on water_magredi

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UniversitĂ Iuav di Venezia Atelier: dopo i combustibili fossili Anno Accademico 2013-2014 Docenti: Lorenzo Fabian Collaboratori: Ettore Donadoni, Luca Velo Studenti: Anna Bazzo, Monica Marson

ON WATER. MAGREDI


MEMORIA DEL TERRITORIO


ELEMENTI DEL TERRITORIO


DESCRIVERE IL TERRITORIO


formazione geologica

pedemontana alta pianura bassa pianura mare

precipitazioni annue

2000mm 1500mm 1000mm 920mm

IL PARADOSSO DELL’ACQUA


bassa pianura

alta pianura

zona delle risorgive

pedemontana collinare

greto

magredo primitivo

magredo evoluto

montagna

area boschiva


Maniago Arba

Basaldella 0 1

Vivaro

Aviano S. Foca

Rauscedo Domanins

S. Quirino

5

Roveredo in Piano

Cordenons

10 Km

Castions

Pordenone

Casarsa

Fiume Veneto

USO DEL SUOLO scala 1:200.000

centri abitati industrie vigna agricolo agricolo non irrigato


Area paracadutisti

Tauriano

Dandolo

0 1

5

10 Km

Cellina - Meduna

Idrico in concesssione

PROPRIETĂ€ DEMANIALI

centri abitati industrie vigna agricolo agricolo non irrigato


SCENARI FUTURI


FORME DI ANTROPIZZAZIONE SPINTA

AGRICOLTURA INTENSIVA

CITTÀ DIFFUSA

NUOVA MEZZADRIA

100% NATURA

ADATTAMENTO

OGGI

NUOVA ECOLOGIA

WASTELAND

NUOVA WILDERNESS

ZONA MAGREDILE IN SENSO STRETTO


FORME DI ANTROPIZZAZIONE SPINTA

AGRICOLTURA INTENSIVA

CITTÀ DIFFUSA

NUOVA MEZZADRIA

100% NATURA

ADATTAMENTO

OGGI

NUOVA ECOLOGIA

WASTELAND

NUOVA WILDERNESS

ZONA MAGREDILE IN SENSO STRETTO


FORME DI ANTROPIZZAZIONE SPINTA

AGRICOLTURA INTENSIVA

CITTÀ DIFFUSA

NUOVA MEZZADRIA

100% NATURA

ADATTAMENTO

OGGI

NUOVA ECOLOGIA

WASTELAND

NUOVA WILDERNESS

ZONA MAGREDILE IN SENSO STRETTO


FORME DI ANTROPIZZAZIONE SPINTA

AGRICOLTURA INTENSIVA

CITTÀ DIFFUSA

NUOVA MEZZADRIA

100% NATURA

ADATTAMENTO

OGGI

NUOVA ECOLOGIA

WASTELAND

NUOVA WILDERNESS

ZONA MAGREDILE IN SENSO STRETTO


NUOVA MEZZADRIA Nel territorio dei comuni entro cui è inserita la ZPS, la struttura delle aziende agricole è contraddistinta da un numero contenuto di imprese di ampia superficie produttiva, affiancate da una più consistente massa di piccole-medie aziende gestite a livello familiare. L’agricoltura svolta come “doppio lavoro“ costituisce una consuetudine consolidata e rappresenta il riflesso ed il retaggio della cultura e dell’identità locali, che affondano le proprie radici nella terra. Quello che si prefigura questo scenario è un ritorno alle attività agricole tradizionali promuovendo le pratiche agricole più estensive e a basso impatto, creando e rafforzando una filiera dei prodotti tipici di qualità ed incoraggiando l’adesione agli incentivi previsti per il settore. Le attività agricole tradizionali, oltre che nella conservazione della biodiversità, possono assumere un ruolo determinante anche nel promuovere lo sviluppo del territorio locale.



CITTÀ DIFFUSA Questo modello di antropizzazione spinta prende a modello la tipica conformazione urbana del veneto che lì ha distrutto quella che era l’originale alta pianura secca. I fattori forti che da sempre hanno preservato la zona dei magredi da questo tipo di modello, ovvero la presenza/ assenza dell’acqua e la difficoltà nella coltivazione, hanno visto una forte attenuazione nel corso degli ultimi cinquant’anni: prima con le dighe e le sempre più numerose opere idrauliche di controllo delle acque, poi con la bonifica dei suoli. Lo sviluppo degli ultimi cinquant’anni ha dunque predisposto il territorio ad essere “colonizzato” da questo modello di insediamento, che già ritroviamo nell’area provinciale di Pordenone.



AGRICOLTURA INTENSIVA Questo scenario prevede un aumento dell’agricoltura intensiva, che non lascia più spazio ai centri urbani e che invadendo totalmente lo spazio a disposizione non permettendo nuovi insediamenti. Oggi, nel territorio dei comuni della ZPS, le aziende destinate ai seminativi occupano il 72% della superficie agricola utilizzata. Nell’area dei magredi, la preponderanza della maidicoltura costituisce un problema agroambientale di non facile soluzione, per l’apporto di fertilizzanti, diserbanti e insetticidi che la coltura richiede. Questi possono venire dilavati e trasportati in profondità con il rischio di inquinamento della falda freatica.



NUOVA WILDERNESS Nell’ipotesi in cui l’uomo abbandoni qualsiasi tipo di pratica sul teritorio, l’habitat caratteristico ne risentirebbe e l’intera area magredile diventerebbe un enorme parco boscato e selvaggio. Il graduale imboschimento è innescato da una serie di fattori fra cui la rarefazione dei sovralluvionamenti che rallentavano la naturale evoluzione verso la boscaglia nonchè l’abbandono delle pratiche rurali tradizionali quali lo sfalcio, il pascolo estensivo e il disboscamento.



WASTELAND I magredi vengono percepiti come “luogo dell’anarchia“. Spazi liberi da regolamentazioni usati dalle persone per le più disparate attività. Queste possono portare a fenomeni di perturbazione e costituire minacce per gli habitat e le specie più sensibili. Alcune forme di addestramento militare, l’esercizio venatorio e l’escursionismo sono attività che devono essere regolamentate ma che qui vengono viste come principale occupazione dell’area magredile. Il pericolo che ha portato alla formulazione di questo scenario è la percezione culturale negativa di questi habitat scarsamente produttivi. Questo, per secoli, ha fatto sì che l’immaginario collettivo li considerasse solamente come aride distese sassose prive di valore e significato, in quanto spazi vuoti e inutilizzati, piuttosto che habitat ricchi di specie e biodiversità.



NUOVA ECOLOGIA È lo scenario tendenziale. Direttive europee individuano le specie e gli habitat di “interesse comunitario“, che devono essere tutelati in quanto a rischio di estinzione su scala continentale. Vengono messe in atto strategie per conservare la varietà biologica e fronteggiare il suo declino e contrastata la tendenza all’inquinamento al fine di salvaguardare le caratteristiche dei suoli. Uno degli obiettivi è incentivare le pratiche tradizionali, quali sfalcio, pascolo estensivo e una “nuova mezzadria”, per assicurare la conservazione delle specie di questi ambienti assieme ad una programmata attività di disboscamento. Portando quindi ad un’armonizzazione delle attività antropiche esistenti e regolamentando attività come l’addestramento militare, l’esercizio venatorio e l’escursionismo.



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