Infiniti Red Bull Racing Factory

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Infiniti Red Bull Racing Factory

Dove nasce la Red Bull campione del mondo AutoCapital, unica testata italiana, ha visitato il quartier generale del team Infiniti Red Bull Racing, vincitore di quattro titoli consecutivi, sia Costruttori che Piloti, nelle ultime quattro stagioni. Un luogo dove tutto è votato alla performance, meccanica ed umana di Andrea Spitti

C’erano tre americani, un canadese, un inglese, un olandese, un belga e... un italiano. Sembra l’inizio di una barzelletta, eppure è qualcosa di incredibilmente serio, sebbene molto divertente, vista l’enorme quantità di soldi che gira intorno al mondo della Formula Uno, a maggior ragione se pensiamo che quel gruppo di nazionalità eterogenee era stato invitato a Milton Keynes, un centinaio di chilometri a nord di Londra, per visitare la fabbrica dove sono nate le vetture che hanno permesso a Sebastian Vettel di vincere per quattro anni di fila il Campionato del Mondo Piloti e alla Infiniti Red Bull Racing di conquistare altrettanti Campionati del Mondo Costruttori. E AutoCapital è

stata l’unica testata italiana invitata al tour, che si sarebbe concluso al Gran Premio belga di SpaFrancorchamps. Ci si aspetterebbe che un luogo tanto delicato sia praticamente inaccessibile dall’esterno, una sorta di bunker protetto da alte reti (possibilmente con del filo spinato) e guardie all’ingresso. Niente di tutto ciò: l’esterno della fabbrica da cui partono le vittorie in F1, un complesso di 4 edifici abbastanza anonimi se non fosse per il gigantesco simbolo della Red Bull che sovrasta la prima vettura a vincere il mondiale in vetrina, è accessibile a chiunque e, ci assicurano, non esistono tunnel segreti tra i vari edifici. Ovviamente per entrare

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serve un pass e qui si apre un mondo in cui lavorano circa 600 persone tutte dedite alla ricerca dell’assoluta perfezione: dall’ultimo del tornitori al responsabile tecnico della Red Bull Adrian Newey, tutti sono impegnati a studiare o a realizzare quel piccolo componente che può permettere di limare un centesimo di secondo al tempo sul giro. Nella base di Milton Keynes viene realizzata e testata ogni singola parte che andrà a comporre le vetture guidate nei weekend di gara da Sebastian Vettel e Daniel Ricciardo. C’è un reparto che si occupa della carrozzeria, uno che produce la fibra di carbonio in enormi forni che spesso lavorano 24 ore su 24, si studiano i materiali con l’obiettivo


SEBASTIAN VETTEL: “NON CORRERE A MONZA SAREBBE UNA PERDITA ENORME” Campione di Formula 1 e Director of Performance di Infiniti. Non si può certo dire che Sebastian Vettel sia uno a cui piace stare con le mani in mano. Nelle ultime quattro stagioni ha sempre vinto il campionato del mondo, ma quest’anno non tutte le cose sono andate per il verso giusto Per gli appassionati di Formula 1, Sebastian Vettel non ha bisogno di presentazioni: 4 volte campione del mondo con la Red Bull, tra i tanti record detenuti dal pilota tedesco c’è anche quello di essere il più giovane ad aver vinto il Campionato del Mondo. Oltre all’attività in pista è stato nominato Director of Performance del marchio Infiniti per cui ha seguito lo sviluppo della Q50 e della futura Q30. A lui è dedicata una serie limitatissima del SUV FX. L’abbiamo incontrato al Gran Premio di Spa per una chiacchierata a tutto tondo sulla Formula 1 e sulla sua attività con il brand di lusso giapponese. Che differenze ci sono tra lavorare su un’auto da corsa e su una di serie come la Q50? In Formula 1 tutto accade molto velocemente, se ho un problema nella prima sessione di prove libere al massimo per la seconda deve essere risolto. Con una vettura stradale è un processo molto più lungo, non devi trovare la soluzione solo per te stesso ma quella che meglio si adatta ad ogni cliente. Nello sviluppo della Q50 ho dovuto imparare ad essere

paziente, perché chiedevo dei cambiamenti ma c'erano mille motivazioni che impedivano che venissero fatti subito. Magari poi c’erano cose che io chiedevo ma che per i clienti non sarebbero state le soluzioni migliori. Quindi è una questione di compromessi. Sei contento del risultato finale? Assolutamente sì. Per esempio lo sterzo è completamente diverso da com'era all'inizio. Forse sembra strano perché ha un funzionamento diverso dagli altri, però tutto ciò che è nuovo o diverso sembra un po' strano all'inizio, ma ci si abitua in fretta. Sulla futura Q30 di cosa ti sei occupato? Per la Q30 c'è stato un coinvolgimento dall'inizio: il design più o meno era chiaro, ma per il resto era carta bianca. Quindi abbiamo fatto dei test per confrontare i competitor e vedere in quale direzione vogliamo andare. Come gestisci gli impegni di F1 con quelli con Infiniti? È quello che amo fare e che ho sempre sognato. Non lo vedo come un lavoro, adoro quello che faccio.

Quest’anno in Formula 1 non sta andando benissimo. È frustrante non essere più in vetta al campionato dopo 4 anni? Non è una mia scelta. È un peccato quando la macchina ti lascia indietro, ma comunque siamo una squadra. Abbiamo fatto degli errori insieme e dobbiamo lavorare per essere sicuri di aver imparato la lezione e non rifare gli stessi errori di nuovo in futuro. Abbiamo fatto bene in passato non ho voluto la gloria per me e anche adesso che ci troviamo in un periodo

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più difficile non accuso la squadra per questo. Siamo tutti sulla stessa barca. Cosa pensi della possibilità di non correre più il GP di Monza l’anno prossimo? Sarebbe un peccato perché è uno dei posti più tradizionali, con tanti fan. A Monza c’è sempre una grande atmosfera, soprattutto per la Ferrari, ma è un calore che tutti sentono. So che non è una grande pista dal punto di vista finanziario ma lo è dal punto di vista storico e di passione, quindi sarebbe un'enorme perdita.


Infiniti Red Bull Racing Factory

CHRIS HORNER: “RED BULL SARÀ SEMPRE PIÙ COINVOLTA DA INFINITI” Ex pilota e ora team manager della squadra più vincente degli ultimi anni. Chris Horner, britannico di 40 anni, è il più giovane tra i capi squadra della Formula 1 eppure la sua carriera è già ricca di successi. Perché non conta l’età ma i risultati che si ottengono Non è facile gestire una squadra che ha vinto per quattro anni consecutivi il Campionato Costruttori del Mondiale di Formula 1 in una stagione sfortunata come quella attuale. Ma la filosofia di Chris Horner, team manager della Red Bull ed ex pilota professionista, è di guardare sempre al futuro in cerca di nuovi successi. Ecco l’intervista a uno dei personaggi più importanti del circus. Quella che sta per finire è stata una stagione difficile per voi. Qual’è l’obbiettivo da qui alla fine? È stata una stagione difficile per noi per le ragioni che tutti sappiamo, ma siamo comunque riusciti a vincere alcune gare, abbiamo fatto qualche podio, siamo secondi in campionato e ora siamo abbastanza vicini alle Mercedes. L'obiettivo è chiudere questo gap nelle prossime gare per mettergli un po' di pressione. Penso che abbiamo già un ottimo telaio: il

team di design ha fatto ancora una volta un ottimo lavoro anche quest'anno e l'auto nelle curve è molto veloce. Bisogna ripartire da qua. E per il prossimo anno Renault vi ha promesso di chiudere definitivamente questo gap? Stiamo già lavorando per il futuro. Solamente lavorare sui lunghi termini permette di ottenere i successi. Con Renault abbiamo vinto 4 campionati costruttori, ma sfortunatamente con i cambi di regolamento non tutto è andato per il verso giusto. Tuttavia continuano ad essere persone molto competenti e dobbiamo solo lavorare duramente per ottenere risultati migliori. Ci hanno promesso per la possima stagione un motore con qualche CV in più e io ho molta fiducia nei nostri colleghi francesi. Una carriera da pilota professionista aiuta nella gestione

di un team di Formula 1? Penso che l'esperienza che ho avuto da pilota, gestendo per alcuni anni anche il mio team personale, sia stata una grande esperienza. In condizioni difficili come quelle di Spa, dove un po' piove, un po' è sereno, sia più facile avere gli strumenti per prendere le giuste decisioni al momento giusto. Oltre a essere sponsor, che relazione c’è tra Infiniti e il team Red Bull? C’è qualche scambio di esperienze?

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Con Infiniti c’è un’ottima relazione, non è solo questione di soldi, ma portiamo avanti collaborazioni significative, sulla tecnologia più altro. La Formula 1 è un incredibile concentrato di tecnologia e offre grandi prospettive al marchio infiniti. Per esempio la Q50 Eau Rouge è la prima auto in cui siamo stati interessati direttamente nello sviluppo, ma credo che in futuro potremo essere sempre più coinvolti e che ci saranno molte più cose che potremo fare per Infiniti.


generale di ridurre il peso al minimo necessario (ma ci sono delle eccezioni, quando per esempio serve più carico sull’avantreno o sul posteriore si inserirà in quel settore delle componenti di materiali più pesanti). Una volta costruita, ogni singola parte viene testata portandola a livelli critici per assicurarsi che ogni componente sia in grado di sopportare le enormi forze a cui è sottoposta sul campo renendo così più sicura l’auto per il pilota. Ma nella Red Bull Racing Factory non si costruisce solo: durante il weekend di gara prende vita una stanza operativa in cui decine di tecnici lavorano in diretto contatto con i box (spesso dall’altra parte del mondo) e monitorano costantemente tutto ciò che

riguarda la corsa accorgendosi, a migliaia di km di distanza, di dettagli che magari erano sfuggiti al muretto. Quando non si corre il team torna alla base, ma si allena costantemente con i pit stop il che ha permesso lo scorso anno di battere per due volte il record per il cambio gomme più veloce prima con 2,05 secondi e poi con l’incredibile record di 1,923 secondi. Eppure Infiniti Red Bull Racing sa che per migliorare le performance in pista è necessario anche migliorare le performance della gente che lavora. Ecco quindi che all’interno della fabbrica di Milton Keynes trovano spazio anche alcune sale ricreative e una palestra completa di tutti i più

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moderni macchinari a disposizione di tutti i dipendenti che possono sfruttarla liberamente prima o dopo l’orario di lavoro. Lasciata la fabbrica siamo partiti alla volta del Belgio a bordo delle berline Infiniti Q50, ottime compagne di viaggio che oltre a prestazioni hanno assicurato anche tanto comfort, fattore fondamentale viste le 10 ore di viaggio di cui oltre 3 nel traffico congestionato del venerdì pomeriggio fuori Londra. Un viaggio che ci piace pensare abbia portato fortuna alla scuderia Infiniti Red Bull visto che la domenica Daniel Ricciardo ha dominato praticamente dall’inizio alla fine il Gran Premio su una delle piste più belle e difficili del Mondiale.


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