Camera di Commercio o un suo delegato. L’Ufficio Borsa Merci si trova nella sede della Camera di Commercio di Via Verdi, nel centro storico di Parma.

Le Commissioni Uniche Nazionali

Modalità di ingresso alla Borsa Merci

La “Commissione Unica Nazionale dei tagli di carne suina” e la “Commissione Unica Nazionale grasso e strutto” si riuniscono settimanalmente a Parma. Le Commissioni Uniche Nazionali (CUN) nascono in attuazione del Protocollo d’intesa sottoscritto il 5 dicembre 2007 dal tavolo tecnico della filiera suinicola. Le due CUN operano il venerdì mattina parallelamente alle attività della Borsa Merci; il loro compito è di prendere atto di una panoramica del mercato dei tagli di carne suina e di grasso e strutto, fissandone i relativi prezzi per la settimana successiva. L’attività di segreteria è svolta da Borsa Merci Telematica Italiana, su incarico del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

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Sede contrattazioni: Borsa Merci della Camera di Commercio presso Fiere di Parma • Via Fortunato Rizzi 67/a • 43126 Parma

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fiere e manifestazioni

Meat-Tech 2015, la manifestazione “verticale” di IPACK-IMA, presentata a Interpack Meat-Tech, la manifestazione internazionale dedicata alle tecnologie e prodotti per la lavorazione, conservazione, packaging e distribuzione delle carni - è stata presentata all’audience internazionale in occasione della recente edizione di Interpack, a Düsseldorf, da Guido Corbella, amministratore delegato del gruppo Centrexpo/Ipack-Ima Spa. La presentazione ha riscosso grande interesse presso gli stakeholders internazionali, ottimi i feedback raccolti al termine dell’incontro presso i giornalisti e gli imprenditori presenti. Meat-Tech, che si svolgerà insieme alla grande IPACK-IMA in programma a Fieramilano dal 19 al 23 maggio 2015, parte quindi nel migliore dei modi con il superamento del 60% per superfici prenotate e con oltre 100 espositori. Fra questi risultano presenti i principali leader del settore e un numero rilevante di aziende ha investito in spazi importanti, a conferma di un clima di vivacità del

comparto che trova riscontro negli ultimi dati congiunturali di settore elaborati dall’Osservatorio Ipack-Ima. La Business Community Meat ha registrato infatti per i fornitori nazionali di macchinari, materiali e servizi per i prodotti del settore, nel secondo semestre del 2013, una buona congiuntura - tanto per andamento del fatturato, che per le esportazioni e l’occupazione - con dati superiori rispetto alla già valida media del campione che analizza in totale 9 business community nei settori food e non food. Favorevoli anche le aspettative per la prima metà del 2014 che, sempre secondo l’Osservatorio, segneranno ulteriore progresso rispetto al semestre precedente, con risultati positivi sia per fatturato che per esportazioni. L’attenzione al settore della lavorazione del “Fresco” e delle sue tecnologie, nella prossima IPACK-IMA si concretizza in particolare con le tre esposizioni

verticali: Meat-Tech dedicata appunto al mondo della lavorazione delle carni, Fruitech Innovation, al mondo dell’ortofrutta e Dairytech, dedicata alle tecnologie per l’industria lattiero casearia. Nei padiglioni espositivi sarà ampiamente rappresentato quindi uno dei segmenti più dinamici per l’industria alimentare e la distribuzione, che va incontro a nuovi modelli di consumo: proprio dal “Fresco” dipendono nuovi packaging dedicati e, conseguentemente, le nuove tecnologie. Meat-Tech nasce con autorevoli patrocinatori: Assica, l’Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi - che ha scelto Meat-Tech 2015 come manifestazione di riferimento per l’aggiornamento tecnologico della sua filiera industriale - e Assofoodtec, l’Associazione Italiana Costruttori Macchine, Impianti, Attrezzature per la Produzione, la Lavorazione e la Conservazione Alimentare. La formidabile opportunità offerta da

Meat-Tech - che si svolgerà in contemporanea alla grande IPACK-IMA - sarà potenziata dallo svolgimento in parallelo con Converflex e Intralogistica Italia, quest’ultima in collaborazione con Deusche Messe. Sarà un appuntamento che non ha eguali al mondo per varietà e completezza espositiva in settori fra loro sinergici, con un enorme potenziale d’attrazione dei buyer internazionali e che metterà assieme 2.500 espositori, per un’attesa di oltre 100mila visitatori propiziato anche dallo svolgimento in concomitanza con EXPO Milano 2015, che occuperà l’area limitrofa al quartiere fieristico.

Aria di Festa 2014 dal 27 al 30 giugno Una full immersion nel meglio dell’enogastronomia regionale con degustazioni ed eventi food&wine Aria di Festa, la quattro giorni di sapori, musica, eventi e spettacoli per vivere San Daniele e il suo Prosciutto, compie trent’anni. San Daniele del Friuli si prepara ad accogliere, dal 27 al 30 giugno, gli amanti del Prosciutto di San Daniele in arrivo da tutta Italia, ma anche dall’estero, per celebrare uno dei prodotti italiani più famosi nel mondo. Aria di Festa, infatti, non è solo la scoperta dell’irresistibile bontà del San Daniele. È anche approfondimento delle caratteristiche che lo rendono unico (grazie alle visite ai prosciuttifici e alle degustazioni guidate), apprendimento dei modi migliori per esaltarne il sapore usandolo in cucina, tagliandolo e conservandolo nel modo corretto (grazie ai numerosi appuntamenti “formativi” in programma), ed esplorazione del profondo legame di questa DOP con il suo territorio d’origine. Una festa, insomma, che trasformerà anche quest’anno San Daniele del Friuli in un vero e proprio set a cielo aperto. E in un laboratorio pieno di “buone” sorprese. Gli evergreen... le ormai celebri Istruzioni per l’uso in cui scoprire come si taglia e come si conserva il San Daniele; le degustazioni guidate; i corsi di cucina condotti quest’anno dallo chef stellato Emanuele Scarello; le visite ai prosciuttifici aperti per l’occasione; i concerti in piazza, che portano a San Daniele la grande musica italiana; gli itinerari turistici, a piedi e in bicicletta, alla scoperta del centro storico e dei dintorni di San Daniele; la lavorazione del latte per produrre il formaggio Montasio. ...e le new entry un’attrazione speciale dedicata ai più piccoli, che potranno divertirsi e imparare in una fattoria didattica, oltre che farsi incantare da CircOndArte, grazie all’animazione di cantastorie e truccAttori itineranti; Area Lounge Castello (18:0024:00): tutti i giorni cocktail e dj set nel salotto verde di Aria di Festa; il brunch (10:00-12:30), rigorosamente a base di San Daniele: la colazione del sabato e della domenica sempre nel parco del Castello. Giugno 2014 31


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