La cultura del restauro: Rolls Royce

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La cultura del restauro

SPIRIT OF ECSTASY

NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI, È SUFFICIENTE UN’OPERA DI RIPRISTINO, ACCURATA MA LONTANA DA INTERVENTI RADICALI DI RESTAURO, PER RIPORTARE UNA ROLLS ROYCE IN CONDIZIONE DI MARCIARE IN PIENA AFFIDABILITÀ ANCHE SU LUNGHE PERCORRENZE

Le Rolls Royce sono auto impegnative da molti punti di vista, ma per i collezionisti c’è il vantaggio che quasi tutti gli esemplari circolanti si trovano in buono stato: il caso di una Silver Shadow appena ultimata dalla struttura milanese Baroni Legend di Alessandro Rigatto

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Vera e propria icona del collezionismo di auto d’epoca inglesi, la Rolls Royce Silver Shadow gode sempre dell’ammirazione di un certo numero di appassionati che ne apprezzano le celebrate doti di comfort, classe, affidabilità e abitabilità, al punto da non dar peso alle caratteristiche meno favorevoli di questo modello, che riguardano gli ingombri, il consumo elevato di carburante e lo stile tutt’altro che originale. Presentata nel 1965, la Silver Shadow ebbe l’arduo compito di rimpiazzare la splendida ma a quel punto superata Silver Cloud, giunta alla terza generazione sempre fedele all’impostazione stilistica di vecchio stampo, con i parafanghi separati dalla carrozzeria. Tenne fede al suo compito per quasi un ventennio, finché venne sostituita, alla base della gamma Rolls Royce, dalla Silver Spirit, affiancata a sua volta dalla variante a passo lungo Silver Spur. La silenziosità del suo propulsore V8 di 6,7 litri di cilindrata, del quale la Casa non rivelava i dati di potenza e coppia giudicandoli “sufficienti” a ogni scopo, fu apprezzata allora così come lo è ancora oggi, pur a fronte di una generalizzata tendenza a insonorizzare nel modo più assoluto gli abitacoli. La differenza, in concreto, è che questo otto cilindri a V di 90 gradi sussurra soltanto e che non c’è bisogno di doppi o tripli vetri per tenere la sua voce lontana dall’udito degli occupanti. Apprezzata tanto in patria quanto negli USA e in Medio Oriente, mentre era meno diffusa nel resto dell’Europa, la prima berlina Rolls Royce con carrozzeria a tre volumi ben distinti venne prodotta in due serie. La prima, commercializzata dal 1965 al 1977, era riconoscibile per le lame dei paraurti prive dei profili gommati di protezione, la seconda, giunta sul mercato nel 1977 e rimastavi fino al 1981,

sfoggiava questi elementi estetico-funzionali, oltre a qualche dettaglio interno specifico. L’esemplare che AutoCapital presenta in queste pagine, ripristinato dallo specialista di auto inglesi Baroni Legend, è invece una Silver Shadow prima serie del 1970 destinata al mercato nordamericano, che fu infatti consegnata al cliente finale il 16 dicembre del 1970, come si legge sul certificato di garanzia. Di fatto adotta una configurazione intermedia, che prevede le specifiche delle vetture destinate agli Stati Uniti, come per l’appunto i paraurti gommati, il tachimetro scalato in miglia, le luci laterali d’ingombro e altre amenità del genere. Fu acquistata da un cliente statunitense e ceduta in seguito allo specialista olandese Brabo, che la vendette nei Paesi Bassi, prima che un appassionato lombardo, estimatore delle Silver Shadow sin da bambino, ne rilevò la proprietà. L’auto, verniciata in un sontuoso bicolore beige-marrone metallizzato, è sempre stata conservata in ottimo stato, come ci si aspetta da un proprietario di Rolls Royce, ed è stata oggetto nel tempo solo di piccoli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. Proprio perché l’attuale utilizzatore intende farne un impiego quotidiano o quasi, la vettura è stata affidata alle cure della Baroni Legend, che ha eseguito una serie di lavori di ripristino, orientati soprattutto all’affidabilità e all’efficienza complessiva dell’auto, senza avviare un evidentemente superfluo restauro, ingiustificato dalle condizioni del mezzo. L’attenzione della Baroni Legend e del suo titolare Walter Baroni si è quindi concentrata sull’autotelaio, su parte del motore e sull’impianto elettrico. L’oggetto iniziale delle attenzioni è stato l’assale posteriore con le sue leggendarie | 29


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sospensioni pneumatiche autolivellanti, che è stato necessario revisionare, tramite la sostituzione delle RAM (le “bocce” simili a quelle delle Citroen GS, DS, CX, Xantia, BX e XM) e delle relative tubazioni. In tal modo l’auto è tornata a incedere con la classe di un tempo, insensibile al carico, isolando l’abitacolo da qualsiasi irregolarità del manto stradale. Anche l’impianto frenante aveva bisogno di un intervento radicale per garantirne l’efficienza e quindi per assicurare la necessaria sicurezza, dovendo far fronte a una massa di oltre due tonnellate in grado di procedere a velocità nell’ordine dei 180

km/h. Quindi sono stati cambiati i quattro dischi, le relative pastiglie e le tubazioni anteriori e posteriori. Il propulsore V8 è dotato di livelli di potenza e coppia tali da non venir messo quasi mai sotto sforzo. Ciononostante è soggetto a un naturale invecchiamento che impone poi la manutenzione o la sostituzione di alcuni particolari, come l’impianto di scarico. Nel caso specifico è stata sostituita l’intera linea di scarico, dai collettori al terminale, ovviamente con materiale originale inglese. Allo stesso modo le quattro cinghie dei servizi sono state cambiate precauzionalmente con altre nuove. Esse sovraintendono infatti al funzionamento del servosterzo, della pompa dell’acqua, dell’alternatore e dell’impianto di condizionamento dell’aria, e non se ne può ammettere quindi alcuna defaillance, pena danni ingenti. Lo stesso condizionatore è stato revisionato, come pure l’impianto elettrico: si è messo mano a quello originale riportandolo allo stato iniziale, visto che i precedenti proprietari lo avevano alterato. Walter Baroni e il suo staff di specialisti si sono trovati di fronte a vere e proprie inestricabili matasse di fili elettrici e di by-pass che determinavano malfunzionamenti frequenti degli accessori. Del resto la Silver Shadow, con il suo completo allestimento (quattro alzacristalli elettrici, antenna della radio elettrica, chiusura centralizzata e altro ancora), era ben più dotata di qualsiasi altra vettura della seconda metà | 31


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degli Anni Sessanta, quindi equipaggiata con un impianto elettrico surdimensionato (e realizzato con un certo senso pratico, visto che nel vano bagagli, sul lato sinistro, è presente lo stacca-batteria, particolarmente comodo quando si prevede di non utilizzare la vettura per qualche settimana). Né la carrozzeria, né gli interni hanno richiesto interventi approfonditi da parte della Baroni Legend, che si è trovata a operare su un’auto pressoché immacolata. Il proprietario si è invece rivolto autonomamente a un artigiano che ha ripristinate le radiche originali con un’opera certosina che ha preservato quindi la integrale originalità della Silver Shadow.

Utilizzando la vettura se ne apprezzano ancora oggi le caratteristiche di confort e la dotazione di accessori particolarmente ricca. Dalla radio con lettore di cassette Stereo 8 all’antenna elettrica, dall’apertura a distanza dello sportello di rifornimento del carburante e del baule (con blocco di sicurezza studiato per quando si affida l’auto al parcheggiatore) alle lampade di lettura delle carte stradali, con il relativo interruttore metallico. E chi più ne ha, più ne metta. Un’auto che si avvia al mezzo secolo di vita sfoggiando un equipaggiamento in taluni aspetti ineguagliato. Anche questo fa parte del mito della Rolls Royce. Quella di Crewe, beninteso! | 32


AMMIRAGLIA CON AUTORITÀ

La Silver Shadow è stata l’auto dei capi di stato, soprattutto di origine britannica, delle star dello spettacolo e di tanti capitani d’industria inclini alla sobrietà. Ma è stata apprezzata anche da taluni sportivi, come conferma la foto con Stirling Moss a un salone dell’automobile del 1967. Della Silver Shadow è stata realizzata una versione 2-door Saloon in seguito ribattezza Corniche. In alcune occasioni meno solenni persino i reali d’Inghilterra si servivano delle Silver Shadow al posto delle più monumentali e aristocratiche Phantom V e VI.

PER INFORMAZIONI

BARONI LEGEND

VIA PACINOTTI, 14 - CORSICO (MI) TEL 02 45100956 www.baronilegend.com

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