L'Industria delle Carni e dei Salumi - 07/2016

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Carni Salumi

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ASSEMBLEA ASSICA

Poste Italiane - Spedizione in abbonamento postale DL 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n°46) art.1, comma 1, DCB Milano

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LEVONI: COMUNICAZIONE SU MERCATO INTERNO ED ESPANSIONE SU MERCATI ESTERI

CARNI SOSTENIBILI E SALUMIAMO AL PARLAMENTO EUROPEO SALUMI ITALIANI E BREXIT: QUALI CONSEGUENZE? LE MODIFICHE DEL "DECRETO SALUMI"

LUGLIO 2016 N°07


Con grande tristezza diamo annuncio che venerdì 1 luglio si è spento l’imprenditore Claudio Cappelli, genero del Vicepresidente di ASSICA, Vittore Beretta, ucciso nell’attentato terroristico del Bangladesh.

L’industria delle

Carni Salumi

ASSICA e la redazione de L'Industria delle Carni e dei Salumi si stringono in questo momento doloroso a Vittore Beretta e a tutta la famiglia.

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SOMMARIO assemblea

L'Assemblea 2016 ....................................................................................................................... 3 Il discorso del Presidente Nicola Levoni....................................................................................... 3 Gli interventi nella parte pubblica................................................................................................ 4

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Organo Ufficiale di:

carni sostenibili

Presentato al Parlamento europeo il Rapporto 2016 sulla “Sostenibilità delle carni in Italia”..... 6 Carni Sostenibili al 1° summit mondiale sulla Dieta Mediterranea.............................................. 7

Direzione e amministrazione Milanofiori, Strada 4 Palazzo Q8 20089 Rozzano (MI) Tel. +39 02 8925901 (6 linee) Fax +39 02 57510607 www.assica.it Direttore responsabile

comunicazione

Le Istituzioni europee hanno festeggiato l’estate con i salumi Italiani......................................... 9 Corsi e promozioni protagonisti di SalumiAmo® DOP in Giappone.............................................. 10 L'opinione di Shigeru Hayashi...................................................................................................... 10 Uscite tv: a giugno i temi economici sotto i riflettori.................................................................... 12

normativa

Modificato dopo oltre dieci anni il "Decreto Salumi".................................................................. 13

Carni Sostenibili al Parlamento europeo

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Aldo Radice Coordinamento redazionale Alfredo La Stella

mercati

Salumi italiani e Brexit, una breve analisi.................................................................................... 15 Russia: l’UE proroga le sanzioni economiche di sei mesi.............................................................. 15 Effetto Brexit: il CsC taglia le previsione di crescita..................................................................... 17

Redazione Andrea Aiolfi Giada Battaglia

Europa

Il Parlamento europeo contro le Pratiche Commerciali Sleali della GDO...................................... 18

Loredana Biscione Silvia Bucci Davide Calderone Laura Falasconi Tiziana Formisano Gianluigi Ligasacchi Monica Malavasi Sara Margiotta Fabio Onano Giovannibattista Pallavicini Stefano Parisi Giulia Rabozzi Viviana Romanazzi Michele Spangaro Stefania Turco Registrato presso il Tribunale di Milano in data 24 gennaio 1951

attualità

Il Convegno del gruppo giovani di Confindustria......................................................................... 20 Ristorante Bottura è il migliore al mondo.................................................................................... 20 Missione di ispettori thailandesi in Italia..................................................................................... 20

filiera

Tavolo di filiera: gli impegni Mipaaf per il settore suinicolo......................................................... 21

prodotti tutelati

Bresaola della Valtellina IGP, consumata da 8 italiani su 10........................................................ 23 Le DOP compiono vent’anni: Emilia-Romagna leader in Europa con 43 denominazioni.............. 23

aziende informano

Salumi italiani e Brexit: quali conseguenze?

Impaginazione Studio ABC Zone Via Angelo Moro 45 Tel. +39 02 57408447 info@abcz1.it Stampa Reggiani S.p.A. Via Dante Alighieri, 50 21010 Brezzo di Bedero (VA) Tel. +39 0332 549533

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Fax +39 0332 546426 Pubblicità ASSICA SERVICE Srl Milanofiori, Strada 4 Palazzo Q8 20089 Rozzano (MI) Tel. +39 02 8925901 (6 linee) Fax +39 02 57510607 lastella@assicaservice.it

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I commerciali Peugeot con Lamberet al servizio del freddo......................................................... 7 Niederwieser presenta le novità Weber e Textor di IFFA 2016...................................................... 12 Fratelli Pagani SpA: più crescita e sempre più articolata.............................................................. 19 Hypred: Ottimizzazione e padronanza dei processi d’igiene e sanificazione................................ 21

con n. 2242

20097 San Donato Mil. (MI)

Le modifiche del "Decreto Salumi"

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assemblea a cura della redazione

L'Assemblea 2016 ASSICA a Bologna Priorità del 2016: comunicazione sul mercato interno ed espansione sui mercati esteri Si è svolta lo scorso 15 giugno, presso la Sala degli Specchi a Bologna, l’annuale Assemblea generale dei soci ASSICA. In apertura, come di consueto, si è tenuta la parte privata. Si sono così affrontati gli adempimenti statutari con la presentazione e l’approvazione del bilancio consuntivo 2015 e del bilancio preventivo 2016. Inoltre è stato approvato il nuovo statuto di ASSICA.

Terminata la sessione privata, sempre nella mattinata, si è tenuta la parte pubblica. Aprendo i lavori, il Presidente Levoni, ha analizzato l’andamento del settore nel corso del 2015, un anno particolare, e dai molteplici risvolti. L’intervento del Presidente si è quindi incentrato sull’obiettivo di concentrarsi sui principali obiettivi strategici come la comunicazione sul mercato interno e l’espansione sui mercati esterni.

Il discorso del Presidente Nicola Levoni Il 2015 è stato un anno particolare per il nostro settore; un anno dalle due facce. È stato senza dubbio l’anno del grande successo di Expo. L’Esposizione Universale ha permesso al Paese e all’agroalimentare italiano, e al mondo dei salumi, di godere di una vetrina internazionale e di costruire una rete di relazioni utili alla crescita del nostro export. Un anno in cui abbiamo sperimentato una relazione positiva con le Istituzioni: le molte occasioni di incontro in Expo hanno infatti ulteriormente cementato il nostro rapporto con i Ministeri competenti. Tutto questo ha permesso di lavorare a una politica industriale per il nostro settore. Una politica che ha come obiettivo il benessere delle nostre imprese e della filiera in generale. Nell’assemblea dell’anno scorso avevamo chiesto di semplificare. Qualcosa anche qui si è iniziato a fare. Speriamo che a ottobre, al referendum costituzionale, si faccia un deciso passo avanti. Non posso tuttavia non citare il lavoro fatto sulle barriere non tariffarie, che speriamo si concretizzi ulteriormente nei prossimi mesi, gli interventi per favorire investimenti in ricerca e sviluppo, in qualità e in innovazione, ma anche a quanto fatto per contrastare le informazioni sbagliate sia sul lato salutistico sia su quello del benessere animale. Negli ultimi mesi si è parlato molto, anche a sproposito, di benessere, ma spesso ci si è dimenticati di ricordare il benessere delle aziende, che si traduce in sviluppo, occupazione e presidio dei territori. Il 2015 è stato infatti anche l’anno in cui, a partire da fine ottobre, si è scatenata una gravissima crisi legata alle dichiarazioni dello IARC, a cui è seguita la crescente pressione di un variegato fronte animalista e vegano. Una crisi che, tra le altre cose, ha gelato la piccola ripresa estiva dei consumi, incidendo anche sui primi mesi del 2016. Come abbiamo più volte detto negli organi associativi, questa è una crisi di sistema, molto più persistente e pericolosa di quelle passate. Non stiamo infatti affrontando una problematica circoscritta ma un attacco alla stessa esistenza delle filiere zootecniche. Un attacco che ha l’obiettivo di eliminare il consumo di carne e salumi. Per questo è fondamentale che tutti gli attori delle filiere zootecniche (industria della mangimistica, allevatori, industria di trasformazione) lavorino in stretto coordinamento e in continuo dialogo con i Ministeri

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competenti. So che l’espressione “fare sistema” è un po’ abusata. Ma oggi è per me evidente che dobbiamo passare da una generica dichiarazione di intenti a progetti concreti che aggreghino le forze di tutti in un grande sforzo di comunicazione delle filiere zootecniche, a partire dal piano di sostegno ipotizzato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e Ismea. ASSICA ha iniziato questo percorso aderendo al progetto Carni Sostenibili, lanciato con lungimiranza da alcune importanti imprese. Si tratta di un progetto che coinvolge, oltre a noi, anche Assocarni e Unaitalia. Un buon esempio di quello che dobbiamo fare, coordinandoci sia al nostro interno con l’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani, l’Istituto Salumi Italiani Tutelati e i Consorzi dei prodotti DOP e IGP, sia con i rappresentanti degli altri anelli delle filiere e i Ministeri competenti. Tutto questo secondo quell’approccio pragmatico che abbiamo potuto apprezzare negli ultimi anni anche da parte del Governo. Il che si traduce nella capacità di mettere in campo risorse per progetti concreti, azioni coordinate e campagne di informazione e non nuovi tavoli, osservatori o gruppi di lavoro. Ne stiamo vedendo diversi esempi: il piano carni del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ma anche l’annuncio da parte del Ministro Calenda piano industria 4.0 da presentare entro l’estate. In questo contesto il nostro settore dovrà da un lato insistere per mantenere questo approccio, senza cade-

re nel vecchio vizio si dare un contentino a tutti, disperdendo risorse in azioni che stanno sotto il livello necessario perché siano efficaci. Solo concentrando le risorse in risposte di sistema, decise e coordinate, potremo infatti superare questo difficile momento nel nostro Paese. Dall’altro dovremo continuare a dialogare con i Ministeri competenti per aiutare le nostre imprese a cogliere tutte le opportunità per crescere, digitalizzarsi, consolidare il mercato nazionale, ed espandersi all’estero. Parlando di export, a fronte di questa situazione complessa in Italia, anche nel 2015 l’export ha dato soddisfazioni al settore. L’invio di salumi all’estero è infatti aumentato del 10,7% in quantità (e del 7,1% in valore). Una crescita che rimane sostenuta (oltre il 7%) anche scontando alcune circostanze non strutturali. Tuttavia anche sull’export si addensa qualche nube. L’Unione europea è in difficoltà: la crisi greca, il referendum sulla Brexit del 23 giugno (per aggiornamenti vedere pag 15 ndr), le pressioni sul sistema di Schengen (dopo gli attacchi terroristici a Parigi e Bruxelles e l’emergenza migranti), la bassa inflazione, le difficoltà del sistema bancario e il proliferare di norme nazionali (a partire dall’etichettatura dei prodotti alimentari) rischiano infatti di distruggere il mercato unico. Una

evenienza che sarebbe particolarmente negativa per il nostro settore. Ricordo infatti che l’Unione europea rappresenta quasi l’82% del nostro export. Un dato Continua a pag. 4

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assemblea Segue da pag. 3 che si spiega in maniera molto semplice: nell’Unione europea non esistono barriere tariffarie e non tariffarie. I blocchi alle frontiere e il proliferare di norme nazionali sono fattori che rischiano di farci tornare a prima del 1992 quando le nostre esportazioni erano solo un quinto di quelle attuali. È per questo che ripetiamo sempre, in Italia e a Bruxelles, grazie al presidio diretto di ASSICA garantito dall'ufficio di Bruxelles, che ogni norma legata ai prodotti alimentari deve essere uguale in tutta Europa. Evitando una rincorsa dei diversi Paesi a farsi ognuno la propria norma. Altrimenti tutto quello che otterremo è colpire i settori dinamici del made in Italy alimentare.

Nelle esportazioni extra UE, per contro, registriamo qualche passo avanti: abbiamo finalmente superato le principali problematiche con gli USA sul capitolo Listeria M. e abbiamo intensificato la pressione per l’apertura dei mercati dell’Estremo Oriente, a partire dalla Cina. Recentemente abbiamo avuto in Italia le missioni delle Autorità statunitensi e, finalmente, quella delle Autorità cinesi. Sono passaggi importanti che non accadono per caso: sono il frutto del lavoro dei Ministeri competenti, delle ambasciate, dei sistemi veterinari regionali, che non posso che ringraziare. A cui si aggiunge il lavoro di ASSICA sia nella preparazione sia nell’accompagnamento degli ispettori presso le imprese. Ma anche qui la crisi degli emergenti spinge molti impor-

tanti Paesi nella direzione di un crescente protezionismo che crea incertezza per le imprese. A questo si aggiungono i danni derivanti dalla chiusura dell’Unione Doganale eurasiatica (Bielorussia, Russia e Kazakistan), alle importazioni di carne suine a causa della PSA in Lituania e dell’embargo commerciale con la Russia derivante dalla crisi ucraina. La questione delle barriere non tariffarie, in ogni caso, continua a penalizzare il nostro export. Quest’anno abbiamo iniziato una collaborazione con il Centro Studi Confindustria e Prometeia che, analizzando le nostre potenzialità dell’Export verso in mercati emergenti nel rapporto “esportare la dolce vita”, hanno confermato quanto le nostre aziende, il nostro Paese, sta perdendo i termini di fatturato, occupazione, crescita. È veramente un paradosso che mentre all’estero siamo invidiati per la qualità i nostri salumi e la sicurezza delle nostre produzioni il nostro Paese sia penalizzato rispetto a molti concorrenti europei (Germania, Danimarca, Spagna) che accedono con molta maggiore facilità ai mercati extra UE. Ricordo che il nostro settore, l’agroalimentare italiano in generale, ha una spiccata propensione all’export. Una propensione che il Governo riconosce, quando ci indica l’obiettivo dei 50 miliardi di euro di fatturato estero per il 2020. Ma ricordo anche che per fare questo serve che le imprese abbiano alle spalle un Sistema Paese forte, capace di sostenerle con infrastrutture efficienti, strumenti finanziari innovativi, u sistema fieristico con una visione strategica, un supporto commerciale e di promozione internazionale sempre più efficace e pragmatico. E servono soprattutto regole internazionali chiare e stabili. Per questo non posso che ribadire quanto diciamo da anni: ogni nuovo accordo commerciale che semplifichi gli scambi internazionali, e penso al TTIP, è per il nostro settore positivo. Certo: occorrerà molta attenzione sulla fase negoziale, ma è evidente a tutti noi che la progressiva liberalizzazione degli scambi farà bene a chi, come noi, produce le

eccellenze del made in Italy. Eccellenze che dovremmo essere anche più capaci di valorizzare, migliorando la nostra capacità di posizionarci al giusto livello di prezzo quando vendiamo nei nuovi mercati. Concludo, ribadendo che in questo contesto difficile, dobbiamo concentrare le proprie risorse su pochi obiettivi strategici. E questi obiettivi sono la comunicazione sul mercato interno e l’espansione sui mercati esteri. Per fare questo dobbiamo essere uniti, determinati e coordinati con gli altri attori delle filiere zootecniche e delle associazioni più affini a noi. Solo così potremo essere un interlocutore forte e credibile e ottenere i risultati che ci prefiggiamo. L’esempio del positivo rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro è in questo senso un caso di scuola: abbiamo ottenuto un rinnovo poco oneroso ma è chiaro che in futuro dovremo riuscire a legare gli aumenti alla produttività, come più volte richiesto da tutto il sistema delle imprese. ASSICA nel 2016 compie settanta anni, l’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani ne ha compiuti trenta l’anno scorso. Oggi il nostro settore è un pilastro dell’agroalimentare italiano, del made in Italy. In questo lungo periodo hanno dimostrato di essere uno strumento fondamentale per la crescita delle imprese, uno strumento che oggi dobbiamo usare e rafforzare per garantire il futuro delle nostre aziende e del nostro settore.

Gli interventi nella parte pubblica GIUSEPPE RUOCCO Direttore Generale DG per l’igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione Ministero della Salute Giuseppe Ruocco, Direttore Generale per l’igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione Ministero della Salute, recentemente nominato dal Consiglio dell’Unione europea membro del consiglio di amministrazione dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), ha aperto il suo intervento sottolineando come “In questi ultimi tempi si sono notevolmente sviluppati e rafforzati i rapporti tra le Istituzioni, e i ministeri in particolare, con il mondo associativo. Il dialogo ha assunto sempre più un ruolo determinante e ASSICA è stato, ed è tutt’ora, un referente tra i più attivi in questo dialogo”. Per quel che riguarda il suo ruolo al Ministero, ha ribadito come l’export rimanga l’aspetto più importante e delicato per il settore. Recentemente, come ricordato anche dal presidente Levoni, si sono svolte, con esito positivo, le missioni degli ispettori statunitensi e cinesi in Italia. Il mercato statunitense, in particolare, rimane uno dei principali mercati di sbocco il settore. Il dott. Ruocco ha evidenziato come non si debba dare nulla per acquisito e occorra porre la massima attenzione per mantenere ciò che si è faticosamente costruito negli anni. Basta poco, infatti, per vanificare gli sforzi fatti. Bisogna pertanto verificare continuamente il rispetto delle procedure, seguire la formazione degli operatori, partecipare alle iniziative promozionali, eccetera. Per quanto riguarda la Cina, la missione si è conclusa con ottimismo. La speranza è

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quindi che nei prossimi mesi si possa chiudere positivamente il negoziato, stabilendo le certificazioni e le adempienze necessarie per approdare in questo ampio mercato. A questi mercati se ne affiancano altri, come Taiwan che è un Paese ricco, con oltre 50 milioni di abitanti. Qui le trattative sono in corso, come anche in altri Paesi asiatici, a partire dalla Corea del Sud, per l’ampliamento della gamma dei prodotti esportabili. Per tutti questi mercati il Direttore generale ha ribadito l’importanza del dialogo e della collaborazione tra associazioni e ministeri: realizzare seminari di approfondimento rivolti agli operatori del settore per comprendere al meglio quali sono gli aspetti determinanti relativi alla sicurezza, autocontrollo, qualità, ecc. Questi seminari, dopo USA e Cina, si terranno anche per altri importanti Paesi asiatici come Giappone, Corea e Taiwan. Il Direttore Ruocco ha inoltre auspicato la prossima apertura di una trattativa diretta con la Russia e l’Unione doganale che superi i blocchi per i prodotti del settore. Passando ai temi della sicurezza alimentare, Ruocco ha informato del fatto che il Ministero della Salute sta sviluppando un programma di comunicazione coordinata internazionale sula qualità dei prodotti italiani. Un’informazione che tenda a rassicurare i consumatori e, al tempo stesso, contrasti informazioni non corrette e lesive come nel recente caso della divulgazione dello studio IARC sulla relazione consumo di carne rossa e tumori.

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assemblea NICOLA LENER Capo Ufficio Internazionalizzazione, Direzione Generale Promozione del Sistema Paese, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Nicola Lener, Ministro Plenipotenziario, Capo Ufficio I Iniziative per l’Internazionalizzazione del sistema economico italiano del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha concordato sull’importanza che riveste l’export per il nostro Paese. In questo contesto gli aspetti fondamentali rimangono l’accesso ai mercati e la rimozione delle barriere non tariffarie. Ha evidenziato come negli ultimi anni si sia assistito all’adozione molteplici misure protezionistiche da parte di numerosi Paesi,

RAFFAELE BORRIELLO Direttore Generale ISMEA - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare Ha chiuso gli interventi della seduta pubblica dell’Assemblea, Raffaele Borriello, Direttore Generale di Ismea, Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare. Il dott. Borriello ha confermato che sta per diventare operativo il “piano di comunicazione” lanciato dal Ministro Martina sulle carni. Si tratterà di un impegno significativo, sui cui dettagli sono in corso le ultime riunioni tra Ismea e il Ministero. il Piano verrà poi ufficialmente presentato rima dell’estate. Ma per avviare iniziative e promozione è indispensabile rendere più semplice l’accesso al credito alle imprese. La priorità di Ismea in questo momento è pertanto facilitare la concessione dei prestiti degli istituti di credito. Per realizzare gli investiHypred_ADV_Carni_265x200_AW.pdf

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un fenomeno fortemente penalizzante per le nostre esportazioni. Per prevenirlo è necessaria un’informazione rapida per capire cosa stia succedendo in ambito locale. Ambasciate, uffici preposti e Agenzia ICE, stanno lavorando per coordinare al meglio questa informazione che permetta di affrontare in maniera tempestiva le misure restrittive adottate, o in via di adozione, dai singoli Paesi. Un secondo strumento in via di implementazione è il tentativo di accelerare le procedure per la rimozione di eventuali ostacoli alle nostre esportazioni, attraverso l’attivazione di azioni e iniziative “ad hoc” che vedano la partecipazione e la collaborazione tra i vari ministeri e gli enti preposti.

menti necessari bisogna avere capitali adeguati e solo da una linea di credito facilitata per le imprese si potranno sviluppare iniziative e progetti. Su questo fronte l’Istituto si è prodigato molto in questi ultimi tempi. Il meccanismo dei progetti comunitari, molto utilizzati anche per le promozioni all’estero, infatti, richiede anticipazioni finanziarie consistenti. Per questo è necessario un sistema bancario che affianchi gli imprenditori. Sono stati così stipulati accordi tra il Ministero da una parte, e Uni Credit e Banca Intesa dall’altra, avvicinando il mondo del credito e delle banche alle imprese. Inoltre, Ismea ha la possibilità di finanziare direttamente le iniziative imprenditoriali attraverso il contributo finanziario diretto o concedendo mutui agevolati.

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a cura della redazione di

Carni Sostenibili www.carnisostenibili.it

Presentato al Parlamento europeo il Rapporto 2016 sulla “Sostenibilità delle carni in Italia” Lo Studio analizza gli aspetti della nutrizione e della salute, degli impatti ambientali, della sicurezza alimentare e del benessere animale È stato presentato il 22 giugno al Parlamento europeo di Bruxelles il Rapporto 2016 “La Sostenibilità delle Carni in Italia”. All’evento hanno partecipato circa 120 persone tra deputati europei italiani e no, funzionari della Commissione, esperti e assistenti Parlamentari. Il rapporto è stato introdotto dagli europarlamentari Giovanni La Via e Paolo De Castro, e ha offerto l'occasione di una riflessione più ampia sul modello di settori che, nel nostro Paese, generano un fatturato di ben 30 miliardi di euro l’anno, rispetto ai circa 180 dell’intero settore alimentare e ai 1.500 miliardi del Pil nazionale. Lo studio analizza in profondità i punti di forza e i progressi alla base del modello produttivo delle carni e dei salumi in Italia, orientato sempre più ai temi della sostenibilità – in primis nutrizionale e ambientale – grazie all’applicazione di moderne tecnologie lungo tutta la filiera e all’aumentata sensibilità degli operatori nel rispondere alla domanda di un consumatore sempre più esigente. Durante l’incontro Paolo De Castro, coordinatore del Gruppo S&D in Commissione Agricoltura del Parlamento europeo ha sottolineato come consumare carne

con equilibrio all'interno di una dieta alimentare Mediterranea non ha conseguenze negative sulla salute, né sulla sostenibilità ambientale ed economica'. De Castro ha ricordato che il ''modello produttivo delle filiere zootecniche, soprattutto italiane, si avvicina molto a un modello di economia circolare ormai al centro delle politiche ambientali europee. Un modello che ha come fulcro la sostenibilità del sistema, con sempre meno prodotti di scarto e il riutilizzo costante delle materie prime''. L’on. Giovanni La Via, Presidente della Commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare del Parlamento europeo ha sottolineato il grande impegno delle imprese per la sicurezza alimentare e il lavoro che l’Unione europea mette in campo per garantire ai cittadini cibi sicuri, sani e nutrienti, anche attraverso un sistema di controlli tra i più avanzati, peraltro in fase di ulteriore implementazione. In questo contesto il consumo di carni e salumi, in una regime alimentare equilibrato, è un fattore importante per la salute dei cittadini europei. Il convegno è stato seguito da un evento SalumiAmo® presso il Parlamento europeo (vedere pag. 9).

I contenuti dello Studio Fulcro del rapporto (scaricabile al sito http://carnisostenibili.it/documenti/) è la Clessidra Ambientale, espressione di un approccio ampio alla visione della sostenibilità della dieta, che mira a valutare l’impatto ambientale reale

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del cibo che si consuma: se si segue modello alimentare corretto, come quello mediterraneo tipico della dieta italiana, l’impatto medio settimanale della carne risulta allineato a quello di altri alimenti, per i quali gli impatti unitari sono minori, ma le quantità consumate decisamente maggiori. Il consumo di carni e salumi è infatti da sempre parte della Dieta Mediterranea e della cultura alimentare italiana. L’Italia si caratterizza per una estrema attenzione al cibo, alla sua produzione, al suo gusto, al suo legame con la cultura e la storia. Varietà degli alimenti, equilibrio nutrizionale, moderazione, tradizione e cultura enogastronomica: sono questi i capisaldi di un modello alimentare studiato in tutto il mondo. Sicurezza, Sostenibilità, Equilibrio nutrizionale sono quindi le caratteristiche distintive del modello italiano della produzione di carni e salumi, perfettamente rappresentate dalla Clessidra Ambientale. La Sicurezza. La sicurezza dei prodotti alimentari di origine animale comporta una lunga serie di controlli che interessano l’intera filiera produttiva, dalla fattoria alla tavola, volti a garantire la qualità e l'assenza di sostanze vietate (per esempio gli ormoni e gli antibiotici usati come promotori di crescita). Inoltre, particolarmente rilevante è oggi l'impegno degli allevatori per l’uso responsabile dei farmaci veterinari il cui utilizzo, a solo scopo terapeutico, è diminuito del 29% dal 2010 al 2013. “Nel nostro Paese il controllo delle applicazioni delle stringenti normative europee dipende dal Ministero della Salute, che vanta un sistema sanitario tra i più strutturati a livello internazionale, con 4.500 veterinari ufficiali", ha affermato

piegati solo a scopo terapeutico e a seguito di una prescrizione medico veterinaria, con tempi e modalità di trattamento che impediscono la presenza di eventuali residui nella carne destinata al consumatore finale". La Sostenibilità. “Il crescente interesse verso la sostenibilità del cibo ha portato i consumatori a prestare una sempre maggiore attenzione agli impatti ambientali generati dalle filiere alimentari, compresa quella della carne. Quest’ultima in Italia si è dimostrata virtuosa, intraprendendo politiche e azioni volte a migliorare la sostenibilità dell’intero settore, in primis riducendo gli impatti relativi all’utilizzo di acqua, inferiori rispetto alla media mondiale, e dell’energia ricorrendo a produzioni da fonti rinnovabili” – ha ricordato Ettore Capri, Professore Ordinario in Chimica agraria ambientale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza.

Giorgio Poli, Presidente Associazione Carni Sostenibili e Professore all’Università di Milano – Dipartimento di Patologia Animale, Igiene e Sanità Pubblica Veterinaria. "I numerosi controlli e ispezioni - circa 800.000 solo nel 2014 - svolte dalle autorità competenti (ASL e Istituti Zooprofilattici territoriali) sul prodotto finito e sull’intera filiera, garantiscono la qualità e la sicurezza dei prodotti che arrivano sulle nostre tavole. In Italia i farmaci antibiotici possono essere im-

Un esempio concreto riguarda l’utilizzo di energia solare: le grandi disponibilità di spazio come i tetti delle stalle, infatti, hanno reso possibile lo sfruttamento del sole come fonte di energia rinnovabile, poi riutilizzata per usi termici e per la produzione di elettricità. Inoltre, attraverso una gestione efficiente delle modalità di stoccaggio delle deiezioni degli animali, particolarmente impattanti, è possibile trasformare il problema in una risorsa: il letame può essere utilizzato per la pro-

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a cura della redazione di

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duzione di biogas, così da creare energia da fonti non fossili e generare un vantaggio ambientale. Grazie agli impianti realizzati nel settore agricolo, oggi l'Italia è tra i primi produttori al mondo di biogas. L’equilibrio nutrizionale. La carne è un’importante fonte di proteine ad alto valore biologico e di altri nutrienti essenziali per la vita e per questo, in quantità moderate, non deve mancare nella dieta degli individui, in ogni fascia d’età, in particolare bambini e anziani. “È importante ricordare che un regime alimentare vario, ispirato al modello mediterraneo, è quello più indicato per la salute dell’organismo e questo modello include anche il consumo moderato di carne – ha affermato Giorgio Calabrese Presidente CNSA (Comitato Nazionale Sicurezza Alimentare) e docente di Dietetica e Nutrizione Umana.Dopo l’allerta lanciata dallo IARC (international Agency for Research on Cancer) alcuni mesi fa bisogna sottolineare che l'insorgenza dei tumori deriva da più fattori di natura individuale, comportamentale e ambientale, tra i quali vanno considerate anche le abitudini alimentari, e che l'eventuale effetto cancerogeno delle car-

ni è condizionato da quantità consumate, abitudini di cottura e trasformazione”. Seguendo il principio della moderazione e adottando i giusti metodi di cottura la carne non dovrebbe quindi mancare a tavola, da due a tre volte alla settimana. “Consumare tagli di carne magra evitando la cottura a fiamma diretta è il modo migliore per assumere questo alimento che durante la

Carni Sostenibili al 1° summit mondiale sulla Dieta Mediterranea La Conferenza organizzata da IFMeD ha proposto la Nuova Piramide della Dieta Mediterranea La Dieta Mediterranea protagonista a Milano: si è tenuta dal 6 all’8 luglio a Palazzo Lombardia “Revitalizing the Mediterranean Diet”, la 1° Conferenza Mondiale sulla Dieta Mediterranea. L’appuntamento aveva l’obiettivo di avviare un impegno sinergico senza precedenti per la rivitalizzazione della nuova Dieta Mediterranea Al fine di bilanciare l’interesse mondiale verso la Dieta Mediterranea con l’aumento delle preoccupazioni di carattere ambientale, la fondazione IFMeD ha lanciato una proposta di rappresentazione aggiornata della Piramide della Dieta Mediterranea. L’obiettivo principale è quello di spostare la percezione dei benefici di questo modello da una particolare attenzione per l’uomo, ad un focus sui benefici per il pianeta e le sue popolazioni. Carni Sostenibili non poteva mancare questo importante appuntamento: carne e salumi sono infatti da sempre parte della dieta mediterranea che, come noto, prevede un consumo equilibrato di tutti i cibi. Non è un caso, infatti, che in Italia ad esempio 8 dei primi 10 prodotti DOP e IGP siano salumi e formaggi, ovvero prodotti delle filiere zootecniche. “Non dimentichiamo che l’uomo è onnivoro da 10.000 anni e la carne, nelle giuste quantità, fa parte della Dieta Mediterranea – ha infatti spiegato la Dr.ssa Elisabetta Bernardi, Nutrizionista dell’Università di Bari –. Ricca di nutrienti importanti e componenti bioattivi, è particolarmente importante in alcune fasi della vita: durante la gravidanza e l’infanzia ad esempio, per garantire lo sviluppo cognitivo e la crescita del bambino. Ma è anche preziosa per chi pratica sport o è in età avanzata: è infatti una eccezionale fonte di proteine utili per lo sviluppo e per preservare i muscoli”.

I commerciali Peugeot con Lamberet al servizio del freddo Peugeot è da alcuni anni tra i leader del mercato italiano dei veicoli commerciali. Alla base del successo del Leone ci sono: una gamma di veicoli adatti alle esigenze della clientela italiana; una rete di Concessionari dedicati, i Peugeot Professional, specializzati nel settore dei commerciali e delle flotte aziendali; un’organizzazione interna sempre attenta a seguire e, se possibile, anticipare le tendenze di mercato, per offrire soluzioni valide alle richieste della clientela professionale. Per questi motivi oggi avere veicoli allestiti a listino è uno dei cardini della politica commerciale di Peugeot, soprattutto per il trasporto a temperatura controllata, per la preservazione e la sicurezza degli alimenti.

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settimana deve essere alternato a quantità più abbondanti di frutta e verdura, proprio come previsto dalla Dieta Mediterranea - conclude Calabrese. Un regime dietetico adeguato ed equilibrato non solo garantisce un apporto ottimale di nutrienti, ma permette anche di ricevere sostanze che svolgono un ruolo preventivo o protettivo nei confronti di determinate patologie”.

Le specificità del settore sono molteplici: si va dalla raccolta delle materie prime al trasporto in regime di temperatura controllata per tutta la cosiddetta catena del fresco e del freddo, agli allestimenti speciali per i food-van e per i veicoli dedicati alla vendita “porta a porta”.

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Per soddisfare al meglio queste importanti esigenze, Peugeot ha scelto un partner di eccellenza, Lamberet, leader europeo nel settore del trasporto refrigerato. Insieme hanno “costruito” una gamma di veicoli commerciali leggeri per il trasporto a temperatura controllata di merci deperibili, gamma che è ora presente nel listino Peugeot e venduta direttamente dalla sua Rete. I veicoli hanno allestimenti predefiniti: standard/pescheria, trasporto carne e distribuzione, a seconda dei modelli. Una vasta gamma di accessori completa l’offerta permettendo di personalizzare i mezzi e soddisfare tutte le esigenze. Tutte le versioni a listino sono classificate nella categoria Frigorifero Rinforzato Classe C, ovvero la più severa della regolamentazione ATP, e porteranno la sigla FRCX sulle fiancate. L’inserimento di questi veicoli allestiti nel listino ufficiale Peugeot offre al cliente diversi vantaggi: maggiore facilità nell’ordinazione e immatricolazione del veicolo; certezza dei tempi di produzione e consegna; certezza di beneficiare della garanzia Peugeot; uniformità del prezzo su tutto il territorio; maggiore valore residuo, che si traduce in canoni di noleggio competitivi. Tutte le informazioni su http://professional.peugeot.it/ .

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comunicazione di Tiziana Formisano

Le Istituzioni europee hanno festeggiato l’estate con i salumi Italiani Il 21 e 22 giugno gli appuntamenti di SalumiAmo® a Bruxelles SalumiAmo®, l’ormai noto format dell’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani (IVSI) – che propone da ben 11 anni degustazioni di salumi made in Italy di qualità in contesti particolari, nei quali è possibile conoscere cosa sta dietro ciascun prodotto – è tornato per la quarta volta a Bruxelles il 21 e 22 giugno scorsi (le precedenti nel 2009, 2011, 2014). Due gli eventi organizzati da IVSI, in collaborazione e con il contributo dell’ICE - Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, che hanno coinvolto la città e le Istituzioni comunitarie. Il 21 giugno all’evento SalumiAmo® presso La Chaufferie, sono intervenuti Monica Malavasi, Direttore di IVSI, Davide Calderone, Direttore di ASSICA e Fabrizio Di Clemente, Direttore di ICE Bruxelles. É stata l’occasione per parlare della storia e la tradizione dei salumi italiani, delle loro qualità organolettiche e nutrizionali, delle garanzie offerte al consumatore dalla filiera di produzione e dell’importanza di proteggere queste eccellenze soprattutto all’estero – che oggi rappresenta una voce importante nell’economia del settore. Tra gli ospiti erano presenti esponenti del mondo diplomatico accreditato a Bruxelles, giornalisti, operatori del settore agroalimentare e funzionari della Commissione Europea. L’atmosfera conviviale ha consentito di mostrare l’immagine migliore dei nostri prodotti, anche grazie alla location scelta, che ha trasmesso il calore tipico dell’ospitalità italiana. Il 22 giugno i salumi italiani sono stati poi protagonisti al Parlamento Europeo, nell’evento patrocinato dall’On. Paolo De Castro, eminente Membro della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento Europeo: alla serata hanno partecipato circa 500 persone, fra cui alcuni eurodeputati e molti funzionari parlamentari e delle Istituzioni europee. Dopo i saluti del Direttore ICE Fabrizio Di Clemente e il discorso

di presentazione di SalumiAmo® del Direttore IVSI Monica Malavasi, l’On. Paolo De Castro ha avuto modo di elogiare il grande lavoro svolto dall’Istituto e dall’Associazione ASSICA per promuovere, valorizzare e difendere queste produzioni. L’affluenza record all’evento di IVSI in Parlamento ha contato la presenza di alcuni volti noti della politica italiana a Bruxelles, come l’On. Elisabetta Gardini, che aveva patrocinato l’ultima iniziativa SalumiA® mo al Parlamento europeo nel 2014, e l’On. Cecile Kyenge, che avendo un legame particolare con la città di Modena, dove ha trascorso un periodo importante della sua vita, non ha mancato di portare il proprio saluto personale allo chef modenese Daniele Reponi. In entrambi gli eventi i salumi italiani sono stati degustati al naturale e in creative interpretazioni proprio di Daniele Reponi: grazie al suo estro, il non-chef (così ama definirsi) della trasmissione di RaiUno ‘La Prova del Cuoco’, ha reso i salumi protagonisti di sfiziosi panini composti da ingredienti insoliti, caratterizzati da abbinamenti particolari e ricercati. Noto per essere un grande sperimentatore del gusto e per unire in un panino sapori a volte molto diversi, Reponi è quasi unico nel panorama degli chef italiani: le sue creazioni, bilanciate anche dal punto vista nutrizionale, una volta assaggiate hanno registrato l’approvazione e la sorpresa degli ospiti presenti. Fra le proposte di SalumiAmo® Bruxelles, il Prosciutto

di Modena DOP abbinato alle pesche nettarine, con amaretti e aceto balsamico tradizionale di Modena: un panino 100% modenese, come lo chef. Il Salame Cacciatore DOP è stato presentato in abbinamento ad una crema di zucca, impreziosita da una granella di semi di zucca tostati e salati. Con il Cotechino Modena IGP, ha stupito i presenti in un abbinamento con salsa di arance, nocciole e alcune foglie di scarola saltate. In questo prestigioso contesto istituzionale è stato presentato dallo chef Reponi anche il Panino Europeo, composto dal prosciutto cotto – il salume più consumato in Italia - e da prodotti in abbinamento che richiamano le varie culture e le tipicità di diversi Paesi europei come il gouda, formaggio tipico del nord Europa, la senape di Digione, prodotto legato alla Francia e alla cultura mitteleuropea, e il pomodoro fresco, tipico dei sapori mediterranei. SalumiAmo® Bruxelles ha portato una ampia rappresentanza di prodotti tutelati della salumeria italiana, come di consueto. Presenti nella due-giorni europea

sono stati: Bresaola della Valtellina IGP, Capocollo di Calabria DOP, Coppa Piacentina DOP, Cotechino Modena IGP, Mortadella Bologna IGP, Pancetta Piacentina DOP, Prosciutto cotto, Prosciutto di Modena DOP, Prosciutto Toscano DOP, Salame Brianza DOP, Salame Cacciatore DOP, Salame di Varzi DOP, Salame Piacentino DOP, Soppressata di Calabria DOP e Speck Alto Adige IGP.

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comunicazione di Monica Malavasi

Corsi e promozioni protagonisti di SalumiAmo® DOP in Giappone L'entusiasmo degli aspiranti chef della famosissima scuola Hattori di Tokyo nell'ascoltare la lezione dello chef Cristian Broglia e l'apprezzamento per i salumi italiani da parte dei clienti durante le degustazioni offerte nei ristoranti, sono le immagini che meglio rappresentano la settimana di attività promozionali in Giappone svolta nell'ambito della campagna SalumiAmo® DOP. Ma andiamo per ordine. Il 28 e 29 giugno presso la Tsuji Cooking School, e il 30 giugno alla Hattori Nutrition College, Cristian Broglia chef con una lunga esperienza nell'insegnamento della cucina italiana nel mondo maturata all’ALMA di Colorno - ha tenuto dei corsi sui salumi italiani spiegandone l'origine, i territori di produzione, come si consumano e il loro impiego in ricette innovative o in altre tipiche della tradizione italiana. Cristian Broglia ha saputo appassionare i ragazzi, inizialmente timorosi ma poi coinvolti dalla simpatia e dalla professionalità dello chef italiano. Professionalità che ha trovato apprezzamenti anche nel corpo docente delle due scuole nipponiche, molto pre-

La degustazione dei salumi al ristorante La Vita è bella

parato e molto interessato a conoscere i segreti della cucina italiana, purtroppo ancora meno studiata di quella francese. Alla prestigiosissima

Lezione dello chef Cristian Broglia Al centro il Presidente Yukio Hattori

Hattori abbiamo avuto anche l'onore di conoscere il Presidente della scuola, Sig. Yukio Hattori, che ha lodato la nostra iniziativa. Durante la settimana in Giappone abbiamo seguito anche le promozioni nei ristoranti e nei punti vendita, organizzate nell’ambito di SalumiAmo® DOP in Giappone, la campagna di informazione e promozione biennale, con budget complessivo di 800.000 euro, realizzata dall’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani con il contributo dell’Unione europea e dello Stato italiano e con la collaborazione dell’agenzia ICE di Tokyo. Tra giugno e luglio sono state offerte degustazioni di salumi DOP e IGP in 30 ristoranti e in 20 punti vendita selezionati, localizzati in diverse città del Giappone. Positivi i riscontri raccolti dalle interviste al personale o ai gestori dei punti vendita, agli chef e ai proprietari dei ristoranti. Tutti

hanno evidenziato l'importanza di far assaggiare e far conoscere al consumatore giapponese i nostri prodotti attraverso informazioni e il materiale promozionale. Infine, una serata è stata dedicata alla stampa con una cena organizzata presso il ristorante Al Ponte dello chef owner Kouji Hara, vicepresidente di ACCI, l’Associazione dei Cuochi di Cucina Italiana in Giappone. Tra i vari giornalisti presenti alla serata, anche il corrispondente dell'Ansa, Alessandro Libri, che ha fatto un lancio d'agenzia sulla campagna SalumiAmo® DOP, ripreso da diverse testate italiane. Tornati in Italia, tracciamo un bilancio delle iniziative svolte in Giappone decisamente positivo. Rimane la consapevolezza che c'è ancora molto da fare per diffondere la conoscenza dei salumi italiani e per poter cogliere tutte le opportunità che questo grande Paese offre al Made in Italy.

L'opinione di Shigeru Hayashi Ha iniziato la sua carriera nel 1978, nel colosso giapponese Suntory. Dal 1982 al 1986 è stato a Milano, responsabile del ristorante Suntory, e vi è tornato nel 1990, per 9 anni, come responsabile della sede italiana. Dal 2009 al 2014 è stato presidente di Eataly Japan. Profondo conoscitore della cultura enogastronomica italiana è stato il primo sommelier giapponese in Italia ed è riconosciuto essere uno dei migliori al mondo. Insieme a Oscar Farinetti ha scritto il libro Storie di Coraggio e, in Giappone, ha scritto 8 libri su vino e cibo italiano e sui rapporti tra giapponesi e italiani. E’ anche autore di diversi articoli pubblicati su riviste specializzate e conduce molti seminari dedicati al cibo e al vino italiano.

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L'8 e il 9 luglio Shigeru Hayashi ha fatto tappa in Lombardia ed Emilia-Romagna visitando alcune delle zone tipiche di produzione dei salumi italiani, dal prosciutto di Parma al culatello di Zibello, dalla produzione di salame a quella di coppa e pancetta piacentina DOP. Durante il tour, organizzato dall’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani, Hayashi ha avuto modo di parlare con i produttori, approfondire le caratteristiche delle produzioni italiane, incontrare chef e gustare questi inconfondibili prodotti della tradizione italiana. In questa occasione abbiamo fatto qualche domanda a Shigeru Hayashi. Quale consiglio darebbe a un produttore che vuole esportare in Giappone? Prima di tutto deve conoscere bene il proprio prodotto per capire dove distribuirlo e, in seguito, deve scegliere bene l’importatore altrimenti si rischia il flop; serve la massima collaborazione con il proprio importatore. Altrettanto importante è conoscere bene il mercato

giapponese che va affrontato con umiltà, pazienza e sensibilità verso la mentalità locale. Infine è molto importante un’adeguata strategia di marketing. Quali strategie di marketing suggerisce? Occorre puntare molto sugli educational. Il consumatore giapponese ha bisogno di conoscere e di capire le differenze rispetto ad altri prodotti concorrenti (ad esempio, un salume spagnolo o francese). Inoltre è molto importante l’abbinamento dei cibi con il vino (prodotto trainante), il territorio di produzione e la storia dei produttori. Quali potenzialità vede per i nostri prodotti? Le potenzialità sono molte. In Giappone la cucina italiana ha acquisito popolarità, con più di 10.000 ristoranti che propongono piatti italiani. Inoltre, il numero di ristoranti e alberghi è destinato ad aumentare perché è cresciuto il turismo verso il Paese nipponico e nel 2020 ci sarà anche l’importante appuntamento con le Olimpiadi di Tokyo.

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TRASPARENZA

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comunicazione a cura di Grapho

Giugno: i temi economici sotto i riflettori Il bilancio del settore in tv, fra dati export, produzione e caso Brexit Il 15 giugno a Bologna si è tenuto l’appuntamento annuale con l’Assemblea di ASSICA, preziosa occasione per approfondire e rendere noti i dettagli di produzione, fatturato e consumo relativi al settore carni e salumi. Dettagli importanti e di interesse comune che la stampa ha il dovere di veicolare e diffondere: il Presidente Nicola Levoni, infatti, ha incontrato diversi giornalisti e rilasciato interviste sui temi economici, così come su aspetti più generali sul mondo dei salumi. La Rai - presente all’appello con il Tgr Emilia Romagna – ha seguito l’evento direttamente, raccogliendo le varie dichiarazioni, per confezionare un ottimo servizio andato in onda il giorno stesso su Rai 3. Non minore coinvolgimento da parte della troupe di Class tv, che nella rubrica costume e società, ha insistito sui temi “consumo di salumi in aumento nel periodo estivo” e “boom del prosciutto cotto”, citando anche dati export e andamento della produzione della salumeria italiana. Presenti all’assemblea anche i giornalisti dell’affezionata TRC Modena, sempre legati alle vicende dell’agroalimen-

tare ed esperti cronisti di questi argomenti. La medesima cura nel racconto della giornata è stata riportata nel TGT di Italia 7 con un servizio dedicato all’evento: le dichiarazioni del Presidente Levoni su export e produzione, sono state accompagnate dalle immagini riguardanti il settore dei salumi. I cronisti hanno riportato dell’impegnativo inizio di estate per l’Europa, dopo che il caso Brexit ha stimolato riflessioni e ipotesi sul futuro dell’UE: molti gli interrogativi per il mercato interno, anche agroalimentare. La stampa coinvolge esperti del settore sui possibili scenari, per capire «quale impatto avrà la Brexit sull’economia della nostra industria?». Lo ha fatto Alessio Zucchini – conduttore di Uno Mattina Estate, realizzato in collaborazione con il TG1 – durante l’intervista a Davide Calderone, Direttore ASSICA, che ha potuto esporre e commentare i dati inerenti al comparto agroalimentare italiano. Calderone si è concentrato poi su export e vendite dei prodotti made in Italy nell’immediato, ipotizzando un bilancio commerciale futuro di certo condizionato dal fattore Brexit. A Class tv - canale 507 di Sky, ha parlato invece il Condirettore ASSICA, Aldo Radice, citando la mission di Carni Sostenibili: un progetto voluto da ASSICA, ASSOCARNI e UNAITALIA, per spiegare come la produzione e il consumo di carne siano sostenibili, con un impatto contenuto sull’ambiente, oltre che importanti per la nostra salute. Ancora Class e ancora DOP e IGP, per l’evento tenutosi a Roma in occasione di una delle tappe SalumiAmo® con Bacco, appuntamento IVSI che, in uno scenario d’eccezione colmo di prelibatezze a denominazione d’origine, ha intavolato un dibattito su “Salumi e Sport”: ospiti del

Niederwieser presenta le novità Weber e Textor di IFFA 2016 Niederwieser Food Processing, da oltre 50 anni, distribuisce sul mercato nazionale dell’industria per la lavorazione di carni, insaccati e prodotti caseari solo macchinari delle migliori Marche come Weber Maschinenbau, (Breidenbach - Germania) e Textor Maschinenbau (Wolfertschwenden - Germania). Niederwieser Food Processing, anche quest’anno, ha proposto ai propri clienti le più interessanti novità del settore esposte da Weber e Textor alla Fiera IFFA di Francoforte. WEBER Weber, al motto “We Add the Value” - “Diamo valore aggiunto”, alla Fiera IFFA, tra tante novità, ha presentato anche il nuovo concetto di automazione Weber Shuttle System (WSS). La struttura multifunzionale di più affettatrici Weber collegate, presentata con i modelli Weber Slicer 305, 405 e 804, consente il confezionamento di prodotti assortiti. Le affettatrici e i macchinari integrati nel sistema a monte e a valle sono disaccoppiati tramite una funzione tampone per dare continuità alla produzione. Il sistema di alimentazione è adattabile all’infrastruttura del cliente e non deve essere installato in linea. I componenti sono facili da pulire, la sterilizzazione a raggi UV è integrata e il numero di punti di consegna e abbinamento delle porzioni di prodotto migliora l’aspetto igienico. Integrata con nuovi componenti per l’automazione, Weber ha migliorato nella funzionalità molti dei suoi prodotti e ha presentato un nuovo si-

prestigioso Tennis Club Parioli, si è approfondito il rapporto fra salumi e nutrizione. Molte le opinioni raccolte nel servizio di Class, che hanno dimostrato come i salumi siano declinabili in più modi e adattabili a vari registri: il presidente IVSI, Francesco Pizzagalli ha fornito un sintetico focus sulla salumeria e i suoi valori nutrizionali; Alex Revelli Sorini, gastrosofo affezionatissimo ai salumi, ha citato i cenni storici di questi prodotti; il non-chef della Prova del Cuoco (Rai 1), Daniele Reponi, ha ideato e realizzato dei panini nouvelle cuisine, veri e propri forzieri di gioie e sapori. Fondamentali anche i contributi del campione di tennis Edoardo Mazza e del nutrizionista Luca Piretta, che hanno spiegato come i salumi, consumati in giuste quantità, oltre ad appagare il palato possono arrecare benefici al nostro organismo. Non solo dati economici: a giugno è tornata in scena la Mortadella Bologna IGP, protagonista di una ricetta di Eat Parade, storica rubrica del Tg2. Libero sfogo alla fantasia anche per il Salame Cacciatore DOP con due puntate di Aspettando il tg - Italia 7, condotto da Annamaria Tossani: anche qui lo chef Daniele Reponi ha realizzato numerose ricette a base di Salame Cacciatore DOP, azzardando abbinamenti e proponendo ingredienti di massimo pregio.

Aziende no informa stema per il controllo qualità degli affettati. Weber si è riconfermato leader nel campo delle applicazioni industriali con l’ultima generazione di scotennatrici a nastro in acciaio inossidabile e a struttura aperta, ha introdotto moderne soluzioni per la rimozione di cotenne e membrane e le nuove sgrassatrici per costolette e lombate. TEXTOR Textor, con l’approccio Smart & Easy, si era presentata per la prima volta alla Fiera IFFA nel 2013. In soli tre anni ha venduto oltre 100 impianti. Alla Fiera IFFA 2016, con il motto “Smart Line Solutions”, Textor si è proiettata ulteriormente verso il futuro presentando in anteprima modelli e soluzioni all’avanguardia. L’affettatrice TS750 per la lavorazione di prodotti corti come pancetta o prosciutto su una o due linee ha colpito per l’innovativo sistema di alimentazione a catena composta da due apparati di avanzamento indipendenti per processi di lavorazione velocissimi e misurazione del prodotto. Ha destato molto interesse anche il nuovo caricatore CCA400/500 per l'inserimento automatico delle porzioni e la classica affettatrice TS700. Textor, fedele al motto “Smart & Easy”, elimina con coerenza ogni funzione e dettaglio non indispensabili e fa della semplificazione un importante valore aggiunto.

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normativa di Silvia Bucci - Stefania Turco

Modificato dopo oltre dieci anni il "Decreto Salumi" Le nuove disposizioni entreranno in vigore 90 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale Lo scorso 26 Giugno con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto 26 maggio 2016, si è concluso il complesso iter per la modifica del Decreto 21 settembre 2005, finalizzata ad adeguare il testo all’evoluzione delle tecnologie produttive, delle caratteristiche delle materie prime ed ad aggiornarlo sulla base delle modifiche della normativa comunitaria sugli additivi alimentari e sugli aromi. Durante i lavori al Ministero, su istanza del Consorzio di Tutela del Culatello di Zibello DOP, era stata presentata

una proposta di disciplina della denominazione “culatello”, riservandolo al prodotto ottenuto dai muscoli crurali posteriori ed interni della coscia del suino, privato della cotenna e insaccato e stagionato, inserita successivamente nel testo del Decreto. I prodotti immessi sul mercato o etichettati prima dell’entrata in vigore del Decreto e non conformi ad esso, potranno essere commercializzati fino all’esaurimento delle scorte.

Sintesi delle principali modifiche apportate al DM 21 settembre 2005 rosciutto cotto/prosciutto cotto scelto/ P prosciutto cotto di alta qualità • È stato vietato l’uso dei nitrati (sodio/potassio) il cui utilizzo non è più ammesso nei prodotti a base di carne trattati termicamente a partire dalla Direttiva 2006/52/CE. Tali disposizioni sono state riprese dall’attuale regolamento comunitario in materia di additivi - Regolamento (UE) n. 1129/2009. • Per adeguare il decreto alle esigenze di mercato, vista l’importanza dello iodio nell’alimentazione umana, si è ritenuto opportuno introdurre la possibilità di utilizzare anche il sale iodato. • Quando il prosciutto cotto è utilizzato come ingrediente in un altro prodotto che richiede l’assenza di nitriti (per esempio, omogeneizzati), è ammessa la produzione dello stesso senza nitriti, se garantita diversamente la conservabilità. • La denominazione “prosciutto cotto” può essere utilizzata esclusivamente per i prodotti ottenuti da cosce di animali della specie suina. • Il trattamento termico di pastorizzazione diviene facoltativo per la produzione di prosciutto cotto. È dunque scelta e responsabilità del singolo produttore l’introduzione o meno nel processo produttivo del trattamento di pastorizzazione. • Sono stati modificati i parametri di riferimento di UPSD (cotto da 81 a 82, cotto scelto da 78,5 a 79,5, cotto alta qualità da 75,5 a 76,5). • È stata aggiunta la specifica facoltà - solo per il prosciutto cotto e non per il prosciutto cotto scelto e di alta qualità – di presentazione in vendita come cubettato. Ciò in ragione della prescrizione (articolo 8, comma 1; articolo 9 comma 1) che limita l’utilizzo delle denominazioni “prosciutto cotto scelto” e “prosciutto cotto di alta qualità” alle produzioni per le quali è possibile identificare almeno 3 dei 4 muscoli principali della coscia suina. Tale identificazione non risulta infatti possibile nel prodotto cubettato. • La temperatura di conservazione, non superiore a + 4 C°, è stata estesa anche al prodotto sfuso e preconfezionato. • Sono state abolite le indicazioni sui TMC massimi applicabili, in conformità con il principio generale in materia di etichettatura che stabilisce che la durabilità del prodotto alimentare sia determinata dall’OSA, in relazione alla qualità delle materie prime, alla merceologia, al trattamento industriale e al sistema di confezionamento. • È stata introdotta la possibilità di uso dell’espressione

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in denominazione di vendita “alta qualità” oltre a “di alta qualità” • È stato adeguato il testo della norma nazionale alla normativa comunitaria, il Reg UE 1334/2008 relativo agli aromi e alle sostanze aromatizzanti, che ha eliminato la distinzione tra aromi artificiali e aromi naturali identici. Infatti, entrambe le definizioni, secondo il dettato comunitario, rientrano attualmente nella definizione “aromi”. La modifica introdotta nel DM, adotta le nuove definizioni comunitarie, elimina il vecchio scritto che non troverebbe più riferimenti a definizioni legali, senza introdurre novità sul fronte degli aromi. • L’art. 9 comma 2 lett. e) è così modificato: e) acido ascorbico ed eritorbico e loro sali - glutammato monosodico - lattati, cloruro di potassio e altri sostitutivi del sodio. Non sono ammessi altri additivi, se non quelli consentiti dal Regolamento 1333/2008 purché rispondano ad una reale necessità tecnologica, non inducano in errore i consumatori e il loro utilizzo presenti un reale vantaggio per questi ultimi così come previsto dallo stesso Regolamento, per adeguarla all’attuale normativa in materia di additivi (Reg. CE n. 1333/2008). • È stato eliminato il vincolo del raggiungimento di 69°C a cuore per quanto riguarda il trattamento di cottura del prosciutto cotto di alta qualità poiché tale valore non è più di riferimento per le attuali tecniche produttive. • È stata specificata la possibilità di indicare l’assenza di additivi anche per il prodotto “scelto” e “alta qualità”. Poiché il decreto limita l’impiego di additivi per il prosciutto cotto di alta qualità, si è ritenuto che il riferimento all’assenza di determinati additivi vada realizzato considerando la categoria merceologica “prosciutto cotto”. Tali messaggi, pertanto, sono concessi anche per le altre denominazioni; prosciutto cotto scelto e prosciutto cotto di alta qualità. Prosciutto Crudo stagionato • è stato eliminato l’obbligo di rimozione del castelletto (rimossi anche divieti conseguenti). • L’art. 11 è sostituito dal seguente: “Nel prosciutto crudo stagionato, oltre all’impiego di sale alimentare (compreso il sale iodato), è ammesso l’impiego di pepe, aromi, zuccheri semplici (destrosio, fruttosio, saccarosio), nitriti e nitrati, cloruro di potassio e altri sostitutivi del sodio, antiossidanti e correttori di acidità (acido lattico, acetico, citrico e loro sali). Non sono ammessi altri additivi, se non quelli consentiti dal Regolamento 1333/2008 purché rispondano ad una reale necessità tecnologica, non inducano in errore i

Entrata in vigore e periodo transitorio • Le nuove disposizioni entreranno in vigore 90 giorni dopo la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale (26 settembre prossimo). • Le diposizioni del Capo III-bis riguardanti il “culatello”, entreranno in vigore 12 mesi dopo la pubblicazione del decreto. consumatori e il loro utilizzo presenti un reale vantaggio per questi ultimi così come previsto dallo stesso Regolamento. • È stata ridotta la fase minima di riposo a 40 giorni; di 55 giorni per cosce di peso iniziale superiore a 11 kg. • È stato ammesso l’uso di temperature di asciugamento superiori a 22°C. • È stato consentito anche l’impiego di aromi e prescritto l’uso di farina di riso per la sugna. • È stata ampliata la possibilità di porzionamento (cubettato, a fiammifero, ecc.) nella presentazione per la vendita. Culatello • Nel testo del provvedimento è stato inserito un capitolo dedicato alla denominazione “Culatello”, alla metodologia di produzione e agli ingredienti utilizzabili. Norme trasversali • L’impiego di ingredienti che apportano nitrati, nitriti o entrambi in modo da ottenere effetto conservante, si configura come impiego di additivi alimentari e non consente di vantare l’assenza di conservanti. Sulla base di quanto disposto dalla Commissione europea nella nota del 12 gennaio 2007 “Utilizzo di estratto di spinaci ad alto contenuto di nitrato nei prodotti a base di carne”, tale pratica si configura come utilizzo deliberato di additivo alimentare, qualora l’estratto di spinaci o di altri vegetali sia utilizzato con lo scopo tecnologico finalizzato alla conservazione del prodotto finito. • La sanzione amministrativa per l'uso delle denominazioni di vendita, in difformità dalle disposizioni del decreto, rimane invariata. Viene solamente inserito nel testo del decreto il richiamo all’articolo 4, comma 67 della legge 24 dicembre 2003, n. 350 (Legge Finanziaria 2004), che stabilisce una sanzione pecuniaria da 3.000 a 15.000 euro e la confisca amministrativa dei prodotti. • Controlli (Allegato A). Si conferma che i controlli ufficiali finalizzati alla verifica del corretto utilizzo delle denominazioni di vendita sono effettuati presso l’impianto di produzione e/o di confezionamento del prodotto.

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mercati di Aldo Radice

Salumi italiani e Brexit, una breve analisi L’esito del referendum Brexit è preoccupante: è vero che l’uscita del Regno Unito non accadrà domani, ma sicuramente questa situazione genera e genererà un periodo di incertezza in Europa (con maggiori conseguenze per i Paesi che, come il nostro, sono maggiormente esposti). Infatti, al di là delle difficili tratta-

tive UE-UK, non è improbabile un nuovo referendum scozzese che potrebbe innescare ulteriori processi di disgregazione (Catalonia, Pais Basco), ma anche tensioni in Belgio o Nord Irlanda. Come noto, per il settore dei salumi l’UE rappresenta l’82% delle nostre espor-

2015-2014 principali Paesi di destinazione dei salumi italiani (valori espressi in .000 Euro) Paesi Bassi 2014

Svezia

2015

Giappone Spagna Austria

Export salumi italiani verso UK

Svizzera Belgio

17.000 16.000

Stati Uniti

15.000

Regno Unito

14.000

Francia

13.000

Germania

12.000 2011

2012

2013

2014

2015

0

50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

300.000

Fonte: elaborazione ASSICA su dati Istat

Peso (tonnellate)

Peso (tonnellate)

Valore (.000)

2011

12.938

125.236

2012

12.938

125.236

2013

12.938

128.102

2014

12.938

142.159

2015

12.938

158.791

Var %

+24%

+27% Fonte: elaborazione ASSICA su dati Istat

tazioni: una situazione di tensione in un mercato così importante non è positiva. Parlando poi nello specifico del Regno Unito, ricordiamo che si tratta del terzo mercato mondiale per i salumi (dopo Germania e Francia e prima degli Stati Uniti): è evidente che il timore è la creazione, al termine del processo di uscita dall’UE, di barriere tariffarie e non tariffarie che ci potrebbero penalizzare in maniera non marginale.

Nel breve periodo, cioè nei due anni abbondanti che passeranno tra oggi e l’uscita effettiva, il crollo della sterlina è un fattore che incide negativamente sui conti economici delle imprese esportatrici. La speranza è che questa crisi spinga gli altri Stati e l’Unione europea a cambiare passo, mettendo in campo politiche più favorevoli alla crescita o, meglio, al definitivo superamento della crisi economica che è ormai quasi una crisi decennale.

Russia: l’UE proroga le sanzioni economiche di sei mesi (di Giada Battaglia) In risposta, la proroga dell'embargo su molti prodotti alimentari europei Il 1° luglio 2016 il Consiglio dell’Unione europea ha prorogato all’unanimità le sanzioni economiche riguardanti settori specifici dell’economia russa fino al 31 gennaio 2017. Introdotte inizialmente per un anno il 31 luglio 2014, in risposta alle azioni della Russia volte a destabilizzare la situazione in Ucraina, tali misure sono state poi rafforzate e il Consiglio ha convenuto di far dipendere la durata delle sanzioni dalla piena attuazione degli accordi di Minsk, che doveva avvenire entro il 31 dicembre 2015. Dal momento che a tale data gli accordi non erano stati pienamente attuati, il Consiglio ha prorogato le sanzioni fino al 31 luglio 2016 e poi per un ulteriore periodo di sei mesi, fino al 31 gennaio 2017.

Le sanzioni economiche riguardano il settore finanziario, dell’energia, della difesa e dei beni a duplice uso. In particolare, quelle prorogate dalla decisione limitano l’accesso ai mercati dei capitali primari e secondari dell’UE da parte di cinque grandi enti finanziari russi di proprietà dello Stato e delle loro filiali controllate a maggioranza stabilite al di fuori dell’UE, nonché di tre grandi società russe attive nel settore energetico e di tre operanti in quello della difesa; impongono un divieto di esportazione e di importazione di armi; stabiliscono un divieto di esportazione in Russia dei beni a duplice uso; limitano l’accesso russo a determinati servizi e tecnologie sensibili che possono essere utilizzati per la produzione e la prospezione del petrolio. continua a pag. 17

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jung.it

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Luglio 2016


mercati di Laura Falasconi

Effetto Brexit: il CsC taglia le previsione di crescita L’addio di Londra alla UE costerà 0,6 punti percentuali di Pil nel biennio 2016-2017 L’effetto Brexit sulla nostra economia ci sarà e non sarà blando. Secondo Luca Paolazzi, direttore del Centro studi Confindustria, che ha presentato lo scorso 1 luglio la relazione sugli scenari economici, l’addio di Londra alla UE costerà ben 0,6 punti percentuali di Pil nel biennio 20162017 al nostro Paese: 0,1 punti percentuali nell’anno in corso e 0,5 punti percentuali nel 2017, inoltre, farà perdere 81mila posti di lavoro e 150 euro nel reddito pro-capite. Ma non sarà solo la Brexit a pesare sulla crescita del nostro Paese, infatti, il Pil italiano crescerà nell’anno in corso solamente dello 0,8% e nel 2017 dello 0,6%. Un taglio di circa il 50% rispetto alle previsioni di dicembre che indicavano una crescita dell'1,4% nel 2016 e dell’1,3% nel 2017.

Le nuove previsioni del CsC per l'Italia (Variazioni %) 2014

2015

2016

2017

Prodotto interno lordo

-0,3

0,8

0,8

0,6

Consumi delle famiglie residenti

0,6

0,9

1,2

0,7

Investimenti fissi lordi

-3,4

0,8

1,9

1,3

di cui: macchinari e mezzi di trasporto

-1,7

2,1

3,0

1,8

di cui: in costruzioni

-5,0

-0,5

0,7

0,6

Esportazioni di beni e servizi

3,1

4,3

1,4

2,5

Importazioni di beni e servizi

3,2

6,0

2,4

3,2

Saldo commerciale1

3,0

3,2

3,4

3,2

daria di ottobre dovessero prevalere i No" ha spiegato Paolazzi "avremmo sicuramente il “caos politico”. Questo giungerebbe in una situazione già molto difficile, in cui una lenta risalita, dopo la profonda doppia recessione avvenuta tra il 2007 e il 2014, è iniziata da poco più di un anno e i livelli di reddito e occupazione sono ancora molto bassi rispetto alla situazione pre-crisi. “Il Paese, già estremamente provato, dovrebbe fronteggiare una nuova grave emergenza economica con inevitabili spinte verso soluzioni populistiche”.

Sulla Brexit e la necessità di reagire è intervenuto anche il Presidente Boccia che ha conTasso di disoccupazione2 12,7 11,91 11,5 11,1 cluso la conferenza stampa. Per il numero uno Prezzi al consumo 0,2 0,1 0,0 0,6 degli industriali, per evitare un effetto domino Restribuzioni totale economia3 0,2 0,6 0,8 0,7 dopo la Brexit, occorre uscire dall’emergenza e rilanciare la visione, reagire in fretta perché 1 2 3 Fob-fob, valori in % del Pil, valori percentuali,; per ULA. Fonte: elaborazione e stime CsC su dati Istat Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria se non lo facciamo “perderemo anche quello ciò che vogliamo difendere. È urgente rilanciare la produttività in Europa” ha sottoliscenario mondiale. L’esito del referendum inglese e delle neato il neopresidente. Non potendo svalutare come in "La risalita dell’economia italiana, ha spiegato Paolazzi, in consultazioni spagnole hanno già innescato spirali di instapassato dobbiamo difenderci dall’eventuale scelta della questo primo semestre 2016 non è decollata come attebilità. I negoziati e l’incertezza politica collegati alla Brexit Gran Bretagna di svalutare a sua volta o di fare politiche so. Anzi, ha scalato la marcia per poi riprendere un po’ potrebbero durare ben oltre i due anni stabiliti dal Trattato di vantaggi fiscali. La strada è quella della produttività e di di velocità, ma prima della Brexit non c’erano segnali di di Lisbona, inoltre, già si inizia a parlare di una possibile maggiore slancio. rendere competitive le imprese partendo da una politica indipendenza di Scozia e Irlanda del Nord. Il quadro internazionale – ha proseguito il direttore del dell’offerta invece che della domanda. La questione della Nel lungo termine si prospetta un’Europa a due velocità, CsC – ha visto negli ultimi mesi un marcato rallentamenproduttività in Europa è prioritaria, ma questo non significa con un gruppo di paesi nell’Unione monetaria che va verso to degli emergenti, a cui la Brexit aggiungerà una nuoeludere quella italiana. Per Confindustria occorre affronl’unione di bilancio e politica e un gruppo di paesi interesva frenata degli avanzati, imbrigliando ancora di più gli tare alcuni temi essenziali: un rafforzamento della goversato solo alla libera circolazione di beni, servizi e capitali. scambi. Inoltre, secondo il CsC, si stanno esaurendo le nance, il modello è quello federalista immaginato dai padri spinte favorevoli da petrolio, cambi e tassi che a dicemfondatori; completare l’unione bancaria; avere un ministro Per quanto riguarda l’Italia, ovviamente risentirà del bre erano state stimate per l’Italia essere paria a 1,35 unico delle finanze; un’Europa per la crescita che non sicontesto generale ma in più dovrà fare i conti con una punti percentuali nel 2016. gnifica non rispettare i vincoli ma evitare una “distonia tra capacità di crescita che risulta più di altre frenata. Ad A livello generale, poi, occorre considerare che ad una la politica monetaria e quella economica”. ostacolare la ripartenza del nostro Paese sono fattori noti: situazione economica già difficile si aggiungono alti rischi Al riguardo “Dobbiamo copiare le ricette degli USA” ha maggiore cautela di famiglie e imprese; i bassi margini e di instabilità politica. Gli appuntamenti elettorali da qui al sottolineato Boccia “noi abbiamo una politica monetaria risparmio; il credito ancora molto selettivo; la diminuzione 2017 - ha ricordato Paolazzi - sono molti e tutti rischiano anticiclica e una politica economica pro ciclica a differendel potenziale di crescita; le costruzioni imballate; il CLUP za degli USA” che ora crescono più di noi. di avere un grande impatto sulla situazione economica che penalizza la competitività. Tutti elementi sui quali si sta internazionale". cercando di intervenire con le riforme. Infine, l’Unione, ha detto il Presidente di Confindustria, Per questo ha spiegato il chief economist di viale dell’Adovrebbe dare risposte “in chiave europea in tema di siLe elezioni legislative in Spagna, il referendum costitustronomia il referendum costituzionale sarà per il nostro curezza e formazione” e fare “un gesto simbolico” verso zionale in Italia, le elezioni presidenziali in USA le elezioni Paese un appuntamento cruciale, “il cui fallimento poi giovani britannici, dando la cittadinanza europea a coloro presidenziali in Francia, le elezioni politiche in Germania trebbe interrompere il recupero intrapreso e far ricadere che dovessero richiederla. potrebbero comportare importanti cambiamenti nello l'economia in recessione. Se alla consultazione referenOccupazione Totale (ULA)

0,3

0,8

0,7

0,5

segue da pag. 15

Oltre a queste sanzioni economiche, in risposta alla crisi in Ucraina sono in vigore varie misure dell’UE, tra cui: misure restrittive individuali mirate, ossia il divieto di visto e il congelamento dei beni nei confronti di 146 persone e 37 entità, fino al 15 settembre 2016; misure restrittive in risposta all’annessione illegale della Crimea e di Sebastopoli, limitate al territorio della Crimea e a Sebastopoli, attualmente in vigore fino al 23 giugno 2017. Questa decisione ha determinato, come prevedibile, la conseguente proroga dell’embargo, disposto dal Decreto del Presidente Putin dell’agosto 2014, su molti prodotti alimentari europei. Per quanto riguarda il settore rappresentato da ASSICA, in conseguenza dell’embargo politico e del divieto sanitario legato al riscontro di focolai di peste suina africana in Europa, gli unici prodotti esportabili nella Federazione russa continuano ad essere quelli classificati con codice doganale 1602 (prodotti cotti da pezzi interi).

Luglio 2016

Il 1° giugno 2016, invece, con l’entrata in vigore del Decreto del Governo della Federazione Russa n. 472 del 27 maggio 2016, si era provveduto a eliminare il divieto di importare le seguenti materie prime, di origine europea, destinate alla produzione di alimenti per la prima infanzia: carne bovina congelata (codice doganale 0202); carni e sottoprodotti freschi, refrigerati e congelati di pollo e altri volatili da allevamento (codice doganale 0207); verdure congelate (codice doganale 0710); verdure essiccate (codice doganale 0712). In conformità a quanto previsto dall’art. 1 del Decreto 472, spetta al Ministero dell’Agricoltura della Federazione russa indicare con apposito provvedimento attuativo i criteri e le modalità per la conferma dell’effettiva destinazione della merce alla produzione di alimenti per la prima infanzia, nonché determinare le quote per l’importazione delle materie prime alimentari oggetto del provvedimento.

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Europa di Michele Spangaro

Il Parlamento europeo chiede una legislazione UE contro le Pratiche Commerciali Sleali della GDO A larga maggioranza adottato il rapporto sulle pratiche commerciali sleali nella catena alimentare Lo scorso 7 giugno 2016 è stato adottato a larghissima maggioranza (600 voti a favore, 48 contrari, 24 astenuti) dalla Plenaria del Parlamento europeo di Strasburgo il Rapporto di Edward Czesak (ECR – Polonia) in materia di pratiche commerciali sleali nella catena alimentare. Questo importante risultato, nonostante non abbia degli effetti immediati, consente all’industria agro-alimentare europea di mantenere la problematica delle pratiche commerciali sleali nel B2B e delle Private Label a livello alto nell’agenda politica comunitaria. Un risultato negativo avrebbe potuto compromettere un tale obiettivo. Con tale voto gli eurodeputati chiedono alla Commissione europea di presentare una normativa quadro a livello dell'UE per contrastare le pratiche commerciali sleali nel business-to-business (disposizioni che regolano il business-to-consumers esistono già da tempo), sottolineando che una tale normativa non deve abbassare il livello di protezione dei Paesi che si sono già dotati di una legislazione nazionale in materia di lotta contro tali pratiche. I 600 voti a favore dimostrano che il Parlamento europeo ha preso una posizione inequivocabile, mai assunta prima in modo così deciso, a favore dell’agro-industria contro gli abusi della Grande Distribuzione Organizzata (GDO). Non solo, la larghissima maggioranza conferma che quando si tratta di una buona e lecita causa senza distinzioni di partito. Tutti i partiti dell’europarlamento hanno votato compatti. Fondamentale il lavoro, in coordinamento con ASSICA, dell’On.le Mairead McGuinness (Vice Presidente del PE - Partito Popolare Europeo – Irlanda), dell’On. le Nicola Danti (Gruppo dell'Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici – Italia, PD) e dell’On.le Marco Zullo (Gruppo Europa della Libertà e della Democrazia diretta – Italia, M5S). Senza il loro sforzo e quello dei loro uffici un tale risultato non avrebbe potuto realizzarsi. É un dato di fatto che attualmente uno dei fattori esterni che incide sulla competitività dell’Industria alimentare europea, in particolare delle PMI, è il rapporto con la Grande Distribuzione Organizzata (GDO). Infatti Il potere commerciale della GDO è particolarmente forte tanto che, oltre a comprimere i prezzi di acquisto, ha avuto la possibilità di aumentare gli obblighi contrattuali Mairead McGuinness verso i fornitori. Si è così assistito al moltiplicarsi di aspetti contrattuali anomali e di forme di contributi diversi da quelli direttamente derivanti dalla vendita dei prodotti stessi. Le pratiche commerciali sleali non sono altro che un trasferimento agli anelli a monte della filiera di una parte del costo del proprio ruolo di impresa, ottenendo conseguentemente la riduzione del rischio d’impresa facendone sostenere una parte dai fornitori, che accettano in quanto succubi della posizione dominante di chi gliele impone. In genere siamo in presenza di fatture per prestazioni (reali o presunte) il cui valore è sempre indicato dall’emittente (GDO o Centrale di Acquisto), in maniera assolutamente autonoma. Oltretutto, ove si volesse contestare l’importo - con il rischio di ritorsioni commerciali, a partire dal blocco degli acquisti - ci si troverebbe di fronte a un importo già trattenuto dal fornitore del servizio, che in genere compensa gli importi fatturato con il credito sulla fornitura dei beni;

gli effetti negativi delle Private label preservandone al contempo quelli positivi. Infatti le PL sono una realtà del mercato ed hanno certamente diritto di esistere ma rappresentano un problema strategico a medio - lungo termine. Nel caso delle PL la Grande Distribuzione Organizzata (GDO) è allo stesso tempo cliente e concorrente dei propri fornitori. Questo significa che lo strapotere della GDO potrebbe permettere loro di realizzare azioni finalizzate solo ed esclusivamente a salvaguardare i loro interessi e non necessariamente quelli dei consumatori. In particolare la GDO potrebbe alla lunga portare ad un deliberato danno ai marchi delle imprese produttrici, a una diminuzione delle possibilità di scelta da parte dei consumatori (meno prodotti sugli scaffali), a tagli sulla qualità delle PL, a limitazioni nella comparaNicola Danti bilità dei prezzi, ad una diminuzione dell’innovazione e potrebbe anche portare la GDO a manipolare i prezzi per distorcere la concorrenza sugli scaffali a loro favore. La Commissione europea e le Autorità della concorrenza avranno, nei prossimi anni, un ruolo cruciale da svolgere nel tentativo di impedire che tali effetti negativi possano concretizzarsi e mantenere al contempo quelli positivi. Recentemente, d’altronde, si era cominciato a notare che, sebbene lentamente, la questione “Private Label” stava riguadagnando la scena: un studio della DG Via recente Partigiani d’Italia, 6 Via Partigiani d’Italia, 6 43029 TRAVERSETOLO (PR) ITALY Concorrenza afferma infatti che ci sono delle indicazioni che farebbero che 43029 TRAVERSETOLO (PR)pensare ITALY Tel. 342184 Tel.+39 +39 0521 0521 342184 gli effetti positivi delle PL potrebbero tramutarsi in effetti negativi qualora la loro perFax 342185 Fax+39 +39 0521 0521 342185 e-mail: gr.system@tiscali.it e-mail:percentuali gr.system@tiscali.itvariabili per centuale di penetrazione del mercato superasse determinate www.grsystem.it www.grsystem.it

PROGETTAZIONE E COSTRUZIONE IMPIANTI PER L’INDUSTRIA ALIMENTARE DELLA MACELLAZIONE

PROGETTAZIONE E COSTRUZIONE IMPIANTI PER L’INDUSTRIA PLANTS ALIMENTARE DELLA MACELLAZIONE ENGINEERING AND CONSTRUCTION SLAUGHTERING FOR FOOD INDUSTRY ENGINEERING AND CONSTRUCTION SLAUGHTERING PLANTS FOR FOOD INDUSTRY

Ora finalmente il Parlamento chiede, non un’alterazione del mercato, ma un pre-requisito (regole armonizzate UE uguali per tutti) affinché il mercato sia libero e competitivo. Sta quindi nascendo la consapevolezza che un’eventuale crisi della produzione alimentare avrebbe un impatto economico fortemente negativo sull’economia europea in generale in quanto strettamente legata allo sviluppo non solo economico, ma anche sociale e culturale di paesi, regioni e territori. Questo importante pronunciamento del Parlamento ha anche il merito di ridare vigore al dibattito in merito al fenomeno delle Private label (PL). L’obiettivo, a medio e lungo termine, deve essere quello di trovare il modo e gli strumenti per minimizzare

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Luglio 2016


Europa settore (in alcuni settori tale percentuale sarebbe anche solo del 15%-20%). Da aggiungere che a gennaio 2016 la Commissione ha presentato l’ennesima relazione al Parlamento europeo ed al Consiglio sulle pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare tra imprese. La precedente comunicazione dell’esecutivo comunitario, datata luglio 2014, proponeva una combinazione di iniziative volontarie e di misure normative per contrastare le pratiche commerciali sleali. A questo proposito la relazione di gennaio 2016 avrebbe dovuto tirare le somme del lavoro svolto negli ultimi anni in Europa. Il risultato non è stato all’altezza delle nostre aspettative. Per questo motivo si ricorda che, all’indomani della pubblicazione, ASSICA ha prontamente portato all’attenzione della Commissione europea i propri commenti alla relazione che sono stati fatti propri, come abbiamo appena visto, soprattutto del Parlamento europeo destinato sempre di più a giocare un ruolo decisivo nella vicenda: Nel rapporto la Commissione non definisce mai il suo ruolo. Dopo otto anni di discussioni la Commissione non si decide ancora a svolgere un ruolo di leader. Tutto è lasciato ancora una volta in mano ad un miracoloso accordo tra portatori di interesse. Accordo mai trovato in quasi otto anni di discussioni; L’analisi del documento è buona ma le conclusioni non riflettono in nessun modo tale analisi; Vi è un problema di estrema lentezza del processo. Come ricordato poc’anzi dopo otto anni di discussioni e due gruppi/forum di Alto livello, ci si chiede cosa un terzo gruppo/forum mai dire di nuovo. Il momento di studio tanto sbandierato dalla Commissione è ormai finito portando risultati modesti; Se la Commissione, come si evince dal rapporto, non intende per il momento fare nulla ci si chiede quali sono i costi di questa immobilità visto che la pratiche commerciali sleali sono il fattore esterno (cioè quello che non riguarda i costi di produzione) che maggiormente incide sulla redditività delle imprese di produzione agro-alimentari (ed in particolare sulle PMI); Bisognerebbe che la Commissione creasse un “network of enforcement Authorities” in grado di lavorare con delle regole comuni. Queste regole comuni, ancorché minime, non possono che essere fissate attraverso un Direttiva quadro UE;

La cosiddetta “prova del nove” per verificare l’efficacia o meno della SCI può essere fornita solo ed esclusivamente da una valutazione quantitative e qualitativa delle denuncia ricevute e risolte. Una tale valutazione è completamente assente nella relazione della Commissione.

SINTESI QUADRO ISTITUZIONALE RECENTE • Relazione della Commissione sulle UTPs (Unfair Trading Practices – Pratiche Commerciali Sleali), gennaio 2016: La Commissione conclude che uno specifico approccio armonizzato a livello UE non avrebbe ad oggi valore aggiunto. Tuttavia lascia la porta aperta per eventuali iniziative future; Specifiche aree della SCI (Supply Chain Initiative – codice UE puramente volontario) dovrebbero essere migliorate; La COM monitorerà le iniziative nazionali (legislative e non legislative) e l’HLF (High Level Forum) continuerà il dialogo con gli attori della filiera alimentare; • Risoluzione del PE sulla Relazione della COM di cui sopra, giugno 2016: A larga maggioranza il Parlamento europeo (PE) ritiene che “una legislazione quadro a livello UE è necessaria per affrontare le pratiche commerciali sleali”; • Presidenza slovacca (luglio - dicembre 2016): Le UTPs sono una delle loro principali priorità; • Agricultural Market Task Force (AMTF), gennaio – dicembre 2016: Creata dal Commissario Hogan per affrontare la questione del ruolo del mondo agricolo nella filiera alimentare. Le relazioni contrattuali (incluso la distribuzione del valore aggiunto lungo la filiera e le UTPs) sono nell’agenda della task force le cui conclusioni sono previste per ottobre 2016; • Commissario Hogan (Agricoltura e Sviluppo Rurale – DG AGRI): Ritiene che l’obiettivo deve ora essere quello di valutare se la misure nazionali con sistemi di “enforcement” pubblici funzionano o meno. Favorevole ad un quadro normativo UE. Ad oggi nessuna affermazione pubblica della Biankowska (Commissario Industria ed Imprese – DG GROW).

Fratelli Pagani SpA: più crescita e sempre più articolata Tra acquisizioni societarie, sviluppo della gamma e partecipazione alle più grandi fiere alimentari, il leader italiano negli ingredienti, spezie e aromi per la lavorazione delle carni si afferma sempre più sui mercati internazionali Fratelli Pagani SPA, più di 100 anni di storia e tradizione nella produzione di ingredienti e spezie per l’industria delle carni, da sempre portavoce di naturalità e genuinità, ha sviluppato i propri prodotti con una gamma articolata di miscele e preparati, comprese le novità specifiche per la preparazione dei prodotti cotti, iniettati e ricomposti che offrono nuove opportunità di produzione anche a grandi marchi dell’industria alimentare. Questi vedono nell’azienda milanese uno strumento per valorizzare i propri prodotti, grazie a capacità di controllo della qualità, vocazione alla naturalità e rispetto delle origini degli alimenti. Importante il nuovo riconoscimento dell’azienda da parte dell’ente Halal Italia che ha approvato la gamma completa indirizzata a questo importante segmento nel 2015. L’entrata in partecipazione in Collina Toscana, che offre spezie e condimenti di alta qualità distribuiti sia a livello retail che GDO, e l’acquisizione di Cerreto, marchio di riferimento negli alimenti e condimenti biologici, hanno ulteriormente articolato soluzioni e skill di Fratelli Pagani, che oggi può offrire un grande apporto anche ai produttori del biologico. Ne ha beneficiato ulteriormente il servizio, da sempre cavallo di battaglia dell’azienda nello sviluppo di prodotti personalizzati in partnership con il produttore cliente, forte di una esperienza tra le più solide nell’intero panorama internazionale, grazie al progetto Skybridge. Oggi Fratelli Pagani guarda sempre più ai mercati internazionali per interpretare in chiave produttiva le nuove esigenze di esportazione dei propri clienti, forti di un’esperienza in termini di tecnologia e innovazione acquisita dal proprio

staff tecnico sul piano internazionale, dove è attiva da tempo. L’azienda ha avuto il piacere di salutare molti dei suoi clienti italiani ad Alimentaria a Barcellona e Iffa di Francoforte. In queste fiere ha potuto presentare il gusto e la raffinatezza del made in Italy applicati su prodotti internazionalmente riconosciuti, completati da un’ampia gamma di ingredienti funzionali e nuovi prodotti cotti suddivisi in diverse tipologie in un prestigioso stand. La gamma dei prodotti Fratelli Pagani Ingredienti funzionali Mix di spezie ed erbe aromatiche naturali Aromi Esaltatori di gusto e sostitutivi di Msg (naturali) Colture starter di propria selezione Coadiuvanti per carni fresche senza additivi Preparati per prodotti ‘pronto cuoci’ linea Pagani Chef Soluzioni per cotti iniettati e ricomposti Soluzioni per Emulsionati, würstel e affumicati Soluzioni per Mortadella Soluzioni per Prosciutti, Speck, Breasaola e Prodotti carnei interi Soluzioni per Salami e impasti carnei stagionati Soluzioni per Preparazioni di carne fresca Soluzioni per Pasta ripiena Spezie ed erbe aromatiche

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Luglio 2016

Aziende no informa

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attualità di Alfredo La Stella Berlino, 1989

“Niente storie, facciamo la storia” Il Convegno annuale dei Giovani Imprenditori di Confindustria La due giorni a Santa Margherita Ligure (1011 giugno) ha visto un dialogo costruttivo fra il mondo produttivo e i candidati sindaci delle principali città, i Ministri Alfano, Delrio e Madia, il Sottosegretario Scalfarotto, l’Alto rappresentante UE Federica Mogherini e il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che si è confrontato per due ore con i Giovani Imprenditori. “Niente storie, facciamo la storia” è il messaggio di fiducia nelle capacità dell’Italia di ripartire lanciato dal Presidente Marco Gay nella sua relazione di apertura del Convegno. Fra le principali riflessioni: una lettura della situazione economica attuale fatta con “l’ottimismo della ragione”: la guerra della crisi è forse finita, ma la pace - quella della crescita strutturale - è ancora tutta da costruire perché le condizioni del 2007 non torneranno più. Il muro di Berlino, scelto come immagine del Convegno per indicare la stagnazione, è stato buttato giù dalle riforme degli ultimi anni - come l’abolizione di Irap,

articolo 18 e sistema pensionistico retributivo - ma per oltrepassarlo serve una politica industriale capace di integrare la politica della crisi con quella dello sviluppo. Partendo, simbolicamente, dalle 9 aree di crisi complessa che vanno trasformate in “aree di sviluppo complesso”, con 100 start up e Pmi innovative da collegare ai distretti in crisi per portare innovazione ready to market. “Creare cento aziende per salvarne una” è stato lo slogan scelto; le riforme costituzionali: una “occasione che non possiamo perdere", secondo i Giovani Imprenditori, per modernizzare l’architettura costituzionale italiana, sveltire i processi normativi, riarticolare competenze strategiche e accelerare le riforme economiche; l’Europa: che per sconfiggere la “scelta suicida” della Brexit e i rigurgiti nazionalisti - che invece di valorizzare il flusso migratorio tirano su nuovi muri danneggiando il mercato unico - deve procedere verso una maggiore integrazione, da quella del mercato del lavoro a quella fiscale.

#nientestorie #sml16

NIENTE STORIE, facciamo la storia.

46° CONVEGNO SANTA MARGHERITA LIGURE GRAND HOTEL MIRAMARE 10 | 11 GIUGNO 2016

A chiusura del Convegno il Presidente Vincenzo Boccia ha sottolineato l'urgenza di fare scelte coraggiose e ha sottolineato come lo scambio salario-produttività e la riduzione del carico fiscale sui fattori di competitività siano cruciali per spingere il Paese sulla strada della crescita, anticipando la presentazione al Governo di misure di politica economica che affrontino i nodi di sviluppo, "senza liste della spesa, ma anzi con una verifica semestrale delle proposte avanzate".

Ristorante Bottura è il “migliore al mondo” L'Osteria Francescana al vertice dei World's 50 Best Restaurants

La top ten

È l'Osteria Francescana di Massimo Bottura a Modena il miglior ristorante del mondo, secondo The World's 50 Best Restaurants, considerato l'Oscar dei cuochi. L'annuncio il 14 giugno 2016 al Cipriani Wall Street di New York.

1. Osteria Francescana, Modena (Italia) – WORLD’S BEST RESTAURANT AND BEST RESTAURANT IN EUROPE 2. El Celler de Can Roca, Girona (Spagna) 3. Eleven Madison Park, New York (USA) – BEST RESTAURANT IN NORTH AMERICA 4. Central, Lima (Peru) – BEST RESTAURANT IN SOUTH AMERICA

Osteria Francescana ha spodestato El Cellar de Can Roca di Girona. Bottura è salito sul palco commosso. "Mi vien quasi da piangere", ha detto, e ha chiamato la moglie Lara a raggiungerlo. "Riuscire in questi giorni significa usare l'ingrediente della cultura perché la cultura è conoscenza e la conoscenza apre le coscienze e crea responsabilità". Lo chef di Osteria Francescana, che a Expo aveva collaborato con la Caritas per un Refettorio dei poveri, ha

5. Noma, Copenhagen (Danimarca) 6. Mirazur, Menton (Francia) dato appuntamento a Rio de Janeiro per la prossima "soup kitchen" nelle favelas della metropoli dei prossimi Giochi Olimpici.

7. Mugaritz, San Sebastian (Spagna)

Eleven Madison Square Park a New York è il terzo classificato nella hit parade 2016 che ha spinto uno dei numeri uno storici, Noma di Copenhagen, al quinto posto.

9. Steirereck, Vienna (Austria)

8. Narisawa, Tokyo (Giappone) – BEST RESTAURANT IN ASIA

10. Asador Etxebarri, Atxondo (Spagna)

export in breve MISSIONE DI ISPETTORI THAILANDESI IN ITALIA A distanza di cinque anni dalla precedente, si svolge dal 18 al 22 luglio (al momento di andare in stampa la missione non è ancora avvenuta NDR) una missione in Italia di ispettori veterinari thailandesi del Department of Livestock Development (DLD), finalizzata all’abilitazione all’esportazione di prodotti a base di carne suina stagionati (prosciutti, coppe, pancette, salami ecc) di tutti gli stabilimenti che hanno presentato richiesta, sulla base della visita di un campione di impianti.

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Le altre tipologie di prodotti suini, dei quali attualmente risulta attivo un flusso di esportazione verso la Thailandia, non rientrando nell’ambito di competenza del DLD, non sono al momento oggetto di ispezione. La missione, che ha carattere di visita di sistema, coinvolgerà un allevamento, un impianto di macellazione, un deposito frigorifero, due prosciuttifici, un salumificio e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna oltre che i Servizi veterinari centrali e territoriali.

Luglio 2016


filiera di Giovannibattista Pallavicini

Tavolo di filiera: gli impegni Mipaaf per il settore suinicolo Credito e sostegno finanziario agli allevatori, campagna di comunicazione e sforzo diplomatico per l'export Il 14 giugno scorso presso la Camera di Commercio di Brescia si è svolta la riunione del tavolo nazionale della filiera suinicola presieduto dal Ministro Maurizio Martina e convocato per individuare percorsi condivisi di intervento a beneficio di una filiera che da ormai troppo tempo fronteggia non più una crisi, ma quello che appare come un riassetto costante con non pochi scossoni. Alla riunione erano presenti l’Assessore all'agricoltura della Regione Lombardia Gianni Fava, un rappresentante del Ministero della Salute e le principali organizzazioni di rappresentanza del mondo allevatoriale, della trasformazione, della mangimistica, della distribuzione e vendita. Durante l’incontro il Ministro Martina ha incoraggiato il dibattito tra le rappresentanze presente, invitando cia-

scuno a esporre le proprie considerazioni sull’attuale condizione del settore. A seguito del vivace confronto, il Ministro ha presentato le azioni del Ministero a supporto della suinicoltura nazionale. In particolare sono state proposte: la conferma della compensazione Iva per le carni suine anche nel 2017 un allargamento e semplificazione della moratoria dei debiti degli allevatori con il pagamento diretto degli interessi dei mutui sostenuti; la creazione di un marchio unico nazionale per i regimi di qualità, che aiuti anche a valorizzare i tagli di carne suina italiana non utilizzati per la produzione di prosciutti DOP; ll sostegno all’export attraverso un rafforzamento dell'azione diplomatica per la rimozione delle barriere

sanitarie a partire dal mercato cinese; l ’attuazione di campagne di comunicazione e promozione a sostegno di tutto il sistema suinicolo nazionale. “Siamo determinati - ha dichiarato il Ministro Martina a chiedere anche a Bruxelles di battere un colpo per rispondere alla crisi del settore. Con altri Paesi proporremo al prossimo consiglio di prorogare lo stoccaggio privato delle carni suine, ma servono anche misure strutturali. Chiederemo che la suinicoltura possa essere considerata nel primo pilastro Pac, oltre a dei sostegni concreti per l’export. A livello nazionale abbiamo voluto condividere una serie di azioni operative e un metodo di lavoro che tenga un aggiornamento costante sull'attuazione. A metà luglio a Roma ci sarà una nuova riunione proprio per dare conto dell’avanzamento dei lavori”.

Ottimizzazione e padronanza dei processi d’igiene e sanificazione

Aziende no informa

Migliorare la performance igienico-sanitaria nell’industria alimentare Controllare il rischio Listeria nei prodotti a base di carne è la priorità per gli industriali del settore. Listeria monocytogenes è un batterio particolarmente resistente negli ambienti produttivi. Rispetto ad altri patogeni può resistere in condizioni estreme (congelazione, liofilizzazione, ambiente salino…). Può svilupparsi a temperature basse e in ambienti poco ossigenati (ciò rende critica, ad esempio, la sua presenza nelle confezioni di carne sottovuoto). Anche dopo un processo di sanificazione, le carni sono esposte a un rischio di contaminazione durante le operazioni di taglio o confezionamento. Mantenere condizioni igieniche elevate è essenziale per impedirne lo sviluppo. L’utilizzo di disinfettanti rimane lo strumento più sicuro per mantenere un elevato livello d’igiene nelle zone di produzione. Tuttavia, è importante farne un uso corretto. Una concentrazione troppo bassa può causare la comparsa di batteri resistenti. Viceversa, una concentrazione troppo alta sarà causa di costi eccessivi e rischio di danno per gli operatori e i macchinari. L’esperienza e le competenze dei tecnici HYPRED permettono di individuare le soluzioni migliori alle problematiche legate alla disinfezione. È necessario tener conto che una buona sanificazione inizia

con una corretta pulizia: ad ogni situazione il suo detergente. Grassi, proteine e sangue; a tante problematiche corrispondono altrettante procedure di detergenza. HYPRED propone delle soluzioni d’igiene complete e specifiche per ogni processo di produzione: tunnel di lavaggio, zona di eviscerazione, confezionamento... Le procedure HYPRED consentono di tener sotto controllo il rischio microbiologico, ma anche di ottimizzare i costi complessivi delle operazioni di sanificazione. Malgrado metodi di sanificazione corretti, problemi microbiologici sporadici possono arrecare danno alla performance economico produttiva, generando così una perdita di produzione o la diminuzione della conservabilità dei prodotti. Gli esperti HYPRED hanno un’ampia gamma di strumenti per individuare ed eradicare microorganismi patogeni e non come Listeria e Salmonella, anche in presenza di biofilm. I metodi HYPRED, comprovati e riconosciuti in oltre 40 paesi, hanno potuto dimostrare la loro efficacia in tutti gli ambiti del settore agroalimentare.

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CAMERA DI COMMERCIO DI PARMA

Sede delle Commissioni “tagli di carne suina” e “grasso e strutto” La Borsa Merci di Parma è stata istituita dalla Camera di Commercio nel 1967. Prima di spostarsi nell’attuale sede presso Fiere di Parma, dove sono ospitate anche le CUN, ha operato all’interno della stessa Camera di Commercio. È aperta il venerdì, dalle 9 alle 15.30. Nel corso delle contrattazioni sono rilevati i prezzi di undici tipologie di prodotti agroalimentari: salumi, carni fresche suine, suini, carni grassine, derivati del pomodoro, foraggi, granaglie farine e sottoprodotti, zangolato, siero di latte, formaggio e uve.

Numero e qualità dei prodotti rilevati ben rappresentano l’importanza della piazza di Parma legata alla straordinaria vocazione agroalimentare del suo territorio. I listini settimanali dei prezzi rilevati sono pubblicati sul sito Internet www.borsamerci.pr.it. Presidente delle Commissioni Prezzi della Borsa Merci è il Segretario Generale della Camera di Commercio o un suo delegato. L’Ufficio Borsa Merci si trova nella sede della Camera di Commercio di Via Verdi, nel centro storico di Parma.

Le Commissioni Uniche Nazionali La “Commissione Unica Nazionale dei tagli di carne suina” e la “Commissione Unica Nazionale grasso e strutto” si riuniscono settimanalmente a Parma. Le Commissioni Uniche Nazionali (CUN) nascono in attuazione del Protocollo d’intesa sottoscritto il 5 dicembre 2007 dal tavolo tecnico della filiera suinicola. Le due CUN operano il venerdì mattina parallelamente alle attività della Borsa Merci; il loro compito è di prendere atto di una panoramica del mercato dei tagli di carne suina e di grasso e strutto, fissandone i relativi prezzi per la settimana successiva. L’attività di segreteria è svolta da Borsa Merci Telematica Italiana, su incarico del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

Come arrivare

Modalità di ingresso Nella localizzazione, di 1.200 mq, sono disponibili: • n. 400 posti auto • 90 box • area ristoro

Sede contrattazioni: Borsa Merci della Camera di Commercio presso Fiere di Parma Via Fortunato Rizzi 67/a 43126 Parma

www.borsamerci.pr.it


prodotti tutelati

Bresaola della Valtellina IGP, consumata da 8 italiani su 10 Nella ricerca Doxa emergono interessanti spunti sull'utilizzo a tavola del salume Gli italiani e la Bresaola della Valtellina IGP: 8 su 10 la mangiano abitualmente e la apprezzano, soprattutto per il gusto, leggerezza e praticità d’uso. La consumano più spesso a cena che a pranzo, ma conoscono troppo poche ricette (appena 2 o 3). Per loro la bresaola ideale è morbida, di un bel rosso-rosa, magra e senza troppe striature di grasso. Lo rivela una ricerca condotta da Doxa per il Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina su percezione e abitudini di consumo degli italiani di questo salume magro che orami appartiene alla nostra migliore tradizione gastronomica. Per il 74% degli italiani sapere che la Bresaola della Valtellina IGP è spesso prodotta con carne bovina pregiata importata dall’estero non è motivo per cambiare abitudini d’acquisto (anzi per un 7% è motivo per consumarla di più). Quello che fa una carne di qualità, infatti, non è tanto la provenienza quanto piuttosto il sistema di allevamento (lo afferma il 51% degli italiani rispetto al 28% che ritiene che l’origine italiana della carne sia di per sé garanzia di qualità). Quasi 7 italiani su 10 vogliono comunque sapere da dove vengono i bovini utilizzati per produrre la Bresaola della Valtellina IGP e 8 su 10 vorrebbero che questa informazione venisse riportata anche in etichetta. Per questo il Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina lancia una campagna di informazione su qualità e sicurezza delle carni utilizzate per la produzione di questo alimento sul sito www.bresaoladellavaltellina.it, in rappresentanza delle 14 aziende associate, che producono la quasi totalità della bresaola certificata IGP in Italia: 12.272 tonnellate, che diventano 17.000 se si conteggia

anche il prodotto non IGP. “Abbiamo fatto una scelta di trasparenza: ai nostri consumatori diciamo tutto quello che vogliono sapere - afferma Mario Della Porta, presidente del Consorzio Tutela Bresaola della Valtellina. Per questo abbiamo scelto di avviare una campagna di informazione che racconti loro quali sono i fattori di qualità che rendono unica la Bresaola della Valtellina IGP (la tradizione secolare dei produttori della Valtellina nella selezione delle migliori carni, la loro rifilatura, il dosaggio degli aromi, la cura del prodotto durante la stagionatura, favorita dal nostro clima unico) e di comunicare con trasparenza anche l’origine della materia prima, dedicando a questo tema una sezione del sito internet del Consorzio. Questa ricerca evidenzia che gli italiani sanno che quello che conta per la Bresaola della Valtellina è la qualità: non sembrano preoccupati dalla provenienza estera della materia prima ma vogliono sapere da dove vengono i bovini che utilizziamo per fare la nostra Bresaola, oggi garantita dal marchio comunitario IGP”. La fotografia scattata dall’indagine rivela un prodotto molto amato, con un’ottima immagine e un percepito positivo: le caratteristiche più apprezzate nella Bresaola della Valtellina IGP sono il gusto inimitabile (35%) e la leggerezza (28%), che la rende adatta alle esigenze di quanti vogliono stare in forma o vogliono mettersi a dieta.

Carni non italiane nella bresaola? No problem per 3 italiani su 4 Informati sull’origine della materia prima della Bresaola della Valtellina i tre quarti della popolazione non reagisce negativamente: non si stupiscono e, soprattutto, non

pensano di diminuire i consumi. Che i migliori tagli di coscia di manzo utilizzati per la Bresaola della Valtellina IGP arrivino principalmente dal Sudamerica e da alcuni Paesi europei, il 21% “lo sapeva già” e il 54% “non lo sapeva, ma la cosa non preoccupa e non dispiace affatto”. Solo per il 25% del campione sapere questa informazione è fonte di preoccupazione.

Le DOP compiono vent’anni: Emilia-Romagna leader in Europa con 43 denominazioni Si è tenuto a Piacenza il Forum nazionale dedicato a questo importante comparto del made in Italy Vent’anni di DOP, vent’anni di eccellenze agroalimentari, simbolo in tutto il mondo dl miglior made in Italy. Nascevano nel 1996 le prime denominazioni e indicazioni d’origine e da subito l’Emilia-Romagna si è distinta con ben 13 prodotti: le DOP Parmigiano-Reggiano, Prosciutto di Parma, Grana Padano, Prosciutto di Modena, Culatello di Zibello, Coppa Piacentina, Salame Piacentino e Pancetta Piacentina, Casciotta di Urbino, Olio di Brisighella; le IGP Marrone di Castel Del Rio e Fungo di Borgotaro (IGP). Un ruolo di leadership che negli anni si è rafforzato. Oggi infatti l’Emilia-Romagna detiene il record europeo di prodotti DOP e IGP con ben 43 specialità. Per questo, in occasione del ventennale, la Regione si è fatta promotrice a Piacenza di un forum nazionale dedicato a questo comparto del food, strategico per impatto economico ed export, ma importante anche da un punto di vista culturale e identitario. Ad affiancare la Regione, il Consorzio dei Salumi DOP Piacentini. Piacenza è infatti ancora oggi la sola provincia in tutta Europa ad avere tre salumi DOP: Coppa, Pancetta e Salame. “L’agroalimentare, è la seconda voce del nostro export e il 2015 è stato un anno record con un valore di quasi 5,8 miliardi e una crescita del 6,2% – ha sottolineato il

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mentare può dare un contributo importante”.

Obiettivo: più informazione

residente della Regione Stefano Bonaccini – ma possiamo crescere ancora, perché nel mondo la domanda di qualità e di tipicità è in crescita. Come Regione vogliamo sostenere questo processo anche grazie alle risorse del Psr 2014-2020, la cui applicazione procede a pieno ritmo e che può contare su un plafond di circa 1,2 miliardi di euro. A fine 2016 avremo messo a bando il 60% delle risorse. Vogliamo agire con velocità, per superare definitivamente la crisi e creare posti di lavoro. L’agroali-

I prodotti DOP e IGP siano la punta avanzata dell’agroalimentare italiano e fuori di dubbio. Lo afferma Nicola Levoni, Presidente di ASSICA. “Grazie anche a questi prodotti oggi possiamo vantare circa un miliardo di euro di esportazioni, la cui quota dei tutelati risulta di circa il 17% del totale. La qualità dei salumi tutelati è legata a tutto il processo produttivo. Questo però non sempre è riconosciuto dal consumatore. Il problema principale è la conoscenza del significato delle denominazioni. Dopo oltre 20 anni, è noto solo al 15% circa dei consumatori europei (33% circa in Italia).” Essenziale a questo riguardo il ruolo dei Consorzi, che – come ha sottolineato Davide Nini, presidente del Consorzio Prosciutto di Modena – “devono svolgere un grande lavoro di comunicazione per traferire ai consumatori il concetto che la DOP garantisce non solo la qualità del prodotto, ma dell’intero processo di cui esso fa parte, dall’allevamento fino alla trasformazione. Noi da diversi anni abbiamo intensificato la promozione, attraverso eventi sul territorio, presenza alle fiere e stiamo raccogliendo buoni risultati”.

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