AutoCapital Prove_03 feb13

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PROVA Volkswagen Golf 2.0 TDI Bluemotion Technology Highline

TESTO ALBERTO FRANZONI FOTOGRAFIE STUDIO B12 | 82


SETTEBELLO VOLKSWAGEN Per la nuova generazione della “compatta” di Wolfsburg, la settima dal 1974, debuttano uno stile più personale, ispirato dall’italiano Walter de’ Silva, migliorie tecniche impressionanti e un abitacolo più spazioso, rifinito in modo impeccabile. Parsimoniosa e confortevole in ogni frangente, sa offrire un insospettabile piacere di guida grazie a un assetto reattivo e all’impressionante motricità garantita dal differenziale elettronico XDS È la prima Golf disegnata sotto la direzione dello stile di Walter de’ Silva e, forse anche per questo, la più attesa. Soprattutto dalla clientela italiana, che sceglie l’auto anche in base al giudizio estetico. Tanto diversa dalla sesta serie non lo è, poiché le proporzioni sono state complessivamente mantenute, ma il nuovo modello è proprio tutto nuovo. Più lunga di 56 mm, caratterizzata da un passo maggiorato di 59 mm, ma soprattutto più bassa di 28 mm, la Golf di settima generazione è facilmente riconoscibile per le linee tese, a sviluppo orizzontale, e per i gruppi ottici più affilati, spigolosi. Cambia

l’effetto visivo: questa Golf ha una grinta sconosciuta alle sue progenitrici, ma al tempo stesso vanta una visibilità superiore. Merito, anche, del piccolo deflettore posto tra la battuta delle porte anteriori e il montante. Nelle manovre più complesse possono entrare in azione altri ausilii, come i sensori di parcheggio (con segnalazioni visive e sonore) e il Park Assist, il sistema automatizzato che individua gli spazi utili ed esegue automaticamente la manovra lasciando al guidatore il solo compito di dosare il gas. Ambedue sono optional, anche sull’allestimento più ricco, denominato Highline che,

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PROVA Volkswagen Golf 2.0 TDI Bluemotion Technology Highline se abbinato al motore a gasolio più potente, il 2.0 TDI da 150 CV, ha un listino che parte da 27.100 euro, mentre la Golf 1.2 TSI Trendline a 3 porte, turbo a iniezione diretta di benzina, l’entry-level, parte da 17.800 euro. Durante la nostra lunga convivenza con la nuova Golf targata tedesca abbiamo registrato un interesse, da parte di pedoni, automobilisti, studenti all’uscita da scuola e relative mamme, paragonabile a quello che abitualmente constatiamo quando circoliamo alla guida di supercar. Segno che la “compatta” tedesca, dopo 38 anni di felice carriera, 30 milioni di esemplari prodotti e 7 generazioni è entrata nel mito e che la sua notorietà, la sua fama, travalicano generazioni e mondi massimamente differenti. Peccato poterla solo guardare, la nuova Golf: perché sotto pelle, nell’abitacolo e nell’autotelaio, si trovano a nostro avviso le novità più importanti. Novità che il pubblico più giovane potrebbe apprezzare più di altri: basti pensare al nuovo sistema multimediale Discover Pro (1.680 euro; il navigatore meno costoso è però disponibile a 805 euro), dotato di sensore di prossimità (così compaiono sul monitor i menu mentre le dita si stanno ancora avvicinando),

logica di funzionamento analoga a quella degli iPhone (per le funzioni zoom e per lo scorrimento dei menu), visualizzazione delle copertine degli album musicali e possibilità di associare icone alle emittenti radio (per individuarle più rapidamente sul touch screen). Davvero numerosi i comandi sulle razze del volante (a sinistra cruise control e a destra computer di viaggio) e attorno alla leva del cambio, soprattutto nel caso di esemplari full-optional o quasi come il nostro. Quanto all’elettronica “di servizio”, si apprezza il sistema Auto Hold (partenza in salita assistita), un po’ meno il freno di stazionamento a pulsante, poco rassicurante per i guidatori meno giovani. In presenza delle sospensioni a controllo elettronico (1.000 euro) è possibile selezionare uno dei programmi di guida preconfezionati (Eco, Individual, Confort, Normal, Sport): tra i due estremi è evidente la differenza nello smorzamento, ma anche nell’erogazione della coppia (in termini di risposta della farfalla all’azione sul pedale del gas) mentre la silenziosità si rivela ai vertici della categoria, grazie anche alla notevole insonorizzazione dell’abitacolo, che tiene lontani i rumori molesti di origine aerodinamica e quelli prove-

QUANDO LA QUALITA VA DI PARI PASSO ALL'INNOVAZIONE Se all’esterno la Golf mantiene, aggiornati, gli stilemi che ne fanno ormai un classico da quasi quarant’anni, l’abitacolo è tecnologicamente all’avanguardia, specie se si opta per gli accessori più ricercati, tra cui il sistema multimediale touch screen con monitor a colori da 8 pollici, la cui logica di funzionamento è analoga a quella degli smartphone. Disponibili, a richiesta, anche i sedili con massaggio e regolazione elettrica La nuova Golf guadagna punti sui fronti dell’abitabilità e della capacità del bagagliaio, incrementate in misura non trascurabile rispetto alla sesta serie. L’abitacolo è più spazioso,

davanti e dietro, grazie al passo aumentato di 59 mm e all’avantreno avanzato di 43 mm: ciò permette ai passeggeri posteriori, anche quelli più alti, di salire a bordo e di sedere più comodamente. Qualitativamente impeccabile, offre attenzioni a tutti i cinque gli occupanti, comprese le non comuni bocchette di aerazione posteriori, ben due, poste all’estremità posteriore del tunnel centrale. Il display touch screen è disponibile in tre formati: 5 pollici, 5,8 pollici e 8 pollici. I due più grandi prevedono sensori di prossimità che commutano il sistema dalla modalità di visualizzazione a quella di azionamento e funzionano secondo la logica dei più moderni smartphone. Richiedono invece un minimo di assuefazione le tastiere sulle razze del volante, che permettono di azionare il cruise control, di navigare nei menu del computer di viaggio (con display monocromatico o a colori al centro della strumentazione) e di regolare

l’impianto stereo. Intuitivi, invece, gli altri comandi: per accendere le luci è prevista la consueta manopola sulla sinistra della plancia. L’accesso al vano bagagli è comodo, grazie anche alla soglia di carico a soli 66,5 cm; la capacità massima è di 380 litri (30 in più rispetto alla Golf di sesta generazione) e c’è anche

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un pratico sottofondo dove depositare gli oggetti che non si desidera lasciare in vista. A divano posteriore (sdoppiato asimmetricamente) abbattuto si arriva a un volume utile di 1270 litri. Uno sportellino sulla battuta del portellone dà accesso al comando (optional) per l’uscita assistita del gancio di traino.


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PROVA Volkswagen Golf 2.0 TDI Bluemotion Technology Highline

nienti dal rotolamento degli pneumatici, oltre naturalmente alle note del motore, qui nella nuova variante da 150 CV del 2 litri TDI. Una cavalleria che basta sempre, nonostante gli oltre 15 quintali in ordine di marcia, e che il più delle volte non sembra indispensabile, soprattuto se si considera che l’unità 1.6 TDI da 105 CV consente un risparmio di ben 5.700 euro, confrontando le versioni d’accesso abbinate alle due motorizzazioni. Il giudizio sul livello qualitativo è, al solito quando si parla di Volkswagen, estremamente positivo. Dalla plancia rivestita in materiale schiumato morbido, agli assemblaggi impeccabili; dalle guarnizioni ai rivestimenti, compreso quello del baule, che qualche Costruttore tende a trascurare. Certo, qualche pecca – a guardare bene – la si riesce a trovare. Come la leva per la regolazione longitudinale del sedile anteriore, che entra in contatto con i bordi in plastica della guida di scorrimento. Ma quando si pensa che per soli 345 euro si può richiedere la poltrona lato guidatore con massaggio, si è portati a perdonare un difetto veniale come quello citato. Un altra opzione interessante è quella rappresentata dal cambio a doppia frizione a 7 marce DSG, che comporta un sovrapprezzo di

1.900 euro, ma anche un bel miglioramento della qualità della vita, specie se si guida tanto in città. E adesso, la domanda che tutti si pongono: come va su strada la nuova Golf? Un fatto è certo: il continuo affinamento di un valido progetto di base ha consentito di ottenere risultati d’ec-

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cellenza. Senza effetti speciali, in questo caso: la scocca è in acciaio (ma sono previsti spessori differenziati e lamiere di forma specifica a seconda delle zone), il servosterzo è elettrico, ma offre un feeling analogo a una buona idroguida tradizionale, con il volante duro quanto basta per offrire la sensibilità desiderabile, le sospensioni regolabili consentono di costruirsi un assetto “su misura” non solo rispetto alle preferenze di guida, ma anche in funzione dei percorsi da affrontare. Nel misto stretto si apprezzano i vantaggi del differenziale elettronico XDS, introdotto sulla Golf GTI sesta serie, che trasferisce la coppia in eccesso dalla ruota interna a quella esterna: anche per questo la settima generazione della Golf mostra una maggiore compatibilità con la guida sportiva. Esemplare anche la frenata, con quattro dischi (anteriori autoventilanti) ben dimensionati, capaci di garantire spazi d’arresto sempre contenuti, insensibili all’affaticamento, e di offrire una modulabilità soddisfacente. Il cambio manuale a 6 marce

SCHEDA TECNICA

|VOLKSWAGEN GOLF 2.0 TDI BLUEMOTION TECHNOLOGY HIGHLINE

MOTORE: anteriore trasversale, 4 cilindri in linea, turbodiesel common-rail, 16 valvole, 1968 cc POTENZA: 150 CV a 3500 giri/minuto COPPIA: 320 Nm a 17503000 giri/minuto TRAZIONE: anteriore

CAMBIO: meccanico a 6 marce PNEUMATICI: 225/45 R17 CERCHI: 7,5Jx17” FRENI: anteriori a disco autoventilanti, posteriori a disco, ESP SOSPENSIONI: a ruote indipendenti; avantreno McPherson, a braccio

trasversale con montante telescopico e braccio obliquo, retrotreno a bracci multipli. Molle elicoidali, ammortizzatori idraulici. Barra stabilizzatrice anteriore e posteriore DIMENSIONI: lungh. 4255 mm, largh. 1790 mm, alt. 1452 mm PESO: 1354 kg

BAGAGLIAIO: 380-1270 litri VELOCITÀ: 216 km/h ACCELERAZIONE: 0-100 km/h 8,6 secondi CONSUMO: combinato 4,1 l/100 km EMISSIONI CO2: 106 g/km AMBIENTE: Euro 5 PREZZO: 27.100 euro

è valido, soprattutto perché la robusta coppia motrice garantisce l’elasticità necessaria a farvi ricorso raramente: lo abbiamo apprezzato anche per gli innesti precisi, senza giochi. Ottime le performance cronometriche della Golf 2.0 TDI: lo scatto è imperioso, con lo 0-100 km/h “bruciato” in 8,6 secondi, la ripresa è sempre pronta, anche nei rapporti superiori, complice l’assenza di qualsiasi ritardo di risposta del turbo, mentre la velocità di punta di 216 km/h è ai vertici della categoria. La regolarità di funzionamento è esaltata dalla presenza di due contralberi di equilibratura, che filtrano ogni vibrazione. Eccellenti le doti di parsimonia: a velocità costante la Golf è capace di economie sorprendenti, come testimoniano i 21 km/litro che abbiamo registrato marciando a 100 km/h costanti; ben oltre i 16 km/litro la percorrenza ai 130 orari autostradali. Il serbatoio da 50 litri garantisce comunque una notevole autonomia, ragionevolmente vicina ai 1000 km con un pieno di gasolio. Nei viaggi lunghi si apprezza anche il sistema di monitoraggio dell’attenzione del guidatore, che suggerisce, in caso di necessità, una sosta ristoratrice. Dopo aver debuttato sull’ultima serie della Passat, lo ritroviamo ora sulla Golf: è un bel contributo alla sicurezza.

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