Ferrari 250 GTO 1962

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Historique

Ferrari 250 GTO 1962

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La storia di una Ferrari entrata nella storia: non ha vinto titoli mondiali, ma detiene il primato di auto più costosa mai battuta a un’asta, essendo stata aggiudicata lo scorso agosto, in California, per 38.115.000 dollari USA. Ordinata nel 1962 da un gentleman-driver francese, è rimasta in Italia dall’anno successivo e fino a pochi mesi fa, in perfette condizioni di conservazione nonostante il frequente e intenso impiego agonistico cui è stata sottoposta dal suo precedente proprietario, Fabrizio Violati TESTO: Alessandro Rigatto | FOTOGRAFIE: Ruth Fletcher

Record rampante | 101


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Qui a lato, Ernesto Prinoth taglia il traguardo della cronoscalata Coppa della Consuma 1964 al volante della sua Ferrari 250 GTO 1962 telaio 3851GT. Per questo esemplare di GTO, il diciassettesimo prodotto con motore 3 litri, è uno dei tanti successi ottenuti in Italia con un pilota italiano alla guida. Seguirà una lunga serie di ulteriori vittorie, in salita e in pista, anche nelle competizioni per auto storiche (foto Goddard).

Q

UESTA VOLTA È UFFICIALE: il record per la somma più elevata versata per l’acquisto di un’automobile a un’asta va a una Ferrari 250 GTO 1962, quella che fu di Fabrizio Violati e della Collezione Maranello Rosso di San Marino. L’auto è stata venduta all’asta di Bonhams lo scorso 16 agosto per allo strabiliante prezzo di 38.115.000 dollari USA, pari a 28.501.458 euro (diritti d’asta compresi), superando quindi di quasi 4 milioni di euro la Mercedes-Benz W196R che la stessa Casa d’aste aveva aggiudicato il 12 luglio 2013, a Goodwood, per 19.601.500 sterline inglesi, pari a 24.646.674 euro. Vero che rumours parlano di un’altra 250 GTO 1962 passata di mano recentemente, in una trattativa privata, per 40 milioni di euro, ma quanto avvenuto a Carmel, in California, lo scorso 14 agosto è documentato in ogni forma possibile e resterà scritto nella storia. Almeno per un po’, almeno fino al compiersi di un’altra follia. Chi era presente allo spettacolare evento di Bonhams ha potuto vivere il brivido di un’aggiudicazione contesa a colpi di decine di migliaia di dollari USA, nell’ambito di un’asta che ha permesso a dieci capolavori Ferrari precedentemente ospitati nel museo sammarinese di trovare un nuovo proprietario, forse in Paesi che vivono la passione per l’automobile in un modo più sano rispetto a quanto accade in Italia e dintorni (dogane comprese, tanto per capirci...). Per chi non è avvezzo alle aste dedicate ad automobili di assoluto pregio e grande valore quanto accaduto a Carmel potrebbe appartenere al mondo della pazzia collettiva: la GTO ex-Violati, di cui non era stata fornita una stima d’asta, è partita da un milione di dollari, per raggiungere in mezzo minuto circa, i 30 milioni. Poi il battitore ha osservato i rilanci che gli ultimi due contendenti hanno messo sul piatto, ogni volta aggiungendo 50mila dollari all’offerta precedente, fino ad aggiudicare al nuovo compratore l’auto per l’iperbolica

somma di 38,115 milioni di dollari. Ma cosa ha reso questa 250 GTO 1962 così desiderabile? Un fatto è certo: la storia ampiamente documentata dell’esemplare contraddistinto dal numero di telaio 3851GT, il brillante palmares agonistico, sia negli anni immediatamente successivi alla costruzione dell’auto (classificatasi al secondo posto assoluto al Tour de France Auto 1962 con Jo Schlesser e Henri Oreiller), sia successivamente nelle competizioni per vetture storiche, l’assoluta originalità che ne fa un esemplare conservato piuttosto che restaurato, la proprietà rimasta per 49 anni immutata nelle mani della famiglia Violati, hanno permesso a una delle più italiane delle GTO superstiti (si parla di 31 vetture delle 36 realizzate) di stabilire il nuovo primato. Ma c’è anche dell’altro: l’esplosione delle quotazioni registrate dalle vetture d’epoca più significative – ben registrata e descritta peraltro dallo specialista Simon Kidston sul numero di novembre di AutoCapital – ha trovato conferma lo scorso agosto nel luogo più adatto, quegli Stati Uniti che a metà agosto hanno chiamato a raccolta il Gotha

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del mondo automotive e schiere di danarosi appassionati nell’ambito di un evento dove l’esibizione di uno smisurato potere d’acquisto, la competenza automobilistica e storica e la disponibilità reale di somme di denaro ingenti hanno ancora diritto di cittadinanza. La 250 GTO 1962 telaio 3851GT è stata la diciassettesima 3 litri prodotta delle 19 GTO ultimate entro l’11 settembre 1962 (due erano le 4 litri 330 GTO), data di consegna della vettura al pilota-gentleman francese Jo Schlesser, che richiese la verniciatura in grigio pastello con bande longitudinali tricolori blu-biancorosse, come la bandiera transalpina. Dopo il secondo posto al Tour de France l’equipaggio Schlesser-Oreiller iscrisse la GTO alla Coupes de Salon che si sarebbe disputata a Monthléry il 7 ottobre. Purtroppo un fatale incidente a seguito di un’uscita di strada tolse la vita al campione di sci e gentleman-driver Henri Oreiller, causando anche danni ingenti alla vettura. Schlesser la inviò a Maranello per le riparazioni del caso e procedette alla

vendita. La 3851GT venne acquistata nell’inverno successivo dal pilota italiano Paolo Colombo, appena in tempo per iscriverla alla cronoscalata Stallavena-Boscochiesanuova, in calendario il 7 aprile 1963, dove fu 7° assoluto e 3° di classe. In quella stagione Colombo ottenne 12 vittorie di classe su 14 partecipazioni nelle gare del Campionato Europeo della Montagna. Nel successivo inverno il gentleman-driver e imprenditore alto-atesino Ernesto Prinoth fece un’offerta economica irresistibile a Colombo e acquistò la 250 GTO, decidendo di partecipare con essa a cronoscalate e gare in circuito. Proprio nel corso della Coppa Intereuropa, che si disputava in settembre a Monza, la 3851GT ebbe un incidente che le causò gravi danni, pur proteggendo l’incolumità del pilota della Scuderia Dolomiti Bolzano. Il quale, a fine stagione, decise di privarsi dell’auto dopo aver ricevuto una sostanziosa offerta da Fabrizio Violati, rampollo di famiglia romana benestante, proprietaria delle Acque Minerali Sangemini e Ferrarelle, marchi in seguito venduti alla Danone.

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Per 2.500.000 lire di allora l’auto passò di mano. Violati, la comprò di nascosto dai genitori e, per non farsi notare da loro, fu costretto per lungo tempo a utilizzarla solo di notte. Solo nel 1974, dopo essersi cimentato in svariate discipline sportive, tra cui la vela, Fabrizio Violati diede sfogo alla sua passione per la Ferrari acquistando altri esemplari storici, inizialmente custoditi in diversi garage attorno alla Capitale. Preso da sacro furore agonistico, nel 1979 iscrisse la GTO e una più anziana 250 GT SWB alle prime competizioni per auto storiche, finché nel 1985 Violati vinse il Campionato Europeo FIA per Autostoriche per i colori della Scuderia Campidoglio. Nel 1989 si aggiudicò la

Targa Florio Autostoriche con la 250 GTO e, non pago di questi successi, prese parte con la Scuderia Bellancauto al Campionato del Mondo Endurance su una Ferrari 512BB LM, partecipando anche alla 24 Ore di Le Mans. Stretto amico di Enzo Ferrari, Violati diede vita al Ferrari Club Italia nel 1984 e nel 1989 ottenne il permesso dal Drake di utilizzare il nome Collezione Maranello Rosso per l’esposizione delle sue Ferrari in un museo situato nella Repubblica di San Marino. Da allora l’auto è sempre rimasta in attività, sia pure in modo via via meno assiduo, mantenendo la sua configurazione intermedia stradalecorsa,ma con gli scarichi laterali (recentemente restaurati e ancora capaci di produrre un suono esilarante) e la sua targa MO 80576. Della sua ricca e nobile collezione, è sempre stata la preferita da Violati. L’imprenditore romano adorava, e adorò fino ai suoi ultimi giorni (morì a seguito di una grave malattia il 22 gennaio 2010, a 74 anni) l’auto che gli aveva dato e continuava a offrirgli le maggiori soddisfazioni, specie in pista, dove non la risparmiò mai dando ad alcuni l’impressione di non avere rispetto per il valore venale che quell’auto rappresenta. Chi ha acquistato la 3851GT sa bene di avere per sé non solo una delle più celebri automobili mai costruite, ma anche un biglietto da visita capace di aprire molte porte, tenuto conto che i proprietari delle altre trenta 250 GTO 1962 sopravvissute si incontrano periodicamente in eventi anche competitivi durante i quali – è lecito pensare – trattano anche i propri affari.

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