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Marco Gay. Gli imprenditori decisivi nel post Covid
Gay Marco
Nel post Covid il ruolo degli imprenditori sarà decisivo come mai prima d’ora
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Claudio Puppione
“Made in Cuneo” prosegue le interviste a nomi di spicco del sistema confindustriale rivolgendo alcune domande a Marco Gay, lo scorso luglio eletto presidente di Confindustria Piemonte per il mandato 2020-2024, succedendo a Fabio Ravanelli.
Presidente Gay, si è concluso un anno difficile. Un osservatorio come Confindustria Piemonte consente, forse, di avanzare qualche ipotesi sul futuro che ci attende. «Siamo in una fase di prolungata attesa e incertezza. La crisi di domanda ha abbattuto del 15% il valore aggiunto e l’impatto è stato molto differente tra settore e settore. Il recupero a livello economico avverrà in modo non graduale. L’obiettivo realistico è un
Il Presidente di Confindustria Piemonte: «Mario Draghi è la miglior scelta possibile in questo momento storico. Con lui, dialogo con le parti sociali e le riforme necessarie e finora mai varate»
ritorno ai livelli di attività precrisi nel 2023. Quindi è fondamentale porre grande attenzione alle filiere, per coinvolgere l’intero sistema produttivo, perché nessuno deve restare indietro: manifattura, automotive, infrastrutture e tecnologia vanno difesi e rafforzati, puntando su progetti strategici di grande impatto. Perché le buone intenzioni si traducano in fatti concreti in tempi rapidi evitando ritardi burocratici, credo la linea maestra da seguire sia quella tracciata dal piano Impresa 4.0 e poi dalla Transizione 4.0. Per riuscirci è necessaria una grande interlocuzione tra pubblico e privato».
Quando svolgiamo questa intervista Mario Draghi sta per iniziare il secondo giro di consultazioni per la formazione del nuovo Governo. Qual è la sua opinione, Presidente? «Mario Draghi è la persona migliore in questo momento. Chiede che le parti sociali siano coinvolte. Noi auspichiamo l’avvio delle riforme mai varate per le quali non riusciamo neppure a formulare una classifica prioritaria: purtroppo non c’è un podio. Parlando di burocrazia, giustizia o fisco sono tutte riforme necessarie. Oggi bisogna fare presto».
Restringiamo l’obiettivo al Piemonte: quali sono i punti forza della regione e quali quelli di debolezza? «Il Piemonte dev’essere attrattivo, perché la competizione è su tutti i fronti, dalle matite alle tecnologie medicali e tecnologiche più avanzate. È una competizione globale dove pesano costo del lavoro, costo dell’energia e pressione fiscale, quasi sempre inferiori a quelli italiani. Sembrerebbe una partita persa in partenza, eppure non è così. Non chiediamo, e non l’abbiamo mai fatto, misure a pioggia, ma interventi mirati che garantiscano l’occupazione di alto livello, soprattutto nel campo dell’applicazione dei risultati della ricerca. Perché dobbiamo puntare sulla qualità dell’offerta, e credo che in questa sfida il ruolo di noi imprenditori sia decisivo come mai prima d’ora. Dobbiamo chiederci se siamo pronti, e dobbiamo rispondere di sì, perché questo è il nostro lavoro di tutti i giorni per vincere commesse che sembrano irraggiungibili, entrare in mercati lontani e coinvolgere la nostra forza lavoro in questo sforzo straordinario. Confindustria Piemonte è composta da imprese piccole, medie, grandi e grandissime che sono in grado di raccogliere ogni tipo di sfida. Il 2020 ce l’ha insegnato: il Covid-19 era imprevedibile, ma abbiamo risposto, e la parte sana delle imprese piemontesi è ancora qui». Veniamo ora all’Unione europea: Bruxelles ha svolto in modo appropriato il proprio ruolo? «Dei 209 miliardi di euro destinati all’Italia dal piano Next Generation Eu, 13 arriveranno in Piemonte. Qualcuno dice che sono pochi, io non la penso così. I fondi comunitari, infatti, per essere utilizzati prevedono anche coinvestimenti a livello regionale e locale e questo permetterà di generare investimenti aggiuntivi. E poi trovo davvero interessante la scelta di usare la leva fiscale che permetterà di garantire una migliore qualità nella progettazione, oltre che maggiori risorse. Questi fondi sono quello che mancava per avviare la transizione del Piemonte, ma ciò avverrà solo se le procedure di attivazione saranno semplici. Lo ripeto, l’esempio è il piano Industria 4.0. Se ci saranno progetti, ma soprattutto procedure chiare e la sicurezza di una semplificazione burocratica, anche noi imprenditori riusciremo a essere veloci ed efficienti. Perché la capacità di realizzazione delle imprese italiane e piemontesi non è minimamente in discussione: è l’ora di passare ai fatti».
La radicale trasformazione dell’economia, a cui la pandemia ha impresso un’accelerazione epocale, rende forse meno gravi, e quindi meno impattanti, le carenze infrastrutturali (ci riferiamo a quelle fisiche) che da molti decenni frenano la crescita, in particolare, dalla provincia di Cuneo?
Marco Gay (a sinistra) in posa con Carlo Bonomi, presidente nazionale di Confindustria, e con Mauro Gola, presidente di Confindustria Cuneo
Marco Gay ha partecipato all’assemblea annuale 2020 del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Cuneo, convocata in presenza a settembre presso la sede di Mondovì del Politecnico di Torino. Qui lo vediamo con Matteo Rossi Sebaste (a sinistra), neopresidente del Ggi, e il predecessore, Alberto Ribezzo
«Assolutamente no, anzi credo sia più chiaro che mai come le infrastrutture materiali abbiano fatto la differenza nella gestione della pandemia. Pensiamo allo smart working: se non ci fosse stata una rete internet adeguata, il mondo si sarebbe fermato. Restano però ancora forti differenze, il digital divide penalizza molti territori tra cui molte zone della provincia Cuneo. È una situazione inammissibile. In un incontro con i parlamentari abbiamo posto l’accento sulla situazione anche di altre infrastrutture, dalle strutture sanitarie alle autostrade. La provincia Granda aspetta da troppo tempo il completamento della Asti-Cuneo, che nelle scorse settimane ha visto la riapertura dei cantieri dopo anni, e il raddoppio del tunnel del colle di Tenda, questione aggravata dall’alluvione dello scorso autunno che ha spazzato vie le strade di accesso. Vorrei dare quanto prima agli imprenditori piemontesi e agli investitori che guardano alla nostra regione risposte certe su questi temi. È fondamentale un dialogo costante tra imprese e parte pubblica e in questi mesi il lavoro con la Regione non si è mai fermato, su questi e altri temi come lo sviluppo delle tecnologie legate alla rete 5G. Noi ci siamo, e l’abbiamo dimostrato».
Piccolo è bello anche nel “nuovo mondo” post-Covid? Le Pmi, forza vitale dell’economia italiana, tali resteranno? «Si tratta di una domanda complessa, a cui si può rispondere con approcci diversi, tutti egualmente convincenti. Se penso al produttore di vini, piccolo è bello e vincente. Se penso a un gruppo della logistica, non posso affermarlo con sicurezza. Se guardo ai costruttori di automobili o pneumatici, so che non è così. Ho fatto esempi che toccano il territorio cuneese molto da vicino, per dimostrare come ogni business abbia le sue dinamiche, e generalizzare non sia mai un bene. La dimensione corretta è quella del mercato a cui ci si riferisce. Certamente chi cresce, o ambisce a crescere, non sbaglia mai. Perché immaginare un mondo in cui un’azienda resta uguale è impossibile: o si cresce o si diventa più piccoli. I fondi pubblici erogati in questi mesi e le sospensioni dei mutui, insieme a tassi di interesse particolarmente vantaggiosi, hanno portato a un aumento dei depositi delle imprese nelle banche. Ma non si tratta di calo della motivazione imprenditoriale. Tutt’altro. Se al Recovery fund sarà abbinato uno shock fiscale, grazie a questi depositi si potrà avviare un ciclo di crescita dimensionale che potrebbe rappresentare l’avvio della ripresa. Concetti come decrescita felice e deindustrializzazione, non fanno parte del nostro Dna».
Il 2021 si è aperto con la nascita di Stellantis. Il Piemonte quanto è legato al comparto automobilistico?
«Moltissimo. A Cuneo c’è uno dei più importanti stabilimenti al mondo del gruppo Michelin. Come regione siamo nel cuore della fusione tra Fca e Psa. Stellantis ha solide radici in Piemonte. Le garanzie occupazionali sono molteplici per i lavoratori di Fca che sapranno un’altra volta fare la differenza, come quando Fiat acquisì Chrysler. Fornitori e partner piemontesi saranno una parte integrante del quarto costruttore mondiale di automobili. La qualità dei loro prodotti e delle loro idee è nota in tutto il mondo. In regione ci sono 736 aziende dei cosiddetti componentisti, con un fatturato di 18,6 miliardi di euro e che danno lavoro a 60.311 addetti. Davanti a loro ci sono le sfide della mobilità elettrica e della guida autonoma, settori in cui queste aziende registrano una crescita in doppia cifra. Sono aziende internazionali, votate all’export. Le prime mosse del ceo di Stellantis, Carlos Tavares, mi sembra vadano nella direzione di valorizzare impianti e marchi italiani del gruppo. Da parte nostra, e mi pare anche dai sindacati, c’è la massima disponibilità. Senza dimenticare, e lo dico agli allarmisti, che fino al 2023 i livelli occupazionali in Stellantis sono assicurati dalle clausole del prestito garantito da Sace agli impianti italiani di Fca».
Qual è la sua posizione in merito alla eventuale obbligatorietà del vaccino anti-Covid? «Sul tema ognuno deve guardare alla propria responsabilità individuale. Il legislatore ha deciso per non imporre la vaccinazione, e lo stesso è avvenuto in tutto
Balistreri ospite di Confindustria Cuneo
Il segretario generale di Confindustria Piemonte, l’architetto Paolo Balistreri, è stato gradito ospite di Confindustria Cuneo. Nella sala “Michele Ferrero”, in compagnia del direttore dell’associazione datoriale provinciale, Giuliana Cirio, ha illustrato ai dipendenti di Confindustria Cuneo, collegati in videoconferenza per le note necessità di rispettare il distanziamento interpersonale, il ruolo, i progetti e l’organigramma dell’associazione regionale che fa da coordinamento e da amplificatore del lavoro svolto dalle territoriali piemontesi. Al termine della relazione ha risposto alle domande e alle considerazioni rivoltegli da Giuliana Cirio e da numerosi altri funzionari di Confindustria Cuneo.
il mondo. Si tratta perciò di un tema complesso, che coinvolge aspetti giuslavorativi molto delicati. Pietro Ichino, in vari interventi, sul tema è stato chiaro. L’obbligatorietà dentro le aziende si può imporre, credo però sarebbe più costruttivo un percorso condiviso tra impresa e lavoratori per arrivare al medesimo risultato. Che è quello di fermare il Covid-19 quanto prima e tornare a una nuova normalità, dove le imprese danno lavoro e il mercato fa la selezione».
Imprenditore poliedrico e protagonista del sistema Confindustria
Classe 1976, Marco Gay, è sposato e ha tre figli. Da luglio è presidente di Confindustria Piemonte. Proviene da una famiglia di imprenditori operante nel settore vetro-ceramica attraverso la Proma spa, dove ha iniziato la carriera lavorativa, poi ceduta alla Saint-Gobain Abrasivi. È stato consulente aziendale, prima di fondare nel 2000 WebWorking. Nel 2007 acquisisce quote della società Ottovolante e, dopo aver guidato l’agenzia pubblicitaria Gsw WorldWide Italy, dal 2013 ha fondato società operanti nei settori Internet of things e food & beverage. Nel 2015 diventa socio di Digital Magics, il più importante incubatore di start-up, quotato nel mercato Aim, prima di diventarne amministratore delegato a fine 2017. Nel mondo confindustriale dal 2004, nel 2011 diventa presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte e tra il 2014 e il 2017 ricopre lo stesso ruolo a livello nazionale, diventando anche vicepresidente di Confindustria. Dal 2018 è presidente di Anitec-Assinform, l’associazione aderente a Confindustria che raggruppa le imprese Ict e dell’elettronica di consumo in Italia, oltre a sedere nel Cda de “Il Sole-24 Ore” e dell’università “Luiss-Guido Carli”.