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Enrico Galleano. Alla salda guida di Bus Company

Il papà Clemente ha lasciato ai figli e a tutti i collaboratori un validissimo esempio di vita e imprenditorialità

Gilberto Manfrin

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Alla salda guida di Bus Company

«Grazie, Clemente». Quelle due parole, scritte a caratteri cubitali su uno striscione e sui led esterni di alcuni pullman della flotta Bus Company, “schierati a lutto” nel giorno dei funerali di Clemente Galleano, scomparso all’alba del nuovo anno, hanno lasciato il segno nel cuore del figlio Enrico, amministratore delegato dell’azienda saluzzese, primario operatore del trasporto persone del Piemonte e dell’intero nord-ovest. La morte di Galleano, improvvisa e per questo così dura da accettare, è stata però assorbita dai moltissimi attestati di cordoglio e messaggi di stima e affetto rivolti alla famiglia dai tantissimi che hanno conosciuto Clemente, uomo di sani princìpi e valori ancor prima che imprenditore lungimirante e di successo, nel lavoro come nella vita di tutti i giorni. Senza il suo fondatore, la guida del colosso saluzzese (mai termine fu più azzeccato) è passata a Enrico, con il compito di guidare Bus Com-

Galleano

pany in un periodo in cui, complice la pandemia, una stagione di densi cambiamenti attende il mondo dei trasporti.

Enrico, cosa ha lasciato papà in tutti voi? Se dovesse citare il suo più grande insegnamento, quale caratteristica indicherebbe? «Sarebbe facile dire che ha lasciato solo un’azienda importante qual è Bus Company. In realtà, come ho detto nel giorno del funerale davanti ai nostri colleghi e dipendenti, papà era una persona ingombrante, in senso positivo. Non se n’è andato solo il Clemente imprenditore, ma credo soprattutto l’uomo. Aveva una caratteristica particolare: ci ha sempre detto che a ogni problema c’è sempre una soluzione, che non si deve demordere mai nella vita. Papà vedeva sempre il bicchiere mezzo pieno: ci provava sempre, non lasciava mai nulla d’intentato. Più che un insegnamento ci ha lasciato un approccio alla vita: pensare positivo, anche nei momenti difficili. Non è da tutti, credo. Sul lato umano mi va di riprendere quanto affermato da un nostro dipendente chiamato a lasciare un ricordo di mio papà: lo ha definito una persona che, a dispetto di quanto è riuscito a creare, è sempre rimasto umile e cortese con chi si trovava di fronte, a cominciare da chi ha lavorato al suo fianco».

Papà Clemente, in un’intervista a “Made In Cuneo”, rilasciata quasi due anni fa, disse: «Sono conten-

Galleano Enrico I problemi originati dalla pandemia visti come stimoli a individuare vie nuove per superare le difficoltà e guardare al domani con convinta fiducia

to di dividere l’azienda con i miei figli: è una sfida interessante, perché non decido più da solo e loro si fanno portatori di cambiamenti che io non immaginerei». Ciò dice molto su come l’azienda sia orientata al futuro: come vede la Bus Company del domani? «Papà amava il confronto. Soprattutto negli ultimi anni abbiamo imparato a decidere più noi che lui. Aveva sì il piacere di essere coinvolto in tutto ciò che riguardava la vita aziendale, ma era quasi diventato un fido consigliere, mio, di mia sorella Emanuela e dei nostri collaboratori. La Bus Company del domani cercherà di essere, come sempre, attenta alle esigenze del territorio in senso lato, all’innovazione, continuando a mantenere un elevato standard di qualità nell’erogazione dei servizi. Stiamo guardando alla migrazione energetica, ai nuovi sistemi di trazione degli autobus, investendo in nuove tecnologie con un occhio di riguardo all’ambiente. Da tempo stiamo utilizzando mezzi elettrici, ne arriveranno presto con alimentazione a metano e ci siamo già resi disponibili ai tavoli di sperimentazione dell’idrogeno che si stanno attivando in Piemonte».

A inizio anno l’assemblea degli azionisti ha nominato quale nuovo presidente il professor Quaglia, già componente del Consiglio d’amministrazione. «Giovanni Quaglia era legato a mio padre da un profondo rapporto di amicizia. Faceva già parte del Cda e in questo momento così delicato si è preso carico della presidenza. È un riconoscimento notevole, dalla doppia valenza: detto del rapporto speciale con mio padre, è una scelta legata alle visioni di un’azienda che dà importanza al territorio, lavora in sinergia con esso in un’ottica di sviluppo e sostenibilità, guardando avanti alla ricerca di nuovi obiettivi. È anche un segno di fiducia verso la nuova generazione che guida ora Bus Company, un avvento nella continuità all’interno di un passaggio generazionale che era già in corso».

La pandemia sta obbligando le aziende di trasporto ad adattarsi alle misure imposte in merito al carico delle persone: come state affrontando la cosa? Che espedienti avete adottato a bordo dei vostri mezzi? «Abbiamo aumentato in modo esponenziale la flessibilità, anche grazie alla disponibilità di tutto il personale che era abituato a lavorare su turni ben

definiti. I nostri dipendenti e collaboratori si sono davvero messi a disposizione dell’azienda, che per allinearsi ai Dpcm ha dovuto rivedere i propri ritmi di lavoro per andare incontro alle esigenze delle persone. Di fatto, abbiamo cercato di star dietro ai cambiamenti della legge, anche con sforzi notevoli: sanifichiamo i nostri mezzi ogni qual volta rientrano da una corsa, abbiamo implementato le corse, posto gel igienizzante e mascherine a bordo, “isolando” gli autisti dai passeggeri in un’ottica di sicurezza a 360 gradi. Non ho problemi a dirlo: i nostri bus sono un modello di applicazione dei protocolli di sicurezza sanitaria, anche in merito ai dispositivi tecnici concepiti per proteggere gli utenti».

Giovanni Quaglia

Presidente del Cda di Bus Company

Una profonda amicizia legava il Presidente della Fondazione Crt a Clemente Galleano. Quaglia era consigliere d’amministrazione di Bus Company e ha accettato di assumerne la presidenza Nella foto d’archivio: Clemente Galleano, presidente di Bus Company e del consorzio Granda Bus, che raggruppa quindici aziende di trasporto pubblico locale in Granda, deceduto all’età di 73 anni, con il figlio Enrico

Scuole e trasporti: come valuta la ripresa delle lezioni nelle scuole superiori in rapporto al trasporto degli studenti? Il sistema regge o evidenzia delle criticità? «Con regole chiare e programmazione, il servizio dei bus si può adattare. Noi non abbiamo mai evidenziato particolari criticità, siamo sempre stati disponibili verso il mondo della scuola e in grado di rispettare le richieste e le leggi che ci hanno imposto, anche senza consultarci. Dico di più: con due turni di lavoro, saremmo anche in grado di portare a scuola il 100% del carico scolastico. Ci siamo anche resi disponibili con il mondo accademico a un’indagine sulla mobilità, con lo scopo di comprendere come viaggiamo oggi e come viaggeremo domani, in un mondo in rapida evoluzione». Il trasporto pubblico cambia con rapidità e necessita di soluzioni rapide per stare al passo con i tempi. Basti pensare, ad esempio, alla dematerializzazione dei titoli di viaggio. In che termini Bus Company è pronta a questa sfida? «Bus Company a giugno dell’anno scorso è stata il primo operatore di trasporto pubblico locale a offrire il “borsellino elettronico” di Satispay come modalità di pagamento a bordo e presso le principali biglietterie del gruppo. L’obiettivo è una più facile accessibilità ai mezzi pubblici tramite la tecnologia. In Bus Company ormai il contante è un “di più”, ci sono tutte le possibilità per accedere ai servizi senza pagare “cash”. Si può dire che il processo di dematerializzazione del biglietto in Bus Company sia stato portato a termine. Siamo già concentrati su altro: i servizi a chiamata, in sharing e a noleggio, per completare il cosiddetto “ultimo miglio”, ossia la distanza dalla fermata del bus alla destinazione finale, superando così un possibile scoglio all’uso dei mezzi pubblici. Siamo pronti a offrire i nostri servizi all’utenza in qualsiasi momento anche in orari non di punta: i servizi a chiamata e in sharing prenderanno sempre più corpo e Bus Company, come sempre, sarà pronta ad aprire le porte ai viaggiatori».

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