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Santero: la rivoluzione delle bollicine
Le bottiglie di 958 Santero sono anche manifesti dell’arte grafica
La rivoluzione delle bollicine
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«Se c’è una cosa che è nel nostro Dna, non solo aziendale, ma anche come famiglia, è l’innovazione, la voglia di esplorare sempre nuove strade e percorsi non battuti per raccogliere e vincere sfide da nessuno affrontate prima.
Per questo, in un momento in cui tutti guardiamo agli Stati
Uniti d’America, mi piace citare la frase di una famosa first lady, Eleanor Roosevelt: “Devi fare le cose che pensi di non poter fare”. Mi sembra una frase perfetta per descrivere la filosofia di 958 Santero». Così Gianfranco Santero, presidente del gruppo vitivinicolo 958 Santero, cantine e vigneti a Santo Stefano Belbo, descrive lo spirito dell’azienda spumantiera di cui è al timone. Una realtà economica importante, non solo per il tessuto sociale e industriale della Granda, ma anche per tutta quella porzione di sud Piemonte che va dal cuneese all’astigiano fino all’alessandrino e che ha nel vino, in tutte le sue declinazioni, il core business e l’asset economico principale con indotti in vari settori (tecnologia, comunicazione, terziario) e che rappresenta da decenni un volano nazionale e internazionale con ricadute non trascurabili sulla qualità della vita, sulla tutela dell’ambiente e del paesaggio e anche per la storia, la cultura e la società di quest’area piemontese.
Un “caso di scuola” nato dall’inventiva dei fratelli Santero
Un “caso” di scuola tipico di vignaioli che, coltivando le proprie vigne, diventano prima commercianti di vini e quindi industriali. Sullo sfondo c’è la spumantistica italiana che proprio in Valle Belbo, dove si tocca il confine tra astigiano e cuneese,
Lorenzo Vallese
Il gruppo vitivinicolo di Santo Stefano Belbo ha ridato slancio alla “bubble valley” a cavallo fra cuneese, astigiano e alessandrino con la felice intuizione di abbinare al gusto il piacere della vista
rivendica i suoi natali che risalgono al 1865. «È la nostra “bubble valley”», dice Gianfranco Santero, «la valle delle bollicine più storica e importante della penisola. Qui è nato il primo spumante italiano. Qui si è diffuso il metodo Martinotti, inventato da un piemontese, per la spumantizzazione rapida che ha fatto la fortuna di tutte le bollicine italiane». Una lezione d’impresa che 958 Santero ha saputo tradurre con un particolare taglio e una personale interpretazione della tradizione spumantiera piemontese nel segno della creatività. Da alcuni anni, infatti, gli spumanti firmati 958 Santero si distinguono per l’origi-
nalità di un packaging che non è mai banale e, anzi, in molti casi è addirittura avanguardia di nuove prospettive nella progettazione e nella divulgazione di nuovi contenitori e di modalità di confezionamento. Per raccontarne il processo evolutivo, però, bisogna partire dalla nascita del brand aziendale. Il concetto del marchio 958 Santero è nato dall’esigenza di avere nuovi strumenti che insieme rinnovassero immagine e comunicazione d’azienda. Da qui l’idea di sintetizzare l’anno di fondazione, il 1958, con il nome familiare in una sorta di logo-marchio facile da memorizzare e da comprendere in tutto il mondo. Il secondo passo è stato mettere mano alla gamma produttiva e all’immagine delle bottiglie. Puntare sulle bollicine, su spumanti extra dry, nuovi, gradevoli, che andassero incontro all’evoluzione dei gusti del pubblico, concedessero occasioni di consumo il più possibile ampie e diffuse, dall’aperitivo al cocktail, dalla mixology alla cucina regionale, etnica o gourmet, sono state scelte strategiche dimostratesi vincenti e che, tuttavia, non hanno impedito a 958 Santero di far salve alcune varietà storiche del Piemonte, come l’Asti Spumante Docg (a Denominazione d’origine controllata e garantita) che l’azienda interpreta con il 958 Santero Asti
L’azienda guidata da Gianfanco Santero (qui ritratto negli studi di Canale 5, con Gerry Scotti) ha saputo impostare anche una campagna promozionale coinvolgente, non sotanto in Italia. Il risultato di una serie di progetti innovativi, visionari e all’avanguardia è la conquista di sempre più ampie fasce di mercato
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Le bottiglie di 958 Santero ormai sono oggetti di culto, perfette come contenuto e contenitore
8½ Docg: «Uno spumante», come recita la scheda di presentazione, «tutto nuovo, ottenuto al 100% da uve Moscato bianco con un bouquet di profumi unico e un gusto dolce e mai stucchevole, da bere tutto l’anno e in ogni occasione, come aperitivo, da solo freschissimo o con ghiaccio». «Del resto, al di là delle strategie aziendali, la raccolta delle uve di Moscato bianco, tipiche della nostra zona, rimane uno dei momenti più iconici della nostra storia di imprenditori del vino», spiega Gianfranco Santero, il quale per illustrare l’evoluzione dell’immagine dei prodotti firmati 958 Santero chiama in causa nuove tecniche di packaging, insieme alla stretta collaborazione con designer e artisti.
Gianfranco Santero
Presidente di 958 Santero
La decisa reazione alla pandemia si è tradotta anche nel “Mix aperitivo”: niente bollicine e packaging... sorprendente “Carta bianca” alla creatività
Dice: «Abbiamo dato più “carta bianca” alle idee e alla creatività ripensando la bottiglia non solo come mero contenitore, ma anche come manifesto di arte grafica che, nella nostra selezione curata da artisti e illustratori, si trasforma addirittura in oggetto da collezione che strizza l’occhio all’arte contemporanea». Una vera rivoluzione che ha portato le bottiglie griffate 958 Santero, dalla classica del 958 Santero Extra Dry vestita di giallo squillante a quelle dai colori sgargianti come il blu elettrico o il viola fluo a quelle che riprendono l’arte messicana, la street art metropolitana e addirittura i disegni dei tatuaggi, a diventare oggetti di culto, perfette, come contenuto e contenitore, per celebrare ogni evento e in linea con un “made in Italy” del gusto e visivo, tattile perfino, che si distingue nel mondo. È impossibile non parlare della pandemia, dell’emergenza sanitaria che dal marzo del 2020 ha bloccato il mondo. L’azienda ha affrontato la crisi avviando severi protocolli di sicurezza e supportando dipendenti, collaboratori, associazioni e istituzioni impegnate nella lotta contro il Covid. Gianfranco Santero afferma: «Come è successo in tutto il Paese, anche noi abbiamo fatto fronte comune e reagito». Una reazione che in 958 Santero hanno convogliato verso un nuovo prodotto: il 958 Santero “Mix aperitivo”. Niente bollicine, stavolta, ma una bevanda dal colore rosso passionale, ottenuta selezionando vini ed erbe, con un basso tenero alcolico, ideale liscio con ghiaccio o in abbinamento agli spumanti 958 Santero per cocktail e long drink davvero sorprendenti. «È il nostro ultimo nuovo percorso. La nostra avventura più innovativa che già ci sta dando molte soddisfazioni», sottolinea Gianfranco Santero. Come sempre il packaging è assai creativo: colori brillanti, linee che danno profondità e volume, con il rosso in primo piano, la grafica decisa e i segni netti di una bottiglia del tutto originale che riprende il calco di una mano scavato nel vetro con un’ergonomia unica, sorprendente e inconfondibile come un’impronta indelebile, «in linea con lo stile 958 Santero in Italia e nel mondo», chiosa Gianfranco Santero.
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