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Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, DCB Vicenza - Anno 38 - N. 2 Febbraio-Marzo 2010 - Mensile
Febbraio - Marzo 2010
Organo mensile dell’Associazione Italiana Calciatori
Aiutiamo gli arbitri L’intervista rgassola Simone Ve el Siena capitano d el Siena capitano d rgassola Simone Ve L’intervista
L’inchiesta del 62° Il bilancio iareggio Torneo di V iareggio Torneo di V del 62° Il bilancio L’inchiesta
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La mia famiglia, l’ho ereditata. Da te.
Un
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significa lasciare un segno di te nel futuro dei bambini abbandonati. Un gesto molto semplice ma concreto, che potrà contribuire a dare loro la speranza di essere accolti da una famiglia. Per maggiori informazioni, richiedi la Guida ai lasciti testamentari.
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editoriale
di Sergio Campana
Arbitri in buona fede vanno aiutati
Stadi obsoleti vanno rifatti
Com’era prevedibile, quando il campionato sta entrando nella fase più delicata, i risultati diventano determinanti e gli errori arbitrali pesano come macigni. E le polemiche, che sono una peculiarità del nostro calcio, diventano più aspre. Anche quando l’Inter aveva scavato un abisso tra sè e le inseguitrici, Mourinho, che ormai conosce già bene il calcio italiano, anche se dichiara che mai ne sarà condizionato, aveva manifestato certi timori. In sostanza paventava che qualche intervento esterno remasse per riaprire il campionato. Abbiamo avuto conferma di questo durante e dopo la partita dell’Inter contro la Sampdoria. I suoi comportamenti e i suoi gesti simbolici (le manette) sono stati pur se negativi, uno spettacolo, ma forse hanno finito per innervosire i suoi giocatori, anche se i nove rimasti in campo hanno sfiorato l’eroismo. Mourinho ha continuato a difendere la sua tesi sulla persecuzione dei nemici dell’Inter, ma occorre dire che l’arbitro Tagliavento forse aveva commesso un solo errore nelle ammonizioni e nelle espulsioni dei giocatori nerazzurri. Il giudice sportivo non si è lasciato influenzare dalle recriminazioni dell’allenatore portoghese e ha inflitto a lui e alla squadra una vera e propria stangata. In verità sono accaduti episodi che per chi vuol pensar male sarebbero elementi assai utili. Alludendo alla Juventus e a qualche rigore più che dubbio a suo favore, Mourinho ha dichiarato con sarcasmo che per qualcuno nei campi italiani l’area di rigore è di venticinque metri. Di sicuro si sarà tappato la bocca quando avrà visto il rigore solare a favore della Fiorentina e contro il Milan non fischiato dall’arbitro Rosetti. E proprio dalla Fiorentina giunge un coro, quello dei fratelli Della Valle, proprietari della società, che in certo
senso avalla le tesi di Mourinho. Loro parlano apertamente di complotti ai danni della squadra viola, che evidentemente dà fastidio se approda in zona Champions League. Le contestazioni agli arbitri e le accuse di congiure tornano dunque di attualità e quindi ci sarà ancora lavoro per gli organi disciplinari. Va ribadito ancora una volta che, fino a prova contraria, gli arbitri sbagliano in buona fede. Può capitare che un arbitro veda un fallo avvenire dentro l’area di rigore o non consideri da rigore un chiarissimo fallo; e che il tutto venga clamorosamente smentito dalla moviola. O si accettano gli arbitri così come sono, con i loro errori, o il calcio può chiudere. I primi a farlo dovrebbero essere i calciatori, cioè i protagonisti dello spettacolo, che in campo devono collaborare con gli arbitri ed aiutarli a sbagliare di meno. E poi dovremmo tutti imparare a non porre sempre l’arbitro al centro delle attenzioni e delle polemiche. Una lezione l’ha data Ancelotti che chiamato ad esprimersi sul netto calcio di rigore non concesso al Chelsea, ha dichiarato: «Non sono più abituato a commentare le decisioni arbitrali». Fabio Capello, che per un giorno ha indossato le vesti di docente all’Università di Parma, è tornato a parlare in modo molto critico del calcio italiano, guadagnandosi come la volta scorsa l’accusa di ingratitudine. E invece lui, che ha esperienze in Spagna ed in Inghilterra, ha pienamente ragione: dalle sue riflessioni il nostro calcio ne esce giustamente malconcio. Al centro delle sue critiche ci sono, particolarmente, gli stadi italiani e i frequentatori delle loro curve. Secondo Capello, c’è una frangia di spettatori, che si identifica con gli ultras, priva assolutamente di cultura sportiva e che acquista visibilità
attraverso le immagini della televisione, molto generosa nei suoi confronti. A questi gruppi di pseudotifosi (tra loro si contano molti spacciatori di droga) da noi è praticamente garantita l’immunità, mentre in altri Paesi, sempre secondo Capello, se uno tira una semplice bottiglietta, viene immediatamente processato e il pubblico aiuta gli stewards ad individuare l’autore del lancio. Quanto agli stadi, in Italia sono obsoleti e questa è una realtà preoccupante, dal momento che vogliamo organizzare gli Europei del 2016. Se poi aggiungiamo che, specialmente in serie B, sono semideserti (la percentuale di riempimento è circa del 50%), la preoccupazione aumenta. Nella serie B inglese, assicura il CT della Nazionale britannica, c’è un pubblico fisso di 20-25mila spettatori. In Inghilterra e Spagna quasi tutti gli stadi sono di proprietà delle società. Capello racconta che in Inghilterra, fino a 10 minuti prima del fischio d’inizio, le tribune sono deserte, perché tutti sono al ristorante o al bar all’interno dello stadio. Nessuno si affretta perché gli impianti sono coperti, con posti a sedere numerati. In Italia è da una vita che si parla di stadi da ristrutturare e di proprietà dei club. Capello conclude il suo intervento con un accenno al merchandising, denunciando che fuori dai nostri stadi abbondano le magliette taroccate. Mentre all’estero i contraffattori sono perseguiti penalmente, da noi non succede assolutamente niente. Il buonismo degli anni passati e lo strizzare l’occhio da parte di politici alle curve, ha prodotto violenze incontrollabili. Ora, anche se in campagna elettorale, il mondo della politica prenda le distanze dai violenti, senza cadere nell’errore del passato: una manciata di voti in più ha causato autentici disastri al calcio italiano.
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NASCE AriSLA
CRESCE LA SPERANZA Chi siamo
L’Agenzia di Ricerca per la Sclerosi Laterale Amiotrofica promuove e finanzia attività di ricerca scientifica sulla SLA. AriSLA nasce dalla comune volontà di Fondazione Cariplo, Fondazione Telethon, Fondazione Vialli e Mauro per la Ricerca e lo Sport ed AISLA. Per le sue caratteristiche e finalità AriSLA rappresenta una realtà unica in Italia ed in Europa e si candida a divenire punto di riferimento per la comunità scientifica impegnata nella sfida contro la SLA.
Il nostro obiettivo
Obiettivo principale di AriSLA è quello di offrire ai malati speranze di cura e migliori aspettative e condizioni di vita. Il nostro impegno quotidiano per un futuro senza SLA può diventare una prospettiva concreta con il sostegno di chi condivide con noi il raggiungimento di questa meta. Grazie al prezioso contributo di tutti possiamo concorrere al finanziamento dei migliori progetti di ricerca.
Come aiutarci
Donare ad AriSLA è semplicissimo e lo si può fare attraverso una pluralità di strumenti: • attraverso il tuo 5x1000 (nel modulo della dichiarazione firma nello spazio dedicato a Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale e inserisci il codice fiscale di AriSLA: 97511040152) • con donazione on line (PayPal) • con bonifico bancario (Iban: IT71 E033 5901 6001 0000 0005 190) • con donazione continuativa (Domiciliazione bancaria o postale) Per saperne di più entra nel nostro sito www.arisla.org e troverai tutte le informazioni necessarie, oppure telefona al nostro numero 02 58012354.
Come operiamo
La nostra priorità è quella di operare affinché la ricerca finanziata sia di eccellenza, con risultati che abbiano ricadute concrete per i malati di SLA ed i loro familiari, anche attraverso la creazione di un network di scienziati, nazionali ed internazionali, che metta in sinergia le migliori risorse del settore.
Per un futuro senza SLA AriSLA – Agenzia di Ricerca per la Sclerosi Laterale Amiotrofica Via Camaldoli, 64 – 20138 Milano, Tel. 02 58012354 C. F. 97511040152, Iban IT71 E033 5901 6001 0000 0005 190
www.arisla.org
Sommario
Sommario
primo piano
di Pino Lazzaro
editoriale di Sergio Campana
Arbitri in buona fede vanno aiutati-Stadi obsoleti vanno rifatti
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calcio e legge di Stefano Sartori Il lodo Ledesma/S.S.Lazio
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l’inchiesta di Barnaba Ungaro Il bilancio della 62ª Coppa Carnevale
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Incontro con Simone Vergassola, centrocampista e capitano del Siena, che in queste pagine ha modo di raccontarsi e di raccontare. Dagli inizi, su su alle attuali più di trecento presenze in serie A: dice che se glielo avessero detto ai tempi dell’esordio in serie C, si sarebbe messo a ridere…
segreteria di Nicola Bosio 16
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come stai? Emanuele Manitta
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Febbraio-Marzo 2010
ilCalciatore
io e il calcio Jarno Trulli
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Organo mensile dell’Associazione Italiana Calciatori
foto redazione e amministrazione
tel fax http: e-mail: stampa e impaginazione REG.TRIB.VI
Sergio Campana Gianni Grazioli Nicola Bosio Pino Lazzaro Gianfranco Serioli Stefano Sartori Stefano Fontana Barnaba Ungaro Mario Dall’Angelo Maurizio Borsari A.I.C. Service Contrà delle Grazie, 10 36100 Vicenza 0444 233233 0444 233250 www.assocalciatori.it assocalciatori@telemar.it Tipolitografia Campisi Srl Arcugnano (VI) N.289 del 15-11-1972
Questo periodico è iscritto all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana
Member of
direttore direttore responsabile condirettore redazione
pianeta lega pro di Pino Lazzaro Marco Cunico: “Il lavoro paga sempre”
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segreteria di Diego Murari In viaggio con Diego/14
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ha scritto per noi di Alessandro Comi Marco Bergamini: un “trampoliere” in terra straniera
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internet di Stefano Fontana D’Agostino e Inler: bianconeri a… colori
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Speciale Pubblichiamo questo mese, come inserto da staccare e conservare, il testo del Regolamento Fifa sullo status e sui trasferimenti dei calciatori, entrato in vigore dal 1° ottobre 2009. Alle pagine 18-19 il commento delle principali disposizioni a cura del dott. Stefano Sartori.
Finito di stampare il 08-03-2010
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l’intervista di Pino Lazzaro
Centrocampista e capitano del Siena
Simone Vergasso
fisico e…
Lì a Colle Val d’Elsa, la splendida Siena è davvero poco lontana. Allenamento finito, pochi tifosi, giusto un ragazzino che decide di fermarsi e aspettarli per raccogliere autografi. Sarà anche la pioggia, sarà ancor più che sono ultimi in classifica, pare insomma un po’ meno un’atmosfera da “serie A”. Per fortuna il colpo esterno col Chievo (siamo qui appunto nella settimana seguente) ha smosso un po’ le cose, almeno c’è ancora più senso a prepararsi bene, a non mollare, dai. Simone Vergassola, capitano dei bianconeri, è l’ultimo a uscire, del resto è proprio questa lì nell’ambiente la sua “fama”, una caratteristica che lui comunque si riconosce da sempre, anche quando da ragazzino sapeva che fuori c’era magari la mamma-tassista che aspettava. Sì, dice che è questo il suo modo di approcciarsi, solo così ha modo di sentirsi a posto con sé stesso, far le cose con calma, dall’a alla zeta. Incontro dunque con Vergassola che in queste pagine ha così modo, com’è appunto tradizione di questa rubrica, di raccontarsi e di raccontare. Dagli inizi, su su alle attuali più di trecento presenze in serie A: dice che se glielo avessero detto ai tempi dell’esordio in serie C, si sarebbe messo a ridere, nessun dubbio. Buona lettura.
“S
ono nato a La Spezia perché lì c’era l’ospedale, ma sino ai 12-13 anni ho sempre vissuto a Sarzana, poi ci siamo trasferiti a Castelnuovo Magra. Le elementari le ho fatte così a Sarzana, le medie a Castelnuovo e per le superiori andavo a Sarzana, c’era ragioneria. Il mio primo sport è stato il basket, proprio così, ma certo il calcio mi piaceva e lo giocavo con i miei amici, guarda che ero proprio piccolo, sto parlando di 6-7 anni. Giocavamo in piazza, Piazza Matteotti lì a Sarzana e una volta un amico di mio padre deve avermi visto giocare, ma perché -gli disse- non lo porti col Sarzana? Così mio padre mi portò e cominciai da portiere, forse perché col basket ce l’avevo una certa dimestichezza con le mani e poi mi piaceva buttarmi, mi piaceva insomma stare in porta. Finché un giorno ne mancava uno in mezzo al campo e misero me, parlo di pulcini. A fare la “tassista” è sempre stata mia madre, lei era casalinga, io sono figlio unico e il pallone in casa prima di me non c’era, era di motori e di auto che è sempre stato appassionato mio padre;
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è stato dopo, seguendomi, che via via si è attaccato un po’ anche al calcio. Dopo la Sarzanese potevo andare o a La Spezia o con la Carrarese; ho finito per scegliere la Carrarese perché dicevano che il campionato toscano era più tosto e così ne volevo sapere di più, sempre mia madre a portarmi su e giù. Ho fatto tutta la trafila lì con loro e ricordo che l’esordio in prima squadra l’ho fatto a Ravenna, è stato l’anno quello in cui loro hanno vinto il campionato, avevano Guidolin allenatore, avevo 17 anni, giocai gli ultimi 25’, fu davvero un’emozione”. “Sì, con gli occhi di adesso mi rendo conto che m’hanno trattato bene quand’ero un ragazzino. A Sarzana c’era un ambiente familiare, in fondo è una cittadina di poco più di 20.000 abitanti; ho avuto allenatori bravi e me li ricordo ancora: Oliva, Ratti con cui tuttora ci sentiamo e Vesco. Lo stesso a Carrara e il primo è stato Domenichelli, tipo molto schietto lui e poi Mosti, ex del Catania. Anche alla Carrarese sono stati così anni belli solo che lì un problema è poi diventato la scuola,
era più difficile studiare. Ero arrivato in quinta ragioneria, sempre promosso, mai rimandato, facevo insomma le cose per bene, mai avuto problemi. Avevo cominciato a giocare in prima squadra, due volte la settimana facevamo doppio, non andavo così a scuola e allora l’idea è stata quella di lasciare, di iscrivermi a una privata per poi fare gli esami della maturità con la mia scuola pubblica. Per i miei poteva anche andar bene e mio padre mi propose un accordo di questo tipo: se fossi stato promosso, la scuola me l’avrebbe pagata lui, altrimenti avrei dovuto pensarci io. Però la voglia mi era passata, avevo perso il ritmo, andare di sera a scuola non era come andarci di mattina, più difficile avere fisse quel paio di ore ogni giorno per studiare, come detto ritmi cambiati e dunque arrivarono gli esami e avevo fatto davvero molto poco, non ero certo preparato. Gli scritti andarono così così, tra la sufficienza e l’insufficienza, ma lo stesso ci furono insegnanti, ricordo quella di matematica, che insistettero perché mi presentassi comunque agli orali. Mi presentai ma solo per dire a tutti che non mi pareva
l’intervista
sola, ola,
testa
Simone Vergassola è nato a La Spezia nel gennaio del 1976. Sposato con Agnese, ha due figli: una lei (Greta) di sette anni e un lui (Iacopo, “con la i”) di cinque.
giusto, che non ero preparato, che era meglio che me ne andassi via. E così ho fatto. Ancora adesso, quando mi capita di pensarci, proprio mi dico che errore ho fatto a non diplomarmi”.
“Anch’io da ragazzetto giocavo con le figurine, ero tifoso dell’Inter, in particolare di quella “tedesca”, con Trapattoni allenatore; poi mi piaceva la Sampdoria di Vialli e Mancini. Era anche per me un sogno quello di diventare un calciatore ed è stato quando che ho ho esordito in C1 cominciato a pensare al calcio magari anche come un “lavoro”. I miei sempre lì a dirmi intanto di studiare, che sono proprio pochi quelli che riescono ad andare avanti. Per fortuna m’è sempre piaciuto allenarmi, applicarmi; anche da piccolo, dopo che avevo fatto l’allenamento con la Sarzanese, tutto continuava nel campetto con gli amici, mi ricordo che quasi tutti erano più grandi me ed era in porta dove mi mettevo. Insomma di “sacrifici” per il calcio a me non è mai sembrato di farne, semmai era proprio lo studiare il sacrificio. Il fatto insomma di non andare via con la compagnia degli amici, di non andare in discoteca non è mai stato un peso: prima di tutto veniva il calcio, correre dietro a una palla, è proprio un qualcosa che sento dentro, anche adesso d’estate mi capita che devo per forza fare qualcosa, proprio mi manca, mi sento quasi un po’ perso restando senza. Sport ne ho sempre fatto, sempre; sci, tennis, mountain bike e poi il calcio, non mancavo mai nei tornei estivi che si facevano con gli amici”. “Guardando a tutti questi miei anni di calciatore, quel che penso d’aver so-
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prattutto messo di mio è la voglia di allenarmi, di essere preciso, di essere a posto. Penso che sia stata proprio questa mia “testa” a farmi arrivare, dato che ne ho visti proprio tanti che non ce l’hanno fatta pur avendo più qualità di me; poi il fisico e tanta fortuna, il trovarti al posto giusto al momento giusto. Penso per esempio a quando ho fatto il salto dalla C1 alla Sampdoria in serie A, il mio grazie per forza va a Devoti, dirigente della Carrarese che in me ha sempre creduto, è stato lui a propormi alla Sampdoria, che mi provassero almeno. Provini ne avevo fatti, mi portavano in giro, ricordo per il Torino, la Fiorentina, anche l’Inter, ma nessuno mai m’ha preso. A Carrara sono intanto cresciuto e maturato ed è stato là che Devoti poi mi ha aiutato, questa è anche la fortuna che ci vuole. Sulla voglia di allenarmi, che ho sempre avuto, credo che tanto abbia voluto dire mio padre, lui che era sempre solito dirmi che le cose si devono cercare di fare sempre al massimo, così d’avere la coscienza a posto. Ricordo i suoi primi castighi, se a scuola non andavo bene mi toglieva qualcosa, pallone o bicicletta; continuava a dirmi di dare sempre il massimo, quello era l’insegnamento che si ripeteva ed è così che ho fatto anche col calcio. Ricordo anche le cose che mi diceva, guai se ti becco a fumare (e in effetti io non ho nemmeno mai provato) o di non andare in due sul motorino... Ecco, ai miei figli mi piacerebbe riuscire ad offrire quel che mi è stato dato da mio padre”. “L’atmosfera degli stadi? Che vuoi, qui da noi tutto viene vissuto in un modo così particolare... quando mi capita di vedere i filmati di un tempo, del nostro
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calcio intendo, non posso non notare come il tutto fosse, come dire, un po’ più alla buona, un qualcosa di più genuino, penso allo stadio e allo stesso tifo. Ora invece lo stadio è troppo sinonimo di violenza, andando molto spesso oltre, sia a parole che a fatti, a partire da Raciti e con fin troppi altri episodi. Ecco che il tutto porta certo a un disamoramento verso il calcio, anche da parte dei più piccoli. Sì, mi piacerebbe provare un’esperienza all’estero, specialmente in Inghilterra, lì sono arrivati a giocare anche senza barriere ed è una cosa inimmaginabile questa per noi. Tutto sommato qui a Siena possiamo anche dirci fortunati, diciamo così: problemi ce ne sono stati anche qui, la classifica è quel che è, ma almeno le contestazioni sono sempre state nei limiti della tolleranza. Non mi posso certo dimenticare di Torino, i tifosi che entrano in campo e arrivano a minacciarti non solo nello specifico calcistico. Avevo mia figlia proprio piccolina, nemmeno due passi per strada tranquillo, questa la sensazione che m’era stata buttata addosso. Una cosa del tutto fuori del mondo e così ho deciso di andarmene, non mi interessava niente dei soldi, facesse pure la società quel che voleva, via via, una cosa così proprio non esiste, è un controsenso. Quando c’è contestazione è chiaro che tra noi ne parliamo nello spogliatoio, la senti per bene l’ostilità, chiaro che ne risenti. È una situazione adesso che
hanno vissuto persino alla Juventus, eppure pensa ai campioni che ci sono in quella squadra: quando il pubblico non ti dà una mano è tutto più complicato. È l’abitudine che abbiamo qui in Italia, siamo per l’appunto abituati a contestare, via a cambiare allenatori e giocatori, a me non pare sia proprio questa insomma la strada giusta. Comunque sia, è stato tra l’altro proprio a Torino che ho avuto direttamente bisogno dell’Associazione. Il problema era il pagamento degli stipendi, tanto e tanto ritardo, allora via dal fidu-
ciario, l ’av vo cato Mazzucchetti: solo tramite lo strumento della messa in mora che dovevamo via via minacciare, siamo riusciti a superare il problema. Sono sempre stato iscritto all’Aic e ancora adesso, per qualsiasi questione mia o di
l’intervista
qualche compagno, è sempre l’Associazione il primo punto di riferimento a cui guardo”. “Io mi diverto ancora, mi piace ancora tanto, mi piace per dire il profumo dell’erba, anche sporcarmi nel fango. Poi arriva il sabato o la domenica, davanti hai la questione dei tre punti, quel che significano, tutta la responsabilità che è legata al risultato: se si vince sei bravo e tutto va bene, in caso contrario ci sono problemi. Da una parte li posso anche capire, ma di base quando uno cerca di dare il massimo che altro si può fare? Bisogna pur tener conto che ci sono anche gli avversari, no? Che magari sono anche più forti di te, in fondo è proprio questa la bellezza del calcio, se uno vince sempre e sempre non è più sport. Io dico che quel che conta è avere la coscienza a posto, arrivare a dare magari il 110% e poterti guardare poi nello specchio: tutti vorrebbero vincere ma non è così che vanno le cose. I giornali li sfoglio e anche le pagelle le guardo, anche se ormai lo so da me quando ho giocato bene e quando ho sbagliato. Devo dire che era questa una cosa di cui risentivo più da giovane, ma ora sono più distaccato, quel che conta per davvero è quel che ci diciamo nello spogliatoio con l’allenatore”. “È vero, adesso in campo ci si deve davvero preoccupare di tutto, di qualsiasi gesto, di qualsiasi parola: mostrano e fanno sentire tutto. Insomma sai che non devi sgarrare ed è comunque una cosa positiva perché proprio correttezza e lealtà sono principi di base dello sport. Sappiamo che ci vedono anche i bambini, che è giusto dare l’esempio anche se non è poi così sempre facile: arrivi magari dopo aver corso e corso, c’è un contrasto, di tuo puoi
essere anche nervoso. L’importante in ogni caso è che finisca tutto lì, finita la partita finito tutto, non bisogna andare oltre. Ecco così che il cosiddetto terzo tempo può in effetti essere una cosa positiva: quando perdi non sei certo contento ma il saluto all’arbitro e agli avversari ci sta, ci deve stare, ci si deve abituare. E dico anche che noi calciatori potremmo anche provare a fermare una partita, se sentiamo dei cori razzisti o se magari scoppiano delle bombe carta, perché no? Torno all’Inghilterra, a come lì siano riusciti a sconfiggere il fenomeno-hooligans, penso sia giusto dare delle pene severe a chi va oltre, ecco che tutti ci abitueremmo meglio: perché uno per strada per esempio non si permette di apostrofare in un certo modo un carabiniere e invece dentro uno stadio lo fa?” “Il capitano l’ho fatto anche alla Sampdoria pur se ero ancora parecchio giovane, poi al Torino, e adesso qui a Siena è il terzo anno che porto la fascia, da quando se n’è andato Enrico Chiesa. Di base credo perché sono uno tranquillo, riesco di solito a parlare in maniera civile con l’arbitro per esempio. In tutta la carriera sono stato espulso una volta per proteste, le poche altre per fallo da ultimo uomo o somma di ammonizioni. Nel gruppo sono uno sì che parla ma non sono certo uno di quelli che urlano, non sono queste le maniere che mi piacciono. Credo d’essere più utile se continuo ad allenarmi per bene, così posso eventualmente anche essere d’esempio: l’allenamento della settimana è fondamentale per la domenica. Spesso mi piace stare davanti a tirare il gruppo ma a volte mi metto proprio dietro a tutti, mi intriga veder da lì come vengono fatte le cose. Con i giovani ho in genere un buon rapporto e devo dire che quelli che
ho avuto modo di conoscere in questi anni qui a Siena si sono sempre dimostrati dei ragazzi intelligenti, che hanno fatto bene la loro parte e che quando serve sanno anche stare in silenzio. E mica è sempre facile nemmeno per i calciatori dico. Che sono in fondo anche dei ragazzi giovani, con in tasca un po’ di soldi: tanti ti cercano e quel che vogliono è spesso proprio fregarti. Situazioni che sono magari più grandi di te, dovresti sì avere la testa ma non è sempre così facile, importante è avere alle spalle una famiglia che sia davvero un punto di riferimento o magari un procuratore, ma sarebbe meglio appunto la famiglia e non è che capita poi sempre”. “Mi piace aver davanti la prospettiva del lavoro settimanale, già a partire dal martedì cominciare a pensare contro
l’intervista
chi giocherai, al loro modo di giocare. Sempre grande attenzione per me al lavoro atletico, al farlo al meglio, senza però caricare più di tanto da inizio settimana la testa ma farlo un po’ alla volta, piano piano pensare così al tipo di partita, all’avversario che avrò davanti, a che fare e a come farlo. Tutto sommato il massimo della tensione lo avverto sempre nel trasferimento allo stadio, quando siamo nel bus, lì proprio patisco e poi va meglio nello spogliatoio, lì a fare le mie solite cose. Sono di quelli che se l’allenamento è alle 15, arrivano all’una, una e un quarto. Posture, stretching, dal massaggiatore e così via; lo stesso alla fine dell’allenamento, sono di quelli insomma che lo “chiudono” lo spogliatoio. Anche da piccolo ricordo che ero sempre l’ultimo; le cose lì dentro mi piace vivermele con calma, il dopo viene per l’appunto dopo, lo sa bene mia moglie. A casa poi non sempre riesco purtroppo a lasciare tutto fuori della porta, lì devo proprio migliorare, certo che per fortuna con due figli piccoli fai presto a sorridere e a farti coinvolgere: c’è Greta che ha
sette anni e Iacopo di cinque, Iacopo con la i, è stata proprio Greta a scegliergli il nome”. “Al dopo cerco di pensarci il meno possibile, mi piacerebbe continuare a giocare ancora tanti anni, me lo dicono tutti quelli che incontro che hanno smesso, fin che il fisico tiene di non mollare, che è tutto più bello fin che giochi. Comunque sia, una volta che smetterò, sono sicuro che lo sport continuerà a far parte attiva della mia vita, intendo a muovermi, a praticarlo, credo proprio sia una parte di me lui. Fino a qualche anno fa dicevo che mi sarebbe piaciuto star dietro a dei ragazzini,ma adesso non lo so. Dentro l’ambiente sì mi piacerebbe stare, è stato il mio per tutti questi miei anni, ma adesso come adesso non so in che modo, se da allenatore o anche da dirigente, non so”. “Sono contento di quello che ho fatto col calcio, quand’ero alla Carrarese non è alla serie A che pensavo, è stato un sogno che si è avverato. Certo, potrei dire che mi sarebbe piaciuto giocare in una grande squadra, avere la soddisfazione di arrivare in Nazionale, sono ambizioni che credo abbiano in fondo tutti quelli che giocano, ma vedo anche che ho più di 300 presenze in serie A: se me l’avessero detto quando stavo cominciando in serie C mi sarei messo a ridere, questa la sostanza. A un ragazzo che comincia? Mah, penso ancora a mio padre, quel che lui sempre mi diceva, di cercare di fare ogni cosa che fai col massimo impegno, sempre, qualsiasi sia il tuo mestiere. Quello del calciatore è un lavoro per modo di dire e bisogna dare tutto, questo il succo: l’idea deve essere quella di essere sempre pronto, magari ti capitano dieci minuti da giocare e ci
La scheda Le “misure” di Vergassola sull’Almanacco Panini sono di m. 1,74 per 70 kg. L’esordio in A l’ha fatto a 21 anni con la maglia della Sampdoria: fu a Bergamo e quel giorno l’Atalanta vinse per 4 a 0. Questa la sua carriera nel dettaglio: Stagione
Squadra
Cat.
P.
G.
2009-10
Siena
A
22
2
2008-09 2008-09
Siena
A
36
2
2007-08 2007-08
Siena
A
31
1
2006-07 2006-07
Siena
A
35
2
2005-06 200 5-06
Siena
A
33
4
2004-05 20 04-05
Siena
A
37
6
2003-04 20 03-04 (gen)
Siena
A
16
1
2003-04 20 03-04
Torino
B
16
1
2002-03 200 2-03
Torino
A
28
2
2001-02 20 01-02
Torino
A
32
2
2000-01 2000 -01
Sampdoria
B
30
6
1999-00 1999 -00
Sampdoria
B
35
4
1998-99 1998 -99
Sampdoria
A
19
0
1997-98 199 7-98
Sampdoria
A
26
2
1996-97 19 96-97
Sampdoria
A
3
0
1995-96 199 5-96
Carrarese
C1
31
0
1994-95 199 4-95
Carrarese
C1
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1993-94 199 3-94
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1992-93 199 2-93
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devi essere, ci devi essere sempre. Per finire vorrei qui approfittare per dire un grande grazie a mia moglie Agnese. Sono tanti anni che davvero mi sopporta, è proprio una vera compagna lei, sia nei momenti belli che in quelli meno: mi ritengo molto fortunato ad averla al mio fianco”.
attività aic
Avvenimenti
Incontri Calendario
19 mar Solidarietà a Mancinelli del Lecco L’Associazione Italiana Calciatori ha manifestato totale solidarietà e sostegno al difensore del Lecco Marco Mancinelli, aggredito da un gruppo di pseudo tifosi della propria squadra al rientro dalla trasferta di Lumezzane. L’Aic, in una nota del 19 gennaio, ha condannato con fermezza il vergognoso episodio che purtroppo si è andato ad aggiungere ad una lunga serie di violenze che hanno, negli ultimi tempi, coinvolto anche i calciatori del Gela, del Brescia, del Palermo e del Torino. In pari tempo l’Aic ha, anche in questa occasione, auspicato l’intervento della Federazione e delle Leghe che in queste occasioni, pur trattandosi di problemi di ordine pubblico, devono esprimere prese di posizione significative.
3 mer Campana sull’appello di Petrucci Il Presidente dell’Aic, Sergio Campana, ascoltato l’appello del Presidente del CONI Petrucci sulle bestemmie in campo, ha invitato i giocatori a comportarsi correttamente e ad evitare frasi blasfeme, specialmente ora che le telecamere riprendono chiaramente l’espressione labiale. I calciatori, che praticano lo sport più popolare, hanno la massima visibilità e quindi anche una grande responsabilità nei confronti dei giovani, che guardano a loro come esempi da seguire. I loro comportamenti pertanto devono essere irreprensibili, in cam-
po e fuori, rispondendo alle regole dell’etica e del vivere civile.
9 mar Consiglio Federale Il Consiglio Federale, riunitosi a Roma il 9 febbraio, condividendo pienamente l’intervento del presidente del CONI Gianni Petrucci contro l’inaccettabile comportamento di chi bestemmia sui campi di gioco, ha deciso di intervenire con una specifica previsione nelle “decisioni ufficiali della Figc” per punire a tutti i livelli, anche attraverso la prova tv, questo tipo di comportamento. L’arbitro potrà sanzionare, come da regolamento, chi bestemmia con il cartellino rosso e se tale comportamento non verrà rilevato dal direttore di gara, sarà possibile intervenire attraverso la prova tv con una sanzione successiva. Ma non solo. Sarà punita anche l’esibizione di scritte con contenuto personale, politico o religioso sotto la divisa da gioco. Tra i vari argomenti trattati durante la riunione, è stato preso in esame anche quello relativo al dossier sulla candidatura italiana a Euro 2016 presentato il 15 febbraio a Nyon. È stato infine ufficializzato l’insediamento della Commissione per il Tesseramento dei minori a favore di società dilettantistiche, in base alla nuova disciplina varata dalla Fifa a tutela dei trasferimenti dei calciatori minorenni (per l’Aic nominati Grosso e Giugni). Tale commissione si va ad aggiungere ai 4 gruppi di lavoro insediati nelle settimane precedenti su altrettanti problemi specifici (Statuto, licenze nazionali, vincolo sportivo, premio di addestramento e formazione).
22 lun La Commissione Europea sul vincolo In merito alle iniziative promosse dall’Associazione Calciatori finalizzate ad ottenere l’abolizione del vincolo sportivo, in particolare riguardo l’interrogazione parlamentare, sottoscritta da 33 deputati italiani del Parlamento Europeo, presentata il 12 novembre scorso, la Commissione Europea ha annunciato che si pronuncerà sulla compatibilità del vincolo sportivo alla luce dell’art. 165 del Trattato di Lisbona sul Funzionamento dell’Unione Europea entrato in vigore il 1° dicembre 2009. La Commissione ha sottolineato, facendo sua la giurisprudenza della Corte di Giustizia, che: “i regolamenti adottati dalle Federazioni sportive devono rispettare le libertà fondamentali previste dal Trattato e, in particolare, il principio della libera circolazione dei lavoratori ma anche dei cittadini”, e quindi anche dei calciatori non professionisti. La Commissione Europea ha ricordato infine che la sentenza della Corte di giustizia sul caso Bernard (di prossima emanazione e che analizzerà la liceità e la misura degli indennizzi e premi di formazione), potrà fornire elementi utili ai fini dello svolgimento dell’analisi sulla questione.
Dilettanti: chiuse le iscrizioni Ricordiamo ai calciatori del settore dilettanti che iscrizioni all’AIC per la stagione 2009/10 sono state chiuse il 28 febbraio scorso.
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calcio e legge di Stefano Sartori
Questo mese parliamo di…
Il lodo
Ledesma / S
D
opo aver commentato con favore l’esito del caso di Goran Pandev si impone un’ulteriore serie di considerazioni che riguardano la delibera relativa alla vertenza di Cristian Ledesma, il cui ricorso ex art. 7 e 12 dell’Accordo Collettivo è stato dichiarato inammissibile dal Collegio Arbitrale presso la LNP con delibera del 26 gennaio 2010. Le precisazioni sono doverose per chiarire preliminarmente un concetto: non è avvenuto alcun mutamento giurisprudenziale e, benché in parte discutibile, la delibera con cui il ricorso è stato respinto non segna alcun passo indietro in tema di “diritto del calciatore a partecipare… in ogni caso… agli allenamenti ed alla preparazione precampionato con la prima squadra”. È però opportuna qualche considerazione, partendo dai fatti. Ledesma, anche se con modalità meno gravi e reiterate di quelle occorse a Goran Pandev e ad altri calciatori della S.S. Lazio, lamenta una situazione di strisciante discriminazione: a partire dal mese di agosto 2009, la società non lo fa più partecipare agli allenamenti della prima squadra, per cui il 23 settembre invia il telegramma di diffida ai sensi dell’art. 12.2 dell’Accordo Collettivo a seguito del quale viene inizialmente reintegrato. Successivamente subisce ulteriori trattamenti differenziati, seppure a singhiozzo, che lo spingono ad inviare un ulteriore telegramma in data 20 novembre 2009. Infine, il 24 novembre successivo, data in cui viene inviato il ricorso al Collegio Arbitrale, Ledesma viene nuovamente reintegrato. Ora, la situazione è abbastanza chiara e negare che non sia avvenuta al-
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cuna discriminazione appare arduo, sennonché si devono considerare alcuni fattori decisivi. Il primo è costituito dal tenore letterale del ricorso: spiace affermarlo, ma la puntuale e tecnicamente ineccepibile difesa del calciatore viene vanificata dal secondo telegramma di reintegra del 20 novembre 2009 che, da un punto di vista sostanziale,
calcio e legge
S.S. Lazio mette una pietra tombale su tutto quanto accaduto in precedenza risolvendosi quindi in un determinante errore strategico. In secondo luogo si deve aggiungere che il ricorso viene proposto il 24 novembre successivo, quando cioè la società reintegra nei termini Ledesma, il che non consente di dedurre in sede di discussione le successive discriminazioni che il calciatore subisce. In definitiva, il Collegio Arbitrale si trova a deliberare su una situazione di inadempimento contrattuale da parte del club che, atti alla mano, non è più in essere ma è riconducibile solo al passato. E ciò, lo ripetiamo, in forza di un secondo telegramma di diffida che, oltre a provocare il reintegro entro i tre giorni canonici ex art. 12.2., azzera tutte le vicende antecedenti. Tanto è vero che il Collegio Arbitrale, seppure a maggioranza, ha buon gioco nel respingere il ricorso, e non sorprende che nella motivazione (che, grazie all’incomprensibile ostracismo della LNP e/o della Segreteria del Collegio non è pubblicabile come invece lo sono tutte le delibere degli organi della giustizia sportiva e degli altri organi arbitrali del CONI e della FIFA), si evidenzia che “il calciatore ha comunicato alla Società due diffide: la prima il 23 settembre 2009 e la seconda il 20 novembre 2009. Ma in entrambi i casi è pacifico che la Società abbia adempiuto nel prescritto termine di tre giorni; ed è altrettanto pa-cifico che il ricorso al Collegio arbitrale sia stato proposto il 24
novembre, quando ormai la Società aveva adempiuto alla diffida: riconosce infatti lealmente il ricorso (pag. 7) che ‘Alla ripresa degli allenamenti della prima squadra avvenuta presso il centro di Formello nel pomeriggio di oggi, 24 novembre 2009, Ledesma veniva nuovamente integrato con la prima squadra e svolgeva regolare allenamento’.” Pertanto, la conseguente conclusione è che il Collegio, a maggioranza, delibera di dichiarare inammissibile il ricorso in quanto lo stesso è stato presentato quando il club aveva adempiuto alla diffida del 20 novembre 2009. Resta un’ultima considerazione, o meglio, un auspicio da fare sul punto appena citato. Il Collegio, nell’opinione dei due componenti che deliberano concordemente, sostiene che poiché ai due telegrammi di dif diffida del 23 settembre e 20 novembre 2009 la società ha adempiuto nel prescritto termine di tre giorni, è venuto meno l’ina-
dempimento da parte del club. Bene, fin qui possiamo anche convenire, a patto però che ciò non significhi che un numero illimitato di inadempimenti denunciato dalle conseguenti rituali diffide ex art. 12.2. possa essere sanato da un corrispondente numero di reintegrazioni in extremis…, e ciò all’infinito e dunque sia nel corso della preparazione precampionato che nel prosieguo della stagione. Se fosse così l’art. 7 sarebbe agevolmente aggirabile, con un balletto di convocazioni allo spirare del terzo giorno. Ma forse, ripetiamo, è solo un eccesso di precauzione da parte prossinostra, che prossi mamente potrà essere a gevol mente verificato.
l’inchiesta
di Barnaba Ungaro
Chiusa la Coppa Carnevale con la vittoria della Juventus
L’Immobile Vecchia Signora…
non si sposta dal Via
A
ncora Juventus, ancora Ciro Immobile. Come l’anno scorso. La società bianconera si conferma una realtà di prima grandezza nel panorama del calcio giovanile italiano, così come il suo bomber si ripete quale attaccante tra i più interessanti delle nuove leve del nostro Paese. Molto bene, ancora una volta, l’Empoli, degno finalista della 62ª Coppa Carnevale; dai toscani un nuovo esempio di come si possa lavorare al meglio nel difficile mondo dei vivai anche senza disporre delle risorse economiche dei clubs più ricchi. Ma non è tutto. In semifinale, accanto all’Atalanta – altra società di tradizione nel settore giovanile – spicca la Rappresentativa della Serie D del tecnico Roberto Polverelli. Ragazzi sconosciuti ma non per questo meno bravi e promettenti. In Italia, se mai ci fosse stato bisogno di ribadirlo, si possono crescere talenti anche tra i campetti di periferia. Molti clubs professionistici hanno presentato dall’estero acquisti “freschi” del mercato invernale, alcuni di pregevoli qualità, ma di sicuro gli azzurrini della Serie D non sono stati da meno. Certo, ragazzi come Ciro Immobile – miglior giocatore, supercan-
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nononiere del torneo con la quota record di dieci gol (14 complessivi in due edizioni) – inevitabilmente beneficiano del contatto con le prime squadre, però un’occhiata anche alle categorie inferiori, Serie D compresa, pare doverosa. Solo un club straniero, sui diciannove partecipanti, è approdato agli ottavi, per poi fermarsi: in definitiva è una Coppa Carnevale che abbraccia tutti i continenti, ma che alla fine da un po’ di tempo a questa parte parla sempre italiano. “In effetti” – spiega Alessandro Palagi, presidente del Centro Giovani Calciatori, società organizzatrice – “mi aspettavo di più dalle squadre dall’estero. Ce n’erano di ottima tradizione, come il Gremio, il Legia Varsavia, l’Anderlecht, però le squadre italiane si sono presentate più preparate. In Italia si sa lavorare sui settori giovanili, e da Viareggio anche quest’anno se ne è avuta la conferma”. E non a caso lo stesso Palagi sottolinea l’impresa della Rappresentativa di Serie D: “Lo considero un segnale molto forte per tutto il calcio italiano, quasi un invito ai clubs professionistici di guardare anche alle catego-
In queste pagine, alcune immagini della finale della 62ª edizione del Torneo di Viareggio vinta dalla Juventus contro l’Empoli. In basso, Ciro immobile, miglior giocatore e miglior cannoniere.
rie inferiori. E poi, più generalmente, un monito a trovare il coraggio per lanciare i giovani anche nelle prime squadre, poco importa se abbiano diciotto, diciannove o vent’anni”. Pur in una Coppa Carnevale tutta “italiana” dai quarti in poi, il Centro Giovani Calciatori vuole assolutamente mantenere la vocazione di “mondiale giovanile”, come da più parti è stato ribattezzato. “Il nostro intendimento” – prosegue ancora Palagi – “è quello di dare comunque un respiro internazionale alla manife-
l’inchiesta Dai quarti in poi solo italiane
L’andamento del torneo Ottavi di finale
iareggio stazione. Il crescente interesse mediatico è dato anche da quell’aspetto. Quest’anno, quando abbiamo deciso di riprendere con le telecamere tutte le 87 partite della manifestazione per poi inserirle sul nostro sito, abbiamo coniato uno slogan: mandiamo il torneo di Viareggio in tutte le case del mondo. Ebbene, alla fine abbiamo contato due milioni di pagine per oltre 350 mila contatti unici. Numeri, questi, che ci riempiono d’orgoglio. Proseguiremo su questa strada. E chissà che dalle prossime edizioni non vi sia anche un ritorno di qualche squadra straniera nella fase decisiva della manifestazione”. Dall’anno del ritorno alle 48 squadre, dopo le 40 del 2009, che suggerimenti avete tratto per il futuro? “Cercheremo di inasprire le sanzioni a chi si ritira. Ci è dispiaciuto il caso della Sampdoria, che ha abbandonato il torneo di fatto “bloccando” la corsa del Siena. Lavoreremo anche su questo”.
Juventus - Cesena Reggina - Palermo [d.c.r. (1-1 d.t.r.)] Inter - Atalanta [d.c.r. (0-0 d.t.r.)] Torino - Milan Genoa - Rappr. Serie D Empoli - Roma [d.c.r. (0-0 d.t.r.)] Fiorentina - Club Nacional [d.c.r. (2-2 d.t.r.)] Napoli - Sassuolo [d.c.r. (1-1 d.t.r.)]
3-1 4-5 3-5 1-0 1-2 3-1 7-6 4-5
Quarti di finale Atalanta - Palermo [d.t.s. (0-0 d.t.r.)] Fiorentina - Empoli Torino - Rappr. Serie D [d.c.r. (0-0 d.t.s.)] Juventus - Sassuolo
1-0 1-2 1-3 1-0
Semifinali
Juventus – Atalanta 2-0 Reti: 39’ pt. Yago (J); 13’ st. Immobile [rig.] (J). Juventus: (4-3-2-1): Pinsoglio; Bamba (35’ st. Romano), Alcibiade, De Paola, Crivello; Pirrotta (20’ st. Boniperti), Giandonato; Esposito, Yago (23’ st. Fischnaller), Belcastro; Immobile. (A disposizione: Piccolo, Ferrero, Serino, Libertazzi, Terrazzino, Giovinco). All. Bruni. Atalanta: (4-3-2-1): Rossi; Colombo, Gavazzeni, De Leidi, Canzian; Kone, Coulibaly, Monacizzo; Meduri (6’ st. Minotti), Crncic (31’ st. Franciosi); Gabbiadini (23’ st. Pandiani). (A disposizione: Facheris, Perico, Rota, Baselli, Gatto, Toivomaki). All. Bonacina. Arbitro: Ostinelli di Como. Note: espulso 12’ st. De Leidi (A); ammonito Yago (J), Coulibaly (A), Gavazzeni (A), Kone (A). Empoli - Rappr. Serie D 4-2 d.c.r. (0-0 d.t.s.) Empoli: Addario; Mazzanti, Tonelli, Alderotti, Tognarelli; Lo Sicco, Crafa, Guitto; Saponara (22’ st. Brugman), Shekiladze (13’ pts. Signorelli), Pucciarelli (42’ st. Castellani). (A disposizione: Gaffino, Pupeschi, Signorelli, Menegaz, Bianchi, Videtta, Camano). All. Donati Rappr. Serie D: Forte F.; Candolini, Benci, Alletto (14’ pts. Altobello), Mosca; Forte D. (7’ sts. Verdesca), Borotto; Chimenti (3’ pts. Vaccaro), D’Anna, Tirelli; D’Angelo. (A disposizione: Brotto, Cantile, Failla, Bonanno, Sartoretto, Modesti, Verdesca). All. Polverelli Arbitro: Barbeno di Brescia. Note: espulso 6’ sts. il tecnico Donati (E); ammoniti Forte D. (R) e Alderotti (E); ai calci di rigore per l’Empoli segnano Guitto, Alderotti, Lo Sicco e Signorelli, per la Rappresentativa segnano Mosca e Chimenti e sbagliano D’Angelo e Altobello.
Finale
Juventus - Empoli 4-2 Reti: 19’ pt. Immobile [rig.] (J); 7’ st. Immobile (J), 13’ Yago (J), 20’ Immobile (J), 28’ Tognarelli (E), 31’ Tonelli (E). Juventus: (4-2-3-1): Pinsoglio; Bamba, Alcibiade, De Paola, Crivello; Giandonato, Marrone; Esposito (22’ st. Boniperti), Yago, Belcastro (46’ st. Libertazzi); Immobile (26’ st. Fischnaller). (A disposizione: Piccolo, Romano, Ferrero, Serino, Pirrotta, Giovinco). All. Bruni. Empoli: (4-1-4-1): Addario; Mazzanti, Tonelli, Alderotti, Tognarelli; Signorelli (11’ st. Brugman); Lo Sicco, Crafa (33’ pt. Shekiladze), Guitto, Pucciarelli (1’ st. Saponara); Dumitru. (A disposizione: Gaffino, Pupeschi, Menegaz, Bianchi, Castellani, Videtta). All. Donati. Arbitro: Tagliavento di Terni. Note: spettatori 5000 circa; ammonito Tognarelli (E), Addario (E), Shekiladze (E), Immobile (J) e Marrone (J).
I premiati
Capocannoniere e miglior giocatore: Ciro Immobile (Juventus) Premio Fair Play “Niccolò Galli”: Lorenzo Tonelli (Empoli)
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segreteria
Antonio Cabrini, presidente
È nata l’Aiec
Associazione Italiana Ex Calciatori Non più solo la AIC, adesso c’è anche la AIEC, dove quella “E” in più sta per “ex”. Sì, tutto questo perché è nata l’Associazione Italiana Ex Calciatori, battezzata lo scorso 26 maggio 2009 a Vicenza nella sede dell’Assocalciatori. Presidente è stato nominato Antonio Cabrini, semplicemente… un campione del mondo. “E proprio con la AIC sarà importantissimo trovare una sinergia: di fatto è il nostro fratello maggiore”. Questo, in sostanza,
Qui sopra, il primo consiglio direttivo della nuova Associazione: si riconoscono, da sinistra, Testa, Maioli, Cabrini, Lelj, Miani, Briaschi e Nonni.
il suo primo pensiero dopo l’assunzione della nuova carica. Ma con quali propositi viene costituita la AIEC? Ce lo spiega proprio Cabrini. “Noi ci riproponiamo di essere un punto di riferimento per tutti coloro che hanno abbandonato la carriera di calciatore professionista. Per iscriversi basta aver giocato anche una sola stagione dalla Serie A alla C2, oggi Seconda Divisione. Ci è capitato spesso di sentire situazioni dove con un po’ di informazioni, e di formazione, certi problemi si sarebbero potuti risolvere in partenza”. E via con un esempio pratico. “Ci sono ex giocatori che nemmeno avevano ritirato la somma accantonata pres-
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so il Fondo di fine carriera, forse magari non ne erano a conoscenza. Bene, noi vogliamo che chiunque abbia smesso di giocare possa avere un punto dove potersi rivolgere”. Informazione e formazione, quindi, e proprio la “formazione” sarà una delle prerogative dell’ AIEC. “Per questo sarà fondamentale trovare una sinergia con l’Associazione Italiana Calciatori. Per noi, occasionalmente, sarebbe importante avere un piccolo spazio nel corso delle loro riunioni, perché le tematiche, di fatto, sono comuni. E l’AIC le affronta da sempre: ecco perché lo consideriamo come un fratello maggiore”. Ma c’è davvero uno sbalzo così grosso quando si appendono le scarpe al chiodo? “È un cambiamento di vita che va ad incidere maggiormente su chi magari non ha militato nelle categorie maggiori. Chi ha giocato in A oppure in B per tanti anni ha avuto modo di conoscere approfonditamente l’ambiente del calcio. Chi invece ha giocato in C1 o C2, per tanti o pochi anni che siano, può avvertire maggiormente lo sbalzo. Noi vogliamo coinvolgere tutti, proprio per aiutare chiunque a trovare nuove opportunità dopo la carriera. L’esperienza che si matura può essere preziosa, a qualsiasi livello. E non è vero che un ex giocatore possa fare solo l’allenatore o il direttore sportivo”. Sono previste iniziative anche extracalcistiche? “Nel tempo, se cresceremo adeguatamente, non sono da escludere”. Quale sarà il primo passo? “Per prima cosa dobbiamo farci conoscere. Dobbiamo riuscire nell’intento di far capire l’importanza di questa iniziativa. Cercheremo di creare situazioni ad hoc, momenti
di incontro, di dialogo. Di certo è nostra intenzione procedere di pari passo con tutte le istituzioni calcistiche, italiane ed internazionali. E poi ci muoveremo in piena sintonia con la European Former Football Players Associantions, ovvero l’organizzazione che raggruppa i maggiori clubs di veterani del calcio. Lì il presidente onorario è Michel Platini e il presidente effettivo è Ramon Alfonseda”.
Organigramma Nel corso della riunione del primo Consiglio Direttivo, oltre alla nomina a presidente dell’ex campione del mondo Antonio Cabrini. È stato deciso di conferire a Sergio Campana, Presidente dell’Aic, la carica di Presidente d’onore, mentre a Silvano Maioli, ex segretario storico dell’Aic, è stata affidata la carica di Segretario generale. Nell’organigramma figurano anche: Diego Bonavina (Vicepresidente); Demetrio Albertini, Massimo Briaschi, Giuseppe Lelj, Luciano Miani, Ivan Nonni, Fabio Pecchia, Gennaro Testa (consiglieri); Antonio De Silvestri (Presidente Collegio dei Probiviri); Roberto Dalla Montà (Presidente Collegio dei Revisori dei Conti). Associazione Italiana Ex Calciatori Contrà delle Grazie, 10 36100 Vicenza Tel. 0444 233209 segreteria@aiexc.it www.aiexc.it
segreteria di Nicola Bosio
Cambio di grafica e tante novità
Nuovo sito
e nuovi servizi Aic
Il sito dell’Associazione Italiana Calciatori, www.assocalciatori.it, è stato completamente rinnovato nella grafica e arricchito di contenuti e servizi innovativi, come la “Aic Web TV” con notiziari ed interviste esclusive.
Dal mese di febbraio è online il nuovo sito istituzionale dell’Associazione Italiana Calciatori, www.assocalciatori.it, completamente rinnovato per quanto riguarda la veste grafica e arricchito di nuovi contenuti e servizi innovativi. La novità più importante riguarda il lancio della “Aic Web TV”, un sito nel sito: nell’intento di rafforzare la comunicazione con i propri iscritti, l’Associazione ha deciso di promuovere una nuova serie di servizi informativi mirati, diventando la prima entità in Italia a tenere aggiornati gli associati attraverso veri e propri videonotiziari, che verranno inviati direttamente sui loro telefoni cellulari. All’interno del nuovo sito è presente una sezione che, oltre a contenere l’archivio di tali notiziari, sarà arricchita da interviste con i calciatori e le calciatrici protagonisti dei vari campionati e delle squadre nazionali. La serie dei contenuti speciali si inaugura con un’intervista al Presidente dell’Aic Ser-
gio Campana e quattro interviste esclusive realizzate con altrettanti protagonisti dell’Under 21, vale a dire Poli, Ogbonna, Ranocchia e De Silvestri. Ricordiamo che www. assocalciatori.it, inaugurato nell’aprile del 2002, oltre ad un continuo aggiornamento sull’attività svolta, contiene una ricca presentazione dell’Aic che prevede il ruolo, la storia (lo statuto, tappe fondamentali, conquiste, le azioni sindacali, i consiglieri), la struttura (organigramma, i fiduciari, la Fifpro, la Cids), i servizi offerti (sede, segreteria, iscrizioni) e gli eventi (ritiro precampionato Aic, Oscar del Calcio, Galà Triveneto). Quindi un’ampia area “normativa” che dà la possibilità al visitatore di accedere, e scaricare facilmente dal computer, notizie e fac-simili su indennità di fine carriera, coperture assicurative, Accordo Collettivo, Collegi arbitrali, ecc; leggi Qui a fianco, la homepage del sito ufficiale dell’Aic. In alto, il nuovo sito www.aicwebtv.it, grande novità di questo restyling.
e regolamenti (Legge 91, Fondo di Garanzia, Regolamento Agenti, Convenzioni, Regolamento Fifa, Codice Giustizia Sportiva, Camera di Con-
ciliazione, Disciplina tutela sanitaria, Codice comportamento Doping, ecc.); normativa fiscale (calcio e finanza, calcio e fisco, lordo e netto, i minimi, ecc.); l’area previdenza dove è possibile calcolare la posizione contributiva, scaricare in formato pdf il pratico manuale Aic sulla pensione e consultare la ricca modulistica, e un’area riservata agli iscritti per alcuni sondaggi interni. Inoltre news, comunicati stampa, convenzioni, faq, sondaggi, la rivista “Il Calciatore” online (sfogliabile direttamente dal sito o scaricabile), la lista dei calciatori senza contratto e le schede dei calciatori, complete di dati anagrafici, carriera dettagliata e fotografie. Non manca infine una consistente sezione dedicata ai calciatori dilettanti (Calcio a 5 e Calcio femminile compresi): fac-simili, modulistica, regolamenti e servizi.
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calcio e legge di Stefano Sartori
Status e trasferimento dei calciatori
Il Regolamento Fifa Ambito di applicazione (Art. 1) Il regolamento contiene le norme applicabili: a) Ogni qual volta i calciatori si trasferiscano fra club appartenenti a federazioni nazionali diverse. b) Alla definizione dello status e dell’idoneità dei calciatori nel partecipare alle competizioni FIFA, delle confederazioni continentali e delle singole federazioni. Status del calciatore (Art. 2 - 4) Professionista è il calciatore che ha un contratto scritto e che in cambio della propria prestazione riceve un importo superiore alle spese sostenute per l’esercizio dell’attività calcistica. Tutti gli altri calciatori, che quindi praticano attività sportiva per diletto o percependo il solo rimborso delle spese sostenute, sono dilettanti. È da rilevare che il calciatore acquisisce la qualifica di dilettante dopo 30 giorni dall’ultima partita ufficiale giocata in qualità di professionista, Tesseramento nel periodo 1 luglio – 30 giugno (Art. 5) Nel periodo 1 luglio/30 giugno dell’anno successivo i calciatori possono tesserarsi per un massimo di 3 società, ma disputare partite ufficiali solo per 2. L’unica eccezione è ammessa nel caso in cui il calciatore che ha già giocato per 2 club si trasferisca tra club di federazioni nazionali le cui stagioni sportive siano sovrapposte (ad esempio quando un campionato inizia in estate/autunno ed un altro in inverno/primavera). Periodi di tesseramento (Art. 6) I calciatori si possono trasferire soltanto in uno dei due periodi di tesseramento stabiliti dalla federazione nazionale. Il primo periodo, al termine del campionato nazionale, deve avere una durata non superiore a 12 settimane Il secondo periodo, a metà stagione, non deve durare più di 4 settimane. A questa regola generale fanno eccezione i calciatori senza contratto e quelli che hanno risolto il contratto per giusta causa. Il Certificato di Transfer Internazionale - CTI (Art. 9 – 10) La Federazione deve rilasciare il CTI entro 7 giorni dal momento in cui ha ricevuto la richiesta, a meno che il CTI non possa essere rilasciato perché il
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contratto fra il club ed il calciatore non è scaduto o non è stato raggiunto un accordo sulla risoluzione anticipata del contratto. Nel caso di trasferimento a titolo temporaneo, l’accordo relativo al prestito deve essere allegato al CTI. Se, dopo un periodo di 30 giorni dalla data della richiesta del CTI, non viene data alcuna risposta, la Federazione può tesserare il calciatore con un “Tesseramento provvisorio”. Il tesseramento provvisorio diventerà definitivo un anno dopo la richiesta del CTI. Nel caso in cui sia sorta una controversia contrattuale nell’ambito del trasferimento ed il CTI non venga rilasciato, la parte interessata può inoltrare un ricorso alla FIFA ai sensi dell’Art. 22 Reg.. La FIFA deciderà sul rilascio del CTI e sulle sanzioni sportive entro 60 giorni. Il CTI non è richiesto per la disputa di partite amichevoli o di prova. Il prestito del calciatore professionista – (Art. 10) Il calciatore professionista può essere ceduto in prestito ad un altra società; la durata minima del prestito è quella che intercorre fra due periodi di tesseramento (in Italia, 4 mesi). Il contratto (art. 18) Il contratto di un calciatore professionista deve avere una durata minima pari al periodo che ha inizio dalla data del tesseramento fino alla fine della stagione e una durata massima di 5, salvo diversa disciplina prevista dalle singole federazioni nazionali. Durata contratto calciatore under 18 (Art. 18) Qualsiasi giocatore che non abbia compiuto 18 anni di età può firmare un contratto come professionista solo per un periodo che non superi i 3 anni. Validità del contratto (Art. 18) La validità di un contratto di trasferimento o di un contratto di lavoro tra un giocatore e un club non possono essere subordinate al risultato positivo di un esame medico o al rilascio di un permesso di lavoro. Risoluzione per giusta causa (Art. 14 – 15) Il calciatore può risolvere il suo contratto per giusta causa o per una valida ragione sportiva (“giusta causa sporti-
va”), che verrà valutata, caso per caso, dalla Camera di Risoluzione delle Controversie della FIFA (DRC). Il giocatore avrà una giusta causa sportiva per risolvere un contratto con il suo club quando è in grado di dimostrare, alla fine della stagione, di essere entrato in campo in meno del 10% delle partite ufficiali disputate dal suo club. A questa regola generale fanno ovviamente eccezione i portieri di riserva. Il professionista può porre fine al suo contratto per giusta causa sportiva solo entro 15 giorni successivi all’ultima gara ufficiale (compresa la coppa nazionale) della stagione disputata per il club per il quale è tesserato. Stabilità contrattuale / periodo protetto (Art. 13 – 16) Per tutti i contratti sottoscritti fino al compimento del 28° anno di età del giocatore, se vi è una risoluzione unilaterale senza giusta causa sportiva durante i primi 3 anni, vengono applicate sanzioni sportive ed è dovuto un indennizzo. Per i contratti firmati dopo il compimento del 28° anno di età, valgono gli stessi principi ma solo per i primi 2 anni. La risoluzione unilaterale di un contratto durante la stagione è vietata. Sanzioni per risoluzione senza giusta causa (Art. 17) Salvo circostanze eccezionali, le sanzioni sportive per la risoluzione unilaterale di un contratto senza giusta causa o giusta causa sportiva saranno: In ogni caso, un’indennità di compensazione: A meno che non sia stato previsto diversamente nel contratto, l’indennità di compensazione per la risoluzione del contratto sarà calcolata secondo i seguenti criteri: a) la remunerazione ed altri benefici dovuti al giocatore ai sensi del contratto esistente e/o del nuovo contratto; b) la durata del tempo rimanente nel contratto esistente fino ad un massimo di 5 anni: c) l’importo di qualsiasi quota e spesa pagate o contratte dal vecchio club (ammortizzato nel corso della durata del contratto); d) il fatto che la risoluzione sia avvenuta durante un “periodo protetto”. Inoltre, per il giocatore: Restrizione alla sua facoltà di partecipare a partite di calcio ufficiali, salvo per il club con il quale era sotto contratto, per un periodo effettivo di 4 mesi dall’inizio del campionato nazionale con il nuovo club.
calcio e legge
In caso di circostanze aggravanti, le sanzioni potranno raggiungere un periodo effettivo di 6 mesi. Non vi saranno sanzioni sportive per la risoluzione unilaterale alla fine del terzo anno di contratto (o del secondo nel caso in cui il calciatore abbia stipulato il contratto dopo il 28° anno di età), salvo il caso in cui non venga dato per tempo il preavviso dopo l’ultima partita della stagione. Per il club che risolve un contratto o istiga a tale risoluzione: Divieto di tesserare nuovi giocatori, sia a livello nazionale che internazionale, fino alla scadenza del secondo periodo dei trasferimenti successivo alla data in cui la risoluzione è diventata effettiva. Inoltre, il Comitato disciplinare della FIFA potrà, ove del caso, imporre le seguenti ulteriori: multe, detrazione di punti, esclusione dalle competizioni. L’applicazione di sanzioni è altresì prevista per l’agente di calciatori che abbia favorito o indotto una risoluzione unilaterale del contratto durante il periodo protetto. Trasferimenti di minori 18 anni (Art. 19) I trasferimenti internazionali di giocatori aventi meno di 18 anni non sono consentiti salvo le seguenti tre eccezioni: a) I genitori del giocatore si trasferiscono per motivi indipendenti dall’attività sportiva del medesimo. b) Il trasferimento avviene all’interno del territorio dell’U.E. o dell’A.E.E. (Area Economica Europea), e il calciatore ha un’età compresa tra i 16 ed i 18 anni. Il nuovo club deve comunque garantire l’istruzione scolastica e la formazione sportiva del giovane calciatore. c) Il calciatore vive in una regione di frontiera, ad una distanza massima di 50 km dal confine e il club in cui il calciatore desidera allenarsi si trova ugualmente ad una distanza massima di 50 km dal confine. Ogni trasferimento internazionale ed ogni primo tesseramento sono soggetti all’approvazione di una sotto-commissione nominata dalla Commissione per lo status dei calciatori. Indennità di formazione per giovani calciatori (Art. 20) Il periodo di formazione di un calciatore avviene tra i 12 e i 23 anni ed è esigibile, come regola generale, fino all’età di 23 anni per la formazione sportiva ricevuta fino all’età di 21 anni. L’indennità di formazione è dovuta nei seguenti casi: a) Quando il giocatore sottoscrive il suo primo contratto professionistico. b) Ad ogni trasferimento fino alla stagione in cui compie 23 anni e comunque in funzione dello status del giocatore,
ossia da dilettante a professionista o da professionista a professionista. L’indennità di formazione non è dovuta: a) Per trasferimento da dilettante a dilettante o per trasferimenti da professionista a dilettante. b) Se il calciatore è trasferito ad una società della categoria 4. c) Se un club risolve unilateralmente il contratto di un giocatore senza giusta causa, fermo restando l’indennizzo dovuto ai precedenti club che hanno preparato il giocatore. L’importo da versare a titolo di indennizzo di formazione deve essere versato entro 30 giorni dalla firma del contratto o dal nuovo tesseramento del giocatore e deve rispecchiare i costi che sono stati necessari per preparare il giocatore. Il calcolo dell’indennità è dato dall’importo convenzionale previsto per la categoria alla quale appartiene il nuovo club moltiplicato per il numero degli anni di tesseramento con il vecchio club. Non è dovuta alcuna indennità quando un giocatore avente 23 anni o più cambia club alla fine del suo contratto o se il club formatore non offre un contratto da professionista. Meccanismo di solidarietà (Art. 21) Se un calciatore professionista si trasferisce durante il periodo di validità di un contratto, una quota (5%) dell’eventuale indennità versata al club precedente, ad eccezione di querlla di formazione, verrà distribuita alla o alle società che abbiano partecipato alla formazione del giocatore. Tale distribuzione avverrà proporzionalmente al numero di anni durante i quali il giocatore è stato tesserato con le società tra l’età i 12 e i 23 anni. Giurisdizione degli organi Fifa (art. 22 – 25) Senza pregiudizio per il diritto dei calciatori o delle società di rivolgersi ad un tribunale civile per le controversie in materia di lavoro, la FIFA è competente per le: a) Controversie fra società e calciatori in relazione al mantenimento della stabilità contrattuale o relative al rilascio del Certificato di Transfer Internazionale. (Competenza della Camera di risoluzione delle controversie - DRC) b) Controversie fra la società e il calciatore che abbiano una dimensione internazionale, a meno che non ci sia un arbitrato indipendente nazionale all’interno della federazione e/o del contratto collettivo nazionale che garantisca un giusto processo e il rispetto del principio di parità di rappresentanza dei calciatori e dei società (DRC). c) Controversie fra la società ed un al-
lenatore che abbiano una dimensione internazionale, a meno che non ci sia un arbitrato indipendente nazionale che garantisca un giusto processo (Competenza della Commissione per lo Status dei Calciatori - PSC). d) Controversie relative all’indennità di Formazione (Art. 20) e al Meccanismo di Solidarietà (Art. 21) fra società appartenenti a federazioni differenti (DRC). e) Controversie relative al Meccanismo di Solidarietà (Art. 21) fra società appartenenti alla stessa federazione nel caso in cui il trasferimento del calciatore oggetto della controversia avvenga tra club appartenenti a differenti federazioni (DRC). f) Controversie fra società appartenenti a federazioni differenti che non rientrano nei casi sub a), d) ed e) (PSC) Competenza del Comitato per lo Status dei Calciatori – Players Status Committee (PSC) (Art. 23) Il Comitato per lo Status dei calciatori avrà giurisdizione su tutte le questioni di cui ai sopra citati punti c) ed f) cosi come sulle altre controversie che sorgano dall’applicazione del presente Regolamento, fatte salve le disposizioni contenute nell’art. 24. Di regola la decisione deve essere presa entro 60 giorni dal ricevimento del ricorso e l’eventuale appello è proponibile alla Tribunale Arbitrale dello Sport – TAS, con sede a Losanna. Competenza della Camera per la Risoluzione delle Controversie – Dispute Resolution Chamber (DRC) (art. 24) La Camera avrà giurisdizione su tutte le questioni di cui ai sopra citati punti a), b) d) ed e), ad eccezione di quelle relative al rilascio del CTI. In casi limitati, previsti all’art. 24.2., la competenza spetta ad un Giudice unico della DRC. La decisione deve essere presa entro 60 giorni dal ricevimento del ricorso (30 giorni se si tratta del Giudice unico di cui sopra) e l’eventuale appello è proponibile a TAS. Prescrizione (Art. 25) Il Comitato per lo Status dei Calciatori, la Camera per la Risoluzione delle controversie o il Giudice della DRC (se del caso) non giudicheranno i casi soggetti alle disposizioni del presente regolamento se sono trascorsi più di 2 anni dal momento in cui si sono verificati i fatti che hanno fatto sorgere la controversia. Entrata in vigore del Regolamento (Art. 29) Il regolamento è entrato in vigore dall’1 ottobre 2009.
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l’incontro
Come stai?
Emanuele Manitta, dal campo ai libri
È arrivato ad esordire anche in serie A, una lunga militanza in B: quanti metterebbero la firma per una carriera così? In più ha solo 33 anni, portiere e si sa che è un ruolo quello che può garantirti tanti più anni di attività Ma evidentemente tutto questo non è bastato ad Emanuele Manitta che nei mesi scorsi ha deciso di dire addio al calcio giocato e di tornare coi libri in mano per arrivare alla laurea in Scienze Motorie. Lo abbiamo contattato e questo è quel che ci ha raccontato.
“Va bene, posso proprio dire d’aver cambiato vita e mi sto anche godendo di più la famiglia. Ho ripreso a studiare ed è stata anche un po’ una scelta forzata. A 32 anni mi sono trovato ad avere delle proposte inaccettabili, se avessi potuto avere invece delle situazioni di un certo tipo avrei continuato, ho moglie e un figlio piccolo, abituato a viaggiare lo sono sempre stato, non mi sarei spaventato ad andare ancora in giro, solo all’estero non volevo andare”. “Già a suo tempo m’era piaciuto studiare, solo che non ero stato bravo da calciatore a coniugare le due cose; allora ho ripreso, anche perché volevo in ogni caso fare qualcosa legato allo sport e farlo qui a casa mia, a modo mio: prima ci vuole la formazione didattica, poi si può pensare al lavoro. Qualcosa avrei potuto fare, anche qui in Sicilia avrei potuto usare il mio nome ma quel che adesso penso mi piacerebbe fare è essere insegnante, specie a livello di scuola media, dove penso si possa ancora avere un ruolo nella formazione delle persone. Credo che così mi sentirei anche utile: è sempre più difficile per chi insegna saper davvero parlare con i giovani. Io con loro da calciatore mi sono sempre trovato bene, a volte m’è capitato di scoprirmi anche invidioso nei loro confronti, a vederli così sbarazzini. Pur essendo uno dei “grandi”, con in più anche un figlio, anche lì a Siena, l’ultimo anno, ero molto legato a loro”. “Dico la verità, faccio fatica a seguirlo adesso il calcio, anche a vederlo per te-
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levisione, non ne sento l’esigenza. Il calcio giocato per me adesso è quello del Giarre, una formazione che ha avuto anche un passato glorioso in C e che ora è in Promozione. Do una mano all’allenatore, è un mio amico, alleno i portieri e ne approfitto dato che tutti i giorni, dal lunedì al venerdì sono a Messina, all’università, a Scienze Motorie c’è la frequenza obbligatoria , è poco lontana Giarre. È questo un modo anche per cambiare un po’ la testa, senza insomma star sempre lì sui libri, ne ho già fatti tre di esami. Quando giochi non te ne accorgi, non hai l’esatta dimensione della realtà. La tua vita scorre come dentro una campana, non sai quali sono i veri problemi della gente. Devi magari difenderti dai giornalisti o dai pseudo giornalisti, ma non sai come ho detto quali sono i veri problemi. Vai avanti alla giornata
Emanuele Manitta è nato a Caltagirone il 12 gennaio 1977. Sposato con Monia ha un figlio di un anno e mezzo, di nome Francesco.
ed è un po’ questo che magari proprio mi manca, il vivere la settimana, lo stare assieme con i compagni, il vivere in fondo sempre all’aria aperta, per il resto poi non è che il calcio mi manchi poi chissà quanto. Lì all’università gli altri studenti lo sanno chi sono, a Messina ho giocato tanti anni, anche anni belli ma non è di queste cose che si parla, di cui loro parlano. Per loro il calcio è quello della televisione, delle grandi squadre, il Messina adesso gioca in serie D, proprio non se lo filano ed è il loro, comunque ,
un calcio vissuto con argomenti da bar, niente di più. Già l’avevo capito fin che giocavo, ma ora ancor più mi rendo conto di quanto brutta sia l’immagine del calcio e dei calciatori che c’è fuori. Visti come molto superficiali, il tutto giusto per tirare due calci al pallone; calciatore associato a un ignorante, che non sa parlare, straviziato. Visto proprio male insomma e fa comodo lasciare questa immagine, specie ai media che possono continuare a dire quel che vogliono, con tanta e tanta gente che in televisione dice quel che sia giusto e ingiusto, sentenziano e giudicano senza saper niente di quel che effettivamente sia fare il calciatore. E comunque il problema non sono le stupidaggini che sparano, il problema sta sul fatto che specie qui da noi abbiamo la malsana abitudine di considerare legge tutto quello che viene detto in tv, è questo quel che passa”. “I primi anni di carriera le sentivo proprio tanto le partite, davvero mi ammazzava la tensione. Poi, dopo Napoli, dopo i 25 anni le cose sono cambiate, facevo infatti quasi fatica a concentrarmi e dunque avevo bisogno di tutto un mio percorso per “sentire” la partita. Ricordo a Messina in B, 30 partite ho giocato quel campionato e mi mettevo la sveglia alle sei proprio per cominciare a prepararmi, inclusi ogni volta un bel po’ di caffè. Pensando ai ritiri, ricordo che a me è sempre piaciuto socializzare e mi sono accorto in questi ultimi anni dell’isolamento che sta invece aumentando, l’uso della playstation e del computer. Insomma, gli stessi ritiri non sono più quelli di una volta, quando si giocava a carte e si aveva modo di raccontarci storie e aneddoti”. “Sì, sono soddisfatto di quel che ho fatto nel calcio, mi è andata bene, specialmente se penso da come e dove sono
partito. Via da casa che avevo 17 anni, io che come portiere sino a quell’età non avevo mai fatto un lavoro tecnico specifico, tipo l’andare a terra e parlo del mio paese, di Randazzo, di un campo in terra battuta che non era certo il massimo per tuffarti; con allenatori che, col massimo rispetto, non sapevano come allenare “anche” un portiere. La mia fortuna è stata quella di trovare dai 17 anni in poi dei bravi preparatori e la mia di bravura è stata quella in due - tre anni di recuperare il terreno perduto. Comunque devo dire che il calcio di questi ultimi anni non mi piace, non so se va bene che funzioni in questo suo modo. Una volta mi pare ci fosse più gavetta, un percorso che portava a qualificarsi. Penso per esempio alle questione dei portieri, adesso dicono che non ce ne sono più di italiani. Ed è anche vero ma la domanda da farsi è perché succede questo? Ricordo a Siena, quel giovane portiere di 19 anni, brasiliano, che per un periodo è stato con noi. Il suo cartellino l’aveva comprato un procuratore, questo giovane portiere aveva un buon fisico, in serie D e nelle Primavere chissà quanti ce ne saranno di così. Grazie a scambi vari di favori con i direttori sportivi, faceva un paio di mesi con questa o quella squadra, via via veniva addestrato fin che arrivava ad essere il cosiddetto “buon prodotto”. È la strada percorsa da altri che sono venuti qui da noi ed erano il quarto o quinto portiere ed ora sono titolari. A vantaggio di chi va tutto questo tipo di percorso? Non sono certo contro gli stranieri, ma gli italiani? Io di gavetta ne ho fatta tanta, non posso dire d’essere stato un portiere di serie A, visto che in tre stagioni ho messo assieme 14 presenze, ma in B ne ho quasi duecento di partite”. “Devo dire che del calcio ho comunque dentro un bel po’ di cose belle, se a giu-
gno mi si presentasse un’occasione vera e seria riprenderei magari a giocare, ma come ho fatto so bene di essere pronto a continuare così, non più giocatore. Tra le cose belle che ho dentro mi sono rimaste per esempio delle persone per bene che ho conosciuto, il tanto lavoro che c’è sempre dietro, gli stati d’animo e le emozioni. Penso a Cristiano Lucarelli, il suo piacere nel giocare con la maglia del Livorno; di soldi ne ha certo presi in carriera ma so anche a quanti ne ha rinunciato per il Livorno, un vero capitano lui, non di quelli che parlano in un certo modo con la squadra e poi cambiano registro quando vanno a parlare col presidente. Una persona con valori, che litigava di brutto anche col presidente e lo faceva specie per coloro che guadagnavano di meno, sottoscritto compreso. Poi la coerenza di Del Grosso che ho incontrato a Siena, lo stesso Vergassola, la pulizia e la dignità di una persona come Gianpaolo. Sono incontri/esperienze che contribuiscono a formarti e alla fin fine a farti anche prendere delle decisioni come la mia, a 32 anni. In un calcio com’è strutturato adesso, tra svincolati e stranieri, ti vengono così a proporre due lire: no, a me non stava e non sta bene”.
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Io e il calcio
l’intervista
Jarno Trulli, pilota della Lotus
“Q
uest’anno parto con una nuova scuderia, la Lotus e certo la stagione che abbiamo davanti non sarà facile. No, non ho una pista preferita, come magari può capitare a chi gioca in un certo stadio: per me più della pista conta la macchina che hai, è lei insomma che ti può far diventare “bello” un circuito. Al dopo ancora non ci penso, mi piace tantissimo quel che faccio e per quel che riguarda la preparazione fisica curo molto del lavoro aerobico (spesso in bicicletta), a cui aggiungo sedute in palestra. Di lavori specifici ne faccio sempre in particolare per collo, braccia, oltre al cuore naturalmente. Dici che sinora ne ho fatti
202 di Gran Premi? Dico la verità, non li ho mai contati e non ci sto dietro insomma a questo tipo di numeri, più di tanto non mi interessa, come detto mi piace molto quel che faccio e penso giusto al presente, ecco”. “Vivo in Svizzera, ho due bambini piccoli, sono ormai tanti anni che corro in Formula 1 e la passione l’ho scoperta strada facendo, sono partito col kart e certo ho preso dai miei genitori, entrambi appassionati di
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moto, non per niente mi chiamo Jarno proprio perché loro hanno voluto fare un omaggio a Jarno Saarinen, campione finlandese di moto”. “In effetti avevo cominciato proprio col calcio, lì a Pescara, la società era la Renato Curi. Pulcino, mia madre anche spingeva perché giocassi proprio a pallone, non voleva allora che corressi col kart. Adesso lo gioco quando mi capita di fare delle partite benefiche con la nazionale piloti: gioco dove mi mettono, davanti o dietro, dove c’è bisogno insomma, non
Da 14 anni in Formula 1
Classe ’74, di Pescara, Jarno ha cominciato col kart all’età di nove anni, conquistando tre titoli italiani consecutivi dal 1988 al 1990 nella Classe 100, arrivando poi al titolo di campione del mondo nel 1991. L’esordio nella F3 tedesca è nel 1995, mentre in Formula Uno ha iniziato a correre nel 1997 con la Minardi; via via negli anni sono state poi Prost, Jordan, Renault e Toyota le scuderie per cui ha corso. Sono esattamente 202 i Gran Premi sinora disputati e vanta la vittoria (nel 2004, con la Renault) nel Gran Premio del Principato di Monaco. Dopo il recente abbandono della Toyota, Trulli correrà nel 2010 con la neoentrata scuderia Lotus ed avrà come compagno di squadra l’ex pilota della McLaren, il finlandese Kovalainen.
l’intervista
Jarno Trulli è testimonial della Regione Abruzzo: è stato uno dei promotori, insieme a Zambrotta, Macheda, Lucarelli e Toldo (foto a fianco) della partita del Fair Play Team che si è svolta a Milano a favore delle popolazioni colpite dal terremoto. Il nome Jarno lo si deve ai genitori che lo battezzarono così in omaggio al motociclista finlandese Jarno Saarinen. Èanche un brillante imprenditore e proprietario di “Podere Castorani” storica cantina in provincia di Pescara che produce alcuni otti ottimi vini.
Ciao
Ballero Franco Ballerini, scomparso lo scor scorso 7 febbraio in un incidente mentre era impegnato in un rally, era stato ospite di questa nostra rubrica nel numero di gennaio de il Calciatore. Anche l’Associazione Italiana Cal Calciatori rende omaggio all’ex c.t. del ciclismo e lo fa qui con una foto che lo ritrae sulla strade della Roubaix, corsa da lui vinta due volte. ho preferenze. Ogni tanto vado an anche allo stadio, l’ultima che ho visto è stata Zurigo-Real Madrid, partita di Champions, è finita 4 a 2 per gli spagnoli se mi ricordo bene. In te televisione qualcuna ne seguo ma non posso certo dire d’essere uno che sta dietro al calcio. Gli stessi Mon Mondiali li seguo quando capita, un po’ a spizzichi e bocconi: il calcio sì mi piace, a volte lo gioco pure ma non è insomma che sia un apap passionato; come altri sport, preferisco piuttosto pratiprati carlo”.
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pianeta Lega Pro di Pino Lazzaro
Rappresentante Aic del Portogruaro Summaga
Marco Cunico:
“È
“Il lavoro paga
stato seguendo mio fratello, quattro anni più vecchio di me, che ho cominciato col calcio. Ricordo i palloni di spugna che mio padre ci portava a casa, lui faceva il rappresentante, ce li comprava negli autogrill: è lì in casa che ho cominciato a fare le mie prime partite. Mio fratello poi ha fatto anche la Berretti del Vicenza, al momento del passaggio dal settore giovanile alla prima squadra ha avuto problemi vari, schiena e pubalgia, s’è fermato insomma tra i dilettanti, tante stagioni in Eccellenza, ha smesso giusto quest’anno, anche lui una mezzapunta. Ricordo che si andava in oratorio, parlo lì a Thiene, c’era la dottrina e così andavamo un’ora prima per giocare a pallone, ancora e ancora. La mia prima squadra è stato lo Zugliano, ero un pulcino e poi sono passato, sempre con mio fratello, al Dueville, lì dalle nostre parti era quello il settore giovanile migliore dopo il Vicenza. Presidente a Dueville era Pieraldo Dalle Carbonare, lui poi è passato a dirigere il Vicenza e così sono stato trasferito anch’io al Vicenza, esordiente. All’inizio c’erano i pullmini che giravano e venivano a prendermi, poi su e giù a Vicenza col treno o l’autobus; l’esordio tra i professionisti l’ho fatto col San Donà in C2 e con la scuo-
la sono riuscito a diplomarmi geometra, sono uscito con 41, l’ultimo anno l’ho fatto proprio a San Donà, la scuola era pubblica”. “Sì, diventare calciatore era la speranza che avevo da ragazzino; ci sono stati dei momenti quando facevo la D che mi dicevo che non ce l’avevo fatta, che sarebbe restato un sogno, poi invece continuando a lavorarci sono riuscito a tornare in categoria. Il calcio l’ho sempre messo al primo posto, sempre così l’ho considerato ed è stato proprio il trasferimento a San Donà - prima volta che andavo via da casa - il segnale che forse ce la potevo fare, che poteva essere il mio “mestiere”, che così valeva la pena fare anche dei “sacrifici” in più. Ora sono passati un bel po’ di anni e non poche volte capita che ci sia chi mi dice che con le mie qualità avrei potuto far di più. Per me sono parole che il vento porta via: la C1 io me la sono conquistata sul campo, spero magari di poter fare ancora un passo più su proprio ottenendo un’altra promozione e comunque sia di una cosa sono proprio convinto: ci sono più sopra dei giocatori che sono meno bravi di me ma ce ne sono anche tanti più bravi che giocano più sotto, non esiste una meritocrazia precisa nel calcio. A marzo avrò 32
anni, ma l’età per me conta fino a un certo punto, quel che conta veramente è la testa, gli obiettivi che mi pongo, gli stimoli e le ambizioni: ora per esempio siamo dentro ai playoff e coltivo dentro di me la speranza di poterci arrivare sino alla fine per avere la possibilità con i miei compagni di giocarci il salto di categoria”. “Sono parecchi anni che gioco qui con loro, posso in effetti essere quel che si dice una “bandiera”, fatto questo che io credo sia ancor più difficile che capiti nelle serie inferiori che sopra. Sono anche il capitano e la fascia la porto pure da qualche anno, eravamo in serie D allora, ci fu nella stagione il cambio dell’allenatore e a subentrare a quel tempo fu Fonti. Lui venne poi confermato per la stagione successiva e ricordo
Qui a fianco, alcune immagini di gioco di Marco Cunico contro la Cremonese (foto da www.uscremonese. it). La “mezzapunta” del Portogruaro Summaga è stato recentemente premiato al Galà del Calcio Triveneto come miglior calciatore della passata stagione.
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pianeta Lega Pro
sempre” che prima di partire per il ritiro mi chiamò, mi disse che sarei stato io il capitano e tra l’altro mi disse che di gol ne avrei fatti secondo lui 18 e sarebbero stati gol che avrebbero contribuito a farci salire in C2: andò proprio così, promossi e di gol ne feci giusto 18! Come capitano sono uno che non parla poi molto, è questo il carattere che ho; sì, sono sempre davanti al gruppo ma questa è una cosa che farei comunque, fascia o non fascia. È questo il mio modo di lavorare, ho sempre pensato che se una cosa la aggredisci ne fai meno di fatica. Più delle parole credo contino gli atteggiamenti, gli esempi: non sono insomma uno di quelli che urla, anzi proprio per questo penso di poter essere ancor più ascoltato. Con i giovani vado d’accordo, qui la società ha deciso di puntare su di loro, magari è una fortuna, ma ne sono anche quest’anno arrivati di bravi, e lavoratori. Certo che tanto è legato anche all’ambiente, qui è proprio famigliare, sarebbe proprio una cosa fuori dal coro per questi ragazzi avere degli atteggiamenti da divetti, dai”. “Rappresentante di squadra lo sono da qualche anno, da quando tornai qui dopo la Spal. Me lo chiesero allora i compagni e decisi di farlo. No, nessun problema al momento di iscriversi per quel che riguarda i giovani, piuttosto a tirarsi indietro a volte è questo o quel giocatore più navigato che dice di preferire ormai di lasciar stare. Comunque sia siamo sempre in un buon numero a iscriversi e io personalmente ho avuto direttamente bisogno dell’Associazione dopo il fallimento proprio della Spal, per il recupero di alcuni stipendi. Allora mi rivolsi a Paolo Bianchet, lui che in questi anni è sempre stato il
mio primo punto di riferimento: per qualsiasi motivo la prima telefonata insomma la faccio sempre a lui. Qui questo nostro campionato doveva essere una stagione di transizione, per arrivare in C1 la società ha fatto investimenti importanti, l’obiettivo doveva essere innanzitutto la salvezza e dunque stiamo andando per ora al di là delle previsioni. L’idea della società è quella di ritagliarsi una dimensione seguendo quelle che sono le caratteristiche di società, per capirsi, tipo Chievo e Cittadella, col progetto di valorizzare dei giovani”. “Rispetto ad anni fa penso che la categoria abbia ora meno qualità di prima, c’erano squadre più forti anni fa. E lo stesso vale per la serie D e la “colpa” non è certo dei giovani ma delle regole che sono state decise. Con gli arbitri il mio è stato sempre un buon rapporto, non ricordo un’espulsione diretta e un’espulsione l’ho avuta per doppia ammonizione, un fallo di mano e un fallo. Con loro provo sempre a dar loro una mano, alla fin fine penso possano anche venir dei benefici comportandosi così. Se dovessi dare un consiglio a un ragazzo che comincia? Mah, ce ne sono tanti di luoghi comuni nel calcio, tipo quello di non far tardi la sera, stare attento a quel che mangi eccetera, te lo martellano sempre, fin dal settore giovanile. Quel che invece posso dire – e anche questo in effetti alla fin fine è un luogo comune – è che secondo me è vero che il lavoro paga sempre. Quando uno si trova a giocare poco, quando vede che non si riesce ad esprimere per quel che vale, io dico che bisogna sforzarsi a restare sereni, a fare in modo di lavorare al 100%: non so dire perché e come, ma alla fine paga, lo so, è così.
La scheda Marco Cunico, rappresentante Aic del Portogruaro-Summaga, è nato a Thiene (Vi) nel marzo del 1978. Le sue misure sono 177 cm per 68 chili. Questa la sua carriera nel dettaglio: Stagione 2009-10
Squadra Portogruaro
Cat.
P.
G.
C1 B
23
4 7
2008-09 2008-09
Portogruaro
C1 A
24
2007-08 2007-08
Portogruaro
C2 B
32 12
2006-07 2006-07
Portogruaro
C2 A
31
2005-06 2005-06
Portogruaro
C2 A
32 13
2004-05 2004-05
Spal
C1 B
23
2003-04 2003-04
Portogruaro
D
2002-03 2002-03
Portogruaro
DC
28
2001-02 20 01-02
Portogruaro
DC
26
5
2000-01 2000 -01
Pordenone
D
23
3
7
3
33 15 6
1999-00 199900
Carpi
C2 B
29
3
1998-99 1998 -99 (ott)
Novara
C2 A
23
1
Di mio in questi anni penso di averci messo soprattutto la serietà. Ognuno di noi ha delle doti, ce l’hanno i difensori, gli attaccanti e anche le cosiddette mezzepunte come me. C’è chi ha doti superiori e va bene, ma chi invece le ha discrete deve mettersi di impegno, deve continuare ad allenare le doti che ha. No, al dopo ancora non ci penso, sono sempre stato dell’idea che se pensi al dopo non pensi al presente e questa è insomma la mia situazione, ci sono ancora talmente dentro a questo ambiente che proprio non ci bado”.
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segreteria
di Diego Murari
Uno per tutti, tutti per Unico1
In viaggio
con Diego/14
Ciao a voi tutti cari marinai. Anche in questo ultimo periodo mi sono spesso ritrovato a respirare i miei momenti di vita in un letto, in un triste e freddo reparto di ospedale. Dove sento, ascolto e tocco col cuore la vera fatica che il mio corpo deve affrontare per l’ennesima traversata di questo mare in tempesta. Febbre altissima per 15 giorni, gola secca in ogni istante. Non sentivo le gambe, non ricordavo nulla più che voi, non mi rendevo conto di essere ancora una volta vicino a quel profondo e buio abisso di nome morte. L’unica cosa che ancora vedevo e capivo era che io ero il capitano di quella nave. Da voi ho imparato che quando la tempesta imperversa e il vento soffia con ogni violenza, il vero capitano non si allarma e non cambia la rotta stabilita dal suo cuore. Il capitano sa che a bordo con lui ci sono persone vere, leali e forti: quando il mare si fa duro e la partita sembra persa, il capitano chiude gli occhi e ascolta in silenzio ogni passo fatto dal suo meraviglioso equipaggio. Il capitano non abbandona la nave, ma lottando contro il male, contro ogni dolore, non lascia il timone, lo stringe tra le mani con le ultime forze rimaste e mantiene gli occhi fissi sulla rotta, mettendo al riparo nel proprio cuore il suo splendido equipaggio. Il capitano sa che quei venti così violenti sono il suo male e sente che da un momento all’altro il suo viaggio può finire tra quelle correnti che regalano soltanto strumenti di morte. È in quei momenti che sento le vostre voci, vedo le vostre corse, i vostri gol e quel corrervi incontro, quell’abbracciarvi in un intenso mare di emozioni. Quante cose mi state insegnando, quanti attimi di gioia, di speranza, di vita mi state regalando in questi mesi. E penso che io da questo letto solo grazie a voi ho camminato su sentieri durissimi, affrontando salite immense, sapendo che arrivato in cima la mia vita poteva finire. Con voi al mio fianco sono inciampato
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più volte, riportando ferite profonde e ritrovandomi sempre vicino alla morte. Eppure mi rialzavo, cercavo la vostra mano e ripartivo con nuova forza, nuova speranza, nuova terapia. Nel mio viaggiare ho incontrato cuori, incrociato sguardi, condiviso vite di meravigliose piccole vite di marinai caduti in quel solito abisso da
dove non si può tornare mai più. Quante lacrime ho visto intorno a quel buio abisso di morte, quante volte ho sperato e gridato tra il dolore. Maledetto, perché lui e non io. Quante volte senza più difesa mi sono lasciato travolgere dal dolore e mi sono lasciato cadere in quel terribile letto bagnato di lacrime. Ho pensato alla
Andrea Pierobon, portiere del Cittadella
Per Diego qualcosa di c Come ha più di qualche volta ricordato lui stesso, Diego Murari è molto contento di questo suo appuntamento sul Calciatore e parla, al solito in quel suo modo così poetico, di privilegio e fortuna. Ci dice anche, Diego, che sono tanti e sempre di più coloro che lo chiamano, che gli dicono grazie (anche se lui questa cosa qui non la capisce poi tanto), che soprattutto gli chiedono che e come fare per dargli concretamente una mano. Una questione certamente molto importante per Diego e allora qui di seguito trovate la testimonianza di Andrea Pierobon, portiere del Cittadella. Anche lui e il gruppo granata se la sono fatta quella domanda: una strada loro intanto hanno cominciato a percorrerla.
“Ho e abbiamo qui conosciuto Diego subito dopo l’inizio della sua malattia, nel tempo abbiamo avuto anche modo di andare a casa sua. Certo ci ha aiutato la vicinanza, sono pochi chilometri da Cittadella: abbiamo fatto proprio presto ad affezionarci a lui. A livello umano Diego ha una carica impressionante ed è stato proprio lui spesso ad aiutarci: nei momenti difficili lì nello spogliatoio capitava (e capita) di dirci di pensare a Diego, di quanto ha saputo e sa tenere botta, perché non potevamo/possiamo farlo anche noi? Personalmente ho con lui un rapporto eccezionale, capita di sentirci anche due-tre volte al giorno, anche a casa viene a trovarmi. Da un punto di vista emotivo e psicologico mi ha dato e ha dato un po’ a tutta
la squadra una grande mano, è un tipo lui, nonostante le sue condizioni, che si fa in quattro per aiutare chi ha bisogno. Insomma, lui mi ha proprio “preso”, così sensibile, così generoso. A noi calciatori in effetti capita spesso di vedere e incontrare situazioni di sofferenza, ma lui è davvero un grande, va aiutato e sostenuto. Anche noi qui come spogliatoio ci siamo posti la domanda su come fare per aiutarlo, anche economicamente intendo: le cure costosissime, i tanti spostamenti che deve fare. Col marchio Unico 1, Diego ha trovato una ditta che produce vario materiale, anche sportivo. Penso, per dire, alle calzamaglie o alle stesse magliette per sotto: le ho provate, sono ottime e così qui a Cittadella abbiamo cominciato a fare
Tanti gli sms per Diego
“Come vitamine”
resa, non avevo più nulla: è questo che ho vissuto in questi ultimi mesi. Ma poi ecco la vostra forza e in quel terribile silenzio i vostri messaggi, le vostre parole, il vostro cuore. Il vostro essermi vicino mi ha ridato la fiducia, la speranza; finché il medico mi regalò un: “Non so come, ma anche questa volta ce l’hai fatta, capitano”. Già,
i concreto degli ordini in modo che pure Diego possa così prendere qualcosa. Oltre alla squadra, ho poi cercato di darmi un po’ da fare, contattando altri amici calciatori e così qualcosa di concreto a poco a poco sta venendo fuori. Lui se lo merita e più siamo meglio è. Chi magari fosse interessato, per proprio conto o come squadra, può chiamare in sede al Cittadella (049/5972693) che poi ci sentiamo”.
lui però non sapeva il mio segreto, lui non sapeva che il mio grande segreto siete voi. Se anche il mio viaggio fosse terminato in quell’abisso buio, lui non capiva che io ero stato già tanto fortunato perché avevo conosciuto tanti di voi campioni e perché i miei occhi avevano già ammirato il quadro più bello, dipinto ogni giorno per me dalla mano del mio Dio. Dipinto per me perché quando tutto finirà io possa dire grazie perché l’ho vissuta la vita. L’unico infinito viaggio: questo è per me l’andare nel rimanere per sempre. Vi voglio bene davvero. Prima di salutarvi, vi racconto qui una delle mie visite, ci riesco quando il fisico me lo permette. Stavolta ho fatto scalo a Mantova: invitato da mister Michele Serena e da capitan Mattia Notari, ho passato una giornata fantastica. Appena arrivato con papà e mamma, il mister e i direttori sportivi Magolini e Poggi mi hanno accolto come uno di loro, addirittura mi hanno quasi preso tra le braccia per aiutarmi a scendere le scale e portarmi nello spogliatoio. Appena entrato, respirando quel meraviglioso profumo di amicizia e di fatica, ho sentito il cuore scoppiare e le lacrime mi hanno invaso il viso. Emozionato come un bambino, tutti i ragazzi mi sono venuti ad abbracciare. Notari, Grauso, Malatesta, Nassi, Caridi, Gervasoni, Spinale, Salviato, tutti. Che spettacolo ragazzi, quanta gioia stavo vivendo in quei piccoli ma indimenticabili momenti. Sono rimasto con loro per alcune ore, seguendoli nel loro allenamento, sperando in silenzio che il tempo si fermasse e che tutto potesse durare per sempre. Il mister mi stava accanto come io fossi veramente parte di quel gruppo fantastico: grazie mister Serena, grazie Paolo, grazie Mattia. Dal cuore grazie a tutti voi ragazzi del Mantova. Grazie di avermi donato parte di voi, del vostro tempo e soprattutto grazie di avermi regalato le lacrime più belle, quelle della felicità.
… abbi sempre voglia di vivere e di trasmettere le emozioni che provi e che ogni giorno mi insegni dal cuore perché sono speciali e uniche come te; … il mio dirti grazie è di poco valore, lo so ma non ho mai avuto un amico meraviglioso come te; … in questa nuova giornata il mio pensiero è per te e il mio sorriso tifa per te e ti incita a continuare ad essere speciale, non mollare; … che il tuo coraggio possa un giorno far fiorire una nuova emozione in questa vita che ci dà tanto, ma che molto presto riesce anche a toglierlo; … spero di vederti un giorno vivere con me accanto e in questo verde prato ritrovare insieme il tuo sorriso più bello; … caro amico senza di te io non riuscirei mai più a ritrovare la stessa gioia quando segno quel gol. Non mollare, io sono come te; … non dimenticherò mai l’emozione e la forza che mi hai regalato nello spogliatoio. Ti porto in campo con me, ti porto nel cuore; … questa lunga fuga e questa splendida vittoria è tutta tua, campione, è tutta per te, non si molla uomo; … tutto parte da te uomo, ricordati che per il debole le difficoltà sono una porta chiusa, mentre chi come te è forte, è una porta che aspetta di essere aperta. Ti voglio bene leone. Prima di buttare l’ancora e scendere a terra, anche stavolta vorrei qui umilmente dire grazie al team Aic, che anche in questo ultimo e difficile periodo mi è stato al fianco, dandomi forza e coraggio nel combattere e lottare senza timori e senza paura. Infine ancora qualche riga per raccontarvi quanta felicità mi avete regalato anche in questo ultimo mese, con le vostre preziose e tante telefonate e i vostri messaggi. Mi sento onorato di aver fatto nuove e straordinarie amicizie, di ricevere ogni giorno da voi tanto affetto. Grazie meravigliosi numeri 1, grazie di essere speciali, grazie di ascoltarmi: da voi ho imparato che non si molla mai. Vi porto nel cuore ovunque. E come sempre vi aspetto con il cuore tra le mani allo 339.1082481.
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dilettanti
di Stefano Sartori
Nella Lega Nazionale Dilettanti
Accordo economico
non consentito
Ritorniamo su un argomento di estremo interesse e relativo agli accordi, non consentiti o leciti a seconda dei casi, aventi per oggetto la corresponsione di importi nei campionati che vanno dall’Eccellenza alla 3a Categoria. Con C.U. n° 35 del 16 dicembre 2009, la Commissione Disciplinare Territoriale (CDT) presso il Comitato Regionale Veneto ha coerentemente valutato la posizione di un calciatore già tesserato con la società Cornuda Crocetta, militante in Eccellenza, ed ha sostanzialmente confermato un orientamento già espresso in due decisioni degli organi disciplinari che abbiamo commentato nei numeri di dicembre 2007 (caso Hubner) e dicembre 2009 (caso Visentin). I fatti. La Procura Federale deferisce al giudizio della CDT un calciatore, il presidente e la società ASD Cornuda Crocetta a causa della stipulazione di un accordo economico/scrittura privata in violazione della normativa in vigore nella L.N.D. Tutto nasce da un ricorso inviato imprudentemente alla Commissione Vertenze Economiche, comunque non competente a decidere in primo grado su controversie di natura economica tra atleti e club, con cui il calciatore chiede il rispetto di un accordo privato datato 14 novembre 2006 nel quale si concorda, testualmente, che “entro il giorno 30.11.2006 verrà corrisposta al giocatore… la somma di € 6.000,00… In caso contrario, lo stesso giocatore sarà svincolato gratuitamente nel mese di dicembre 2006”. La CVE trasmette come ovvio gli atti alla Procura Federale che, dopo aver disposto il deferimento alla CDT e discusso il caso, chiede rispetti-
vamente 1 anno di squalifica per il calciatore, 10 mesi di inibizione per il Presidente, 1 punto di penalizzazione e 2.000,00 euro di ammenda per la società. Ora, analizzando le due vertenze già oggetto di decisione nei mesi scorsi, è evidente come, sul tema, la giurisprudenza delle commissioni disciplinari nazionale e territoriali si stia consolidando con chiarezza sulla base dei seguenti concetti: a) per accordo di carattere economico, vietato per i Campionati Regionali e Provinciali, si deve intendere qualunque accordo diretto a ricompensare economicamente il calciatore per l’attività sportiva svolta in favore della società; b) al contrario, il rimborso spese forfettario erogato dalla società al calciatore nei limiti previsti dalla normativa fiscale (€ 7.500,00) e purché le somme erogate siano tali da costituire effettivamente un indennizzo proporzionato alle reali spese sostenute di volta in volta e non un velato corrispettivo, non costituisce una ricompensa economica per il calciatore, bensì solamente un ristoro delle spese sostenute, ed è quindi stipulabile a livello di Eccellenza, Promozione, 1°, 2° e 3° Categoria (e così pure nei campionati regionali delle Divisioni Calcio 5 e Calcio Femminile).
esaminato con attenzione l’accordo economico, la CDT non ha potuto che concludere che “il tenore del… documento esclude la natura del rimborso spese della somma di € 6.000,00 pattuito tra le parti”; inoltre, “l’aver previsto l’esborso dell’intera somma entro il 30/11/2006 (ovvero entro 16 giorni dalla data della pattuizione medesima)” nonché l’inciso “in caso contrario lo stesso giocatore sarà svincolato gratuitamente” rendono del tutto chiaro che l’accordo ha carattere squisitamente economico ed è diretto non al rimborso delle spese ma ad erogare un mero compenso per le prestazioni sportive rese dal calciatore. Per quanto concerne l’inevitabile sanzione, considerata l’entità dell’importo e valutato il contesto probatorio, la CDT ha considerevolmente attenuato le richieste della Procura nei confronti del calciatore ed ha ritenuto adeguata l’irrogazione della sanzione pari a 2 di squalifica, mentre ha confermato l’inibizione per 10 mesi a carico del presidente ed il punto di penalizzazione e l’ammenda di € 2.000,00 per la società.
Ora è evidente che il caso in questione rientra nella categoria sub a) e pertanto,
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ha scritto per noi di Alessandro Comi
Marco Bergamini, difensore del San Marino
Un “trampoliere”
in terra straniera
Difensore dalle grandi leve, alto quasi 190 centimetri, Marco Bergamini è uno dei pilastri portanti della difesa del San Marino, allenata da Alberigo Evani (detto “Bubu”, ex giocatore di quel Milan stellare che ha dominato in Italia, in Europa e nel Mondo tra la fine degli anni Ottanta e i primi Novanta). Bergamini è al terzo anno “importante” della sua carriera, dopo otto anni di settore giovanile del Milan, due anni in serie D con l’Olginatese, e una stagione al San Marino in Lega Pro, squadra alla quale è approdato l’estate scorsa ritrovando cosi il suo ex allenatore avuto negli allievi nazionali rossoneri. Come sta andando la tua stagione in… “terra straniera”? “Direi abbastanza bene, siamo in zona playoff, siamo stati anche al secondo posto, ma la Lucchese ha una marcia in più e già un buon margine di vantaggio sulle inseguitrici come Prato e Fano. Ma credo che anche noi lotteremo fino alla fine per cercare di vincere agli spareggi. Personalmente nella prima fase del campionato ho trovato più spazio quando la squadra era più improntata sui giovani; dopo il mercato
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di gennaio invece c’è stato qualche innesto di giocatori d’esperienza e meno possibilità di giocare. Comunque questa è la mia prima esperienza tra i professionisti e sono contento di quello che sto facendo. Ho notato la differenza dalla serie D: qui ci sono attaccanti che non perdonano…”.
(circa 30.000 abitanti) si sentono un po’ come stranieri anche se sono in Italia e questo lo si nota anche dalla poca partecipazione alle nostre partite. Sono sicuramente più seguiti un campionato interno di calcio (simile alla categoria eccellenza), il baseball e la Nazionale del San Marino”.
Chicco Evani è stato un grande giocatore: come lo giudichi ora da allenatore? Come fa giocare la squadra? “Innanzitutto devo ringraziare molto il mister che mi ha dato fiducia e mi ha voluto a San Marino dopo avermi allenato al Milan. Come allenatore cura molto l’aspetto tecnico e predilige il gioco palla a terra: giochiamo con un 4-3-3 molto offensivo. Evani è stato un grande calciatore, ma non ci racconta molto delle sue esperienze calcistiche passate, da quel punto di vista è molto riservato”.
Quali sono state le tue più grandi soddisfazioni e quali le delusioni in carriera? “Una grande soddisfazione l‘ho avuta l’anno scorso con la salvezza conquistata con l’Olginatese in extremis agli spareggi dei playout contro il Caravaggio in serie D. Delusioni per fortuna ancora non ne ho avute anche perché ho alle spalle solo pochi anni di carriera”.
Come si vive la realtà calcistica a San Marino? “La società è sana, abbiamo Felice Centofanti come direttore sportivo, 3-4 dirigenti che decidono sulle sorti della squadra, una trentina di tifosi al seguito (un po’ pochini e per di più si sono appena divisi in 2 fazioni). Per il resto diciamo che i Sanmarinesi
Che sogni hai per il futuro? “Spero di togliermi tante soddisfazioni e cercare di arrivare sempre più in alto, anche se so che non sarà facile”. Marco Bergamini è nato a Lecco il 12 marzo del 1988. Dopo tutta la trafila nelle giovanili del Milan ha giocato in serie D nell’Olginatese prima di approdare tra i professionisti con la maglia del San Marino. A fianco una formazione del San Marino e, sopra, mister Alberigo Evani.
amarcord
La partita che non dimentico
Mi ritorni in mente…
Piera Maglio (Chiasiellis) “Posso esagerare?”. “Va beh”. “Lasciamene dire quattro, dai. Due diciamo così “negative”, due invece “positive”. Per quelle col segno meno ricordo intanto lo spareggio di noi del Foroni contro la Lazio, l’anno era il 2000/2001. Eravamo le due squadre che avevano dominato il campionato, gli scontri diretti erano
stati due pareggi e dunque lo scudetto ce lo giocammo in uno spareggio, eravamo a Pisa. Era giugno, tanto caldo. Al novantesimo anche quella finì pari, 2 a 2 e dopo i supplementari andammo ai rigori. Noi si prese i pali e il pallone non entrò, loro presero i pali e fecero gol. No, io non li tirai quella volta: avevo tanti di quei crampi alla fine che nemmeno ce la facevo a camminare. Altra negativa è quella con la Nazionale nel 2001 in Germania: giocavamo contro la Francia, eravamo strafavorite per passare il turno e invece venne fuori quell’unica combinazione anche con le altre partite per cui venimmo eliminate. Che delusione! Senti adesso le “positive”. Amichevole contro l’Inghilterra, lì da loro, c’era Vatta quale nostro c.t.; mancava un quarto d’ora alla fine e perdevamo 1 a 0. Doppio cambio a 20’ dalla fine ed entriamo io e Patrizia Sberti. Subito lei fa il pari e verso la fine capita poi una punizione da limite: ho tirato proprio una bomba,
dritto per dritto, 2 a 1 per noi, l’abbiamo vinta quella partita. L’ultima e poi basta. Stagione 07/08, col Chiasiellis, eravamo stati ripescati in serie A, s’era ritirata l’Agliana allora, il campionato prima eravamo arrivate seconde a un punto dal Trento. Stagione di A e alla fine siamo arrivate penultime, giusto alla pari col Trento e fu così spareggio. S’andò a giocare a Longarone, un po’ così a metà strada tra noi e loro, vincemmo noi per 4 a 2: ne segnai tre, un rigore e due punizioni. La festa per noi durò due giorni filati e se devo paragonare quel che ho provato tra lo spareggio scudetto e quello salvezza, dico che è stato proprio quest’ultimo quel che ho sentito di più, che mi ha dato più emozioni, che è stato più intenso: siamo riuscite a tenere la categoria, la serie A”.
poi, tanti anni di serie C, tra l’altro pure con tre fallimenti nel suo percorso. No, quella settimana non si fece comunque nulla di diverso, ritiro normale, ricordo che avevo un torcicollo impressionante: dovevamo vincere per la serie A. Vincemmo 3 a 1, uno dei tre l’ho feci io e lì allo stadio di Piacenza c’erano 12.000 livornesi, fu in pratica un esodo quella volta. Si giocò di sera, era sabato sera ed erano le quattro di mattina quando si arrivò a Livorno: erano in ventimila allo stadio ad aspettarci. Che spettacolo!”.
Cristiano Lucarelli (Livorno) “Quella che più ricordo è Piacenza-Livorno, campionato di serie B, scontro diretto a due giornate dalla fine, se avessimo vinto avremmo avuto praticamente in mano la promozione in serie A che da Livorno mancava da 55 anni. Fu quella una settimana molto tesa, dopo tanto tempo avvicinarsi a quella partita che poteva farti arrivare a quell’obiettivo era quasi strano, per una società come la nostra
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internet
di Mario Dall’Angelo
I link utili
Il nuovo sito del Settore
Giovanile e Scolastico
Il sito del Settore Giovanile e Scolastico della Federazione Italiana Giuoco Calcio ha avuto recentemente un rifacimento complessivo per ospitare con una nuova veste le descrizioni delle attività di base, del primo agonismo ed i progetti svolti dalla Federcalcio insieme alla scuola italiana. La cura dei contenuti del sito avviene da parte dell’Ufficio comunicazione del Settore Giovanile e Scolastico. Si accede collegandosi al sito www.figc.it e scegliendo la voce SGS sul menù della home page. Cliccando sulla voce «Chi siamo», si accede alle informazioni relativa alla struttura presieduta da Massimo Giacomini e di cui fa parte in quota Aic il nostro Gianfranco Serioli. Lasciamo la parola al presidente per spiegare le finalità del settore: “La F.I.G.C. promuove, disciplina ed organizza, con finalità tecniche, didattiche e sociali, l’attività dei giovani calciatori in età compresa tra i cinque e i sedici anni attraverso un apposito Settore per l’attività Giovanile e Scolastica. Per raggiungere questi obiettivi e per seguire ed organizzare tale attività, il Settore si avvale di strutture periferiche che curano l’attività stessa a livello regionale, all’interno delle quali operano centinaia di dirigenti e tecnici in regime di volontariato, con compiti organizzativi e promozionali”. La nota del presidente prosegue segnalando che l’attività comprende 8.659 società, 48.165 squadre e 720.212 tesserati dai 5 ai 16 anni. Tale attività si suddivide in tre diversi segmenti: quella di base, a carattere promozionale e didattico nella fascia di età 5-12 anni; agonistica, tra i 12 e i 16 anni; l’attività scolastica. Rientrano nell’attività di base le scuole di calcio riconosciute dalla Federcalcio, ben 3893. Inoltre, il SGS provvede
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alla formazione ed all’aggiornamento dei tecnici che seguono i giovani, grazie a dei corsi organizzati ogni anno in collaborazione con il Settore Tecnico e la Lega Nazionale Dilettanti. Non viene trascurata la formazione degli insegnanti, sempre attraverso l’organizzazione di corsi nelle scuole di ogni ordine e grado. Tornando alla pagina principale del sito, notiamo la grafica molto semplice e ben leggibile, che divide l’area nella classica suddivisione in tre parti. L’attività agonistica è documentata nelle sezioni accessibili dai link “Allievi
e giovanissimi prof” e “Tornei”, presenti sotto la testata della pagina. Cliccando il collegamento “I valori scendono in campo” si apre in una finestra separata la sezione relativa al progetto formativo, avviato nel 2008, sui valori dello sport trasmessi attraverso la pratica calcistica “per promuovere l’identità sportiva e culturale di questa nazione, contro ogni violenza, alla riscoperta di una passione sportiva che può unire e divenire esempio per le generazioni future”. L’iniziativa vuole coinvolgere giovani e giovanissimi dei circoli didattici di tutta Italia. L’idea è apprezzabilissima e va nella direzione che l’Aic indica da molto tempo, ovvero la necessità di una rivoluzione nella cultura spor-
tiva degli italiani, obiettivo di lungo periodo che si può raggiungere principalmente attraverso l’azione sulla gioventù. Al momento di scrivere, la mappa d’Italia cliccabile per regione e per provincia non dà risultati riguardo la partecipazione delle scuole. Ci auguriamo che si tratti solo di un temporaneo problema di aggiornamento del sito. Anche perché, sempre al momento di scrivere, leggiamo sulla home page di un’iniziativa in corso che va verso lo stesso obiettivo: un incontro - promosso dal Movimento per l’Etica e la Cultura Sportiva e pratocinato anche dal Coni, oltre che dalla Figc - che porta due vecchi compagni si squadra nel Milan, Gianni Rivera e Massimo Giacomini, a parlare di valori positivi ai ragazzi di scuola. Gli addetti ai lavori troveranno di grande interesse la possibilità di accedere, grazie ai collegamenti nella colonna di destra della home page, ai comunicati ufficiali del SGS, e all’archivio dei medesimi, che vengono pubblicati in formato pdf. Sotto la sezione dei comunicati, c’è il collegamento alla Media Gallery, con cui si accede alle immagini di eventi di primaria importanza del settore, come le finali dei campionati Allievi e Giovanissimi e dell’Under 15 femminile della passata stagione, la visita in una scuola di Scampia di Ciro Ferrara nell’ambito del progetto “I Valori scendono in campo”, e infine del primo Grassroots Festival svoltosi a Coverciano la scorsa estate. Cliccando su “Struttura regionale” si accede a una mappa d’Italia sensibile al mouse, che consente di scegliere le regioni. Si accede così a dei mini-siti dedicati all’organizzazione locale del SGS, con tutte le informazioni per entrare in contatto e mantenersi aggiornati sulle attività.
internet
di Stefano Fontana
Calciatori in rete
D’Agostino e Inler: bianconeri a… colori
www.gaetanodagostino.net Sito ufficiale per Gokhan Inler, centrocampista difensivo in forze all’Udinese. Nato a Olten da genitori turchi nel 1984, ha entrambe le nazionalità, turca e svizzera. Cresce nell’FC Olten, passando nel 1998 all’FC Soletta dove,
allenato da Urs Maier, gioca talmente bene che viene acquistato dal Basilea. Veste successivamente le maglie dello Sciaffusa, del Fenerbahçe, ritorna in Svizzera tra le file della seconda squadra di Basilea, viene acquistato dall’FC Aarau, con cui finalmente trova il giusto spazio e debutta in Axpo Super League il 20 marzo 2005, rimanendovi fino al gennaio 2006 quando passa allo Zurigo. Nell’estate 2007 firma un contratto con l’Udinese fino al 2012, nonostante un interessamento dell’Hertha Berlino. Fa il suo debutto in serie A il 27 agosto 2007 allo stadio Giuseppe Meazza in Inter-Udinese terminata 1-1. Primo gol in serie A il 31 ottobre dello stesso anno in Udinese-Torino 2-1. In questa stagione gioca ad altissimi livelli con grandi risultati, unendo la quantità di contrasti vinti e palloni recuperati alla qualità di assist e tiri in porta, diventando così uno dei pilastri dell’Udinese di Pasquale Marino. Questa a grandi linee la biografia di Inler, tratta dalle pagine del suo spazio internet personale. Il sito, navigabile in inglese ed in tedesco, è tecnicamente ben realizzato ed esteticamente ele-
gante. Lo sfondo scuro con caratteri bianchi è originale e ben leggibile, coniugando estetica e funzionalità. L’impostazione grafica del sito vede una bella immagine di Inler disposta sulla sinistra, diversa per ogni pagina del sito, mentre a destra troviamo i contenuti. Il menù gallery contiene scatti veramente pregevoli, che ritraggono Gokhan in azione contro i migliori attaccanti del campionato italiano. Non mancano scheda tecnica, community e una pagina con il calendario completo degli eventi sportivi con Inler come protagonista. Uno spazio internet godibile e ricco di contenuti, a patto di conoscere l’inglese o il tedesco. Sarebbe interessante, in futuro, avere anche una versione italiana di questo spazio internet. www.inler.ch Sito ufficiale per Gaetano D’Agostino, centrocampista in forze all’Udinese dalle spiccate attitudini offensive. Le ottime doti di visione di gioco ne hanno fatto un vero e proprio regista, tassello insostituibile nella formazione friulana. Nato a Palermo il 3 giugno 1982, D’Agostino dà i primi calci al pallone proprio nelle giovanili della sua città, nel 1990. Con la maglia rosanero realizza il record di 100 reti segnate in un solo anno, record che gli fa guadagnare il passaggio alla Roma. Nel 1998, a 16 anni, entra a far parte della prima squadra guidata da Zdeněk Zeman e vi rimane anche per i primi due anni della gestione Capello, durante la quale fa il suo esordio in Serie A, il 5 novembre 2000 nella partita vinta a Brescia 4 a 2, e vince lo scudetto nella stagione 2000/01. Nell’estate 2001 passa al Bari in comproprietà nell’affare che porta a Roma Antonio Cassano. Con la maglia barese in Serie B trova molto spazio giocando 63 partite in due stagioni, dopodiché fa ritorno alla Roma per altri
due anni, senza incidere molto dato il poco spazio a disposizione. Dopo il trasferimento al Messina nel gennaio 2005 con Bortolo Mutti alla guida della squadra, in una stagione e mezza colleziona ben 42 presenze e 5 gol in campionato. Nell’estate 2006 si trasferisce all’Udinese, dove indossa inizialmente la maglia numero 4, numero appartenuto fino all’anno prima al capitano storico Valerio Bertotto, e dal terzo anno di Udine, la maglia numero 21. Nella stagione 2008-2009, la terza in maglia friulana, arriva la sua definitiva consacrazione in Serie A, con 11 reti realizzate in 36 presenze. Il sito è molto colorato e ricco di animazioni, capace di riflettere il carattere solare del giocatore. Oltre ai succitati dati biografici, non mancano una pagina dedicata alla scheda tecnica del giocatore oltre alla canonica fotogallery. La pagina dei link contiene i collegamenti a vari altri siti, inerenti il mondo del calcio e non. Nel guestbook è possibile lasciare una
firma ed un saluto, mentre grazie alla pagina dei contatti è possibile scrivere una email direttamente al giocatore. Chiudiamo citando la pagina “Serie A”, contenente la classifica aggiornata e un video con gli highlights di tutte le partite fin’ora disputate in stagione dall’Udinese. Strumento originale ed utile, ciliegina sulla torta per un sito internet più che valido.
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tempo libero
musica
libreria
Minimum Fax
Ogni maledetta domenica Otto storie di calcio Autori vari – 281 pagine - € 15,00
In Ogni maledetta domenica il mondo del calcio viene raccontato «dall’interno» come non avviene mai sui quotidiani o nelle trasmissioni televisive. Otto scrittori si addentrano nei chiaroscuri del nostro sport nazionale. Tommaso Giagni si mescola tra gli ultras della Lazio alla ricerca di una verità sull’omicidio di Gabriele Sandri. Stefano Scacchi segue i talent scout delle grandi squadre a caccia di campioni tra favelas e campetti di periferia. Luca Mastrantonio ripercorre fasti e rovine del Milan di Berlusconi, e Vittorio Giacopini insegue la leggenda di Bora Milutinovic´, l’allenatore «zingaro» che risollevava le sorti delle nazionali più povere del terzo mondo. Carlo Carabba mette sotto il microscopio il calcio geneticamente modificato ai tempi della pay-tv, e Andrea Cisi ci racconta la calda, folle, insostituibile esperienza di un pomeriggio allo stadio Zini tra i tifosi della Cremonese. Francesco Pacifico decostruisce splendori e miserie del «caso Balotelli», mentre Osvaldo Capraro mette in scena una luminosa parabola fatta di calcio, violenza, colpa e redenzione. Otto racconti appassionanti vengono a dirci che – alla vigilia dei primi mondiali africani – quello che un tempo fu un semplice sport è oggi, nel bene e nel male, lo specchio fedele del nostro mondo e dei nostri sentimenti più profondi. Rizzoli
La vita ai supplementari
di Giovanni Galli – 220 pagine - € 15,00
Giovanni Galli è stato un portiere d’eccezione, uno di quelli che se lo hai in squadra può fare la differenza. E la differenza l’ha fatta nel Milan, con cui ha vinto uno scudetto e cinque coppe tra il 1987 e il 1990. Ma nel 2001 arriva il rigore imparabile: il figlio Niccolò, diciassettenne speranza del calcio, muore in un incidente di motorino mentre torna a casa dagli allenamenti; una morte assurda, quando una strada scivolosa e un guardrail rotto potrebbero distruggere una famiglia. Ma la rete di affetti di Giovanni, quella davvero non si è mai buca bucata: restando uniti, il dolore può trasformarsi in un’occasione per essere ancora di aiuto agli altri. Con la moglie Anna, le figlie e un manipolo di amici del figlio, Giovanni crea la Fondazione Niccolò Galli, che da anni sostiene anche economicamente ragazzi la cui vita è stata cambiata da un incidente stradale. Con la coscienza di chi ci è passato aiuta le famiglie a trovare, anche là dove pare impossibile, un senso e una nuova forza. Questo libro è il racconto di una vita vissuta al massimo: gli esordi nel calcio, i trionfi nel Milan, le emozioni dei grandi tornei internazionali, la quotidianità in città diversissime come la sua Firenze, la disordinata Napoli e la Milano da bere, la “scoperta” della televisione assieme a Raimondo Vianello, i problemi con i proprietari e i bilanci delle squadre. Sullo sfondo, una vita familiare pulita, dalla tenera storia d’amore con Anna alla prova più dura che una coppia possa trovarsi ad affrontare. Fandango tascabili
Cuore di cuoio
di Cosimo Argentina – 221 pagine - € 10,00
Cuore di Cuoio racconta la storia di un gruppo di ragazzini che sognano di diventare calciatori. Tra questi si distingue per spirito e carisma Camillo Marlo ma conosciuto da tutti come Krol, il nome di un roccioso difensore dell’Olanda. Siamo nella fine degli anni Settanta, la città che ospita le scorribande dei protagonisti è Taranto e la squadra della città sta dominando il campionato di serie B, ma nel bel mezzo della stagione giungerà la prematura scomparsa del campione locale Erasmo Jacovone, il mito di Krol e tutti i suoi amici. La morte di Jacovone cambierà la percezione del magnifico giocattolo “calcio”, ma anche dell’illusoria felicità. 34
Le Vibrazioni
Le strade del tempo L’inizio del 2010 ha segnato il ritorno sulle scene de Le Vibrazioni, gruppo milanese, che festeggia dieci anni di attività, capitanato da Francesco Sarcina. “Le Strade del Tempo”, nuovo album di studio, arriva a tre anni di distanza dal precedente “Officine Meccaniche”, anche se nel 2008 la band ha pubblicato il doppio CD + DVD live dal titolo “En Vivo”. Dalla prima all’ultima traccia del disco non un momento di noia, di stanca ma anzi, per dirla proprio tutta, le canzoni scorrono straordinarie in un affresco di testi e musiche davvero incantevoli. Brani luminosi e vibranti di sentimenti veri che toccano il cuore con dita leggere e condividono con l’ascoltatore forti emozioni. Con questo nuovo lavoro la formazione, che vede Emanuele Gardossi al basso, subentrato dopo l’abbandono volontario di Marco Castellani, sembra aver fatto un passo in avanti: per la prima volta viene dato uno spazio importante al pianoforte, vengono sperimentate nuove sonorità grazie anche all’utilizzo dei violini e dell’arpa di Cecilia Chailly, basso, batteria e chitarra, fanno rivivere quel pop rock a cui negli anni scorsi la band ci aveva abituati, ma con una punta di maturità in più. Più che un allontanamento dai suoni seventies che ne hanno caratterizzato gli inizi, un’interessante fusione tra passato e presente. “Le strade del tempo” è un disco che attraversa il cuore e la mente con passi leggeri e stupefacente intensità.dall’animo nobile.
E R A T S E R I O U P NON O C O I G L A D I R O FU
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SERIERIEAD - SERIE B
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SERIE A FEMMINIL LEGA PRO - SE CALCIO D’AUTORE FIGURINE AUTOGRAFATE* TOP TEAM PANINI TOP TEAM YOUNG FILM DEL CAMPIONATO L’ITALIA NEI MONDIALI PANINI MOMENTI DI GLORIA * Le figurine autografate in originale relative alla sezione dell’album Calcio d’Autore sono in edizione limitata e non ripetibile, in numero complessivo di 600. Per tale motivo non possono essere richieste al servizio figurine mancanti di Panini. Le stesse figurine, in versione standard non autografate, oltre ad essere reperibili nelle bustine, possono essere regolarmente richieste al servizio figurine mancanti.
Speciale Regolamento Fifa
sullo status e sui trasferimenti dei calciatori
febbraio-marzo 2010
speciale
II
speciale
Regolamento Fifa
sullo status e sui trasferimenti dei calciatori Sulla base dell’Art. 5 dello Statuto FIFA del 19 Ottobre 2003, il Comitato Esecutivo ha adottato il presente Regolamento e i relativi allegati che ne formano parte integrante. DEFINIZIONI Ai fini del presente regolamento, i termini che seguono hanno il significato ad essi attribuito a continuazione: 1. Federazione di provenienza: la Federazione alla quale la società di provenienza è affiliata. 2. Società di provenienza: la società che il calciatore sta per lasciare. 3. Federazione di destinazione: la Federazione alla quale la società di destinazione è affiliata. 4. Società di destinazione: la società presso la quale il calciatore si sta trasferendo. 5. Partite ufficiali: le partite giocate nell’ambito del calcio organizzato, come i campionati nazionali di Lega, le coppe nazionali e i campionati internazionali per società, ad esclusione delle gare amichevoli e delle gare di prova. 6. Calcio organizzato: il calcio delle organizzato sotto gli auspici della FIFA, delle Confederazioni e delle Federazioni, o da loro autorizzato. 7. Periodo protetto: un periodo di tre stagioni intere o di tre anni, a seconda di quello che comincia per primo, che segue l’entrata in vigore di un contratto, laddove tale contratto sia stato stipulato prima del 28° compleanno del professionista, ovvero un periodo di due stagioni intere o di due anni, a seconda di quello che comincia per primo, che segue l’entrata in vigore di un contratto, laddove tale contratto sia stato stipulato dopo il 28° compleanno del professionista. 8. Periodo di tesseramento: un periodo stabilito dalla Federazione interessata ai sensi dell’Articolo 6. 9. Stagione: il periodo che comincia con la prima gara ufficiale del campionato di Lega nazionale e che si conclude con l’ultima gara ufficiale dello stesso campionato. 10. Indennità di formazione: i pagamenti fatti ai sensi dell’allegato 4 per sostenere la formazione e lo sviluppo dei giovani calciatori. 11. Minore: un calciatore che non abbia ancora compiuto il 18° anno di età. 12. Accademia: organizzazione o struttura giuridica indipendente il cui obiettivo primario a lungo termine è quello di fornire ai calciatori una formazione a lungo termine mettendo a loro disposizione le necessarie strutture e infrastrutture formative. Tra tali strutture figurano principalmente, a titolo esemplificativo
e non tassativo, centri di formazione calcistica, stage di calcio, scuole di calcio, ecc. 13.Sistema di trasferimento elettronico (Transfer Matching System - TMS): trattasi di un sistema di informazioni e dati su Internet avente come obiettivo principale la semplificazione del processo di trasferimento internazionale dei calciatori, il miglioramento della trasparenza e l’ottimizzazione del flusso di informazioni. Si faccia altresì riferimento al capitolo delle “Definizioni” dello Statuto FIFA. Nota: i termini che fanno riferimento alle persone fisiche sono applicabili ad entrambi i sessi. Ogni termine espresso al singolare riguarda anche il plurale e viceversa. DISPOSIZIONE INTRODUTTIVA
1 Ambito di applicazione 1. Il presente regolamento contiene regole generali e vincolanti relative allo status e all’idoneità dei calciatori a partecipare alle attività del calcio organizzato e al loro trasferimento fra società appartenenti a Federazioni differenti. 2. Il trasferimento di calciatori fra società appartenenti alla medesima Federazione è disciplinato dai regolamenti specifici emanati dalla Federazione competente ai sensi dell’Art. 1, paragrafo 3, in basso, che deve essere approvato dalla FIFA. Tali regolamenti devono contenere norme per la risoluzione delle controversie fra società e calciatori, nel rispetto dei principi fissati nel presente regolamento. I succitati regolamenti dovrebbero inoltre prevedere un sistema di indennità per quelle società che investono nella formazione e nell’istruzione dei giovani calciatori. 3. a) Le seguenti disposizioni sono vincolanti a livello nazionale e devono essere recepite, senza alcuna modifica, nei regolamenti delle Federazioni: Artt. 2-8, 10, 11, 18, 18 bis, 19 e 19 bis. b) Ogni Federazione è tenuta ad includere nei propri regolamenti strumenti adatti a proteggere la stabilità contrattuale, nel rispetto della legislazione nazionale e dei contratti collettivi nazionali. In particolare, si dovrà tenere conto dei seguenti principi: Articolo 13: Il principio secondo cui i contratti devono essere rispettati. Articolo 14: Il contratto può essere risolto da entrambi le parti senza conseguenze ove sussista la giusta causa. Articolo 15: Il principio secondo cui i contratti possono essere risolti dai professionisti ove sussista la giusta causa sportiva. Articolo 16: Il principio secondo cui il contratto non può essere
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risolto nel corso della stagione agonistica. Articolo 17, paragrafi 1 e 2: il principio secondo cui in caso di risoluzione di contratto senza giusta causa sia prevista la corresponsione di un’indennità, il cui ammontare può essere stabilito nel contratto. Articolo 17, paragrafi 3 e 5: Il principio secondo cui in caso di risoluzione di contratto senza giusta causa sia prevista l’applicazione di sanzioni sportive nei confronti della parte inadempiente. 4. Il presente regolamento disciplina inoltre la messa a disposizione dei giocatori per le rappresentative nazionali e la loro idoneità a giocare per tali squadre ai sensi delle disposizioni contenute nell’Allegato 1. Tali disposizioni sono vincolanti per tutte le Federazioni e le società. II. STATUS DEI CALCIATORI
2 Lo status dei calciatori: calciatori dilettanti e professionisti 1. I calciatori che partecipano alle attività di calcio organizzato possono essere dilettanti o professionisti. 2. Per professionista si intende un giocatore che abbia stipulato un contratto scritto con un società e che in cambio della propria prestazione riceva un pagamento superiore alle spese effettivamente sostenute nell’esercizio della prestazione calcistica. Tutti gli altri calciatori rientrano nella categoria dei dilettanti.
per giocare per una società in qualità di professionista o di dilettate, secondo la definizione di cui all’Art. 2 del presente regolamento. Soltanto i calciatori tesserati sono autorizzati a partecipare al calcio organizzato. A seguito del tesseramento, il giocatore accetta di aderire agli Statuti e ai Regolamenti della FIFA, delle Confederazioni e delle Federazioni. 2. Un calciatore può essere tesserato presso una società alla volta. 3. I calciatori possono essere tesserati presso un massimo di tre società a stagione. Durante questo periodo il calciatore è abilitato a disputare partite ufficiali soltanto per due società. In deroga a questa regola, a un giocatore che sia oggetto di trasferimento tra due società appartenenti a Federazioni con stagioni sovrapposte (ossia, inizio della stagione in estate/autunno rispetto a inverno/ primavera) è concessa la possibilità di disputare incontri ufficiali per una terza società durante la stagione interessata, a condizione che egli abbia rispettato in pieno i propri obblighi nei confronti delle società precedenti. Parimenti, dovrà altresì essere assicurato il rispetto delle disposizioni relative ai periodi di tesseramento (Art. 6) e alla durata minima del contratto (Art. 18, paragrafo 2). 4. In ogni caso, sarà necessario prendere in debita considerazione l’integrità sportiva della competizione. In particolare, un calciatore non può disputare partite ufficiali per più di due società che competono nello stesso campionato nazionale o coppa durante la stessa stagione, fatti salvi eventuali regolamenti di gara più rigorosi emanati dalle Federazioni affiliate.
6 Periodi di tesseramento 3 Riacquisizione dello status di dilettante 1. Un calciatore tesserato come professionista non può essere tesserato di nuovo come dilettante prima che siano trascorsi almeno 30 giorni da quando abbia disputato la sua ultima partita da professionista. 2. Non è dovuta alcuna indennità a seguito della riacquisizione dello status di dilettante. Se un calciatore viene tesserato di nuovo come professionista entro 30 mesi da quando è divenuto dilettante, la società di destinazione sarà tenuta a corrispondere un’indennità di formazione secondo quanto stabilito dall’Art. 20.
4 Cessazione dell’attività 1. I professionisti che cessano di giocare alla scadenza dei loro contratti e i dilettanti che terminano la loro attività calcistica rimangono tesserati presso la Federazione di appartenenza dell’ultima società per la quale hanno giocato per un periodo di 30 mesi. 2. Il termine decorre a partire dal giorno in cui il giocatore ha giocato per l’ultima volta in una partita ufficiale per la sua società. III. TESSERAMENTO DEI CALCIATORI
5 Tesseramento 1. Un calciatore deve essere tesserato presso una Federazione
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1. I calciatori possono essere tesserati esclusivamente durante uno dei due periodi annuali di tesseramento stabiliti dalla Federazione nazionale. In deroga a tale principio, un professionista il cui contratto sia giunto a scadenza prima del termine del periodo di tesseramento può essere tesserato al di fuori di tale periodo. Le Federazioni sono autorizzate a tesserare tali professionisti a condizione che sia preservata l’integrità sportiva della competizione in questione. Nel caso in cui il contratto sia risolto per giusta causa, la FIFA può adottare misure provvisorie ai sensi dell’Art. 22 al fine di evitare abusi. 2. Il primo periodo di tesseramento comincia al termine della stagione agonistica e si conclude di regola prima dell’inizio della nuova stagione. Tale periodo non può superare le dodici settimane. Il secondo periodo di tesseramento cade di regola a metà stagione e non può superare le quattro settimane. I due periodi di tesseramento per la stagione devono essere comunicati alla FIFA con almeno 12 mesi di anticipo. Sarà cura della FIFA stabilire le date per quelle Federazioni che non provvedessero in tal senso entro i tempi prestabiliti. 3. Fatta salva l’eccezione di cui all’Art. 6, paragrafo 1, i calciatori possono essere tesserati previa presentazione di una valida richiesta inoltrata dalla società alla Federazione interessata durante il
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periodo di tesseramento. 4. I disposti relativi ai periodi di tesseramento non si applicano alle competizioni destinate esclusivamente ai dilettanti. Relativamente a tali competizioni, sarà la Federazione interessata ad indicare i periodi in cui i calciatori possono essere tesserati per tali competizioni, fermo restando che sarà necessario assicurare l’integrità sportiva della manifestazione in questione.
7 Passaporto del calciatore La Federazione che provvede al tesseramento è obbligata a fornire alla società per la quale il calciatore è tesserato il Passaporto del calciatore contenente tutte le informazioni relative al calciatore in questione. Il passaporto del calciatore deve indicare tutte le società per le quali quest’ultimo è stato tesserato a partire dalla stagione in cui ha compiuto il 12° anno di età. Qualora il giorno del compleanno cada a cavallo tra due stagioni, nel passaporto dovrà essere indicato il nome della società presso la quale il giocatore è stato tesserato nella stagione successiva al suo compleanno.
8 Richiesta di tesseramento La richiesta di tesseramento di un professionista deve essere inoltrata unitamente ad una copia del contratto del calciatore. Nell’ambito del processo decisionale, l’organo competente potrà prendere in considerazione, a sua discrezione, eventuali modifiche contrattuali o atti integrativi che non siano stati presentati nelle modalità previste.
3. La società che ha preso in prestito un giocatore non può trasferirlo ad una terza senza l’autorizzazione scritta della società che lo ha ceduto in prestito e senza il consenso dello stesso calciatore.
11 Calciatori non tesserati Qualora un calciatore non sia stato tesserato presso la Federazione ma partecipi ad una partita ufficiale con una società, tale partecipazione sarà considerata illegittima. Fermo restando eventuali misure ritenute necessarie al fine di rettificare le conseguenze sportive derivanti dalla condotta in questione, è prevista la comminazione di sanzioni anche a carico del giocatore e/o della società. Il diritto di imporre tali sanzioni spetta in linea di principio alla Federazione o agli organizzatori della competizione in questione.
12 Applicazione delle sospensioni disciplinari Le sospensioni disciplinari imposte ad un calciatore prima che abbia luogo il trasferimento devono essere applicate dalla nuova Federazione presso la quale il calciatore è tesserato. Al momento del rilascio del CTI, la Federazione di provenienza ha l’obbligo di notificare per iscritto alla nuova Federazione tutte le sanzioni per iscritto. IV. MANTENIMENTO DELLA STABILITÀ CONTRATTUALE FRA PROFESSIONISTI E SOCIETÀ
9 Certificato di trasferimento internazionale
13 Rispetto del contratto
1. I calciatori tesserati presso una Federazione possono essere tesserati presso una nuova Federazione solo quando quest’ultima abbia ricevuto il Certificato di trasferimento internazionale (in prosieguo CTI) dalla prima federazione. Il CTI deve essere rilasciato a titolo gratuito e non è soggetto né a condizioni né a limiti di tempo. Qualsiasi disposto recante condizioni diverse è da considerarsi nullo e invalido. La Federazione che rilascia il certificato è tenuta a depositarne una copia presso la FIFA. La procedura amministrativa relativa al rilascio del certificato è contenuta nell’Allegato 3 del presente regolamento. 2. Il CTI non è richiesto per i giocatori al di sotto dei 12 anni.
Il contratto fra un professionista ed una società può cessare solo alla sua scadenza o previo reciproco accordo tra le parti.
10 Prestito di professionisti 1. Un professionista può essere ceduto in prestito ad un altra società sulla base di un contratto scritto fra il calciatore e le società interessate. Il prestito è disciplinato dalle stesse regole applicabili ai trasferimenti dei calciatori, comprese quelle relative all’indennità di formazione e al meccanismo di solidarietà. 2. Fermo restando quanto previsto dall’Art. 5, paragrafo 3, la durata minima del prestito è quella che intercorre fra due periodi di tesseramento.
14 Risoluzione del contratto per giusta causa Entrambe le parti possono risolvere un contratto senza incorrere in conseguenze di sorta (corresponsione di indennità o imposizione di sanzioni sportive) ove sussista una giusta causa.
15 Risoluzione del contratto per giusta causa sportiva Un professionista affermato, che nel corso di una stagione agonistica abbia disputato meno del 10 % delle gare ufficiali a cui partecipa la società di appartenenza, ha la facoltà di risolvere il contratto prima della scadenza naturale per giusta causa sportiva. Nel valutare casi di questo genere sarà tenuta in considerazione ogni circostanza specifica concernente il calciatore. La sussistenza della giusta causa sportiva dovrà essere accertata caso per caso. Benché in simili eventualità non sia prevista l’imposizione di sanzioni sportive, esiste la possibilità di richiedere un’indennità. Il professionista può rescindere dal contratto per giusta causa sportiva solo nei 15 giorni successivi all’ultima gara ufficiale della stagione disputata per la società presso la quale egli è tesserato.
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16 Divieto di rescissione nel corso di una stagione Non è consentito risolvere unilateralmente il contratto nel corso di una stagione.
FIFA (dirigenti di società, agenti di calciatori, calciatori, ecc.) che agisca in maniera da indurre alla violazione di un contratto fra un professionista e una società per facilitare il trasferimento sarà punita con le sanzioni del caso.
17 Conseguenze della risoluzione senza giusta causa Nel caso di risoluzione di un contratto senza giusta causa trovano applicazione le disposizioni riportate di seguito: 1. In tutti i casi, la parte inadempiente è tenuta a corrispondere un’indennità. Fatte salve le disposizioni di cui all’Art. 20 e all’allegato 4 in materia di indennità di formazione e salvo diversa disposizione contenuta nel contratto, l’indennità per la risoluzione del contratto deve essere calcolata tenendo conto delle leggi nazionali vigenti, della specificità della pratica sportiva e di tutti i criteri oggettivi del caso, tra cui: la remunerazione e gli altri benefici dovuti al giocatore ai sensi del contratto in vigore e/o del nuovo contratto, la durata residua del contratto in vigore fino ad un massimo di 5 anni, gli eventuali esborsi e oneri versati o sostenuti dalla società di provenienza (ammortizzati nel corso della durata del contratto) e se la risoluzione avviene durante un periodo protetto. 2. L’indennità non può essere ceduta a terzi. Nel caso in cui un professionista debba corrispondere l’indennità, egli ne risponderà in solido con la nuova società. L’ammontare dell’indennità può essere prevista nel contratto o stabilita fra le parti. 3. Oltre all’obbligo di corrispondere un’indennità, è prevista l’applicazione di sanzioni sportive a carico di qualsiasi calciatore che rescinda il contratto durante il periodo protetto. Questa sanzione consiste nel divieto di partecipare a incontri ufficiali per quattro mesi. In presenza di aggravanti, tale divieto sarà esteso a sei mesi. In ogni caso, tali sanzioni sportive decorreranno dall’inizio della stagione successiva presso la nuova società. Il recesso unilaterale senza giusta causa o giusta causa sportiva successivamente al periodo protetto non comporterà l’imposizione di sanzioni sportive. Misure disciplinari possono tuttavia essere imposte al di fuori del periodo protetto per mancata comunicazione di recesso entro 15 giorni dall’ultima partita ufficiale della stagione (inclusa la coppa nazionale) disputata dalla società presso la quale il calciatore è tesserato. Il periodo protetto inizia nuovamente quando, in sede di rinnovo del contratto, la durata del contratto precedente viene prorogata. 4. Oltre all’obbligo di corrispondere un’indennità, è prevista la possibilità di imporre delle sanzioni sportive nei confronti di qualsiasi società che commetta violazione contrattuale o che agisca in maniera da indurre alla violazione contrattuale durante il periodo protetto. Salvo dimostrazione del contrario, si ritiene che una società che tesseri un professionista che abbia rescisso il proprio contratto senza giusta causa abbia indotto tale professionista a commettere la violazione contrattuale. Alla società sarà imposto il divieto di tesserare nuovi calciatori, sia a livello nazionale che internazionale, per una durata pari a due periodi di tesseramento. 5. Qualsiasi persona soggetta allo Statuto e ai Regolamenti della
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18 Disposizioni speciali relative ai contratti fra professionisti e società 1. Se un agente è coinvolto nella negoziazione di un contratto, il suo nome dovrà essere specificato nello stesso contratto. 2. I contratti saranno conclusi per un periodo minimo che ha inizio dalla data del tesseramento fino alla fine della stagione e per un periodo massimo di cinque anni. I contratti di qualsiasi altra durata sono autorizzati solo se conformi alle leggi nazionali. I calciatori al di sotto dei 18 anni non possono stipulare contratti da professionisti per un periodo superiore ai tre anni. Eventuali clausole che sanciscano un periodo più esteso non saranno ritenute valide. 3. Una società che intenda sottoscrivere un contratto con un professionista deve informare per iscritto la società di appartenenza del medesimo prima di intraprendere trattative con il professionista in questione. Un professionista è libero di concludere un contratto con un’altra società a patto che il contratto con la sua attuale società sia scaduto o scada entro 6 mesi. Eventuali violazioni al presente disposto saranno punite con le sanzioni appropriate. 4. La validità di un contratto non può essere soggetta ad un esame medico e/o al rilascio di un permesso di lavoro. 5. Laddove un professionista sottoscriva uno o più contratti relativi allo stesso periodo di tempo, troveranno applicazione le disposizioni del Capitolo IV. V. INFLUENZA DI TERZI
18 bis Influenza di terzi sulle società 1. Nessuna società può stipulare contratti che permettano a qualsiasi altra parte o a terzi di interferire con i rapporti di lavoro e di trasferimento, con le scelte politiche, o con l’attività della propria squadra. 2. La Commissione disciplinare FIFA può imporre misure disciplinari alle società che non osservano gli obblighi contenuti nel presente articolo. VI. TRAFERIMENTI INTERNAZIONALI DI MINORI
19 Tutela dei minori 1. I trasferimenti internazionali dei calciatori sono consentiti solo se il calciatore ha superato il 18° anno di età. 2. A questa regola si applicano le seguenti tre eccezioni: a) I genitori del calciatore si trasferiscono nel Paese della nuova società per motivi indipendenti dal calcio. b) Il trasferimento avviene all’interno del territorio della UE o
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dell’Area Economica Europea (AEE) e il giocatore ha un’età compresa fra i 16 e i 18 anni. In questo caso la nuova società è tenuta a soddisfare i seguenti obblighi minimi: i) fornire al calciatore un’adeguata istruzione e/o formazione calcistica secondo i più elevati standard nazionali; ii) garantire al calciatore una formazione accademica e/o scolastica e/o formazione professionale, in aggiunta alla sua istruzione e/o formazione calcistica, che consenta al calciatore di perseguire una carriera diversa da quella calcistica nel momento in cui dovesse cessare l’attività professionistica; iii) adottare tutte le misure necessarie per fare in modo che il calciatore sia seguito nel miglior modo possibile (ottime condizioni di vita presso una famiglia ospitante o una struttura della società, nomina di un tutore all’interno della società, ecc.); iv) all’atto del tesseramento del calciatore, dimostrare alla Federazione di appartenenza di avere soddisfatto tutti i succitati obblighi; c) Il calciatore vive in una località ubicata ad una istanza massima di 50 km dal confine nazionale e la società per la quale il calciatore desidera essere tesserato si trova altresì a 50km di distanza dallo stesso confine. La distanza massima fra il domicilio del calciatore e la sede della società dovrà essere di 100 km. In questi casi, il calciatore deve continuare ad abitare nel proprio domicilio e le due Federazioni interessate dovranno dare il loro esplicito consenso. 3. Le stesse condizioni si applicano per quanto riguarda il primo tesseramento dei calciatori che hanno una nazionalità diversa da quella del paese nel quale richiedono di essere tesserati per la prima volta. 4. Ogni trasferimento internazionale, ai sensi del paragrafo 2 del presente articolo, ed ogni primo tesseramento ai sensi del paragrafo 3 sono soggetti all’approvazione di una sotto-commissione nominata dalla Commissione per lo status dei calciatori a tal fine. La richiesta di approvazione deve essere formulata dalla Federazione che desidera tesserare il calciatore. Alla Federazione di provenienza viene data la possibilità di presentare la propria posizione. La richiesta di rilascio del Certificato internazionale di trasferimento e/o primo tesseramento da parte di una Federazione è soggetta alla previa approvazione della sotto-commissione. Qualsiasi violazione di questa disposizione sarà sanzionata dalla Commissione disciplinare ai sensi del Codice disciplinare della FIFA. L’irrogazione di sanzioni è prevista non solo a carico della Federazione che non abbia inoltrato la propria richiesta alla sotto-commissione, ma anche della Federazione di provenienza per aver rilasciato il Certificato internazionale di trasferimento senza l’approvazione della sotto-commissione, nonché delle società che abbiano concluso un contratto per il trasferimento del minore.
porto giuridico, finanziario e/o di fatto, hanno l’obbligo di dichiarare alla federazione sul cui territorio l’accademia svolge la propria attività, i calciatori minori di età che frequentano l’accademia. 2. Ogni Federazione deve accertarsi che le accademie senza alcun rapporto giuridico, finanziario o di fatto la società: a) gestiscano un club che partecipi al campionato nazionale; tutti i calciatori devono essere dichiarati presso la Federazione sul cui territorio l’accademia svolge le proprie attività o tesserati presso lo stesso club, ovvero b) dichiarino alla Federazione sul cui territorio l’accademia svolge le proprie attività, tutti i minori che frequentano l’accademia per allenarsi. 3. Ogni Federazione ha l’obbligo di tenere un registro che riporti i nomi e le date di nascita dei minori che sono stati dichiarati dai club o dalle accademie. 4. Attraverso la dichiarazione, le accademie e i calciatori si impegnano a praticare il calco in conformità allo Statuto FIFA, a rispettare e a promuovere i principi etici del calcio organizzato. 5. Eventuali violazioni del presente disposto saranno sanzionate dalla Commissione disciplinare ai sensi del Codice disciplinare FIFA. 6. L’art. 19 si applica anche alle dichiarazioni dei calciatori minori che non siano cittadini del paese in sui essi desiderano essere dichiarati.
19 bis Tesseramento e dichiarazione dei minori presso le accademie
22 Competenza della FIFA
1. I club che gestiscono un’accademia con la quale abbiano un rap-
VII. INDENNITÀ DI FORMAZIONE E MECCANISMO DI SOLIDARIETÀ
20 Indennità di formazione Alla/e società presso le quali avviene la formazione del calciatore viene corrisposta un’indennità di formazione: 1) quando il calciatore firma il suo primo contratto da professionista e 2) in occasione di ogni singolo trasferimento fino alla stagione in cui compie il suo 23° compleanno. L’obbligo di corrispondere l’indennità di formazione sorge quando il trasferimento avviene nel corso o alla fine del contratto. Le disposizioni che disciplinano l’indennità di formazione sono contenute nell’allegato 4 del presente Regolamento.
21 Meccanismo di solidarietà Qualora un professionista venga trasferito prima della scadenza del suo contratto, la/le società che hanno contribuito alla sua istruzione e formazione riceveranno in proporzione una parte dell’indennità corrisposta alle società per le quali il calciatore ha giocato (contributo di solidarietà). Le disposizioni relative al meccanismo di solidarietà sono riportate nell’allegato 5 del presente Regolamento. VIII. GIURISDIZIONE
Fermo restando il diritto di un calciatore o di una società di adire un tribunale civile per controversie relative a rapporti di lavoro, la
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FIFA è competente in ordine a quanto segue: a) controversie fra società e calciatori in relazione al mantenimento della stabilità contrattuale (Artt. 13-18), ove sia stata avanzata una richiesta di CIT e sia stato presentato un reclamo di una parte interessata in relazione a tale richiesta, in particolare con riferimento al rilascio del CIT suddetto, alle sanzioni sportive o all’indennità per violazione del contratto; b) controversie tra società e calciatori in materia di rapporti di lavoro di carattere internazionale, a meno che non sia istituito a livello nazionale un collegio arbitrale autonomo che garantisca un procedimento equo e il rispetto del principio dell’eguale rappresentanza dei calciatori e delle società nell’ambito della Federazione e/o di un contratto collettivo; c) controversie tra una società o una Federazione e un allenatore in materia di rapporti di lavoro di carattere internazionale, a meno che non sia istituito a livello nazionale un collegio arbitrale autonomo che garantisca un procedimento equo; d) controversie relative all’indennità di formazione (Art. 20) e al meccanismo di solidarietà (Art. 21) fra società appartenenti a Federazioni diverse; e) controversie relative ai meccanismi di solidarietà (Art. 21) fra società appartenenti alla stessa Federazione, sempre che il trasferimento di un calciatore alla base della disputa avvenga fra società appartenenti a Federazioni diverse; f) controversie relative a società appartenenti a Federazioni diverse che non rientrino nei casi sub a), d), ed e).
23 Commissione per lo status dei calciatori 1. La Commissione per lo status dei calciatori è competente in ordine a tutte le questioni di cui ai punti c) ed f) dell’Art. 22, nonché a tutte le altre controversie derivanti dall’applicazione del presente Regolamento, fatte salve le disposizioni di cui all’Art. 24. 2. Ove sussista incertezza sulla competenza della Commissione per lo status dei calciatori o della Camera per la risoluzione delle controversie, sarà il Presidente della Commissione per lo status dei calciatori a stabilire quale dei due organi è competente a dirimere la controversia. 3. La Commissione per lo status dei calciatori giudica in presenza di almeno tre membri, incluso il Presidente o il Vice Presidente, a meno che la natura del caso non sia tale da potere essere deciso da un giudice unico. Nei casi urgenti o che non presentano difficoltà dal punto di vista fattuale o giuridico, ovvero nelle decisioni che riguardano il tesseramento provvisorio di un calciatore in relazione al nullaosta internazionale ai sensi delle disposizioni contenute nell’allegato 3, il Presidente o una persona da egli designata, che deve essere anch’essa membro della Commissione, può deliberare in qualità di giudice unico. Ognuna delle parti deve essere ascoltata una volta nel corso del procedimento. Le decisioni prese dal giudice unico o dalla Commissione sono soggette a ricorso in appello
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dinanzi al TAS (Tribunale Arbitrale dello Sport).
24 Camera per la risoluzione delle controversie (CRC) 1. La CRC decide sulle controversie di cui ai punti a), b), d) ed e) dell’Art. 22, ad eccezione di quelle relative al rilascio del CTI. 2. La CRC decide in presenza di almeno tre membri, inclusi il Presidente o il Vice Presidente, a meno che il caso non sia di tale natura da potere essere definito da un giudice della CRC. I membri della CRC devono designare un giudice della CRC per le società e uno per i calciatori, entrambi scelti fra i propri membri. Il giudice della CRC può decidere nei seguenti casi: i) vertenze il cui valore non supera i 100.000 franchi svizzeri; ii) vertenze relative al calcolo dell’indennità di formazione; iii) vertenze relative al calcolo del contributo di solidarietà. Il giudice unico è tenuto a rimettere alla Camera i casi riguardanti questioni di particolare rilevanza. La Camera deve essere composta da un numero uguale di rappresentanti delle società e dei calciatori, ad eccezione di quei casi che possono essere definiti da un giudice della CRC. Le parti devono essere ascoltate una volta durante il procedimento. Le decisioni della Camera di risoluzione delle controversie o del giudice della CRC sono soggette a ricorso in appello dinanzi al Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS).
25 Linee guida procedurali 1. Di regola, il giudice unico e il giudice della CRC pervengono a una decisione entro 30 giorni dal ricevimento di una richiesta valida, mentre per la Commissione per lo status dei calciatori o la Camera per la risoluzione delle controversie tale termine è fissato in 60 giorni. La procedura è disciplinata dalle Norme Procedurali Generali FIFA. 2. L’ammontare massimo delle spese procedurali per le controversie definite dalla Commissione per lo status dei calciatori, incluse quelle definite dal giudice unico e quelle dinanzi alla CRC, incluso il giudice unico della CRC, relativamente all’indennità di formazione o al meccanismo di solidarietà, è fissato in 25.000 franchi svizzeri. Tali spese sono di regola sostenute dalla parte soccombente. La ripartizione delle spese è riportata all’interno della decisione. I procedimenti dinanzi alla CRC e al giudice della CRC in merito alla stabilità contrattuale, nonché le controversie internazionali relative al diritto del lavoro fra società e calciatori sono gratuiti. 3. Fatto salvo quanto diversamente sancito dal presente Regolamento, la procedura disciplinare per la violazione del Regolamento medesimo è conforme a quanto previsto dal Codice disciplinare FIFA. 4. Ove vi sia motivo di ritenere che un caso possa sollevare un problema di natura disciplinare, la Commissione per lo status dei calciatori, la Camera per la risoluzione delle controversie, il giudice unico o il giudice della CRC (a seconda del caso) devono sottoporre il caso alla Commissione disciplinare, unitamente alla richiesta di avviare un procedimento disciplinare ai sensi del Codice disciplinare FIFA.
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5. La Commissione per lo status dei calciatori, la Camera per la risoluzione delle controversie, il giudice unico o il giudice della CRC (a seconda del caso) non giudicano i casi soggetti alle disposizioni del presente Regolamento qualora siano trascorsi più di due anni dall’evento che ha dato luogo alla controversia. La decorrenza di questo periodo è valutata ex-officio in ogni singolo caso. 6. La Commissione per lo status dei calciatori, la Camera per la risoluzione delle controversie, il giudice unico o il giudice della CRC (a seconda del caso), nel pervenire alle proprie decisioni applicano il presente Regolamento prendendo in considerazione tutte le disposizioni rilevanti, le leggi e/o i contratti collettivi esistenti a livello nazionale, nonché la specificità della pratica sportiva. 7. La procedura dettagliata per la risoluzione delle controversie derivanti dall’applicazione del presente Regolamento è definita ulteriormente nelle Norme Procedurali Generali FIFA. IX. DISPOSIZIONI FINALI
26 Misure transitorie 1. I casi sottoposti alla FIFA prima dell’entrata in vigore del presente Regolamento saranno giudicati a norma del Regolamento precedentemente in vigore. 2. Di norma, tutti gli altri casi saranno giudicati in conformità al presente Regolamento ad eccezione delle: a) controversie riguardanti l’indennità di formazione; b) controversie relative al meccanismo di solidarietà; c) controversie di lavoro relative ai contratti stipulati prima del 1 settembre 2001. Ogni caso non soggetto a questa regola generale sarà giudicato ai sensi del Regolamento in vigore all’atto di stipula del contratto oggetto della controversia, ovvero alla data in cui si sono verificati i fatti oggetto della controversia. 3. Le Federazioni affiliate dovranno modificare i propri regolamenti secondo quanto previsto dall’Art. 1 per assicurare che gli stessi siano conformi al presente Regolamento e li sottoporranno alla FIFA per approvazione entro il 30 giugno 2007. In ogni caso, tutte le Federazioni sono tenute ad applicare l’Art. 1, paragrafo 3 (a) a partire dal 1° luglio 2005.
29 Annullamento e decorrenza 1. Il presente Regolamento sostituisce il regolamento particolare che disciplina l’idoneità dei calciatori a giocare per le squadre nazionali datato 4 dicembre 2003 e il Regolamento per lo status e il trasferimento dei calciatori datato 5 luglio 2001, nonché tutte le successive modifiche e integrazioni, comprese le relative circolari emesse prima della data di entrata in vigore del presente Regolamento. 2. Il presente Regolamento è stato approvato dal Comitato Esecutivo della FIFA in data 18 dicembre 2004 ed è entrato in vigore il 1 luglio 2005. L’Art. 1, paragrafo 3, lettera a), l’Art. 5, paragrafi 3 e 4, l’Art. 17, paragrafo 3, l’Art. 18bis, l’Art. 22, lettere e) ed f), l’Allegato 1, Art. 1, paragrafo 4, lettere d) ed e), l’Allegato 1, Art. 3, paragrafo 2, l’Allegato 3, Art. 1, paragrafi 2, 3 e 4, e l’Allegato 3, Art. 2, paragrafo 2, sono stati integrati o modificati dal Comitato Esecutivo FIFA in data 29 ottobre 2007, con decorrenza 1 gennaio 2008. L’Art. 1, paragrafo 3, lettera a), l’Art. 19, paragrafo 4, l’Art. 19bis, l’Art. 25, paragrafo 2, l’Allegato 2 e l’Allegato 4, Art. 5, paragrafo 3 sono stati integrati o modificati dal Comitato Esecutivo della FIFA in data 18 dicembre 2008, 19 marzo 2009 e 29 settembre 2009, con decorrenza 1 ottobre 2009. Zurigo, dicembre 2004/ottobre 2007/marzo 2009/settembre 2009 Per il Comitato Esecutivo della FIFA Il Presidente Joseph S. Blatter
Il Segretario Generale Jérôme Valcke
27 Materie non regolamentate Le materie non disciplinate dal presente Regolamento e i casi di forza maggiore saranno decisi dal Comitato Esecutivo della FIFA, le cui decisioni sono inappellabili.
28 Lingue ufficiali In caso di discrepanza nell’interpretazione dei testi redatti in lingua inglese, francese, spagnola o tedesca del presente Regolamento, farà fede il testo inglese.
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ALLEGATI ALLEGATO 1: MESSA A DISPOSIZIONE DEI CALCIATORI PER LE SQUADRE NAZIONALI 1. Principi 1. Le società sono obbligate a mettere i propri calciatori tesserati a disposizione delle squadre rappresentative nazionali del Paese per il quale il calciatore è idoneo a giocare in base alla sua nazionalità, nel caso in cui egli sia selezionato dalla Federazione di appartenenza. Qualsiasi tipo di accordo diverso tra la società e il calciatore è da considerarsi vietato. 2. La messa a disposizione dei calciatori ai sensi del paragrafo precedente è obbligatoria per le partite nelle date elencate nel calendario internazionale coordinato e per tutte le partite per le quali esiste un obbligo di svincolo a seguito di una decisione speciale adottata dal Comitato Esecutivo della FIFA. 3. Non è obbligatorio lo svincolo dei calciatori per le gare programmate in date non previste dal calendario internazionale coordinato. 4. I calciatori devono essere inoltre svincolati per il periodo di preparazione precedente alla partita, in base ai seguenti criteri: a) per partite amichevoli: 48 ore; b) per partite di qualificazione a tornei internazionali: 4 giorni (compreso il giorno della partita). Il periodo di svincolo sarà prolungato a cinque giorni se la partita in questione si svolge in una confederazione diversa da quella di appartenenza della società; c) per partite di qualificazione ad una competizione internazionale programmate in una data prevista per gare amichevoli: 48 ore; d) per partite amichevoli che sono programmate in una data riservata alle partite di qualificazione a tornei internazionali: 48 ore. e) per la gara finale di un torneo internazionale: 14 giorni prima della prima partita. I calciatori hanno l’obbligo di raggiungere la squadra nazionale almeno 48 ore prima del calcio d’inizio. 5. I calciatori delle Federazioni che sono automaticamente qualificate per la fase finale della Coppa del Mondo FIFA o un campionato continentale per squadre nazionali “A” devono essere svincolati per le gare amichevoli fissate nei giorni di partite ufficiali di qualificazione, secondo i criteri che si applicherebbero per le gare ufficiali programmate in queste date. 6. Le società e le Federazioni interessate possono concordare un periodo di svincolo più lungo. 7. I calciatori che rispondono a una convocazione della loro nazionale in base al presente articolo sono tenuti a rientrare presso la società entro le 24 ore successive alla fine della partita gara per cui sono stati convocati. Il termine di rientro sarà esteso a 48 ore qualora la gara abbia avuto luogo in una confederazione diversa da quella a cui la società è affiliata. Le società interessate devono essere informate per iscritto in merito al piano di partenza e rien-
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tro dei calciatori convocati 10 giorni prima della partita. Le Federazioni sono tenute a garantire che i calciatori convocati possano tornare in sede dopo la gara nei termini previsti. 8. Nel caso in cui un calciatore non rientri presso la propria società entro la scadenza stabilita in questo articolo, il periodo di svincolo per le successive convocazioni della propria Federazione sarà ridotto nella seguente misura: a) per una partita amichevole: a 24 ore; b) per una partita di qualificazione: a tre giorni; c) per la fase finale di un torneo internazionale: a dieci giorni. 9. Nel caso in cui si verifichino ricorrenti violazioni alle queste disposizioni da parte di una Federazione, la Commissione per lo status dei calciatori si riserva la facoltà di applicare sanzioni adeguate, tra cui, a titolo esemplificativo: a) ammenda; b) riduzione del periodo di svincolo; c) sospensione della possibilità di convocare il/i calciatore/i per la/le partita/e successiva/e.
2. Disposizioni economiche e copertura assicurativa 1. Le società che mettono a disposizione un calciatore secondo quanto previsto nel presente Allegato non hanno diritto ad alcun compenso economico. 2. La Federazione che convoca il calciatore si farà carico delle spese di viaggio da questi sostenute a seguito della convocazione. 3. La società per la quale il calciatore è tesserato è tenuta a fornire a quest’ultimo adeguata copertura assicurativa per malattia e incidenti per l’intero periodo di svincolo. La copertura dovrà essere estesa anche agli infortuni subiti dal calciatore durante l’incontro o gli incontri internazionali per i quali è stato messo a disposizione.
3. Convocazione dei calciatori 1. In linea generale, qualsiasi calciatore tesserato per una società ha l’obbligo di aderire alla convocazione della Federazione che egli può rappresentare in base alla propria nazionalità, per una qualsiasi delle sue squadre nazionali. 2. Le Federazioni che intendano convocare un calciatore che sta giocando all’estero devono comunicare al calciatore la convocazione per iscritto al massimo 15 giorni prima del giorno della partita per la quale è convocato. Le Federazioni che intendano convocare un calciatore per la competizione finale di un torneo internazionale devono darne comunicazione scritta al calciatore medesimo al massimo 15 giorni prima del periodo di preparazione di 14 giorni (cf. Allegato 1, Art. 1, paragrafo 4, lettera e)). Contestuale comunicazione scritta dovrà essere resa alla società di appartenenza del calciatore, la quale è tenuta a confermare la richiesta del calciatore nei sei giorni successivi. 3. Le Federazioni possono richiedere assistenza alla FIFA per ottenere lo svincolo di un calciatore che gioca all’estero a condizione che: a) la richiesta di intervento della Federazione presso la quale il
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calciatore è tesserato non abbia prodotto alcun risultato, e b) il caso sia sottoposto alla FIFA almeno cinque giorni prima del giorno della partita per il quale il calciatore è convocato.
4. Calciatori infortunati Un calciatore che, a causa di infortunio o malattia, non sia in grado di accogliere la convocazione della Federazione Nazionale che egli può rappresentare in base alla propria nazionalità, è tenuto, ove la Federazione lo richieda, a sottoporsi ad un esame medico da parte di un medico scelto dalla Federazione stessa. A discrezione del calciatore, la visita medica può avere luogo nel territorio della Federazione presso la quale è tesserato.
5. Limiti imposti ai calciatori Un calciatore che sia stato convocato dalla propria Federazione per far parte della rosa di una delle sue squadre nazionali non può giocare per la sua società per tutto il periodo di svincolo effettivo o per il periodo per il quale avrebbe dovuto essere svincolato ai sensi del presente Allegato, salvo quanto diversamente concordato con la Federazione interessata. Tale sospensione della possibilità di giocare per la propria società deve, inoltre, essere prolungata di 5 giorni qualora il calciatore, per un motivo qualsiasi, non abbia voluto o potuto rispondere alla convocazione.
6. Misure disciplinari 1. Eventuali violazioni delle disposizioni contenute nel presente Allegato saranno sanzionate con misure disciplinari. 2. Ove una società si rifiuti di, ovvero non provveda a, svincolare un calciatore nonostante le disposizioni contenute nel presente Allegato, la Commissione per lo Status dei Calciatori richiederà alla Federazione di appartenenza della società di dichiarare persa/e la/le partita/e alla/e quale/i il calciatore ha partecipato per la società stessa. Tutti i punti ottenuti dalla società in questione devono essere annullati. Ogni partita disputata con il meccanismo delle coppe deve essere considerata come vinta dalla squadra avversaria, indipendente dal punteggio. 3. Qualora un calciatore convocato rientri in ritardo presso la propria società per più di una volta, la Commissione per lo status dei calciatori può, a richiesta della società del calciatore, irrogare sanzioni aggiuntive a carico del calciatore e/o della sua Federazione.
ALLEGATO 2: PROCEDURE A DISCIPLINA DELLE RICHIESTE DEL PRIMO TESSERAMENTO E DEL TRASFERIMENTO INTERNAZIONALE DEI MINORI (ART. 19 PARAGRAFO 4) 1. Principi 1. La procedura di richiesta di un primo tesseramento di un minore in conformità ai disposti di cui all’Art. 19 paragrafo 3, o di
un trasferimento internazionale di un minore, conformemente ai disposti di cui al all’Art. 19 paragrafo 3 viene gestita dal TMS. 2. Salvo diversa disposizione contenuta nei paragrafi successivi, le Norme che disciplinano la Commissione per lo status dei calciatori e la Camera per la risoluzione delle controversie si applicano durante la procedura di richiesta, tenendo conto delle piccole modifiche risultanti dal processo informatico.
2. Responsabilità delle federazioni affiliate 1. Tutte le federazioni affiliate sono tenute a verificare la tabella “Minore” del TMS ad intervalli regolari di almeno tre giorni, prestando particolare attenzione ad eventuali richieste di informazioni i dichiarazioni. 2. Le federazioni affiliate sono pienamente responsabili degli eventuali svantaggi procedurali derivanti dal mancato rispetto del paragrafo 1 in alto.
3. Composizione della sotto-commissione 1. La sotto-commissione designata dalla Commissione per lo status dei calciatori è composta dal Presidente e dal Vice Presidente della Commissione per lo status dei calciatori e da nove membri. 2. Di norma, la sotto-commissione è tenuta a prendere le proprie decisioni in presenza di almeno tre membri. Nei casi urgenti, il presidente, o un membro da questi designato, potrà decidere con facoltà di giudice unico.
4. Condotta durante i procedimenti 1. Tutte le parti coinvolte nel procedimento devono agire in buona fede. 2. Tutte le parti coinvolte nel procedimento hanno l’obbligo di dire la verità alla sotto-commissione. 3. La sotto-commisisone può impiegare tutti i mezzi a sua disposizione per garantire che i presenti principi di condotta vengano rispettati. Eventuali violazioni, come ad esempio documenti contraffatti, saranno sanzionati dalla Commissione Disciplinare in conformità al Regolamento Disciplinare FIFA.
5. Avvio del procedimento, presentazione dei documenti 1. La richiesta di approvazione di un primo tesseramento (Art. 19 paragrafo 3) o di un trasferimento internazionale (Art. 19 paragrafo 2) deve essere inserita nel TMS dall’associazione interessata. Eventuali altre richieste non saranno prese in considerazione. I richiedenti riceveranno la conferma dell’avvenuto ricevimento dal TMS. 2. In base ai dati del caso in questione, l’associazione che presenta una richiesta dovrà inviare obbligatoriamente la documentazione specifica seguendo l’elenco contenuto nel TMS. - Prova dell’identità e della nazionalità – giocatore - Prova dell’identità e della nazionalità – genitori del giocatore
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- Prova della data di nascita (certificato di nascita)– giocatore - Contratto di lavoro – giocatore - Contratto di lavoro – genitori del giocatore - Permesso di lavoro – giocatore - Permesso di lavoro – genitori del giocatore - Prova della residenza – giocatore - Prova della residenza – genitori del giocatore - Documentazione della formazione accademica - Documentazione della formazione calcistica - Documentazione dell’alloggio - Autorizzazione dei genitori - Prova della distanza: regola dei 50km - Prova del consenso dell’associazione controparte 3. Qualora uno dei documenti obbligatori non venga presentato, o qualora non pervengano la traduzione o la conferma ufficiale, conformemente ai disposti dell’Articolo 7 in prosieguo, il richiedente verrà informato in merito attraverso il TMS. La richiesta verrà elaborata soltanto ove tutta la documentazione obbligatoria sia stata presentata, unitamente all’eventuale traduzione ed alle conferme ufficiali correttamente inoltrate secondo l’Articolo 7 in basso. 4. Il richiedente può inoltre corredare la propria richiesta con altri documenti qualora lo ritenga necessario. La sotto-commisisone potrà richiedere in qualsiasi momento altra documentazione al richiedente.
6. Dichiarazione mancata presentazione della dichiarazione 1. In caso di richiesta di approvazione di un trasferimento internazionale, la federazione di provenienza avrà accesso a tutta la documentazione non riservata contenuta nel TMS e sarà invitata, attraverso il TMS, a presentare una dichiarazione entro sette giorni. 2. La federazione di provenienza potrà presentare tutti i documenti che riterrà opportuni attraverso il TMS. 3. In caso di mancata presentazione della dichiarazione, la sottocommissione deciderà sulla base dei documenti a disposizione.
7. Lingua utilizzata nei documenti 1. Qualora un documento non fosse disponibile in una delle quattro lingue ufficiali FIFA, la federazione sarà tenuta altresì a provvedere alla traduzione del documento in una delle quattro lingue ufficiali FIFA o a fornire un documento di conferma ufficiale che sintetizzi i fatti salienti in una delle quattro lingue ufficiali FIFA. Eventuali inadempienze in tal senso daranno luogo all’applicazione dei disposti di cui all’Art. 5 paragrafo 3 in alto, e la sotto-commissione non terrà conto della documentazione in questione.
2. Tutto il materiale inoltrato dovrà essere inserito nel TMS entro la scadenza fissata nel fuso orario dell’associazione interessata.
9. Notifica delle decisioni, procedure legali 1. Le parti verranno debitamente notificate in merito alla decisione della sotto-commissione tramite il TMS. Il processo di notifica sarà considerato completo una volta che la decisione sarà stata caricata nel TMS. La notifica della decisione resa in tal modo è valida e legalmente vincolante. 1. Le parti verranno debitamente notificate in merito all’esito della decisione. Al contempo, le parti verranno informate del fatto che hanno a disposizione dieci giorni, a partire dalla data della notifica, per richiedere per iscritto le motivazioni della decisione. La mancata richiesta in tal senso determinerà l’entrata in vigore della decisione. Qualora una parte richieda le motivazioni della decisione, queste le verranno comunicate in modo dettagliato e per iscritto. La scadenza per l’inoltro di un eventuale appello inizia a partire dalla data della notifica della decisione corredata dalle motivazioni.
ALLEGATO 3: PROCEDURA AMMINISTRATIVA PER IL TRASFERIMENTO DEI CALCIATORI FRA FEDERAZIONI 1. Principi 1. Un calciatore tesserato per una società affiliata ad una Federazione non può giocare per una società affiliata ad un’altra Federazione, a meno che la Federazione di provenienza non abbia rilasciato un Certificato di Trasferimento Internazionale e la Federazione di destinazione l’abbia ricevuto, ai sensi delle disposizioni contenute nel presente Allegato. A tal fine, devono essere utilizzati appositi moduli forniti dalla FIFA o moduli che utilizzino diciture analoghe. 2. Il Certificato di Trasferimento Internazionale deve essere richiesto entro e non oltre l’ultimo giorno del periodo di tesseramento della Federazione di destinazione. 3. La Federazione che ha emesso il Certificato di Trasferimento Internazionale dovrà inoltre allegare una copia del passaporto del calciatore. 4. La Federazione di destinazione è tenuta ad informare per iscritto la/le Federazione/i a cui appartiene/appartengono la/le società che hanno formato il calciatore fra i 12 e 23 anni di età (cf. Art. 7: Passaporto del calciatore) in merito al tesseramento del calciatore in qualità di professionista una volta ricevuto il Certificato di Trasferimento Internazionale.
2. Rilascio del CTI per un calciatore professionista 8. Scadenze 1. Le scadenze saranno fissate legalmente attraverso il TMS.
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1. Tutte le domande relative al tesseramento di un calciatore professionista devono essere presentate dalla società di destinazione
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alla Federazione di destinazione nel corso di uno dei periodi di tesseramento stabiliti dalla Federazione stessa. Tutte le domande devono essere corredate da una copia del contratto fra la società di destinazione e il professionista. Un professionista non potrà partecipare a gare ufficiali per la nuova società fino a quando il CTI non sia stato rilasciato dalla Federazione di provenienza e ricevuto dalla Federazione di destinazione. 2. Dopo avere ricevuto la domanda, la Federazione di destinazione deve richiedere immediatamente alla Federazione di provenienza il rilascio di un CTI per il professionista (“Richiesta di CTI”). Una Federazione che riceva un CTI non richiesto da parte di un’altra Federazione non ha il diritto di tesserare il calciatore professionista in questione presso una delle sue società. 3. Dopo avere ricevuto la domanda di CTI, la Federazione di provenienza deve immediatamente richiedere alla società di provenienza e al professionista di confermare sia l’eventuale scadenza del contratto sia se è stata reciprocamente concordata una risoluzione anticipata del contratto oppure l’esistenza di controversie contrattuali. 4. Entro sette giorni dal ricevimento della domanda di CTI, la Federazione di provenienza deve: a) rilasciare il CTI alla Federazione di destinazione; oppure b) comunicare alla Federazione di destinazione che il CTI non può essere rilasciato in quanto il contratto fra la società di provenienza e il professionista non si è concluso, ovvero non è stato raggiunto un accordo sulla risoluzione anticipata del contratto. 5. Qualora la Federazione di destinazione non riceva una risposta entro un periodo di 30 giorni dalla data della domanda di CTI, la stessa provvederà immediatamente a tesserare in via provvisoria il professionista presso la società di destinazione (“tesseramento provvisorio”). Il Tesseramento provvisorio diventa definitivo un anno dopo la domanda di CTI. La Commissione per lo status dei calciatori può revocare il tesseramento provvisorio nel caso in cui durante il periodo di un anno la Federazione di provenienza presenti valide ragioni a sostegno del suo rifiuto di rilasciare il CTI. 6. La Federazione di provenienza non deve rilasciare un CTI nel caso in cui sia sorta una vertenza contrattuale tra la società di provenienza e il professionista. In tale eventualità, il professionista, la società di provenienza e/o la società di destinazione possono inoltrare un ricorso alla FIFA ai sensi dell’Art. 22. La FIFA provvederà a decidere in merito al rilascio del CTI e alle sanzioni sportive da applicare entro 60 giorni. In ogni caso, la decisione sulle sanzioni sportive deve essere presa prima del rilascio del CTI. Il rilascio del CTI non pregiudica il diritto all’indennità per la risoluzione contrattuale. La FIFA può prendere misure provvisorie in presenza di circostanze eccezionali. 7. La Federazione di destinazione può concedere ad un calciatore la facoltà provvisoria di giocare fino al termine della stagione in corso, sulla base di un CTI inviato via fa. Se il CTI ufficiale non
viene ricevuto entro questo termine, l’idoneità del calciatore a giocare deve essere considerata definitiva. 8. Alle Federazioni è fatto divieto di richiedere un CTI al fine di permettere al calciatore di prendere parte a gare di allenamento. 9. Le precedenti disposizioni e procedure si applicano anche ai professionisti che, passando ad una nuova società, acquisiscano lo status di dilettante.
3. Rilascio del CTI per un calciatore dilettante 1. La domanda relativa al tesseramento di un dilettante deve essere presentata da parte della società di destinazione alla Federazione di destinazione nel corso di uno dei periodi di tesseramento stabiliti dalla Federazione stessa. 2. Una volta ricevuta la richiesta di CTI, la Federazione di destinazione deve richiedere immediatamente alla Federazione di provenienza il rilascio di un CTI per il calciatore (“Richiesta di CTI”). 3. Entro 7 giorni dal ricevimento della Richiesta di CTI, la Federazione di provenienza deve rilasciare il CTI alla Federazione di destinazione. 4. Qualora la Federazione di destinazione non riceva una risposta entro un periodo di 30 giorni dalla data della richiesta di CTI, la stessa dovrà tesserare immediatamente in via provvisoria il calciatore dilettante presso la società di destinazione (“tesseramento provvisorio”). Il tesseramento provvisorio diventa definitivo un anno dopo la richiesta di CTI. La Commissione per lo status dei calciatori può revocare il tesseramento provvisorio qualora durante questo periodo di anno la Federazione di provenienza presenti valide ragioni a sostegno del sua mancata risposta alla richiesta di CTI. 5. Le precedenti disposizioni e procedure si applicano anche ai dilettanti che, passando ad una nuova Società, acquisiscano lo status di professionista.
4. Prestito di calciatori 1. Le disposizioni del presente Regolamento si applicano anche al prestito di un professionista proveniente da una società affiliata ad una Federazione a favore di una società affiliata ad un’altra Federazione. 2. I termini che regolano il prestito sono riportati nella richiesta del CTI. 3. Alla scadenza del periodo di prestito, il CTI sarà riconsegnato, su richiesta, alla Federazione di appartenenza della società che ha ceduto il calciatore in prestito.
ALLEGATO 4: INDENNITÀ DI FORMAZIONE 1. Finalità 1. La formazione e l’istruzione di un calciatore si svolge tra i 12 e i 23 anni. In linea generale, l’indennità di formazione deve essere
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corrisposta fino al 23° anno di età per la formazione ricevuta fino all’età di 21 anni, salvo che risulti evidente che un calciatore abbia già concluso il suo periodo di formazione prima dell’età di 21 anni. In quest’ultimo caso, l’indennità di formazione è dovuta fino al termine della stagione durante la quale il calciatore compie il 23° anno di età, ma il calcolo dell’ammontare dell’indennità si baserà sugli anni compresi tra l’età di 12 anni e l’età in cui si appura che il calciatore ha effettivamente completato la propria formazione. 2. L’obbligo di corrispondere l’indennità di formazione non pregiudica eventuali altri obblighi di corrispondere un’indennità per inadempienza contrattuale.
2. Corresponsione dell’indennità di formazione L’indennità di formazione è dovuta: i) quando un calciatore viene tesserato per la prima volta come professionista; oppure ii) quando un professionista viene trasferito fra società appartenenti a due Federazioni diverse (nel corso del contratto o al termine del medesimo) prima della fine della stagione del suo 23° compleanno. L’indennità di formazione non è dovuta: i) se la società di provenienza risolve il contratto con il calciatore senza giusta causa (fatti salvi i diritti delle società di provenienza); oppure ii) se il calciatore è trasferito ad una società di 4^ categoria; oppure iii) se il professionista a seguito del trasferimento riacquista lo status di dilettante.
3. Obbligo di corresponsione dell’indennità di formazione 1. Quando un calciatore viene tesserato come professionista per la prima volta, la società per la quale viene tesserato deve corrispondere l’indennità di formazione entro 30 giorni dal tesseramento, a tutte le società per le quali il calciatore è stato tesserato (in base alla carriera del calciatore risultante dal passaporto del calciatore) e che abbiano contribuito alla sua formazione a partire dalla stagione del suo 12° anno di età. La somma da corrispondere è calcolata in modo proporzionale tenendo conto del periodo di formazione ricevuto in ciascuna società. Nel caso di trasferimenti successivi del calciatore professionista, l’indennità di formazione è dovuta esclusivamente alla società di provenienza del calciatore per il periodo in cui egli è stato effettivamente formato da quella società. 2. In entrambi i casi sopra menzionati, il termine in cui corrispondere l’indennità di formazione è fissato in 30 giorni a partire dalla data di tesseramento del professionista presso la Federazione di destinazione. 3. Qualora non sia possibile stabilire un legame tra il calciatore professionista e le società che lo hanno formato, ovvero se dette
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società non si palesano entro 18 mesi dal primo tesseramento del calciatore come professionista, l’indennità di formazione è corrisposta alla Federazione (alle Federazioni) del Paese (o dei Paesi) in cui il professionista ha ricevuto la sua formazione. Tale indennità sarà vincolata a programmi di sviluppo del calcio giovanile nella Federazione (nelle Federazioni) in questione.
4. Costi di formazione 1. Al fine di calcolare l’indennità dovuta per i costi di formazione e istruzione, le Federazioni devono classificare le loro società in un massimo di quattro categorie a seconda degli investimenti finanziari sostenuti per la formazione dei calciatori. I costi relativi alla formazione sono stabiliti per ciascuna categoria e corrispondono alla somma necessaria per formare un calciatore per un anno, moltiplicata per un “fattore calciatore” medio, che indica il rapporto tra il numero dei calciatori che bisogna formare per avere un calciatore professionista. 2. I costi di formazione, che sono stabiliti per ogni confederazione per ciascuna categoria di società, nonché la classificazione in categorie delle società di ogni Federazione, sono pubblicati sul sito della FIFA (www.fifa.com) e vengono aggiornati alla fine di ogni anno solare.
5. Calcolo dell’indennità di formazione 1. In linea generale per calcolare l’indennità di formazione dovuta alla/alle società di provenienza è necessario considerare i costi che sarebbero stati sostenuti dalla società di destinazione se questa avesse dovuto provvedere alla formazione del calciatore. 2. Di conseguenza, la prima volta che il calciatore si tessera come professionista, l’indennità di formazione dovuta si calcola considerando i costi di formazione della società di destinazione moltiplicati per il numero di anni di formazione che sono intercorsi, in linea di principio, dalla stagione del 12° anno di età del calciatore fino alla stagione del suo 21° anno di età. In caso di trasferimenti successivi, l’indennità di formazione è calcolata sulla base dei costi di formazione della società di destinazione moltiplicati per il numero di anni di formazione presso la società di provenienza. 3. Per garantire che l’indennità di formazione dei giovani calciatori non sia fissata ad un livello irragionevolmente elevato, i costi di formazione per le stagioni tra il 12° e il 15° anno di età (ovvero 4 stagioni) sono calcolati in base ai costi di formazione e di istruzione stabiliti per la 4^ categoria. Tuttavia, questa eccezione non si applica nel caso in cui l’evento che da diritto all’indennità di formazione (cf. Allegato 4, Art. 2, paragrafo 1) si verifichi prima della stagione in cui il calciatore compie il suo diciottesimo anno di età. 4. La Camera per la risoluzione delle controversie ha la facoltà di esaminare le controversie relative all’ammontare dell’indennità di formazione ed ha il potere discrezionale di rideterminarne l’ammontare ove questo risultasse chiaramente sproporzionato rispetto al caso in esame.
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6. Disposizioni speciali per i paesi UE/AEE 1. Per i calciatori che si trasferiscono da una Federazione ad un’altra all’interno del territorio UE/AEE, il valore dell’indennità di formazione sarà stabilito sulla base dei seguenti criteri: a) se il calciatore viene trasferito da una società di categoria inferiore ad una di categoria superiore, il calcolo è fondato sulla media dei costi di formazione delle due società; b) se il calciatore viene trasferito da una società di categoria superiore a una di categoria inferiore, il calcolo è fondato sui costi di formazione della società appartenente alla categoria inferiore. 2. All’interno del territorio dell’UE/EEA, l’ultima stagione di formazione può concretizzarsi prima di quella in cui il calciatore abbia compiuto 21 anni, ove si appuri che il calciatore ha completato la sua formazione prima di quella data. 3. Qualora la società di provenienza non offra al calciatore un contratto, non sarà dovuta alcuna indennità di formazione, salvo che la società di provenienza non dimostri di avere diritto a tale indennità. La società di provenienza deve offrire al calciatore un contratto per iscritto ed inviarlo per posta raccomandata almeno 60 giorni prima della scadenza del contratto in essere. L’offerta di cui trattasi deve inoltre essere di valore almeno pari all’attuale contratto. Questa disposizione non pregiudica i diritti della/e società di provenienza a percepire l’indennità di formazione.
7. Misure disciplinari La Commissione disciplinare della FIFA può adottare dei provvedimenti disciplinari nei confronti delle società o dei calciatori che risultassero inadempienti in ordine agli obblighi sanciti nel presente allegato.
ALLEGATO 5: MECCANISMO DI SOLIDARIETÀ 1. Contributo di solidarietà Se un calciatore professionista si trasferisce nel corso di un contratto, il 5% di qualsiasi compenso, ad eccezione dell’indennità di formazione, corrisposto alla società di provenienza deve essere dedotto dal totale di tali compensi e distribuito dalla società di provenienza come contributo di solidarietà al/alle società che hanno provveduto alla formazione e all’istruzione del calciatore nel corso degli anni. Tale contributo di solidarietà tiene conto del numero di anni (calcolato in proporzione se inferiore a un anno) durante i quali il calciatore è stato tesserato per la/le società in questione nelle stagioni comprese tra il 12° e 23° anno di età, sulla base dei parametri riportati di seguito: - Stagione del 12° compleanno: 5% (ovvero 0,25% dell’indennità totale) - Stagione del 13° compleanno: 5% (ovvero 0,25% dell’indennità totale) - Stagione del 14° compleanno: 5% (ovvero 0,25% dell’indennità totale)
- Stagione del 15° compleanno: 5% (ovvero 0,25% dell’indennità totale) - Stagione del 16° compleanno: 10% (ovvero 0,5% dell’indennità totale) - Stagione del 17° compleanno: 10% (ovvero 0,5% dell’indennità totale) - Stagione del 18° compleanno: 10% (ovvero 0,5% dell’indennità totale) - Stagione del 19° compleanno: 10% (ovvero 0,5% dell’indennità totale) - Stagione del 20° compleanno: 10% (ovvero 0,5% dell’indennità totale) - Stagione del 21° compleanno: 10% (ovvero 0,5% dell’indennità totale) - Stagione del 22° compleanno: 10% (ovvero 0,5% dell’indennità totale) - Stagione del 23° compleanno: 10% (ovvero 0,5% dell’indennità totale)
2. Procedura relativa al pagamento 1. La nuova Società è tenuta a versare il contributo di solidarietà alla/alle società che hanno provveduto alla formazione del calciatore in conformità ai disposti di cui al presente Allegato entro e non oltre 30 giorni dal tesseramento del calciatore ovvero, nel caso di pagamenti rateali, entro 30 giorni dalla data dei singoli pagamenti. 2. Spetta alla società di destinazione calcolare l’ammontare del contributo di solidarietà e distribuire lo stesso in funzione della carriera del calciatore, secondo quanto riportato nel passaporto del calciatore. All’occorrenza, il calciatore deve offrire alla società di destinazione la propria collaborazione nell’espletamento di questo compito. 3. Qualora non sia possibile stabilire un legame tra il calciatore professionista e le società che lo hanno formato entro 18 mesi dal trasferimento, il contributo di solidarietà deve essere corrisposto alla Federazione (alle Federazioni) del Paese (o dei Paesi) in cui il professionista ha ricevuto la sua formazione. Detto contributo sarà destinato a programmi di sviluppo del calcio giovanile nella Federazione (o nelle Federazioni) in questione. 4. La Commissione Disciplinare può adottare dei provvedimenti disciplinari nei confronti delle società che risultassero inadempienti in ordine agli obblighi sanciti nel presente Allegato.
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