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Imballaggi plastici: sicurezza

igienico-sanitaria Studio e valutazione dell’idoneità igienico-sanitaria dei MOCA a cura del dipartimento di packaging

Un aspetto di fondamentale importanza, quando si parla di imballaggi per alimenti, è l’idoneità del materiale al contatto con gli stessi e, quindi, l’aspetto igienico-sanitario.

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Nel Dipartimento Packaging della Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari (SSICA), fin dalla metà degli anni ’80, lo studio e la valutazione dell’idoneità igienico-sanitaria dei materiali e oggetti a contatto con gli alimenti (MOCA) è stata, e continua a essere, un’attività di primaria importanza per tutela della salute e della sicurezza del consumatore. I MOCA sono materiali e oggetti destinati a prolungare la conservabilità e a preservare le caratteristiche dei prodotti alimentari in essi contenuti. Ad eccezione dei materiali e oggetti attivi e intelligenti, che possono comportare modifiche alla composizione o alle caratteristiche organolettiche di un prodotto e che per questo motivo sono disciplinati da un regolamento in modo specifico, tutti gli altri imballaggi devono rimanere inerti e non devono cedere composti che possono avere effetti sulla salute del consumatore o compromettere le caratteristiche sensoriali degli alimenti.

La disciplina sui MOCA si è sviluppata notevolmente negli ultimi anni, ma già nel 1962 la legge italiana del 30 aprile n. 283 fissava alcuni principi di base che sono tuttora validi e che sono riportati anche nei vari regolamenti europei.

Per la Divisione Packaging l’aspetto sia analitico che normativo è sempre stato prioritario, per questo i tecnici SSICA si sono costantemente aggiornati in merito alla complessa legislazione nazionale ed europea del settore per fornire adeguata assistenza e supporto alle aziende alimentari, principali responsabili dei prodotti alimentari immessi in commercio e pertanto responsabili della conformità dei materiali impiegati.

Negli ultimi 20 anni, nello specifico, sono state messe a punto numerosi test analitici di migrazione globale e specifica. L’idoneità dei contenitori e materiali per alimenti è infatti subordinata al superamento di prove di migrazione globale e, ove previsto, di migrazione specifica, che devono essere effettuate prima della loro immissione sul mercato.

Il concetto di migrazione si applica a tutti i MOCA allo scopo di verificare che, nelle reali condizioni di impiego, l’alimento non risulti contaminato a causa di sostanze cedute dall’imballaggio. Le prove di migrazione globale consentono di individuare la quantità di sostanze che vengono cedute, in totale, all’alimento. Queste sono effettuate tramite liquidi che simulano la capacità estrattiva dell’alimento, in condizioni di temperatura e durata che si avvicinano il più possibile a quelle di utilizzo dello stesso.

Il limite di migrazione globale va inteso come un requisito di inerzia del materiale e il legislatore stabilisce un limite alla possibile interazione imballaggio-alimento. Le prove di migrazione specifica hanno lo scopo di individuare, nel dettaglio, qual è la sostanza oggetto della migrazione e in quale quantità viene trasferita. Il limite di migrazione specifica è applicato alle singole sostanze e si basa sui risultati di studi tossicologici. Valutare l’idoneità al contatto alimentare di materiali e oggetti, tramite test conformi alle normative vigenti, è dunque fondamentale per garantire la salute e sicurezza dei consumatori e poter ottenere la dichiarazione MOCA, una certificazione necessaria per assicurare il rispetto di determinati requisiti obbligatori in tema di igiene alimentare. In merito alla messa a punto di prove di migrazione, un lavoro di tesi svolto presso il Dipartimento Packaging (Putamorsi L., 2006) ha determinato, in un numero considerevole di campioni, la migrazione globale e specifica derivante da capsule twistoff, destinate al contatto con conserve a matrice lipidica in funzione della quantità di liquido simulante utilizzata. Dallo studio è emerso che il volume del simulante non influenza significativamente la cessione di componenti da parte della capsula stessa. Sono state quindi modificate e ottimizzate con successo alcune condizioni cromatografiche e alcune procedure di preparazione impiegate nella metodica per minimizzare e/o eliminare problemi causati da interferenti ceduti dal mastice. Il lavoro di ricerca svolto ha quindi permesso di modificare la metodica analitica rendendola più performante.

Sempre in un’ottica di ottimizzazione analitica è stato pubblicato un interessante lavoro scientifico (Bandini M. et all., 2013) su nuovi metodi di preparazione dei campioni per analisi di migrazioni specifiche; tale lavoro è stato presentato nel 2013 all’evento scientifico “Agorà, Incontro nazionale sul food packaging”. Lo scopo del lavoro è stato di verificare la possibilità di utilizzo di questa nuova metodica, già applicata con successo per le analisi multiresiduali di pesticidi, per prove di migrazione specifica di derivati epossidici delle vernici (Bisfenolo A Bisfenolo A Diglicidil Etere, Bisfenolo F Diglicidil Etere e rispettivi derivati), da usarsi in sostituzione ai metodi analitici fino ad allora in uso che richiedevano estrazioni prolungate con considerevoli volumi di solventi.

La tecnica dei QuECheRS, il cui acronimo sta per “Quick, Easy, Cheap, Effective, Rugged and Safe” (veloce, semplice, efficiente, robusto e sicuro), si è rivelata essere un metodo preciso e affidabile, che può essere impiegato sia per le analisi in matrici di tipo alimentare sia in liquidi simulanti, consentendo di ridurre notevolmente le tempistiche di esecuzione e i costi delle prove. Per convalidare il metodo, le prove sono state condotte su diverse matrici alimentari (alici sott’olio, tonno, pomodoro) e su olio di oliva rettificato quale liquido simulante previsto dalla normativa per le prove di migrazione di conserve all’olio e le percentuali di recupero sono state elevate.

Negli ultimi anni è stato depositato anche un brevetto di proprietà di SSICA (Corradi T. e Pedrelli T., brevetto n. 102016000044069, 2017) nel quale sono state realizzate, su apposito disegno, delle celle di misura, da impiegarsi nelle prove di migrazione globale e/o specifica per film, lamierini o materiali non analizzabili per immersione; le celle brevettate, conformi alle normative vigenti, consentono di effettuare prove di migrazioni analizzando solo un lato del materiale, semplificando così lo svolgimento della prova e consentendo di sostituire quelle celle previste dal decreto nazionale, di non facile assemblaggio e utilizzo.

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