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Patrizia Mellano. Primo segretario generale donna della Cccia
Didascalia
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Matteo Borgetto
«Tre aggettivi per definirmi? Collaborativa: mi piace creare e avere un team di persone con le quali condividere non tanto le responsabilità, che non ho paura di assumere, quanto le motivazioni alla base delle scelte. Sensibile: una caratteristica della femminilità, perché forse prestiamo più attenzione alle persone e alle situazioni delicate. E, infine, direi curiosa, per la voglia e l’interesse che deriva dall’affrontare nuove sfide». Patrizia Mellano, 59 anni, è la prima donna segretario generale della Camera di commercio di Cuneo, incarico che ricopre dal settembre 2020. Cuneese Doc, nata e cresciuta nel capoluogo provinciale, ma oggi residente a Vignolo, una laurea in economia e commercio all’Università di Torino, sposata, tre figli, è appassionata di viaggi, montagna, sci alpino e adora il mare.
Nata il 3 agosto 1961, segno zodiacale Leone. Secondo l’astrologia, tra i difetti c’è il voler comandare su tutti. Tra i pregi il carattere forte, senso del dovere, voglia di essere leader. E oggi lei è una donna al comando.
«Necessariamente», sorride. «È il ruolo per il quale sono stata riconosciuta e designata. Figura di vertice, capo del personale, organo che gestisce
Mellano Patrizia
e traduce in azioni concrete gli obiettivi della Giunta. Ma a Cuneo non sono l’unica donna a occupare una posizione di alto livello. Quanto alle caratteristiche del segno zodiacale, non voglio primeggiare a tutti i costi, mi piace interagire con le persone. Mi riconosco nel carattere forte. Ho perso la mamma molto piccola, avevo 5 anni. Il percorso sembrava continuare l’attività di mio padre, che aveva un’edicola e tabaccheria a Cuneo. Al mattino lo aiutavo, al pomeriggio andavo a Torino a studiare, e in questo modo ho permesso di studiare anche a mio fratello».
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Laurea magistrale nel 1985 e subito professoressa all’istituto superiore “Baruffi” di Mondovì.
2002, premio “Fedeltà al lavoro”, nella chiesa di San Domenico di Alba: con Patrizia Mellano si riconoscono, tra gli altri, gli ex segretari generali della Cciaa Marco Martini e Vittorio Sabbatini
«Scelta naturale, ma ho insegnato per un solo anno scolastico, il 198687. Ho incontrato belle persone, ma anche tanta insoddisfazione, per l’ambiente: una totale assenza di meritocrazia che c’era allora e, a volte, c’è ancora oggi. Insegnanti bravi, preparati, disponibili, tutti uguali agli altri. Avevo 24 anni, forse ero troppo giovane e non l’ho riconosciuto come il mio lavoro. Così ho dato il concorso e nel 1988 sono entrata alla Camera di commercio».
Nell’Ente camerale ha seguito un percorso folgorante, sino ai vertici. C’è più meritocrazia rispetto alla scuola? «Tutte le selezioni derivano dal superamento di un concorso, in cui sei in competizione con altri. Non è quella che vige nel privato, ma anche nel pubblico la meritocrazia c’è, nelle valutazioni del lavoro e dei risultati ottenuti. Dall’esterno forse non si capisce la complessità del lavoro in Camera di commercio: abbiamo 82 dipendenti, c’è grande competenza. Ho fatto una bella carriera, e ho avuto la possibilità di lavorare in tutti i settori dell’Ente, un’esperienza molto arricchente e stimolante».
Ma è tanta anche la burocrazia, non è un po’ noioso? «No, lo trovo bello e stimolante, specie quando bisogna far partire un’attività o un progetto. Siamo un ente pubblico lontano dall’idea di burocrazia pesante di cui si parla spesso. Non abbiamo mai voluto mascherarci o trincerarci dietro la rigida interpretazione delle norme, ma abbiamo sempre cercato di applicarla al servizio del territorio».
In concreto, cosa fa una Camera di commercio? «Siamo la “casa delle imprese”, istituzione dove si riconoscono le aziende di qualunque settore, perché vi appartengono necessariamente, a differenza di un sindacato di categoria, al quale l’adesione è facoltativa. Accompagniamo le imprese dai servizi anagrafici alla promozione, sui mercati nazionale ed esteri, oggi verso la digitalizzazione. Siamo un punto di riferimento per le controversie, la mediazione, l’arbitrato per evitare i tempi lunghi della giustizia ordinaria. La legittimità è il nostro faro, il nostro fine».
Oltre alle strategie di crescita, quali sono state le scelte dettate nei suoi oltre trent’anni di carriera da tre presidenti? Il primo con cui lavorò fu Giacomo Oddero. «Si tratta della persona che ha accompagnato la crescita delle grandi produzioni della Granda, il percorso di qualificazione di vini, formaggi, prodotti tipici, con l’intelligenza di capire le potenzialità della qualità, il valore aggiunto che avrebbe portato al territorio. Si può dire abbia contribuito a mettere le basi per il riconoscimento dell’Unesco alle colline di Langhe e Roero a patrimonio mondiale dell’umanità per gli splendidi paesaggi vitivinicoli».
Poi il presidente storico, Ferruccio Dardanello, con il suo “Modello Cuneo”. «Splendida persona, molto corretta, che ha capito
l’importanza di costruire rapporti e relazioni a livello sia nazionale, sia transfrontaliero. Ha tracciato un percorso che resiste ancora: anche in una situazione così difficile, molto complessa, a Cuneo ci sono propensione a intraprendere, presenza equilibrata di tutti i settori economici e resilienza, capacità di riuscire dove risulterebbe quasi impossibile».
Un’eredità pesante raccolta da Mauro Gola, da meno di un anno alla presidenza. «Si tratta di un uomo e di un imprenditore molto dinamico, forse l’essenza di quello che vedo nell’imprenditore: ne rappresenta in pieno lo spirito. Il fatto di vederlo all’opera anche in Camera di commercio offre stimoli e spunti importanti».
Questa è una necessità, dopo un anno drammatico: tra gennaio e dicembre, il saldo naturale delle imprese registrate presso l’Ente camerale della provincia di Cuneo è sceso di 408 unità. «Oggi abbiamo una guida nuova in una realtà nuova, particolare e difficile per l’emergenza sanitaria e io credo che le cose non succedano mai a caso. Questa coincidenza offre l’opportunità di costruire guardando un mondo completamente diverso: il 2020 è stato un anno di rottura. Il dato attuale ancora non riflette la situazione, che sembra quasi cristallizzata, in attesa. La dinamica delle imprese, al momento, non ha ancora rilevato tutte le gravi conseguenze del Covid-19. Questo appena iniziato sarà un anno che non potrà vederci inattivi e inermi. Con una guida forte e propositiva, anche la Camera di commercio di Cuneo dovrà essere vicina alle imprese che, da sole, non possono affrontare questa situazione».
Appare forse più difficile risorgere in una terra “ai confini dell’impero” (altra formula spesso usata da Dardanello), da decenni alle prese con una cronica carenza di infrastrutture, dal tunnel di Tenda all’Asti-Cuneo, al colle della Maddalena chiuso al traffico a ogni nevicata. L’unica arteria oggi disponibile per i collegamenti transfrontalieri è l’autostrada Torino-Savona... «E, nonostante questo, le imprese della provincia Granda sono sempre state ai vertici dell’export, che nel corso del 2019 ha superato gli 8 miliardi di euro. Ma l’isolamento non può più essere sopportato. Anche da questo nasce la proposta del presidente Gola di garantire uno sconto sul pedaggio autostradale con la formula di rimborso (sull’esempio di quanto accaduto, dopo il crollo del ponte “Morandi” a Genova, per gli autotrasportatori) per chi dimostra di percorrere il tratto Ventimiglia-Cuneo o viceversa. E occorrerebbe ristabilire subito almeno tre corse al giorno sulla linea ferroviaria Cuneo-Nizza. Si tratta di richieste ribadite di recente e con forza anche dalle
Patrizia Mellano, riferendosi al presidente dell’Ente camerale, Mauro Gola (con lei in foto), commenta: «Con una guida forte e propositiva, anche la Camera di commercio di Cuneo dovrà essere vicina alle imprese che, da sole, non possono affrontare questa situazione»
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[Foto: Danilo Ninotto] Camere di commercio di Imperia e di Nizza».
Qual è, secondo lei, la ricetta per poter ripartire nel 2021? «L’incertezza non fa bene al tessuto economico, di qualunque dimensione e settore. Anche al “piccolo” non è preclusa la possibilità di risalire, ma non sarà facile, senza innovazione. Di recente abbiamo lanciato alcune start-up, imprese piccole che hanno però la capacità di ritagliarsi uno spazio diverso e nuovo per risolvere problemi e bisogni tradizionali. Il coraggio di investire non è una sfida a perdere. Sarà difficile, sicuramente, ma, se si riuscirà a intervenire con misure fiscali e provvedimenti di aiuto, accompagnamento all’innovazione nel rispetto della sostenibilità, una chance possiamo averla».
In contemporanea, c’è anche la sfida della campagna di vaccinazione. A proposito, lei si vaccinerà? «Assolutamente sì! Alla Camera di commercio, l’attenzione alla persona è da sempre a tutto tondo, anche quando le persone attraversano momenti complicati e di sofferenza, a livello familiare e di salute. Vogliamo tutelarle, abbiamo un dovere verso noi stessi, le nostre famiglie e chi ci sta attorno. E, come crediamo nell’innovazione, crediamo anche nella scienza».
E, quando ci saremo lasciati alle spalle l’emergenza, cosa farà? «Prima di tutto voglio abbracciare le persone. Poi una festa, una bella vacanza. Magari una sciata o una bella nuotata, che mi mancano tantissimo».
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