ESPORTAZIONI DI SALUMI 2015
L’industria delle
Carni Salumi
UNA CRESCITA A DUE CIFRE
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Poste Italiane - Spedizione in abbonamento postale DL 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n°46) art.1, comma 1, DCB Milano
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IN EUROPA SI DISCUTE DI ORIGINE DELLA MATERIA PRIMA APRILE 2016 N°04
Confindustria: Vincenzo Boccia designato Presidente
L’industria delle
Carni Salumi e dei
AP R I L E 2 0 16 N°0 4
Organo Ufficiale di:
Direzione e amministrazione Milanofiori, Strada 4 Palazzo Q8 20089 Rozzano (MI) Tel. +39 02 8925901 (6 linee) Fax +39 02 57510607 www.assica.it Direttore responsabile Aldo Radice Coordinamento redazionale Alfredo La Stella Redazione Andrea Aiolfi Giada Battaglia Loredana Biscione Silvia Bucci Davide Calderone Laura Falasconi
Il Consiglio generale di Confindustria ha designato, lo scorso 31 marzo, Vincenzo Boccia come nuovo Presidente. L’imprenditore salernitano batte il bolognese Alberto Vacchi per 100 voti a 91. A votare erano i 198 componenti del Consiglio Generale per una sfida che si presentava fin dall’inizio come un serrato testa a testa. Questo voto è uno dei passaggi dell’iter di nomina del numero uno di Confindustria. Si proseguirà poi Il 25 maggio con l’elezione formale da parte dei delegati nell’assemblea privata. Da quel momento Boccia, diventerà ufficialmente il trentesimo Presidente nella storia della Confederazione degli industriali. Il giorno dopo, il 26 maggio, nell’assemblea pubblica il successore di Giorgio Squinzi terrà il suo discorso, davanti alla platea di imprenditori e istituzioni. In precedenza, il 28 aprile, Boccia sarà chiamato a presentare la squadra di presidenza al Consiglio generale: sei le poltrone disponibili per i vicepresidenti secondo quanto stabilito dal nuovo statuto.
Chi è il nuovo Presidente: Vincenzo Boccia, nato a Salerno nel 1964, è amministratore delegato di Arti Grafiche Boccia, azienda di famiglia che opera nel settore grafico da oltre 50 anni. Attualmente Boccia è anche consigliere delegato al credito e presidente del Comitato tecnico Credito e Finanza di Confindustria. L’attività di Boccia in Confindustria risale agli inizi degli anni Novanta con la sua partecipazione attiva al Gruppo dei Giovani Imprenditori. Nel 2000, dopo essere stato presidente degli under 40 di Salerno e leader regionale dei Giovani della Campania, è stato scelto da Edoardo Garrone come vicepresidente nazionale dei Giovani. A proporre il suo nome per la presidenza di Confindustria è stato il comitato di presidenza della Piccola industria di cui nel 2009 ha assunto la carica di Presidente nazionale.
SOMMARIO breve Confindustria: Vincenzo Boccia designato Presidente........................................................................2
export 2015: crescita a due cifre per le esportazioni di salumi ....................................................................3
mercati Nuove misure europee di sostegno al settore suinicolo.....................................................................7
primo piano La Commissione lavora sull’origine dell’ingrediente primario...........................................................8 L’etichettatura d’origine non ha lo stesso costo in Francia e in Italia.................................................8 Fuga in avanti francese sull’origine....................................................................................................9
carni sostenibili aziende informano Tecnobrianza. Legature dei salumi: la nostra esperienza al servizio del cliente.................................10
Gianluigi Ligasacchi
Certiquality e la sicurezza alimentare: le certificazioni volontarie per i mercati esteri.......................13
Sara Margiotta
attualità
Fabio Onano
Mipaaf e UniCredit: accordo per il credito alle PMI...........................................................................13
Giovannibattista Pallavicini
ASSICA e IVSI aderiscono a Carta Italia: contrasto alla contraffazione online...................................14
Stefano Parisi Giulia Rabozzi Viviana Romanazzi Michele Spangaro Stefania Turco Registrato presso il Tribunale di Milano
Ad aprile due grandi occasioni per discutere di benessere animale e di ricerca sanitaria................14
sanitarie La certificazione Halal........................................................................................................................17 Sanitarie in breve................................................................................................................................17
comunicazione
in data 24 gennaio 1951
Al via la nuova campagna IVSI in Giappone......................................................................................19
con n. 2242
Lo Chef Kotaro Noda e le sue ricette..................................................................................................19
Impaginazione Studio ABC Zone Via Angelo Moro 45 20097 San Donato Mil. (MI) Tel. +39 02 57408447 info@abcz1.it Stampa Reggiani S.p.A. Via Dante Alighieri, 50 21010 Brezzo di Bedero (VA)
Europa Attuare l’Unione dell’energia. Il pacchetto UE in materia di sicurezza energetica............................24
eventi Forum made in Italy nei mercati internazionali..................................................................................27
fiere e manifestazioni Agroalimentare già pronto allo scatto verso TUTTOFOOD 2017........................................................23
Fax +39 0332 546426
Aria di Festa 2016..............................................................................................................................30
ASSICA SERVICE Srl 20089 Rozzano (MI) Tel. +39 02 8925901 (6 linee) Fax +39 02 57510607 lastella@assicaservice.it Crediti copertina: Fotolia
La Commissione lavora sull’origine dell’ingrediente primario
SalumiAmo con Bacco C@mp 2016...................................................................................................22
A colloquio con Donald Wich, AD Messe Frankfurt Italia...................................................................29
Milanofiori, Strada 4 Palazzo Q8
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I salumi italiani: in tv tutti ne parlano perché fanno audience...........................................................20
Tel. +39 0332 549533
Pubblicità
Nuove misure europee di sostegno al settore suinicolo
La zootecnia italiana usa il 25% di acqua in meno............................................................................10
Tiziana Formisano Monica Malavasi
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Elenco prossime fiere.........................................................................................................................30
prodotti tutelati Rinnovo cariche sociali per i salumi tipici piacentini..........................................................................31 La Mortadella Bologna IGP sulle rotte del gusto...............................................................................31 Prosciutto, Zampone e Cotechino Modena alla Fiera ProWein a Düsseldorf.....................................31
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A colloquio con Donald Wich, AD Messe Frankfurt Italia
export a cura dell’Ufficio economico-statistico ASSICA
2015: crescita a due cifre per le esportazioni di salumi Il nostro export supera le 165mila tonnellate (+10,7%) e i 1.350 milioni di euro Incremento a due cifre per le esportazioni di salumi italiani nel 2015. Secondo le elaborazioni ASSICA sui primi dati ISTAT nel corso del 2015 il nostro export ha raggiunto quota 165.250 ton (+10,7%) per un fatturato di 1,352 miliardi di euro (+7,1%). Un ottimo risultato sia in termini di valori, sia soprattutto in termini di volumi, maturato a dispetto di un contesto economico che ha visto nel corso dell’anno molte ombre allungarsi sulla crescita globale e soprattutto il commercio mondiale rallentare. Entrambi penalizzati dalla moderazione nella crescita registrata dalle economie emergenti, Cina in primis, e dall’andamento del prezzo del petrolio.
Nel corso dell’anno ha mostrato un trend positivo in quantità anche l’import (+5,2% per 51.410 ton) che ha registrato, però, una flessione in termini di fatturato (-3,6% per 187,1 milioni di euro).
Il punto di vista del Presidente ASSICA, Nicola Levoni “Siamo molto soddisfatti per il risultato dell’export che conferma e rafforza il proprio ruolo di propulsore per il settore” ha commentato
Grazie a questa dinamica il saldo commerciale del settore ha registrato un ulteriore importante incremento +9,1% per oltre 1,1 miliardi di euro. Le esportazioni del settore, in termini di fatturato, hanno mostrato un passo più veloce rispetto all’industria alimentare (+6,7%) e decisamente più brillante di quello complessivo del Paese che ha chiuso l’anno con un +3,9%.
Export salumi 2015/2014
Nicola Levoni, presidente di ASSICA. “Se i dati ISTAT saranno confermati con una crescita in volume del 10,7% e in valore del 7,1% ricorderemo il 2015 come un anno di crescita sostenuta nonostante le difficoltà per l’economia globale e in particolare per il commercio mondiale”. “Dal 2008 – ha proseguito Levoni – le esportazioni di salumi non hanno mai perso un colpo, mostrando sempre un trend crescente e questa credo sia la migliore risposta che si possa dare alla crisi, a quella globale ma anche e soprattutto a quella che da più di due anni sta duramente colpendo il nostro comparto a livello europeo”.
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“ASSICA, da sempre al fianco delle Istituzioni Italiane e comunitarie per aprire nuovi mercati a tutti i prodotti della salumeria e alla
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particolare l’impegno a favore dell’export e della soluzione delle
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stra parte. Nel 2015 abbiamo vinto alcune importanti sfide, mi ri-
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ferisco in particolare agli USA e al superamento dei provvedimenti restrittivi per le nostre esportazioni, ma il nostro impegno è tutt’altro che concluso. USA, Cina e Russia restano senza dubbio in cima
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alla lista delle nostre priorità, ma non la esauriscono. Nel corso del
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2015 abbiamo attivato contatti e canali anche con altri importanti
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controversie internazionali, in primis l’embargo Russia. Noi continueremo a fare con convinzione e determinazione la no-
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Commissario Phil Hogan lo scorso 14 marzo per far fronte all’attuale crisi del settore suino nell’UE (vedi pag. 7), apprezzando in modo
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carne suina, ha accolto con molto favore le misure annunciate dal
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Paesi e aree – Filippine e Centro America per citarne due - che speriamo portino importanti novità già a partire dal 2016”.
Aumento eccezionale dei prosciutti cotti. Bene prosciutti crudi, mortadella, pancette, bresaola e salami 2015 brillante per le esportazioni di prosciutti 2015 - Ripartizione export salumi italiani crudi stagionati, prodotto di punta della sa(in quantità) lumeria. Gli invii di prodotti con e senza osso - assieme a coppe culatelli e speck- hanno eviMortadella Prosciutti crudi denziato un +8,8 %in quantità per oltre 68.430 e wurstel stagionati 21% ton e +7,7% in valore per 711 milioni di euro. 42% Il saldo commerciale della categoria ha registrato un ulteriore importante incremento, arrivando a 648,1 milioni di euro dai 597 del 2014 (+8,6%). All’interno della categoria hanno evidenziato una crescita in quantità sia le esportazioni dei prodotti senza osso (+8,9% per circa 63.700 ton e +8,7% per 687,3 milioni di euro) sia quelle dei Salami stagionati Altri salumi prodotti in osso (+7,9% per 4.740 ton circa) che 17% 3% però hanno registrato una contrazione in valore Bresaola (-14,1% in valore per 23,7milioni di euro). Pancette 2% Prosciutti cotti stagionate 12% Considerando l’insieme delle due voci doganali 3% hanno mostrato un ottimo passo sia gli invii ver- Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT so i Partner comunitari sia quelli verso i Paesi terzi. e +9,2%). Chiusura positiva anche per Germania (+3,9% Fra i mercati UE, che hanno registrato un +8,9% in quanin quantità e +8,6% in valore) e Paesi Bassi (+7,1% in tità per 54.200 ton e un +6,5% in valore per 527,9 miquantità e +12,9% in valore), mentre hanno chiuso in lioni di euro, spiccano gli incrementi a due cifre di Francontrazione gli invii verso l’Austria (-12% in quantità e cia (+19,9% in quantità e +8,1% in valore) Regno Unito -11,7% in valore) e la Croazia (-1,6% e -13,9%). (+17,6% in quantità e +12,4% in valore) e Belgio (+17,8% Molto bene le spedizioni verso i Paesi terzi: +8,3% per
Aprile 2016
oltre 14.230 ton e +11,5% per 183,1 milioni di euro. Oltre i confini comunitari sono risultate decisive, le spedizioni verso gli USA che, nonostante la penalizzazione dovuta al provvedimento 100% reinspection sia venuta meno in maniera definitiva solo a partire dal 6 luglio 2015, hanno registrato un +22,7% in quantità per 7.630 ton e un +24,4% in valore per 98,6 milioni di euro. In forte accelerazione, grazie all’ottima chiusura d’anno, sono apparsi anche gli invii verso il Canada (+31,6% in quantità e +38,8% in valore). Hanno evidenziato, invece, un trend cedente Giappone, Svizzera, Brasile e Hong Kong. Risultato positivo per le esportazioni di mortadella e wurstel che dopo un inizio d’anno difficile e un lento recupero nella parte centrale dl 2015, grazie allo sprint finale, hanno chiuso l’anno con un +3,3% in quantità per 34.740 ton circa e un +2,4% in valore per 123,4 milioni di euro. A determinare questo risultato è stato essenzialmente il buon andamento degli invii verso la UE28 (+4,2% in quantità per 26.560 ton e +2,6% per 97,6 milioni di euro), dove i risultati positivi dei primi cinque mercati di riferimento, Croazia, Germania, Francia, Spagna e Regno Unito hanno più che compensato i cali di Grecia, Austria Continua a pag. 4
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export Segue da pag. 3 e altri mercati meno rilevanti. Un contenuto contributo positivo, soprattutto in valore, è arrivato dai Paesi extra UE: +0,4% per 8.180 ton circa e +1,8% per 25,7 milioni di euro. Su questi mercati spiccano gli incrementi nelle spedizioni verso la Svizzera (+9,4% in quantità e +12,8% in valore), la Bosnia Erzegovina (+18% e +14,6%) e il Canada (+36,9% e +64,2%). In flessione sono apparsi invece Libano, Stati Uniti e Giappone. Trend molto dinamico anche per le esportazioni di salami, arrivate a quota 28.170 ton (+10,3%) per circa 264 milioni di euro (+3,9%). Vivaci, soprattutto con riferimento alle quantità, gli scambi con la UE28: +10,5% in quantità e +2,9% in valore. All’interno del mercato unico da sottolineare i risultati di Regno Unito (+36,2% in quantità e +12,7% in valore) e Francia (+11,4% e +6,9%). Positivi anche gli andamenti di Austria e Belgio. Trend cedente, invece, per la Germania (-1,8% in quantità e -5,9% in valore) primo mercato di riferimento. Importanti incrementi a 2 cifre infine per Svezia e Paesi Bassi. Buono anche il passo delle esportazioni verso i Paesi extra UE: +8,6% in quantità per 4.020 ton e +8,1% in valore per 54,2 milioni di euro. Oltre i confini comunitari gli invii di salami hanno tratto slancio dalla domanda di Canada (balzata a 200 ton dalle 60 del 2014 per un valore di 2,6 milioni di euro), Giappone (+2,6% e +1%) e Hong Kong (+152,9 % per 280 ton e +116,4% per 2,4 milioni di euro) cui ha fatto eco la Svizzera che ha chiuso il periodo gennaio-dicembre con un segno positivo sia in quantità (+0,7%) sia in valore (+3,7%). Il 2015 è stato senza dubbio l’anno del prosciutto cotto: +44,5% in quantità per circa 20.400 ton e +23,5% in valore per 121,3 milioni di euro. Una performance straordinaria, questa, determinata dall’eccezionale aumento della domanda proveniente dalla Spagna (balzata a 6.040 ton dalle 880 dell’anno precedente per un valore di 19,9 milioni di euro) a causa di circostanze particolari verificatesi nel Paese. Rispecchiando l’incremento spagnolo le spedizioni verso la UE hanno registrato un +49,3% per 18.990 ton e +26,8% per 108,6 milioni di euro. Al netto del risultato spagnolo il trend della UE risulta comunque positivo e solido (intorno al 9%) grazie ai buoni risultati registrati su tutti i principali mercati di riferimento: Francia, Germania, Regno Unito, Austria e Belgio. Con Francia e
Belgio che hanno registrato 2015-2014 Esportazioni salumi incrementi a 2 cifre. (valori espressi in tonnellate e migliaia di euro) In contenuta crescita anExport 2015 Var. % 2015-2014 che gli scambi con i Paesi terzi che hanno registrato quantità valore quantità valore un +0,5% in quantità (per 68.433 711.029 8,8% 7,7% 1.400 ton) e un +1% in va- Prosciutti crudi stagionati lore per 12,7 milioni di euro. Mortadella e wurstel 34.736 123.375 3,3% 2,4% Fuori dalla UE decisivi i risulSalami stagionati 28.169 263.960 10,3% 3,9% tati di USA (+4,3% per 524 20.392 121.287 44,5% 23,5% ton e +4,2% per 3,7 milioni Prosciutti cotti di euro), Libano (+16,8% sia Pancette stagionate 4.902 33.862 11,5% 1,6% in valore sia in quantità) e Bresaola 3.180 55.525 7,8% 4,7% Hong Kong, mentre ha mo5.438 42.860 -5,3% 0,5% strato un andamento incerto Altri salumi la Svizzera che ha registra- Totale salumi 165.250 1.351.898 10,7% 7,1% to una flessione in quantità (-3%) ma un progresso in Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT valore (+8,9%). Chiusura vo miglioramento del trend. A determinare il risultato dei in flessione infine per Giappone, Canada e Federazione mercati extra UE è stata la flessione del Giappone (che da Russa (ricordiamo che la voce 16024110, come tutte le solo rappresenta l’88% di questi mercati) che ha mostrasottovoci del gruppo 1602, non rientra fra quelle oggetto to un rimbalzo rispetto alla eccezionale crescita del 2014, dell’embargo Russia). fermandosi a 808 ton (-8,2%) per un valore di 5,3 milioni euro (-9,5%). Trend positivo anche l’export di pancetta stagionata. Dopo tre trimestri complessi in cui la categoria ha dovuto Ottimo risultato per le esportazioni di bresaola nel 2015. fare i conti con il confronto con il brillante 2014, grazie Grazie ai buoni risultati maturati in particolare nel primo all’accelerazione dell’ultimo quarto d’anno l’export di pan- e terzo trimestre la voce ha registrato +7,8% in quantità cetta stagionata avrebbe totalmente invertito la tenden- per 3.180 ton circa e un +4,7% in valore per 55,5 milioni za chiudendo l’anno 2015 con un +11,5% in quantità per di euro. Nel corso dell’anno l’export verso la UE ha con4.900 ton e un +1,6% in valore per 33,9 milioni di euro. tinuato ad evidenziare un passo più veloce rispetto alla Un risultato questo che deve essere valutato con pru- media chiudendo l’anno con un +12,1% per 2670 ton e denza perché sembra risentire di un errore ISTAT nella +7,9% per 45,5 milioni di euro, mentre i Paesi terzi hanregistrazione delle esportazioni verso i Paesi Bassi che no mostrato una flessione. All’interno del mercato unico, avrebbero registrato un incremento del 145,6% in quanti- determinanti sono stati i progressi di tutti i principali Paesi tà e del 4,8% in valore. di riferimento: Francia (+13,7% e +7,3%) primo mercato Un contributo molto positivo è arrivato dall’Unione euro- di destinazione; Germania (+27,1% e +12,5%) in ripresa pea (+16,4% per circa 3.990 ton e +4,6% in valore per dopo il difficile 2014; Regno Unito e Belgio. circa 28 milioni di euro) che ha visto importanti incrementi Hanno registrato, invece, qualche difficoltà i mercati extra su quasi tutti i principali mercati di riferimento. Bene in UE: -10,4% in quantità per circa 510 ton e -7,8% in valore particolare Regno Unito, Francia e Belgio che hanno chiu- per 10 milioni di euro. A fare la differenza per questa caso con aumenti a due cifre. Fanno eccezione Germania e tegoria è stata la perdita del mercato russo che è andata Austria risultate in contrazione. a sommarsi al trend non brillante delle spedizioni verso la Risultato cedente per i Paesi terzi (-5,6% in quantità per Svizzera risultate nel complesso dei dodici mesi pratica920 ton e -10,5% in valore per 5,9 milioni di euro), che mente stabili in quantità -0,2% per 400 ton ma positive in nel corso dei 12 mesi hanno però registrato un progressi- valore (+3,5% per oltre 8,4 milioni di euro).
In Europa spicca la performance verso la Spagna ma contributi positivi sono arrivati da quasi tutte le principali piazze di riferimento Ottimo 2015 per le esportazioni di salumi verso la UE che hanno registrato un +13,2% in quantità per oltre 135.000 tonnellate e un +7,3% in valore per oltre 1 miliardo di euro. All’interno della UE un contributo positivo è arrivato da tutti i nostri principali partner commerciali, ma il 2015 è stato senza dubbio l’anno della Spagna. Grazie al forte stimolo sulla domanda di prosciutto cotto esercitato da alcuni eventi straordinari la domanda spagnola è infatti balzata a 10.200 ton dalle 4.530 del 2014 (+124,6%) per un valore di 38,4 milioni di euro (+88,8%). Un dato questo sicuramente importante che, però, non esaurisce il valore dell’incremento spagnolo, al netto del risultato del prosciutto cotto, infatti, le esportazioni di salumi italiani verso il Paese iberico hanno registrato un +13,2% in quantità e un +12,6% in valore grazie agli incrementi negli invii di tutte le principali
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categorie di prodotti.
performance di tutte le categorie di salumi in particolare prosciutti crudi, salami e bresaola.
Chiusura d’anno positiva per le spedizioni verso la Germania. I nostri salumi, dopo un faticoso inizio, hanno gradualmente recuperato posizioni registrando nel complesso dei dodici mesi un +2,8% in quantità per 32.120 ton e un +3,2% in valore per 289,4 milioni di euro. Sulla performance hanno inciso le difficoltà di salami e pancette.
2015 difficile, invece, per l’export verso l’Austria (-6,6% per 9.560 ton e -7,3% per 67,2 milioni di euro). Gli incrementi di salami e prosciutti cotti su questo mercato non sono bastati, infatti, a compensare le perdite delle altre categorie in particolare prosciutti crudi e speck.
Incremento importante per l’export verso la Francia che ha registrato un +15,6% per 29.550 ton e un +8,2% per 233 milioni di euro, grazie agli incrementi registrati da tutte le principali categorie di prodotti.
Risultato positivo in quantità ma cedente in valore per la Croazia (+6,6% per 6.570 ton ma -2,3% per 19,1 milioni di euro). La performance rispecchia sul fronte volumi l’incremento nelle spedizioni di insaccati cotti sul fronte valori la flessione negli invii dei prosciutti crudi stagionati.
Crescita a 2 cifre per le esportazioni verso il Regno Unito che ha chiuso il periodo gennaio-dicembre con un +19% per 16.050 ton e un +11,7% per 158,8 mln di euro. Un risultato, questo, maturato grazie alle buone
Molto bene, infine, Belgio, Paesi Bassi e la Svezia che hanno registrato in quantità incrementi a due cifre e aumenti molto significativi anche in valore.
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export
Positivi gli scambi con i Paesi extra UE grazie all’export con gli USA 2015 positivo Paesi extra UE. Nel complesso dei 12 mesi le esportazioni verso i Paesi terzi hanno registrato un +0,7% in quantità per 30.250 ton e un +6,8% in valore per 302,1 milioni di euro.
2015-2014 principali Paesi di destinazione dei salumi italiani (valori espressi in .000 euro)
Paesi Bassi Svezia Giappone
Nonostante i vantaggi derivanti dal minieuro e il successo conseguito in Nord America - la performance ha continuato dunque a risentire dunque dell’embargo Russia e del rallentamento economico di alcuni partner emergenti nonché di misure atte a introdurre facilitazioni per produttori locali come nel caso del Brasile.
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Spagna Austria Svizzera Belgio Stati Uniti Regno Unito Francia Germania
0 50.000 100.000 150.000 200.000 Oltre i confini dell’UE il 2015 è stato dunFonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT que un altro anno dominato dagli scambi con gli Stati Uniti, divenuto ormai primo sciutti crudi stagionati che hanno evidenziato un +22,7% mercato di riferimento con 8.750 ton (+18,9%) per olin quantità per 7.630 ton e un +24,4% in valore per 98,6 tre 105,8 milioni di euro (+22%). Un risultato questo milioni di euro. Bene anche i prosciutti cotti (+4,3% per davvero notevole, soprattutto se si considera che il 525 ton e +4,2% per 3,7 mln di euro), mentre hanno confronto è con il già ottimo 2014, che per buona parte mostrato qualche difficoltà mortadelle e wurstel (-7,8% dell’anno sono rimaste in vigore negli USA misure reper 430 ton e -0,9% per circa 2,3 milioni di euro). strittive nei confronti dei nostri salumi. Il provvedimento 100% reinspection, infatti, dopo essere stato rimoduSulla scia del risultato USA ha evidenziato un importante lato in maggio è venuto meno definitivamente solo a consolidamento anche l’export verso il Canada (+41% e partire dal 6 luglio 2015 e - di fatto - fino all’autunno +52,2%) grazie alle spedizioni di prosciutti crudi, salami del 2015 non erano partite le esportazioni di prodotti a e insaccati cotti. breve stagionatura. Straordinario volano su questo mercato sono stati i pro2015 faticoso, ma in progressivo miglioramento per
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gli invii di salumi verso la Svizzera. Dopo l’iniziale raffreddamento degli scambi dovuto alla crisi generata sull’economia elvetica della rivalutazione del franco decisa nel gennaio 2015, gli scambi hanno ripreso vigore nel corso dell’anno. Grazie a questa dinamica le spedizioni dei nostri prodotti nel complesso dei dodici mesi sono rimaste stabili in quantità (4.740 ton -0,3%) registrando un discreto incremento in valore (+3,6% per 74,2 milioni di euro). Bene in particolare su questo mercato gli insaccati cotti e i salami.
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Fra i mercati più difficili da raggiungere per i nostri prodotti spicca l’incremento di Hong Kong (+26,9% e +21,5%). Andamento dal duplice volto per la Bosnia Erzegovina (+8,3% ma -10,1%) e il Libano (-0,9% in quantità e +0,8% in valore). Hanno invece chiuso il 2015 con una flessione le spedizioni verso Giappone (-4,6% in quantità e -2,6% in valore), Brasile (-8,5% e -13,4%) e Repubblica Sudafricana (-0,9% e -4,2%). Segno negativo, infine, anche per la Federazione Russa (-56,8% in quantità per 431 ton e un -53,5% in valore per 5,9 milioni di euro) il cui risultato è stato ovviamente condizionato dall’embargo.
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mercati di Laura Falasconi
Nuove misure europee di sostegno al settore suinicolo La zootecnia grande osservato speciale della Commissione europea Le difficoltà del settore lattiero caseario e del settore suinicolo sono, assieme a quelle dell’ortofrutta, al centro delle agende dei Ministri dell’Agricoltura dei singoli Stati membri e della Commissione. Così, dopo aver messo in campo ben due ammassi nell’arco di pochi mesi e raccolto numerose proposte normative dagli Stati membri, lo scorso 14 marzo, al termine del Consiglio Agricoltura e Pesca, la Commissione ha reso note le misure che intende adottare per far fronte alla crisi di mercato. Crisi definita attuale, ma che in realtà sta duramente colpendo il settore suinicolo da anni e che è stata certamente acuita negli ultimi 2 anni e dalla chiusura del mercato russo. Le misure per il settore suino, che in buona parte riprendono quanto già condiviso dagli Stati membri nel Consiglio Agricoltura del settembre 2015, sono le seguenti: Riapertura dell’Ammasso privato per le carni suine. I dettagli circa la tempistica dell’apertura di un nuovo regime non sono noti, ma la Commissione si è detta disponibile a valutare la reintroduzione della misura quando le condizioni di mercato saranno idonee. onitoraggio dei mercati della carM ne (bovina e suina) attraverso la creazione di un osservatorio ad hoc sul modello di quello esistente nel settore lattiero caseario. Scopo della misura è fornire agli operatori informazioni affidabili e analisi di mercato credibili. pertura nuovi mercati per aumentaA re le esportazioni dei prodotti agroalimentari dell’UE. La Commissione ha riaffermato il proprio impegno a condurre un’offensiva diplomatica con l’obiettivo, sia attraverso le campagne di promozione che i negoziati commerciali con i Paesi terzi, di aprire nuovi mercati per aumentare le esportazioni dei prodotti agroalimentari dell’UE. rattativa UE – Russia. In risposta T alle istanze già da tempo avanzate dalle delegazioni nazionali, il Commis-
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sario per l’agricoltura e lo sviuluppo rurale, Phil Hogan ha confermato la continuazione degli sforzi per cercare di garantire una rapida ripresa degli scambi tra l’UE e la Russia. trumenti finanziari/collaborazione S con la BEI. L’impegno, in collaborazione con la BEI, è quello di sviluppare strumenti finanziari adeguati per aiutare gli agricoltori e gli operatori del settore della trasformazione di prodotti agricoli a fare investimenti per il miglioramento della competitività delle imprese o a compiere i necessari aggiustamenti strutturali in azienda. Con riguardo agli strumenti finanziari, la Commissione ha incoraggiato gli Stati membri a fare pieno uso per gli investimenti nel settore agricolo delle opportunità offerte dal Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici.
e ortofrutticolo, concordiamo sulla necessità di un’ulteriore risposta da parte dell’Unione che includa una serie completa di misure specifiche. Riaffermiamo l’orientamento al mercato della Politica Agricola Comune, con l’obiettivo di fornire il supporto più efficace per un più competitivo e sostenibile settore agricolo nell’UE. Riaffermiamo inoltre che le azioni dovrebbero basarsi sulla solidarietà e dovrebbero rispettare i principi del mercato interno. Facciamo appello a tutti gli operatori di mercato rilevanti nel settore lattierocaseario e delle carni suine affinché prendano le proprie decisioni di business alla luce di queste considerazioni
e agiscano in modo responsabile contribuendo a ripristinare l’equilibrio tra domanda e offerta. Ciò significa che ridurre l’offerta è necessario”. I principi sono stati enunciati, gli obiettivi sono chiari rimane da capire come le misure di intervento in discussione, soprattutto quelle relative agli interventi della BEI, incideranno concretamente sulla filiera e con quali tempistiche. La posta in gioco è alta perché mentre si cercano soluzioni e strumenti, tentazioni protezionistiche si fanno strada nei singoli Stati membri aumentando il rischio di una implosione del sistema e di un fallimento de facto della Politica Agricola Comune.
redito all’esportazione. In risposta C alla richiesta degli Stati membri per lo sviluppo di uno strumento per il credito all’esportazione ad integrazione delle misure nazionali, i servizi della Commissione ne stanno al momento esaminando fattibilità, anche tramite contatti con la BEI e le agenzie degli Stati membri. viluppo rurale (PSR). Secondo HoS gan gli Stati membri non starebbero facendo un uso adeguato dei vari strumenti a disposizione nell’ambito dello sviluppo rurale, per questo il Commissario ha ritenuto opportuno chiedere ai propri servizi di collaborare con le autorità degli Stati membri per velocizzare le procedure di modifica dei PSR. Infatti, l’adozione di alcuni strumenti che potrebbero essere di aiuto in situazioni di crisi come quella attuale secondo il Commissario sarebbe, al momento, molto deludente. Commentando il documento contenente le proposte alla Commissione, il Ministro dell’Agricoltura dei Paesi Bassi e presidente del Consiglio, Martijn van Dam, ha così sintetizzato: “Riconosciamo la profondità e la durata della crisi globale dei mercati agricoli e il suo impatto in Europa, in particolare nei settori lattiero-caseario, suinicolo
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primo piano di Aldo Radice - Silvia Bucci
La Commissione lavora sull’origine dell’ingrediente primario Le prime bozze sull’indicazione volontaria presentano diversi punti critici La Commissione europea inizia a mettere mano all’implementazione delle regole sull’origine degli ingredienti previste dal Regolamento 1169. E lo fa iniziando dalla norma che riguarda l’indicazione del Paese di origine o luogo di provenienza dell’ingrediente primario nel caso sia volontariamente indicata l’origine del prodotto trasformato.
Salute), si è tenuta alla fine del mese di febbraio per iniziare ad esaminare e a discutere il provvedimento. Le prime bozze mostrano tuttavia una serie di norme molto complesse e preoccupanti per l’industria alimentare italiana e anche per i prodotti tutelati (DOP e IGP).
Infatti, in base all’art. 26 paragrafo 3 del Regolamento 1169/2011, quando in etichetta viene evidenziato il Paese di origine o il luogo di provenienza del prodotto (per esempio, prosciutto cotto italiano) ed è diversa da quella dell’ingrediente primario (inteso come l’ingrediente che rappresenta più del 50%, o ingrediente caratterizzante), si dovrà riportare anche il Paese di origine o il luogo di provenienza dell’ingrediente primario, o comunque si dovrà precisare che questa non coincide con l’origine del prodotto.
Per quanto riguarda l’ambito di applicazione, secondo la Commissione si considera indicato il Paese di origine o il luogo di provenienza di un alimento in presenza di qualsiasi indicazione (diciture, grafici, simboli o figure) riportata sull’etichetta del prodotto alimentare, destinato esplicitamente a dare all’acquirente informazioni sul Paese d’origine/luogo di provenienza di tale alimento, e che abbia tale effetto sul consumatore. Fanno al momento eccezione i termini geografici, i riferimenti geografici che accompagnano i nomi dei prodotti che si riferiscono chiaramente a ricette tradizionali o a specifici metodi di produzione in alcuni Paesi e sono ben conosciuti dai consumatorii (per esempio, salame Milano, salame Napoli, cima alla genovese, etc.).
Stato dei lavori della Commissione per dare attuazione alla norma Per verificare l’impatto di questa disposizione (in termini economici, di complessità per l’organizzazione delle imprese, di importanza per il consumatore) la Commissione nel 2013 si era rivolta a uno studio di consulenza esterno. Sulla base di questa consultazione, la DG Santé ha elaborato una bozza di atto esecutivo che dovrebbe essere approvato entro la fine dell’anno. Una prima riunione del Gruppo di Lavoro della Commissione europea, e cui partecipano le delegazioni degli Stati della UE (per l’Italia partecipano rappresentati del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero della
L’ambito di applicazione (e il problema delle DOP e IGP)
Tuttavia, i Servizi Giuridici della Commissione ritengono che i prodotti DOP/IGP/ Stg dovranno indicare l’origine dell’ingrediente principale. Ciò nonostante varie delegazioni (tra cui l’Italia) abbiano chiesto che il regolamento non si applichi ad essi. Si tratta di una posizione molto criticabile: infatti le idicazioni geografiche tutelate da un lato si riferiscono anch’esse a ricette tradizionali, dall’altro non costituiscono una indicazione volontaria
essendo le norme di etichettatura direttamente discendenti dai disciplinari di produzione e dalle norme consortili. Per contro, fortunatamente, il nome, la ragione sociale o l’indirizzo dell’operatore del settore alimentare apposto sull’etichetta non dovrebbe essere considerata un’indicazione del Paese di origine o del luogo di provenienza del prodotto alimentare. Il Gruppo di Lavoro della Commissione aveva già ribadito in precedenza che il “marchio aziendale” è equivalente e può sostituire il nome/ragione sociale dell’operatore. Partendo da questo principio, ASSICA ha sostenuto la posizione secondo la quale nemmeno il marchio aziendale è da considerare come indicazione di origine volontaria, tale da rendere obbligatoria l’indicazione di origine dell’ingrediente primario non nazionale ai sensi dell’articolo in questione. Questa posizione è stata condivisa e sostenuta anche da Federalimentare, Clitravi e FoodDrinkEurope.
Le modalità di indicazione dell’origine dell’ingrediente primario La bozza di regolamento prevede che quando in applicazione dell’art. 26 comma 3, deve essere fornito il Paese di origine o il luogo di provenienza dell’ingrediente primario, questo deve avere lo stesso livello essere lo stesso livello di precisione dell’informazione sull’origine dell’alimento (per esempio, prosciutto cotto italiano, con coscia suina da Olanda). Una norma molto complessa da applicare per quel che riguarda ad esempio origine sub statali (comuni, province, regioni) che farebbero scattare obblighi di etichettatu-
ra con un livello di dettaglio difficilmente comprensibile (si immagini un Prosciutto di San Daniele con carne di suino nato a Maccastorna, allevata a Polesine Parmense e macellata a Colorno). Tuttavia quando l’ingrediente primario proviene da più di due Paesi o luoghi, il Paese di origine/luogo di provenienza dell’ingrediente primario può essere dato con un livello di precisione immediatamente inferiore rispetto a quella utilizzata per il prodotto. Quindi, per ingrediente primario proveniente da più di due Paesi sarebbe ammesso un livello di precisione minore, con l’indicazione “UE/Non UE”. In alternativa, l’indicazione del Paese di origine/ luogo di provenienza dell’ingrediente primario può essere sostituita dalla dicitura “….con (nome dell’ingrediente primario) di diversa origine/diversa provenienza”.
Presentazione dell’indicazione dell’ingrediente primario Le indicazioni del Paese di origine/luogo di provenienza vanno inoltre apposte immediatamente accanto a quelle di origine/provenienza dell’alimento, con lo stesso carattere e la stessa dimensione. Lo stesso principio si applica quando l’informazione sul Paese di origine/luogo di provenienza del prodotto è dato con immagini o disegni. Si tratta ancora una volta di una norma sproporzionata: si pensi che una informazione che riguarda la salute delle persone, come quella relativa agli allergeni, viene riportata nel solo elenco degli ingredienti. Per contro la provenienza dell’ingrediente primario dovrebbe essere indicata in strettissima connessione con la denominazione del prodotto usando lo stesso font e le stesse dimensioni.
L’etichettatura d’origine non ha lo stesso costo in Francia e in Italia Costi molto diversi nei due Paesi per indicare in etichetta l’origine delle materie prime La Francia ha notificato all’Europa una norma nazionale per rendere obbligatoria l’etichettatura di origine delle materie prime latte e carne impiegate nei prodotti trasformati. Un provvedimento che ha suscitato subito l’invidia di tutti coloro che in Italia vorrebbero una legge identica e che ora invitano ad un rapido “copia-eincolla” della misura transalpina. Ignorando (o volendo ignorare) che l’impatto di un tale obbligo sui costi delle aziende non è uguale tra Francia e Italia e finirebbe per garantire ai concorrenti francesi un indubbio vantaggio competitivo nei costi di produzione. Infatti, adottare un sistema di etichettatura dell’origine delle materie prime nei prodotti trasformati richiede la realizzazione di un sistema aziendale che tenga traccia sempre e in maniera puntuale di tutti i passaggi che la materia prima fa prima di giungere all’impresa che la trasformerà. Le informazioni, beninteso, sono disponibili nella filiera, ma ogni anello è tenuto a fare la propria parte assumendosene gli oneri; ogni passaggio della filiera di produzione deve cioè tenere traccia del passaggio precedente e successivo per consentire di ricostruire il percorso della materia prima: in caso di necessità (motivi sanitari o di sicurezza) saranno le autorità preposte a ripercorrere la filiera ricostruendo ogni passaggio. Si comprenderà che ciò ha un costo ben inferiore per l’impresa di trasformazione, piuttosto che disporre di un sistema che permetta di recuperare da tutta la filiera sempre e costantemente le informazioni su tutti i passaggi precedenti della materia prima. Costo che aumenta più che proporzionalmente alla complessità della filiera:
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se infatti questa è prevalentemente nazionale è più semplice che tutti i passaggi della materia prima possano fornire le informazioni necessarie: i sistemi informativi adottati sono probabilmente uniformi, la lingua è la medesima e si può anche pensare di introdurre obblighi nazionali in tal senso. Se invece, viceversa, la filiera ha un respiro più internazionale e coinvolge un certo numero di Paesi esteri, subentrano ulteriori costi connessi alla necessità di uniformare i sistemi informativi, le lingue di scambio delle informazioni e soprattutto occorre contrattare la cessione di queste informazioni con sistematicità, dovendo probabilmente condividerne l’onere con chi le fornisce. Proprio sul fronte, della complessità della filiera, Francia e Italia sono profondamente diverse. Profonde differenze distinguono i due tessuti produttivi, prima fra tutte la notevolmente superiore capacità produttiva agricola della Francia rispetto all’Italia, che rende i francesi molto più autosufficienti sul fronte delle materie prime disponibili, mettendo a loro disposizione una filiera meno complessa con conseguenti minori costi di un sistema di etichettatura d’origine come quello in questione. Prendiamo ad esempio i settori colpiti dal decreto che renderebbe obbligatoria l’indicazione di origine delle materie prime. Nella produzione di latte (secondo le elaborazioni CLAL su dati ISTAT) l’Italia si ferma a circa 11 milioni di tonnellate di latte dei suoi poco meno di 1.900.000 bovini; la Francia invece con più di
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Fuga in avanti francese sull’origine Il progetto d’Oltralpe minaccia il mercato unico II 15 marzo scorso la Francia ha notificato alla Commissione europea e agli Stati membri, un progetto di decreto riguardante l’indicazione obbligatoria dell’origine delle carni utilizzate come ingrediente, dell’origine del latte e del latte utilizzato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari. Si tratta di una iniziativa molto pericolosa per il mercato unico, che rischia di spezzettarsi in 28 sistemi di regole: una situazione particolarmente negativa per un Paese come l’Italia che è un esportatore netto di prodotti alimentari. Ancora più grave il fatto che tutto questo avviene peraltro proprio mentre la Commissione europea sta iniziando a mettere mano all’implementazione delle norme contenute nel Regolamento 1169 e che porterebbero a regole uguali per tutti i produttori europei proprio su questi temi.
Quali basi ha il progetto di legge francese? L’art. 39 del Regolamento 1169 prevede la possibilità per gli Stati membri di adottare disposizioni nazionali per introdurre per alcune categorie specifiche di alimenti, ulteriori informazioni obbligatorie in etichetta. Trattandosi di materia armonizzata a livello comunitario, queste iniziative normative devono tuttavia essere giustificate da una motivazione oggettiva: la protezione della salute pubblica o la protezione dei consumatori, la prevenzione delle frodi, la protezione dei diritti di proprietà industriale o delle indicazioni di provenienza, delle denominazioni d’origine controllata o la repressione della concorrenza sleale. Secondo quanto indicato, il provvedimento ha lo scopo di rispondere alla forte richiesta dei consumatori di garantire una migliore leggibilità dell’origine delle carni e del latte utilizzati nei prodotti a base di carne e di latte. Resta da valutare se tale motivazione è
sufficiente da giustificare un’iniziativa legislativa nazionale, che può avere ripercussioni negative sull’intero sistema di normazione comunitaria. Secondo la procedura di cui all’art. 45 del Regolamento, lo Stato membro che ritiene necessario adottare nuove disposizioni in materia di etichettatura, le deve notificare preliminarmente alla Commissione e agli altri Stati membri, con i motivi che le giustificano. La Commissione se lo ritiene utile, può consultare il Comitato permanente per la catena alimentare. Le nuove disposizioni nazionali potranno essere adottate solo dopo 3 mesi dalla notifica, purché la Commissione non abbia dato un parere negativo. Se viene dato un parere negativo, la Commissione avvia una procedura d’esame per stabilire se le disposizioni previste possano essere applicate, eventualmente mediante le modifiche appropriate. Naturalmente, se il provvedimento verrà adottato dalla Francia, in base al principio del mutuo riconoscimento, riguarderà esclusivamente ai prodotti francesi e non sarà applicabile ai prodotti fabbricati in un altro Paese della UE.
A che prodotti si applicherebbe? Il provvedimento si applicherebbe ai prodotti alimentari preconfezionati, destinati al consumatore finale, contenenti carne di suino, o di bovino, o ovi/caprino, o di pollame o carni appartenenti a più specie animali. Un successivo provvedimento del Ministero dell’Agricoltura francese stabilirà la percentuale in peso dell’ingrediente carneo (comunque non superiore al 50%), al di sotto del quale le disposizioni di etichettatura sull’origine non si applicano.
Che modalità di etichettatura prevede? L’indicazione di origine per ogni tipo di carne, dovrà ri-
3.600.000 bovini da latte, produce oltre 25 milioni di tonnellate. Una produzione che si riflette anche nei saldi di commercio internazionale che vedono la Francia esportare oltre il doppio di quanto importa (681.000 ton di formaggi e latticini contro 335.000 ton di import), al contrario dell’Italia che necessita di maggiore importazione di materia da lavorare (510.000 ton di import formaggi e latticini contro 360.000 ton di export): la Francia importa 164.000 ton di latte sfuso, mentre l’Italia supera le 1.500.000 ton. Nel settore del latte, la Francia presenta un tasso di autoapprovvigionamento pari a oltre il 136% contro una media europea del 113% e soprattutto una situazione Italiana ferma a poco più del 70%. Venendo al nostro comparto produttivo, carni suine e salumi, la situazione sostanzialmente non cambia; la Francia (rielaborazioni FICT e INAPORC) può contare su un patrimonio suinicolo di circa 14 milioni di capi contro i quasi 9 milioni italiani. A fronte di tale patrimonio suino vengono prodotti in Francia oltre 1.280.000 ton di salumi e 2.200.000 ton di carne mentre in Italia si hanno oltre 1.165.000 ton di salumi e circa 1.190.000 ton di carne suina. La minima differenza nella quantità prodotta a fronte di una sostanziale carenza di quasi 5 milioni di suini rispetto alla Francia, permette a quest’ultima di importare solo 450.000 ton e impone invece all’Italia di importare materie prime di qualità selezionata per poco più di 1 milione di ton idonee alle proprie specialità di salumeria. Specialità made in Italy apprezzate in tutto il mondo come testimonia l’export di oltre 205.000 ton tra carni e salumi, realizzati nonostante i vincoli di natura non tariffaria (derivanti da malattie veterinarie legate agli allevamenti suini) da cui il sistema produttivo della Francia è invece libero, riuscendo così a sviluppare oltre 600.000 ton di export.
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portare le informazioni relative al “Paese di nascita“, al "Paese di ingrasso” e al “Paese di macellazione”. Quando la carne proviene da un’animale, nato, ingrassato e macellato nello stesso Stato si potrà scrivere in alternativa: “Origine”: (nome dello Stato). Quando le varie fasi, nascita, ingrasso e macellazione, sono avvenuti nel territorio di più di Stati UE, potrà essere utilizzata l’indicazione “UE” per indicare in luogo in cui è avvenuta la fase in questione. Se invece tali fasi sono avvenute sul territorio di più Stati extra UE, potrà essere utilizzata l’indicazione “Extra UE”.
Quale sarà l’Iter del provvedimento? Come sopra precisato, il progetto di decreto francese dovrà essere valutato dalla Commissione e dagli Stati membri, che dovranno verificare la sussistenza dei presupposti che giustificano l’emanazione di un provvedimento nazionale e accertare che la sua applicazione non costituisca un ostacolo alla libera circolazione delle merci. La Commissione europea ha tenuto fino ad oggi una posizione di fermezza sulla materia dell’indicazione di origine, considerata di propria esclusiva competenza in quanto disciplinata dall’art. 26 del Regolamento 1169/2011. Posizione che, da notizie informali, appare oggi meno ferma che in passato. Si tratta tuttavia di un atteggiamento molto pericoloso: il ricorso all’art. 39 del Regolamento riguardante la legislazione nazionale concorrente, posto alla base del progetto di decreto francese, può diffondersi in altri Stati, con il rischio di creare un moltiplicarsi di normative nazionali diverse che finirebbero per svuotare progressivamente il principio dell’armonizzazione in materia di etichettatura, creando anche alterazioni di concorrenza fra gli operatori dei diversi Paesi e danni gravi alla filiera agroalimentare italiana.
Alla luce di questo assetto produttivo si comprende come una filiera come quella francese, che può contare su ampie disponibilità di materia prima nazionale, possa garantire a chi produce in Francia di implementare l’indicazione di origine della materia prima con semplicità e con costi molto minori.
Italia - Francia: produzione, import ed export carne suina e salumi Valori espressi in migliaia di tonnellate
2.500 2.000
Italia Francia
2.200 1.900
1.500 1.165
1.000
1.280 1.099
500
600
450 205
0 Carne suina
Salumi
Import carne suina
Export carne suina e salumi
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, Eurostat, Fict
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a cura della redazione di
Carni Sostenibili www.carnisostenibili.it
La zootecnia italiana usa il 25% di acqua in meno Il settore delle carni impiega per l’80-90% risorse idriche che fanno parte del naturale ciclo dell’acqua La Giornata Mondiale dell’Acqua è il momento più opportuno per comunicare i buoni risultati della zootecnia italiana quando si parla di sfruttamento sostenibile delle risorse idriche. Rispetto alla media mondiale di 15.415 litri di acqua per 1 kg di carne bovina, infatti, l’Italia impiega 11.500 litri di acqua, di cui l’87% è costituito da “green water”, ovvero acqua proveniente da fonti rinnovabili. In altre parole, se si parla di acqua utilizzata per la produzione di carne, l’Italia ne impiega il 25% in meno, di cui solo 1.495 litri consumati effettivamente. A livello complessivo l’intero settore delle carni (bovino, avicolo e suino) impiega per l’80-90% risorse idriche che fanno parte del naturale ciclo dell’acqua e che vengono restituite all’ambiente, come l’acqua piovana; solo il 10-20% dell’acqua necessaria per produrre 1 kg di carne viene quindi consumata. Le ragioni del minore volume di acqua impiegata nelle produzioni italiane sono da ricercarsi nel sistema zootecnico nazionale che, essendo basato sulla combinazione di allevamenti estensivi ed intensivi, permette di ottenere una buona efficienza in termini di risorse impiegate per kg di carne prodotta. Oltre a questo è da osservare come la produzione bovina italiana avvenga prevalentemente nelle zone più vocate e con la maggiore disponibilità di acqua (ad esempio lungo il fiume Po e dei suoi affluenti).
Il water footprint è dato dalla somma di tre contributi in parte reali e in parte virtuali: l’acqua di evapotraspirazione utilizzata dalle piante per vivere (green water), l’acqua effettivamente utilizzata dai processi produttivi o per irrigare i campi (blue water) e l’acqua virtualmente necessaria a diluire e depurare gli scarichi (grey water). Per i prodotti agroalimentari, la componente di “acqua verde” è di gran lunga la più significativa delle tre, arrivando a costituire la quasi totalità dell’impatto. “In merito agli impatti ambientali delle produzioni zootecniche è opportuno fare un po’ di chiarezza in quanto si leggono spesso dati fuorvianti che possono confondere il consumatore”, ha dichiarato Ettore Capri, Direttore del Centro di ricerca per lo sviluppo sostenibile (Opera – UCSC): “La quantità di acqua impiegata nella produzione di carne, che include anche il dato relativo alle coltivazioni agricole finalizzate a produrre alimenti per animali, è infatti costituita per la maggior parte da green water (ovvero acqua piovana), fonte rin-
novabile e tra le più sostenibili”.
agricola, contribuiscono a renderle più sostenibili”.
La quasi totalità dell’acqua utilizzata per produrre carne torna quindi nel suo ciclo naturale. “L’acqua effettivamente consumata per produrre carne (grey e blue water) si riduce quindi a delle quantità nettamente inferiori rispetto al dato complessivo”, aggiunge Capri: Distributori Ufficiali per avanzal’Italia “Inoltre, l’impiego di tecnologie te di gestione dell’acqua (ad esempio il recupero e la depurazione) e di un suo corretto utilizzo durante la produzione
Se si vuole impattare meno, comunque, il trucco sta sempre nell’equilibrio. Considerando la quantità di carne bovina consigliata in una dieta bilanciata (2 porzioni da 70- 100 g alla settimana), emerge infatti che mangiare carne in giusta quantità non comporta un aumento significativo dell’impatto ambientale, arrivando ad un consumo effettivo di circa 300 litri di acqua alla settimana.
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attualità di Giovannibattista Pallavicini
Mipaaf e UniCredit: accordo per il credito Siglato il protocollo di intesa che punta a favorire l’accesso al credito e lo sviluppo delle PMI agroalimentari
Formazione nasce "Agri-Business School" Nasce Agri-Business School che poggia su tre macro aree tematiche: competenze di base, ovvero un percorso formativo per acquisire le principali conoscenze finanziarie; Export Management, che comprende sessioni formative dedicate a tematiche di internazionalizzazione; Innovazione, che propone sessioni formative su tematiche di particolare attualità come la filiera corta, la tracciabilità e l’agricoltura di precisione.
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prese di questo settore e che stimola nuovi rapporti di filiera, favorendo lo sviluppo di sinergie anche attraverso l’utilizzo di tecnologie innovative. Abbiamo alle spalle un anno come il 2015 che ha rappresentato un punto di svolta, con numeri da record sotto il profilo delle esportazioni e della crescita di occupazione nel comparto. Con azioni come quella che presentiamo oggi possiamo spingere ancora più forte. Un migliore rapporto tra banche e imprese agroalimentari rappresenta un passaggio chiave in questo percorso. Il Governo va avanti nel solco del lavoro di squadra fatto con Expo Milano 2015 al fianco di migliaia di aziende che ogni giorno sono protagoniste di una delle esperienze più importanti dell’economia italiana".
le imprese del settore e agroalimentare italiano UniCredit destina a questo settore un apposito plafond di 6 miliardi nel triennio 2016-2018 per rispondere alle specifiche esigenze degli imprenditori. Inoltre a maggio verrà lanciato il nuovo Agribond, dedicato alle imprese della filiera agricola, che, basandosi sulla garanzia pubblica fornita da ISMEA e sfruttandone l’effetto moltiplicatore, consentirà l’attivazione di nuove erogazioni inizial-
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"Il progetto comune con UniCredit - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina - ha non solo la forza di un importante stanziamento da 6 miliardi di euro per le piccole medie imprese agroalimentari italiane, ma il valore di un’azione di sistema per la crescita delle filiere nazionali. Al credito, infatti, si abbinano strumenti di crescita delle imprese sotto il lato della formazione, dell’innovazione e del sostegno all’export. Un approccio che guarda alle caratteristiche peculiari delle im-
mente per 300 milioni di euro, replicabili nel tempo.
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Lo scorso 17 marzo, nel corso dell’evento, a cui hanno partecipato il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, il Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, il Presidente del Gruppo UniCredit Giuseppe Vita e il Country Chairman di UniCredit Gabriele Piccini, è stato firmato un protocollo d’intesa tra il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e UniCredit finalizzato a sostenere gli investimenti e favorire l’accesso al credito delle imprese agroalimentari. L’accordo prevede l’attivazione di un plafond di 6 miliardi di euro nel triennio 2016-2018 e un programma di interventi formativi e di soluzioni tecnologiche innovative a supporto delle imprese.
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I temi della sicurezza alimentare sono aspetti importanti per i consumatori che sono sempre più attenti a ciò che mettono nel loro carrello della spesa. Gli operatori del settore, che in diversi modi immettono sul mercato prodotti alimentari, sono ormai chiamati a garantire il loro impegno verso il consumatore e verso l’ambiente e quasi sempre le norme e gli standard volontari disponibili sono il recepimento di quanto richiesto dalla normativa cogente e affermato dalle istituzioni. Le certificazioni volontarie in tema di sicurezza alimentare, che evidenziano un trend di crescita importante e costante sia in Italia sia all’esterno, sono legate agli standard volontari BRC v. 7 e IFS v. 5, alle norme sui sistemi di gestione della sicurezza alimentare come la ISO 22000 e FSC 22000 e alle certificazioni che aiutano le aziende a valorizzare l’origine dei prodotti agroalimentari quali la norma ISO 22005 per la rintracciabilità di filiera.
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Sicurezza alimentare: le certificazioni volontarie per i mercati esteri
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In particolare la Federazione dei Distributori Tedeschi (HDE) in collaborazione con la Federazione dei Distributori Francese e le Associazioni Italiane dei Distributori, ha redatto uno standard che permettesse di tutelare i retailer definendo rigidi criteri di qualifica e selezione dei propri fornitori: lo standard IFS. Esso è stato sviluppato con l’intento di definire i requisiti di sicurezza e qualità, nonché i criteri operativi da rispettare, al fine di adempiere a tutti gli obblighi previsti dalla normativa vigente e per la tutela del consumatore. La certificazione IFS è indispensabile per tutte le aziende che vogliono allargare il proprio mercato e vendere i prodotti a marchio della GdO. Il BRC Global Standard for Food Safety è invece uno schema di certificazione che verifica l’intero processo produttivo supportando le imprese del comparto agroalimentare che, destinando il proprio prodotto verso il mer-
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attualità di Giovannibattista Pallavicini - Giada Battaglia
ASSICA e IVSI aderiscono a Carta Italia: contrasto alla contraffazione online Iniziative concrete per prevenire e rimuovere dal web i falsi salumi italiani Il CNAC – Consiglio Nazionale Anti Contraffazione – promuove a luglio 2015 la nascita di Carta Italia un protocollo volontario tra Ministero dello Sviluppo Economico, Indicam (Istituto di Centromarca per la lotta alla contraffazione) e Netcomm (il consorzio del commercio elettronico italiano) per contrastare il fenomeno della contraffazione sul web. Un fenomeno in crescita quello dell’ecommerce, che si trascina un altrettanto crescente numero di casi di contraffazione, purtroppo. Secondo i dati dell’osservatorio e-commerce del Politecnico di Milano, le transazioni online coinvolgono il 64% degli Italiani generando solo in Italia oltre 13 miliardi di euro di fatturato di cui 460 milioni per generi alimentari. Le frodi rilevabili online riguardano nel 10% dei casi i salumi. Carta Italia prevede l’impegno delle parti a
Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi rimuovere con tempestività i prodotti verificati come falsi o imitativi dalle piattaforme di commercio elettronico su cui compaiono. Ciò permette di superare i vincoli burocratici connessi all’espletamento di azioni legali che dovrebbero essere intentate nei confronti dell’effettivo venditore (e non della piattaforma di e-commerce) nella nazione dove si trova il server di questo. Quasi sempre in questi casi si finirebbe per avere a che fare con cause di respiro internazionale, spesso da intentare in Paesi con una legislazione ancora poco sviluppata in materia di proprietà intellettuale.
E-commerce: 13 miliardi di euro di fatturato
Recentemente il protocollo volontario è stato proposto per la sottoscrizione ad altre asso-
ciazioni industriali e al momento, oltre ad ASSICA – unica associazione dell’industria alimentare - risultano aver aderito Federlegnoarredo, Assogiocattoli, Assorologi, Assocalzaturifici.
Frodi online: il 10% dei casi riguarda prodotti di salumeria Con l’adesione di ASSICA e IVSI a Carta Italia, le aziende associate possono fin da subito, mediante la segnalazione all’associazione, rimuovere con tempestività dal commercio elettronico i prodotti falsi o che imitano i propri, senza pregiudicare eventuali ulteriori azioni di tutela e/o risarcimento. Inoltre, potranno a breve usufruire ed essere parte attiva di un più articolato sistema di monitoraggio e riscontro dell’autenticità di quanto viene offerto online, disponendo così
di un servizio anticontraffazione nell’ecommerce che risponda in tempo reale ai casi riscontrati. Il gruppo di lavoro dei sottoscrittori di Carta Italia ha infatti deciso di realizzare subito alcune prime iniziative concrete sia sul fronte della tutela dal falso sia sul fronte della prevenzione. In particolare si è deciso di predisporre una guida operativa per le aziende e gli operatori online che chiarisca gli adempimenti necessari (legali e di tutela) per fare e-commerce. Analogamente si vuole predisporre una guida all’ecommerce affidabile per il consumatore che lo aiuti sia nel riconoscere il prodotto, sia nell’orientarsi tra le opportunità di cui dispone per verificare a priori l’autenticità di un prodotto. Inoltre, per mantenere un livello di vigilanza costante, si è chiesto al Mise di valutare la realizzazione di un servizio gratuito di monitoraggio dell’e-commerce.
Ad aprile due grandi occasioni per discutere di benessere animale e di ricerca sanitaria Il Ministero della Salute riunisce a Roma Istituzioni, mondo scientifico, industriale e finanziario Il Ministero della Salute promuove nel mese di aprile lo svolgimento di due importanti Conferenze a Roma: la “Conferenza Nazionale sul Benessere Animale” (dal 13 al 15) e gli “Stati Generali della Ricerca Sanitaria” (il 27 e 28). La prima edizione della Conferenza sul benessere, organizzata dal Ministero con il supporto del Centro di Referenza Nazionale per il Benessere Animale, vuole essere un’iniziativa di formazione improntata alla condivisione di esperienze dirette, alla presentazione di progetti innovativi, all’analisi di problemi pratici e alla formulazione di proposte operative. Il benessere animale ha acquisito negli anni una valenza sempre maggiore per la collettività e rappresenta uno dei principi della legislazione dell’Unione Europea. L’Italia ha intrapreso da tempo un percorso virtuoso in questa direzione perché l’applicazione di buone pratiche non solo favorisce il miglioramento delle condizioni dell’animale e promuove la corretta relazione con l’uomo, ma supporta anche la produzione zootecnica dal punto di vista sanitario, qualitativo e quantitativo. “Animali d’affezione”, “animali da reddito” e “animali utilizzati per la sperimentazione” sono i grandi temi che verranno affrontati in ciascuna delle tre giornate. La sessione di giovedì 14, dedicata agli animali da reddito,
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tori di eccellenza, quali iniziative vanno intraprese per favorire la mobilità dei ricercatori, come consolidare la cooperazione tra mondo accademico e aziende private in termini di innovazione e sviluppo. Ci si interroga su qual è lo stato degli investimenti per la ricerca in un settore cruciale per il nostro Paese, quello agroalimentare.
vede un’ampia panoramica sul benessere di bovini, suini, polli, galline ovaiole, conigli e animali da pelliccia. Le criticità e le prospettive dei sistemi di allevamento, i problemi relativi alla detenzione di specie non convenzionali e la prevenzione del commercio illegale saranno i temi centrali della giornata. Il 27 e 28, invece, gli Stati Generali della Ricerca Sanitaria sono occasione per mettere in risalto la realtà del mondo della ricerca sanitaria, dibattendo degli attuali limiti e criticità, ma anche evidenziando le potenzialità di un settore che, oltre ad un grande valore etico e sociale, costituisce, per tutto l’indotto e per le diverse realtà che interconnette, una significativa opportunità di crescita. Si cerca di fare il punto sulla situazione della ricerca scientifica oggi nel nostro Paese; di capire quali sono i set-
In definitiva, gli Stati Generali sono l’occasione per riflettere – alla presenza delle più alte cariche istituzionali e con la partecipazione di autorità accademiche e scientifiche, ricercatori e rappresentanti dei pazienti, del mondo industriale, della finanza – su come le scienze della vita migliorino il nostro futuro e su quanto sia fondamentale, per un Paese moderno come l’Italia, investire sulla alfabetizzazione scientifica per far si che il rispetto per la scienza diventi bene comune e guida per scelte basate sulle evidenze per tutti, cittadini e Istituzioni.
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sanitarie di Giada Battaglia
La certificazione Halal Un ponte culturale tra Oriente e Occidente, un’occasione di conoscenza reciproca e di apertura a nuovi mercati “Halal” in arabo significa “lecito”, in contrapposizione a ciò che è espressamente vietato, “Haram”. I due termini qualificano tutte le azioni del credente musulmano, nutrizione inclusa. Il Corano, testo sacro della religione dell’Islam, invita a nutrirsi di ciò che è “Halal”e “tayyib” (buono) ma benché declini espressamente le sostanze “Haram”, altrettanto non fa con quelle “Halal” e il consumatore islamico, nel dubbio, è esortato ad evitarne l’acquisto e il consumo. Da ciò deriva l’importanza per il credente di avere la garanzia che il prodotto che intende consumare sia conforme alla dottrina islamica.
gio, trasporto interno ed esterno, fino al raggiungimento della destinazione). Alla base della certificazione, infatti, c’è la condizione che il prodotto non sia stato ottenuto utilizzando direttamente o indirettamente materie prime, ingredienti, additivi, conservanti, coloranti, aromi, coadiuvanti tecnologici “Haram”; che le sostanze “Halal” non siano venute e a contatto (direttamente o indirettamente tramite utensili, strumenti, macchinari, superfici) con sostanze “Haram”.
Il Corano indica come cibi e bevande vietate la carne di maiale, il sangue, gli animali trovati morti, gli animali non macellati ritualmente e i loro prodotti, le bevande inebrianti; ma è la certificazione “Halal” che attesta che un prodotto alimentare (ma anche cosmetico, sanitario, farmaceutico ecc) sia stato preparato secondo le regole della Sharia e rispetti gli standard “Halal”.
A tal fine è utile la separazione in azienda delle linee produttive e l’individuazione di linee dedicate alla lavorazione di prodotti “Halal”, ed è indispensabile garantire, tramite apposite procedure, l’identificazione e la tracciabilità di queste produzioni. Si tratta, dunque, di una certificazione (ovviamente volontaria) di qualità, di prodotto e di processo, rilasciata da un Ente terzo che, apposta su ogni confezione, dichiara al consumatore che quel prodotto è stato verificato e controllato, dissolvendo ogni incertezza nell’acquisto.
Per ottenere la certificazione “Halal” di un prodotto è necessario che sia certificata come “Halal” tutta la filiera coinvolta nella sua produzione (sistemi di controllo della qualità, approvvigionamento delle materie prime, processi di trasformazione, logistica interna e stoccag-
Per quanto riguarda la macellazione degli animali questa viene considerata come un atto rituale, che deve essere svolto secondo precisi dettami alla presenza di un credente musulmano che reciti le formule di rito. Molte delle regole che la dottrina islamica impone, in effetti, sono già
previste dalle normative nazionali ed europee, come il divieto di picchiare gli animali da macellare o di impaurirli e la condizione che, per poter essere macellati, gli animali siano sani e senza segni di malattia. La certificazione “Halal” è un requisito imprescindibile per esportare in alcuni Paesi di fede islamica, come per esempio negli Emirati Arabi Uniti, in Arabia Saudita, in Egitto ma è sempre più richiesta dagli importatori di tutto il mondo per far fronte alla crescente domanda di prodotti “Halal” proveniente anche dai non musulmani: in Germania, Regno Unito e Francia il 36% dei consumatori di prodotti “Halal” non è musulmano. In Italia la popolazione musulmana è costituita da 1,5 milioni di persone e raggiunge i 50 milioni in Europa; l’lslam costituisce attualmente la religione più diffusa nel mondo per numero di fedeli, una comunità transnazionale che raggiunge quasi 2 miliardi di individui (di cui solo il 20% è arabo), con un ritmo di crescita costante ed elevato. Ottenere la certificazione “Halal” può significare, quindi, un’ottima opportunità di sviluppo per le aziende italiane; ma è importante valutare molto attentamente la scelta Via Partigiani d’Italia, deve 6 dell’Ente di certificazione poiché lo stesso essere Via Partigiani d’Italia, 6 43029 TRAVERSETOLO (PR) ITALY 43029 TRAVERSETOLO (PR) ITALY riconosciuto dall’Autorità del Paese verso il quale si inTel. 342184 Tel.+39 +39 0521 0521 342184 Fax +39 0521 342185 tende esportare affinché il prodotto che certifica come Fax +39 0521 342185 e-mail: e-mail:gr.system@tiscali.it gr.system@tiscali.it “lecito” sia effettivamente ammesso all’importazione. www.grsystem.it www.grsystem.it
SANITARIE IN BREVE Congelamento delle carni e dei prodotti a base di carne presso depositi frigorifero. Chiarimenti del il Ministero della Salute sull’apposizione del marchio di identificazione
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Il problema del corretto utilizzo dei marchi di identificazione non è nuovo e succede spesso che nascano dubbi sulla sua applicazione. A seguito difatti di alcuni quesiti posti da talune Associazioni, il Ministero della Salute ha emanato, all’inizio del mese di marzo, una nota di chiarimento circa l’apposizione del marchio su carni e prodotti a base di carne congelati. Essendo ammesso che il congelamento possa avvenire presso impianti diversi rispetto a quelli in cui è avvenuta la produzione e ribadito che questo debba avvenire “senza indebiti ritardi”, così come prescritto dal Regolamento (UE) 853/2004, lo stabilimento di congelamento (es. deposito frigorifero) che effettua il congelamento dovrà però apporre il proprio marchio di identificazione sul prodotto. Ciò perché, secondo il Ministero, il congelamento debba essere inteso come un trattamento in grado di comportare un cambiamento dello status fisico del prodotto. Detto ciò, è chiaro che, come sottolinea il Ministero nella nota, l’operatore del settore alimentare che ha effettuato il congelamento dovrà quindi stabilire shelf‐life e TMC del prodotto destinato al consumatore finale. Mentre per quanto riguarda la tracciabilità del prodotto, questo dovrà giungere allo stabilimento di congelamento in grandi imballaggi riportanti il marchio di identificazione del produttore; questo marchio verrà rimosso insieme all’imballaggio stesso. Il prodotto dovrà inoltre essere accompagnato dalle consuete informazioni quali data di produzioni, lotto e stato fisico del prodotto.
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comunicazione di Monica Malavasi
Al via la nuova campagna IVSI in Giappone Al centro di SalumiAmo® DOP le eccellenze della salumeria italiana e il nostro stile di vita Una tavolata di amici uniti dalla passione per i salumi che si divertono nella città eterna, in via Margutta 51 (lo stesso indirizzo citato nel cult movie Vacanze Romane): questa l’immagine della campagna che l’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani (IVSI) ha scelto per tradurre in immagini SalumiAmo®. Il concept ideato da IVSI, infatti, nasce dall’unione di due parole – Salumi e Amore – che insieme indicano la passione per i salumi e l’idea della condivisione e socializzazione, sentimenti che accomunano e riflettono l’anima degli italiani.
anch’essa con il contributo europeo e dello Stato italiano. Il Giappone è uno dei principali Paesi di riferimento per le esportazioni dei salumi italiani, con 3.358 tonnellate per un valore di 34,2 はじめまして milioni di euro nel 2015. サルーミってご存知ですか? Gli scambi consolidati si a partire dall’apertura 品質、伝統の味わい del mercato nipponico nel そんな情熱たちが作り上げた 美味しいサルーミたち、 1999 (con appena 500 tonご紹介します。 nellate di salumi per un valore di 6,4 milioni di euro) rappresenta un modello cui ispirarsi per tutte le aziende del settore. A differenza della Svizzera, vicina geograficamente e anche culturalmente, o degli Stati che di produzione e i valori nutrizionali che rendono auUniti, lontani geograficamente ma con forti legami cultutentici e inimitabili i salumi italiani. Una kermesse ricca rali, grazie alla presenza di una forte comunità italiana, il di sapori, profumi e gusti, in cui il consumatore giapGiappone ha rappresentato una sfida e una occasione ponese potrà scoprire i diversi salumi e il loro utilizzo di crescita unici per l’intero comparto. nelle occasioni di festa o di vita quotidiana, immergendosi così nello stile di vita italiano. “Con il Giappone abbiamo un rapporto consolidato di amicizia e rispetto – ha affermato Francesco Pizzagalli, Per l’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani si tratta della Presidente dell’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani. – Il terza campagna in Giappone. La prima è stata realizconsumatore giapponese è molto attento alla qualità zata nel 2000-2003, subito dopo l’apertura del merdei cibi e, oltre al gusto, cerca un prodotto sano e gecato nipponico ai salumi italiani (avvenuta nel febbraio nuino. I nostri salumi – rispondono a queste richieste“. 1999), mentre la seconda è stata svolta nel 2008-2010,
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SalumiAmo® DOP è una campagna di informazione e promozione – di durata biennale e con un budget complessivo di 800.000 € – realizzata da IVSI, con il contributo dell’Unione europea e dello Stato Italiano e con la collaborazione dell’agenzia di comunicazione Grapho e dell’Agenzia ICE di Tokyo. Nell’ambito della campagna verranno realizzate numerose attività: corsi di cucina e showcooking, degustazioni nei ristoranti e nei punti vendita di diverse città giapponesi, incontri con gli operatori, opuscoli allegati a importanti riviste e materiale informativo, incontri con la stampa e viaggi in Italia per il Premio giornalistico Reporter del Gusto. L’obiettivo di tutte le iniziative della campagna SalumiAmo® DOP è quello di comunicare e spiegare al consumatore giapponese l’importanza della provenienza di determinati prodotti, delle loro certificazioni DOP e IGP, delle caratteristiche del territorio d’origine, delle tecni-
M
Lo Chef Kotaro Noda e le sue ricette
能田シェフ おすすめレシピ
Le ricette della brochure/ricettario SalumiAmo® DOP sono firmate
dallo chef giapponese Kotaro Noda.
Arrivato in Italia 17 anni fa, 能田シェフ con una laurea in markeおすすめレシピ ting, Noda ha sposato la cucina italiana e la metodica orientale. La sua イタリアの美食の伝統の中でも特にその名を馳せるのがモル natura giapponese emerタデッラ。 デリケートな香りになめらかな舌触り、 円熟したバ ge nel trattamento della ランスの良い優しい味のサラミです。 ときには100kgも超える materia prima e nei suoiの木材にジネプロの実を配合した軽いスモークを使い、じっくり 円筒形で、 スライスしたものからもそのどうどうとした形が想 と肉全体をくぐらせ、 約5 ヶ月ほど熟成させます。 像できます。 豚肉を一度細かいひき肉にしたものに塩、 香辛 食す際に薄く impiattamenti, il rispetto スライスをしていただく と軽いスモークの香ば くデリケート香り、 料をしっかりまぜ込み、さいの目に切った豚の喉の部分の脂身 della tradizione italiana siそしてスパイシーなアロマが広がります。 生でも、 軽く火を通し を差し込み、腸詰めにし、モルタデッラの製造過程で一番デリ もお召し上がりいただ けます。 ケートな作業の蒸気で蒸します。 ritrovaこの工程により独特なきれい nelle preparazioni な薄いピンク色となり、口当たりが柔らかく優しい味を作り出し di grandi classici regionali ます。モルタデッラは豊富な栄養素を含む良質な食材で、いろ come l’amatriciana, la carいろなレシピに使うことができます。 または、薄くスライスに切 モルタデッラ煎餅 ったり、 厚さがある角切りにしてお召し上がりいただく と、 デリ 能田シェフ E. bonara o il cacio e pepe.
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くる美味しさ た り 張 頬 ず Ha cominciato la sua car思わ ーニャは1998年にIGP認定、 モルタデッラ ディ プラートは ミ riera con Gualtiero Marサラ 2016年にIGP認定を受けています。 ケートな美味しさをお楽しみいただけると思います。 古くから 作られ、 長い歴史を持つサラミのひとつ、モルタデッラ ボロ
chesi a Kobe, con Enrico Crippa e poi all’Enoteca Pinchiorri di Firenze. Ha guadagnato una stella Michelin presso l’Enoteca La Torre di Viterbo e due forchette nella guida del Gambero Rosso per la sua cucina al ristorante Magnolia nel Jumeirah Grand Hotel di Via Veneto a Roma. Dopo un periodo a Copenhagen, presso i ristoranti di Noma e Geranium, ha deciso di tornare in Italia, a Roma, al Bistrot64, per far conoscere la sua cucina ed esaltare il connubio tra due grandi culture, quella italiana e quella giapponese.
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ル
スペック 3枚、 キュウリ 50g
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、 人参 50g、 セロリ 50g、 ファンネル 50g 、
イタリア最北端の州アルトア ディジェで作られるスペ ックは燻製が効いた特 徴的なサラ ミです。 スティックサラ ダに巻いてとてもライトな 一品に仕上げました。野菜 が苦手な 方にもおすすめです。 あま 能田シェフりのおいしさに病みつきになります。
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おすすめレシ
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モルタデッラ 3枚、 玄米のガレット 3枚、 醤油 15cc、 砂糖 イス15g 薄くスラ ら、一口サイズに な細長い形か く 遍な が万 ウィンナーのよう 白い脂身 デリケートな甘めな香りとバランスが取れた味が特徴的なモルタデッラ。 ッドのお肉に 面はワインレ された切り口 味も生産地 、 様々 さも 大き もっと身近に親しんでいただけるよう和風テイストな煎餅風にしました。 サラミです。形や ラミは 分散しているのが 特にイタリアのサ 意外な組み合わせですが相性が抜群です。 んでいます。 に富 変化 ぜ合 と混 域でそれぞれ き肉 とひ 、 小まめ) ワインにも日本酒にも合います。 きめ、 中ぐらい 肉のひき具合(大 など)に寄っ ード ルシ ンネ フェ ンニク、唐辛子、 わせる具材(ニ 料などの具 。ひき肉と香辛 ンが豊富です ショ エー バリ っかり落ち て分け、 がし 旨味 、アロマと せ、腸づめを行い 材を混ぜ合わ
せます。 着くまで熟成をさ
れています。イタ 、IGPに認定さ EUによりDOP 数多くのサラミは ッラ カッチ イタリアーナ ア サラミーニ リアのサラミでは ブリアンツァ )、 OP レD トー ーメ カッチャ (またはサラ ーメ ディ ャトーラ ーノ (DOP)、サラ ピアチェンティ (DOP)、 (DOP)、サラーメ リア ラブ カ サータ ディ P)、 ソップレ ヴァルツィ(DO プレッサ ヴィ ソッ P)、 DO ィ カラブリア( サルチッチャ デ ィ モルター ドーカ デ P)、 サラーメ (DO ナ ィー サンタン チェンテ ーメ サラ P)、 (IG プロシュット クルード 3枚、 白米 150g、 塩少々 ーメ クレモーナ ーノ (IGP) ラ (IGP)、 サラ ェリ 、サラーメ フ ウスコロ (IGP) 昔から世界中いたるところで保存技術として腐敗防止のために塩漬けを ジェロ(IGP)、チャ
生ハムおにぎり
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comunicazione a cura di Bianca Maria Sacchetti - Grapho
I salumi italiani: in tv tutti ne parlano perché fanno audience Nei primi tre mesi del 2016 oltre 25 milioni di audience Impossibile resistere alla salumeria italiana DOP e IGP e anche radio e tv non ne possono fare a meno e continuamente dedicano servizi e interviste a questi prodotti made in Italy, motivi di vanto e orgoglio per il nostro patrimonio gastronomico. Se pensiamo al mondo dei salumi, subito la nostra immaginazione corre verso il passato, si addentra nei vicoli della tradizione e delle antiche abitudini, quando nell’ambiente contadino si era soliti conservare gli alimenti carnei di pregio per i periodi di necessità, per le fasi dell’anno in cui il lavoro nei campi sarebbe divenuto particolarmente assorbente. Da cinquant’anni la ricerca scientifica ha affinato conoscenze e perfezionato tecniche di allevamento e tecnologie industriali al fine di mantenere inalterato il sapore genuino e la tipicità offrendo però ai consumatori – sempre più numerosi – un cibo sicuro dal punto di vista igienico-sanitario e in linea con le nuove necessità nutritive e le mutate condizioni di vita.
mi DOP e IGP, fra i quali il Prosciutto Toscano DOP, Zampone e Cotechino Modena IGP, Salame Cacciatore DOP e a marzo, da ricordare, anche l’appuntamento con un ottimo panino a base di Salame di Varzi DOP, insalata di maionese e verza saltata, proposta adatta per un menù pasquale dal sapore alternativo e soprattutto preziosa occasione per illustrare le caratteristiche di questo salame, risultato di una selezione
chi, in una diretta di un’ora di Aspettando il tg, format in onda su Italia 7, curato e condotto Annamaria Tossani, giornalista che con passione e trasporto da molti anni ci parla di food e non perde mai occasione per comunicare correttamente tutte le informazioni relative ai nostri salumi certificati, esaltati anche con ricette elaborate affidate agli chef più celebri della Toscana.
delle parti più nobili e pregiate del maiale. Ogni salume ha alle spalle una sua storia, un’origine, delle curiosità, alcune peculiarità che lo rendono unico e, attraverso puntate e spazi dedicati, rvm, fotografie, interviste ai vari referenti del settore, è stato possibile raccontare tutto questo e fornire quindi un servizio di informazione teso a rendere consapevoli gli italiani circa tali tematiche che in prima linea interessano le loro giornate e le loro scelte quotidiane. Numerose le emittenti e variegata l’offerta, l’intero panorama della salumeria a marchio DOP e IGP è stato declinato in più forme e mediante tanti linguaggi e registri diversi. Un modo efficace di valorizzare un salume è rappresentarlo con una ricetta, magari ispirata dall’alta culinaria stellata oppure dalla semplice preparazione e rapida da riproporre.
La bontà in un cartoccio: la nuova tendenza fra i giovani e non solo è quella dello street food, una soluzione veloce e sfiziosa ideata per chi è sempre di corsa, perso nei ritmi poco rilassanti della città o incastrato in un’agenda fitta di appuntamenti. E quale miglior alleato del salume? Ideale se abbinato a formaggi, salse e verdure e perfetto a farcire le baguette, pizze e pagnotte più ricercate e particolari. Ce lo insegna Daniele Reponi, giovane chef creativo e ospite fisso con una sua rubrica alla Prova del cuoco di Rai 1, programma seguitissimo che si identifica con il volto della celebre conduttrice Antonella Clerici. Daniele in questi mesi ha realizzato ricette e intavolato dei veri e propri focus di informazione su alcuni importanti salu-
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Dedicata al Varzi DOP anche un’intera puntata di Melaverde, su Canale 5, in cui la troupe Mediaset – in trasferta nell’Oltrepò pavese – ha seguito e documentato con attenzione scrupolosa tutte le fasi di produzione, lavorazione e stagionatura, raccogliendo la testimonianza del Presidente del Consorzio di Tutela, Fabio Bergonzi, che ha presentato questa prelibatezza lombarda in ogni suo aspetto. Prelibatezza lombarda appunto e strettamente legata al suo territorio di origine, che proprio nella conformazione del paesaggio, nella manualità di quelle genti laboriose e nelle condizioni climatiche rispecchia e incarna appieno il profilo del salame di Varzi DOP. E proprio il rapporto fra questa DOP e la Lombardia è stato oggetto di uno spazio di Geo & Geo su Rai tre: il giornalista eno-gastronomico Leonardo Romanelli ha passato in rassegna i prodotti più rappresentativi di questa regione, soffermandosi anche sulla Bresaola della Valtellina IGP, approfondendone valori nutrizionali, cenni storici e dettagli di filiera.
Di salami si è parlato anche in una puntata di Class Life in onda su Class Tv in cui, fra interviste e ricette a cura dello chef Cristian Broglia, si è raccontato nello specifico il Cacciatore DOP, fiore all’occhiello del made in Italy. Ancora salami su Rai 1: una puntata di A conti fatti sul salame italiano con il passaggio di un rvm dedicato al Salame Cacciatore DOP, ideale per grandi e piccini, tascabile, gustoso e consigliato per coloro che svolgono un’intensa attività sportiva. A parlarci di questo prodotto il Direttore del Consorzio di tutela, Gianluigi Ligasac-
“Aspettando il tg” è stato vetrina anche di due puntate dedicate alla salumeria italiana DOP e IGP, durante le quali il frizzante e preparatissimo gastrosofo Alex Revelli Sorini ha regalato al fedele pubblico di Italia 7 delle vere e proprie carte d’identità dei Salumi DOP Piacentini, del Prosciutto di Modena DOP, del Salame Cacciatore DOP, della Mortadella Bologna IGP e della Bresaola della Valtellina. Il Prosciutto di Modena tornerà ospite di Annamaria Tossani ad aprile in una diretta che condividerà con il Modena DOP: i rappresentanti di entrambi i consorzi illustreranno somiglianze e differenze dei due disciplinari, processi di produzione e lavorazione, tabelle nutrizionali e possibili abbinamenti in cucina. Ad aprile la Mortadella Bologna IGP è protagonista indiscussa sia su Italia 7 sia in una puntata di A conti fatti in cui l’esperto Davide Oltolini ha accompagnato la conduttrice Elisa Isoardi e tutti i telespettatori in un viaggio sensoriale alla scoperta di questa prelibatezza emiliana. Ancora Rai e ancora norcineria rigorosamente targata DOP e IGP con le puntate di Geo & Geo sui Salumi Calabresi DOP, il Ciauscolo IGP, la Bresaola della Valtellina IGP e il Prosciutto Toscano DOP, fatto ad hoc per essere assaporato insieme al pane “sciocco”, senza sale, diffuso in questa regione. La conduttrice Sveva Sagramola e il gastronomo Romanelli, seduti davanti a tavolate imbandite di gioielli gastronomici ed enologici, chiacchierano di nutrizione e culture regionali, carni trasformate tipiche delle varie aree geografiche e disciplinari alquanto rigidi a cui devono sottostare le varie aziende per ricevere la certificazione. La conduttrice Emanuela Folliero e vari produttori d’eccellenza insieme, in un salotto di Rete 4, per svelare dettagli e curiosità di ciò che mangiamo e per apprezzarne al meglio le tante virtù, mentre la nutrizionista Samantha Biale ne illustra le proprietà nutrizionali e, nel caso dei salumi, i cambiamenti rispetto al passato. Sai cosa mangi il nome del format specializzato in alimentazione corretta e ben informata che ha raccontato al suo nutrito pubblico alcuni salumi italiani – fra cui Mortadella Bologna IGP, Zampone e Cotechino Modena IGP, Prosciutto Toscano DOP , Salame Cacciatore DOP – proponendo anche gustose ricette e rivisitazioni culinarie originali.
Aprile 2016
comunicazione di Tiziana Formisano
SalumiAmo con Bacco C@mp 2016 Seminario di degustazione di Salumi e Vini DOP e IGP Quali sono le fasi di assaggio di un salame? Come si verifica la bontà della bresaola? Come si degusta un buon prosciutto crudo? Quali sono le salumi caratteristiche organolettiche di un vino a denominazione d’origine? Questi i temi toccati nel seminario di degustazione di salumi e vini DOP e IGP promosso dall’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani e da Federdoc, tenutosi lo scorso 17 marzo a Milano. In “cattedra” Davide Oltolini, giornalista, critico enogastronomico e volto Rai. Sette i salumi i degustazione e due i vini. L’obiettivo del seminario era quello di spiegare ai giornalisti e ai food blogger quali sono le caratteristiche che determinano un buon salume e un vino di qualità e come riconoscerlo. Si è appreso quindi che la Bresaola della Valtellina IGP si caratterizza per il suo colore rosso uniforme, con bordo scuro appena accennato. La sua consistenza è soda ed elastica, il profumo leggermente aromatico, il gusto gradevole e moderatamente sapido. Molto nutriente, in assoluto il salume più povero di grassi, la Bresaola della Valtellina è anche ricca di proteine, di ferro, sali minerali e vitamine, un prodotto altamente digeribile. Il Capocollo di Calabria DOP invece presenta una forma cilindrica; alla vista ha un colore roseo o rosso più o meno intenso per la presenza di peperoncino rosso macinato il cui profumo si sprigiona immediatamente al taglio. Dalla Calabria all’Emilia per parlare di Mortadella Bologna IGP, il salume “rosa” con sapore pieno Hypred_ADV_Carni_265x200_AW.pdf 1 il 30/03/16 15:21 e
ben equilibrato dalla presenza dei lardelli che conferiscono maggiore dolcezza al salume. Sempre più in linea con i dettami della scienza nutrizionale moderna, il noto salume ha diminuito in questi anni notevolmente i grassi ed è ricca di minerali come ferro e zinco. Sempre dell’Emilia, la Pancetta Piacentina DOP, salume che al palato si presenta morbido con tendenza a sciogliersi grazie alla presenza delle parti grasse che determinano anche il sapore delicato e spiccatamente dolce. Lasciata l’Emilia, si è passati alla Toscana, con il Prosciutto Toscano DOP. Di sapore deciso questo prodotto ha una ricetta che comprende gli aromi tipici del territorio come l’alloro, il rosmarino, le bacche di ginepro, aglio e pepe. È stata poi la volta dei salami della Lombardia con il Salame Cacciatore DOP e il Salame di Varzi DOP. Il primo, di piccola taglia, si caratterizza per un colore rosso rubino in cui i granelli di lardo sono uniformemente distribuiti. Gustoso salume ricco di proteine nobili, di minerali importanti e di tutte le vitamine del gruppo B. Il Salame Cacciatore DOP ha un contenuto in sale, grassi e colesterolo che si è ridotto negli anni, mentre è tuttora rilevante la presenza di preziosi acidi grassi monoinsaturi, utilissimi per la salute dell’organismo. Il Salame di Varzi DOP è tipico della zona dell’Oltrepò
pavese, il cui microclima favorevole fa di questo salume un prodotto unico. La caratteristica di questo salame è la macinatura a grana grossa. Al taglio la fetta si presenta di colore rosso vivo inframmezzato dal bianco perfetto del grasso. Il sapore è dolce e delicato per l’aroma fragrante dato dalle spezie utilizzate, che sono pepe in grani e un infuso di aglio e vino rosso. Dopo i salumi, Oltolini si è soffermato anche sui vini descrivendo il Brunello di Montalcino DOCG e il Franciacorta DOCG. Al termine della degustazione dei salumi e dei vini Oltolini ha lasciato il campo, o meglio la cucina, a Cristian Broglia, chef di Alma (la Scuola Internazionale della Cucina Italiana) che ha preparato tre piatti molto originali: wafer alla Mortadella Bologna con crema di pistacchio salato; nuvola di cacio e pepe con Pancetta Piacentina; mezzemaniche trasparenti al prosciutto e funghi con Prosciutto Toscano. Il seminario si è quindi concluso con l’assaggio di queste tre ricette che hanno ovviamente entusiasmato e stupito i presenti per l’ottima combinazioni dei sapori.
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Aprile 2016
AGROALIMENTARE GIÀ PRONTO ALLO SCATTO VERSO TUTTOFOOD 2017 Si apre all’insegna della straordinaria risposta degli espositori il 2016 di TUTTOFOOD, la biennale di Fiera Milano dedicata al mondo dell’agroalimentare in tutte le sue declinazioni. I risultati di TUTTOFOOD 2017 hanno già conquistato - a un anno e mezzo dalla prossima edizione - la riconferma di numerosi grandi nomi del settore, delle principali regioni produttive italiane, nonché di rilevanti associazioni dell’agroalimentare oltre che di aziende e collettive internazionali. A oggi è già stato prenotato oltre il 40% della superficie espositiva occupata nel 2015, una situazione identica a quella raggiunta a pari data della passata edizione, pur non essendoci più la concomitanza con Expo, il che evidenzia il ruolo centrale assunto nel panorama europeo dalla rassegna milanese. È inoltre in aumento la partecipazione di produttori internazionali, che – anche grazie all’Expo – associano ormai il food a Milano. Una crescita costante che pone TUTTOFOOD in prima linea nella strategia del Gruppo Fiera Milano, che punta in maniera sempre più decisa a rafforzare la leadership delle manifestazioni direttamente organizzate con elevato potenziale di crescita, aumentando la penetrazione dei settori presidiati e la crescita internazionale. La strategia riceverà nuova linfa anche dall’aumento di capitale che Fiera Milano Spa ha offerto in opzione agli azionisti per un controvalore di 66,8 milioni di euro, che consentiranno di ampliare i progetti di incoming buyer, comunicazione all’estero, workshop ed eventi e che incrementeranno l’affluenza di qualificati visitatori, in particolare internazionali. “I primi riscontri di questo 2016 – sottolinea Corrado Peraboni, Amministratore Delegato di Fiera Milano – ci confermano che TUTTOFOOD ha saputo valorizzare al meglio il volano di Expo in un’ottica a lungo termine. Le nuove risorse provenienti dall’aumento di capitale ci permettono di rafforzare ulteriormente le azioni dirette alla crescita dell’internazionalizzazione del nostro business, valorizzando l’appeal del Made in Italy. Nel nostro portafoglio” – ha concluso Peraboni – “spiccano appuntamenti leader in settori dove l’Italia è il riferimento mondiale. La crescente internazionalizzazione è per noi un passaggio indispensabile per contribuire anche nei prossimi decenni all’ulteriore sviluppo del sistema fieristico e dell’intera economia”. L’adesione delle aziende al progetto TUTTOFOOD è da collegare anche alle molte novità dell’edizione 2017, che vedrà l’inserimento di due nuovi setto-
ri merceologici, con lo sviluppo della presenza nel comparto ortofrutticolo, avviata nel 2015 con la prima edizione di Fruit Innovation, e che completerà la manifestazione con i prodotti della filiera; e con l’altra grande première TUTTOHEALTH / Spazio Nutrizione. Grazie all’accordo siglato tra Fiera Milano e Akesios, società specializzata nell’organizzazione di convegni e congressi medico-scientifici, TUTTOFOOD 2017 si arricchirà infatti, oltre che di un’area espositiva dedicata, di un programma di convegni che si fa momento di conoscenza e condivisione coinvolgendo nuove figure come medici, nutrizionisti, dietisti, operatori del benessere, personal trainer e dei farmacisti grazie a un’agenda di grande rigore scientifico. Partnership che rafforza il ruolo di TUTTOFOOD come centro nevralgico internazionale per il dibatto su nutrizione e salute, oltre che insostituibile piattaforma di business. Nell’ambito dei settori tradizionali, sta raccogliendo molto consenso PASTA ITALIA, che nasce dalla partnership di Fiera Milano con AIDEPI, Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane, che ha scelto TUTTOFOOD come manifestazione di riferimento per promuovere a livello internazionale il valore della pasta nella dieta mediterranea. In crescita anche le adesioni a tutti gli altri settori di TUTTOFOOD: dalle imprese del lattiero-caseario al grocery, dal settore oleario – con la grande riconferma di UNAPROL – a quello del green, dal settore carne e salumi - con la riconferma grazie ad ASSICA dei principali attori italiani del comparto - al dolciario grazie ancora alla partnership con AIDEPI, all’ittico, al beverage. E un nuovo progetto garantirà la crescita di TUTTOFROZEN, l’area riservata al surgelato, sviluppata insieme ad UNAS, per presentare una modalità di conservare gli alimenti che coniuga la freschezza e la naturalità con la comodità, sempre più richiesta dagli stili di vita dei consumatori. Novità della prossima edizione è anche il road show internazionale di TUTTOFOOD, organizzato in collaborazione con ITA-Ice, che con diverse tappe toccherà Europa ed extra Europa nel 2016 e 2017. Evoluzione costante: ecco il segreto che ha portato TUTTOFOOD, in sole 5 edizioni, alla terza posizione tra le fiere agroalimentari B2B in Europa e di gran lunga al primo posto in Italia. Un primato fatto dalla qualità del business prima ancora che dai (grandi) numeri. Lo conferma anche il parere degli operatori, praticamente all’unanimità: ben il 94% degli espositori è soddisfatto della qualità dei visitatori allo stand, l’88% dell’affluenza e l’86% dei contatti generati.
DA RECORD I NUMERI DELL’EDIZIONE 2015 DI TUTTOFOOD Più 50% per i visitatori professionali certificati LSF, che hanno toccato quota 78.493: rilevante l’incremento dei visitatori esteri, +78,7%, provenienti da 119 Paesi. Gli italiani non sono da meno, registrando, infatti, un incremento del 25,3%. Ed è autentico boom per i “business match”: circa 2.100 top buyer internazionali selezionati hanno incontrato i 2.838 espositori, di cui 433 esteri, in rappresentanza di 7.000 marchi, in 11.790 appuntamenti prefissati tramite l’agenda online Expo Matching Program.
Visitatori
78.493
+ 50% rispetto al 2013
Superficie espositiva
Buyer
Nel 2013 i padiglioni erano 6
Top buyer
180.000 mq - 10 pad. 2.100
Espositori
2.838
di cui 433 esteri
L’INCONTRO NATURALE TRA DUE LEADER: AL VIA LA PARTNERSHIP TUTTOFOOD-FEDERBIO
Naturale è più buono. E anche più profittevole. Un consumatore sempre più consapevole sta decretando il successo dei cibi biologici: un mercato che vale oltre 80 miliardi di dollari a livello mondiale, secondo i dati di FiBL/Organic Monitor, di cui 35 miliardi nella UE. Nel nostro Paese il valore del mercato interno del bio è pari a 2.7 miliardi di euro (AssoBio da dati Ismea, Nielsen), a cui aggiungere 1,4 miliardi di export (Nomisma). Fin dalla sua nascita, TUTTOFOOD ha nel suo DNA la capacità di cogliere e interpretare le tendenze più promettenti per i professionisti del Food & Beverage, non solo promuovendo il business, ma anche facendo cultura di settore. Non poteva quindi mancare all’appuntamento con uno dei comparti che può contribuire al tema della sostenibilità in campo alimentare. Da queste premesse nasce l’accordo che Fiera Milano ha siglato con FederBio, la Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica, che da oggi promuoverà tra gli associati la partecipazione alla prossima edizione di TUTTOFOOD, con l’intento di offrire ad essi contatti privilegiati con il mercato del food: una collaborazione unica nell’ambito del b2b con cui FederBio ha l’opportunità di offrire ai propri associati un incontro diretto con il mondo degli addetti ai lavori, buyer nazionali e soprattutto internazionali, che rappresentano il visitatore naturale di TUTTOFOOD. La collaborazione, che prevede anche l’apertura della sede lombarda della Federazione nelle palazzine di Fiera Milano a Rho, porterà alla realizzazione di progetti comunitari di promozione e sviluppo del comparto biologico in Italia e all’estero. “Il cibo è un ‘prodotto’ del tutto particolare dove, come in pochi altri, al business si intrecciano natura, scienza, cultura e tradizioni – commenta Corrado Peraboni, Amministratore Delegato di Fiera Milano –. È per noi quindi motivo di grande orgoglio che la Federazione che esprime ai massimi livelli questi valori ci abbia scelto come partner. TUTTOFOOD consolida così il suo ruolo di manifestazione all’avanguardia, unico indiscutibile riferimento per quel Food & Beverage italiano che vuole avere il futuro come prospettiva e il mondo come mercato. Ospitare la rappresentanza lombarda a Rho ci permetterà ottime sinergie, per risultati ancora più efficaci”. “Il settore del biologico è in continua crescita e rappresenta una vera e propria opportunità per l’agroalimentare italiano. – sottolinea Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio – Grazie alla collaborazione tra TUTTOFOOD e FederBio gli operatori hanno l’opportunità di trovare risposte, case history, informazioni per avvicinarsi al bio e far crescere ulteriormente il settore, rispondendo alla crescente domanda da parte dei consumatori di prodotti di qualità e sicuri”. FederBio è l’unico operatore inteprofessionale nazionale per il settore del bio e rappresenta la quasi totalità del settore biologico, dalla produzione alla trasformazione e distribuzione. La Federazione è riconosciuta come interlocutore di riferimento per il Biologico italiano presso i Ministeri italiani e presso le principali sedi istituzionali estere. Ha firmato inoltre un’intesa operativa con ITA/ ICE Agenzia – partner anche di TUTTOFOOD – a sostegno dell’internazionalizzazione del Bio made in Italy.
Per informazioni aggiornate su TUTTOFOOD: www.tuttofood.it e su tutti i principali social (#TUTTOFOOD, @TuttoFoodExpo)
Europa di Michele Spangaro
Attuare l’Unione dell’energia. Il pacchetto UE in materia di sicurezza energetica Fornire a famiglie e imprese energia sicura, sostenibile e competitiva a prezzi accessibili Una delle priorità della Commissione Juncker è la creazione di un’Unione europea dell’energia resiliente e di una politica lungimirante in materia di cambiamento climatico. L’Unione europea dell’energia, come indicato nella strategia quadro del febbraio 2015, si prefigge di fornire ai consumatori dell’UE – famiglie e imprese – energia sicura, sostenibile e competitiva a prezzi accessibili. A tal fine sarà necessario operare una drastica trasformazione del panorama energetico europeo. La strategia offre l’opportunità di ulteriore innovazione nel settore, contribuendo alla creazione di posti di lavoro e alla crescita economica nell’UE oltre che alla protezione dell’ambiente. La Commissione rivolge un accorato invito al Parlamento europeo e al Consiglio perché trasformino sollecitamente in legge le proposte in quanto prioritarie per aumentare la resilienza dell’Europa in caso di possibili interruzioni dell’approvvigionamento energetico. La sicurezza dell’approvvigionamento costituisce una delle cinque dimensioni, interrelate e interdipendenti, dell’Unione dell’energia. Se, da un lato, i principali fattori alla base della sicurezza energetica sono il completamento del mercato interno e un consumo più efficace di energia, dall’altro la sicurezza energetica dell’UE è fortemente correlata alle scelte di politica energetica dei suoi vicini.
Il commissario responsabile per l’azione per il clima e l’energia, Miguel Arias Cañete, ha dichiarato: "Dopo le crisi del gas del 2006 e del 2009, che avevano lasciato al freddo milioni di persone, avevamo detto: ’mai più’. Ma gli stress test del 2014 hanno evidenziato che l’Europa è ancora troppo vulnerabile in caso di gravi interruzioni dell’approvvigionamento di gas. E le tensioni politiche ai nostri confini ci hanno fatto capire in modo chiaro che tale problema non è destinato a scomparire. Le proposte di oggi riguardano un sistema affidabile, competitivo e flessibile in cui l’energia si sposta attraverso i confini a tutto beneficio dei consumatori. Riguardano la solidarietà per proteggere i più vulnerabili. E mirano a garantirci un futuro in cui l’energia sarà pulita: a questo proposito tengo a precisare che il nostro impegno per una transizione verso l’energia pulita è irreversibile e non negoziabile".
Tra il 1990 e il 2014 la produzione è cresciuta del 46% a fronte di una riduzione del 20% delle emissioni di gas serra
Alla luce di tutto ciò la Commissione ha presentato un pacchetto di misure per la sicurezza energetica per dotare l’UE degli strumenti per affrontare la transizione energetica globale al fine di fronteggiare possibili interruzioni dell’approvvigionamento energetico. La dimensione della sicurezza energetica è una delle pietre angolari della strategia per l’Unione dell’energia e una delle priorità politiche fondamentali della Commissione Juncker. Il pacchetto indica un’ampia gamma di misure per rafforzare la resilienza dell’UE in caso di interruzione delle forniture di gas. Tali misure comprendono una riduzione della domanda di energia, un aumento della produzione di energia in Europa (anche da fonti rinnovabili), l’ulteriore sviluppo di un mercato dell’energia ben funzionante e perfettamente integrato, nonché la diversificazione delle fonti energetiche, dei fornitori e delle rotte. Le proposte intendono inoltre migliorare la trasparenza del mercato europeo dell’energia e creare maggiore solidarietà tra gli Stati membri. Il pacchetto in materia di sicurezza energetica fa seguito all’adozione da parte dei leader mondiali (a Parigi, il 12 dicembre 2015) di un nuovo accordo globale e universale sul cambiamento climatico. L’accordo di Parigi ha inviato un forte segnale alle imprese e ai responsabili politici, rendendo irreversibile la svolta verso l’energia pulita e creando le premesse per la transizione energetica globale. Il vicepresidente Maroš Šefcˇovicˇ, responsabile per
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l’Unione dell’energia, ha dichiarato: "La strategia per l’Unione dell’energia, lanciata un anno fa, si prefiggeva di garantire a tutti gli europei energia sicura, sostenibile e a prezzi accessibili. Il pacchetto presentato oggi è incentrato sulla sicurezza dell’approvvigionamento ma va a toccare tutti e tre gli obiettivi generali. Riducendo la domanda di energia e gestendo meglio l’approvvigionamento da fonti esterne, l’Unione europea può mantenere le promesse fatte e migliorare la stabilità del mercato europeo dell’energia".
sure di sicurezza dell’approvvigionamento. La proposta introduce inoltre un principio di solidarietà tra gli Stati membri per garantire l’approvvigionamento delle famiglie e dei servizi sociali essenziali, quali quelli sanitari, qualora l’approvvigionamento sia compromesso da una grave crisi. Una decisione sugli accordi intergovernativi nel settore energetico L’UE deve fare in modo che gli accordi intergovernativi, firmati dai suoi Stati membri con Paesi terzi e aventi un impatto sulla sicurezza dell’approvvigionamento di gas, siano più trasparenti e pienamente conformi al diritto dell’Unione. A tal fine viene introdotto un controllo di compatibilità ex ante che deve essere effettuato dalla Commissione per poter verificare la conformità alla normativa sulla concorrenza e alla legislazione sul mercato interno dell’energia prima che gli accordi siano negoziati, firmati e sigillati. Gli Stati membri dovranno tenere pienamente conto dell’opinione della Commissione prima di firmare gli accordi. Strategia per il gas naturale liquefatto (GNL) e lo stoccaggio del gas L’Europa è il principale importatore di gas naturale al mondo. L’Europa ha una significativa capacità globale di importazione di GNL, gas naturale liquefatto, sufficiente al momento per soddisfare circa il 43% della domanda attuale totale di gas (2015). Tuttavia, permangono notevoli disparità a livello regionale per quanto riguarda l’accesso al GNL. La Commissione propone una strategia per il gas naturale liquefatto che permetterà di migliorare l’accesso di tutti gli Stati membri al GNL come fonte alternativa di gas. Gli elementi centrali di questa strategia riguardano la costruzione dell’infrastruttura strategica per completare il mercato interno dell’energia e l’individuazione dei progetti necessari per mettere fine alla dipendenza di alcuni Stati membri da un’unica fonte di approvvigionamento.
Il 75% del riscaldamento e del raffreddamento è prodotto a partire da combustibili fossili
Il Pacchetto sulla sicurezza energetica, contenente due proposte a carattere legislativo e due documenti di orientamento strategico.
Proposta di un nuovo Regolamento sulle misure per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti di gas Il gas svolge un ruolo nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio e resta una componente importante del mix energetico dell’UE. Tuttavia, l’attuale dipendenza esterna impone che l’UE aumenti la resilienza dei suoi mercati qualora debba far fronte a eventuali interruzioni delle forniture di gas. Per cogliere tutti i benefici di un mercato liquido e competitivo, è necessario migliorare la trasparenza nel mercato UE del gas. Per rimediare alla fragilità del sistema, la Commissione propone di passare da un approccio nazionale a uno regionale nella definizione delle mi-
Strategia in materia di riscaldamento e raffreddamento Il riscaldamento e il raffreddamento in ambito edilizio e industriale sono responsabili di metà del consumo energetico dell’UE. Non solo: il 75% del riscaldamento e del raffreddamento è prodotto a partire da combustibili fossili. La strategia proposta in materia di riscaldamento e raffreddamento è centrata sulla rimozione degli ostacoli che frenano la decarbonizzazione in ambito edilizio e industriale e sottolinea inoltre che un aumento dell’efficienza energetica e l’uso delle energie rinnovabili avrà un impatto sulla sicurezza energetica. Un potenziamento della strategia indirizzata a tale settore è fondamentale se l’UE vuole migliorare la propria interdipendenza dai fornitori esterni.
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Forum made in Italy nei mercati internazionali Il contrasto alla contraffazione ai mercati più promettenti per il prodotto Italia Anticontraffazione e internazionalizzazione del Prodotto Italia e nuovi accordi di libero scambio con il mercato USA: sono questi i temi affrontati nel Forum made in Italy nei mercati internazionali organizzato da Il Sole 24 Ore, tenutosi lo scorso 31 marzo. Ad aprire i lavori della giornata è stato un incontro tra il Direttore dell'Agenzia delle Dogane e dei monopoli Giuseppe Peleggi e il Presidente Idicam Mario Peserico in cui sono state analizzate le esigenze, le priorità di business e le prospettive sul fronte delle politiche e delle misure di salvaguardia e di anticontraffazione per il made in Italy. Solo in Italia, infatti, ogni anno il business dei falsi ammonta a circa 7 miliardi di euro, escluso gli alimentari. Si calcola (dati Censis) che se i prodotti contraffatti fossero venduti sul mercato legale ci sarebbero 13,7 miliardi di ricchezza aggiuntiva e circa 110mila posti di lavoro in più. Si stima inoltre che il mercato dei falsi generi mancate entrate fiscali per oltre 4,6 miliardi di euro. Capitolo a parte per la pirateria alimentare dove da solo il “falso” made in Italy ha un giro d'affari da 60 miliardi di euro,
ovvero quasi il doppio dell'export di “vero” made in Italy, che secondo i dati di Federalimentare si attesta a circa 37 miliardi di euro. Quali sono gli scenari possibili e i mercati più promettenti per l'impresa italiana? Questo è stato il tema del secondo focus della mattina moderata dalla giornalista de Il Sole 24 Ore Laura Cavestri. A presentare i dati sull'internazionaliz-
zazione del prodotto Italia il Direttore del Centro Studi Unioncamere ER Guido Caselli. Secondo uno studio del World Trade Institute dell'Università di Berna commissionato dalla Camera di Commercio americana a Bruxelles, infatti, l'applicazione del Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti (Ttip) gioverebbe all'Italia un aumento dell'export del 21% e una crescita annua del Pil pari allo 0,5% fino al 2030. A parlare dei nuovi accordi di libero scambio e del mercato USA è stato il Consigliere Delegato American Chamber of Commerce in Italy Simone Crolla. Il Forum si è concluso con una tavola rotonda moderata da Giulia Crivelli, Fashion Editor Moda24, sul tema della promozione del Made in Italy e il punto di vista delle imprese.
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fiere e manifestazioni di Alfredo La Stella
A colloquio con Donald Wich, AD Messe Frankfurt Italia Dal 7 al 12 maggio a Francoforte la più importante fiera della lavorazione delle carni Dottor Wich può dirci quali saranno le principali novità e i temi fondamentali che saranno trattati nella prossima edizione di IFFA? La prossima edizione di IFFA, presenterà nuovi prodotti, le tecnologie più innovative e le soluzioni future-oriented per tutte le fasi del processo di lavorazione della carne. Sappiamo che l’industria globale della carne è un mercato in continua crescita e questo è dovuto a diversi fattori. La costante crescita della popolazione in Paesi già densamente popolati, legata all’aumento dei redditi della popolazione negli stessi Paesi fa registrare un incremento del consumo di carne e di conseguenza in queste aree cresce la domanda di tecnologie moderne ed efficienti che siano in grado di aumentare sia la quantità che la qualità nel processo produttivo. Nei Paesi occidentali invece, dove il consumo di carne è già fissato ad alti livelli, si concentra l’attenzione e gli investimenti per ottimizzare ancora di più i processi produttivi. A questo riguardo verrà mostrato in fiera come il fenomeno dell’Industria 4.0 stia condizionando, passo dopo passo, anche il settore agroalimentare, per renderlo sempre più vicino alle esigenze dei consumatori e in grado di gestire in maniera ef-
Settori di provenienza dei visitatori 5
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16% C ommercio al dettaglio 12% C ommercio all’ingrosso 11% A rtigiani 4% A ttività di macello 43% Industria 5% Servizi
ficiente tutti i processi che lo attraversano: dalla gestione delle informazioni legate alla produzione vera e propria all’approvvigionamento, dalla logistica al networking di macchinari. L’automazione nei processi di produzione, di macellazione, di confezionamento e di controllo rappresenta un tema importante in quanto incrementa l’efficienza energetica, la produttività e la qualità degli alimenti. Ad IFFA saranno presenti però altre tematiche molto attuali e con un impatto molto importante sul mondo della carne: le nuove abitudini dei consumatori, la tendenza al “walking food”, l’attenzione verso il “clean label”. Non dimentichiamoci inoltre di come la regionalità dei prodotti e la ricerca di una qualità elevata influenzi molto gli acquisti dei consumatori. IFFA, ad oggi, rimane la fiera di riferimento del settore della lavorazione della carne e del packaging. È d’accordo con questa affermazione? IFFA è nata a Francoforte nel 1949 e siamo molto orgogliosi nell’affermare che edizione dopo edizione rappresenta oggi a livello mondiale il luogo d’incontro per l’industria della lavorazione della carne. Per ogni edizione infatti collaboriamo a stretto giro con esperti interna-
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zionali e associazioni del Numero di espositori e visitatori edizione 2013 settore studiando insieme Germania Fuori Germania Totale a loro un concept che sia Espositori 410 556 966 vincente ma soprattutto di qualità. Le categorie Visitatori 23.209 37.300 60.509 merceologiche presentaArea espositiva lorda in mq 109.000 te coprono l’intera filiera di produzione della carne: dalla macellazione alla lavorazione sino ad arrivare al colari settori industriali. A Colonia capitò quindi il settore confezionamento, al trasporto e alla vendita. Vengo- del food, rappresentato appunto dalla fiera Anuga che no presentate quindi tutte le fasi di questo importante presenta le tecnologie dei prodotti alimentari in genere e processo. Un altro punto di forza è rappresentato dalla del beverage, mentre IFFA a Francoforte si concentra in chiara suddivisione dei padiglioni. In questo modo l’inte- modo univoco sull’industria della carne. Questo contribura offerta relativa ai macchinari e agli impianti si troverà isce al successo di entrambe le manifestazioni in ambiti nella zona ovest del quartiere fieristico (padiglioni 8,9 e differenti. 11), mentre nel padiglione 4 saranno riuniti i produttori di spezie, ingredienti, additivi e materiali per il confezio- In tempi di alleanze strategiche tra poli fieristici internamento. nazionali, Messe Frankfurt sta maturando ipotesi in questo senso? In cosa si contraddistingue la manifestazione di Fran- In passato sono state strette da parte di Messe Frankfurt coforte dalle altre principali fiere del settore, soprat- alleanze importanti che hanno portato sicuramente grantutto in tempi in cui è evidente una crisi del sistema di benefici. È una strategia che continueremo ad adottafieristico? re anche in futuro e siamo molto aperti a collaborazioni IFFA viene riconosciuto come l’appuntamento da non strette in tal senso, con il presupposto sempre che queperdere per l’intero settore in tutto il mondo e questo è ste portino valore aggiunto alla nostra clientela. dovuto agli ottimi risultati che ottiene. La scorsa edizione si concluse registrando un grado di internazionalità sem- Le presenza delle aziende italiane è da sempre stata pre in crescita sia dalla parte degli espositori sia dei visi- significativa ad IFFA. A cosa attribuisce questa ampia tatori. 960 erano state le aziende espositrici provenienti partecipazione? da 47 Paesi e oltre 60.000 i visitatori che si erano pre- In effetti dobbiamo riconoscere che la presenza italiana è sentati a Francoforte, provenendo da 142 diverse nazio- sempre stata numerosa a IFFA. Questo avviene perché ni. Questi alti numeri e questo alto livello di internaziona- tutte le aziende produttrici del nostro Paese identificalità sono attesi anche per l’edizione di quest’anno dove no IFFA come la piattaforma mondiale specializzata per già ad oggi circa 1.000 espositori hanno confermato di l’industria della carne e riconoscono l’alta competenza e volerci essere. Sono i numeri quindi ma anche la qualità specializzazione dei visitatori. Chi visita la fiera è un pubdell’offerta presentata che rende IFFA un evento unico. blico di operatori del settore molto specializzato. La stessa offerta già ricca viene arricchita ulteriormente da un ampio programma di eventi collaterali di alto pro- In quali segmenti specifici è maggiore la presenza delfilo, tra i quali posso citare l’IFFA Forum dove verranno le aziende italiane? trattati temi di attualità come la sicurezza e la tracciabili- Le aziende italiane sono particolarmente presenti nel tà degli alimenti con gli esperti settore delle macchine per la lavoraziodel settore, oppure l’area IFFA ne della carne e per l’imballaggio. Tutti Kitchen che mostra una linea di i leader di questi settori sono presenti produzione con macchinari in in fiera da anni. Anche il settore degli opera. ingredienti vede però un costante aumento di produttori italiani di edizione in C’è concorrenza con Anuga edizione. FoodTec, altra manifestazione di successo? Per concludere, perché un’azienda del Di base le organizzazioni fierisettore non ancora presente ad IFFA stiche tedesche non agiscono dovrebbe partecipare? direttamente in concorrenza IFFA è l’evento mondiale specializzato l’una con l’altra. La spiegaper l’industria della carne: è qui che gli zione a questa scelta risale operatori del settore provenienti da tutto al periodo dopo la seconda il mondo si riuniscono ogni tre anni per guerra mondiale quando, vista scoprire le novità. È una piattaforma che l’assenza di quartieri fieristici, permette a un’azienda di presentarsi al le istituzioni e le associazioni mondo e presentare le sue innovazioni, di categoria si riunirono e detrovando quindi possibili acquirenti e al cisero che ogni ente fieristico tempo stesso spunti utili per continuare dovesse concentrarsi su partia sviluppare il proprio business.
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Aria di Festa 2016 Dal 24 al 27 giugno la festa del Prosciutto di San Daniele Quattro giorni di sapori, musica, eventi e spettacoli, una festa per la mente e per il palato. San Daniele del Friuli si prepara ad accogliere, dal 24 al 27 giugno, gli amanti del Prosciutto di San Daniele per scoprirne ogni segreto. A San Daniele del Friuli un intenso calendario di spettacoli, eventi culturali, visite ai prosciuttifici, itinerari, degustazioni e corsi di cucina. Con protagonisti assoluti il prosciutto di San Daniele e l’intero patrimonio enogastronomico della regione. Una festa, insomma, che trasformerà anche quest’anno San Daniele del Friuli in un ’laboratorio’ ricco di gustose sorprese. www.ariadifesta.it
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Prossime fiere e manifestazioni di settore 2016
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Aprile 2016
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Rinnovo cariche sociali del Consorzio Salumi Tipici Piacentini e del Consorzio di Tutela Salumi DOP Piacentini Confermati i Presidenti Roberto Belli (Salumi Tipici Piacentini) e Antonio Grossetti (Salumi DOP Piacentini) Si sono tenute giovedì 10 marzo, presso la sede sociale del Consorzio Salumi Tipici Piacentini e Consorzio di tutela Salumi DOP Piacentini le Assemblee ordinarie dei due Consorzi per l’approvazione del bilancio consuntivo 2015 e il rinnovo delle cariche sociali. La prima Assemblea ha riguardato il Consorzio Salumi Tipici Piacentini dove, dopo l’approvazione del bilancio i soci hanno provveduto al rinnovo delle cariche sociali per il prossimo triennio riconfermando il consiglio uscente composto da: Vittorio Magni (Salumificio La Rocca), Giuseppe Michelazzi (Salumificio Giordano), Remo Peveri (Salumificio Peveri), Massimiliano
Savi (Savi Salumi). Riconfermato anche il Presidente Roberto Belli che guida il consorzio dal 2004. Il Presidente ringraziando per la fiducia rinnovata ha ricordato il lavoro svolto dal Consorzio in questo triennio. “Il Consorzio dei Tipici lavora in perRoberto Belli fetta sintonia con il Consorzio dei Salumi DOP essendone in tanti casi il braccio operativo”. A seguire si è tenuta l’Assemblea del Consorzio di Tutela Salumi DOP Piacentini dove il Presidente Antonio Grossetti, che è stato riconfermato alla guida del Consorzio per il prossimo triennio, ha illustrato l’intensa attività
svolta dal Consorzio nel Si è provveduto anche al corso del mandato. rinnovo delle cariche soGrossetti ha ricordato ciali. Sono stati nominati che il 2015 è stato l’anno Consiglieri di Amminidell’Expo dove il Consorstrazione: Alberto Fiocchi zio è stato impegnato in (Salumificio Fiocchi), Emmolteplici iniziative dalmanuele Gagliardi (Salule attività di animazione mificio Gagliardi), Vittorealizzate nella piazzetta rio Magni (Salumificio La Piacenza, alla completa Rocca), Giuseppe Michegestione per tre giorni lazzi (Salumificio Giordadella piazzetta della Reno), Francesco Muselli Antonio Grossetti gione Emilia Romagna, (il (Salumificio San Carlo), Consorzio delle DOP piacentine è stato Remo Peveri (Salumificio Peveri). l’unico Consorzio a cui la Regione ha affidato la propria Piazzetta). Inoltre l’entuIl 2016 è anche il ventesimo anniversario siasmante “Viaggio verso Expo” partito dell’assegnazione da parte della comuil 18 di Agosto da Rimini e approdato nità europea delle tre DOP piacentine, all’Expo dopo 16 tappe lungo tutta la via avvenuta il primo luglio 1996. Il ConsorEmilia, manifestazione organizzata da zio celebrerà questa ricorrenza con uno Chef to Chef e patrocinata dalla Regione specifico programma di eventi in via di Emilia Romagna. definizione.
La Mortadella Bologna IGP sulle rotte del gusto Nel mese di aprile, la Regina dei salumi italiani nei menu a bordo delle Frecce Rosse Trenitalia Questa primavera la qualità della Mortadella Bologna IGP sale a bordo delle Frecce Trenitalia: ad aprile tutti i passeggeri che viaggeranno sulle Frecce avranno la possibilità di degustare soluzioni gourmet a base del noto salume bolognese. Grazie alla collaborazione con Itinere - il marchio del Gruppo Elior nato per la ristorazione a bordo treno - Il Consorzio Mortadella Bologna traccia le nuove rotte del gusto. Per tutto il mese di aprile verranno offerte diverse possibilità di gustare la nobile eccellenza della gastronomia emiliana attraverso la somministrazione di menu unici ed esclusivi. Al bar, per esempio, si potrà provare la tartaruga al mais con Mortadella Bologna IGP e formaggio fresco. Per i clienti Executive, lo chef Carlo Cracco ha ideato uno sformatino, un gateau e il coniglio alle erbe fini, tutti preparati con Mortadella Bologna IGP. I viaggiatori di Business saranno accolti dal servizio Welcome Drink con uno snack salato a base di Mortadella Bologna IGP abbinato ad un ricettario tascabile. “Con questa operazione - dichiara il Presidente del Consorzio Mortadella Bologna, Corradino Marconi - intendiamo rafforzare il processo intrapreso negli ultimi anni di avvicinare il consumatore alla conoscenza e al consumo della Mortadella Bologna IGP. Il nostro intento è che il consumatore sia sempre più consapevole che la Mortadella Bologna IGP vale di più perché sicura, garantita, controllata e di alta qualità anche perché fatta con una ricetta tradizionale, semplice e genuina”.
Prosciutto di Modena e Zampone e Cotechino Modena protagonisti alla Fiera ProWein a Düsseldorf Il Consorzio Prosciutto di Modena e il Consorzio Zampone Modena Cotechino Modena sono stati presenti dal 13 al 15 marzo a Düsseldorf, in Germania, alla Fiera ProWein, l’annuale evento fieristico di respiro internazionale dedicato ai professionisti del mondo del vino. Con oltre 52000 professionisti del settori accreditati, provenienti da tutte le parti del mondo, e oltre 6000 espositori provenienti da più di 50 Paesi, la fiera tedesca rappresenta una vetrina importante per questi due prodotti, che in Germania hanno già molti estimatori. I due Consorzi hanno fatto parte della squadra di Piacere Modena, ed ogni giorno, per tutta la durata dell’evento presso il padiglione 16, allo stand di Merum, sono state offerte degustazioni gratuite delle eccellenze DOP e IGP prodotte nella provincia di Modena. Piacere Modena riunisce i principali Consorzi di tutela e di promozione che rappresentano le produzioni agroalimentari DOP e IGP di Modena, il Consorzio dei ristoratori "Modena a Tavola", l’incoming turistico rappresentato da Modenatur, la formazione e la certificazione di prodotto con Artest.
Aprile 2016
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