Lamborghini Aventador LP 700-4 Roadster

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IN VIAGGIO

Lamborghini Aventador LP 700-4 Roadster

Come sinfonia Emozionanti armonie, dalle opere liriche di Giuseppe Verdi al suono del V12 della supersportiva del Toro, in un viaggio a bordo dell’Aventador Roadster da Cremona a Villa Verdi per un ideale incontro di capolavori e di genialità TESTO: Sperangelo Bandera | FOTOGRAFIE: Studio B12

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RANDE MUSICA, da Busseto a Sant’Agata Bolognese. Là la forza del Nabucco, qui il l’urlo che si spande della Lamborghini Aventador Roadster. Un duo prestigioso, accomunato dalla rarità e dall’arte. L’uno, re del pentagramma, l’altra, assoluta regina della strada. L’accostamento calza a pennello: ispirazione, creatività, prodotti di altissima qualità contrassegnano sia l’opera di Giuseppe Verdi (Roncole di Busseto, 10 ottobre 1813 - Milano, 27 gennaio 1901) sia le auto sportive firmate da Ferruccio Lamborghini (Renazzo, 28 aprile 1916 - Perugia, 20 febbraio 1993). Personaggi accomunati dalla terra ricca di genialità che diede loro i natali, l’Emilia Romagna, saranno ricordati a lungo per tutto ciò a cui la vivacità del loro ingegno ha dato vita. Campi diversi, la musica e l’automobile, ma entrambi determinanti nel

suscitare emozioni e piacere. E come si poteva impedire un pur ideale incontro tra questi due emiliani illustri, collegati anche dal nome di Sant’Agata? A Sant’Agata di Busseto, la villa, che fu abitata dal maestro e che vide nascere capolavori musicali, è stata la meta di un viaggio con la Lamborghini Aventador Roadster nata a Sant’Agata Bolognese. Questa vettura rappresenta un esempio di arte dinamica, capace di frustare l’asfalto con i suoi “giganteschi pneumatici”, come li definiva il futurista Marinetti, mossi dalla potenza dei 700 CV del suo V12 di 6.5 litri. E con una linea talmente estrema da colpire persino Fidia, se paradossalmente potesse, dall’alto della sua maestria, analizzare in tutte le sue sfaccettature il disegno di Filippo Perini, capo dei designer della Casa del Toro, pure lui emiliano. Sicuramente, del grande compositore di Busseto, capace di comporre, tra gli altri capolavori, un’opera eccelsa come il Requiem,

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avrebbe colpito la sua sensibilità di artista con emozione e ammirazione il vedere questa supermacchina varcare il cancello della villa che ha avuto un ruolo importante nelle vicende della sua vita, dove spicca il busto modellato in terracotta nel 1872 da Vincenzo Gemito, che ritrae Giuseppe Verdi meditabondo e ne rende plasticamente la fierezza, la volontà indomita, lo spirito di introspezione e riflessione. Sorge a tre chilometri da Busseto, appena oltre il torrente Ongina e venne abitata dal Maestro negli anni della maturità. L’Aventador Roadster parcheggiata davanti

all’ingresso sembra un naturale completamento della struttura, non stride: la visione esalta il bello. Nella villa, iniziata poco dopo il 1848 e proseguita a più riprese fin verso il 1880, abitarono sino alla primavera del 1851 i genitori, poi vi si trasferirono Verdi e Giuseppina Strepponi. Il corpo centrale conserva la struttura dell’originaria casa colonica, a cui furono aggiunte davanti le due ali con terrazza e nel retro le serre, la cappella, le rimesse. La Lamborghini parcheggiata al limitare del vasto parco romantico, ricco d’alberi anche d’origine esotica, rimanda a un’immagine di

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eleganza, di raffinatezza e di bellezza. Superfici concave e convesse si alternano lungo la fiancata in prossimità della grande apertura laterale che convoglia aria ai radiatori. Il viaggio da Cremona a Roncole (casa natale di Verdi) e poi a Sant’Agata è stato un susseguirsi di accelerazioni e di piacere. Sedendo al volante si ha la sensazione di calarsi in un jet: ergonomia, paddles di ampie dimensioni, comandi importanti: Automatico, Sport, Corsa. Viaggiare in “Sport” è appagante, ma la posizione “Corsa” è ancora più entusiasmante, con tutti i 700 CV di potenza sempre disponibili. Piacere che rasenta l’estasi quando il V12 incomincia a girare emettendo dagli scarichi l’urlo che lacera. Verdi avrebbe sicuramente chiesto, amante com’era dell’aria aperta, di provare l’emozione di un giretto a cielo aperto sull’Aventador. Le sue performance non hanno bisogno di commento: sullo scatto da 0 a 100 km/h ferma il cronometro dopo tre secondi netti e la velocità massima è pari a 350 km/h. Sensazioni che non si possono scordare. Villa Verdi a S.Agata di Villanova sull'Arda è aperta tutti i giorni (escluso il lunedì, aperto solo se festivo o su prenotazione), dalle 9.30 alle 11.45 e dalle 14.30 alle 18.15. Per informazioni: www.villaverdi.org

SCHEDA TECNICA >> MOTORE: V12, 60°, 6498 cc >> POTENZA: 700 CV a 8250 giri/min >> COPPIA: 690 Nm a 5500 giri/min >> TRAZIONE: 4WD con differenziale Haldex >> CAMBIO: 7 marce robotizzato >> FRENI: Carboceramici, dischi ventilati, ant. 400 mm (pinza a 6 pist.), post. 380 mm (pinza a 4 pist.) >> DIMENSIONI: lungh. 4780 mm, largh. 2030 mm, alt. 1136 mm >> PESO: 1625 kg (a secco) >> VELOCITà: 350 km/h >> ACCELERAZIONE: 0-100 km/h 3,0 secondi

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IN EMILIA ROMAGNA SULLE NOTE TONANTI DELLA MOTOR VALLEY Lamborghini, Ferrari, Maserati, Pagani, Dallara. Le mitiche Morini, Malaguti e Ducati. I circuiti di Imola, di Misano e di Varano. Musei e preziose collezioni private di auto e moto: rombi di passione sulle vie dell'Emilia Romagna, universalmente nota come la “Motor Valley” italiana Il grande patrimonio motoristico dell’Emilia Romagna abbraccia tutte le nove province della regione, in un vero e proprio “circuito” ideale che tocca vari punti sul territorio da Modena a Maranello, da Fiorano a Sant’Agata Bolognese, da Imola a Rimini passando per Formigine, San Lazzaro di Savena, Casalecchio di Reno e Varano de’ Melegari. Case automobilistiche, costruttori di motociclette e gokart, ma anche autodromi, musei e collezioni private: la storia e i personaggi del mondo dei motori

abitano qui, nella “Motor Valley”. Fra le tante anime del territorio spiccano alcune eccellenze quali, per esempio, l’innovativo Museo Lamborghini a Sant’Agata Bolognese, la collezione di auto storiche “Umberto Panini” (una delle più complete collezioni al mondo di Maserati) e lo spettacolare “Museo Casa Enzo Ferrari”, entrambi a Modena. Per ammirare capolavori a quattro ruote non è sempre necessario entrare in un museo: per esempio è possibile visitare l’atelier Pagani Automobili

prenotando il tour con dovuto anticipo e, per gli amanti delle due ruote, Ducati organizza visite guidate alla fabbrica, accompagnati da una guida. Cultura, arte e tecnologia

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hanno così trasformato il volto di una regione, che ha nell’ingegno e nella passione motoristica in uno dei suoi fiori all’occhiello, polo d’attrazione sportiva e turistica.


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