26,27,28 Settembre 2008
6ª edizione
Festival Internazionale dei Giochi in Strada
L’energia di Tocatì 2008 è AGSM Energia Rinnovabile
www.tocati.it
Verona Centro Storico Ospite d’onore:
Scozia
Staff Organizzativo Direzione Artistica: Associazione Giochi Antichi Direzione Generale: Giorgio Paolo Avigo, Giuseppe Giacon, Carlo Girardi, Dino Mascalzoni Dirigente C.d.R. Cultura, Comune di Verona: Gabriele Ren C.d.R. Cultura, Comune di Verona: Alberta Dalle Pezze, Cinzia Hoider, Roberto Vassanelli Ufficio Stampa C.d.R. Cultura, Comune di Verona: Caterina Spillari, Roberta Bordignoni C.d.R. Ambiente Comune di Verona: Loretta Castagna C.d.R. Alle Infrastrutture e alla Mobilità: Bruno Antonio Polizia Municipale: Vice Comandante Lorenzo Grella Allestimenti: Fondazione Arena di Verona Archivio del Festival: Andrea Materassi Assicurazioni : Galbusera Assicurazioni Comunicazione: Giuseppe Giacon, Federico Girardi Staff Comunicazione: Anna Dal Bosco, Chiara Grisi, Fabio Casarotti Consulenza coordinamento comunità ludiche Scozzesi: Scottish Games Association Formazione: Dino Mascalzoni Staff formazione: Emanuele Tagetto Fotografo Ufficiale: Barbara Rigon Esposizioni: Martina Cailotto Staff area esposizioni: Giuseppe Breanza, Giulia Danti Gestione Amministrativa: Guido Benvenuti Gestione Area Incontri: Eleonella Righetti Cinquetti Staff Area Incontri: Davide Pinali Gestione Legale: Silvio Scucimarra Gestione Incoming: Iantra Viaggi Giochi: Dario Avigo, Andrea Materassi Staff Area Giochi: Dario Molesini Musica Stage Manager: Fabio Salvo, Vera Leanza Magazzino: Edo Magalini Merchandising e oggetti ludici: Massimo Samaritani Organizzazione: Dino Mascalzoni Osteria del Gioco: Fiorenza Materassi Progetto Scenografico: Nicola Gasperini, Orlando Lanza, Cristina Rizzo Staff Scenografie: Marco Amadori, Matteo Lonardi, Piero Ottusi, Mauro Zanconato Produzione resp.: Giulio Unetti Staff Produzione: Antonio Adami, Fabio Bonesini, Ivano Cocchio, Paolo Fainelli, Flavio Filipozzi, Tatiana Isnenghi, Paolo Mion, Pierpaolo Vesentini Progetto Stage Tocatì Università di Verona: Marta Ugolini Punto Informazione: Francesca Isnenghi Redazione del Festival: Tiziana Cavallo Relazioni Esterne: Blizz s.r.l. Segreteria Generale: Giancarlo Bonomi, Giulia Fattori Staff Segreteria Generale: Jana Baraldi, Nadine Mangstl Tecnico Area incontri: Pierdamiano Gozzi Tesoreria: Giancarlo Bonomi Servizi Generali: Carlo Girardi Sito internet: Federico Girardi Trasporto Fluviale: Davide Cocchio Voce del Festival: Solimano Pontarollo
Segreteria del Festival Tel 045 8077866 Fax 045 8077867 Web www.tocati.it - info@tocati.it Eventuali modifiche e variazioni di programma saranno comunicate dalla segreteria del festival tramite i punti informazione e il sito web. Ufficio Stampa Spaini & Partners Tel 050 36660 – 36985 Mail: matilde.meucci@spaini.it Questa edizione del festival è dedicata a Gualtiero Schiaffino – amico e uomo di cultura ludica Ringraziamenti Guy Jaouen, Presidente AEJST Association Européenne des Jeux et Sports Traditionnels Willie Baxter, Presidente Scottish Games Association Aly Barr, Literature Officer, Scottish Arts Council Lynne McGregor, British Embassy of Rome James Cheyne, Federica Napoletani, Caledonian Society of Rome Guido Fumagalli, Preside della Facoltà di Scienze Motorie dell’Università di Verona Gian Paolo Marchi, Preside della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Verona Carla Sassi, Docente di Anglistica dell’Università di Verona Ivano Cordioli, Ufficio Educazione Fisica CSA Verona Monsignor Giorgio Benedetti, Diocesi di Verona Don Flavio Bertoldi, Diocesi di Verona Monsignor Antonio Finardi, Presidente Associazione Chiese Vive Giovanni Righetti, Ulss 20 - servizi sociali Maria Giovanna Franceschini, Ulss 20 - servizi sociali Adele Bertoldi, Comitato Verona per l’Unicef Damiano Berzacola, Federazione Provinciale Coldiretti Verona Mauro Donda, Federazione Provinciale Coldiretti Maurizio Delibori, Centro Turistico Giovanile Fernando Maestro, Direttore del Museo Del Gioco Tradizionale di Campo, Spagna L’organizzazione del Festival Tocatì si riserva la facoltà di apportare modifiche al programma. La manifestazione si svolgerà anche in caso di maltempo. La paternità dell’iniziativa, tutti i diritti in relazione all’utilizzo delle immagini, del relativo materiale audio, video e fotografico, prodotto nell’ambito delle riprese ed interviste realizzate nel corso della manifestazione, è riservata all’AGA Verona. Per effetto della cessione, l’AGA diviene la legittima titolare di tutti i diritti d’autore, dei diritti connessi, e comunque di ogni altro diritto relativo alla partecipazione del Tocatì festival Internazione dei Giochi in Strada. In tale qualità, l’AGA avrà il diritto di utilizzare e far utilizzare senza scopo di lucro i relativi filmati, immagini e registrazioni, senza limiti temporali, in ogni sede, con ogni mezzo tecnico ora conosciuto, o di futura invenzione, nei limiti previsti dalla normativa italiana. Design: Happycentro Ideazione logo Tocatì: Gianni Burato Ideazione nome Tocatì: Lorenzo Bassotto Copywriting: Blizz s.r.l.
Torna a fine settembre nelle più belle piazze e vie di Verona il Tocatì, Festival Internazionale dei Giochi di Strada, promosso dall’Amministrazione comunale in collaborazione con l’Associazione Giochi Antichi di Verona e giunto con successo alla sesta edizione. Più di cinquanta giochi, proposti da comunità ludiche italiane ed europee, animeranno il cuore antico di Verona, pronto ad ospitare sfide appassionate tra squadre di giocatori esperti o improvvisati, cultori e semplici curiosi, tutti attirati dall’atmosfera gioiosa che caratterizza il Festival. Con il Tocatì Verona rivela i suoi scorci più suggestivi, spazi urbani per l’occasione liberi dalle auto e restituiti completamente al piacere dello stare insieme divertendosi, in una dimensione più vivibile della città. Unico in Europa per l’originalità delle proposte, il Festival ha ottenuto il patrocinio del Parlamento Europeo, del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e della Regione Veneto. Riconoscimenti prestigiosi - a cui si aggiunge quest’anno il significativo patrocinio dello Scottish Arts Council, Istituto di Cultura Scozzese - nel solco di un percorso di valorizzazione dei giochi tradizionali, non a caso riconosciuti dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità. Giochi che esprimono identità e radici di una comunità, il senso della storia di un popolo e di una terra. Semplici, dal sapore antico, ci parlano di tradizioni tramandate con passione, giunte fino ad oggi per rinnovare la coscienza di eredità culturali di grande importanza. Oltre le interpretazioni colte, è fondamentale il significato più profondo che il gioco riveste nell’esperienza umana: esercizio creativo di pensiero e abilità, terreno di confronto leale e di sana competizione, divertimento che rigenera. Elementi che appartengono a tutti noi - bambini, adulti, anziani - e che tutti noi sappiamo istintivamente riconoscere. Ogni anno il Tocatì accoglie la rappresentanza di una Nazione che viene a raccontare la sua storia e il suo folclore: quest’anno l’ospite d’onore sarà la Scozia, terra di tradizioni affascinanti e misteriose che potremo scoprire attraverso gli spettacolari Highlands Games. Completa l’offerta del Festival un ricco calendario di incontri, spettacoli, stand gastronomici e musica: iniziative per tutti i gusti, organizzate grazie anche alla preziosa collaborazione di importanti realtà produttive, Istituzioni ed Enti del territorio. L’augurio dell’Amministrazione comunale è che anche quest’anno il Tocatì sia una piacevole scoperta, festa di gioco e fantasia per tutti. Erminia Perbellini Assessore alla Cultura e Tradizioni veronesi
Flavio Tosi Sindaco di Verona
Indice Calendario Giornaliero Giochi Tradizionali Scozzesi Giochi Tradizionali Italiani Giochi Urbani Giochi da Tavoliere Mappa del Festival
6 10 15 23 24 26
Laboratori di Gioco Eventi Esposizioni Conferenze Narrazioni in Gioco Suoni e Sapori
28 32 36 38 41 44
Cosa fare al Festival Venite a scoprire il gioco tradizionale a Verona durante il Tocatì, Festival Internazionale dei Giochi in Strada. Nel centro storico vengono praticati più di cinquanta giochi, e in questi tre giorni si possono incontrare tante comunità ludiche provenienti dall’Italia e dalla Scozia. I giochi tradizionali giungono nella nostra città portati da gruppi di adulti che abitualmente li svolgono. Hanno alle spalle una tradizione, provano piacere nel giocare e nel trasmettere antichi gesti ludici. Il pubblico può osservare i virtuosi del gioco durante le sfide (sono momenti di incontro tra esperti) oppure aspettare che la competizione termini e, nella stessa arena di gioco, trovare tutto ciò che occorre per provare in prima persona. Ci sono gli attrezzi necessari, ci sono tanti potenziali compagni di gioco che come voi vogliono imparare, e soprattutto ci sono gli esperti, che con spiegazioni e consigli vi introducono nel mondo del gioco. Se volete saperne di più, potete seguire incontri, convegni, seminari e laboratori, dove gli esperti suggeriscono interessanti spunti di riflessione sul tema del gioco. Potete visitare le mostre, con fotografie, stampe d’epoca e antichi strumenti di gioco tradizionale. E quando siete stanchi potete rinfrancarvi “all’Osteria del Gioco” con un aperitivo accompagnato da specialità del veronese. Nel forte austroungarico, sul Lungadige San Giorgio, si trova la “Cucina del Festival”, dove a mezzogiorno e alla sera potete gustare varie specialità locali. Insomma, quello che vi proponiamo è un viaggio alla riscoperta di giochi, suoni e sapori. Ma adesso è ora di esplorare le strade di Verona e il mondo del gioco. Perché adesso “tocatì”, cioè “tocca a te”!
Cosa fare al Fesival
DIMOSTRAZIONE GRATUITA Per tutti i cinquanta giochi presenti al Festival il pubblico ha la possibilità di giocare gratuitamente, grazie alla presenza delle varie realtà ludiche. Non è necessaria l’iscrizione, basta avvicinarsi alle aree dimostrative allestite per ogni gioco. I minori di 12 anni per giocare devono essere accompagnati da un adulto responsabile.
RESPONSABILITÀ Coloro che partecipano alle attività ed ai giochi organizzati (nelle modalità gratuite e nei tornei) nell’ambito di questa manifestazione, lo fanno sotto la propria personale responsabilità o, se minori, sotto la responsabilità di chi ne ha la patria podestà o è preposto alla loro cura e cautela. L’Associazione Giochi Antichi non assume alcun obbligo di sorveglianza nello svolgimento delle attività ludiche/ sportive. Garantisce il buon funzionamento delle attrezzature messe a disposizione del pubblico, ma non è in alcun modo responsabile per tutti quegli eventi, anche dannosi, che possono incorrere ai partecipanti per l’uso non appropriato di giochi e attrezzature.
I festival vengono considerati oggi uno dei più validi spazi di elaborazione culturale. Il nostro evento in pochi anni è riuscito a raggiungere notevoli traguardi e questa sesta edizione presenta più di cinquanta giochi su una superficie superiore ai 220.000 mq, la più vasta area cittadina utilizzata da un festival in Italia. Nel 2007 hanno partecipato circa 200.000 persone. Il Comune di Verona condivide il progetto, ci sostiene e collabora attivamente. Abbiamo il patrocinio della Presidenza del Parlamento Europeo, del Ministero per i Beni e per le Attività Culturali e quest’anno si rafforza il sostegno della Regione Veneto. Tutto ciò per noi è motivo di grande soddisfazione, anche se l’attività organizzativa si fa sempre più impegnativa e necessariamente rigorosa. Un lavoro che viene svolto dall’Associazione Giochi Antichi, insieme alle ricerche per riscoprire, in Italia e in Europa, comunità di giocatori adulti che tramandano gesti ludici antichi ma contemporanei. Comunità ludiche che sono le vere protagoniste del festival e che possiedono un patrimonio a volte a rischio di estinzione. Valorizzare la cultura di territorio è una scelta che ha portato l’Associazione Giochi Antichi a decidere di percorrere un tratto di strada insieme al Comitato Festival delle Province, identificato dal Mibac (Ministero per i Beni e le Attività Culturali) come Rete Italiana di Cultura Popolare. Questa collaborazione si riflette anche all’interno del nostro festival, che vede nelle sezioni di musica, danza e teatro nomi di profilo della cultura tradizionale italiana. Sul piano internazionale, questa sesta edizione di Tocatì si conferma come punto d’incontro europeo della tradizione ludica e delle altre espressioni della cultura popolare. Ospite d’onore è la Scozia, ricca di storia, di fascino e di cultura, che sarà presente con quindici giochi, musicisti, danzatori e rappresentanti del mondo culturale. Nel tempo va sempre più rafforzandosi il nostro progetto culturale legato al gioco e intreccia legami con università e istituzioni pubbliche, e nelle strade di Verona durante il festival si dà spazio e visibilità a progetti temporanei, offrendo spunti per un diverso modo di vivere quotidiano e dando vita a nuove iniziative, a mostre, incontri e convegni. Di assoluto rilievo tra le produzioni di questo festival la mostra di fotografie sul gioco nel mondo scattate da Vittorio Canisi. La sesta edizione di Tocatì - Festival Internazionale dei Giochi in Strada è dedicata a Gualtiero Schiaffino, che ci ha lasciato alla fine dello scorso anno. Un amico caro, uomo di profonda cultura ludica, che fin dall’inizio ha saputo vedere nell’azione di Associazione Giochi Antichi una maniera nuova per incidere positivamente nel mondo della cultura territoriale. Un ringraziamento a tutte le persone che hanno permesso la realizzazione della sesta edizione di Tocatì. Auguro a tutti buon gioco Giorgio Paolo Avigo Presidente Associazione Giochi Antichi
Calendario giornaliero Giovedì 65 17.30 I BENI IMMATERIALI
Venerdì 09.00 - 12.00 PIAZZA DEI BAMBINI
65 15.00 INSIEME PER GIOCARE 24 17.00 L’ALTRA CITTA’ 65 17.00 DUCCIO DEMETRIO 23 18.00 – 21.00 HIGHLAND GAMES 23 18.00 MILNGAVIE PIPE BAND CON SYMPHONIC BAND DEL CONSERVATORIO DI VERONA
17 TOTARA 17 BARANDELLO 19 PUNTA E CUL 21 FIOLET 21 FIONDA 23 TROTTOLA 25 GIOCO DELLE NOCI 25 STACCHIJE 31 LANCIO DEL MAIORCHINO
42 18.00 SIAMO QUI PER LA BELLEZZA DEL GIOCO
32 BOCCE QUADRE
60 18.30 – 22.30 L’OSTERIA DEL GIOCO
35 RUOTTA
34 20.00 – 23.00 LUNGO L’ADIGE SENZA CORSO
39 TIRO ALLA FUNE
35 21.00 SUONI LUNGO L’ADIGE
22 CALCIOBALILLA
21.00 LA NOTTE DELLE CORNAMUSE
1 21.00 CACCIA AL TESORO IN BICI
38 FRISBEE 38 PARKOUR
19 21.30 RAGAZZI DELLA VIA PAAL
12 GO
14 22.00 IN ONORE DI ROBERT BURNS
30 CARROM
31 22.00 GAME OF BA’
36 BACKGAMMON
9 PONTE POSTUMIO
40 DAMA
35
LA CUCINA DEL FESTIVAL
41 SCACCHI
Sabato
3 CERBOTTANA
10.00 – 18.30
1 BACK HOLD
1 CARRACHD UIBHIST
5 BILBOUQUET 5 CERCHIO 5 GIOCO DELL’OCA
14 ARM WRESTLING
60 RANA
14 BARE KNUCKLE FIGHTING
70 TRASPORTO FLUVIALE
17 QUOITS
a 0 9.00 – 19.00 TORNEO DI LIPPA – V edizione
17 STONE PUT
65 9.30 LE COMPETENZE IN GIOCO
17 WEIGHT OVER THE BAR
23 10.00 – 22.00 HIGHLAND GAMES
19 SWEIRAIRSE
42 10.00 – 22.00 SIAMO QUI PER LA BELLEZZA
26 CHEGGIES 29 LAWN BOWLS 29 SINGLESTICK 33 CABER 33 HAMMER THROW 37 STONE LIFT 1 S’ISTRUMPA 1 TELLA 3 MORRA 5 PORCOLA 6 LIPPA 7 BRIGGHJA 10 RIGHEA
15 CARRETTINI
11 CICLOTAPPO
DEL GIOCO
10.00 – 23.00 PIAZZA SCOZIA 10.00 – 21.00 ASSOCIAZIONE GIOCHI ANTICHI
60 11.00 – 22.30 L’OSTERIA DEL GIOCO 10 11.00 INCONTRADA 13.00 - 15.00 GIOCANDO RAI RADIO2
1 14.00 P’ZZ’CANTÒ 34 15.00 - 18.00 LUNGO L’ADIGE SENZA CORSO 65 16.00 EWAN MORRISON 27 17.00 OPERA DEI PUPI DI TURI GRASSO 23 18.00 CULTO INTERRELIGIOSO 42 18.00 “ASCOLTA, INDOVINA” 65 18.00 IAIN BANKS 5 18 .00 DISCANTO
23 19.00 P’ZZ’CANTÒ
22 CALCIOBALILLA
29 19.00 VIULA’N
38 FRISBEE
65 21.00 CARLO MAZZACURATI
38 PARKOUR
14 21.15 HIGHLAND DANCERS
12 GO
35 21.30 SUONI LUNGO L’ADIGE
30 CARROM
19 21.30 RAGAZZI DELLA VIA PAAL
36 BACKGAMMON
7 22.00 P’ZZ’CANTÒ
40 DAMA
31 22.00 GAME OF BÀ
41 SCACCHI
9 PONTE POSTUMIO
3 CERBOTTANA
35
LA CUCINA DEL FESTIVAL
5 BILBOUQUET
Domenica
5 CERCHIO
10.00 – 18.30
5 GIOCO DELL’OCA
1 BACK HOLD
60 RANA
1 CARRACHD UIBHIST
70 TRASPORTO FLUVIALE
14 ARM WRESTLING
10.00 - 18.30 ASSOCIAZIONE GIOCHI ANTICHI
14 BARE KNUCKLE FIGHTING
23 10.00 – 19.30 HIGHLAND GAMES
17 QUOITS
42 10.00 – 19.30 SIAMO QUI PER LA BELLEZZA DEL GIOCO
17 STONE PUT 17 WEIGHT OVER THE BAR 19 SWEIRAIRSE 26 CHEGGIES 29 LAWN BOWLS 29 SINGLESTICK 33 CABER 33 HAMMER THROW 37 STONE LIFT 1 S’ISTRUMPA 1 TELLA 3 MORRA 5 PORCOLA 6 LIPPA 7 BRIGGHJA 10 RIGHEA 11 CICLOTAPPO 15 CARRETTINI 17 TOTARA 17 BARANDELLO 19 PUNTA E CUL 21 FIOLET 21 FIONDA
10.00 – 23.00 PIAZZA SCOZIA
5 10.30 P’ZZ’CANTÒ 65 10.30 PAP KHOUMA 65 11.00 QUIRINO PRINCIPE 50 11.00 ASSEMBLEA NAZIONALE DI GIONA 60 11.00 – 22.30 L’OSTERIA DEL GIOCO 5 11.30 INCONTRADA 32 12.30 DISCANTO 13.00 - 15.00 GIOCANDO RAI RADIO2
29 14.00 P’ZZ’CANTÒ 50 14.30 AM SALAM 50 16.00 BARBARA MAPELLI 0 16.30 FINALE DEL TORNEO DI LIPPA 27 17.00 OPERA DEI PUPI DI TURI GRASSO 19 18.30 VIULA’N 9 PONTE POSTUMIO 35
LA CUCINA DEL FESTIVAL Il Festival si terrà anche in caso di maltempo. Per tutti i giochi è prevista una pausa pranzo dalle 12.30 alle 15.00. Bambini minori di 12 anni accompagnati dai genitori. A.G.A. VERONA si riserva la facoltà di apportare modifiche al programma dopo la stampa della presente pubblicazione.
23 TROTTOLA
LEGENDA
25 GIOCO DELLE NOCI
GIOCHI
25 STACCHIJE 31 LANCIO DEL MAIORCHINO
EVENTI SPECIALI TRASPORTO FLUVIALE MOSTRE - INCONTRI
32 BOCCE QUADRE
SUONI E SAPORI
35 RUOTTA
IN CASO DI PIOGGIA
39 TIRO ALLA FUNE
CON IL BEL TEMPO GIOCO ACCESSIBILE
Comunità Ludiche Tradizionali Questo festival punta l’attenzione sul gioco e sulle comunità che lo praticano. Si tratta di giochi tradizionali molto legati al territorio, spesso tramandati da secoli. Sono giochi praticati abitualmente da adulti, che hanno saputo difendere e mantenere nella propria vita uno spazio dedicato al gioco, andando contro a un conformismo diffuso che vuole riservare il gioco ai bambini. L’Associazione Giochi Antichi, che organizza questo festival, si occupa della salvaguardia delle Comunità Ludiche tradizionali, che attraverso il gioco mantengono in vita la memoria storica, le peculiarità ambientali e la creatività sociale del loro territorio. Alla base delle riflessioni dell’Associazione Giochi Antichi sono questi elementi: La vera vita del gioco sono i giocatori. Il gioco è legato al territorio dove viene praticato. La salvaguardia del gioco è anche salvaguardia del territorio. Giocare può aiutare a conservare in vita le tradizioni di un territorio. La scelta di giocare può essere una scelta di consapevolezza e non di pura evasione. Il gioco è fine a se stesso, in un mondo consumistico e commerciale. L’azione del gioco può essere ripetuta infinite volte, in partite diverse, che continuano a dare piacere e svago. Il gioco implica interazione sociale e dà forza e coesione a una comunità. L’Associazione Giochi Antichi ha elaborato nel corso degli anni queste riflessioni e qualche mese fa ha stilato, insieme alla propria rete nazionale, il primo manifesto in Italia che definisce e valorizza le comunità ludiche tradizionali. MANIFESTO - ASSOCIAZIONE GIOCHI ANTICHI Legame con il Territorio Le comunità di gioco sono particolari proprio perché legate alla storia e alle condizioni di un territorio. Questo legame ha un fondamento sociale, storico e ambientale. Artigianalità I giochi tradizionali conservano saperi, eredità artigiane non scritte, proprie del territorio e sono replicabili in qualsiasi tempo e spazio, il terreno di gioco è luogo di scambio sociale quotidiano e condiviso. Gioco giocato L’azione ludica delle comunità deve essere fatta in maniera ricorrente nel proprio territorio d’appartenenza, non necessariamente vincolata a specifiche manifestazioni. Non deve essere un’azione sportiva o di maniera, ma una pratica ludica di tradizione che si rinnova nei contesti contemporanei. In tal senso non sono da considerarsi comunità ludiche coloro che svolgono rievocazioni storicofolkloristiche o semplici attività didattiche o di animazione, sebbene considerate valido strumento di emersione del gioco tradizionale. Rischio d’Estinzione Il gioco tradizionale va salvaguardato in quanto corre il rischio di esser dimenticato. Appartenenza alla comunità ludica Il gioco tradizionale lavora sul concetto di territorio e non di etnia. E’ possibile includere le comunità ludiche dei migranti, portatrici di culture differenti. Non Legame Commerciale Le comunità ludiche non devono avere fini di lucro. I rapporti con privati e aziende non devono prevalere nelle varie iniziative delle comunità. Non è possibile utilizzare gioco, giocatori e spazi per veicolare attività e progetti commerciali. Giocatori La comunità ludica deve essere per la quasi totalità composta da giocatori praticanti. La Qualità Ludica E’ una sfida intellettuale che obbliga a giocare un gioco con tutti i sensi e con la testa per valutare la complessità, la tipicità, la storia.
Verona, 17 febbraio 2008
Associazione Giochi Antichi
Giochi e Giocatori Al centro del festival c’è un sapere antico, finora inconsapevolmente tramandato, che costituisce patrimonio immateriale dell’umanità (Unesco 2003). E’ il gioco tradizionale, con le sue regole, che si ripetono da secoli sempre uguali. Protagonisti dell’azione ludica, che implica sempre una sfida intellettuale e richiede intelligenza, destrezza e velocità, sono i giocatori. Anzi, le comunità ludiche, cioè i gruppi di persone che proseguono le tradizioni del luogo e le portano verso il futuro preservando un’identità legata alla loro storia e al loro territorio (vedi pagina a sinistra). Al festival sono presenti anche altre modalità di gioco, e accanto alle tradizioni scozzesi e italiane rappresentate dalle comunità ludiche locali, si trovano anche laboratori condotti da animatori, che propongono le ricostruzioni degli studiosi sui giochi dell’antichità, e giochi-evento da godere come spettacolo.
Giochi Tradizionali Scozzesi Nel tracciare una mappa mondiale del gioco diamo spazio agli altipiani scozzesi e alle isole del nord: territori impervi, dove popolazioni con una forte identità conservano tradizioni millenarie
ARM WRESTLING
14 24
Piazza dei Signori / Loggiato di Frà Giocondo
Sabato/domenica 10.00-18.30
Il ritrovamento in una tomba egizia di circa 2000 anni avanti Cristo, della raffigurazione di due persone che si affrontano a braccio di ferro, permette di considerare questa disciplina come molto antica. Arm wrestling è popolare in tutto il mondo anglosassone e negli Stati Uniti, dove viene chiamata anche indian wrestling, perché veniva praticata dai nativi americani. I giocatori si affrontano con i gomiti appoggiati al tavolo e le mani ben serrate. All’inizio il bicipite deve essere distaccato dall’avambraccio, le spalle in linea con l’estremità del tavolo e le nocche dei pollici ben visibili. Dal 1952 si tengono gare ufficiali di arm wrestling a Petaluma, negli Stati Uniti (una curiosità: nel 1968 Schulz ha disegnato una serie di strisce in cui il bracchetto Snoopy partecipa a queste gare, ma, giunto alle finali, viene eliminato perchè non può prendere la giusta posizione con il pollice che non ha).
A cura di Milngavie Armwrestling Club
BACK HOLD
1 24
Piazza Erbe / Loggiato di Frà Giocondo
Sabato/domenica 10.00-18.30
Molto praticata in Inghilterra ed in Scozia, questa forma di lotta risale ai giochi che opponevano soldati scozzesi, bretoni e vichinghi nel Medioevo. Si combatte in piedi con l’obiettivo di atterrare l’avversario. I due lottatori devono assumere una determinata posizione di partenza: uno di fronte all’altro, il mento poggiato sulla spalla destra, un braccio sopra la spalla e l’altro sotto l’ascella in modo da afferrare le proprie dita dietro il dorso dell’avversario. Quando i due lottatori sono pronti, l’arbitro grida “hold” e il combattimento ha inizio. Il primo che tocca il suolo perde, a meno che l’avversario non lasci la presa. Si vince con tre atterramenti su cinque. In Scozia la suddivisione è in otto classi di peso per gli adulti (da 60 kg a più di 98 kg), e le gare sono aperte a tutti, una scelta che rende molto popolare questa disciplina. C’è una certa omogeneità tra le tecniche usate dai lottatori scozzesi e inglesi e quelle dei lottatori sardi di s’istrumpa.
A cura di The Scottish Wrestling Bond
10
BARE KNUCKLE FIGHTING
14 24
Piazza dei Signori / Loggiato di Frà Giocondo
Sabato/domenica 10.00-18.30
L’uso dei pugni per combattere è antichissimo: gli antichi greci si sfidavano a mani nude o con speciali fasce, e ci sono indizi che analoghe lotte fossero in uso già nel 4000 a.C. nel Nord Africa. Il bare knuckle fighting era molto diffuso in Gran Bretagna nel XVIII e XIX secolo, ed è l’antenato della boxe moderna, che ha come data di nascita il 1885 con le regole tracciate a Queensberry. Anche il bare knuckle fighting ha delle regole, che lo distinguono dallo street fighting (zuffa di strada), per esempio sono previsti solo certi tipi di prese e di atterramenti, non si colpisce mai un avversario a terra e per chi è al tappeto c’è il tempo limite di 30 secondi per decidere di rimettersi in gioco. È inoltre da notare che tirando pugni a piena potenza i contendenti rischiano lesioni alle mani, così, dopo i primi round, i colpi tendono ad essere meno efficaci. Le statistiche segnalano che è più raro riscontrare morti dovute a traumi cerebrali e morbo di Parkinson rispetto alla boxe.
A cura di Milngavie Boxing Club
CABER
33
Fossato Giardini Lombroso
Sabato/domenica 10.00-18.30 Immancabile durante gli Scottish Highland Games, il caber trae probabilmente origine dall’uso dei boscaioli di gettare i tronchi nel fiume per farli trasportare a valle dalla corrente. Il termine indica il palo o tronco che viene lanciato e che deve essere più sottile a una delle due estremità (la misura varia a seconda dei luoghi, in genere è lungo circa 5 o 6 m e pesa tra i 35 e i 60 kg). I concorrenti devono scegliere uno dei pali a disposizione, poi issarlo in verticale e metterlo sulla spalla. Dopo una rincorsa di circa quattro metri il caber viene lanciato e dovrà ruotare disegnando nell’aria un cerchio per poi scendere in perpendicolare. Un tiro perfetto finisce con l’estremità maggiore rivolta al lanciatore e quella minore che indica le ore 12 dell’immaginario quadrante d’orologio utilizzato per valutare i tiri. I giudici considerano migliore un tiro che indica le 11 di uno che indica le 9. Capita abbastanza spesso che il caber rimbalzi a terra e si spezzi.
A cura di The Alba Highlanders
CARRACHD UIBHIST
1 24
Piazza Erbe / Loggiato di Frà Giocondo
A questo difficile nome corrisponde una forma di lotta praticata sull’isola di Benbecula, nelle Ebridi. Simile al back hold, ebbe grande fortuna presso i Lovat Scouts, un reggimento a cavallo, istituito durante la guerra dei Boeri in Sud Africa, composto da uomini reclutati nel nord Highland e nelle Ebridi. Ancora oggi i lottatori delle isole partecipano abitualmente alle competizioni durante gli Highland Games. Si tratta di una lotta molto basata sulla forza fisica, che inizia con una posizione fissa (i lottatori si tengono per la vita, ma non ci sono regole riguardo alle braccia e alla testa). Il giudice pronuncia frasi in gaelico, come “lamh an uachdar, lamh an iochdar” (una mano su, una mano giù). Eventuali controversie vengono risolte facendo testa o croce con una moneta: il vincitore decide. L’incontro è composto da tre round (nel back hold scozzese sono cinque).
Giochi Tradizionali Scozzesi
Sabato/domenica 10.00-18.30
A cura di The Scottish Wrestling Bond
11
CHEGGIES
26 28
Via Duomo / Volto Fontane
Sabato/domenica 10.00-18.30 Diffusissimo in Gran Bretagna (e non solo) il cheggies o conkers, sfida a base di frutti di ippocastano, è certificato nel 1848, quando sul’isola di Wight fu disputata una storica partita. Prima di allora un gioco analogo veniva praticato con conchiglie e con gusci di lumache (l’ippocastano fu importato nel Regno Unito solo nel XIX secolo). Vince chi ha la castagna più resistente, e al frutto vincitore vengono attribuiti anche i punti del perdente. I frutti vengono bucati e attaccati ad un laccio (spesso una stringa delle scarpe) di lunghezza compresa tra i 20 e i 60 cm, e a volte trattati con sostanze per indurirli (per aver cotto la sua castagna e averla messa in ammollo nell’aceto, nel 1993 Michael Palin fu squalificato dal Conker Championship del Regno Unito, prestigioso torneo istituito nel 1965 ad Ashton nel Northamptonshire in Inghilterra e tuttora disputato in ottobre).
A cura di Barrowman Buchanan McLachlan - Masio Conkers Club
GAME OF BÀ
31
Lungadige Riva Battello
Venerdì/Sabato 22.00 Il game of Bà, o handBa, viene giocato in forme simili in Inghilterra e in Scozia. In passato si è tentato più volte di metterlo al bando con ordinanze. La prima è del 1704. L’ultima del 1849, dopo il colera, e portò all’arresto dei giovani della città di Jedburg. Ma il Ministro della Giustizia accolse un appello contro le condanne dicendo: “Non fermerei mai un gioco praticato da tempi immemorabili” e i giovani furono liberati e risarciti. Per giocare si utilizzano palle decorate con nastri colorati uniti da un filo sottile, che vengono staccati e dati come trofei alle ragazze o ai bambini. Coinvolge interi paesi, con tutti gli abitanti in piazza, divisi in due squadre e con l’obiettivo di far giungere la palla in un determinato punto. Tutti possono prendere, lanciare o nascondere la palla. Chi riesce a fare un “hail” (punto) può tenere la palla o darla in cambio di una remunerazione in denaro o in birra. Si gioca tradizionalmente in due occasioni, i ragazzi il 2 febbraio (Candlemass) e gli uomini durante la festività gaelica del Fasterse`en, il primo martedì dopo la nuova luna.
A cura di Città di Jedburg
HAMMER THROW
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Fossato Giardini Lombroso
Sabato/domenica 10.00-18.30 Il martello, simbolo di Efesto, dio del fuoco e della tecnologia, è anche e soprattutto uno strumento di lavoro. Nel mondo anglosassone la competizione con il lancio dei martelli utilizzati per piantare pali nel terreno è testimoniata anche dal testo di un manifesto del 1826, che promette svariati premi. I martelli utilizzati in questa disciplina hanno una testa sferica di metallo, mentre il manico deve essere di legno o di canna (lunghezza m 1,27). Il lancio va effettuato senza rotazione. Ogni atleta ha a disposizione tre lanci, dei quali viene tenuto in considerazione il migliore. L’atleta, che prima di lanciare fa oscillare il martello per aumentarne lo slancio, non deve toccare l’asse che delimita lo spazio di tiro, né il terreno oltre l’asse, pena l’annullamento. I segnali di delimitazione possono essere posti a non meno di 39,62 metri davanti all’asse e a 11 metri dietro. Da quando il martello viene riportato sulla linea di partenza, l’atleta ha due minuti per lanciarlo nuovamente.
A cura di The Alba Highlanders
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LAWN BOWLS
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Piazza Duomo
Sabato/domenica 10.00-18.30 Era molto diffuso il gioco delle bocce a Glasgow, dove nel 1848 più di 200 club di appassionati si riunirono per formare la “Scottish Bowling Association”: l’intento era anche unificare i regolamenti, ma purtroppo fu impossibile giungere ad un accordo comune. Un secondo tentativo nel 1849, presieduto da William W. Mitchell, un avvocato di Glasgow, ebbe maggior fortuna e portò alla compilazione di regole, poi pubblicate nel 1864 e seguite dai club del West Scotland. Nel 1889 si creò una nuova Associazione Nazionale che propose altre modifiche, ma il West Scotland si oppose, avviando nel 1892 l’attuale “Scottish Bowling Association”. Si gioca su erba, anche sintetica, con l’obiettivo di avvicinare al pallino (jack) le bocce (bowls), che pesano all’incirca 1,5 kg ciascuna e sono sagomate in modo tale da percorrere traiettorie curve (bias). È necessaria una notevole abilità dato che il lancio può essere effettuato anche a 35 metri di distanza.
A cura di Claremont Bowling Club
QUOITS
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Giardini Piazza Indipendenza
Sabato/domenica 10.00-18.30 Omero nell’Iliade racconta che nell’Olimpo gli dei si sfidavano al lancio di anelli di metallo, antenati del quoits. Nel quattordicesimo secolo questo gioco era molto diffuso in Gran Bretagna, e nel 1388 venne proibito per spingere il popolo a esercitarsi nel tiro con l’arco. Malgrado sia stato al bando per due secoli, il gioco rimase in auge, e anche nell’abbazia di Dundrennan sulla costa di Solway, dove fu prigioniera Maria Stuarda, esisteva un campo da quoits. Nel 1830 Sir Richard Broun nei Memorabilia Curliana Mabenensia ha scritto: “E’ altamente probabile che il gioco che noi oggi chiamiamo curling non sia altro che il gioco del quoits praticato sul ghiaccio”. A Glasgow, nel XIX secolo i club di quoits e di curling erano unificati, e i membri giocavano a quoits d’estate e a curling d’inverno. Ai giocatori viene richiesto un notevole sforzo fisico, in quanto gli anelli pesano da 10 a 16 libbre (dai 4,5 kg ai 7,3 kg) e vanno lanciati a circa 21 iarde (19,2 m) durante partite che durano ore. Nelle Olimpiadi del 1890 il quoits faceva parte del pentathlon.
A cura di Linwood Redan Quoits Club
SINGLESTICK
29 18
Sabato/domenica 10.00-18.30
Il primo documento che attesta l’uso della spada per difesa personale e per “monomachìa” (duello), oltre che sul campo di battaglia, è il manoscritto I-33, che risale al 1280 circa. In Gran Bretagna, durante il regno di Giorgio I e di Giorgio II, questo tipo di combattimento era molto popolare e veniva praticato con dei bastoni. Con il nome di cudgel-play o singlesticking si diffuse nelle città, nelle campagne e successivamente nelle colonie. Questa disciplina, che appassionava Theodore Roosevelt, presidente degli Stati Uniti dal 1901 al 1909, venne anche disputata alle Olimpiadi del 1904. Il singlestick è un bastone a sezione circolare, tradizionalmente in legno di frassino, lungo circa 90 cm, con diametro di 2,5 cm e rastremato da un lato, con un’elsa di vimini o di cuoio. I giocatori, protetti da maschere come nella scherma, si affrontano all’interno di un cerchio disegnato sul terreno, con il singlestick in una mano e l’altra sul fianco. Il pubblico assiste in silenzio.
Giochi Tradizionali Scozzesi
Piazza Duomo / Portici di Via Sottoriva
A cura di MacDonald Academy of Arms
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STONE LIFT
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All’interno del Teatro Romano
Sabato/domenica 10.00-18.30 Nei villaggi scozzesi c’è la consuetudine di misurarsi nel sollevamento di una pietra di fiume di grande dimensioni. Si tratta in genere dello stesso masso, usato da generazioni, molto levigato e di forma che non agevola la presa, che spesso ha addirittura un nome proprio. Il gioco dello stone lift consiste nell’innalzare la pietra (pesante più di 60 kg) fino al petto (o sopra un ripiano di altezza variabile). Chi riesce nell’impresa “vince” un bicchierino di Scotch al pub.
A cura di Dundee Wrestling Club
STONE PUT
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Giardini Piazza Indipendenza
Sabato/domenica 10.00-18.30 Questa è la disciplina che negli Highland Games apre la sezione degli sport pesanti. In passato era talmente popolare che Edoardo III dichiarò il lancio della pietra illegale, perché voleva spingere i giovani verso la pratica del tiro con l’arco. La disciplina tradizionale prevede l’uso di una pietra levigata e tondeggiante, ma di recente è stato introdotto l’utilizzo di sfere di metallo (ferro) per uniformare il gioco e per un miglior riconoscimento dei record. Con la sfera di ferro (peso di 7,26 kg o di 10 kg) cambia nome in putting the shot. Il peso dev’essere posto tra la spalla e la clavicola dell’atleta, e per il lancio si deve usare una mano solamente.
A cura di The Alba Highlanders
SWEIRAIRSE
19 24
Piazzetta Pescheria / Loggiato di Frà Giocondo
Sabato/domenica 10.00-18.30
Tra i numerosi giochi inventati dai pastori nelle lunghe ore di attesa al pascolo, c’è anche questa forma di prova di forza, diffusa in molti paesi europei. I giocatori si siedono in terra uno di fronte all’altro, con le gambe distese e i piedi appoggiati alla stessa asse di legno. Con le mani impugnano un bastone, lungo circa 2 metri. Si fa punto quando si riesce a far mollare la presa sul bastone, o quando uno dei due concorrenti arriva a sedersi mentre l’avversario rimane sollevato.
A cura di East Killbride Wrestling Club
WEIGHT OVER THE BAR Giardini Piazza Indipendenza
Sabato/domenica 10.00-18.30 Miti e fiabe rappresentano spesso scene in cui i personaggi si sfidano a lanciare più lontano un masso di pietra. Per questo gioco, che richiede forza e abilità, nei primi Highland Games venivano utilizzate pietre, oggi si usano pesi da circa 25 chili. L’ostacolo da superare è un’asta o una fune tesa tra due pali che viene progressivamente innalzata. I concorrenti hanno a disposizione tre tentativi ogni volta. Il regolamento prevede che il tiro venga effettuato con una sola mano.
A cura di The Alba Highlanders
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Giochi Tradizionali Italiani Da Nord a Sud, cresce il numero dei territori presenti. Nell’atlante ludico che ogni anno il festival disegna, sono stati privilegiati i legami con la tradizione agro-alimentare
BARANDELLO Emilia Romagna
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Giardini Piazza Indipendenza
Sabato/domenica 10.00-18.30 Questo gioco, conosciuto in Emilia Romagna, dove è consuetudine andare a zughèr a barandèl, appartiene alla grande famiglia delle bocce. Si gioca in un campo di terra battuta lungo circa quindici metri, in fondo al quale si traccia un semicerchio con il diametro rivolto verso il campo. Sul diametro, per l’intera lunghezza (circa 60 centimetri) si appoggia il bastone di legno (in dialetto randèl, cioè randello), che è alla radice del nome del gioco. Poi si posizionano due bocce dentro il semicerchio e ogni giocatore a turno deve cercare di colpirle con la sua boccia. Il bastone di legno non deve essere toccato, quindi il lancio deve essere effettuato in modo da far compiere una parabola alla boccia. Sono necessarie esperienza, abilità e robustezza fisica, poiché le bocce pesano almeno mezzo chilogrammo.
A cura di A.S.D. Argentana
BOCCE QUADRE Piemonte
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Giardini Lombroso
Giocare a bocce in un paese tutto salite e discese non è facile. Ne sanno qualcosa a Castellinaldo, in provincia di Cuneo, dove hanno deciso di adottare le bocce quadre, importando l’idea dalla Francia. Più precisamente da Cagnes-sur-mer, in Provenza, con l’approvazione ufficiale del sindaco francese. Ne è nato un singolare campionato, aperto a tutti, che si disputa nel mese di maggio. Le bocce, cubi in legno di abete con il lato di cm 7, sono dipinte in arancione e in verde, il boccino (pure quadrato) è in blu. Come nelle bocce tradizionali, le due squadre, composte in genere da due giocatori, si affrontano in partite dove fa punti chi si avvicina di più al boccino. I lanci si effettuano da una distanza di circa dieci passi.
A cura dei Vinaioli di Castellinaldo
Giochi Tradizionali Italiani
Sabato/domenica 10.00-18.30
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BRIGGHJA Calabria
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Porta Borsari
Sabato/domenica 10.00-18.30 Gli antichi Greci giocavano con i Cyndalismos (pioli), sfidandosi a lanciare un piolo con precisione tale da far cadere quello precedentemente conficcato nel terreno da un avversario. Derivava da un analogo gioco degli Egizi, eseguito con paletti. Sono questi gli antenati dei birilli, che assunsero la forma odierna grazie ai Celti, che per primi idearono pioli in grado di stare in piedi da soli, senza necessità di conficcarli nel terreno. Brigghja, tuttora praticato nella zona di Reggio Calabria, affonda le radici nella Magna Grecia. Si utilizzano undici birilli numerati. Uno di essi, detto il “Re” viene posizionato nel campo di gara con sopra tre monete. Gli altri sono assegnati ai giocatori che devono lanciarli cercando di far cadere il “Re”. I soldi, che si spargono sul terreno, diventano proprietà di chi ha il birillo posizionato a distanza inferiore di quella tra ogni moneta e il “Re”.
A cura dell‘Associazione “I Fossatesi nel Mondo”
CARRETTINI Veneto
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Via Viviani
Sabato/domenica 10.00-18.30 Le prime testimonianze di rudimentali carretti in legno con ruote piene usati dai bambini per giocare si hanno da reperti romani. Con l’invenzione dei cuscinetti a sfera, il gioco offre molte più soddisfazioni e diventa anche più accessibile, perché durante gli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale era semplice reperirle tra i residuati bellici. Il “caretin a sfere” (come si chiama in Veneto) è costituito da un’asse di legno sulla quale vengono montati degli assali, sempre in legno: uno mobile ovvero fissato centralmente con un perno sulla parte anteriore dell’asse, che funge da manubrio o volante, e uno fisso che va attaccato nella parte posteriore. Costruire e utilizzare i “caretini” è un hobby che coinvolge numerosi adulti capaci di scegliere pezzo per pezzo prima di costruirsi un veicolo con cui lanciarsi in spericolate discese e in gare. Guidare un carrettino è apparentemente molto semplice, ma richiede doti tecniche specifiche.
A cura di G.P. Novaglie
CICLOTAPPO Liguria
11 2
Piazzetta Tirabosco / Domus Mercatorum
Sabato/domenica 10.00-18.30
Ciclotappo è il nome con il quale è stato ufficializzato un gioco in passato molto diffuso fra i ragazzi di ogni regione. Si giocava con i tappi a corona delle bibite gassate su una pista disegnata con il gessetto in spiazzi all’aperto. I tappi, personalizzati all’interno con figurine di ciclisti, vengono fatti avanzare dai giocatori mediante uno scatto del dito per dar vita a una competizione che ha le caratteristiche di una corsa ciclistica. Esistono numerose varianti regionali del popolare gioco, sia per quanto riguarda i materiali usati, sia per le regole e le denominazioni. La “Federazione Italiana Gioco Ciclo-Tappo”, nata nel 1993 ad opera di Gualtiero Schiaffino, organizza ogni anno il Campionato Italiano di CicloTappo che si struttura in varie tappe come un vero e proprio Giro d’Italia e ha dato luogo ad una attività ludico/agonistica vera e propria: una serie di Campionati Italiani, 20 circoli affiliati in tutta Italia, un migliaio di tesserati. Durante il Festival si tiene una gara importante: Criterium Veronese. Ci sono anche alcuni percorsi di gioco realizzati dall’Istituto statale d’arte “Napoleone Nani”.
A cura della Federazione italiana Gioco Ciclotappo
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FIOLET Valle D’Aosta
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Lungadige Donatelli
Sabato/domenica 10.00-18.30 Il primo campionato di fiolet si è disputato nel 1953, ma il gioco è antico, e veniva praticato nella zona del Cervino, del Monte Bianco, e anche nel centro di Aosta. La finale del campionato si disputa a Brissogne, il primo di maggio e al vincitore viene attribuito il Batôn d’or. Gli strumenti di gioco sono: ”eima”, una mazza di legno lunga 80-100 cm che termina con la “maciocca”, una testa di legno massiccio, e una pallina ovoidale con un lato piatto, detta “fiolet” (che può essere in legno appesantita da chiodatura di rame ed ottone, oppure in plastica con un corpo metallico all’interno) e una pietra liscia (“pira”). Si gioca su un prato pianeggiante lungo circa 150 metri. Il giocatore colloca il fiolet sulla pira, poi lo colpisce con la maciocca per farlo balzare in aria e infine lo ribatte al volo per scagliarlo il più lontano possibile (“batua”). La lunghezza del lancio determina il punteggio.
A cura di Associazione Valdostana Fiolet
FIONDA Friuli Venezia Giulia
21
Lungadige Donatelli
Sabato/domenica 10.00-18.30 La frombola o fionda del pastore era formata da due pezzi di corda collegati all’estremità di un pezzo di cuoio concavo, che fungeva da borsa in cui deporre la pietra da lanciare. L’estremità di una delle due cinghie terminava con un anello in cui si infilava un dito; l’estremità dell’altra cinghia veniva stretta dal pollice contro il pugno. Il tiratore faceva roteare il tutto sopra la testa due o tre volte e poi lasciava andare il capo trattenuto con il pollice e la pietra “partiva per la tangente”. Con l’invenzione della gomma, la frombola è diventata quella che tutti i ragazzi chiamano fionda, ovvero la “fionda ad elastici”, da costruire con una forcella di legno a forma di Y e nastri di gomma ricavati da una camera ad aria. Durante il Festival tutti possono mettere alla prova la propria abilità in lanci di fionda verso i grandi palloni colorati che fanno da bersaglio, ancorati sul fiume.
A cura di Associazione Chej de Fionde
GIOCO DELLE NOCI Liguria
25 30
Via Massalongo / Chiostro dei Canonici (Duomo)
Praticato abitualmente da un gruppo di anziane signore di Monterosso al mare, il gioco delle noci veniva utilizzato nei primi otto giorni di settembre, nell’imminenza del nuovo raccolto. Legato a piatti tipici liguri, come la salsa di noci e il pesto, era anche un modo per arricchire il desco familiare. Comunque l’utilizzo delle noci per il gioco è testimoniato già in epoca romana, anche dal poeta Marziale. Nella versione del gioco in uso a Monterosso, le noci vanno posizionate in file per due per ognuna delle otto giocatrici. L’ordine di partenza viene attribuito con una caratteristica conta (“min min so”), poi si tira con una noce più grande, detta “botto”, da una linea prestabilita che non va varcata, cercando di colpirne il maggior numero possibile. Le noci toccate e quella vicina della stessa fila sono della concorrente che ha tirato. I punti vengono assegnati dal giudice.
A cura del Comune di Monterosso al Mare
Giochi Tradizionali Italiani
Sabato/domenica 10.00-18.30
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LANCIO DEL MAIORCHINO Sicilia
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Lungadige Riva Battello
Sabato/domenica 10.00-18.30 La prima manifestazione popolare della “maiorchìna” a Novara di Sicilia risale probabilmente agli inizi del XVI secolo e il gioco si pratica ancora durante il carnevale. Deriva dall’usanza di lanciare la forma di formaggio durante la stagionatura per verificarne la consistenza. Si utilizza un pecorino locale del peso di circa dieci chili, che si tira senza rincorsa. La forma viene arrotolata con il mazzacorto (lazzada in dialetto), circa tre metri di spago da calzolaio impeciato per meglio aderire alla circonferenza. Durante il lancio la lazzada si srotola, e la forma saltella e gira su se stessa in maniera imprevedibile, tanto che è impossibile stabilire chi vincerà. I giocatori, divisi in due squadre, si affrontano due a due lungo il percorso. Vince la squadra che, a parità di lanci, va più lontano. Se il Maiorchino si rompe durante la gara, si riparte con un’altra forma dal punto dove si è fermato il pezzo più grande. Intanto il pubblico può gustare questo delizioso pecorino.
A cura del Comune di Novara di Sicilia
LIPPA
6
Via Dante
Sabato/domenica 10.00-18.30 Il termine lippa indica sia il gioco in generale sia il pezzetto di legno con le estremità smussate utilizzato per i lanci, e pare derivi dal caldeo “halip”, che significa “lancio, getto”. Reperti dell’antico Egitto conservati al Petrie Museum di Londra portano a collocare la nascita del gioco tra il 2205 a il 1775 a.C. Oggi è conosciuto in tutto il mondo, e nel secolo scorso era molto popolare in Italia, dove aveva nomi diversi (arè busè a Firenze, nizza a Roma, mazza e pìvezo a Napoli, a manciugghia a Palermo). E’ rappresentato in alcuni celebri film, come “Guardie e ladri”, con Totò e Aldo Fabrizi (1950), “I soliti ignoti” con Totò, Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman (1958), “Stanlio ed Onlio nel paese della meraviglie” (1934), “Altrimenti ci arrabbiamo” con Bud Spencer e Terence Hill (1974). E’ un gioco di squadra: la lippa viene lanciata da un battitore il più lontano possibile per mezzo di un bastone (mazza o manico), e la squadra avversaria cerca di eliminare il battitore prendendo al volo la lippa. Vince chi somma più punti, calcolati sulla distanza tra la base di partenza e il punto d’arrivo della lippa.
A cura delle varie comunità di lippa presenti al Festival
MORRA Trentino
3 4
Via Portici / Portici di Via Portici
Sabato/domenica 10.00-18.30 Antichissimo e diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo, il gioco della morra è rappresentato anche su un vaso funerario egizio conservato al museo di Berlino. In epoca romana veniva usato per risolvere le dispute, e come tale è stato a lungo utilizzato. Anche in tempi più recenti, nell’opera Rita ou le mari battu di Gaetano Donizetti (1841) si gioca alla morra per decidere chi starà con la bella Rita: Gasparo, il marito creduto morto, o Beppe, il nuovo marito. Per giocare i due avversari tendono simultaneamente le mani indicando un numero con le dita e contemporaneamente gridano un numero da zero a dieci. Vince chi ha detto la cifra che corrisponde alla somma delle dita, ma se entrambi i dichiaranti indovinano, oppure sbagliano, la giocata è nulla.
A cura dell’Associazione Trentina Gioco Morra
18
P’ZZ’CANTÒ Basilicata Piazza Erbe Piazza S.Anastasia Porta Borsari Piazza Nogara Piazza Duomo
sabato 14.00 sabato 19.00 sabato 22.00 domenica 10.30 domenica 14.00
1 23 7 5 29
Molto scenografico, il p’zz’cantò è un gioco legato alla tradizione religiosa, e si pratica in determinate ricorrenze, costruendo torri umane a più piani, che avanzano roteando in processione. E’ diffuso in varie aree del nostro meridione, dove è probabilmente giunto durante la dominazione spagnola. Trae probabilmente origine dal Castells, conosciuto in Spagna dal XVII secolo, soprattutto in Catalogna. In Italia si pratica a Palermo con la denominazione di Vara di San Caloriu, a Mazara del Vallo come Animaliu, a Napoli come Pizzicandi, a Melfi come Scaricavascio, ad Irsina come p’zz’cantò (vengono costruite ancora oggi in onore della Madonna della Pietà), a Castellino del Biferno e Ferrazzano come Pizzichendò, nel Molise, e in Calabria. Le torri sfilano girando su se stesse con armonia e compiono un percorso lungo un centinaio di metri. Per darsi un ritmo nel roteare i giocatori cantano filastrocche dialettali, incitandosi a non perdere l’equilibrio.
A cura dell’Associazione Terra di Sud - Irsina
PORCOLA Veneto
5
Piazza Nogara
Sabato/domenica 10.00-18.30 Questo gioco, diffuso un tempo in tutta la fascia pedemontana veneta, veniva praticato con regole ed attrezzi molto simili. Era tradizionalmente legato alle festività di San Martino, e in quel periodo dell’anno gli uomini del paese giocavano a lungo. Assomiglia al baseball e al cricket inglese (che probabilmente discendono dal gioco rinascimentale della pallamaglio) e il nome pare derivare dal verbo latino percello, is, perculi, perculsum, perculere che significa abbattere, urtare, colpire. Per giocare si usa una stecca, una pallina di legno molto duro (generalmente bosso) del diametro di 35-40 mm e la porcola, chiamata anche basculla o cucchiaia. Quest’ultima viene realizzata in rovere o carpino, facendo attenzione alla venatura del legno perché deve essere in grado di resistere a forti percussioni. Si gioca in squadre di sei o più giocatori, che a turno devono colpire il manico della porcola facendo saltare in alto la pallina, che viene poi battuta con la stecca e diretta verso un bersaglio prefissato posizionato a terra.
A cura del Gruppo Girasole Breganze 19 18
Piazzetta Pescheria / Portici di Via Sottoriva
Sabato/domenica 10.00-18.30
Caratteristico del periodo pasquale, questo gioco utilizza come strumento le uova e in passato c’era anche chi preparava qualche uovo truccato, appesantendo o rendendo più robusta la punta. Il gioco, praticato diffusamente ai primi del ‘900 e caduto in disuso negli anni ‘70, è stato recuperato a cura dell’ufficio Cultura del comune di Urbania e al giorno d’oggi la domenica si gioca nella piazza principale e il lunedì davanti al Santuario di Battaglia. Le uova sode vengono disposte a terra in fila. Una “conta” stabilisce chi inizia scegliendo il primo uovo a destra o a sinistra della fila, dopo averne valutato la consistenza e la forma (per battere si usa la punta dell’uovo). Si gira in senso antiorario e vince chi riesce a mantenere l’uovo intatto, battendolo con quello del vicino. Successivamente i giocatori, in piccoli gruppi, si sfidano “a cul”, usando la parte posteriore dell’uovo.
Giochi Tradizionali Italiani
PUNTA E CUL Marche
A cura del Comune di Urbania
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RIGHEA Veneto
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Corte Sgarzerie
Sabato/domenica 10.00-18.30 E’ sconosciuta la storia di questo gioco, tradizionalmente svolto nel giorno di Pasqua in Veneto e noto con vari nomi (Rigolana a Conegliano, Rigola a Pieve, Rolo a Belluno). La righea è una specie di biliardo di argilla e arenaria, costruito sul terreno a forma di cucchiaio con uno scivolo dal quale lanciare le uova. Le uova sode, con il guscio in vari colori, vengono lasciate andare in un punto prestabilito e devono toccare quelle degli avversari. Ad ogni uovo toccato il giocatore guadagna la posta in soldi stabilita dal capo-righea. Il compito di raccogliere le uova è svolto solo dal “ranzinier”, cioè il giocatore munito di “ranzin”: lungo bastone di salice, con la punta a cappio, che consente di recuperare le uova senza rovinare la “righea”. Ci sono vari modi di lanciare e le uova vengono selezionate a seconda della forma che determinerà il loro comportamento in pista: appuntite, dette da banda, oppure di sponda e senza punta, dette da mèzo, cioè da mezzo. Grande abilità richiede il lancio del pirolìn, con l’uovo fatto vorticare attorno al proprio asse verticale.
A cura dell’Associazione Insieme per Ceneda
RUOTTA Valle D’Aosta
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Giardini San Giorgio
Sabato/domenica 10.00-18.30 Tradizionalmente a Lillianes, in Val d’Aosta, questo gioco si svolge nel giorno di Santo Stefano. I giocatori si incontrano subito dopo pranzo e iniziano una partita che dura sino al calar del buio. Il primo giocatore lancia il boccino (chiamato cochonnet) senza dimenticarsi di gridare “chocon en avan”, in seguito lancia la boccia in modo particolare, inventato sul momento, e dopo invita uno dei concorrenti a imitarlo dicendo “Tizio apreu me”. Tutti, a turno, devono fare lo stesso e chiamare il giocatore successivo. Dimenticare una delle regole provoca una serie di “ou cu, ou cu, ou cu ” e ricevere in sberleffo la visione del gruppo che si gira a mostrare le terga. Il giocatore che va più distante con la boccia rispetto al boccino sceglie il gioco nella mano successiva, ma se ha gia ideato un gioco il turno passa al seguente e cosi via. Si termina con una robusta cena, che viene pagata in proporzione al punteggio effettuato. Il vincitore offre lo spumante a tutti mentre chi ha ricevuto più penalità (“la ramassa”) il panettone.
A cura del Comune di Lillianes
STACCHIJE Puglia
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Via Massalongo
Sabato/domenica 10.00-18.30 Non vi sono precise note storiche riguardo l’origine di questo gioco semplicissimo, paragonabile per certi aspetti al gioco delle bocce. In dialetto si chiama Alli Stacchije, e la parola stacchija sta ad indicare una pietra di forma più o meno irregolare, che lanciata con perizia deve colpire u punte, una pietra lavorata a tronco di cono alta non meno di 20 cm, in grado di rimanere dritta sul terreno. I giocatori solitamente sono quattro, ognuno con la propria stacchija, a volte lavorata appositamente dal proprietario. Sul bersaglio, posto a circa sei metri dai giocatori, si posizionano delle monetine che costituiscono la posta in palio.
A cura dell’ Associazione Casarmonica
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S’ISTRUMPA Sardegna
1 24
Piazza Erbe / Loggiato Frà Giocondo
Sabato/domenica 10.00-18.30 I bronzetti rinvenuti a Uta e a Padria portano a pensare che s’istrumpa affondi le radici nella civiltà nuragica. Il termine deriva da istrumpare, strumpare o strampare che significa buttare a terra rumorosamente. Tramandata per millenni, s’istrumpa ha conservato nel tempo regole e tecniche anche per il fatto che le popolazioni del mondo agro-pastorale sardo erano poco permeabili a influssi delle culture esterne. Veniva praticata in tutta la Sardegna con forme e regole abbastanza simili: ”a manu a inthu”, ”inthu po inthu”, ”inthu partiu” ecc. Venivano cioè utilizzate diverse prese: a polso, a polso e cintura, alla cintura con le mani dietro, alla cintura con una mano dietro e una davanti, alla cintura con tutte e due le mani avanti, sulle dita ecc. Tutti questi stili utilizzavano grosso modo le stesse tecniche di gamba, di sollevamento, di trazione, di spinta e proiezione. In genere nella Barbagia di Ollolai prima di combattere ci si metteva d’accordo per la presa a polso per non strappare i pantaloni. In passato le occasioni per cimentarsi a s’istrumpa erano molteplici: feste campestri, matrimoni e raduni militari.
A cura della Federazione Italiana S’istrumpa
TELLA Piemonte
1
Piazza Erbe
Sabato/domenica 10.00-18.30 Gioco che probabilmente risale al mondo feudale, conserva alcune caratteristiche di originalità. Si gioca a squadre, in genere sposati contro scapoli, che ogni anno a Prunetto si danno battaglia per conquistare il titolo di vincitori. Si utilizza un campo di ventidue metri di lunghezza ed undici di larghezza, diviso in due parti da un piccolo solco. A nove metri dal centrocampo si dispongono due pali intorno ai quali corrono i giocatori. Ogni squadra è composta di sei giocatori, contrassegnati da un numero, ed un padrino che durante la partita sta vicino al palo con il compito di controllare e difendere il proprio campo contro la possibilità che un giocatore qualsiasi della squadra avversaria, oltrepassando a sorpresa la linea di divisione, vada oltre il palo e faccia “tella”. I giocatori delle due squadre si stuzzicano a vicenda, mentre gli spettatori gettano dei soldi nella linea di divisione. I giocatori più abili si impadroniscono delle monete senza farsi prendere dagli avversari e le utilizzano per pagare da bere a fine partita.
A cura del Comune di Prunetto 39
Via Stella
Sabato/domenica 10.00-18.30 Antichissimo gesto rituale presente in moltissime culture, il tiro alla fune è documentato in un’iscrizione egiziana del 2.500 a.C. sulla tomba di Mezera-Ku in Sakkara. Negli antichi giochi olimpici (500 a.C.) il tiro alla fune era praticato sia come attività autonoma, sia come pratica di allenamento per altre discipline. Nel XV e XVI secolo in Francia si diffuse l’uso di jouer a tirer la corde, anche in Gran Bretagna con il nome di tug of war. Il tiro alla fune fu presente alle Olimpiadi dal 1900 al 1920, e fu eliminato dal Comitato Olimpico Internazionale quando stabilì di ridurre il numero dei giochi partecipanti. Tuttora attrae numerosi appassionati e vengono organizzati campionati mondiali ed europei. Le squadre, composte da otto membri, suddivisi per categorie e classi di peso, si confrontano utilizzando una corda con una circonferenza di almeno 10 cm e lunghezza non inferiore ai 33,5 m.
Giochi Tradizionali Italiani
TIRO ALLA FUNE Emilia Romagna
A cura di Tiro alla Fune Cento
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TÓTARA Toscana
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Giardini di Piazza Indipendenza
Sabato/domenica 10.00-18.30 Da una lettera, datata 15 gennaio 1842, indirizzata dal parroco di Vicopisano al Vicario Regio dell’Italia preunitaria, si trae una descrizione del gioco e questa critica:”Questo Giu[o]co è scandalosissimo perché di Rovina ai Giuocatori, distrae questi, e gli spettatori (che non sono pochi) dalle opere di pietà e di religione”. Per giocare bisogna preparare un “bersaglio” di nove buche messe in tre file di tre a formare un quadrato, il cosiddetto “totaro” (ce n’è uno in piazza Garibaldi, vicino al bar Portici a Santa Fiora in provincia di Grosseto). I giocatori mettono la posta fissata per la partita nella buca di mezzo e fanno la conta. Chi tira per ultimo sceglie da dove e come si tira, senza limitazioni nel numero di tiri e nella tecnica (con le mani, coi piedi, a testa in giù e così via), e questo può essere cambiato solo alla fine del giro. Se un giocatore prende le otto buche esterne riscuote una posta, se prende la buca centrale raccoglie tutto quello che è rimasto. Se alla fine è rimasta nel totaro solo una posta, l’ultimo “se la gode in buca”: la guadagna per la partita successiva.
A cura del Comune di Santa Fiora
TROTTOLA DI SCALA Campania
23 42
Piazza Sant’Anastasia / Chiostro del Conservatorio Dall’Abaco
Sabato/domenica 10.00-18.30
Ha almeno seimila anni il gioco della trottola, del quale si sono trovate testimonianze a Ur in Mesopotamia. nell’antica Troia, a Pompei, in alcune tombe etrusche, in Cina, in Giappone ed in Corea. Nell’antica Grecia e a Roma il gioco della trottola, chiamata turbo, aveva un fascino particolare e numerosi poeti e filosofi l’hanno citata (Platone, Aristotele, Plinio, Virgilio e Ovidio). Era approvata persino da Catone il Censore, che consigliava ai genitori il gioco della trottola, perché lo riteneva molto più adatto ai bambini dei dadi. Nell’Alta Val Bormida, in provincia di Savona, ha sede il Gruppo Folkloristico dei Trottolai di Rocca Vignale che comprende circa venti persone dedite a questo affascinante passatempo. Sono stati presenti a varie trasmissioni televisive e sono entrati nel libro del Guiness dei primati nel 1996 con una trottola gigante di 265 kg interamente ricavata da un unico pezzo di legno di pioppo: era alta cm 158 e larga cm 98. È stata lanciata da una corda di canapa di 3 centimetri di diametro e lunga 20 metri e ha continuato a roteare per 26 minuti.
A cura del Comune di Scala
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Giochi Urbani Nell’ambito delle culture urbane si rinnovano modalità di gioco sinergiche ai tempi e ai modi del vivere contemporaneo
CALCIOBALILLA
22 18
Piazzetta Chiavica / Portici di Via Sottoriva
Sabato/domenica 10.00-18.30
Le prime notizie riguardanti questo gioco si hanno in Germania, intorno alla fine degli anni ‘20, quando Broto Wachter realizzò il primo prototipo di biliardino. Anche in Francia vennero costruiti dei tavoli da gioco (pare da un operaio della Citroën), ma nella versione più moderna, con gli omini sagomati, è stato inventato e brevettato (1937) da Alejandro Finisterre a Barcellona. Nel 1955 il primo calciobalilla approda negli Stati Uniti. Il gioco è tuttora molto diffuso.
A cura di La Calcio Balilla Società Sportiva - Uisp
FRISBEE
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Piazza Isolo
Sabato/domenica 10.00-18.30 Nato negli anni ‘70 tra gli studenti della Yale University che si lanciavano un vassoio di metallo per torte della ditta Frisbie questo gioco è rapidamente diventato disciplina sportiva con sette specialità individuali e tre specialità di squadra. Il gioco consiste nel confronto tra due squadre, senza arbitro. Quando il disco viene ricevuto al volo nell’area avversaria si realizza un punto. Chi è in possesso del disco non può camminare o correre, ma solo ruotare su un piede di appoggio senza spostarlo. Vince la partita chi per primo raggiunge i 15 punti.
A cura di Ultimate Padova 38
Piazza Isolo
Sabato/domenica 10.00-18.30 Il traceur, letteralmente “colui che traccia”, aspira a superare in modo fluido, atletico ed esteticamente valido le barriere naturali o artificiali che si trovano lungo la sua strada (muri, scalinate, gradoni, pareti, pendii, precipizi) affidandosi ad ottime doti atletiche e ad una indispensabile dose di creatività. Le crew (gruppi) di giovani in cui si ritrovano i traceur non si fermano davanti a nessun impedimento architettonico e utilizzano corse, salti, volteggi, cadute e arrampicate.
A cura dell’Associazione Parkour Italia
Giochi Urbani
PARKOUR
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Giochi da Tavoliere Giochi diffusi in tutto il mondo raccontano una storia di globalizzazione ante litteram. Culture diverse hanno trovato un punto in comune nelle sfide che guidano il movimento delle pedine
BACKGAMMON
36 2
Alzaia San Giorgio / Domus Mercatorum
Sabato/domenica 10.00-18.30
Le origini di questo gioco sono incerte e sono numerose le leggende. I romani adoravano giocare a Duodecim Scripta, che nei principi fondamentali corrisponde al backgammon moderno. Con il tempo, Duodecim scripta divenne Tabula, che somiglia ancora di più al gioco attuale, e si diffuse in Europa con il nome di tavola. Una leggenda ne attribuisce la paternità ad Ardshir, primo re della dinastia dei Sasanidi, che regnò in Persia nel III secolo. Una leggenda indiana indica invece il saggio Qaflan come l’ideatore di questo gioco. Probabilmente l’inventore si ispirò al ciclo annuale poichè la tavola del backgammon è composta di 24 punte che corrispondono alle 24 ore della giornata; le 12 punte di ogni metà corrispondono ai 12 mesi dell’anno, e le 30 pedine ai giorni dei mesi.
A cura di Backgammon Club Venezia
CARROM
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Chiostro dei Canonici (Duomo)
Sabato/domenica 10.00-18.30 Carrom è un antichissimo gioco orientale di abilità e strategia, simile al biliardo. Da secoli viene praticato in Paesi come Sri Lanka, Yemen, Bangladesh, India, Nepal, Afghanistan e Birmania, tanto che tra i numerosi nomi (carom, carroms, carrum, karum, carum, karambal) ha anche quello di carambola birmana. È diffusissimo in India, dove ha conquistato milioni di giocatori e dove, nel 1956, è nata la prima organizzazione ufficiale, All India Carrom Federation, con le prime regole scritte. Il carrom si gioca su tavoli decorati di circa mezzo metro di lato, spingendo piccole pedine cilindriche che scivolano sul tavoliere cosparso di fecola per renderlo più scorrevole. Scopo del gioco è imbucare tutte le proprie pedine (bianche o nere) colpendole con lo striker, un’apposita pedina neutra.
A cura della Federazione Italiana Carrom
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DAMA
40 13
Piazzetta Monte / Circolo Unicredit - Via Rosa
Sabato/domenica 10.00-18.30
Nel Medioevo si hanno le prime fonti che parlano del gioco della dama, tuttora molto noto e apprezzato. In un manoscritto conservato nella Biblioteca di Oxford del poema inglese Sir Farumbras (1380) viene menzionato il “Jeu de dame”. Nella testimonianza di un viaggiatore francese del 1654 si legge: “Senz’altro la dama e gli scacchi sono giochi leciti e diffusi, anche se richiedono molto impegno e poca fantasia. Essi non possono comunque paragonarsi al tric-trac che è un grande gioco nobile, attivo, spirituale e pieno di movimento”. Nel 1947 è nata la Federazione Mondiale (FMSD) alla quale ha aderito anche l’Italia con la FID. Dal 1994 la FID entra a far parte del CONI e la dama viene riconosciuta come “Sport della mente”.
A cura del Circolo Damistico Unicredit Verona
GO
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Piazzetta Santa Cecilia / Loggia di Piazzetta Santa Cecilia
Sabato/domenica 10.00-18.30
La leggenda vuole che il gioco del go, o weiqi, risalga a circa 4.000 anni fa, quando Yao, imperatore del XXIII secolo avanti Cristo, lo inventò per istruire il figlio Dan Zhu. Confucio (551-479) considera il gioco appena un gradino sopra la totale passività, il far niente. Mencio (372-289), nel capitolo undicesimo del Mengzi, definisce il weiqi “una piccola arte”. Durante la rivoluzione culturale di Mao, il weiqi fu messo al bando perché promuoveva “idee feudali”. In Occidente la prima menzione è di Matteo Ricci (1552-1610), missionario in Cina, ma il gioco rimane di fatto sconosciuto sino al XIX secolo, quando l’emigrazione cinese negli Stati Uniti favorisce la diffusione del go in quel paese e poi in Europa. Scopo del gioco è occupare territori, delimitandoli con proprie pedine (go in giapponese significa assediare, circondare). Vince chi, alla fine della partita, è riuscito ad acquisire più spazio.
A cura della Federazione italiana Giuoco Go
SCACCHI
41 65
Vicolo San Sebastiano / Biblioteca Civica
Antichi poemi persiani descrivono in dettaglio l’antico gioco da tavolo Chatrang, che ha molto in comune con il moderno gioco degli scacchi, e lo fanno derivare dall’ancor più antico Chaturanga, parola che in sanscrito ha riferimenti con i quattro elementi di un esercito (elefanti, cavalli, carri e soldati di fanteria). Si riteneva che il gioco avesse raggiunto l’Impero di Roma grazie ai contatti con arabi e persiani, nel IX o X secolo d.C., ma un importante ritrovamento del 2002 ha permesso di retrocedere nel tempo l’ingresso degli scacchi in Europa. A Butrint, in Albania, presso un palazzo tardo-bizantino, è stato scoperto un reperto che è stato datato dal prof. J. Mitchell intorno al V secolo d.C., e rappresenta il più antico pezzo degli scacchi. Le prime testimonianze scritte sul gioco risalgono all’incirca all’anno 1000 d.C. e sono di provenienza iberica dove era più forte l’influenza degli arabi. Successivamente gli scacchi si diffusero a corte. Il gioco attuale segue le regole della Federazione internazionale degli scacchi fondata a Parigi nel 1924.
A cura del Circolo scacchistico Dopolavoro Ferroviario di Verona
Giochi da Tavoliere
Sabato/domenica 10.00-18.30
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35 WC
P
Il Festival si terrà anche in caso di maltempo. Per tutti i giochi è prevista una pausa pranzo dalle 12.30 alle 15.00. Bambini minori di 12 anni accompagnati dai genitori.
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WC LEGENDA GIOCHI EVENTI SPECIALI TRASPORTO FLUVIALE MOSTRE - INCONTRI SUONI E SAPORI A.G.A. Associazione Giochi Antichi
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INFO POINT PARCHEGGIO
WC WC INFO GIOCO ACCESSIBILE
P A4
PIAZZA SCOZIA GIOCANDO RAI RADIO2
Laboratori di Gioco Sulla base degli studi effettuati, attività ludiche dal passato vengono riproposte dall’Associazione Giochi Antichi per il loro valore storico e culturale
BILBOQUET
5 8
Piazza Nogara / Palazzo Bpv - Piazza Nogara
Sabato/domenica 10.00-18.30
Ci fu un tempo in cui il “nobile gioco del bilboquet”, come lo definiva Horace Walpole, era lo svago preferito dei re e dei cortigiani. In Francia, nel XVI secolo, Enrico III giocava a bilboquet camminando per le stanze dei suoi palazzi e per le strade di Parigi. Il termine è di origine francese e deriva da bille, boule en bois e da bocquet (punta di lancia). Il bilboquet è costituito da un bastoncino piatto ad una estremità ed appuntito dall’altra. A metà bastoncino è fissato un cordone che regge una palla munita di foro o un anello. Il gioco consiste nel tenere il bastoncino in una mano imprimendo un movimento rotatorio, in modo che la palla o l’anello si innalzino e ricadano sull’estremità appuntita. Alcuni bilboquet antichi sono veri pezzi da museo, impreziositi da incisioni, scolpiti nell’avorio, o di forme particolari.
CERBOTTANA
3 2
Via Camera di Commercio / Domus Mercatorum
Sabato/domenica 10.00-18.30
Probabilmente originaria della Malesia e giunta a Occidente attraverso il mondo arabo, la presenza della cerbottana nell’Europa cristiana è testimoniata in un manoscritto attribuito a Pietro de Crescenzi, datato 1304. Il termine “cerbottana” deriva da una parola araba, “zarbatana”, che indicava un’antica arma composta da un lungo tubo utilizzato per lanciare soffiando pallottole di argilla e piccole frecce. Arma letale in Oriente, in Amazzonia e nei romanzi di Salgari (dove le freccette erano avvelenate con il curaro), la cerbottana dalle nostre parti è fortunatamente soltanto un classico gioco da ragazzi. Si può costruire con un foglio di carta arrotolato a tubo ed è subito pronta per lanciar “pìrole”. Si tratta del nome veneto delle classiche munizioni costruite con strisce di carta di giornali arrotolate a cono. Lunghezza e diametro della canna di lancio sono elementi che ne determinano la potenza: quanto più è lunga e piccolo il diametro, tanto più lunga sarà la gittata.
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CERCHIO
5
Piazza Nogara
Sabato/domenica 10.00-18.30 Nella tomba egizia di Roti a Beni-Hassan una pittura raffigura due uomini con una bacchetta uncinata e un cerchio. Il greco Artemidoro scrive :“Se sogni di far rotolare un cerchio significa che le tue pene stanno per scomparire e che stai per passare in un periodo di grande felicità”. A quel tempo il cerchio era chiamato “trochos” (dal verbo trecho, muoversi, correre) e si usava una bacchetta di forma ricurva, che in alcuni vasi greci e romani viene raffigurata con un’estremità simile ad una chiave. Il gioco con il cerchio ha conosciuto grande fortuna durante il periodo vittoriano, ed era diffuso in tutte le classi sociali. Per giocare si può utilizzare cerchione di bicicletta, un sottile cerchio di legno o un tubolare metallico dal diametro di circa 80 cm. Alla partenza si lancia con la mano, e si mantiene in corsa, con un apposito bastone. Mantenerlo verticale e farlo procedere dritto non è facile, richiede abilità ed esperienza. Si può gareggiare in velocità, ma più spesso si gioca in abilità, perseguendo qualche virtuosismo nelle curve.
GIOCO DELL’OCA
5 8
Piazza Nogara / Palazzo Bpv - Piazza Nogara
Sabato/domenica 10.00-18.30
Il gioco dell’oca rappresenta il concetto del bene e del male. Nel 1640 a Venezia Carlo Coriolani ha pubblicato una stampa su questo gioco, con raffigurata una famiglia attorno ad una tavola con sopra un’oca arrosto. In alto c’è scritto: “Il dilettevole gioco di loca”. Questo gioco semplicissimo, in cui non è necessaria l’abilità, ma solo la fortuna affidata ai dadi, nel XVII secolo era alquanto diffuso in Europa. Il gioco dell’oca è formato da 63 caselle (a volte 90) numerate e disposte a spirale. I giocatori, muniti di contrassegno, avanzano secondo il punteggio indicato dai due dadi. Ci si ferma per uno o più giri, o si paga, o si retrocede se si capita nelle caselle occupate dagli “accidenti” o “pericoli” (il ponte al numero 6, l’osteria al 19, i dadi al 26, il pozzo al 31, il labirinto al 42, la prigione al 52, i dadi al 53, la morte al 58). Le caselle occupate dalle oche sono 13, quando ci capita il giocatore raddoppia il valore ottenuto dai dadi e avanza. Vince il primo che raggiunge esattamente l’ultima casella, al centro del tabellone.
RANA
60 18
Via San Giacomo alla Pigna / Portici di Via Sottoriva
Qualcuno ricorderà il classico tavolinetto con la rana di ottone al centro e altri bersagli intorno (fori, ruota del mulino, ecc), una volta piuttosto diffuso soprattutto nel Nord Italia, in Piemonte. E’ molto semplice, e giochi di questo tipo venivano praticati nelle taverne già nel mondo egizio, secondo quanto sostiene l’egittologo Martin Walker. Molto diffuso nella prima metà del secolo scorso, il gioco della rana veniva utilizzato come passatempo dai passeggeri dei transatlantici. Le regole sono semplici, a ogni bersaglio è attribuito un diverso valore e chi riesce a centrare la bocca della rana ottiene il punteggio più alto (100 punti).
Progetto dell’Associazione Giochi Antichi in collaborazione con Liceo S.P.P. Carlo Montanari, ULSS 20 Sez. Servizi Sociali e Industrial Design - Fam. Salviato.
Laboratori di Gioco
Sabato/domenica 10.00-18.30
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Eventi
NOTTE DELLE CORNAMUSE Torri e Campanili del Centro Storico
venerdì 21.00
Sulle note delle cornamuse si apre la sesta edizione del Tocatì, festival internazionale dei giochi in strada. Secondo un’antica tradizione scozzese, dalle torri più alte del centro storico e dagli spalti del castello, le cornamuse suonano per chiamare a raccolta il pubblico. Seguirà una marcia musicale lungo le vie della città. Dicono che il suono della cornamusa sia così coinvolgente perché è uno strumento antichissimo, che tocca note al di fuori della scala temperata messa a punto da Bach utilizzata universalmente nel mondo musicale.
IN ONORE DI ROBERT BURNS Piazza Scozia (Piazza dei Signori)
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VENerdì 22.00
A Robert Burns (1759-1796) è dedicata una sorta di festa nazionale scozzese, che si celebra in tutto il mondo il 25 gennaio (anniversario della nascita del poeta) secondo canoni che risalgono al 1796. La Robert Burns Night è una cena, intervallata con discorsi, poesie e brindisi e seguita da un ballo. Tocatì propone fuori stagione un evento ispirato alla ricorrenza con declamazioni di poesie, canti di romanze con testi di Burns, musiche, danze tipiche e un ballo in piazza.
A cura di Caledonian Society of Rome
RAGAZZI DELLA VIA PAAL Piazzetta Pescheria / Teatro Filippini
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VENerdì e sabato 21.30
Lo spettacolo, tratto da “I ragazzi della via Paal”, di Ferenc Molnàr (1907) racconta la lotta per la vita e per i propri diritti di ragazzini capaci di riconoscere l’onore e il tradimento, capaci di morire per un’ideale distrutto dal semplice scorrere dell’esistenza. La messa in scena si serve della narrazione aiutata da momenti di “personificazione” nei personaggi da parte degli attori. La musica originale composta per lo spettacolo vuol rendere l’atmosfera della Budapest anni ’50 e portare lo spettatore ad un coinvolgimento più profondo. Le scene semplici partono dall’immagine delle cataste di legna della segheria per poi aprirsi in situazioni inaspettate. Adattamento di Lorenzo Bassotto e Roberto Macchi, regia di Lorenzo Bassotto, musica di Andrea Faccioli. Costumi di Sonia Mirandola. Durata circa 60 minuti.
Una coproduzione di Fondazione AIDA e AGA
GAME OF BA’
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Lungadige Riva Battello
VENerdì e sabato 22.00 Per due sere viene proposto a Verona l’antico Game of Ba’ (vedi sezione Giochi) che coinvolge tutti coloro che si trovano nella piazza all’ora stabilita.
“ASCOLTA, INDOVINA” Chiostro Conservatorio dell’Abaco, Piazza S.Anastasia
sabato 18.00
Condotta dal noto intellettuale italiano Quirino Principe, questa caccia al tesoro propone interrogativi di vario genere, con brevi testi in versi e attraverso l’esecuzione di brani musicali dal vivo, affidata agli allievi del Conservatorio.
A cura di Albertina Dalla Chiara in collaborazione con il Conservatorio “F.E. Dall’Abaco” di Verona
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OPERA DEI PUPI DI TURI GRASSO
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Teatro Nuovo
sabato e domenica 17.00 Nato ad Acireale nel 1933 da una delle famiglie di pupari più importanti della Sicilia, Turi Grasso aggiunge alle conoscenze artistiche le capacità artigianali apprese dai maestri di bottega per creare un Pupo. La voce di Turi, la passione che trasmette ai manovratori durante la recitazione dello spettacolo, rappresenta il momento più significativo del rapporto esistenziale tra il puparo e il suo pupo. L’opera dei Pupi riunisce in sé l’antica e nuova immagine della tradizione popolare siciliana. L’Unesco ha riconosciuto i Pupi patrimonio dell’Umanità.
A cura del Comitato festival delle Province
HIGHLAND DANCERS Piazza Scozia (Piazza dei Signori)
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sabato 21.15
Vere e proprie prove di bravura, le danze scozzesi richiedono doti atletiche e lunghe ore di esercizio per acquisire la scioltezza e la leggerezza necessarie nelle complicate figure previste. Al festival partecipa un gruppo di danzatori della Scottish Dance Teachers Alliance, una scuola molto nota, costituita nel 1934.
Con Scottish Dance Teachers Alliance
TROFEO INTERNAZIONALE DI LIPPA - V edizione
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Cortile Mercato Vecchio
sabato 9.00 - 19.00 / Domenica (finale) 16.30 Per il quinto anno consecutivo Verona ospita il torneo internazionale di Lippa. Saranno presenti varie formazioni, tra cui: Cesa di Atella (CS), Lucca, Provincia di Cuneo, Feltre (BL), Pola (Croazia), Ungheria, Porto Rose (Slovenia), Anglesola (Spagna), Fossato Ionico (RC), Mantova, Mede (PV), Verona. Sabato e domenica 27-28 settembre 2008 le squadre si misureranno in questo gioco molto praticato in alcune zone dell’Europa (vedi “Lippa” a pg.18, sezione giochi). Nelle precedenti edizioni, ha vinto nel 2004 la squadra Cesa Atella, nel 2005 quella di Verona, nel 2006 quella di Mede (PV), nel 2007 il gruppo S’cianco di Verona.
A cura dell’Associazione Giochi Antichi
GIOCANDO - RAI RADIO DUE Piazza dei Signori
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sabato e domenica 13.00 - 15.00 “Giocando” scende in piazza a Verona. Lo storico settimanale sul mondo del gioco di Radio2 Rai (in onda in diretta al sabato dalle 13,35 alle 15,00 - www.radio.rai. it/radio2/giocando) quest’anno parteciperà al Tocatì con due puntate straordinarie da piazza Scozia (Piazza dei Signori) condotte da Anna Cinque e Omero Cambi. Il pubblico può assistere alle dirette che si terranno nel palco allestito per “Giocando”.
CULTO INTERRELIGIOSO Chiesa di Sant’Anastasia
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sabato 18.00
Si tiene una cerimonia interreligiosa alla presenza di S.E. Vescovo di Verona e del Pastore Presbiteriano, Reverendo McCullouch, di Roma. Accompagnamento con musiche dei territori scozzesi.
A cura della Diocesi di Verona
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Sul fiume di Verona ALZAIA DI SAN GIORGIO Lungadige San Giorgio
Il progetto d’illuminazione dell’Alzaia di Lungadige S. Giorgio in collaborazione con AGSM, rientra nelle proposte di recupero degli spazi urbani, e vuole suggerire la valorizzazione di un percorso lungo il fiume a livello dell’Adige. Nelle vicinanze del centro storico, l’Alzaia di S.Giorgio è uno dei pochi luoghi rimasti dove ancora si può godere, in parte, del rapporto della città con il fiume, irrimediabilmente perduto dopo la costruzione dei muraglioni in seguito all’alluvione del 1882. Alla luce dei fari nei giorni del festival l’Alzaia viene frequentata e si tengono dei giochi. L’inaugurazione viene accompagnata da un evento musicale.
Progetto: Nicola Gasperini, Cristina Rizzo, Architetti (Associazione Giochi Antichi); Paolo Corso (AGSM)
LUNGO L’ADIGE SENZA CORSO Partenza da Piazzetta Santo Stefano
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venerdì 20.00-23.00 adulti/ sabato 15.00-18.00 ragazzi Questa originale caccia al tesoro si svolge lungo le due sponde dell’Adige, e tocca luoghi storici poco conosciuti, negozi, botteghe artigianali ed osterie. Ad ogni tappa un animatore fa svolgere ai concorrenti una serie di prove di abilità.
A cura di CTG - Verona
CACCIA AL TESORO IN BICI
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Partenza da Piazza Erbe
venerdì 21.00 Si svolge nel centro storico della città e sulle rive dell’Adige la caccia al tesoro in bicicletta a squadre che ogni anno mette in gara numerosi appassionati. Sono previste otto squadre di dodici persone (che hanno compiuto i diciotto anni).
A cura di Amici della Bicicletta di Verona
TRASPORTO FLUVIALE Castelvecchio, Lungadige San Giorgio, Giarina
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sabato/domenica 10.00-18.30 VERONA DALL’ACQUA Un tempo sul fiume c’era una parte della città, costituita di battelli galleggianti e botteghe con strumenti che utilizzavano l’acqua, tra l’andirivieni delle barche in transito. L’acqua faceva parte della vita quotidiana dei veronesi, e durante il festival si torna non solo a passeggiare sugli argini, ma anche a navigare sull’Adige, dove vengono organizzati percorsi in battello, con passaggi gratuiti. Il percorso parte da Castelvecchio, fa tappa a Lungadige San Giorgio e arriva alla Giarina.
Con la collaborazione dell’Assessorato Ecologia ed Ambiente e Equipe d’Acqua Viva Verona PROGETTO ADIGE Da quest’anno vengono organizzati percorsi speciali alla riscoperta del fiume come ambiente naturale. Durante la navigazione una guida del parco Natura Viva spiega in modo semplice le caratteristiche degli animali che vivono nell’Adige e di quelli oramai scomparsi, o a rischio di scomparire definitivamente dal fiume. Il Parco Natura Viva ha l’obiettivo di divulgare la cultura del rispetto di tutti gli ecosistemi naturali, nella consapevolezza che proteggendo il fiume si proteggono non solo gli animali che vi abitano, ma anche la stessa nostra vita.
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Con la collaborazione del Parco Natura Viva
Esposizioni Conferenze Narrazioni
Esposizioni Fotografie, stampe e immagini d’epoca testimoniano che l’azione ludica può essere una straordinaria fonte d’ispirazione
SIAMO QUI PER LA BELLEZZA DEL GIOCO
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Mostra fotografica di Vittorio Canisi Chiostro del Conservatorio Dall’Abaco, Piazza S. Anastasia
VENerdì 18.00- 21.00 sabato 10.00-22.00 domenica 10.00-19.30
“Non ricordo come è iniziata questa avventura. Se sia scattata prima la passione per il gioco o quella per le immagini”. Così Vittorio Canisi, fotografo di still life, autore di servizi per importanti riviste internazionali, descrive la fantastica impresa che da cinque anni a questa parte lo ha portato in tutto il mondo a “caccia” di giochi. Frutto del suo lavoro è questa mostra fotografica: ventidue scatti che documentano come in ogni paese, stato, nazione, qualunque siano le condizioni politiche, economiche e sociali, l’uomo giochi. All’abilità dell’occhio del fotografo qui si unisce quella del giocatore (Vittorio da anni pratica il gioco del Carrom) che riesce a cogliere l’istante magico, la concentrazione, la suspence che aleggia durante ogni partita. Dalla giocatrice di dama cinese, alle partite di scacchi nelle terme di Budapest, è l’occasione per ammirare un’indimenticabile rassegna di immagini da tutto il mondo nel suggestivo scenario del chiostro del Conservatorio.
A cura di Martina Cailotto Progetto e allestimento: Arch. Cristina Rizzo
Il making of della mostra fotografica
Le opere di Vittorio Canisi sono state stampate presso il laboratorio Fine Art di Arscolor (www.arscolor.it), azienda milanese che da oltre quarant’anni opera nel campo della fotografia professionale. L’artista è stato seguito direttamente da Roberto Bernè, responsabile del dipartimento. Dopo una valutazione delle tecnologie e dei supporti più adatti alle immagini selezionate, si è optato per la stampa Lambda su carta lucida. Ogni scatto è stato ottimizzato per il formato richiesto e la tipologia di stampa seguendo le indicazioni emotive dell’artista: piccole correzioni cromatiche e di esposizione necessarie a mantenere, soprattutto nei formati di maggiori dimensioni, lo spirito originale.
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HIGHLAND GAMES Chiesa di San Giorgetto, Piazza S. Anastasia
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VENerdì 18.00-21.00 sabato 10.00-22.00 domenica 10.00-19.30
Nella trecentesca chiesa di S.Giorgetto è allestita una mostra dedicata alla tradizione ludica della nazione ospite d’onore: la Scozia. Attraverso un singolare repertorio iconografico (composto da stampe e illustrazioni appartenenti alla collezione privata di Willie Baxter, presidente della Scottish Game Association), si illustra la grande tradizione degli “Highland Games”, uno degli eventi culturali più rappresentativi della tradizione popolare di questa nazione. Nati come dimostrazione di forza, abilità e destrezza nell’antico mondo celtico, si sono presto evoluti in campionati sportivi; una sorta di “olimpiadi” scozzesi che toccano nel corso dell’anno diverse località, oltre a trovare larga fortuna anche all’estero. Il nome deriva dalla specifica regione della Scozia (le Highland) da cui questi giochi presero a diffondersi, mentre diverse sono le ipotesi sulla loro origine storica: chi li riconduce alla celebre corsa fino alla sommità di Craig Choinnich voluta dal Re Malcom III (1031-1093), chi invece a momenti di svago nati dopo le battute di caccia, quando gli Higlanders si riunivano e si sfidavano in varie competizioni, per eleggere il più forte del clan. Di certo gli Higland Games, nella forma in cui li vediamo oggi, richiamano quelli fondati a Braemar nel 1832 e divenuti non solo passatempo preferito della Regina Vittoria, ma un importante momento storico per la rinascita del movimento culturale dei clan scozzesi. Un repertorio di immagini tratte dalle storiche riviste locali quali: The Illustrated London News, The Illustrated Sporting and Dramatic News, The Sphere, che documentano la ricchezza e la varietà di queste insolite specialità agonistiche (lancio del tronco e del martello, danza delle spade e gare di cornamusa).
A cura di Martina Cailotto Progetto e allestimento: Arch. Cristina Rizzo
PONTE POSTUMIO
Installazione temporanea sull’Adige
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Riva Sinistra: Giardini della Giarina / Riva Destra: P.tta Molinari Bra
Nelle tre sere del Tocatì sarà illuminata in rosso l’installazione temporanea “Ponte Postumio”, che ricostruisce idealmente il più antico ponte della città. Lunga 102 metri, propone un percorso simbolico che attraversa l’Adige per ricordare l’antica pianta romana di Verona, che aveva l’asse principale sul decumano, costituito dalla via Postumia che univa Genova ad Aquileia. L’installazione viene allestita ogni anno per evocare lo spazio ludico più antico della città, dove si ritiene si svolgessero le naumachie, battaglie navali sull’Adige. Nella zona compresa tra ponte Pietra e ponte Postumio si ricrea quindi l’antica area fluviale di gioco, situata poco prima dell’isolotto che non esiste più, ma è tuttora testimoniato nella toponomastica della città (Piazza Isolo). La ricostruzione ideale di questo ponte, con una struttura leggera in tela, è un’occasione, non solo per evocare un’antica pratica ludica, ma anche per suggerire un intervento funzionale di recupero urbano come una passerella pedonale sull’Adige.
Progetto: Arch. Nicola Gasperini, Arch. Cristina Rizzo, Ing. Mauro Zanconato Illuminazione a cura di AGSM (Paolo Corso) Con il contributo tecnico di Bellamoli Granulati
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Conferenze Riflettere sul gioco vuol dire toccare i temi più diversi: antropologia, arte, cultura, educazione, didattica, urbanistica
I BENI IMMATERIALI Biblioteca Civica, Protomoteca, Via Cappello 43
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Giovedì 17.30
Tavola Rotonda : le attività dell’uomo per perpetrare una comunità, i suoi riti e le sue feste di autoriconoscimento, hanno bisogno di spazi e tempi per un continuo rinnovamento. Canti, danze e giochi della tradizione sono beni intangibili che la Rete Italiana di Cultura Popolare si è assunto il compito di valorizzare e promuovere. Antonio Damasco, Direttore Comitato Festival delle Province Valter Giuliano, Presidente Comitato Festival delle Province Vito Valsania, Assessore alle Politiche comunitarie, Attività economiche, Cultura, Pubblica istruzione, Rapporti Langhe-Unesco Provincia di Cuneo Gianluigi Bravo, Docente presso il Dipartimento di scienze antropologiche, archeologiche e storico territoriali, Università degli Studi di Torino Angelo Tabaro, Dirigente Regionale Direzione Cultura, Regione Veneto Giorgio Paolo Avigo, Presidente Associazione Giochi Antichi
INSIEME PER GIOCARE Biblioteca Civica, Protomoteca, Via Cappello 43
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venerdì 15.00
Riflessioni sui temi del diritto al gioco. Il gioco come mezzo per l’educazione interculturale e per la promozione della cooperazione. Vincenzo Spadafora, Presidente di UNICEF Italia “Riflessione sull’art 31, Diritto al gioco” Prof. Agostino Portera, Direttore del Centro Studi Interculturali e professore di Pedagogia generale e interculturale, Università di Verona “Gioco ed educazione interculturale“ Dottoressa Stefania Lamberti, ricercatrice del Centro Studi Interculturali “Gioco e cooperazione”
Organizzato a cura dell’UNICEF Verona e del Centro Studi Interculturali dell’Università degli Studi di Verona
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L’ALTRA CITTÀ
Riflessioni e strategie attraversando lo spazio urbano
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Loggia di Frà Giocondo, Piazza dei Signori
venerdì 17.00
Altra città per esprimere ed indagare la continua e dinamica trasformazione dello spazio urbano attraversato e contaminato da una pluralità di fattori, interessi, conflitti, emozioni e sogni. Andare a zonzo come atto primario di trasformazione del territorio, come strumento estetico di conoscenza dello spazio, come pratica d’intervento urbano atta ad esplorare e trasformare gli spazi nomadi della città contemporanea. Introduce: Nicola Gasperini, scenografo del Festival, Associazione Giochi Antichi Arnaldo Toffali, presidente dell’Ordine degli Architetti di Verona Enzo Scandurra, professore ordinario a La Sapienza, cattedra di Sviluppo sostenibile per l’ambiente e il territorio, Facoltà di Ingegneria. “Frattura tra condizione materiale e condizione simbolica. L’attacco allo spazio pubblico” Michael Obrist, docente di “Strategie concettuali architettoniche” nel dipartimento Space&designstrategies Universitá delle Arti di Linz (Austria) “Public.Play.Ground” Francesco Careri, ricercatore universitario presso il dipartimento di studi urbani università di Roma Tre, membro fondatore di Stalker/Osservatorio Nomade “Savrengo ker - la casa di tutti” Moderatore: Orlando Lanza
LE COMPETENZE IN GIOCO Biblioteca Civica, Promoteca, Via Cappello 43
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sabato 9.30
Educazione e trasmissione culturale nei giochi tradizionali. Prospettive, sperimentazioni e strumenti utilizzati nell’attività ludica e nella didattica. Introduce: Dino Mascalzoni, responsabile didattica Associazione Giochi Antichi Fernando Maestro, direttore del Museo di giochi tradizionali di Campo (Spagna) “La trasmissione del sapere attraverso il gioco” Grant Jarvie, docente di Storia dello sport, Università di Stirling (Scozia) “Sport tradizionali, la Scozia e i suoi giocatori” Fernando De la Torre, insegnante del centro di formazione dei giochi tradizionali “Madera de Ser” (Spagna) “Il gioco come mezzo di apprendimento” Renzo La Porta, progetto Toymaking, Londra “Costruire i giocattoli della tradizione” Massimo Lanza, ricercatore, Facoltà di Scienze Motorie, Università di Verona “Attività e progetti ludici per l’età adulta e anziana” Matteo Bertucco, dottorando di ricerca, Facoltà di Scienze Motorie, Università di Verona “I giochi di contatto e di lotta” Ricardo Navacerrada Penas, Coordinatore Sport e Giochi Tradizionali Asociaciòn De Profesorado “A.D.A.L”, Madrid “Il gioco è un’attività intelligente” Luciano Bertinato, ricercatore Facoltà di Scienze Motorie, Università di Verona “Attività e progetti per l’età giovanile” Moderatore: Edo Zocca, Facoltà di Scienze Motorie, Università di Verona Tiziano Gianesini, vignettista umoristico, animerà graficamente l’incontro. A richiesta sarà rilasciato un certificato di partecipazione
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ASSEMBLEA NAZIONALE DI GIONA
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Chiesa Santa Maria in Chiavica, Via Santa Maria in Chiavica 7
sabato 11.00
Assemblea nazionale annuale dell’Associazione Nazionale Città in Gioco (GioNa), con invito a partecipare per tutti i Comuni, le Province e le Comunità Montane. GioNa promuove varie attività, le Giornate del gioco e per il 2009 offre alle scuole nuove occasioni e idee per stare a fianco di bambini e ragazzi (www.ludens.it). Condurranno i lavori: Lorenzo Valente, presidente di GioNa Luigi Saragnese, assessore alle Risorse educative del Comune di Torino Renzo Savelli, assessore all’Istruzione della Provincia di Pesaro Roberto Malaspina, vicesindaco del Comune di Bergantino Introduce: Amilcare Acerbi, direttore di GioNa
AM SALAM
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Chiesa Santa Maria in Chiavica, Via Santa Maria in Chiavica 7
domenica 14.30
Am-salam è l’antico “incipit”, la magica “madeleine” che ci rituffa in quella fantasmagoria di giochi dell’infanzia che affollano la nostra memoria. E’ anche il titolo del Laboratorio di scrittura autobiografica condotto da Corinna Albolino che quest’anno narra e scrive dei giochi della memoria delle donne di Verona. Vi partecipa un gruppo numeroso di donne, vivaci, curiose e appassionate, che si sono incontrate nel piacere di raccontarsi, che hanno scoperto nella pratica della scrittura del proprio vissuto strumento importante. La restituzione pubblica di questo laboratorio prevede una lettura-spettacolo dei ricordi scritti dalle partecipanti diretta da Nunzia Messina della compagnia teatrale Trix Tragos di Verona e l’intervento delle allieve di Anna Sciortino, insegnante di educazione fisica del liceo scientifico “Galileo Galilei”, che si esibiranno ‘giocando a ieri’. Corinna Albolino, laureata in Filosofia a Venezia e specializzata in Scrittura Autobiografica presso la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari, lavora in ambito culturale e scrive su riviste di settore.
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Narrazioni in Gioco Si può “fare pensiero” sul gioco in strada attraverso l’intreccio di memorie narrate risvegliando emozioni ludiche profonde, determinanti nella costruzione delle nostre identità
DUCCIO DEMETRIO
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Biblioteca Civica, Protomoteca, Via Cappello 43
venerdì 17.00
Duccio Demetrio conversa con Chiara Stella intrecciando memoria autobiografica e riflessioni sulla potenza del gioco nella costituzione delle identità. Duccio Demetrio è professore ordinario di Filosofia dell’educazione e di Teorie e pratiche autobiografiche all’Università di Milano-Bicocca. Autore tradotto in diverse lingue, direttore di collane editoriali e membro dei comitati scientifici delle più significative riviste pedagogiche, ha al suo attivo oltre 50 opere in volume.
EWAN MORRISON
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Biblioteca Civica, Sala Farinati, Vicolo San Sebastiano 3
sabato 16.00
Aly Barr, funzionario del Dipartimento di Letteratura dello Scottish Arts Council, e Carla Sassi, docente di Anglistica dell’Università di Verona, conversano con Ewan Morrison sul tema della memoria e del gioco. Ewan Morrison, che per anni è stato un autore e regista televisivo, ha debuttato come scrittore con la raccolta di racconti, The Last Book You Read and Other Stories, nel 2005. Ha ottenuto vari riconoscimenti e borse di studio.
IAIN BANKS
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Biblioteca Civica, Sala Farinati, Vicolo San Sebastiano 3
sabato 18.00
Aly Barr, funzionario del Dipartimento di Letteratura dello Scottish Arts Council, e Carla Sassi, docente di Anglistica dell’Università di Verona si confrontano con Iain Banks sul tema del gioco nella letteratura contemporanea. Iain Banks, nato nel 1954, è uno dei più grandi autori viventi scozzesi. Il suo romanzo d’esordio, The Wasp Factory (1984), tradotto con “La fabbrica degli orrori” (2001), ha avuto un grande successo di critica e di pubblico. Successivamente ha scritto numerosi libri. Ha vinto vari prestigiosi premi.
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CARLO MAZZACURATI
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Biblioteca Civica, Sala Farinati, Vicolo San Sebastiano 3
sabato 21.00
Il noto regista commenta, con l’aiuto di Agostino Contò, il suo documentario sul poeta Andrea Zanzotto. Il filo conduttore è quello della perdita, che viene intrecciata ai luoghi del passato e alla memoria del territorio. Carlo Mazzacurati ha debuttato con il lungometraggio “Notte italiana” (1987), che ha vinto il Nastro d’argento. Seguono “Il prete bello” (1989), “Un’altra vita” (1992), “Il toro” (1994), per il quale gli viene conferito il Leone d’Argento, “Vesna va veloce” (1996), e “L’estate di Davide” (1998). Tra i suoi film, anche “L’amore ritrovato”.
PAP KHOUMA
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Biblioteca Civica, Sala Farinati, Vicolo San Sebastiano 3
Domenica 10.30
L’ispettore-scrittore Giampaolo Trevisi, italiano, e l’autore senegalese Pap Khouma, si confrontano per ricostruire emozioni di gioco dei rispettivi luoghi di origine. Pap Khouma vive da 24 anni in Italia e ha scritto “Io, venditore di elefanti”, (Baldini Castoldi Dalai ed.), che gli ha permesso di cambiare la sua vita di emigrante. Ora è libraio e dirige la rivista on-line di letteratura della migrazione “El Ghibli”. Nel 2005 è uscito “Nonno Dio e gli spiriti danzanti”.
QUIRINO PRINCIPE
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Biblioteca Civica, Spazio Nervi, Via Cappello 43
domenica 11.00
Come per gioco, misteriosamente il corso della nostra esistenza può cambiare. Quirino Principe racconta ad Albertina Dalla Chiara i fatti salienti della sua vita. Quirino Principe è musicologo, germanista, drammaturgo; attualmente insegna filosofia della musica all’Università di Roma Tre. Nel 1996 ha ricevuto dal Presidente della Repubblica d’Austria la Croce d’Onore di Prima Classe Litteris et artibus. Nel 2005 gli è stato attribuito il Premio Imola per la critica musicale e nel 2006 è stato eletto Accademico di Santa Cecilia a Roma.
BARBARA MAPELLI
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Chiesa Santa Maria in Chiavica, Via Santa Maria in Chiavica 7
DOMENICA 16.00
Barbara Mapelli parla con Chiara Stella e mette in gioco la sua autobiografia con innesti di riflessioni sulla storia delle differenze di genere anche in ambito ludico. Barbara Mapelli è docente di Pedagogia delle differenze di genere presso l’Università di Milano Bicocca, facoltà di Scienze della formazione. Fa parte della Libera Università dell’autobiografia di Anghiari e della redazione della rivista “Adultità”. Ha pubblicato numerosi volumi, articoli e saggi in testi collettivi.
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Suoni e Sapori
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La Musica del Festival Internazionale dei Giochi in Strada In questa ormai consolidata sezione del festival trovano spazio le espressioni musicali popolari. Ogni anno si selezionano sonorità del patrimonio etnomusicale dei territori italiani. Quest’anno accanto ad essi sono ospiti anche numerosi musicisti e danzatori che provengono dalla Scozia.
DISCANTO
Il gruppo si riunisce attorno alla figura di Michele Avolio, da oltre trent’anni cantore e custode della tradizione popolare abruzzese. Il materiale di ricerca utilizzato è in parte ereditato dal gruppo musicale “Vico del Vecchio”, attivo dal 1976 al 1995, ma viene riproposto in una originale forma che fonde arie, testi ed espressioni della tradizione orale con le sonorità di strumenti quali chitarra, bouzouki, mandola, violino, violoncello, fisarmonica, percussioni, clarinetti, zampogna. Il repertorio include canti tradizionali abruzzesi, canti tradizionali del meridione italiano, canzoni d’autore in dialetto e musica etnica di diversa provenienza. Il gruppo è composto da: Michele Avolio (voce, chitarra, bouzouki, ciaramella, percussioni; compositore), Sara Ciancone (violoncello, percussioni e cori), Antonello di Matteo (zampogna, clarinetto, flauti, fisarmonica e organetto), Doriana Legge (voce e chitarra), Germana Rossi (violino, fisarmonica, percussioni e voce).
INCONTRADA
Formazione musicale torinese rappresentativa dell’evoluzione multiculturale: si muovono su un repertorio di pizziche, tarantelle, balli sul tamburo, stornelli, mazurke, danze scottish, inclusi alcuni pezzi di sapore occitano, e giocano a far convivere diverse tradizioni. Gli strumenti utilizzati sono: percussioni del sud Italia (tamburello salentino, calabrese, tammorra napoletana), tamburi a cornice medio orientali (daf, rick), darbuka, castagnette, chitarra, violino, mandolino, musette (cornamusa francese), baghèt (cornamusa bergamasca), clarinetto, organetto diatonico. Il gruppo degli Incontrada è composto: Fiorella Celso (danza, voce, tamburello, marranzano, castagnette), Francesco Aceto (musette, baghèt, chitarra, violino, mandolino), Franco Montanaro (percussioni del sud, tamburi a cornice, voce, armonica a bocca, organetto, castagnette, danza), Giuseppe Leone (percussioni del sud, tamburi a cornice, darbuka, violino, mandolino, voce), Pierpaolo Berta (organetto, clarinetto, chitarra).
I VIULA’N
I Viula’n, unici testimoni della musica dell’Appennino Tosco Emiliano, si sono esibiti nei più importanti Festival di musica etnica, jazz, e classica. Per “Luna” hanno ricevuto il Disco d’argento della casa discografica EMI per la ricerca etnomusicologica, sono stati insigniti del Premio “Quartetto Cetra”, accanto alla Nuova Compagnia di Canto Popolare, sono stati gruppo spalla dei Jethro Tull, ed hanno avuto 4 stelle della critica dal quotidiano di riferimento “The Scotsman” al festival d’Edimburgo. Hanno all’attivo numerose registrazioni e partecipazioni a trasmissioni di Rai, BBC ed altre emittenti nazionali ed internazionali. Il gruppo, che esiste da più di trent’anni ed è stato fondato da Lele Chiodi, è oggi composto da: Lele Chiodi, Carlo Pagliai, Lauro Bernardoni (voci), Giorgio Albiani (chitarra), Silvio Trotta (mandolino, mandoloncello, chitarra battente, basso acustico).
Symphonic Band Conservatorio “F.E. Dall’Abaco” La Symphonic Band del Conservatorio “E. F. Dall’Abaco” di Verona è nata sei anni fa, per offrire agli allievi di strumento a fiato e percussione un’esperienza di tipo orchestrale e dare la possibilità agli studenti di Composizione e Strumentazione per Banda di comporre e dirigere. Fin dall’inizio la Symphonic Band del Conservatorio ha privilegiato programmi di musiche originali e musiche da film.
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CELLO & HARP
L’insolita combinazione tra le note dell’arpa di Ceyenne Brown e quelle del violoncello e della voce di Seylan Baxter forma trame musicali ricche e variegate, con uno stile molto riconoscibile e arrangiamenti innovativi di canzoni tradizionali, arie e gighe. Ceyenne e Seylan si sono incontrate mentre studiavano al prestigioso corso di Musica Scozzese all’Accademia Reale Scozzese di Musica e Teatro, e hanno suonato la prima volta insieme al Cowalfest nel 2005. Singolarmente hanno collaborato con grandi nomi della musica tradizionale scozzese e non solo, come con la Strathclyde Police Pipe Band, con Iain Ingram, con il gruppo spagnolo degli Acetre, con i nord-americani HARPA, e altri noti musicisti. www.celloharp.com
FIDDLE AND GUITAR
Musiche tradizionali scozzesi, irlandesi e svedesi sono alla base del repertorio di questo dinamico duo (violino, chitarra e voce) composto da due musicisti che fanno parte anche del noto trio Heeligoleerie. Oltre alle musiche della tradizione, Eilidh Steel e Mark Neal propongono anche un vasto repertorio di proprie composizioni, che traggono ispirazione dalla storia della cornamusa e del violino, e da stili molto diversi, come indie, funk, jazz e anche da molto altro. www.fiddleguitar.com
MILNGAVIE PIPE BAND
Nata nel 1966, la Milngavie Pipe Band è una classica banda tradizionale scozzese formata da cornamuse e percussioni. Partecipa al festival con 15 rappresentanti. Durante gli ultimi due anni, sotto la direzione del Maestro Donald Mackenzie e il primo percussionista Colin Scott la banda ha riscosso notevoli successi. Nel 2006 la band ha ottenuto un totale di 6 piazzamenti, culminati nella vincita del Campionato di Cowal nella città di Duncan. Il tartan indossato dalla band è quello portato dai Buchanan, per riconoscenza verso l’assistenza data nei primi periodi da John Buchanan, che fu membro della banda e rettore di Milngavie.
CAULBUM CEILIDH
Il nome del gruppo deriva da una serata passata a suonare in kilt sulla Piazza Rossa a Mosca con temperaturea a -23°C. (Ceilidh è il termine celtico per indicare i ritrovi di musicisti, cantanti e danzatori. Caulbum è l’espressione che si usa a Glasgow per indicare un “posteriore” prossimo al congelamento). Da quel freddo inizio i Caulbum Ceilidh cominciarono a scaldare i cuori degli appassionati della musica, del canto e della danza scozzese in molte parti del mondo. Il gruppo, molto ampio, viene rappresentato al festival da Fergus Muirhead, John Gahgan, Frazer McLellan. Sono loro ad animare le serate di danza in Piazza Scozia in collaborazione con Caledonian Society. www.fergusmuirhead.com
CAMPBELL SCHOOL OF HIGHLAND DANCE
Al Festival sono presenti circa quindici ballerini della Campbell School of Highland Dance, che fa parte della rinomata Scottish Dance Teacher Alliance, che è stata fondata nel 1934 e ha dato un contributo fondamentale alla creazione dello Scottish Official Board of Highland Dancing (SOBHD).
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RETE ITALIANA DI CULTURA POPOLARE Comitato Festival delle Province
Il Progetto Rete Italiana di Cultura Popolare, riconosciuto nel 2007 dal Ministero per i Beni e Attività Culturali e unica Rete Italiana di Cultura Popolare, coordinato dal Comitato Festival delle Province, intende valorizzare le attività culturali di spettacolo finalizzate alla diffusione e circuitazione della cultura e delle tradizioni popolari. La presenza fattiva di una organizzazione di Enti territoriali, le Province, portatori di culture locali ed accomunati da obiettivi condivisi, crea le condizioni per la definizione di programmi di intervento concertati e funzionali alla valorizzazione dei territori e all’ottimizzazione delle risorse economiche.
SUONI LUNGO L’ADIGE
Musiche e danze tradizionali italiane
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Lungadige San Giorgio / Chiesa Santa Maria in Chiavica
venerdì 21.00 / sabato 21.30
Il Tocatì, oltre ai giochi, offre una panoramica sulle espressioni di cultura popolare immateriale che rappresentano le più antiche tradizioni del nostro paese. La musica, che è una delle espressioni più coinvolgenti e condivisibili, alla sera diventa protagonista sul palco allestito alla torretta austroungarica che si affaccia sull’Adige. Quest’anno sono ospiti al Festival gruppi musicali di altissimo livello selezionati anche dalla Rete italiana di Cultura Popolare (vedi sopra) di cui fa parte l’Associazione Giochi Antichi. Sonorità tradizionali delle varie regioni italiane accompagnano le evoluzioni dei danzatori che si esibiscono in balli caratteristici.
PIAZZA SCOZIA Piazza dei Signori
sabato/domenica 10.00-23.00 In una delle piazze più belle di Verona viene allestita Piazza Scozia, dedicata al paese che quest’anno è ospite d’onore al festival. Sul palco centrale alla sera si alternano i gruppi di musicisti e danzatori scozzesi, pronti a coinvolgere tutte le persone presenti in piazza in danze sfrenate. Situata al centro del Festival, Piazza Scozia ha molte attrattive e propone a tutti il fascino di una regione ricca di storia e di tradizioni. Tra le varie attività previste, vi sarà anche una celebrazione del poeta Robert Burns, amatissimo dagli scozzesi (vedi eventi). Alcuni stand, con materiale informativo e con prodotti caratteristici scozzesi, offrono al visitatore l’occasione per immergersi nell’atmosfera delle Highlands.
APERITIVI MUSICALI
Durante i tre giorni del Festival all’ora dell’aperitivo, vengono organizzate esibizioni musicali negli angoli più suggestivi di Verona. Accanto ai gruppi folk che propongono le melodie caratteristiche delle loro terre, l’Associazione Giochi Antichi e le tradizionali osterie della città offrono gratuitamente vini tipici, formaggi del Monte Veronese di Malga e salumi della zona.
Incontrada
Incontrada
sabato 11.00
domenica 11.30
Corte Sgarzerie
DisCanto
DisCanto
sabato 18.00
domenica 12.30
Piazza Nogara
Giardini Lombroso
Viula’n
Viula’n
sabato 19.00
domenica 18.30
Piazza Duomo
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Piazza Nogara
Gli aperitivi musicali sono gratuiti.
Piazzetta Pescheria
CUCINA DEL FESTIVAL Piatti della tradizione
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Lungadige San Giorgio
dal venerdì alla domenica Sul lungadige San Giorgio, accanto all’antica fortificazione austriaca, ha sede la “Cucina del Festival” dove piatti, vini e prodotti tipici della tradizione veronese sono i protagonisti. Il servizio è curato dalla Cooperativa Sociale Riesco, composta da una squadra affiatata di professionisti, aiutati da persone svantaggiate appartenenti a categorie protette. È possibile assaggiare specialità come risotto con il tastasàl (riso vialone nano igp con carne di maiale), bigoli con la sardella (spaghetti all’uovo di lavorazione artigianale con sarde), crespelle di radicchio e formaggio Monte Veronese, pasta e fasoi (pasta e fagioli), tagliatelle con ragù d’anatra, pastisada de caval (stracotto di cavallo, piatto tipico di Verona), faraona al forno, soppressa veneta, formaggio Monte Veronese di malga nelle varie stagionature, prosciutto crudo di Soave e pasta frolla della Lessinia. Da quest’anno, grazie alla collaborazione con Coldiretti Verona, si può scegliere un Menù a “Km Zero®” con una serie di piatti preparati con prodotti agricoli delle aziende veronesi per risparmiare energie, salvaguardare l’ambiente e promuovere il patrimonio agroalimentare regionale (vedi pag. 43 Festival Sostenibile).
In collaborazione con Coldiretti Verona, Consorzio Monte Veronese D.O.P. e Cantina Sociale della Valpolicella
COLDIRETTI E I PIATTI A “KM ZERO®” Si chiama progetto “Km Zero®” l’operazione con cui Coldiretti vuole sensibilizzare mense, chef e grande distribuzione invitandoli a proporre ai consumatori prodotti stagionali del territorio. Mutuato dal protocollo di Kyoto, il termine “Km Zero®” vuol ricordare a tutti che se pranziamo con vino australiano e carne argentina spendiamo in termini energetici più di quel che mangiamo. Far volare il vino e far navigare la carne contribuisce in modo significativo all’emissione di anidride carbonica ed all’inquinamento del pianeta, mentre cibarsi con prodotti locali permette di risparmiare enormi quantità di petrolio. Accorciare le distanze significa inoltre salvaguardare l’ambiente, promuovere il patrimonio agroalimentare regionale e abbattere i prezzi. Accade già nei mercatini agricoli, con i distributori automatici del latte e nel circuito di ristoranti a “Km Zero®” che si sono impegnati a servire pasti realizzati con ingredienti provenienti dalle campagne circostanti. Nell’edizione 2008 del Tocatì Coldiretti Verona propone nelle cucine del Festival alcuni piatti a “Km Zero®” preparati con l’ampia varietà dei prodotti agricoli delle aziende veronesi. Inoltre Coldiretti Verona contribuisce all’organizzazione del Festival Internazionale dei Giochi di Strada fin dalla sua prima edizione ed anche quest’anno aprirà il Festival con la Colazione dei Giocatori offerta agli studenti delle scuole primarie. Si tratta di una colazione a “Km Zero®” ed energeticamente corretta a base di prodotti agricoli locali: pane fresco artigianale, burro genuino, saporite marmellate alla frutta accompagnate con una tazza di latte fresco o di yogurt della Lessinia.
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ANTICO FORNO BAULI Cortile del Tribunale
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venerdì 15.00-18.30 sabato/domenica 10.00-18.30 In occasione del Tocatì viene allestito nella prestigiosa piazza del Tribunale, vicino a piazza dei Signori l’Antico Forno Bauli, costituito da un forno per panificatori e un laboratorio ludico, dove si possono gustare le speciali frolle che tradizionalmente si preparano a Verona per la popolare festa di Santa Lucia. All’interno del laboratorio “Frolle in Festa Bauli”, i bambini possono giocare al pasticcere: armati di stampi con disegni che ricordano gli antichi giochi di strada, gli apprendisti cuochi potranno impastare, dare forma e cuocere i biscotti di pasta frolla. Poi, mentre i biscotti sono in forno, tutti i bambini sono invitati nella nuova area dedicata alla lettura ad alta voce, a scoprire i testi di Italo Calvino e Gianni Rodari. È questo il modo che Bauli ha scelto per essere presente a Tocatì, festival internazionale dei giochi in strada. Da sempre legata al territorio, Bauli è stata fondata dal Cavalier Ruggero Bauli nel 1922, quando aprì un laboratorio artigianale in vicolo Disciplina 6, alle spalle di piazza Brà. Il successo fu garantito dal Pandoro, il dolce della ricorrenza natalizia che si è ormai imposto come alternativa al Panettone. L’idea vincente, sviluppata negli anni in chiave industriale, dai figli Adriano, Carlo e Alberto (presidente della Bauli), è stata quella di standardizzare un processo di produzione che in passato altri non erano riusciti a dominare con altrettanta abilità, conoscenza e qualità. Da allora l’Azienda ha continuato a crescere, facendo della qualità e del rispetto della tradizione i suoi valori fondanti.
OSTERIA DEL GIOCO
Degustazioni “enogastroludiche”
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Via San Giacomo alla Pigna
venerdì 18.30-22.30 - sab/dom 11.00-22.30 La severa bellezza della chiesa di San Giacomo alla Pigna, sconsacrata dai tempi di Napoleone, fa da sfondo all’allestimento temporaneo di una particolarissima osteria a cielo aperto, dove il tempo passa dolcemente: un bicchiere di vino, una scacchiera davanti, e la voglia di guardarsi intorno e chiacchierare con i vicini. All’ottima scelta di vini del territorio si affianca un’ampia selezione di specialità come polenta e soppressa, polenta e trota, polenta e formaggio Monte Veronese di malga, uova sode, peperoni delle aziende agricole e agrituristiche veronesi, grazie alla collaborazione con Coldiretti, che insieme ad Associazione Giochi Antichi gestisce l’Osteria del gioco.
LE OSTERIE VERONESI E IL TOCATÌ Una tradizione consolidata
La collaborazione tra le osterie veronesi del centro storico e l’Associazione Giochi Antichi è ormai una tradizione consolidata. Gli aperitivi musicali offerti negli angoli più suggestivi del Festival sono curati da alcuni locali tra i più caratteristici della città. L’Associazione Giochi Antichi di Verona è fiera di continuare questa relazione tra gioco e osterie, che affonda le radici nella morra, nelle carte e in tante altre sfide ludiche. Le osterie, antico e attualissimo luogo di socialità, offrono un punto d’incontro e uno “spazio franco” nel vivere quotidiano.
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Per un Festival Sostenibile Da sempre attento a valori come ambiente e sostenibilità, Tocatì ha fatto fin dall’inizio scelte molto precise in questa direzione. Alla base di tutto il desiderio di sperimentare, durante il breve spazio del festival, quali sono le concrete possibilità per offrire una migliore qualità della vita urbana, in una città dove la strada non sia solo un luogo di passaggio, ma anche e soprattutto uno spazio di incontro e di scambio con le altre persone, e dove il gioco può svolgersi liberamente, con tutte le implicazioni di aggregazione sociale. Auto elettriche Per agevolare chi ha bisogno di spostarsi nella città con un mezzo, il festival, grazie alla collaborazione con l’Assessorato all’Ambiente, mette a disposizione alcuni mezzi elettrici. Acqua pubblica Alla Cucina del festival e all’Osteria del gioco viene servita l’acqua dell’acquedotto cittadino depurata con filtri al posto dell’acqua in bottiglia. In questo modo non si contribuisce all’inquinamento (con le bottiglie, il trasporto sui camion, ecc.) e si utilizza l’ottima acqua di Verona (Acque Veronesi), distribuita fresca e gasata attraverso il servizio Acquanuova di AGSM. Biciclette in città Durante il festival il centro storico della città viene chiuso al traffico. Le biciclette hanno libero corso ovunque, e l’equipe di lavoro di Tocatì le utilizza. L’uso delle due ruote è incoraggiato anche dai servizi treno più bicicletta utilizzabili nei giorni del festival. Chilometro zero Alle cucine del festival si possono scegliere piatti “a chilometro zero”, grazie alla collaborazione con Coldiretti Verona e Riesco, società cooperativa sociale. Sono realizzati con prodotti locali, che non sono stati trasportati per lunghi viaggi con mezzi inquinanti (camion, aerei, ecc). Energia rinnovabile L’energia erogata durante il festival, offerta da AGSM Verona, proviene interamente da fonti rinnovabili certificate e garantite. Isole ecologiche In occasione del festival, a Verona vengono istituite isole ecologiche per la raccolta differenziata. È un’iniziativa di AMIA, che vuole così contribuire a un maggior decoro dello spazio cittadino e diffondere i criteri base della raccolta differenziata. Legno riciclato Grazie a un accordo con il consorzio Rilegno, particolari strutture per le aree di gioco sono state costruite con legno riciclato oppure proveniente da fonti certificate. Materiale riciclato Ove possibile si cerca di utilizzare prodotti provenienti dall’attività di riciclo. Il festival ha avuto il supporto e patrocinio del Consorzio nazionale per il recupero e il riciclo dell’alluminio (CIAL) e il patrocinio di Consorzio per la raccolta e il riciclaggio degli imballaggi di carta e cartone (Comieco). Sacchetti Nelle cucine del festival si utilizzano sacchetti biodegradabili al 100% in Mater-Bi (amido di mais) offerti da AMIA. Stoviglie Nelle cucine del festival si usano piatti e posate in materiali riciclabili. ECO PIAZZA Durante il festival vi è l’ecopiazza, dove sono presenti le aziende che danno un contributo concreto e sostenibile alla realizzazione dell’evento. AMIA monta nella piazza una grande pista per le biglie realizzata con materiali riciclati, dove tutti possono giocare. Collabora la cooperativa Matite Appuntite. AGSM, che eroga per il festival energia proveniente da fonti rinnovabili, ha uno stand dove illustra le sue attività e servizi e dove invita bambini e ragazzi a giocare con laboratori di energia rinnovabile per promuovere uno sviluppo sostenibile. ATV allestisce uno spazio che offre informazioni inerenti alla mobilità sostenibile in città e nella provincia di Verona. ACQUE VERONESI allestisce uno stand informativo sulla qualità dell’acqua dell’acquedotto.
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Il Festival & l’Università L’Università di Verona, anche per questa edizione 2008, prosegue la sua collaborazione con l’Associazione Giochi Antichi in occasione di Tocatì, festival internazionale dei giochi in strada. Un Ateneo legato profondamente al suo territorio e alla sua città, da sempre attento a sostenere e supportare iniziative volte alla promozione della cultura. Da venticinque anni l’Ateneo scaligero è diventato autonomo e cresce in ogni suo aspetto cercando di rispondere alle esigenze degli studenti, delle loro famiglie e della comunità tutta. La collaborazione con il Tocatì, in questa edizione, è visibile in diversi ambiti. Con la presenza di studenti delle facoltà di Lingue e Letterature Straniere e Scienze Motorie che svolgono attività di stage e tirocinio nell’organizzazione del Festival, mettendo in pratica le capacità acquisite nei corsi universitari. Due i convegni organizzati in partnership: “Le competenze in gioco” in collaborazione con Scienze Motorie e “Insieme per giocare. Diritto al gioco come valore per l’educazione interculturale e la cooperazione” ideato dalla facoltà di Scienze della Formazione con Unicef. E anche quest’anno le voci del festival saranno raccolte dalla redazione della web radio d’Ateneo, Fuori Aula Network, che realizzerà contributi multimediali per www.tocati.it. Sempre di più, la sinergia tra Ateneo di Verona e Associazione Giochi Antichi trova spazio in attività culturali e di riflessione sul valore del gioco nella società moderna. Informazioni sull’Università di Verona: www.univr.it Ufficio Comunicazione Via Vipacco, 7 37129 Verona Tel 045/8028030 Fax 045/8028387 tel. 045 8028127-030-190.
Tocatì & Scuola Scavi archeologici e fonti letterarie ed artistiche permettono di conoscere giochi e giocattoli che il mondo antico, dai sumeri agli egizi, dai greci ai romani, ha inventato e prodotto. Con il progetto “la piazza dei bambini”, l’Ufficio Scolastico Provinciale- Ufficio Educazione Fisica di Verona in collaborazione con Associazione Giochi Antichi, ha portato alla realtà quotidiana nelle piazze e vie dei nostri giorni giochi, passatempi e giocattoli come il salto della corda, gli astragali, il gioco del coccio, i trampoli, i birilli, la tropa, il tris, il cerchio, la campana, ecc. Gli allievi della quinta superiore del liceo “Montanari”, dell’Istituto Alberghiero”A. Berti”e dell’istituto d’arte “Nani”, del liceo linguistico “L. Einaudi”, dell’ Istituto “L. Mondin”, guidano in un percorso cittadino, tra storia, arte e giochi, gli alunni delle classi della scuola primaria. C’è anche un laboratorio tra gioco e cibo dove gli alunni possono seguire le fasi di preparazione del formaggio, fino al test di conservazione attraverso il gioco del lancio del formaggio. Nei giardini San Giorgio si gioca in lingua inglese, con la collaborazione e la vigilanza linguistica di Mr e Mrs Sutherland, due insegnanti che vengono appositamente dalla Scozia. Cinquecento alunni delle classi seconde possono cogliere la passione del puparo durante lo spettacolo. Nel corso della mattinata le aziende di “Campagna amica” della Federazione provinciale Coldiretti di Verona, provvedono ad integrare con yogurt, pane e marmellate le energie spese. LA PIAZZA DEI BAMBINI VENERDÌ 9.00-13.00 Giochi riservati alla scuola primaria In collaborazione con l’ufficio Scolastico Provinciale di Verona con il Liceo S.S.P.P “C. Montanari”, Istituto d’Arte “N. Nani”, I.P.S.S.A.R. “A. Berti”, Liceo linguistico “L. Einaudi”, dell’ Istituto “L. Mondin”.
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ASSOCIAZIONE GIOCHI ANTICHI
L’Associazione Giochi Antichi studia e sostiene il gioco tradizionale in Italia e nel mondo. Ha sviluppato una rete nazionale a difesa del gioco, fa parte di AJEST (Association Européenne des Jeux et Sports Traditionnels) e del Comitato Festival delle Province che è stato identificato dal Ministero per i Beni e per le Attività Culturali come Rete Italiana di Cultura Popolare. In questi anni AGA ha intrapreso una serie di azioni, che comprendono: • La ricerca, sul territorio italiano e europeo, di comunità ludiche dove si pratica il gioco tradizionale, che è espressione della cultura popolare e rappresenta un patrimonio immateriale da salvaguardare (come riconosciuto dall’Unesco nella Carta Internazionale del Gioco Tradizionale, stesa nel 2003). • l’organizzazione di manifestazioni, eventi e iniziative culturali che promuovono il gioco tradizionale e favoriscono la riutilizzazione di spazi pubblici come Tocatì, Festival internazionale dei Giochi in Strada, che nel 2007 ha richiamato 200.000 persone e ha coinvolto molte comunità ludiche d’Italia e di Croazia. • il recupero e la diffusione di giochi tradizionali. In particolare quello dello S-cianco (variante locale della lippa) che oggi è molto praticato nel veronese e che appassiona anche squadre di giovani coinvolgendo un grande pubblico nel campionato da noi organizzato annualmente. • una raccolta di firme, tuttora in corso, per chiedere che l’Italia riconosca la Carta Internazionale del Gioco Tradizionale (Unesco 2003). • rapporti con scuole, comuni e altre associazioni per far sì che il gioco tradizionale entri in programmi e attività di vario genere. • percorsi formativi per istituzioni, università, scuole e associazioni. • iniziative per rivalutare le strade e le piazze dove si svolgevano le attività ludiche. • rapporti di studio e di ricerca con altre associazioni (ludiche e non), università, istituzioni, imprese, organizzazioni territoriali a livello locale, nazionale e internazionale. L’Associazione Giochi Antichi ha aperto nel 2007 il primo centro di documentazione sul gioco tradizionale (Casa Colombare a Verona) che comprende un archivio bibliografico, fotografico,video e una collezione di giochi tradizionali. Ha queste finalità: - collaborare alla conservazione e valorizzazione del patrimonio scientifico, storico, artistico, documentario e librario nell’ambito delle cultura ludica tradizionale; - promuovere la conoscenza della storia del gioco con iniziative didattiche e di informazione sociale; - promuovere studi e ricerche sulla storia del gioco e sui giocatori di tradizione; - valorizzare le testimonianze materiali della storia del gioco e della tradizione ludica (come archivi e documenti conservati in istituzioni pubbliche) promuovendone tutela e conservazione; - sviluppare rapporti di collaborazione e scambi con analoghe istituzioni e con enti ed imprese pubbliche e private italiane e straniere operanti nel campo del gioco di tradizione. Associazione Giochi Antichi Via Castello San Felice 9 Parco delle Colombare 37128 Verona tel.0458309162 www.associazionegiochiantichi.it
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L’energia di Tocatì 2008 è AGSM Energia Rinnovabile
con il patrocinio di
Parlamento Europeo
British Embassy, Rome
con il patrocinio del comitato italiano per l’Unicef Onlus POLITECNICO DI MILANO POLO REGIONALE DI MANTOVA
collaborazioni FONDAZIONE
teatro stabile di innovazione verona
produzione teatrale per ragazzi e giovani
Conservatorio “F.E. Dall’Abaco”
Associazione Sardi “S:Satta” Verona
media partners
Sempre più numerosa è la schiera di amici, sostenitori, associazioni e istituzioni che hanno permesso, anche quest’anno, di realizzare l’edizione del Tocatì: un apporto insostituibile per la costanza e l’entusiasmo. Un grazie a tutti.
ARRIVEDERCI ALLA PROSSIMA EDIZIONE DEL TOCATÌ nel SETTEMBRE 2009
Realizzato con il contributo di Verona TuttIntorno e Regione Veneto - L.R. 33/2002 Design Happycentro - Stampato da Cierre Grafica, Verona
sostenitori