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Nella foto, di B. Morton, orti comunitari in Rwanda
anno XIV n. 1
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Poste Italiane SpA - Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L.27.02.2004, n°46 ) art.1, comma 1, LO/ MI - Editore: Fondazione AVSI, Padre Vicinio da Sarsina 216 - 47521 Cesena ( FC ) - AVSI è una FONDA ZIONE - ONLUS - ONG idonea DM n. 0347 del 5 luglio 1973 - cod. fisc.: 81017180407
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C.F. 81017180407
a crisi che ha messo in ginocchio tante famiglie italiane ha pesantemente ridotto le donazioni e quindi gli aiuti per le persone che AVSI sostiene nel mondo. I bambini sostenuti a distanza sono scesi del 15% e tanti interventi sono stati tagliati. Parliamo di situazioni di povertà estrema, di guerre, di emarginazione a volte inimmaginabili. Per questo, ci permettiamo di chiedervi un contributo attraverso il 5 per mille. Non è quindi una somma da versare, ma la parte delle
vostre tasse che la legge permette di destinare ad AVSI, il 5 per mille appunto. Per voi una firma, per noi un grande aiuto. Ci consentirà di ridare risposte che la grande crisi ha cancellato. In queste pagine leggerete come il vostro aiuto può cambiare le vite delle persone. È importante non lasciare sfuggire questa occasione perché AVSI possa continuare a prendersi cura di persone in situazioni estreme, senza alcun impegno di spesa: basta firmare il CUD o la dichiarazione dei redditi con il codice fiscale di AVSI.
Dal Burundi
Dal 12 marzo al 2 aprile 2014 ONU di Ginevra
In lingua francese. Noleggia la mostra, chiedi come: ufficiostampa@avsi.org
www.un.org
www.fondationdharcourt.org
COMUNITÀ BIELLESE AIUTI UMANITARI
www.cbau.net
Una mostra all’Onu di Ginevra
Insieme
per l’educazione Dal 12 marzo la mostra “Ensemble” racconta l’esperienza del centro MEO in Burundi, costruito grazie all’aiuto del CBAU, sostenuto da AVSI, anche con il Sostegno a distanza, e dalla Fondation d’Harcourt. Un viaggio per immagini per ricostruire il futuro. Di Anna Zamboni Iscriviti alla nostra newsletter: www.avsi.org
| Fotografie Brett Morton
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Con il contributo di
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nche quest’anno viene riconfermata la possibilità di destinare il 5 per mille a favore del finanziamento di associazioni di volontariato e non lucrative di utilità sociale come AVSI. Basta firmare nell’apposito riquadro del CUD, del modello 730, del modello Unico Persone Fisiche e Unico Mini Persone Fisiche e riportare nell’apposito spazio il codice fiscale di AVSI, 81017180407. NB. Il 5 per mille non è alternativo all’8 per mille. È possibile operare entrambe le scelte in maniera autonoma.
mentario e tredici scatti del fotografo americano Brett Morton altrettanti anni di lavoro al fianco dei diritti della persona: i volti, i gesti e i sorrisi di un’intera comunità rinata a partire dall’educazione. Obiettivo della mostra è quello di documentare come lo sviluppo proviene anzitutto dalla valorizzazione della dignità della persona, dall’educazione e dall’accompagnamento di ogni essere umano nel suo percorso di crescita.
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no sguardo particolare, insolito. Un percorso di immagini in mostra alle Nazioni Unite di Ginevra dedicate alla ricostruzione dell’umano, in un meraviglioso Burundi che ha sofferto troppo a causa delle guerra. All’interno di una realtà drammatica come quella africana, gli scatti di “Ensemble” (“insieme”) colgono, tra gli occhi dei bambini e i sorrisi delle donne, un percorso di speranza, dando un volto alla dignità della persona come essere unico e irripetibile. Oltre la miseria o la malattia. Oltre la fame o l’abbandono. Si intitola Ensemble, “insieme”, perché lo sviluppo è accompagnamento e crescita della persona, come per Elie, 22 anni, che grazie alla compagnia trovata al Centro MEO dai quartieri poveri di Bujumbura oggi studia all’università e, nel tempo li-
bero, fa il volontario al centro: “AVSI mi ha offerto l’opportunità di crescere e credere in un futuro migliore. Sono stato aiutato con il sostegno a distanza, ho studiato e oggi posso andare avanti, costruendo da protagonista la mia vita.” Per celebrarne l’importanza, la sede ONU di Ginevra ospita la mostra sull’esperienza del centro MEO in Burundi, a cura di Fondazione AVSI e Fondazione d’Harcourt in collaborazione con il Nunzio Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso UN. Dal 12 marzo per tre settimane “Ensemble” racconta con un breve docu-
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lie ha iniziato il percorso del sostegno a distanza quando aveva 12 anni. Ora di anni ne ha 22 e di strada ne ha fatta tanta. Il ragazzo abitava vicino al vecchio Centro MEO, nel quartiere popolare di Mutakura, uno dei più poveri di Bujumbura. Quando ha iniziato ad essere sostenuto, Elie non aveva molte speranze di poter terminare gli studi. I suoi genitori erano divorziati e il clima in famiglia era molto teso, i figli erano
Miglior studente dell’anno
Nel quartiere periferico di Cibitoke, a nord di Bujumbura, capitale del Burundi, sorge il centro MEO (Maman Enfants Orphelins, mamme bambini orfani) dedicato alla memoria di Lino Lava, grande amico biellese e soprattutto grazie all’aiuto della Comunità Biellese Aiuti Umanitari (CBAU) onlus di Biella, partner di AVSI dal 1999. Il centro è uno spazio comune e protetto per i bambini, le mamme e gli orfani di guerra, nato per rispondere alle urgenze di una popolazione devastata da cinquant’anni di scontri etnici tra le due principali etnie del paese, grazie anche al Sostegno a distanza di Avsi. Dal 2012 l’offerta del Centro si è fortemente incrementata, con il contributo della Fondation d’Harcourt che ne sostiene le attività, con particolare attenzione alla promozione del benessere psico-sociale dei bambini e delle loro famiglie. Oggi il centro è gestito da 6 operatori sociali ed è frequentato da circa 800 bambini e dalle loro famiglie, per un totale di circa 3mila persone coinvolte.
rimasti ad abitare con la mamma, che non riusciva a nutrirli e curarli. Elie ha frequentato sempre con assiduità il Centro MEO e ha potuto incontrare persone importanti che hanno reso possibile che le sue qualità straordinarie potessero sbocciare, fino ad arrivare a frequentare l’università ed essere nominato miglior studente per l’anno 2013! Oggi, Elie, fa anche il volontario al Centro, dove “mi sento a casa mia”.
STORIE DI VITA AVSI sostiene a distanza nel mondo più di 30.000 bambini. Ad ognuno di loro basta davvero poco per sentirsi uno di famiglia. Proprio come raccontano le storie di Marie Josè, Murillo, Joselyne, Emmanuel pubblicate nella nuova raccolta “Sostegno a distanza. Piccoli racconti che cambiano la vita” che, grazie a sostenitori dall’altra parte del mondo hanno potuto cambiare le loro vite, andare a scuola, crescere, fino a frequentare l’università. Amici che, seppure lontani, li hanno fatti sentire di famiglia! Leggi le storie e diventa anche tu sostenitore a distanza oppure coinvolgi un nuovo amico: sostegno.distanza@avsi.org o chiama il numero 0547.360.811.
è un’organizzazione non-profit privata con sede a Ginevra in Svizzera. La sua missione è quella di promuovere progetti e partenariati nel campo della salute mentale, del supporto psicologico e dello sviluppo sociale. www.fondationdharcourt.org
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Alle periferie
della fame
Nutrire la persona per alimentare la speranza: oggi più che mai siamo chiamati a ricominciare partendo dall’educazione, perché “l’uomo educato coltiva” e trasforma il raccolto in cibo, in amicizia con gli uomini e la natura. Le esperienze di AVSI lo confermano.
BRASILE. Il Centro CREN di S. Paolo. Foto di F. Arigossi.
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el mondo, 10.000 bambini muoiono ogni giorno. Di questi 4.500 di fame, nonostante molti di loro vivano in luoghi dove la natura offre possibilità di cibo. “Se c’è cibo e i bambini muoiono di fame, la questione è non conoscenza e non sufficiente attenzione al valore di sé e dei bambini. - Afferma Alberto Piatti, presidente di AVSI. Manca la coscienza della dignità umana e il conseguente prendersi cura di loro”. Un tema scottante e delicato, da sempre nel cuore di AVSI impegnata a promuovere questo approccio educativo con programmi e alleanze internazionali, tra pubblico e privato, capaci di far fronte al problema, suggerendo percorsi sostenibili e fornendo anche studi di accessibilità alternativa all’energia in contesti poveri per la salvaguardia dell’ambiente. L’Unione Europea sta portando avanti una guerra contro la denutrizione promuovendo un approccio integrato volto ad aumentare la resilienza dei si-
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stemi produttivi locali, nonché la governance e le condizioni più generali che permettono la disponibilità di cibo. In occasione della 66° sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il 2014 è stato formalmente dichiarato essere “International Year of Family Farming” (IYFF). Agricoltura, sicurezza alimentare e acqua sono tre punti cardine dell’opera di AVSI, poiché strettamente connessi tra loro nell’essere potenziali fattori di sviluppo e miglioramento delle condizioni di vita. Alcune esperienze stanno contribuendo al dibattito internazionale promosso da EXPO 2015 sui temi della nutrizione, alimentazione sana e di qualità. > IL METODO CREN: il Centro di Recupero ed Educazione Nutrizionale (CREN) ha sede a San Paolo in Brasile. Nato nel 1994 opera nell’ambito della lotta e del trattamento della denutrizione infantile nelle favelas. Sostenuto da AVSI, anche
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con il sostegno a distanza, dal Ministero degli Affari Esteri Italiani, da aziende privati e amici sostenitori, oggi è un centro di riferimento nel campo dei disturbi nutrizionali primari, rivolgendo la sua attenzione anche a bambini e adolescenti in situazioni di sovrappeso e obesità, lavorando con il governo e università. Il CREN lavora con esperti a contatto diretto con le persone proponendo ai bambini e alle mamme e famiglie un metodo che tiene in considerazione ogni aspetto della realtà. > AQUAPLUS IN HAITI: nella piana di Torbek presso Les Cayes, AVSI interviene con progetti di sicurezza alimentare, sviluppo rurale, acqua e ambiente. Di particolare rilievo l’intervento di nel parco Pic Macaya con contributo della UE ambiente e il programma Aquaplus con Rotary e EXPO2015 e grazie a UniCredit Foundation che ha finanziato l’unità produttiva. In pratica si stanno costruendo cisterne per l’acqua, riparando
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Vale 50 pasti serviti ai bambini al Centro MEO in Burundi. vale un pranzo e la merenda con il porridge a 7 bambini per un mese alla scuola Little Prince in Kenya vale una prima colazione per 40 bambini al giorno al Centro Maria de Guadalupe in Messico vale un pasto per 60 bambini al giorno all’asilo Ojos de Cielo in Ecuador vale una colazione, pranzo e merenda per 200 studenti al giorno alla Giussani School in Uganda
acquedotti, distribuendo input agricoli e migliorando la didattica della facoltà di Agraria dell’Università UNDH di Haiti. I beneficiari sono gli abitanti di una sezione rurale del Comune di Torbeck con una popolazione di circa 10.000 abitanti e l’esperienza verrà presentata a Expo Milano 2015. > LA BANCA DEL RISO IN MYANMAR: la Rice Bank è una cooperativa di piccoli contadini sostenuta da AVSI dal 2003 per combattere l’usura con la solidarietà e la formazione e che ha sviluppato una filiera tra i produttori di riso che genera reddito e migliora le condizioni di vita. Con la Banca del Riso, AVSI ha già formato 1.200 agricoltori, un migliaio di studenti aiutati con il sostegno a distanza, gli insegnanti seguono corsi di aggiornamento e circa 30 mila persone hanno tratto beneficio indirettamente dal progetto. > LE MENSE A SCUOLA: a Oaxaca, in Messico, in una area abitata da oltre 6mila persone in condizioni di emarginazione e grande povertà, AVSI sostiene il Centro di Sviluppo Comunitario “Maria de Guadalupe”, con una mensa che dà da mangiare ogni giorno a 400 bambini, sostiene 150 famiglie e organizza attività coinvolgendo le mamme e la comunità locale. Era il 2003, quartiere di Monte Albán: con il sostegno a distanza, AVSI ha iniziato a distribuire quotidianamente la colazione a una cinquantina di bambini in una stanzetta perché a causa della scarsa alimentazione non riuscivano a studiare. Quella prima stanzetta, oggi è diventata il un’opera straordinaria portata avanti da CRECEMOS, partner di AVSI, in collaborazione con il Sostegno a distanza, la Cooperazione italiana, importanti aziende amiche come EnelCuore Onlus, Panino Giusto, Humana, CESAL e le Tende.
Haiti, foto di Ilaria De Biase
> LE CUCINE A BASSO IMPATTO AMBIENTALE: si stima che 3 milioni di persone muoiono ogni anno per fumi da cucina (dati: UNDP). L’esperienza di AVSI in Mozambico, a Maputo, ha fatto scuola. Nelle periferie della capitale, AVSI promuove a favore di 7.500 famiglie (circa 35mila persone) un programma articolato per la riduzione della povertà, introducendo l’uso di metodi di utilizzo e di accesso dell’energia più efficiente con attività educative. Grazie a Cloros, l’azienda di consulenza energetica che ha finanziato il programma compensando le emissioni di gas ad effetto serra (cloros.it). > IL CENTRO ST KIZITO IN NIGERIA, nato nel 1991 a Lagos con AVSI, in collaborazione con l’Arcidiocesi Cattolica della città, il Sostegno a di-
“Se c’è cibo
e i bambini soffrono la fame, la questione è la mancanza di coscienza della dignità umana e il conseguente prendersi cura di loro”.
Fattoria sperimentale in Haiti
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stanza e molti amici italiani, partecipa al raggiungimento degli obiettivi del millennio, combattendo la malnutrizione infantile, stimolando soprattutto il rapporto tra madre e figlio. Il Centro, che ora vanta 3 diverse sedi, ha avuto da sempre: non una pianificazione tesa a “risolvere” il problema della malnutrizione con alimenti e mezzi straordinari, ma un paziente lavoro di condivisione e di educazione inserito nel contesto delle vita quotidiana, teso a riabilitare le famiglie nella loro capacità di prendersi cura di se stesse. Ogni anno accedono ai servizi dai 100 ai 130 bambini; altrettanti frequentano, con le loro mamme, incontri mensili e meeting periodici. > ACQUA SORGENTE DI CONVIVENZA Lo scorso gennaio AVSI in Libano ha inaugurato la nuova sede della cooperativa Dardara, grazie ai contadini nella piana di Marjayoun, con la Cooperazione Italiana in Libano e il Ministero dell’agricoltura Libanese. La sede, che prevede l’utilizzo di pannelli solari e contatori di acqua, permetterà una gestione più efficiente dell’energia e dell’acqua necessarie al lavoro nei campi. AVSI, presente in Libano dal 1996, con progetti di riqualificazione dei sistemi irrigui e sostegno in campo agro-alimentare, ha concentrato le proprie attività in particolare nella Piana di Marjayoun, una delle aree agricole più vaste della regione, abbandonata a causa del conflitto dal 2006. Grazie ad una solida rete di partner e consulenti (FAO, Ministero dell’Agricoltura libanese, Cooperazione Italiana, Regione Lombardia, Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano, Studio Mazzucchelli e Pozzi) sono state realizzate importanti opere infrastrutturali che hanno permesso di ridurre del 50% dell’uso dell’acqua irrigando il 40% in più dei terreni. Un lavoro impegnativo che ha favorito anche una proficua convivenza tra la comunità sciita e quella cristiana.
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“Sofia e il colibrì” è il libro che racconta i primi dieci anni di “Progetto Sofia”, l’iniziativa voluta da Mauro Ciaroni per sostenere i bambini del mondo in difficoltà, in particolare le attività di AVSI a favore dei più piccoli in Sud Sudan e in Congo Brazzaville. “Babbo, cosa possiamo fare per aiutare i bambini che soffrono?”. Siamo nel 2003 e Sofia Ciaroni, all’epoca una bimba di tre anni, sta guardando un documentario sull’Africa. Mauro, suo padre, appassionato viaggiatore, non si perde d’animo di fronte all’impegnativa domanda e dà vita a “Progetto Sofia”, avviando così un lavoro a sostegno dei bambini in difficoltà. Il risultato dei primi dieci anni di attività sono raccolti oggi nel libro “Sofia e il colibrì” edito da La Piazza e pubblicato grazie a Banca dell’Adriatico. “Come il colibrì del racconto africano, anche Progetto Sofia si adopera nel suo piccolo, goccia dopo goccia, per spegnere gli incendi di dolore e disagio in ogni parte del mondo” commenta Mauro Ciaroni “Tutti progetti realizzati grazie all’aiuto di centinaia di amici, che sin dall’inizio mi sostengono fedelmente e che ringrazio”. In Africa oggi Progetto Sofia promuove interventi in Sud Sudan e Congo Brazzaville per l’educazione e lo sviluppo delle nuove generazioni.
periodico della Fondazione AVSI, ONG-Onlus, in abbonamento postale gratuito ai donatori. _______________________________________________________ Direttore: Roberto Fontolan Redazione: Elisabetta Ponzone, Maria Teresa Gatti, Anna Zamboni, Dania Tondini Grafica: Accent on Design, Milano Redazione: Fondazione AVSI, via Legnone, 4 20158 Milano - Tel. 02.6749.881 - buonenotizie@avsi.org _______________________________________________________ ARRETRATI L’archivio completo è scaricabile dal sito www.avsi.org _______________________________________________________ AIUTACI A RISPARMIARE Mandaci i tuoi dati a buonenotizie@avsi.org; ti spediremo il giornale via mail. _______________________________________________________ INFORMATIVA DATI I Suoi dati sono registrati e custoditi con i più corretti
criteri di riservatezza dalla Fondazione AVSI mediante procedimenti elettronici e utilizzati esclusivamente per informarLa sulle attività di AVSI in corso in Italia e nel mondo. In conformità al D. Lgs 30/06/2003 n. 196 sulla tutela dei dati personali, Lei potrà consultare i dati che La riguardano chiedendone la variazione, l’integrazione e anche l’eventuale cancellazione dietro semplice richiesta scritta indirizzata al Responsabile Dati Fondazione AVSI, Via Legnone 4 - 20158 Milano.
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Brasile
Con le mani
ASPETTANDO I MONDIALI
Dal 12 giugno al 13 luglio il Brasile ospita la 20° edizione delle fase finali della Coppa del Mondo di calcio. L’Italia giocherà a Manaus, in Amazzonia, il 15 giugno contro l’Inghilterra, a Recife il 20 giugno contro il Costa Rica e a Natal il 24 giugno contro l’Uruguay. Se gli Azzurri saranno abbastanza bravi, giocheranno insieme alle altre squadre la fase a eliminazione diretta a partire dal 28 giugno, dopo un giorno di pausa per tutti. Si chiama Fuleco, la mascotte dei mondiali ed è un armadillo di colore giallo con corazza azzurra, vestito con una t-shirt e pantaloni verdi. Il suo nome è composto da Ful, “Futebol” (calcio), ed eco, “ecologia”. Fuleco è un armadillo di una specie endemica del Nordeste del Brasile e classificato come “vulnerabile”. L’animale reale ha una corazza che lo avvolge di colore marrone, ma quello della mascotte è di colore azzurro come “il cielo e le acque del Brasile colme di vita”.
Brasile, Centro educativo a Belo Horizonte. Sotto, in classe a Manaus
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nella terra L
a “Escola Agrícola Rainha dos Apóstolos” accoglie oltre 300 studenti e si trova lungo strada BR 174 che collega Manaus con Caracas (dopo 2.243 km), al 22° km. Siamo in Brasile, in Amazzonia, nel cuore del polmone verde della terra, in febbricitante attesta dei mondiali di calcio e, per noi italiani, dell’arrivo degli Azzurri. Quarant’anni fa iniziavano proprio qui, in questo paradiso del mondo, le prime lezioni della scuola agricola Regina degli Apostoli, fondata dai padri missionari del Pime e sostenuta da AVSI con il sostegno a distanza. Oggi la gestione è affidata alle amorevoli cure del Centro de Solidariedade São José, un’associazione non-profit fondata da manauensi e riconosciuta come utilità pubblica e iscritta nel registro del Consiglio nazionale del servizio sociale. Situata in una zona rurale considerata area indigena, in questi 40 anni la scuola ha ospitato ragazzi indios di diciotto etnie diverse, i Sateré, i Macú, Yano-man, … Tutti figli di piccoli produttori rurali o di agricoltori o di operai che vivono lungo la strada. Famiglie che non sono in grado di sostenerli negli studi, ma che fanno un sacrificio enorme privandosi delle loro braccia per il periodo scolastico.
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Aspettando i mondiali, in Amazzonia, una scuola festeggia i 40 anni “e ricorda ai giovani che l’agricoltura è lavoro per il pane quotidiano.” Un’opera straordinaria, aiutata dal sostegno a distanza. Di Elisabetta Ponzone Le attività della scuola rispondono a una domanda precisa: assicurare alle nuove generazioni saperi e conoscenze di cultura generale, ma soprattutto del territorio, nel campo dell’agricoltura con approfondimenti in orticultura e zootecnia, in modo da offrire alle nuove generazioni l’abilitazione professionale e l’amore per la propria terra. Il percorso formativo è assicurato da una quarantina di persone adulte, tra docenti, direttori, tecnici professionisti ed educatori. Oltre alle undici aule, c’è una biblioteca, un refettorio, dormitori separati per maschi e femmine, auditorium, laboratori e non mancano certo i campi per una partita di calcio. La scuola offre un percorso formativo completo dall’asilo fino al diploma professionale: 195 bambini alle elementari e medie, 97 studenti alla scuola tecnica e 15 universitari. 120 aiutati col Sostegno a
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distanza. Qui si studia e si abita. Per i mesi di studio la scuola diventa infatti una vera famiglia. Sono tanti i ragazzi che per raggiungerla devono percorrere giorni interi di viaggio, anche 2 mila chilometri, a bordo di barconi navigando il Rio delle Amazzoni, che quando le sue acque incontrano quelle del il Rio Negro corrono affiancate senza mischiarsi per chilometri. Una natura spettacolare con un ecosistema unico che la scuola si prefigge di salvaguardare proponendo lezioni in campo, sperimentando e mettendo in pratica quello che si è imparato. Accanto alla scuola sorge un’azienda agricola di 200 ettari, la maggior parte dei quali sono rimasti a foresta tropicale, mentre una cinquantina di ettari sono coltivati. Una parte è aula didattica per i ragazzi, l’altra sostiene la scuola con le proprie produzioni, riducendo al 20% la necessità di acquistare i cibi per l’alimentazione degli alunni. La Escola Agrícola Rainha dos Apóstolos è una scuola con radici profonde che favorisce il contatto dei giovani con le realtà produttive locali per facilitare il futuro inserimento nel mondo del lavoro. Un’opera straordinaria “per far ricordare ai giovani - come ha suggerito Papa Francesco - che l’agricoltura è lavoro per il pane quotidiano.”
Con il contributo di
Verso il futuro
Rwanda, vent’anni dopo E
ra il 6 aprile del 1994, quando l’aereo dell’allora presidente in carica del Rwanda, Juvenal Habyarimana fu abbattuto a Kigali da alcuni estremisti del suo stesso partito: troppe e inaccettabili le concessioni fatte agli odiati tutsi del Fronte Patriottico Rwandese (Fpr) nei colloqui di pace del giorno prima in Tanzania. La morte di Habyarimana, fu invece il pretesto per scatenare gli “squadroni della morte” di etnia hutu, gli Interahamwe, spronati ad accelerare i massacri dalla radio nazionale, mentre le truppe rwandesi li appoggiavano nelle aree in cui incontravano la resistenza dei civili tutsi. In soli 100 giorni, almeno un milione di persone furono massacrate e gli scontri etnici tra hutu e tutsi passarono alla storia come uno dei più terribili esempi di genocidio che l’uomo ricordi. Furono anche i giorni del primo arrivo di AVSI in Rwanda, per sostenere le vittime del conflitto con interventi di emergenza.
“Allora lavoravo per Unicef in Uganda e fui incaricato di coordinare l’operazione più tremenda della mia carriera – ricorda Filippo Ciantia, medico, in Africa per oltre 30 anni come rappresentate di AVSI per la Regione dei Grandi Laghi e oggi rientrato in Italia - Dove-
Metà dei bambini sotto i 5 anni soffre di malnutrizione cronica e il tasso di mortalità dovuto all’AIDS cresce ogni anno. A vent’anni dal genocidio, il Paese fa ancora i conti con la sua storia. Di Aldo Gianfrate
vo organizzare il recupero dei corpi di donne e bambini che scendevano il fiume Akagera, entravano nel lago Vittoria e raggiungevano con le correnti le rive ugandesi. Alla fine dell’intervento furono recuperate 10.700 salme. AVSI allora era guidata a Kampala da Gianrenato Riccioni che subito si rese disponibile ad entrare in Rwanda con un gruppo di ugandesi che, per la loro origine, conoscevano la lingua e il territorio”.
Fotografie di Brett Morton
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Oggi, a vent’anni di distanza, il nuovo Rwanda è nel mezzo di una fase di forte crescita economica. Gran parte della popolazione, però, si trova ancora a fare i conti con le conseguenze del conflitto. Secondo l’Unicef, più della metà dei bambini sotto i cinque anni soffre di malnutrizione cronica e negli ultimi dieci anni è cresciuta del 50% la mortalità infantile dovuta all’AIDS, nonostante i significativi progressi compiuti nel prevenire la trasmissione del virus da madre a bambino (MCTC). “Il nostro impegno, in vent’anni, non è cambiato – spiega Lorette Birara, rappresentante di AVSI in Rwanda – Occuparsi delle conseguenze del genocidio è più che mai necessario. E questo vuol dire prendersi cura della vita delle persone e ridar loro un valore”. Fondazione AVSI, che proprio nel 1994 ha iniziato il suo lavoro al fianco della popolazione, oggi opera in tutto il Paese nei settori educativo e sanitario. Dagli interventi di emergenza degli anni ’90, gli operatori portano avanti progetti più a lungo termine, pensati come in grado di avviare un processo duraturo di sviluppo. Per AVSI, l’anniversario del genocidio esprime un rinnovato impegno nel sostenere la speranza della gente, nelle situazioni più difficili e drammatiche.
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Marco Tiengo di Porto Viro, responsabile AVSI Point organizza da anni eventi a favore di AVSI, coinvolgendo scuole, aziende e tanta, tantissima gente. Dopo le tende, ci ha mandato questo messaggio: “Ogni giorno incontro persone, ascolto storie, ricevo richieste di aiuto. Solo rispondendo al mio bisogno di essere felice costruisco “Storie di un nuovo mondo”, proprio come recita il titolo delle tende. Aiuto chi ho di fronte grazie ad AVSI e chi incontro mi è amico pur senza averlo mai incontrato!
Maria Di Stasi, AVSI Point Barletta, in Kenya All’interno di un rapporto di amicizia, nel cuore di una giornata di luglio mi sento rivolgere una richiesta di disponibilità ad andare a Nairobi per l’inaugurazione della struttura multifunzionale della scuola Otunga. Le ho pensate tutte: che grande opportunità, che avventura, anch’io sul campo; poi ho dovuto semplificare e rendermi conto che a quell’amicizia che ancora una volta mi chiedeva di andare a fondo delle ragioni della mia esperienza e della mia esperienza in AVSI dovevo dire semplicemente sì.”
Eriberta, insegnante a Piobbico, scrive: “… è la prima volta
che mi riaccade AVSI! Attraverso il collegamento con la testimonianza di Valeria dall’Africa, il modo con cui io e miei alunni ci siamo sentiti guardati da voi, Elena da Cesena che è stata attentissima alle nostre esigenze, il volto raggiante di Barbara, mi sono accorta che quello che stava accadendo era una cosa seria. … Per me Gesù si è fatto carne, perché potessi arrendermi e riconoscere la dolcezza della sua mano come quella di Valeria che stringeva i miei alunni che si sono sentiti protagonisti loro malgrado di una storia più grande di tutti, ma che ha bisogno di tutti!”
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