Ferrari 250 LM Carrozzeria Scaglietti (1964)

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Historique

Ferrari 250 LM Carrozzeria Scaglietti (1964)

Daytona souvenir TESTO: Alessandro Rigatto | FOTOGRAFIE: Michael Furman e Bill Warner - Courtesy of RM Auctions

L’ultima delle Ferrari vittoriose alla 24 Ore di Le Mans è più rara della 250 GTO, più longeva della Daytona, più rude ed entusiasmante della P4. L’esemplare contraddistinto dal numero di telaio 6107 ha conosciuto numerosi passaggi di proprietà e ripetute trasformazioni, essendo stato concepito come modello stradale e più volte riconvertito per le competizioni. In un’asta di RM Auctions dello scorso novembre un anonimo collezionista l’ha acquistato per 14,3 milioni di dollari USA. Un affare? Sì, perché...

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ER CELEBRARE il cinquantesimo compleanno della capostipite tra le Ferrari a motore centrale e portarsi a casa uno dei pochissimi esemplari superstiti, un anonimo appassionato collezionista ha speso pochi mesi fa nientemeno che quattordici milioni e trecentomila dollari USA. Una delle somme più alte spuntate in assoluto in aste dedicate alle vetture d’epoca, il che nobilita ulteriormente l’attività di RM Auctions, che proprio in occasione della vendita all’incanto del 21 novembre scorso ha contribuito al passaggio di mano di questo gioiello del Cavallino Rampante. La 250 LM nasce come diretta “conseguenza” della graduale rinuncia del “Drake” alle vetture dotate di impostazione tradizionale con motore anteriore e trazione posteriore. Un cambio di rotta avviato con le monoposto di Formula 1, per via regolamentare, e ripreso successivamente anche sul fronte delle vetture Sport e Granturismo destinate alle gare di velocità in circuito e in salita. Quando, nel 1964, la 250 LM venne presentata, il salto generazionale rispetto alle precedenti GT a motore anteriore apparve straordinario. Basti pensare che due soli anni prima aveva visto la luce la 250 GTO, ritenuta la più bella ed efficace auto da competizione vista fino a quel momento, e che nello stesso 1964 la Ferrari schierava anche l’evoluzione di quel modello, la 250 GTO ‘64, con carrozzeria più bassa e filante, con il terzo volume appena accennato per tentare di migliorare l’aerodinamica. Alcune analogie, però, ci sono: i parafanghi muscolosi, lo spoiler posteriore quasi verticale, fianchi e coda mirabilmente raccordati. Oltre al motore 12 cilindri a V di 3 litri di cilindrata, che sulla 250 LM arrivò a esprimere 320 CV. Slanciata ed elegante la GTO, potenzialmente in grado di sfilare a un concorso di eleganza e subito dopo raggiungere Le Mans o il Nuerburgring direttamente via strada. Bassa, aggressiva, così accucciata a terra che sembra pronta a inghiottire i nastri d’asfalto che si stagliano davanti ai suoi fari anteriori carenati. Eppure la bellezza dei due bolidi di Maranello è difficilmente confrontabile: GTO e LM sono due icone dello stesso tempo, con palmares colmi di glorie agonistiche e forme affatto diverse. Anche in tema di rarità la 250 LM non teme confronti: addirittura, la sua produzione è numericamente più limitata rispetto alla GTO, con soli 32 esem-

plari all’attivo e, conseguentemente, quotazioni multimilionarie. A confrontare i curricula sportivi si scopre che la 250 LM è l’ultima delle Ferrari ad aver conseguito un successo assoluto alla 24 Ore di Le Mans, mentre se ci si spinge ad approfondimenti tecnici sul prodotto si scopre che la 12 cilindri di Maranello a motore centrale ha conseguito fama anche grazie al prototipo stradale di Pininfarina e che alcune 250 LM preparate per le competizioni hanno ottenuto anche l’omologazione per la circolazione su strade aperte al traffico. Proprio come l’auto illustrata in questo servizio, 24esimo esemplare prodotto in ordine cronologico delle 32 Ferrari 250 LM complessivamente uscite dagli stabilimenti Ferrari, caratterizzato dal numero di telaio 6107. La 250 LM con telaio 6107 ha conosciuto una gestazione molto particolare, che merita di essere ricordata: l’auto venne infatti ordinata da Steven Earle, di Santa Barbara, California, all’inizio dell’estate del 1964 attraverso la Rezzaghi Motors di San Francisco. Il telaio venne completato il 23 luglio dello stesso anno, accoppiato alla carrozzeria verniciata nel caratteristico Rosso Cina (una tonalità piuttosto scura)

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La Ferrari 250 LM del 1964 telaio 6107, più volte restaurata, è stata venduta all’asta da RM Auctions lo scorso novembre per 14,3 milioni di dollari USA dal suo proprietario giapponese. L’auto, consegnata al suo primo cliente in configurazione stradale, veste oggi la livrea con cui i proprietari ecuadoregni Guillermo Ortega e Fausto Merello, portacolori del team Raceco, si schierarono alla 24 Ore di Daytona del 1968, ottenendo il 14° tempo in qualifica e l’ottavo posto assoluto a fine gara, oltre alla vittoria nella categoria GT. | 119


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e allestito con un abitacolo spartano comprendente una semplice selleria in tessuto azzurro. L’auto, in versione stradale, viaggiò in aereo dall’Italia alla California e fu consegnata nel novembre del 1964 a Mr Earle, senza il tramite dell’importatore ufficiale Chinetti Motors. Venne subito immatricolata con targa MKW 781 e accumulò un moderato chilometraggio nei due anni successivi, essendo utilizzata prevalentemente in città (!) e sulla famosa Mulholland Drive, dove il proprietario si divertiva non solo a guidarla al limite, ma anche a fotografarla con lo sfondo degli spettacolari panorami californiani. Nel 1966, sembra allo scopo di attrarre il meno possibile le attenzioni delle pattuglie della polizia locale, Mr Earle decise di riverniciare la 250 LM telaio 6107 in un elegante e più discreto blu metallizzato. In questa livrea l’auto apparve in un annuncio economico sul numero del gennaio 1967 del mensile USA Road&Track, dove viene descritta “incredibilmente docile e facile da guidare” e nel quale viene dichiarata una percorrenza di 3000 miglia esclusivamente su autostrade, senza impieghi in pista. Due mesi più tardi

la 250 LM telaio 6107 passò di mano, essendo acquistata da Chris Cord, amico di vecchia data di Earle e nipote di E.L. Cord, fondatore della Casa automobilistica Cord, ben nota per i suoi lussuosi modelli. L’auto fu pagata 14.750 dollari USA e l’affare permise a Mr Cord di tornare al volante di una 250 LM, visto che – secondo le testimonianze raccolte dallo storico dell’auto Marcel Massini - la sua precedente analoga vettura gli venne consegnata con la carrozzeria in fibra di vetro, non richiesta da lui e origine non solo di indesiderati fenomeni torsionali, ma anche di una fastidiosa allergia a questo materiale che suggerì al facoltoso cliente di vendere l’auto nell’ottobre del 1965. Durante il periodo in cui – nel 1967 – la 250 LM telaio 6107 fu proprietà di Mr Cord, l’auto venne esposta nello stand della Hollywood Sports Cars al Salone dell’Automobile di Los Angeles che ebbe luogo nel mese di settembre. Cord vendette comunque anche la sua seconda 250 LM: ciò avvenne all’inizio del 1968 e ad acquistare l’auto con telaio 6107 furono due piloti ecuadoregni, Guillermo Ortega e Fausto Merello, portaco-

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lori del team Raceco. Con poche modifiche, tra cui le luci di posizione montate sul cofano anteriore, l’auto venne iscritta alla 24 Ore di Daytona nella categoria GT, dove sfoggiò una livrea simile a quella originale, rosso scuro, con numero di gara 34. Ai due piloti sudamericani si affiancò John Gunn e l’auto, dopo aver fatto segnare il 14° tempo nelle prove di qualificazione, terminò la gara di durata in un sorprendente ottavo posto assoluto, non solo vincendo la propria classe, ma precedendo anche vetture TransAm e alcuni prototipi. Un risultato eccezionale per un’auto con quattro anni di vita, preparata molto affrettatamente per una delle gare più selettive e difficili dell’intera stagione agonistica. La 250 LM telaio 6107 venne schierata

due mesi più tardi alla 12 Ore di Sebring, riverniciata in giallo e iscritta con il numero 39, ma stavolta la partecipazione non fu altrettanto fortunata: dopo 33 giri il cedimento della frizione pose termine alla corsa. Nel febbraio del 1969 l’auto tornò alla 24 Ore di Daytona, ma con un equipaggio inedito: con Fausto Merello gareggiarono nientemeno che Umberto Maglioli, vincitore della Carrera Panamericana del 1954, ed Edward Alvarez. Per la 250 LM numero 38 ci fu un ritiro dovuto a problemi al motore, dopo 68 giri. Gli ultimi atti documentati della carriera agonistica della 6107 riportano una serie di partecipazioni in gare sudamericane, soprattutto in Ecuador e in Peru. Guillermo Ortega cedette la sua quota di proprietà della vettura a Pascal Michelet; in seguito quest’ultimo rilevò anche il restante 50% di Merello. Sembra che il pilota francese abbia iscritto la 250 LM alla 24 Ore di Le Mans del 1974 con il numero di gara 36, ma senza riuscire a prender parte alle prove di qualificazione. Michelet mise in vendita l’auto nell’inverno del 1974 e trovò un cliente a inizio 1975: il londinese Robs Lamplough. Nel febbraio 1976 un altro passaggio di proprietà, a beneficio di Stephen Pilkington del Lancashire, un importante collezionista inglese di auto da competizione che commissionò allo specialista Bob Houghton un moderato restauro nel quale l’auto venne riportata nel colore rosso originale. La 250 LM telaio 6107 non corse più ufficialmente e, nel 1983, venne ceduta a un collezionista giapponese che l’ha conservata gelosamente nel proprio garage personale per i successivi trent’anni, fino alla vendita all’asta di RM Auctions in Arizona dello scorso novembre.

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