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FEDERALIMENTARE: GLI STATI GENERALI DELLâINDUSTRIA ALIMENTARE MAG G I O 2 0 1 9 N ° 0 5
Lâindustria delle
Carni Salumi e dei
MAGGIO 2019 N°05
Direzione e amministrazione Milanofiori, Strada 4 Palazzo Q8 20089 Rozzano (MI) Tel. +39 02 8925901 (6 linee) assicaservice@assicaservice.it www.assica.it Direttore responsabile Alfredo La Stella Redazione Andrea Aiolfi Giada Battaglia Loredana Biscione Silvia Bucci Davide Calderone Laura Falasconi Tiziana Formisano Gianluigi Ligasacchi Monica Malavasi Sara Margiotta Fabio Onano Giovannibattista Pallavicini Fiorella Palmieri Stefano Parisi Viviana Romanazzi Andrea Rossi
SOMMARIO primo piano Federalimentare: gli Stati generali dellâindustria alimentare........................................................ 3
La carne e la salute del cuore....................................................................................................... 7
mercati Lâexport 2018 dellâindustria alimentare........................................................................................ 8
intervista Intervista a Giorgia Vitali nuovo presidente del CLITRAVI............................................................ 10
Francesca Senna Michele Spangaro Stefania Turco Registrato presso il Tribunale di Milano in data 24 gennaio 1951
eventi TUTTOFOOD: la partecipazione di ASSICA, fra incontri e seminari............................................... 13
comunicazione I salumi emblema dellâantispreco................................................................................................. 14
con n. 2242 Impaginazione Studio ABC Zone Via Angelo Moro 45 20097 San Donato Mil. (MI) Tel. +39 02 57408447
Stampa Via Dante Alighieri, 50 21010 Brezzo di Bedero (VA) Tel. +39 0332 549533 Fax +39 0332 546426 PubblicitĂ ASSICA SERVICE Srl
economia Indagine CsC sulla produzione industriale................................................................................... 17
sanitarie in breve Le sostanze aromatizzanti............................................................................................................ 17
La Commissione attua il piano dâazione per lâeconomia circolare................................................ 18
prodotti tutelati Salumi DOP e IGP: tradizione e creativitĂ in cucina..................................................................... 19
20089 Rozzano (MI)
Salumi Piacentini DOP: il 2018 si conclude con un incremento della produzione......................... 21
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Foto di copertina collage di immagini Shutterstock Chiuso in tipografia il 16 maggio 2019
Lâexport nellâindustria alimentare
Europa
La Mortadella Bologna IGP vince la tappa del gusto................................................................... 21
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La carne e la salute del cuore
alimentazione 4.0
info@abcz1.it
Reggiani S.p.A.
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carni sostenibili
fiere e manifestazioni IFFA 2019: la tradizione incontra lâhigh-tech................................................................................ 23 Vinitaly: vini italiani in calo nella GDO mentre crescono le vendite online .................................. 23
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Conclusa lâedizione 2019 di TUTTOFOOD
primo piano di Laura Falasconi
Federalimentare: gli Stati generali dellâindustria alimentare Il food ritorna cuore del Made in Italy e chiede alla politica un piano strategico per la crescita sui mercati internazionali Oltre 56mila imprese per un fatturato che supera i 140 miliardi di euro, di cui quasi 35 derivanti dalle esportazioni, con un trend in continuo aumento che nel 2018 ha segnato un +2,8% rispetto al 2017 e un +25,2% rispetto al 2013. Il food&beverage rappresenta ormai il secondo settore manifatturiero in Italia. Forte di questi numeri contenuti nel Rapporto sullâIndustria alimentare in Italia, stilato dalla Luiss Business School e presentato a Roma in occasione del 1° Convegno di Federalimentare âIndustria alimentare: cuore del Made in Italyâ lo scorso 8 maggio, il Presidente di Federalimentare Ivano Vacondio ha chiesto alla politica maggiore attenzione, in particolare nel sostegno allâinternazionalizzazione. Siamo ambiziosi - ha detto il Presidente di Federalimentare - vogliamo arrivare nei prossimi 2 anni al traguardo di 50 miliardi di fatturato export. Ma per far questo è importante abbandonare le ideologie e abbracciare gli accordi di scambio bilaterali come abbiamo fatto nel caso del Canada e del Giappone. CosĂŹ come dobbiamo affrontare il problema del mercato russo che non possiamo abbandonare. Nel mondo esiste un nuovo approccio al cibo che
non coinvolge solo le ĂŠlite, ma anche la classe media nei paesi emergenti ed è lĂŹ che abbiamo la possibilitĂ di crescere in maniera significativa a doppia cifra. Chi compra cibo italiano lo compra perchĂŠ ha bisogno di status, perchĂŠ siamo unâeccellenza come mostra anche lâandamento del turismo enogastronomico. Il nostro mondo è fatto di grandi imprese, aziende multinazionali ma anche tante PMI. Câè un dato sorprendente: lâexport è cresciuto piĂš nelle PMI che nelle altre imprese. In realtĂ questa crescita della propensione allâexport delle PMI si spiega con il fatto che âi consumi nel nostro Paese vanno male - ha detto Vacondio - e cosĂŹ gli imprenditori hanno cercato fuori dai confini nazionali delle opportunitĂ . Essere piccoli e medi ha dei vantaggi: maggiore flessibilitĂ , maggiore possibilitĂ di fare innovazione di prodottoâ. Lâexport è una chiave di volta per tutto lâagroalimentare; per questo Vacondio ha rivolto un appello al mondo politico: âQui la politica ci deve aiutare, non ce la facciamo piĂš e qui voglio essere molto chiaro: alla politica non chiediamo soldi, sappiamo che non ci sono, chiediamo di essere accompagnati allâesteroâ ha detto il Presidente di Federalimentare. âIn questi mesi mi sono reso conto dellâimpor-
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tanza delle Ambasciate che dovrebbero avere anche addetti specializzati nel Food and Beverageâ. Sono tante le minacce che ostacolano il raggiungimento dellâobiettivo dei 50 miliardi di export, minacce che richiedono una grande attenzione della politica. A preoccupare Federalimentare è soprattutto la revisione dei codex. Lâetichetta fronte pacco è un problema piĂš grande dei dazi âperchĂŠ è il vero grande attacco alla dieta mediterranea. Mettere su un prosciutto o sul parmigiano reggiano un bollino rosso con scritto nuoce alla salute è un grande problema. Ha sottolineato Vacondio: âal riguardo devo ringraziare il Parlamento tutto per aver votato allâunanimitĂ una mozione che impegna il Governo a difendere in tutte le sedi la nostra posizione. Ma non sarĂ sufficiente perchĂŠ occorre fare delle alleanze per vincere questa battaglia.â Quindi il Presidente ha affrontato temi sensibili per Federalimentare e al centro del dibattito politico. In primis il Made in Italy. Il made in Italy - ha sottolineato - è un valore per molti settori. Oggi il Made in Italy è un marchio; però, spesso, si confonde Made in Italy con materia prima. La materia prima è come quando si lavora una pietra preziosa, arriva grezza, la dobbiamo lavorare per aumentarne il valore con ricette innovative, tecniche produttive e garanzie di sicurezza. Le polemiche che periodicamente emergono non vanno nella direzione giusta. Anche lâindustria tifa per la materia prima nazionale, ma il Made in italy è merito anche degli imprenditori che lavorano la materia prima e la trasformano e dei collaboratori che sono in grado di fare cose straordinarie.
DA ASSICA, FORTE APPREZZAMENTO PER GLI STATI GENERALI DELLâINDUSTRIA ALIMENTARE Da Nicola Levoni, Presidente di ASSICA e vicepresidente di Federalimentare, grande sostegno e forte apprezzamento riguardo agli âStati generali dellâIndustria alimentareâ, evento che si è tenuto lo scorso 8 maggio a Roma. La presentazione di uno studio LUISS sullâindustria alimentare quale cuore del Made in Italy è stata lâoccasione per ribadire le numerose e ambiziose sfide che il secondo settore manifatturiero del Paese si trova davanti, specie sui mercati internazionali. I dazi e le barriere non tariffarie, le misure di etichettatura âa semaforoâ, gli attacchi mediatici allâindustria alimentare e le difficoltĂ persistenti dei consumi interni sono stati i temi su cui il Presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio, ha ingaggiato tutti i relatori intervenuti ricordando come ci si aspetti dalla politica azioni volte a valorizzare i nostri prodotti e a contrastare chi li squalifica e li demonizza. âCondividiamo pienamente il messaggio del Presidente
Ă poi passato al tema della rappresentanza. âSulla rappresentanza noi auspichiamo maggiore coinvolgimento e collaborazione tra agricoltura e industria. Fare filiera fra mondo produttivo primario e noi, non è solo auspicabile ma necessario per migliorare la qualitĂ e corrispondere le aspettative dei consumatori. Noi riteniamo giusto e doveroso fare filiera, però, dobbiamo essere chiari: questa necessitĂ di fare business di filiera non può essere confuso con la rappresentanza allâinterno delle istituzioni. La rappresentanza del Food and beverage spetta a Federalimentare che è parte di Confindustria.â
Vacondio - ha affermato Nicola Levoni - e, come asso-
IVA, altro tema caldo. Le clausole di salvaguardia devono essere rimosse. A fronte di consumi che vanno male, lâaumento dellâIVA esaspererebbe i problemi. Lâidea di accettare lâaumento dellâIVA in cambio di un taglio del cuneo fiscale secondo Vacondio non va bene, perchĂŠ non è una misura opportuna in un contesto di consumi depressi e perchĂŠ avvantaggerebbe solo i lavoratori dipendenti, lasciando fuori pensionati e disoccupati ecc. Con riferimento al rinnovo del contratto, il Presidente ha fatto un appello alla compattezza del mondo industriale e dopo aver ricordato che industria
auspicio per le prospettive future del nostro settore.
ciazione di categoria, non possiamo che sostenerlo con un impegno fattivo in ogni occasione in cui si affrontano i temi e le sfide di settore. Lâattenzione che ci è stata dimostrata, citando i prosciutti come prodotti simbolo della dieta mediterranea, patrimonio culturale mondiale a cui non si può pensare di imporre bollini e semafori, ci richiama ancora piĂš ad un impegno in prima filaâ. Commentando in particolare poi il dettagliato intervento del Ministro Centinaio, Nicola Levoni ha voluto sottolineare che i primi risultati fin qui raggiunti sono di ottimo
âLe parole del Ministro Centinaio confermano le giĂ positive indicazioni venute da atti di impegno concreto verso lâagrifood nazionale: un approccio integrato e di filiera, un approccio che guarda a creare nuovo business ed eliminare fardelli, come nel caso dellâaccordo per esportare le carni suine in Cina che il Ministro Centinaio ha citato, non può che trovare il nostro positivo favore e riscontro; si tratta di parole da non sottovalutare nĂŠ per il Presente nĂŠ per i positivi sviluppi futuri a cui stiamo lavorandoâ ha cosĂŹ affermato il Presidente Levoni.
Continua a pag. 4
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primo piano Segue da pag. 3 e sindacati gestiscono insieme e con successo alcuni organismi di welfare si è rivolto ai sindacati, auspicando un accordo al quale occorrerĂ lavorare molto perchĂŠ la piattaforma proposta è troppo onerosa e non è in linea con lâaccordo Confederale. Concludendo il suo intervento, il Presidente di Federalimentare ha ricordato che âcome Paese abbiano un problema: il debito pubblico. Paghiamo 70 miliardi di interessi sul debito pubblico. Se si lavora per pagare gli interessi, i soldi per gli investimenti non ci saranno maiâ. Bisogna, quindi, raccontare al Paese la veritĂ . Se dobbiamo cercare di risanare bisogna invertire la rotta. Noi vorremmo essere al centro del Paese per quel che riguarda investimenti e crescita. La politica non crea ricchezza, ha il
diritto di distribuire ricchezza ma la ricchezza la producono le imprese e gli investimenti. In questo Paese vince chi dice cose forti, ma lâemozione non può prevalere sulla ragione. Governare significa a volte prendere decisioni contro la maggioranza, ma nellâinteresse generale del Paese. Quindi ha lanciato un appello ai presenti: âAnche noi dobbiamo smettere di delegare alla parte del Paese meno laboriosa e lungimirante la rappresentanza dei corpi intermedi. Noi dobbiamo mettere a disposizione del Paese le nostre competenze. Essere ĂŠlite non è solo un privilegio, ma è una grande responsabilitĂ . Chi ha competenza ed esperienza metta a disposizione le sue capacitĂ per servire il Paese.â
in Europa. Lâauspicio quindi è quello di avere un accordo con il Regno Unito che preveda unâUnione doganale o un mercato che comprenda anche il Regno Unito, perchĂŠ dovranno essere fatti i controlli di tutti i prodotti che entrano in Europa. Sul fronte del Bilancio comunitario il punto piĂš delicato, secondo Tajani, è quello relativo alla PAC (politica Agricola Comune): âNoi abbiamo bloccato il dibattito legato alla riforma della PAC e il Parlamento non ha votato in seduta plenaria la riforma della PAC perchĂŠ non ci piaceva nĂŠ il bilancio nĂŠ i contenuti. Il rischio è che con la Brexit ci sia un taglio alla PAC e che ci sia una PAC non orientata alla politica agroindustriale, ma sia troppo ambientalistica. Tutti vogliamo lâeconomia verde, ma attenzione lâestremismo ambientalista non fa bene nĂŠ allâambiente nĂŠ allâindustriaâ. Positiva la maggiore dotazione - 10 miliardi in piĂš - dei fondi destinati allâinnovazione e la ricerca del settore agricolo e agroalimentare. Bene lâapprovazione della direttiva sulle Pratiche Commerciali Sleali. Una direttiva sollecitata e attesa dal mondo agroalimentare perchĂŠ nel complesso âil danno generato dalle politiche commerciali sleali è di oltre 10 miliardi lâanno e i costi aggiuntivi per chi le subisce ammontano a 4,4 miliardiâ. Al riguardo lâauspicio è quello che gli Stati Membri facciano la loro parte recependo rapidamente il testo comunitario.
dare alla UE serve un Commissario italiano in un settore che si occupi dellâeconomia reale (industria, agricoltura, commercio internazionale). LâItalia - ha detto - può essere capofila nel settore agroalimentare, di tutti i Paesi che hanno una florida industria agroalimentare per condizionare le scelte della Europa e trovare soluzioni bilanciate. ServirĂ poi una politica industriale europea forte perchĂŠ lâEuropa senza industria e senza impresa è destinata a precipitare in una crisi economica profonda e questo vale anche per il nostro Paese. Senza impresa non câè lavoro e senza lavoro non câè nĂŠ libertĂ nĂŠ dignitĂ .
Centinaio: un cambio di passo per vincere sui mercati internazionali Intervenendo al dibattitto il ministro delle Politiche Agricole Alimentari Forestali e del Turismo Gian Marco Centinaio ha spiegato la sua visione dellâagroindustria, del ministero e
Tajani: vigilare nella prossima legislatura sui temi importanti per lâagroindustria Il Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha ricordato lâimportanza dellâIndustria alimentare e le tante battaglie giĂ affrontate dal settore alimentare in ambito europeo. âAbbiamo cercato di esservi vicini in tante battaglie e continueremo a vigilare nella prossima legislatura sui tanti temi importanti per la nostra agroindustriaâ. Due i fronti delicati: quello commerciale e quello del bilancio. Sul fronte commerciale, Tajani ha ricordato lâimportanza degli accordi che lâEuropa ha definito o sta definendo con importanti partner extra Ue in particolare Canada, Messico, Giappone, Mercosur, Nuova Zelanda e Australia anche in unâottica di difesa del Made in Italy dallâitalian Sounding. Ha poi sottolineato la necessitĂ di intervenire sul fronte Brexit. Avere una frontiera flessibile fra Irlanda del Nord e Repubblica di Irlanda - ha sottolineato - non significa che questa debba essere una groviera destinata a danneggiare la agricoltura e la industria agroalimentare italiana ed europea. Il rischio è che possano arrivare in Europa animali o prodotti di origine animale dai Paesi dellâEst Europa o dellâAmerica o dagli Ex Paesi sovietici che non sono sottoposti ai necessari controlli che ci sono
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E a proposito di concorrenza sleale e tutela del âMade in Italyâ il presidente ha richiamato la prossima Commissione UE ad un impegno ancora piĂš deciso per combattere la contraffazione. Come sarĂ necessario mantenere fondi per promuovere lâindustria di qualitĂ , con lâobiettivo di rafforzare la presenza del prodotto comunitario di qualitĂ al di lĂ dei confini. Infine, Tajani ha sollecitato il governo italiano âqualunque esso sarĂ â a chiedere un portafoglio economico, perchĂŠ per interesse nazionale e per contributo che lâItalia può
del futuro. Partendo dai numeri dellâindustria alimentare, Centinaio ha detto che questa è un punto di forza del nostro settore, spiegando che: âQuando parlo di nostro settore, penso allâagrifood con una visione nuova, un settore che questo ministero vuole considerare a 360 gradi rispetto al passato. Quando sono arrivato al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (poi del Turismo) - ha spiegato - mi è stato detto ânoi siamo Il ministero dellâagricolturaâ, le aziende agroalimentari sono unâaltra cosa. Le aziende
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primo piano dellâagroalimentare sono un interlocutore, ma in alcuni casi sono un avversario. Io per formazione professionale arrivo da unâazienda che trattava agroalimentare - mi sono chiesto perchĂŠ Lâindustria agroalimentare deve essere una controparte di questo Ministero? Il primo obiettivo che ci siamo dati, quindi, con tutto lo staff è stato quello di darci una visione diversa rispetto al passato. La visione che lâindustria agroalimentare è uno dei punti di arrivo del mondo agricolo del nostro Paese. Lo sappiamo tutti che molto spesso i prodotti allevati pescati e coltivati nel nostro Paese finiscono non direttamente sulla tavola, ma in una azienda di trasformazione e di conseguenza deve esserci un rapporto di collaborazione, interlocuzione e non di scontro fra il mondo agricolo e quello agroalimentare e per questo abbiamo cercato di lavorare per far ragionare. Noi abbiamo lavorato per cercare di far collaborare due mondi diversi. Abbiamo cosĂŹ iniziato a lavorare ai tavoli di filiera. Il primo aperto è stato quello della pasta e del grano ma poi ci sono stati altri esempi come quelli della carne suina. Lâobiettivo è quello di avere al tavolo di filiera tutte le componenti fino ad arrivare alla distribuzione anzi al consuma-
tore finale per creare il confronto.â Il Ministro Centinaio ha poi sottolineato come il suo ministero non possa essere inteso come separato da tutto il resto dellâeconomia italiana; lâeconomia del nostro Paese non la si migliora solo abbassando le tasse o facendo dei provvedimenti che si ricorderanno negli anni, ma anche creando rapporti, la si migliora anche cercando di far capire che lâagroalimentare italiano è un agroalimentare di qualitĂ che è riconosciuto in tutto il mondo. Lâeconomia del nostro Paese la si migliora anche andando in giro per il mondo e cercando di aprire nuovi mercati. âLâaccordo con la Cina, per cui siamo stati molto criticati - ha proseguito il Ministro - è stato un accordo importante per i produttori di arance e per i produttori
di carni maiale. Se le aziende sono accompagnate dalla classe politica i mercati si aprono, e piĂš la classe politica è alta piĂš câè interesse nei confronti dellâinterlocutore (questa è la lezione che abbiamo imparato dagli altri Paesi). Per questo nelle prossime settimane saremo in Cina, ma saremo anche in Giappone al G20 agricoltura. PerchĂŠ ci devi essere, perchĂŠ facendo cosĂŹ ti conoscono e conoscono il nostro Paese. Le aziende piĂš grandi possono andare anche da sole sui mercati piĂš lontani, ma i piĂš piccoli devono essere accompagnati. Lâobiettivo è far sĂŹ che tutti possano avere le stesse possibilitĂ â. La presenza conta anche quando si parla di etichettature. In Italia e in Europa si parla di etichettatura, ma sono sempre di piĂš i Paesi in linea con la proposta italiana. Il Ministro Centinaio ha ribadito che il suo obiettivo è far si che quando un alimento è prodotto in Italia venga tutelato. Con riferimento allâetichettatura a semafori, si è ricordato che lâItalia sta facendo un grande lavoro, mentre qualcun altro ha fatto un lavoro a tutela delle proprie multinazionali e non della salute dei propri consumatori. âSe ci sono Paesi che vogliono tutelare le proprie multinazionali penalizzando aziende italiane e lâagrifood italiano noi non ci stiamoâ â ha asserito con forza il Ministro Centinaio. Fondamentale inoltre è lâabbinamento dellâagroalimentare al turismo. Questo â ha sottolineato il Ministro - non è un capriccio di Centinaio. Non è un caso infatti che al G20 in Brasile dellâanno scorso i 20 ministri agricoltura piĂš importanti al mondo nel loro documento finale abbiano indicato che il turismo nelle aree rurali serve a migliorare lâagricoltura di quei Paesi, ma serve anche a migliorare il turismo e a far conoscere quelle aree meno famose allora siamo sulla strada giusta. Se si pensa che 85% dei turisti americani venuti lâanno scorso nel nostro Paese, tra i primi 3 motivi di scelta dellâItalia, ha indicato lâagroalimentare, se si pensa che lâenoturismo è stata considerata uno degli strumenti emergenti, si ha la sensazione di essere sulla strada giusta. Un altro elemento: lâultimo sondaggio nel Regno Unito sulla conoscenza delle varie cucine nel mondo dice che la cucina italiana è la piĂš conosciuta e copiata al mondo. Lâagroalimentare italiano deve e può diventare uno dei punti di forza della nostra economia. Allora servono iniziative promozionali, un cambio di passo, perchĂŠ mentre si promuove lâagroalimentare italiano si promuovono i territori dai quali proviene lâagroalimentare e quindi quello che si produce nel nostro Paese. Concludendo il suo intervento il ministro ha lanciato un appello a fare sistema. âFare sistema - ha detto - è stato un concetto abusato, però siamo in un momento in cui câè mentalitĂ giusta câè opportunitĂ câè voglia di fare coordinamento, câè voglia di promuovere, câè la volontĂ di far in modo che nellâagroalimentare non ci siano piĂš contrapposizioni, ma anzi il settore sia un esempio per tuttiâ . âDel resto, quando lâexport del Paese segnava un meno, lâExport dellâagrifood mostrava un segno piĂš, perchĂŠ voi imprenditori avete trainato lâeconomia del nostro Paese nonostante il nostro Paeseâ.
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âIl mio obiettivo, quando vado al Ministero - ha terminato - è quello di non essere il fardello delle aziende italiane, ma essere il Ministero che aiuta e agevola le aziende italiane. Ed è questa la promessa che vi faccio essere sempre dalla parte delle nostre aziende e portare il mondo agricolo a non considerarvi piĂš un nemico, ma un interlocutore privilegiatoâ. Concludendo i lavori il Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia ha detto: âLâindustria alimentare italiana è un fiore allâocchiello dellâintero apparato produttivo nazionale, quellâeccellenza dellâimprenditoria che esprime una dimensione paese, aiuta a costruire una percezione dellâItalia e del made in Italy migliore di quanta ne abbiamo noiâ. âĂ il secondo settore manifatturiero dopo quello dei macchinari, con una proiezione sui mercati internazionali che continua a crescere nonostante le difficoltĂ congiunturali che stiamo vivendoâ, ha sottolineato il presidente di Confindustria. Non solo: le aziende di Federalimentare sono la riprova âquando entrano in gioco armonia, gusto, tecnologia entra in gioco lâItalia. I mercati globali sono di nicchia e i mercati di nicchia sono per noi italianiâ. Agroindustria, trasformazione e distribuzione rappresentano una filiera importante, ma è finita lâepoca dellâautosufficienza, da soli possiamo fare tanto, ma non ce la faremo. âBisogna riportare - ha detto Boccia - lâattenzione su un progetto di medio termine per il Paese, uscire dal presentismo, con la politica che recuperi il suo primato, in Italia e in Europa. Siamo il secondo paese manifatturiero con gli handicap che abbiamo, dal costo del lavoro al total tax rate, se solo rimuovessimo questi gap potremmo essere tra i primi paesi industriali al mondo. Ă la sfida che Confindustria lancia alla politicaâ.
Tavola rotonda Si è poi svolta una tavola rotonda, moderata dal giornalista Nicola Porro, con Paolo De Castro, vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, Gianni Pietro Girotto presidente della Commissione Industria, Commercio e Turismo del Senato, Raffaele Nevi membro della Commissione Agricoltura della Camera e Ivano Vacondio presidente di Federalimentare. Gli autorevoli relatori intervenuti hanno dibattuto dei principali temi di attualitĂ per il settore agroalimentare: dalle sfide competitive in Europa e nel Mondo, agli scenari e alle lezioni impartite dalla Brexit, dalle misure per sostenere e accompagnare le imprese allâestero difendendo il valore del Made in Italy, fino alla necessitĂ nazionale di creare maggior coordinamento delle politiche e migliori opportunitĂ di sfruttare le naturali sinergie che si vengono a creare fra aziende del sistema agroalimentare.
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a cura della redazione di
Carni Sostenibili
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La carne e la salute del cuore Lâinformazione sulla relazione tra consumo di carne e salute del cuore è spesso fuorviante. Il messaggio che arriva è che la carne non fa bene al sistema cardiocircolatorio per il suo contenuto in grassi saturi. Ma la carne è amica del cuore piĂš di quanto si pensi Lâinformazione sulla relazione tra il consumo di carne e la salute del cuore è oggi confusa e fuorviante. Il messaggio che arriva è che la carne non fa bene al sistema cardiocircolatorio per il suo contenuto in grassi saturi e colesterolo, causa di malattie cardiache. In realtà è stato dimostrato che la carne è amica del cuore piĂš di quanto si pensi. Lâesame di 54 studi presenti in letteratura scientifica ha evidenziato ad esempio che la carne rossa magra, privata del grasso esterno visibile, non aumenta il colesterolo cattivo LDL e nemmeno quello totale, additando invece tra le cause di maggior introito di grassi saturi cibi malsani come snack veloci, olii e alimenti trasformati. Al contrario la carne rossa magra consumata allâinterno di una dieta varia ed equilibrata è stata associata a una riduzione del colesterolo cattivo, sia nei soggetti sani che con ipercolesterolemia. Oggi sappiamo inoltre che tanti nutrienti e sostanze bioattive della carne hanno un ruolo fondamentale proprio nel corretto funzionamento del sistema cardiocircolatorio e intervengono nella riduzione del colesterolo ematico. Ne sono un esempio minerali come lo iodio e il selenio che proteggono il cuore, oppure la vitamina B12, la cui miglior fonte è proprio la carne rossa ed una sua carenza causa un aumento dellâomocisteina nel sangue, predisponendo ad un maggior rischio di infarto e ictus. La carne contiene anche acidi grassi omega 3 a catena lunga EPA e DHA, di cui è nota la loro attivitĂ per la prevenzione delle malattie cardiovascolari e devono essere necessariamente assunti attraverso i cibi che li contengono (carne e soprattutto pesce, mentre sono assenti nei vegetali), in quanto la sintesi nel nostro organismo non è efficiente. Oggi il contenuto in acidi grassi polinsaturi nelle carni non è piĂš prerogativa degli animali alimentati al pascolo, ma anche nellâallevamento controllato, attraverso unâalimentazione mirata, come ad esempio lâintegrazione con semi di lino nei mangimi, è possibile arricchire le carni di questi grassi benefici. Anche il coenzima Q10, sostanza bioattiva della carne ad attivitĂ antiossi-
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la pressione sanguigna, concludendo che lâassunzione di carne rossa in questi quantitativi, molto vicini a quelli previsti dalla dieta mediterranea, non influenza negativamente i fattori di rischio di malattie cardiovascolari, anzi sono protettivi.
dante, interviene nel corretto funzionamento del sistema cardiocircolatorio, in quanto aumenta la forza pompante del cuore e viene attualmente impiegato proprio nel trattamento delle patologie cardiovascolari. Tra le sostanze bioattive della carne troviamo anche lâacido linoleico coniugato CLA, la taurina e la carnitina, che insieme agiscono attivamente nella riduzione del colesterolo e prevengono le patologie cardiovascolari.
cun danno allâorganismo e non influenza lipidi e lipoproteine nel sangue nĂŠ
Se per la carne rossa non ci sono problemi nelle dosi raccomandate, per la carne bianca invece anche un consumo piÚ elevato è stato associato ad un ridotto rischio di patologie cardiovascolari, ed è risultato addirittura protettivo contro diabete e cancro. In virtÚ di queste recenti scoperte quando mettiamo nel piatto un bel pezzo di carne, è giusto essere consapevoli che anche la salute del cuore ne sta traendo beneficio.
Ă interessante notare che se da un lato è vero che la carne rossa magra privata del grasso visibile non aumenta i fattori di rischio cardiovascolari, è anche vero però che le sostanze bioattive benefiche per la salute del cuore si trovano proprio nel grasso, perchĂŠ sono di natura lipidica, come il coenzima Q10, i CLA e gli EPA e DHA. Questa è unâulteriore conferma della recente rivalutazione del grasso, alla luce degli ultimi studi che smentiscono che i grassi saturi aumentino il rischio di patologie, tra cui quelle cardiovascolari, rivelandone invece anche le proprietĂ antitumorali. Di qui lâimportanza di non scegliere solo carni magre, ma di orientarsi anche e soprattutto verso carni ben marezzate, cioè con un bel grasso di infiltrazione diffuso allâinterno della fetta che le dĂ un aspetto marmorizzato, cosĂŹ da non perdere queste componenti positive. Una meta-analisi sistematica di studi randomizzati e controllati ha mostrato che il consumo uguale o maggiore di mezza porzione al giorno di carne rossa non arreca al-
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mercati di Luigi Pelliccia - Federalimentare Servizi
Lâexport 2018 dellâindustria alimentare Superata la quota di 33 miliardi di euro Le esportazioni dellâindustria alimentare hanno raggiunto lâanno scorso la quota di 33,2 miliardi di euro, con un +3,4% circa sullâanno precedente. Il passo è rallentato, dopo il +7,0% (rivalutato) del 2017, ma le performance sul passo lungo dellâindustria alimentare rimangono largamente premianti. Dal 2007, ultimo anno pre-crisi, lâexport ha segnato infatti un aumento del +81,7%, contro il +28,5% del totale industria. Ne esce un differenziale di oltre 53 punti. Lâincidenza export/fatturato 2018 ha raggiunto cosĂŹ il 23,7%, con un salto di dieci punti percentuali rispetto alle incidenze export-fatturato poco superiori al 13% registrate dal settore allâinizio dello scorso decennio.
Export alimentare dei principali prodotti - mondo - Anno 2018 8,9 0,1
1,8
15,2
3,2
0,4 0,5 2,6
0,8
3,2
1,3
%
16,1
Crescite dellâexport significative, nel confronto 2018/17, sono state messe a segno da molti mercati emergenti. Fra questi: lâEgitto (+46,7%), lâUcraina (+40,9%), la Lettonia (+27,1%), la Nigeria (+20,1%), le Filippine (+24,9%), la Bulgaria (+26,3%), la Nuova Zelanda (+20,9%) e il Vietnam (+24,8%).
0,9 5,9
10,5 4,9
4,2 2,8
Trasfor. Frutta
Prodotti zootecnici
Lattiero-Caseario
Prodotti forestali
Oli e Grassi
Prodotti pesca e caccia
Alim. Animale
Riso Molitorio Pasta
2,0
7,6
Prodotti vegetali
5,6
0,4
0,9
Dolciario
Vini, Mosti, Aceto Birra Acquaviti e Liquori Alcool etilico
Zucchero
Acque minerali e gassose
Carni preparate
Caffè
Ittico
Altre Ind. Alimentari
Trasfor. Ortaggi
Fra gli sbocchi maggiori, va sottolineata la crescita forte e stabile della Polonia (+9,9%). Mentre in leggero assestamento si sono rivelati i trend della Germania (+2,1%), della Francia (+4,2%), del Regno Unito (+2,4%) e degli USA (+3,9%). La Russia ha chiuso stagnante (+1,1%), mentre la Cina, con -2,1%, ha evidenziato un trend cedente. La UE ha perso il vantaggio mostrato negli anni precedenti rispetto al passo complessivo dellâexport e si è fermata sul +3,3%, appena sotto la media mondo.
revole alla nostra offerta. Esso, infatti, vede il cibo sempre meno aderente al ruolo primario di fonte di sostentamento, e sempre piĂš come occasione di consumo differenziato, diretto ad appagare bisogni piĂš complessi, come qualitĂ , tipicitĂ , esperienza culturale. In altre parole, le classi medie che stanno crescendo in molti paesi, sia per impatto demografico che per capacitĂ di acquisto, si stanno orientando verso approcci al cibo che un tempo caratterizzavano le ĂŠlites.
A livello di singoli comparti, il passo espansivo 2018 è stato frutto di andamenti prevalentemente positivi. Ha fatto grosso spicco, soprattutto, il trend delle âacquaviti e liquoriâ (+25,3%), seguite a distanza dalla âbirraâ (+11,3%), dalle âacque minerali e gassoseâ (+9,1%) e dallââalimentazione animaleâ (+8,4%). Solo lââalcool etilicoâ (-27,2%) e lo âzuccheroâ (-7.7%) hanno evidenziato trend fortemente negativi, seguiti dalla flessione piĂš contenuta degli âoli e grassiâ (-4,6%), penalizzati dalla negativa annata olivicola.
In altre parole, il cibo si sta rivelando sempre piĂš come un elemento âmultidimensionaleâ. Una domanda mondiale sempre piĂš interessata alle eccellenze alimentari, attenta prioritariamente alla distinzione e alla qualitĂ , pare tagliata apposta per una filiera come quella italiana. Che vede lâagricoltura al vertice UE per valore aggiunto, e vede lâindustria alimentare pure al vertice UE per numero di prodotti di origine certificata.
à chiaro che la stagnazione del mercato interno spinge le prospettive di medio-lungo termine del Made in Italy piÚ che mai oltre confine. Ed è chiaro, altresÏ, che il contesto che si sta aprendo, soprattutto sui mercati maturi, è favo-
Il Made in Italy agro-alimentare si rivela perciò come unâattivitĂ di enorme valore strategico, sempre piĂš integrata al turismo, alla cura del territorio e dei beni culturali, e anche a forme di intrattenimento e uso del tempo libero. La pro-
Inc % Export Ind. Alimentare/Export Totale Italia 7,40 7,20 7,00 6,80 6,60 6,40 6,20 6,00
mozione dellâagro alimentare deve basarsi quindi su una strategia di comunicazione che consideri in modo unitario lâimpresa e i prodotti, la cultura, il territorio, lo stile di vita, gli eventi, il turismo. Bisogna tener conto, infine, che i consumatori sono sempre piĂš digitalizzati, fanno parte di community digitali, e possono trasformarsi in preziosi âinfluencerâ del loro gruppo di riferimento. Sono stati ricordati prima lo slancio mostrato dallâexport alimentare sul passo lungo e il suo passo premiante rispetto allâexport complessivo del Paese. Ma va pure detto, adesso, che lâindustria manifatturiera italiana nel suo complesso mostra una incidenza del proprio fatturato export su quello totale pari a oltre il 35%. Il confronto con lâincidenza del 23,7% del âfood and beverageâ prima citata evidenzia il gap e, in parallelo, le grandi potenzialitĂ ancora inespresse del food and beverage nazionale. La rincorsa dellâalimentare ha bisogno, perciò, di non essere frenata da ostacoli impropri. Fra questi, vanno annoverati in prima linea: i macroscopici fenomeni della contraffazione, con un Italian Sounding arrivato ormai a quota 90 miliardi di euro; gli ostacoli non tariffari, come le malaugurate âetichette a semaforoâ e quelli legati a pretestuose misure igienico-sanitarie; gli ostacoli tariffari, che mostravano minore irrequietudine fino a qualche anno fa, e stanno riemergendo in modo pericoloso. Infine, va ricordato il perdurare intollerabile dellâembargo su un mercato strategico ed estremamente promettente come quello russo. Il caso della Russia è clamoroso. Questo mercato, che cinque anni fa stava entrando fra i top ten, dopo lâembargo decollato nellâagosto 2014 è scivolato al 15° posto tra gli sbocchi della nostra industria alimentare. A fianco, lâexport nazionale nel suo complesso, che nellâultimo anno pre-embargo si poneva allâ8° posto tra i fornitori esteri del mercato russo, è scivolato al 13° posto.
5,80 5,60 5,40 5,20 5,00
2007
2008
2009
2010
Fonte: Elaborazione Federalimentare su dati ISTAT
8
2011
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2018
A fine 2018, lâexport agroalimentare sul mercato russo si è attestato a quota 506 milioni di euro, con una forbice rispetto al âtettoâ del 2013 di circa 50 milioni in valore assoluto. Ma è un gap solo apparente. Se si stima un prudenziale aumento medio del 10% annuo dal 2014 al 2018 dellâexport di settore su questo mercato (il quale cresceva al tasso medio del +24% nel quadriennio precedente lâembargo!), si arriva infatti alla perdita cu-
Maggio 2019
mercati Variaz % Export Ind. Alimentare ed Export Totale Italia su anno precedente 17,5 15,0 12,5 10,0 7,5 5,0 0,0 -2,5 -5,0 -7,5 -10,0
Var% Ind. Alimentare su anno precedente
-12,5
Var% Totale Italia su anno precedente
-15,0 -17,5 -20,0 2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
Fonte: elaborazione Federalimentare su dati ISTAT
Maggio 2019
Ancora una volta, in chiusura, va segnalata la grande dipendenza del comparto aggregato delle carni dal mercato âdomesticoâ della ComunitĂ . Il quale, nel 2018, ha raggiunto la quota di 1miliardo 320milioni, con una incidenza del 77,1% sullâexport totale di comparto. Ne è uscito un alleggerimento marginale rispetto al 77,9% della quota UE emersa nel 2017. E questo, quando il complesso del âfood and beverageâ italiano nel 2018 ha trovato nella ComunitĂ il 62,4% del suo export totale. Ă evidente perciò che la diversificazione dei mercati, per il comparto, seppure ostacolata sul fronte extra-comunitario da freni daziari e soprattutto extra-daziari, appare piĂš che mai come una scommessa irrinunciabile.
Caffè
Tot. Bil. Commerciale
-17,5
Tot. Agroalimentare
-15,0
Tot. Ind. Alimentare
-12,5
Altre Ind. Alimentari
-10,0
Oli e Grassi Lattiero-Caseario
-7,5
Trasfor. Frutta
-5,0
Trasfor. Ortaggi
0,0 -2,5
Ittico
2,5
Carni preparate
5,0
Zucchero
7,5
Prodotti forestali
10,0
Prodotti zootecnici
12,5
Prodotti vegetali
15,0
Dolciario
17,5
Guardando al fronte specifico delle âcarni preparateâ, lâexport complessivo ha raggiunto la quota di 1.719 milioni di euro, con un aumento marginale, pari al +0,7%, sullâanno precedente. Si è trattato di un passo riflessivo e deludente, se paragonato al +6,2% registrato nel 2017, e poi al +4,7% del 2016, al +5,7% del 2015 e al +3,5% del 2014. Il trend di settore, perciò, diversamente dagli anni precedenti, non si è affiancato a quello dellâindustria alimentare nel suo complesso, ma se ne è distaccato, considerando che lâexport 2018 del âfood and beverageâ, pur rallentando, ha comunque registrato un +3,4%. Fra le componenti principali dellâexport
Sul fronte dei âprosciutti cottiâ la classifica delle destinazioni principali ha ribadito la leadership della Francia che, con 38,5 milioni, ha segnato un solido +8,5%, a conferma del passo espansivo segnato nel 2017 (+12,6%). Hanno fatto seguito la Germania, con 26,7 milioni (+5,3%) e, a distanza, il Regno Unito, con 15,1 milioni (-15,8%). Da segnalare il crollo della Spagna, che copriva il terzo posto ed è scivolata nettamente, con un -75,9%.
% Export Alimentare per prodotti MONDO - ANNO 2018/17
Pasta
La prima voce dellâimport è stata rappresentata dal comparto degli oli e grassi, che hanno registrato una quota di 3.543 milioni (-12,1%), seVar guita dal lattiero caseario, con 3.128 milioni (+1,4%). Lâittico e il dolciario si sono 27,5 posti al terzo e quarto posto, rispetti25,0 vamente, con 2.611 milioni (+3,1%) e 22,5 2.103 milioni (-2,5%). 20,0
Molitorio
Le tre principali provenienze dellâimport di settore sono risultate cedenti. La Germania, primo fornitore, ha chiuso con una quota import di 3.662 milioni di euro, in flessione del -1,4%. La Francia si è fermata a 2.789 milioni (-0,7%). La Spagna, infine, con una quota di 2.763 euro ha mostrato un calo del -11,9%, ed è scivolata al terzo posto.
Le destinazioni dellâexport aggregato del comparto carni hanno mostrato un quadro molto diversificato. La Germania si è confermato il maggiore destinatario, con 367,5 milioni e un assestamento del -0,8%, dopo il brillante +9,7% dellâanno precedente e il +3,9% del 2016. Ha fatto seguito la Francia. Questo sbocco, con 315,4 milioni (+6,0%), è apparso stabilmente in crescita, dopo il +7,1% del 2017 e il +8,0% del 2016. Infine, il Regno Unito, con 172,7 milioni, ha segnato una erosione del -1,7%, dopo il +3,3% del 2017 e il +4,9% del 2016.
Riso
Sul fronte opposto, quello dellâimport alimentare, va detto che esso, nel corso del 2018, ha mostrato un progressivo indebolimento. Esso ha chiuso infatti a quota 21.838,4 milioni di euro, con un calo del -1,5% sul 2017. Ne è uscito per lâindustria alimentare un saldo positivo di 11.371,2 milioni, in aumento del +14,1% su quello dellâanno precedente.
Tot. Primario
In ogni caso, stante il datato fallimento del rinnovo dellâaccordo multilaterale WTO, è evidente che, oggi, la strada privilegiata per risolvere i nodi commerciali è quella degli accordi bilaterali e delle connesse salvaguardie su qualificati elenchi di prodotti (come avvenuto con gli accordi recenti raggiunti dalla UE con Canada e Giappone). Essa va perseguita con grande determinazione e senza incertezze.
di comparto, va segnalato che i âprosciutti stagionatiâ si sono fermati a quota 757,1 milioni di euro, con un simbolico +0,1%, dopo il +4,0% del 2017. Mentre i âprosciutti cottiâ, con 133,4 milioni, sono scesi del -11,4%, rimbalzando in modo speculare dopo il +11,4% dellâanno precedente. Le âsalsicce e salamiâ hanno raggiunto i 317,9 milioni, mettendo a segno un tasso espansivo del +3,0%, comunque in flessione dopo il +8,0% dellâanno precedente. Mentre le âmortadelle, wurstel e altri insaccati cottiâ hanno raggiunto i 137,7 milioni, con un +4,1%, che ha replicato il +4,2% del 2017. La âbresaolaâ ha segnato quota 63,2 milioni, con un -2,2%, dopo il +6,4% del 2017. Infine, gli âaltri salumi a base di carni suineâ hanno raggiunto quota 122,1 milioni, con un +6,6%. Mentre le âaltre preparazioni a base di carne suinaâ hanno toccato i 72,4 milioni, con un +13,6%.
Prodotti pesca e caccia
mulata di una quota di esportazioni potenziali prossima a 1 miliardo di euro. Ă un gap enorme e inaccettabile.
Sul fronte specifico dellâexport di âprosciutti stagionatiâ, il 2018 ha visto il sorpasso della Francia, che ha primeggiato con 154,7 milioni (+4,6%), precedendo il leader storico, la Germania che, con 147,2 milioni, è scesa del -6,1%. Hanno fatto seguito gli Stati Uniti, con una quota di 100,0 milioni e un buon +7,8%, dopo il +2,5% del 2017 e il -7,9% del 2016.
Acque Minerali e gassose
2011
Alcool etilico
2010
Acquaviti e Liquori
2009
Birra
2008
Industria enologica
2007
Alim. Animale
-22,5
Va sottolineato che i primi tre destinatari hanno coperto la metĂ (49,8%) dellâintero export di comparto, incrementando addirittura il peso evidenziato nei due anni precedenti. Si tratta di una dipendenza schiacciante e in parte discutibile, stante la necessitĂ strategica di diversificare rischi e sbocchi commerciali. Seguono comunque per importanza, fra le altre destinazioni, gli Stati Uniti, che confermano il 4° posto, e poi il Belgio e la Svizzera. In particolare, gli USA, con 117,8 milioni, hanno mostrato un brillante +9,6%, dopo le oscillazioni del biennio precedente, espresse dal +5,3% del 2017 e dal -5,6% del 2016. Si ricorda che essi venivano da trend assai marcati, come il +22,9% del 2015 e il +18,4% del 2014. Belgio e Svizzera hanno raggiunto, a loro volta, quote, rispettivamente, di 95,3 milioni (+2,7%) e 82,2 milioni (+0,1%).
-20,0 -22,5 -25,0 -27,5 -30,0 Fonte: elaborazione Federalimentare su dati ISTAT
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intervista di Michele Spangaro
Intervista a Giorgia Vitali nuovo presidente del CLITRAVI Con grande soddisfazione di ASSICA, Giorgia Vitali è stata nominata, nel corso dellâAssemblea generale dello scorso aprile, Presidente del CLITRAVI, la Federazione europea per lâindustria della trasformazione della carne, per il triennio 2019-2022. Giorgia Vitali rappresenta la terza generazione di unâAzienda familiare legata al territorio, come nella migliore tradizione italiana. La storia del salumificio Vitali SpA inizia nel secondo dopoguerra quando era solo una bottega in un piccolo paese dellâAppennino bolognese, dove il fondatore dellâAzienda mise in pratica quanto aveva appreso negli anni precedenti lavorando come norcino. In pochi anni la macelleria fu trasformata in un piccolo macello e salumificio e negli anni 80 venne ampliata lâattivitĂ acquistando uno stabilimento interamente dedicato alla stagionatura del prosciutto crudo. Nel tempo il prosciuttificio è cresciuto, sono stati acquisiti ulteriori impianti ed oggi la tradizione di allora si coniuga perfettamente con stabilimenti moderni, efficienti e tecnologicamente allâavanguardia, capaci di conquistare i mercati globali. Le abbiamo fatto alcune domande per capire meglio i suoi programmi futuri, come intende caratterizzare i suoi tre anni alla guida della nostra Associazione europea, e per parlare un poâ dellâEuropa.
Innanzitutto come si sente ad iniziare questa nuova avventura? Sono molto motivata e consapevole del lavoro e delle responsabilitĂ che ci attendono. Ringrazio i miei colleghi del CLITRAVI per la fiducia e ASSICA per il costante supporto di questi anni. La mia elezione rappresenta un progetto per il futuro che mi impegnerò a realizzare, con il contributo di tutti. Lâobiettivo è portare il CLITRAVI dove merita, renderlo un interlocutore trasparente, credibile e professionale per tutti i livelli istituzionali dellâUE. Le Istituzioni europee valutano i progetti e obiettivi in base alla credibilitĂ degli interlocutori e alla fattibilitĂ delle iniziative. Io voglio che il CLITRAVI sia un interlocutore credibile, come lo è da sempre ASSICA sia a livello nazionale che europeo.
Lei da anni partecipa attivamente alle riunioni del CLITRAVI in qualitĂ di rappresentante politico di ASSICA. La vostra Associazione europea cosa può fare di piĂš e meglio? CLITRAVI deve investire maggiormente nella comunicazione, mettendola al centro delle proprie attivitĂ , e dialogando in modo costruttivo, con gli altri attori del sistema produttivo e con le Istituzioni UE. I temi su cui siamo chiamati a rispondere sono tanti: dagli aspetti salutistici al benessere animale, dalla nutrizione allâimpatto ambientale, allâetichettatura. Siamo, infatti, di fronte a un consumatore piĂš consapevole e attento a stili alimentari salutari, desideroso di conoscere il âdietro le quinteâ dei prodotti, compresi i sistemi di allevamento e il benessere animale. Queste nuove âsensibilitĂ â del consumatore dovranno trovare un giusto spazio nella strategia e nei messaggi della nostra comunicazione. Questo non sempre è stato fatto, e non sempre è stato fatto bene. Ma in CLITRAVI abbiamo anche esempi positivi da cui trarre ispirazione.
Per esempio? Le pratiche commerciali sleali nei rapporti con la Grande Distribuzione Organizzata. Se ora abbiamo una Direttiva europea è merito del binomio ASSICA-CLITRAVI. I veri traini che hanno portato a questo risultato storico,
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per nulla scontato e atteso dieci anni. Vorrei che questo modo di operare si ripetesse piĂš spesso in futuro.
Se le dico Europa, qual è la prima cosa che le viene in mente? Senza dubbio âMercato Unicoâ, âEuropean Single Marketâ, come lo chiamano a Bruxelles. Il CLITRAVI lavorerĂ attivamente alla costruzione delle politiche europee del settore che, è importante ricordare, non possono prescindere da un solido Mercato Unico, prerequisito irrinunciabile per affrontare le sfide del futuro e sul quale bisogna ancora lavorare. Câè bisogno di una migliore implementazione della legislazione vigente e di una maggiore armonizzazione del quadro normativo, per far fronte, soprattutto in questo momento, alle pressioni del nazionalismo economico che portano ad una pericolosa distorsione della concorrenza riducendo drammaticamente la competitivitĂ delle nostre Aziende. Consapevoli che le iniziative nazionali difficilmente scompariranno, il mercato dellâagro-alimentare, cosĂŹ come lâEuropa intera, si trova ad un bivio: andare avanti, con risoluzione e determinazione, o ricadere nella mediocritĂ .
Sono passati quasi venticinque anni da quando è stato realizzato il mercato unico al quale si decise di dare il via nel 1987 per arrivare nel 1993 alla sua costruzione istituzionale. A questo punto dellâintegrazione europea, lâimportanza del âMercato Unicoâ non dovrebbe essere, tra i cittadini e i Governi, un concetto ormai assimilato e non piĂš in discussione? CosĂŹ dovrebbe essere. Ma la frammentazione del mercato unico è un rischio concreto. Oggi si rischia di azzerare uno dei piĂš profondi e prolungati processo di liberalizzazione commerciale della storia. Le continue legislazioni nazionali, spesso in contrasto con le norme UE, la Brexit e i ripensamenti su Schengen vengono interpretati come segnali che validano questo scenario. Ă quindi il momento giusto per ribadire e mettere al centro del dibattito i traguardi che lâUE ha raggiunto grazie allâintegrazione commerciale iniziata nel 1957. Saremmo costretti ad ammettere che, oltre la profonda integrazione commerciale, oltre le tariffe, il mercato unico ha favorito gli scambi commerciali fra gli Stati membri accrescendoli del 109% in media per i beni e del 58% per i servizi. Dal 1990 al 2015 il mercato unico europeo ha aumentato il prodotto interno lordo dellâintera Unione dellâ1,7% mentre il Pil pro capite per ogni cittadino europeo è cresciuto di oltre 1000 euro lâanno grazie agli effetti del libero scambio. Il consumo medio delle famiglie europee è aumentato di oltre 600 euro lâanno e si parla di oltre 3,5 milioni di posti di lavoro aggiuntivi creati dal Mercato Unico. Per quanto riguarda le esportazioni di beni tra Stati membri, si registra una crescita dellâoltre 6% tra il 1995 e il 2015 con unâincidenza sul Pil aggregato dellâUnione europea che è passata dal 14,2 al 20,8%. Oggi la percentuale media degli scambi dei beni intra-UE costituisce il 31,1% del Pil dellâUnione europea; I dati recenti ci dicono inoltre che nel 2017 gli scambi di merci tra gli Stati membri dellâUE (commercio intra UE) sono stati valutati, in termini di esportazioni, in 3.347 miliardi di euro, ossia superiori del 78% al livello delle esportazioni dellâUE-28 verso Paesi terzi, pari a 1 879 miliardi di euro (scambi extra UE). Gli scambi intra UE-28, anchâessi misurati in termini di esportazioni, sono cresciuti in tutta lâUE-28 del 7,4% tra il 2016 e il 2017;
Colpa dei politici se lâopinione pubblica sta perdendo fiducia nellâideale europeo? Non voglio nĂŠ personalizzare nĂŠ generalizzare; diciamo che la politica fatica a valorizzare i lati positivi di questa Europa. Stiamo vivendo anni di innegabili difficoltĂ e questo inevitabilmente porta a ricercare un colpevole. LâEuropa è tuttâaltro che perfetta, ma quello che dobbiamo fare è lavorare insieme per migliorarla. Dobbiamo capire quali sono gli obiettivi importati da perseguire e focalizzarci su questi.
Quali possono essere? La nascita di una potenza che possa dialogare a pari livello con Cina e Stati Uniti. Inutile ripiegarci su noi stessi, dobbiamo guardare al resto del mondo. Di fronte a una Cina cosĂŹ forte economicamente e in rapida espansione, di fronte ad unâAmerica nazionalista, a un Medio Oriente in crisi, ad una Russia sempre piĂš influente noi dovremmo unire le forze. Da soli possiamo poco di fronte a questi giganti economici e politici, perchĂŠ la concorrenza non è piĂš tra i singoli Paesi ma tra lâEuropa e il mondo esterno. LâEuropa, però, deve agire unita. Non dimentichiamo che in termini geopolitici, lâUnione europea è lâunica potenza mondiale in fase di poderosa espansione. Nellâultimo quarto di secolo si è trasformata da una zona di libero scambio costituita da dodici piccole nazioni, schiacciate tra due blocchi imperiali, a un colosso formato da ventotto Paesi e popolato da mezzo miliardo di persone. La maggior parte delle quali condivide unâunica moneta e unâunica frontiera. Il percorso dâintegrazione è difficile, le opinioni pubbliche sono impaurite e in parte scoraggiate? Ebbene sĂŹ. E non è neppure da escludere che ci attendano scossoni ancor piĂš violenti di quelli che abbiamo subito nel corso degli ultimi anni. Ma se si staccano gli occhi da Continua a pag.12
Maggio 2019
SOLUZIONI PER WĂRSTEL, MORTADELLE E SALAMI COTTI Gli insaccati cotti sono molto conosciuti sia in Italia che allâestero: uno spuntino con un panino a base di mortadella, wĂźrstel o salame cotto è un piacevole rituale per tutti noi. La loro caratteristica è un giusto rapporto tra carni magre e parti di grasso, macinate piĂš o meno fini per i salami cotti, mentre per wĂźrstel e mortadelle si esegue una minuta macinazione. I WĂźrstel li troviamo in diverse specialitĂ : BratwĂźrst, WienerwĂźrst, Meraner, Lyoner, Pariser, Cervelade, RohwĂźrst, BruhwĂźrst, KochwĂźrst, WeisswĂźrst, Munchener WeisswĂźrste, Hot dogs. Le mortadelle sono caratterizzate da un colore rosa vivo uniforme, un gusto delicato, un profumo intenso e una perfetta combinazione tra pepe e spezie. I salami cotti sono realizzati con tagli di carne selezionati, arricchiti con aromi e spezie che conferiscono sapori e profumi tipici delle zone di produzione. Europrodotti ha realizzato soluzioni per caratterizzare e valorizzare ogni vostro insaccato cotto. Propone una vasta scelta di aromi che con il giusto dosaggio possono aiutarvi ad offrire nuovi sapori, giocare sulle sfumature di âaffumicatoâ, riscoprire e valorizzare tutte le qualitĂ di ogni singolo prodotto. I vostri insaccati cotti potranno cosĂŹ soddisfare le tendenze nutrizionali moderne.
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intervista
attualitĂ
Segue da pag.10 liberalizzazione commerciale portata avanti dalla Commissione europea, che deve continuare a promuovere gli interessi dellâindustria e della manifattura europea.
Come giudica la politica commerciale dellâUE?
Twitter prima o poi qualcuno finirĂ col ricordare che gli Stati Uniti ci hanno messo piĂš di un secolo a instaurare il dollaro come moneta unica. E che, da quelle parti, per mettersi dâaccordo sullâassetto istituzionale câè voluta una guerra civile, oltre a decenni di trattative non sempre edificanti. LâUE è il primo tentativo nella storia di creare un insieme sopranazionale in tempo di pace, senza armi e senza minacce, sulla base della libera adesione dei popoli.
Dialogare con le grandi potenze mondiali significa anche avere rapporti commerciali con loro? Per dare piĂš opportunitĂ ai nostri gruppi di esportare prodotti abbiamo bisogno di accordi commerciali che aggiungano valore. Il commercio deve essere globale, libero e rispettoso, senza dumping, incentivi sleali o trasferimento tecnologico forzato. Non mi piacciono le azioni unilaterali. Abbiamo bisogno di Istituzioni europee forti e consapevoli del proprio ruolo, che ci mettano in condizione di competere non gli uni contro gli altri allâinterno dellâUnione europea, ma insieme, allâestero, a paritĂ di condizioni con i nostri concorrenti extra-europei. La congiuntura resta particolarmente complessa, ma la strada è quella giusta e non dobbiamo fare passi indietro. Quindi, con lo sguardo rivolto al prossimo ciclo istituzionale, CLITRAVI continuerĂ a sostenere lâagenda di
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In questi anni la politica commerciale dellâUnione europea ha fatto moltissimo per tutelare gli interessi industriali, economici e strategici europei, basti pensare agli accordi di libero scambio con Canada e Giappone, alla riforma del sistema di difesa commerciale, al quadro UE per monitorare gli investimenti esteri, sostenuti e approvati in un contesto estremamente complicato sia sul fronte esterno che sul fronte interno. Con un numero sempre crescente di accordi di libero scambio, la futura strategia commerciale dellâUE deve concentrarsi maggiormente sullâapplicazione e lâesecuzione. Sempre piĂš Governi dei Paesi terzi â nonostante abbiamo firmato degli Accordi con lâUE â continuano a fare un uso strumentale delle misure SPS (veterinarie e fitosanitarie). Si tratta di vere e proprie barriere non tariffarie che ci fanno molto male. Allo stesso tempo, lâUE deve continuare a perseguire il suo ambizioso programma bilaterale, concludendo i negoziati in corso (Mercosur, restanti paesi ASEAN) e ratificando quelli su cui si è giĂ trovato un accordo (Giappone, Singapore, Vietnam).
Un ultimo proposito come nuovo Presidente del CLITRAVI? Voglio impegnarmi affinchÊ il CLITRAVI contribuisca a trovare risposte comuni a problemi comuni. Il primo è la necessità di costruire una politica industriale europea ambiziosa di lungo termine, che consideri il settore alimentare per quello che è, il primo settore manifatturiero europeo.
Il Centro di collegamento per l'industria della lavorazione della carne nell'Unione europea (CLITRAVI) è l'organizzazione professionale il cui scopo è quello di rappresentare l'interesse dell'industria europea della lavorazione della carne fondata nel 1958. L'obiettivo principale del CLITRAVI è proteggere e sostenere l'interesse legittimo dell'industria europea della lavorazione della carne. à impegnato in un dialogo costante con la Commissione europea, il Parlamento europeo, il Consiglio dell'Unione europea, il Comitato economico e sociale europeo, l'EFSA e altre organizzazioni internazionali.
Maggio 2019
eventi di Fabio Onano
TUTTOFOOD: la partecipazione di ASSICA, fra incontri e seminari AllâAcademy del padiglione cinque appuntamenti per gli operatori del settore Si è conclusa lo scorso 9 maggio lâedizione 2019 di TUTTOFOOD. ASSICA ha partecipato alla fiera con una presenza istituzionale e attraverso lâorganizzazione di seminari e incontri dedicati ad operatori e visitatori. Cinque gli appuntamenti realizzati, che hanno offerto lo spunto di riflessione per diversi temi, affrontando anche argomenti tecnici, utili alle aziende del settore carni e salumi. Il primo è stato un incontro con Andrea Bertaglio, autore del libro âIn difesa della carneâ, che durante un talk-intervista ha raccontato il lavoro svolto per scri-
vere il libro, pubblicato lo scorso autunno. Nel suo testo lâautore racconta il punto di vista di allevatori, produttori e di chi segue una dieta onnivora. Lâobiettivo era ribaltare stereotipi e luoghi comuni, dimostrando che il mondo dellâallevamento, nonostante i problemi da correggere, non è affatto cosĂŹ eco-insostenibile come lo si vorrebbe dipingere. Una risposta alle tante trasmissioni televisive che, sullâonda emotiva di un sensazionalismo veg-animalista, hanno spesso attaccato con fake news e senza alcun dato scientifico uno degli ambiti piĂš importanti e rappresentativi del made in Italy, raccontando, da dentro, come stanno veramente le cose. Il secondo appuntamento è stato con il Presidente dellâIstituto Valorizzazione Salumi Italiani (IVSI) Francesco Pizzagalli, che ha presentato il progetto âIl Manifesto IVSI: la carta dei nostri valoriâ. Lâincontro è servito per raccontare alla stampa e alle aziende del settore quali sono i 7 valori su cui si fonda il documento, ideato e pubblicato da IVSI, e come è possibile aderire in qualitĂ di azienda. La carta enuncia principi, valori e caratteristiche che fungono da linea guida per le aziende del settore, cosĂŹ il Manifesto rappresenta un modus operandi applicato e condiviso dalle aziende, che decidono volontariamente di farne parte. Si tratta del primo progetto nato per un intero settore, che affronta i temi della responsabilitĂ sociale dâimpresa, della sostenibilitĂ e dellâinnovazione, con lâobiettivo di innalzare ancora una volta la qualitĂ delle produzioni made in Italy. Nei giorni di fiera è stato anche presentato lâelenco delle prime 12 aziende aderenti, ma la lista di produttori che chiedono di poterlo sottoscrivere sta aumentando costantemente. Il 7 maggio si è parlato di etichettatura con lâAvv. Silvia Bucci, Responsabile dellâArea GiuridicoSanitaria di ASSICA. Il seminario âInformazione al consumatore e indicazione di origine: novitĂ e nuove proposte di leggeâ è stato lâoccasione per fare chiarezza sul tema dellâindicazione di origine e le norme relative che regolano il comparto
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dei prodotti a base di carne. Lâincontro ha aiutato i partecipanti a fare il punto sullo stato dellâarte, con approfondimenti e riferimenti specifici, per fornire un supporto concreto nellâattivitĂ di tutti i giorni. Gli ultimi due appuntamenti sono stati dedicati allâexport, con la Responsabile dellâArea Export di ASSICA Giada Battaglia, che ha curato il seminario âLâautorizzazione AEO (Authorized Economic Operator): perchĂŠ e come ottenerla?â al mattino e quello âEsportare i salumi e la carne fresca in Giappone: nuove opportunitĂ per le imprese derivanti dallâAccordo di Partenariato Economicoâ al pomeriggio dellâ8 maggio. Nel primo ha presentato la figura dellâOperatore Economico Autorizzato, cioè lâoperatore che, rispettando specifici requisiti dettati dalla normativa doganale, può ottenere numerosi benefici e agevolazioni volti a velocizzare e ridurre i controlli in dogana, costi e tempi di attesa per la movimentazione delle merci e a creare un rapporto privilegiato con le Dogane. Come descritto durante il seminario, a cui hanno partecipato diversi rappresentanti di aziende presenti in fiera, il percorso di autorizzazione costituisce spesso una delle maggiori motivazioni per rinunciare alla richiesta perchĂŠ viene percepito come troppo impegnativo: nel suo intervento la D.ssa Battaglia ha però spiegato che in realtà è meno invasivo di molti altri processi collegati ad altre autorizzazioni rilasciate dalla Pubblica Amministrazione e consente, a procedura ultimata, notevoli vantaggi per lâazienda. Nel secondo incontro è stato fatto un focus sul Giappone, a seguito dellâentrata in vigore nel 1° febbraio scorso dellâEconomic Partnership Agreement-EPA proprio fra UE e Giappone: unâintesa importante che mira a una profonda integrazione commerciale ed economica tra i due partner attraverso lâazzeramento della quasi totalitĂ dei dazi doganali, lâeliminazione di barriere tecnico-normative e lâarmonizzazione di standard tecnici e che assicura la tutela di oltre 200 Indicazioni Geografiche europee - di cui 45 relative a prodotti dellâagroalimentare italiani. Il seminario ha spiegato come si siano aperti nuovi spazi per le aziende che sapranno operare nel quadro del regime preferenziale, ma ha affrontato anche il tema delle procedure da utilizzare, delle regole di origine preferenziale e dellâonere della prova dellâorigine. Un incontro interessante per inquadrare le dinamiche dellâexport in Giappone e rendere piĂš chiare procedure altrimenti molto complesse. Quella appena conclusa è per ASSICA la quarta partecipazione alla fiera TUTTOFOOD.
CHIUDE TUTTOFOOD 2019 CHE SI CONFERMA PIATTAFORMA INTERNAZIONALE PER LâAGROALIMENTARE Terminata la settima edizione di TUTTOFOOD, sempre piĂš hub internazionale e player globale per un settore strategico per lâeconomia italiana come lâagroalimentare. Un ruolo sistemico sottolineato dalle presenze istituzionali del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del Ministro delle Politiche Agricole Alimentari Forestali e del Turismo Gian Marco Centinaio. Sono stati 82.551 gli operatori presenti (+3% rispetto allâultima edizione), 21% dei quali esteri provenienti da 143 Paesi, con 12 new entry (in particolare da America Centrale, Medio Oriente e Nord Africa) che hanno incontrato i 3.079 brand italiani e internazionali presenti in manifestazione. I primi 10 Paesi esteri di provenienza sono, in ordine, USA, Spagna, Francia, Germania, Regno Unito, Cina, Canada, Benelux, Giappone e Federazione Russa. Importanti e apprezzate le delegazioni dei buyer, anche grazie al fine tuning realizzato con ITA/ICE Agenzia. Sono piĂš di 1.414 giornalisti e 325 blogger italiani ed esteri accreditati. Grande affluenza anche negli oltre 250 eventi collaterali organizzati in mostra, come quelli dedicati a blockchain, retail e intelligenza alimentare. Tra i padiglioni e gli stand gli espositori hanno messo in mostra prodotti della tradizione affiancati alle novitĂ dei superfood, in un contesto caratterizzato dal forte ritorno dellâutilizzo e valorizzazione di materie prime di pregio. Unâedizione, questa, allâinsegna del cibo di qualitĂ e dellâinnovazione di prodotto, ma anche della salute, della corretta nutrizione e della sostenibilitĂ . Molto riuscita è stata anche lâiniziativa Milano Food City, il âfuorisaloneâ a cui TUTTOFOOD ha contribuito con un ricco palinsesto di appuntamenti caratterizzati da grande riscontro di pubblico. Lâappuntamento con lâottava edizione di TUTTOFOOD a Fieramilano dal 17 al 20 maggio 2021.
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comunicazione di Tiziana Formisano
I salumi emblema dellâantispreco In Salento IVSI sostiene il progetto LeftOver Lovers contro lo spreco alimentare nel settore della ristorazione al futuro. Il Manifesto IVSI è quindi una carta che enuncia principi, valori e caratteristiche che fungono da linea guida per le aziende che decidono di aderirvi e sottoscriverlo; un modus operandi applicato e condiviso dai Consorziati dellâIstituto, che decidono volontariamente di farne parteâ ha affermato il direttore di IVSI, Monica Malavasi.
Il progetto LoL, che si svolge durante il mese di maggio nel territorio salentino, è stato presentato il 30 aprile a Otranto. A rappresentare lâIstituto Valorizzazione Salumi Italiani, il direttore Monica Malavasi.
Presente allâevento inaugurale lo chef Cristian Broglia - nominato SalumiAmo Ambassador nel 2018 che ha dimostrato quanto sia attuale in cucina il detto medievale âdel maiale non si butta via nienteâ. Nel suo intervento ha illustrato le âbuone praticheâ per non sprecare i salumi in cucina, nemmeno una fetta di salame!
âAbbiamo accolto con entusiasmo la proposta di Lucia Dal Negro (founder dellâagenzia De-LAB) di partecipare al progetto LeftOver Lovers in Salento, perchĂŠ crediamo nellâimportanza dellâinnovazione sociale e della lotta contro il Food Waste (tra gli obiettivi dellâAgenda 2030 dellâONU). Come Istituto Valorizzazione Salumi Italiani promuoviamo la sostenibilitĂ e la responsabilitĂ sociale attraverso il Manifesto IVSI che si fonda su 7 valori: Storia e tradizione, Informazione e cultura, QualitĂ e sostenibilitĂ , Legame con il territorio, Stile di vita italiano, Gioco di squadra e Orientamento
âCon gli avanzi di salumi come il prosciutto cotto, il salame, la mortadella ed anche la bresaola si possono preparare tanti piatti sfiziosi come panzerotti, torte salate o gustose frittate. I famosi âfondiâ dei salumi, come quelli del prosciutto crudo ad esempio, sono perfetti sia tagliati a cubetti come ingredienti per una zuppa sia inseriti nellâimpasto della focaccia. Se invece avanzano delle fette di salume si possono usare per condire una pizza. Qualsiasi utilizzo sicuramente non deluderĂ il palato, rallegrerĂ il pasto ed eviterĂ sprechi inutili di ciboâ ha affermato lo chef Cristian Broglia.
OTRANTO
LeftOver Lovers Un progetto nato per sensibilizzare IN SALENTO il settoredella RISTORAZIONE turistica sul tema DEGLI SCARTI A L I M E N TA R I
> CASTELLO
30 APRILE
#LoL#LeftOverLovers#GoodSalento
LâIstituto Valorizzazione Salumi Italiani (IVSI) è partner dellâiniziativa LeftOver Lovers (LoL), in inglese âGli amanti degli avanziâ, promosso dallâagenzia De-LAB che nasce dallâidea di responsabilizzare il settore della ristorazione ed i loro clienti sperimentando modi innovativi e strumenti partecipativi per ridurre le quantitĂ di cibo ordinate o avanzate nel piatto, a partire dallâuso delle FoodieBags.
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h 10:00 - 12:30
di OTRANTO
PER INFORMAZIONI :
>
info@delab.it
âTutto quello che sappiamodel F U T U R O è che sarĂ D I V E R S O â
P.F. Drucker
UN PROGETTO DI
CON IL PATROCINIO DI
COMUNE DI OTRANTO
INIZIATIVA REALIZZATA CON IL CONTRIBUTO DEL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI, FORESTALI E DEL TURISMO
E CON IL CONTRIBUTO DI
CON IL SUPPORTO DI
Archeoclub dâItalia - Otranto PUNTA AD EST
Alcuni momenti della presentazione del progetto LeftOver Lovers, avvenuta il 30 aprile nella splendida cornice del Castello di Otranto. Allâincontro sono intervenuti: Mimina De Donno - Assessore allâAmbiente e al Turismo del Comune di Otranto, Lucia Dal Negro e Elisabetta Pesenti - CEO e PM De-LAB, Monica Malavasi - Direttore Istituto Valorizzazione Salumi Italiani, Alice Corinaldi - Global Compact Network Italia, Sara Tortorella, Presidente ArcheoClub Otranto. A seguire âbuone pratiche in cucinaâ e suggerite dallo chef Cristian Broglia e la degustazione SalumiAmoÂŽ.
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alimentazione 4.0 Prof. Em. Giovanni Ballarini - UniversitĂ degli Studi di Parma
Antibioticoresistenza ambientale
indipendentemente dallâuso degli antibiotici mento delle deiezioni animali e dei terreni del loro smaltimento.
Perspettive dellâantibioticoresistenza
Antibioticoresistenza fenomeno antichissimo Una recente trasmissione televisiva ha diffuso la notizia che nelle carni di animali, anche di allevamenti nei quali non si usano antibiotici, vi sono batteri antibioticoresistenti. Risultati ampiamente prevedibili se non scontati perchĂŠ da tempo è nota la normale diffusione dei batteri antibioticoresistenti, indipendentemente dallâuso degli antibiotici e anche quando questi non sono usati nellâuomo e negli animali. Che vi siano microrganismi che producono antibiotici e che siano antibioticoresistenti è un fenomeno antichissimo, che probabilmente risale allâinizio della vita sulla terra (Perry J., Waglechner N., Wright G. - The Prehistory of Antibiotic Resistance - Cold Spring Harb Perspect Med. - 6 Jun, 2016). Batteri resistenti ad antibiotici Ălattamici, tetracicline e glicopeptidi presenti in campioni di trentamila anni fa del permafrost dellâalto nord canadese e risultati analoghi si hanno studiando il permafrost siberiano. Geni di resistenza agli antibiotici (Ă-lattamici, fosfomicina, cloramfenicolo, aminoglicoside, macrolide, sulfamidici, chinoloni, tetraciclina e vancomicina) sono presenti nel microbioma intestinale di una mummia andina precolombiana di Cuzco, in PerĂš (980 - 1170 d. C.) e nel microbioma orale di quattro scheletri umani adulti provenienti da un monastero medievale (circa 950 - 1200 d. C.) dimostrando che una resistenza agli antibiotici aminoglicosidici, Ă-lattamici, bacitracina, batteriocine, macrolidi e altri ha unâorigine antichissima. Anche quello che si ritiene il piĂš antico batterio conservato nella National Collection of Type Cultures (NCTC) del Regno Unito, una Shigella flexneri e che nel 1915 uccise un soldato durante la prima guerra mondiale, molto prima della scoperta e dellâuso di antibiotici, risulta resistente alla penicillina e allâeritromicina.
Origine dellâantibioticoresistenza Oggi è certo che lâantibioticoresistenza ha una storia evolutiva che inizia molto prima dellâera degli antibiotici e che la naturale produzione di antibiotici è stret-
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tamente legata allâantibioticoresistenza. Lâantibioticoresistenza nasce negli stessi microrganismi che, producendo gli antibiotici usati nella competizione con altri microrganismi, producono anche i geni della resistenza per non essere danneggiati dagli antibiotici da loro stessi creati e per questo gli antibiotici e lâantibioticoresistenza sono un fenomeno naturale largamente diffuso nei terreni e in ogni ambiente. Lâinsieme dei microrganismi (microbioma) presenti negli uomini e animali e nei diversi ambienti, unitamente al complesso dei geni di resistenza agli antibiotici (resistoma) hanno una diversitĂ e unâestensione che testimonia la loro lunga storia evolutiva. Lâattuale aumentata diffusione della resistenza agli antibiotici è un problema che sta raggiungendo i livelli di crisi in conseguenza della pressione selettiva che con gli antibiotici lâuomo esercita sui microbiomi presenti nei diversi ambienti, animali e umani. Per questo una migliore conoscenza dei microbiomi e dei resistomi ambientali è importante per intervenire sul sempre piĂš grave fenomeno dellâantibioticoresistenza dei microrganismi patogeni che hanno una crescita che supera quella della scoperta di nuovi farmaci, minacciando di porre fine allâera antibiotica e mettendo in crisi unâetĂ senza pari nella medicina moderna. Oggi pensare di perdere lâarma degli antibiotici sarebbe inconcepibile, per cui è necessario conoscere come siamo arrivati allâattuale situazione e come si è ampliata la resistenza, in relazione anche allâinquinamento antibiotico ambientale.
cloache e chiaviche, impianti di depurazione ecc.) delle acque nere di fogna dove arrivano gli antibiotici usati dallâuomo (Almakki A., Jumas-Bilak E., Marchandin H., Licznar-Fajardo P. - Antibiotic resistance in urban runoff - Sci. Total Environ., 13 Feb 2019. Auguet O., Pijuan M., Borrego C. M., Rodriguez-Mozaz S., TriadĂłMargarit X., Giustina S. V. D., Gutierrez O. - Sewers as potential reservoirs of antibiotic resistance - Sci Total Environ. 15 Dec. 2017). In modo analogo sono è da considerare il ruolo dei microbiomi, resistomi e biofilm degli impianti di tratta-
Anche eliminando ogni trattamento degli animali con antibiotici, è la loro somministrazione allâuomo che attraverso le acque di scolo sta modificando lâantibioticoresistenza ambientale che a sua volta si riflette sui vegetali e su gli animali. Questo fenomeno deve essere considerato in relazione alla preoccupante epidemiologia delle malattie infettive e la mortalitĂ stimata a causa della resistenza antimicrobica nei prossimi decenni. Ă nellâambiente modificato dallâuomo che è necessario identificare tutti i serbatoi di batteri resistenti e geni di resistenza per completare la nostra conoscenza del ciclo epidemiologico e della dinamica dellâantibioticoresistenza, come giĂ segnalato (Martinez Jose L. Via Partigiani dâItalia, 6 Via Partigiani dâItalia, 6 TRAVERSETOLO (PR) ITALY in the - The role 43029 of natural environments 43029 TRAVERSETOLO (PR) ITALY Tel. +39 0521 342184 Tel. +39 0521 342184 evolution of resistance traits in pathogeFax 342185 Fax+39 +39 0521 0521 342185 nic bacteria -e-mail: Procgr.system@tiscali.it Biol Sci., 276, Jul 22, e-mail: gr.system@tiscali.it 2009, pag. 2521â2530). www.grsystem.it www.grsystem.it
PROGETTAZIONE E COSTRUZIONE IMPIANTI PER LâINDUSTRIA ALIMENTARE DELLA MACELLAZIONE
PROGETTAZIONE E COSTRUZIONE IMPIANTI PER LâINDUSTRIA PLANTS ALIMENTARE DELLA MACELLAZIONE ENGINEERING AND CONSTRUCTION SLAUGHTERING FOR FOOD INDUSTRY ENGINEERING AND CONSTRUCTION SLAUGHTERING PLANTS FOR FOOD INDUSTRY
Antibioticoresistenza ambientale: ruolo delle acque di scolo Poche sono le odierne conoscenze sullâantibioticoresistenza ambientale naturale e soprattutto su come in questa stanno agendo gli antibiotici che, dopo la loro somministrazione allâuomo o agli animali, attraverso le loro deiezioni liquide e solide, arrivano nelle acque, terreni e ogni tipo dâhabitat. Le concentrazioni antibiotiche sono minime, ma sono capaci di modificare i microbiomi ambientali, soprattutto dei biofilm che si sviluppano negli ambienti (condotte e tubature degli scoli,
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economia a cura del Centro studi Confindustria
Indagine CsC sulla produzione industriale Inizio anno altalenante con crescita nei primi due mesi e calo a marzo e aprile La produzione industriale italiana è stimata in robusto aumento nel primo trimestre 2019 (+1,1% congiunturale, dopo -0,9% nel precedente), grazie alla dinamica estremamente positiva registrata in gennaio e febbraio. Il calo rilevato in marzo e aprile riporta però in territorio negativo la variazione acquisita nel secondo trimestre (-0,9%).
Indagine rapida CsC
(variazioni % salvo diversa indicazione) indice grezzo
indice corretto per i giorni lavorativi grezzo
La dinamica dellâattivitĂ nei primi mesi dellâanno è spiegata in gran Aprile parte da fattori temporanei, soprattutto la ricostituzione delle scorte, che tenderanno a rientrare nei mesi primaverili. La domanda interna è ancora debole mentre quella estera stenta a ripartire. Le indagini qualitative condotte presso gli imprenditori manifatturieri e presso le famiglie confermano un quadro sostanzialmente debole e con prospettive non favorevoli.
Come sta andando la produzione industriale in Italia Il CsC rileva una riduzione della produzione industriale dello 0,5% in aprile su marzo, quando è stimato un calo dellâ1,0 su febbraio. Nel primo trimestre 2019 si registra una variazione di +1,1%, dopo il -0,9% rilevato dallâISTAT nel quarto 2018. La variazione acquisita nel secondo trimestre è di -0,9%. La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, arretra in aprile dellâ1,1% rispetto allo stesso mese del 2018; in marzo è stimata scendere dellâ1,5%
Var. % congiunturale
Var. % tendenziale
Livello (2015=100)
Var. % congiunturale
-4,6
1,5 (-2)
106,3
-1,0
0,1
2,0
-1,1 (+2)
106,0
-0,5
-0,3
Var. % tendenziale Marzo
destagionalizzato
ordini
annuo. Gli ordini in volume diminuiscono in aprile dello 0,3% su marzo (-1,2% su aprile 2018), quando sono aumentati dello 0,1% su febbraio (-2,7% annuo). Il calo dellâattivitĂ stimato in marzo e aprile annulla quasi la metĂ del recupero che era stato registrato nei primi due mesi dellâanno (+2,7% cumulato). Nel primo trimestre lâincremento della produzione industriale rimane robusto e contribuisce positivamente alla variazione del Pil che, secondo le stime preliminari, è stata di +0,2%. Parte debole, invece, il secondo trimestre, per il quale è stimata una variazione acquisita negativa (-0,9%), che appare piĂš in linea con la dinamica degli indicatori qualitativi. Le oscillazioni dellâattivitĂ industriale nei mesi recenti sono spiegate, in parte, da una ricostituzione delle scorte nel primo bimestre e da una conseguente stasi nei due mesi successivi, in un contesto di domanda giudicata debole e calante. Le scorte delle imprese erano state ampiamente utilizzate a fine 2018 quando, secondo la ContabilitĂ Na-
zionale, avevano contributo negativamente (-0,4 punti) alla variazione del Pil nel trimestre (-0,1%). La recente dinamica della produzione industriale è coerente con le informazioni qualitative rilevate dallâISTAT presso le imprese manifatturiere: il clima di fiducia ha continuato a diminuire in aprile (settimo calo consecutivo, minimo da quattro anni); in particolare, negli ultimi due mesi i giudizi sui livelli di produzione sono peggiorati e, contestualmente, le scorte sono state giudicate in calo. Anche tra le famiglie la fiducia è tornata a scendere negli ultimi tre mesi, raggiungendo i minimi dallâestate 2017, per il peggioramento di tutte le principali componenti dellâindice. Il contesto economico è ancora fragile, caratterizzato da una domanda debole, specie nella componente interna (che conta per circa due terzi della produzione totale). In prospettiva gli indicatori anticipatori (ordini, fiducia, attese) non lasciano intravedere significative svolte.
SANITARIE IN BREVE SOSTANZE AROMATIZZANTI Aggiornamento del Ministero della Salute Recentemente il Ministero della Salute ha emanato la nota 0022653-15/04/2019-DGISAN-MDS-P avente come oggetto âProssimo aggiornamento della lista dellâUnione di sostanze aromatizzanti di cui al regolamento UE n.872/2012 che istituisce lâallegato I del regolamento CE n.1334/2008â. Con la suddetta nota, il Ministero informa che lo scorso 29 marzo 2019 il Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti ed i mangimi (PAFF) della Commissione europea ha approvato la modifica dellâallegato I del regolamento CE n.1334/2008 per quanto concerne la sostanza appartenente al gruppo FGE 217, âFuran-2(5H)-oneâ (FL n.10.066). Tale sostanza, essendo stata valutata genotossica in vivo da EFSA, sarĂ eliminata dallâelenco dellâUnione con la pubblicazione del nuovo provvedimento in Gazzetta ufficiale dellâUnione europea, prevista in questo mese. Nel testo del provvedimento approvato dal PAFF, che modificherĂ il regolamento UE n.872/2012, non è previsto un periodo transitorio per lo smaltimento degli alimenti contenenti la sostanza in questione per cui tali alimenti saranno considerati illegali, a partire dallâentrata in vigore della nuova disposizione.
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Europa a cura della Commissione europea
La Commissione attua il piano dâazione per lâeconomia circolare Le sfide per spianare la strada verso unâeconomia competitiva e a impatto climatico zero A marzo la Commissione europea ha pubblicato una relazione completa sullâattuazione del piano dâazione per lâeconomia circolare adottato nel dicembre 2015. La relazione presenta i principali risultati dellâattuazione del piano dâazione e delinea le sfide aperte per spianare la strada verso unâeconomia circolare competitiva e a impatto climatico zero, in cui la pressione sulle risorse naturali e di acqua dolce e sugli ecosistemi sia ridotta al minimo.
Frans Timmermans, primo vicepresidente responsabile per lo sviluppo sostenibile, ha dichiarato: âLâeconomia circolare è fondamentale per immettere la nostra economia su un percorso sostenibile e per realizzare gli obiettivi mondiali di sviluppo sostenibile. Questa relazione mostra che lâEuropa sta aprendo la strada al resto del mondo. Allo stesso tempo occorre fare di piĂš per fare in modo che lâaumento della nostra prosperitĂ avvenga entro i limiti del pianeta e per trovare lâanello mancante dellâeconomia circolare, in modo da evitare di sprecare le nostre preziose risorseâ.
Jyrki Katainen, vicepresidente responsabile per lâoccupazione, la crescita, gli investimenti e la competitivitĂ , ha dichiarato: âQuesta relazione è molto incoraggiante. Dimostra che lâEuropa è sulla buona strada per generare investimenti e creare posti di lavoro e nuove imprese. Il futuro potenziale di crescita sostenibile è enorme e lâEuropa è sicuramente il luogo migliore in cui un setto-
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re industriale rispettoso dellâambiente possa crescere. Questo successo è il risultato della collaborazione tra portatori dâinteressi e responsabili decisionali europeiâ.
PASSAGGIO DALLâECONOMIA LINEARE ALLâECONOMIA CIRCOLARE A distanza di tre anni dalla sua adozione, il piano dâazione per lâeconomia circolare può essere considerato pienamente completato. Le 54 azioni previste dal piano sono state attuate o sono in fase di attuazione. Secondo le conclusioni della relazione, lâattuazione del piano dâazione per lâeconomia circolare ha accelerato la transizione verso unâeconomia circolare in Europa, che a sua volta ha contribuito a riportare lâUE su un percorso favorevole allâaumento dellâoccupazione. Nel 2016 oltre quattro milioni di lavoratori hanno trovato impiego nei settori attinenti allâeconomia circolare, il 6% in piĂš rispetto al 2012. La circolaritĂ ha inoltre schiuso nuove opportunitĂ commerciali, dato origine a nuovi modelli di impresa e sviluppato nuovi mercati, sia allâinterno che allâesterno dellâUE. Nel 2016 le attivitĂ circolari come la riparazione, il riutilizzo o il riciclaggio hanno generato quasi 147 miliardi di euro di valore aggiunto, registrando investimenti pari a circa 17,5 miliardi di euro.
Strategia dellâUE per la plastica La strategia dellâUE per la plastica nellâeconomia circolare è il primo quadro strategico a livello dellâUE che adotta un approccio basato sul ciclo di vita dei singoli materiali al fine di integrare le attivitĂ di progettazione circolare, utilizzo, riutilizzo e riciclaggio nelle catene del valore della plastica. La strategia delinea una visione chiara e comprensiva di obiettivi quantificati a livello dellâUE - che prevedono, tra lâaltro, la riutilizzabilitĂ o riciclabilitĂ entro il 2030 di tutti gli imballaggi di plastica immessi sul mercato dellâUE. Per stimolare il mercato della plastica riciclata, la Commissione ha avviato una campagna di impegno volontario in materia di plastica riciclata. Settanta imprese hanno giĂ assunto impegni, grazie ai quali il mercato della plastica riciclata crescerĂ almeno del 60% entro il 2025. Tuttavia, vi è ancora uno scarto tra lâofferta e la domanda di plastica riciclata. Per colmarlo, la Commissione ha lanciato lâalleanza circolare sulle materie plastiche dei principali portatori dâinteressi del settore che forniscono e utilizzano plastica riciclata. Le norme relative agli articoli di plastica monouso riguardanti i 10 prodotti piĂš frequentemente trovati sulle sue spiagge collocano lâUE in una posizione di primo piano nella lotta mondiale ai
rifiuti marini. Le misure, tra le altre cose, vietano determinati prodotti in plastica monouso (per esempio cannucce e posate) per i quali sono disponibili alternative e la plastica oxo-degradabile, proponendo azioni per altri prodotti, ad esempio obiettivi di riduzione del consumo, requisiti di progettazione e regimi di responsabilitĂ estesa del produttore.
Innovazione e investimenti Al fine di accelerare la transizione verso unâeconomia circolare è essenziale investire nellâinnovazione e sostenere lâadattamento della base industriale europea. Nel periodo 2016-2020 la Commissione ha intensificato gli sforzi su entrambi i fronti, destinando alla transizione un totale di oltre 10 miliardi di euro di fondi pubblici. Al fine di stimolare ulteriori investimenti la piattaforma per il sostegno finanziario allâeconomia circolare ha redatto raccomandazioni finalizzate a migliorare lâattrattiva finanziaria dei progetti riguardanti lâeconomia circolare, coordinare le attivitĂ di finanziamento e condividere buone pratiche. La piattaforma collaborerĂ con la Banca europea per gli investimenti al fine di fornire assistenza finanziaria e sfruttare le sinergie con il piano dâazione per finanziare la crescita sostenibile.
Trasformare i rifiuti in risorse Solidi ed efficienti sistemi di gestione dei rifiuti sono presupposti essenziali dellâeconomia circolare. Nel luglio 2018 è entrato in vigore un quadro legislativo rivisto sui rifiuti volto a modernizzare i sistemi di gestione dei rifiuti che comprende, tra lâaltro, nuovi e ambiziosi tassi di riciclaggio, chiarimento della qualifica giuridica per materiali riciclati, misure rafforzate di prevenzione e gestione dei rifiuti anche per i rifiuti marini, gli scarti alimentari e i prodotti contenenti materie prime essenziali.
Progettazione circolare e processi di produzione La progettazione intelligente allâinizio del ciclo di vita di un prodotto è essenziale per garantire la circolaritĂ . Con lâattuazione del piano di lavoro sulla progettazione ecocompatibile 2016-2019 la Commissione ha promosso ulteriormente la progettazione circolare dei prodotti, insieme agli obiettivi di efficienza energetica. Attualmente le misure sulla progettazione ecocompatibile e sullâetichettatura energetica relative a molti prodotti includono norme riguardanti specifiche per lâefficienza dei materiali, come la disponibilitĂ di parti di ricambio e la facilitĂ di riparazione e di trattamento alla fine del ciclo di vita. In un apposito documento di lavoro dei suoi servizi la Commissione ha inoltre analizzato le sue politiche per i prodotti, con lâintenzione di sostenere i prodotti circolari e sostenibili.
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Europa Responsabilizzazione dei consumatori Per passare a unâeconomia piĂš circolare è necessario che i cittadini si impegnino attivamente a cambiare i propri modelli di consumo. Le metodologie per calcolare lâimpronta ambientale dei prodotti e delle organizzazioni, sviluppate dalla Commissione, consentono alle imprese di rilasciare dichiarazioni ambientali affidabili e comparabili affinchĂŠ i consumatori possano effettuare scelte consapevoli.
Forte coinvolgimento dei portatori dâinteressi Il coinvolgimento dei portatori dâinteressi è fondamentale per la transizione. Lâapproccio sistemico contemplato dal piano dâazione ha fornito alle autoritĂ pubbliche, agli attori economici e sociali e alla societĂ civile un quadro da riprodurre per incentivare i partenariati tra diversi settori e lungo le catene del valore. Il ruolo della Commissione nellâaccelerare la transizione e nel guidare gli sforzi internazionali volti a promuovere la circolarità è stato anche riconosciuto dal Forum economico mondiale 2019, in occasione del quale la Commissione ha ricevuto il premio The Circulars nella categoria Settore pubblico.
Sfide aperte Oggi lâeconomia circolare è una tendenza mondiale e irreversibile. Ciononostante, molto deve essere ancora fatto per potenziare lâazione sia a livello dellâUE sia a livello mondiale, trovare lâanello mancante e ottenere il vantaggio competitivo che lâeconomia circolare porterĂ alle imprese dellâUE. Saranno necessari maggiori sforzi per attuare la legislazione riveduta sui rifiuti e sviluppare i mercati delle materie prime secondarie. Inoltre, il lavoro avviato a livello dellâUE su alcune questioni (come sostanze chimiche, ambiente non tossico, marchio di qualitĂ ecologica ed ecoinnovazione, materie prime essenziali e fertilizzanti) deve subire unâaccelerazione se lâUnione vuole trarre il massimo vantaggio dalla transizione verso lâeconomia circolare.
Lâinterazione con i portatori dâinteressi suggerisce la possibilitĂ di esaminare alcuni ambiti non ancora contemplati dal piano dâazione per completare lâagenda in materia di circolaritĂ . Sulla base dellâesempio della strategia europea per la plastica nellâeconomia circolare, molti altri ambiti ad elevato impatto ambientale e alto potenziale per la circolaritĂ , come il settore IT, lâelettronica, la mobilitĂ , lâambiente edificato, il settore minerario, dei mobili, degli alimenti e delle bevande o il settore tessile, potrebbero beneficiare di un analogo approccio olistico.
Contesto Nel 2015 la Commissione ha adottato un nuovo e ambizioso piano dâazione per stimolare la transizione dellâEuropa verso lâeconomia circolare inteso a rafforzare la competi-
tivitĂ a livello mondiale, incentivare la crescita economica sostenibile e favorire la creazione di nuovi posti di lavoro. Si prevedeva che le azioni proposte avrebbero contribuito a âtrovare lâanello mancanteâ del ciclo di vita dei prodotti incrementando il riciclaggio e il riutilizzo, a vantaggio sia dellâambiente che dellâeconomia. Lâobiettivo era quello di contribuire a ricavare il valore e lâimpiego massimi da tutte le materie prime, i prodotti e i rifiuti, favorendo il risparmio energetico e riducendo le emissioni di gas a effetto serra, beneficiando di un sostegno finanziario a titolo dei fondi SIE, di Orizzonte 2020 e dei fondi strutturali dellâUE e di investimenti nellâeconomia circolare a livello nazionale. Un quadro completo dello stato di attuazione del piano dâazione è presentato nel documento di lavoro dei servizi della Commissione che accompagna la relazione.
prodotti tutelati
Salumi DOP e IGP: tradizione e creativitĂ in cucina 4 showcooking con la Scuola di cucina di Sale&Pepe svelano golosi percorsi di gusto per apprezzare al meglio queste eccellenze gastronomiche che nascono dalla tradizione e dalla cultura dei territori. Lâobiettivo di questo percorso formativo è quello di trasferire una maggior conoscenza del valore dei prodotti della salumeria italiana DOP e IGP che da sempre fanno parte della nostra tradizione gastronomica e costituiscono una valida garanzia per il consumatore, sempre piĂš attento alla ricerca di prodotti alimentari tipici e di qualitĂ . I salumi DOP e IGP sono cosĂŹ buoni e pratici che si tende normalmente ad associarli a un consumo âa fornelli spentiâ, consumati in purezza per apprezzarne piena-
di Andrea Aiolfi
mente il gusto o come ingredienti di appetitosi panini, ideali in ogni momento della giornata. Tutto vero, ma nel primo dei 4 showcooking la chef della scuola di cucina di Sale&Pepe ha regalato ai partecipanti nuovi spunti creativi per realizzare ricette semplici e gustose per gratificare il palato (e la vista) e perchĂŠ no, sorprendere gli amici in una cena conviviale. Protagonisti e ricette del primo showcooking: finto sushi allâemiliana con Mortadella Bologna IGP, crostini con Prosciutto di Carpegna DOP caramellato e pinoli, ciambella al Salame Felino IGP, Culatello di Zibello DOP con micca, burro aromatizzato e giardiniera. Prossimi eventi: ⢠martedĂŹ 4 giugno con Bresaola della Valtellina IGP, Coppa di Parma IGP, Prosciutto di Modena DOP e Salamini Italiani alla Cacciatora DOP ⢠martedĂŹ 1 ottobre con Capocollo di Calabria DOP, Prosciutto di San Daniele DOP, Salame di Varzi DOP e Speck Alto Adige IGP ⢠martedĂŹ 5 novembre con Coppa Piacentina DOP, Cotechino Modena IGP, Prosciutto Toscano DOP e Salame Brianza DOP
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CAMERA DI COMMERCIO DI PARMA Sede delle Commissioni âtagli di carne suinaâ e âgrasso e struttoâ La Borsa Merci di Parma è stata istituita dalla Camera di Commercio nel 1967. Prima di spostarsi nellâattuale sede presso Fiere di Parma, dove sono ospitate anche le CUN, ha operato allâinterno della stessa Camera di Commercio. è aperta il venerdĂŹ, dalle 9 alle 15.30. Nel corso delle contrattazioni sono rilevati i prezzi di undici tipologie di prodotti agroalimentari: salumi, carni fresche suine, suini, carni grassine, derivati del pomodoro, foraggi, granaglie farine e sottoprodotti, zangolato, siero di latte, formaggio e uve. Numero e qualitĂ dei prodotti rilevati ben rappresentano lâimportanza della piazza di Parma legata alla straordinaria vocazione agroalimentare del suo territorio. I listini settimanali dei prezzi rilevati sono pubblicati sul sito Internet www.borsamerci.pr.it. Presidente delle Commissioni Prezzi della Borsa Merci è il Segretario Generale della Camera di Commercio o un suo delegato. LâUfficio Borsa Merci si trova nella sede della Camera di Commercio di Via Verdi, nel centro storico di Parma.
www.borsamerci.pr.it
Sede contrattazioni: Borsa Merci della Camera di Commercio presso Fiere di Parma Via Fortunato Rizzi 67/a 43126 Parma
LâIndustria delle Carni e dei Salumi @Carni_Salumi
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DALLâAUTOSTRADA A1 uscita PARMA seguire le indicazioni per FIERA DALLâAUTOSTRADA A15 uscita PARMA OVEST seguire per Fiera per percorrere la tangenziale oppure seguire per PARMA per utilizzare la via Emilia
Modalità di ingresso Nella localizzazione, di 1.200 mq, sono disponibili: ⢠n. 400 posti auto ⢠90 box ⢠area ristoro
Le Commissioni Uniche Nazionali La âCommissione Unica Nazionale dei tagli di carne suinaâ e la âCommissione Unica Nazionale grasso e struttoâ si riuniscono settimanalmente a Parma. Le Commissioni Uniche Nazionali (CUN) nascono in attuazione del Protocollo dâintesa sottoscritto il 5 dicembre 2007 dal tavolo tecnico della filiera suinicola. Le due CUN operano il venerdĂŹ mattina parallelamente alle attivitĂ della Borsa Merci; il loro compito è di prendere atto di una panoramica del mercato dei tagli di carne suina e di grasso e strutto, fissandone i relativi prezzi per la settimana successiva. LâattivitĂ di segreteria è svolta da Borsa Merci Telematica Italiana, su incarico del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.
prodotti tutelati di Fiorella Palmieri
La Mortadella Bologna IGP vince la tappa del gusto Per la partenza bolognese del Giro dâItalia non poteva mancare una grande eccellenza del territorio, ideale per la dieta degli sportivi: la Mortadella Bologna IGP Lâavventura del Giro dâItalia questâanno è iniziata dal centro di Bologna: una festa tutta rosa che non poteva non coinvolgere anche il prodotto simbolo della cittĂ , la Mortadella Bologna IGP. La regina rosa dei salumi, infatti, è stato uno degli sponsor di questa edizione per le due tappe felsinee. Piazza Maggiore si è davvero tinta di rosa sabato 11 maggio e domenica 12 maggio. Nellâarea hospitality Puccini, tutti gli ospiti si sono concessi un gustoso spuntino con questo alimento tradizionale e genuino, con un apporto nutrizionale ideale per lâalimentazione degli sportivi. La Mortadella Bologna IGP può infatti rientrare a pieno titolo allâinterno di un sano regime alimentare abbinato ad un corretto esercizio fisico che - nel caso degli sportivi - è in grado di fornire le molecole utili per la funzione dellâorganismo, incrementare la massa muscolare, ottimizzare il lavoro fisico e reintegrare le perdite di acqua e sali minerali. In particolare le caratteristiche nutrizionali della Mortadella Bologna IGP garantiscono un adeguato sostegno di proteine di qualitĂ , non solo nella fase di allenamento, ma anche
nel periodo post gara per il recupero. La Mortadella Bologna IGP è molto ricca di ferro biodisponibile, necessario al trasporto dellâossigeno muscolare per garantire una corretta attivitĂ sportiva. Inoltre la percentuale di grassi contenuti in questo salume si è notevolmente ridotta negli anni, cosĂŹ come il suo contenuto di sale, garantendo in questo modo un apporto di questi nutrienti adeguato alle esigenze dellâatleta e non eccessivo. Sono stati due giorni ricchissimi. Sabato 11 maggio, dalle ore 13 alle ore 20 in area hospitality è stato possibile degustare la Mortadella Bologna IGP in purezza ed assistere allo show del bar tender Bolognese Alex Fantini, che ha realizzato i palloncini edibili alla Mortadella Bologna IGP. Nel frattempo, nellâarea partenza la Pink Bike del Consorzio e la mascotte Mortadellina facevano divertire grandi e piccini con foto e giochi. Lâappuntamento si è replicato domenica 12, dalle ore 9 alle 13. Lâevento è arrivato in un anno particolarmente importante per il Consorzio, quello dei suoi 18 anni, e i piĂš fortunati tra il pubblico sono stati omaggiati delle magliettine di Mortadella in edizione limitata con il logo del compleanno.
SALUMI PIACENTINI DOP: IL 2018 SI CONCLUDE CON UN INCREMENTO DELLA PRODUZIONE PER COPPA PIACENTINA, PANCETTA PIACENTINA E SALAME PIACENTINO Buone notizie dal Consorzio Salu-
mi DOP Piacentini che ha chiuso il 2018 con un bel segno piĂš sulla produzione. Infatti, per quanto riguarda i dati produttivi del 2018 dei prodotti piacentini DOP confezionati, troviamo al primo posto il Salame Piacentino con un totale di circa 550.920 kg, seguito da Coppa Piacentina con 463.956 kg e infine Pancetta Piacentina con 349.751 kg. Parlando invece di prodotto affettato, fra le piĂš consumate troviamo la Coppa Piacentina con ben 361.814 kg di prodotto, a seguire Pancetta Piacentina con 289.475 kg ed infine con una sostanziale differenza rispetto al prodotto confezionato il Salame Piacentino che, affettato, presenta un dato piuttosto basso pari a 142.249 kg. Notevole, dunque, è stato lâincremento rispetto allâanno precedente, che riporta dei dati di produzione complessivi pari a 598.751 kg per il Salame Piacentino DOP, 692.788 kg per la Coppa Piacentina DOP e 590.368 kg per la Pancetta Piacentina DOP.
Maggio 2019
Il prossimo obiettivo per il Consorzio Salumi Piacentini DOP sarĂ quello di espandere lâexport anche in Germania e Francia. Un Consorzio, quello dei Salumi Piacentini DOP, che custodisce un vero e proprio gioiello della Salumeria Italiana, in quanto è lâunico ad avere ben tre prodotti di denominazione di origine protetta: Coppa Piacentina DOP, Pancetta Piacentina DOP e Salame Piacentino DOP. Un Consorzio che, anche se relativamente piccolo, è riuscito a distinguersi e a farsi conoscere per le sue eccellenze nel Made in Italy.
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AUTOTRASPORTO: IL CALENDARIO 2019 DEI DIVIETI DI CIRCOLAZIONE GENNAIO 2019 N°01
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SETTIMANA DELLA CUCINA ITALIANA NEL MONDO. IN GIAPPONE IL SISTEMA PAESE PROMUOVE IL MADE IN ITALY
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EXPORT SALUMI: RAGGIUNTO LâOBIETTIVO DI 1,5 MILIARDI APRILE 2018 N°04
Maggio 2019
fiere e manifestazioni
IFFA 2019: la tradizione incontra lâhigh-tech
Conclusa la sei giorni di Francoforte dedicata alla trasformazione della carne
tempo IFFA rappresenta un appuntamento per tante famiglie, in quanto molte aziende sono a gestione familiare da generazioni. Ogni tre anni si ritrovano qui per costruire insieme il futuro: industria della carne, costruttori di macchinari, aziende di confezionamento, fornitori di spezie, rivenditori e macellaiâ.
Benvenuti nel futuro; lâindustria nel segno dellâinnovazione
IFFA, la fiera internazionale dellâindustria della carne, ha mostrato nel corso di sei giornate come il settore si sta preparando ad affrontare il futuro. Dalla smart meat factory ai nuovi trend nel settore del packaging e alla sicurezza alimentare, dal clean labelling ai crescenti requisiti in materia di qualitĂ della carne: gli espositori hanno risposto alle richieste dellâindustria della carne e del settore delle macellerie artigianali. E tutto in un clima particolarmente favorevole agli investimenti. âAncora una volta IFFA ha dimostrato di essere non solo una delle nostre fiere piĂš tradizionali, ma soprattutto lâevento globale per eccellenza del settore. Sette visitatori su dieci provenivano dallâestero. Allâinterno dei padiglioni, nelle corsie e presso gli stand si respirava unâatmosfera fantasticaâ, ha sintetizzato Wolfgang Marzin, Presidente del Consiglio Direttivo di Messe Frankfurt. âAllo stesso
La digitalizzazione come tema trainante del settore pone la smart meat factory al centro dellâattenzione. Soluzioni automatizzate e software rendono la produzione e i processi negli stabilimenti di lavorazione della carne piĂš intelligenti. Anche la sicurezza alimentare continua a essere un tema centrale. Lâobiettivo è quello di sostituire le attivitĂ manuali con processi automatizzati. A tal proposito le aziende presenti in fiera hanno presentato soluzioni completamente automatizzate per porzionare e posizionare nelle vaschette bistecche o salumi tagliati a fette tramite posizionatori o robot industriali. Nel settore dedicato al confezionamento sono state presentate inoltre soluzioni intelligenti per proteggere un alimento prezioso come la carne. Molto importanti in questo ambito sono la conservazione delle risorse e la sostenibilitĂ , due temi che spaziano dallâefficienza energetica dei macchinari e delle catene produttive fino al packaging a impatto zero sul clima. Nel complesso le prospettive per lâindustria complementare nel settore della carne sono positive: la produzione mondiale di carne dovrebbe registrare una crescita annua del 5% fino al 2027.
La carenza di manodopera specializzata Una sfida che si trovano ad affrontare sia i produttori di macchinari che le macellerie artigianali: ovunque si registra infatti la carenza di manodopera specializzata e la difficoltĂ a reperire giovani collaboratori. Le aziende devono investire sempre piĂš nella digitalizzazione, nellâautomazione e nella robotica, che consentono di alleggerire il lavoro e semplificare ogni livello del processo di lavorazione della carne.
4 â 9. 5. 2019 Frankfurt am Main
I NUMERI DI QUESTA EDIZIONE
⢠Circa 67.000 visitatori da 149 Paesi = +7% (2016: 62.440 da 142 Paesi)/grado di internazionalità dei visitatori: 70%
⢠1.039 espositori da 49 Paesi (2016: 1.036 da 51 Paesi) /grado di internazionalità degli espositori: 62%
⢠120.000 metri quadrati di superficie espositiva (+ 9%)
VINITALY 2019: VINI ITALIANI IN CALO IN GDO MENTRE CRESCONO LE VENDITE ONLINE
di Augusto Cosimi
Nel 2018 una flessione della vendita Vini in GDO del 3,8% a fronte di un aumento del 18% sul canale e-commerce, secondo i dati della Ricerca IRI presentata al 53° Vinitaly a Verona. Bene spumanti e bio, tengono i vini Doc, calano Igt, generici e brick Nel 2018 il mercato del vino italiano nella Grande Distribuzione ha registrato una flessione del -3,8% a volume pari a 619 milioni di litri, ma un incremento a valore + 3,4% per 1,902 miliardi di euro, dovuto allâaumento medio del prezzo del 7,4% causato sia dalla scarsa vendemmia del 2017 che dalla riduzione delle promozioni a scaffale di 2 punti. Ă quanto emerge dalla Ricerca IRI sul mercato del vino nella grande distribuzione nel 2018 presentata al 53° Vinitaly. Altra tendenza di rilievo è che i consumatori nei supermercati preferiscono vini Doc e Docg, spumanti, vini a marca privata e vini bio. Tra i vini piĂš venduti ai primi posti della classifica nazionale si trovano Lambrusco, Chianti e Montepulciano dâAbruzzo, con buone performance di Muller Thurgau (+3,9%) e Primitivo (+17%). Nella speciale classifica dei vini âemergentiâ, cioè a maggior tasso di crescita, va sottolineato lâexploit del Lugana (+22%), un bianco doc prodotto soprattutto nelle provincie di Brescia e Verona, che conquista il primo posto con un aumento a volume del 22,1% nel 2018 (e a valore del 24,2%). Crescono in modo rilevante Passerina (+15%) e Ribolla (+14%) ed entrano tra i top 15 Grignolino, Cerasuolo, Refosco e Aglianico. Il canale e-commerce segnala invece una netta espansione. Basta un dato: lo scorso anno i ricavi di vini e spumanti hanno registrato una crescita del 18% sullâonline e un calo del 3,8% sui canali fisici. Il dato è basato sulle vendite registrate su Amazon e altre 11 piattaforme di e-commerce di aziende retail. Va anche sottolineato che sulle piattaforme web i prezzi medi dei vini sono piĂš alti, quindi câè una maggiore marginalitĂ . E anche se la quota di mercato dellâe-commerce, per il segmento vino, è solo dello 0,5% il potenziale di crescita è enorme. Basti pensare alla comoditĂ di poter ordinare 24 ore su 24, e alla diffusione degli strumenti di acquisto: negli ultimi due anni sono triplicati gli ac-
Maggio 2019
quisti da mobile. Infine, câè una questione generazionale, i millennial (18-35 anni) fanno acquisti quasi esclusivamente online. Per quanto riguarda i formati, cala ancora il brik col - 5,6% mentre continua a crescere il bag in box col + 10,3% (a volume). Va sottolineata, inoltre, la crescita costante, negli ultimi anni, degli acquisti dei vini a marchio del distributore (MDD), cioè di quei vini che le cantine italiane producono su incarico delle insegne distributive. La quota di mercato del vino MDD è arrivata al 14% di tutto il vino venduto nella Grande Distribuzione per un valore di 156 milioni di Euro. I soli vini Doc e Docg a marca del distributore sono cresciuti dellâ8%. IFFA. Unadelfiera leade Aumentano sensibilmente, inoltre, vini e spumanti biologici, rispettivamente 18% e dellâ11,8%, ma le vendite nei supermercati sono ancora limitate a circa 5 mondiale, un focus: l milioni di litri lâanno. Si prevede, infine, una ripresa nel 2019. I dati relativi alle vendite neiproduzioni mesi di Dalle man gennaio e febbraio 2019, infatti, vedono i vini a denominazione dâorigine aumenalle soluzioni tare del 5,3% (bottiglia da 0,75), mentre il totale del vino confezionato cresce high-tec dellâ1,7% (a volume).
Meet the B
piattaforma delle inno GLI ITALIANI E IL VINO presenta le tendenze Lâ88% degli Italiani ha consumato vino nellâultimo anno. Ă quanto emerge dallâinper prossimi tre ann dagine âMercato Italia â Gli Italiani e il vinoâ realizzata da Vinitaly conilâOsservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor che traccia il profilo dellâapproccio al vino riuniscono e dello stato di salute del mercato interno del primo Paese produttore al mondo.gli esperti Per la maggior parte degli intervistati il vino è tradizione, eleganza e cultura, al dellâindustria, del com contrario dei superalcolici, associati a divertimento e monotonia, o della birra, dellâartigianato â per dove prevale il matching con amicizia e quotidianitĂ . Si beve meno vino â il 26% di volumi ridotti rispetto a ventâanni fa â ma lo fanno nuovo pad praticamente tutti e in modo piĂš responsabile: la media è di 2-4anche bicchieri anel setti-
mana, consumati soprattutto a casa (67%) in particolare dai baby boomer (55-73 anni, al 93%), ma è rilevante la quota di tutte le generazioni, con i millenial (18-38 anni) che evidenziano giĂ un tasso di penetrazione pari allâ84%. www.iffa.com Dato in aumento sia a casa che fuori casa. Si beve meno, dunque, ma il mercato del vino tiene e produce un valore al consumo che, secondo lâanalisi, è stimato dallâOsservatorio in 14,3 miliardi di euro (dato 2018). Nel confronto tra i top mercati per consumi, visitatori@italy.messe lâItalia si è posizionata al 4° posto dopo USA, Francia e Regno Unito.
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