In pista con una F1 d’epoca

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Historique

In pista con una F1 d’epoca

Gareggiare con una Formula 1 d'epoca: quasi una routine per i collezionisti e i gentleman driver inglesi, un sogno per molti appassionati italiani, che sovente "ripiegano" sulle più convenzionali vetture a ruote coperte. Eppure le monoposto del passato sono affascinanti da guidare ed eccezionalmente eccitanti da pilotare. Per scegliere quella giusta, c'è chi vi può dare buoni consigli...

Le formule perfette TESTO: Alessandro Rigatto | FOTOGRAFIE: Enrico Milesi

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RONCADELLE, hinterland bresciano, si respira sempre aria di Formula 1: qui è nato Bruno Giacomelli, che fece miracoli con le monoposto Alfa Romeo tra la fine degli Anni Settanta e l'inizio degli Anni Ottanta, qui vive Bruno Ferrari, che ha le auto e le corse nel sangue fin dall'infanzia e ha coronato il suo sogno acquistando negli ultimi anni una March 701 ex-Peterson e una Merzario A3, protagoniste - ciascuna a modo proprio - nella massima formula automobilistica. Ferrari, classe 1950, aveva provato a "fare il pilota" debuttando in Formula Italia nel 1973, disputando 3 gare, ma le sue entrate da studente universitario non bastavano certo a coltivare il sogno di diventare un professionista del volante. Si è cimentato con le auto storiche dagli anni Novanta, vincendo due volte la 1000 Miglia Storica, nel 1995 con un'Abarth 750 Zagato e nel 2009 con una

Bugatti T37 del 1927, passando in seguito dalla Regolarità alla Velocità, dove ha esordito con la Stanguellini Formula Junior, per poi passare alla Branca Formula Junior. La March 701 che ha acquistato da un pilota-collezionista tedesco è l'ottava delle nove costruite nel 1970. Ha disputato con la stessa livrea Antiques Automobiles, la scuderia del commerciante parigino Colin Grabble, alcuni Gran Premi del Campionato del Mondo 1970 con Ronnie Peterson, che esordì con un settimo posto a Monte-Carlo. In seguito la March arriva in Italia, dove il nuovo proprietario la dota di un motore Alfa Romeo: la 701 però non gareggia più; viene utlizzata sporadicamente all'Autodromo di Casale prima di finire nelle mani di un collezionista tedesco che la riporta alle condizioni originali a fine anni Novanta. Ferrari l'acquista tra fine 2008 e inizio 2009, per schierarla al GP Monte-Carlo Historique 2010. Nelle edizioni 2012 e 2014 è rispettivamente settimo e undicesimo.

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In pista con una F1 d’epoca

La Merzario A3 è un acquisto più recente per l'appassionato bresciano: la monoposto è dotata del motore Ford Cosworth DFV 3 litri che montava in origine, opportunamente revisionato dalla struttura di Mauro Pane un paio di anni fa, mentre gli scarichi sono opera della Marmitte CTS di Modena. La scocca in alluminio è stata revisionata, da qui si è partiti per il restauro completo di tutti i componenti sostituendo per ovvie ragioni di sicurezza le parti usurate. Poiché i regolamenti tecnico-sportivi delle gare per le F1 storiche non consentono l'effetto suolo, le minigonne originali della wingcar Merzario sono conservate in garage da Ferrari. Dopo un complesso restauro protrattosi per 3 anni, la monoposto italiana ha celebrato il secondo battesimo in pista poche settimane fa sull'Autodromo di Franciacorta alla presenza di AutoCapital.

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COME SI USA, SI GUIDA, SI... SOGNA! AutoCapital ha chiesto a Bruno Ferrari di aiutare appassionati e collezionisti ad avvicinarsi al mondo delle Formula 1 storiche, con qualche consiglio, sulla scelta e sulla guida delle monoposto del passato. Ecco cosa ha raccontato al nostro inviato

Nella foto qui sotto, Bruno Ferrari in azione al Grand Prix de Monaco Historique 2014, dove si è classificato al 12° posto nella gara del Gruppo E riservato alle F1 del periodo 1966-1972, dopo essere rimasto nei primi dieci per buona parte della corsa.

Una Formula 1 d'epoca può essere da esposizione, o da corsa. Per la prima categoria, è sufficiente che l'auto sia in ordine e il prezzo corretto. Per la seconda i parametri di scelta cambiano, e molto. Non è un caso che tutte o quasi le Formula 1 iscritte alle gare o ai campionati adottino il motore Ford Cosworth DFV: la manutenzione è più semplice e meno onerosa rispetto ai 12 cilindri Ferrari, BRM, Matra, Alfa Romeo, il cui sound è da brividi, ma i cui costi di gestione sono ben superiori. I ricambi si trovano, anche perché molti sono ricostruiti oggi, e l'affidabilità è soddisfacente: si fa una revisione completa all'anno, dopo 12 ore di utilizzo, quelle richieste dalla partecipazione alle 8-9 gare del FIA Masters Historic Championship. E basta. Salvo imprevisti o incidenti. Anche la fruibilità del Cosworth è diversa, quasi alla portata di tutti: la coppia è meglio distribuita e c'è un range utile di 4000 giri, da 6500 a 10.800. A 8000 arriva una bella botta nella schiena che rende esaltante, ma impegnativa, la guida di una Formula 1. Per il GP Monte-Carlo Historique si usano incroci delle camme e tromboncini più alti per avere più coppia ai regimi intermedi. Va ricordato che queste monoposto hanno una prima da 110 km/h e una seconda da 150 km/h; non è da tutti dar confidenza a queste potenze. Credo che 20 CV in più servono solo se non rendono la monoposto troppo nervosa, perciò la messa a punto è fondamentale. Bisogna poi provarle, le macchine: la posizione di guida della Merzario, per il mio fisico, è molto più confortevole

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rispetto a quella della March 701: nella prima sto seduto, nell'altra sdraiato. Come per tutte le auto storiche, anche per le Formula 1 deve però valere il principio che la macchina deve piacere sotto ogni aspetto: i miei gioielli li ho scelti anche per il piacere di possederli e, se potessi, mi comprerei anche una Lotus, magari una 79 in livrea nerooro JPS, una monoposto bellissima che mi fa sognare oggi come nel 1978, quando vinse il Mondiale con Mario Andretti. Anche se all'inizio cercavo una Cooper T51, pensando che con "soli" 250-280 CV da gestire avrei avuto meno difficoltà a cercare e trovare il limite...


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