Parlamento europeo 2019-2024
Documento di seduta
A9-0197/2020 22.10.2020
RELAZIONE su una nuova strategia industriale per l'Europa (2020/2076(INI)) Commissione per l'industria, la ricerca e l'energia Relatore: Carlo Calenda
Relatore per parere (*): Danilo Oscar Lancini, Commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare
(*)
Procedura con le commissioni associate – articolo 57 del regolamento
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PE650.700v02-00 Unita nella diversità
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PR_INI INDICE Pagina PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO.......................................3 MOTIVAZIONE.......................................................................................................................33 POSIZIONE DI MINORANZA ...............................................................................................36 PARERE DELLA COMMISSIONE PER L'AMBIENTE, LA SANITÀ PUBBLICA E LA SICUREZZA ALIMENTARE..................................................................................................37 PARERE DELLA COMMISSIONE PER IL COMMERCIO INTERNAZIONALE .............51 PARERE DELLA COMMISSIONE PER L'OCCUPAZIONE E GLI AFFARI SOCIALI ....58 PARERE DELLA COMMISSIONE PER IL MERCATO INTERNO E LA PROTEZIONE DEI CONSUMATORI..............................................................................................................69 PARERE DELLA COMMISSIONE PER LO SVILUPPO REGIONALE .............................77 LETTERA DELLA COMMISSIONE PER LA PESCA .........................................................83 PARERE DELLA COMMISSIONE GIURIDICA ..................................................................87 INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO ......................................................................................................................95 VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO...........................................................................................96
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO su una nuova strategia industriale per l'Europa (2020/2076(INI)) Il Parlamento europeo, –
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), in particolare gli articoli 9, 151 e 152, l'articolo 153, paragrafi 1 e 2, nonché l'articolo 173 che riguarda la politica industriale dell'UE e fa riferimento, tra l'altro, alla competitività dell'industria dell'Unione,
–
visti gli articoli 14, 27 e 30 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,
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visti il TFUE e il trattato sull'Unione europea (TUE), in particolare l'articolo 5, paragrafo 3, e il protocollo n. 2 sull'applicazione del principi di sussidiarietà e di proporzionalità;
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visto l'articolo 3, paragrafo 3, TUE che fa riferimento al mercato interno, allo sviluppo sostenibile e all'economia sociale di mercato,
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visto il pilastro europeo dei diritti sociali,
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viste le conclusioni dell'indice di digitalizzazione dell'economia e della società 2020, pubblicate l'11 giugno 2020,
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visto il documento della Commissione del 2 giugno 2020 relativo alla tabella di marcia della strategia farmaceutica – Un accesso tempestivo dei pazienti a medicinali a costi accessibili,
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vista la comunicazione della Commissione del 27 maggio 2020 dal titolo "Il momento dell'Europa: riparare i danni e preparare il futuro per la prossima generazione" (COM(2020)0456),
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vista la comunicazione della Commissione del 27 maggio 2020 dal titolo "Programma di lavoro adattato 2020 della Commissione" (COM(2020)0440),
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vista la comunicazione della Commissione del 19 febbraio 2020 dal titolo "Una strategia europea per i dati" (COM(2020)0066),
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visto il Libro bianco della Commissione del 19 febbraio 2020 dal titolo "Intelligenza artificiale – Un approccio europeo all'eccellenza e alla fiducia "(COM(2020)0065),
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vista la relazione sulle implicazioni dell'intelligenza artificiale, dell'Internet delle cose e della robotica in materia di sicurezza e di responsabilità (COM(2020)0064),
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vista la sua risoluzione del 15 maggio 2020 sul nuovo quadro finanziario pluriennale, le risorse proprie e il piano di ripresa1,
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viste le previsioni economiche europee della primavera 2020 pubblicate dalla Commissione,
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viste le conclusioni del Presidente del Consiglio europeo del 23 aprile 2020 a seguito della videoconferenza dei membri del Consiglio europeo,
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vista la sua risoluzione del 17 aprile 2020 sull'azione coordinata dell'UE per lottare contro la pandemia di COVID-19 e le sue conseguenze2,
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vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante, dell'8 aprile 2020. sulla risposta globale dell'UE alla pandemia di COVID-19 (JOIN(2020)0011),
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viste le conclusioni del Presidente del Consiglio europeo del 17 marzo 2020 a seguito della videoconferenza con i membri del Consiglio europeo sulla COVID-19,
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vista la comunicazione della Commissione del 13 marzo 2020 dal titolo "Risposta economica coordinata all'emergenza COVID-19" (COM(2020)0112),
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viste la comunicazione della Commissione dell'11 marzo 2020 dal titolo "Un nuovo piano d'azione per l'economia circolare – Per un'Europa più pulita e più competitiva" (COM(2020)0098), le conclusioni relative a una "Maggiore circolarità – Transizione verso una società sostenibile", adottate dal Consiglio nella sua 3716ª sessione tenutasi il 4 ottobre 2019 (12791/19) e la comunicazione della Commissione del 2 dicembre 2015 dal titolo "L'anello mancante – Piano d'azione dell'Unione europea per l'economia circolare" (COM(2015)0614),
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vista la comunicazione della Commissione del 10 marzo 2020 dal titolo "Una nuova strategia industriale per l'Europa" (COM(2020)0102),
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vista la comunicazione della Commissione del 10 marzo 2020 dal titolo "Una strategia per le PMI per un'Europa sostenibile e digitale" (COM(2020)0103),
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vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il quadro per il conseguimento della neutralità climatica e che modifica il regolamento (UE) 2018/1999 (Legge europea sul clima) presentata dalla Commissione il 4 marzo 2020 (COM(2020)0080),
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vista la comunicazione della Commissione del 19 febbraio 2020 dal titolo "Plasmare il futuro digitale dell'Europa" (COM(2020)0067),
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visto il programma di lavoro della Commissione 2020 dal titolo "Un'Unione più ambiziosa" (COM(2020)0037),
1 2
Testi approvati, P9_TA(2020)0124. Testi approvati, P9_TA(2020)0054.
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vista la sua risoluzione del 15 gennaio 2020 sul Green Deal europeo3,
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vista la comunicazione della Commissione del 14 gennaio 2020 sul piano di investimenti per un'Europa sostenibile (COM(2020)0021),
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vista la relazione della Commissione del 28 novembre 2019 dal titolo " Piano generale per una trasformazione competitiva delle industrie dell'UE ad alta intensità energetica così da conseguire un'economia circolare a impatto climatico zero entro il 2050" (relazione del gruppo ad alto livello sulle industrie ad alta intensità energetica),
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vista la sua risoluzione del 18 dicembre 2019 sull'equità fiscale in un'economia digitalizzata e globalizzata: BEPS 2.04,
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viste le conclusioni del Consiglio europeo del 12 dicembre 2019 (EUCO 29/19),
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vista la comunicazione della Commissione dell'11 dicembre 2019 sul Green Deal europeo (COM(2019)0640),
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viste le conclusioni del Consiglio europeo del 20 giugno 2019 su "Una nuova agenda strategica dell'UE per il periodo 2019-2024" (EUCO 9/19),
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viste le conclusioni relative a "Una nuova strategia di politica industriale dell'UE", adottate dal Consiglio nella sua 3655ª sessione del 29 novembre 2018 (14832/2018),
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vista la comunicazione della Commissione del 22 maggio 2018 dal titolo "Una nuova agenda europea per la cultura" (COM(2018)0267),
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vista la comunicazione della Commissione del 13 settembre 2017 dal titolo "Investire in un'industria intelligente, innovativa e sostenibile – Una nuova strategia di politica industriale dell'UE" (COM(2017)0479),
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vista la sua risoluzione del 5 luglio 2017 sulla creazione di un'ambiziosa strategia industriale per l'UE come priorità strategica per la crescita, l'occupazione e l'innovazione in Europa5,
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vista la sua risoluzione del 1° giugno 2017 sulla digitalizzazione dell'industria europea6,
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vista l'interrogazione con richiesta di risposta orale alla Commissione sulla creazione di un'ambiziosa strategia industriale per l'UE come priorità strategica per la crescita, l'occupazione e l'innovazione in Europa (O-000047/2017),
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vista la sua risoluzione del 19 gennaio 2016 sul tema "Verso un atto sul mercato unico digitale"7,
Testi approvati, P9_TA(2020)0005. Testi approvati, P9_TA(2019)0102. 5 GU C 334 del 19.9.2018, pag. 124. 6 GU C 307 del 30.8.2018, pag. 163. 7 GU C 11 del 12.1.2018, pag. 55. 3 4
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vista la comunicazione della Commissione del 19 aprile 2016 dal titolo "Digitalizzazione dell'industria europea – Cogliere appieno i vantaggi di un mercato unico digitale" (COM(2016)0180),
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visto l'accordo di Parigi, ratificato dal Parlamento europeo il 4 ottobre 2016,
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vista la sua risoluzione del 5 ottobre 2016 sulla necessità di una politica europea di reindustrializzazione alla luce dei recenti casi di Caterpillar e Alstom8,
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viste le conclusioni del Consiglio europeo del 15 dicembre 2016 e del 23 giugno 2017,
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vista la sua risoluzione del 13 dicembre 2016 su una politica coerente dell'UE per le industrie culturali e creative9,
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viste le conclusioni del Consiglio sull'agenda per la competitività industriale, sulla trasformazione digitale dell'industria europea e sul pacchetto finalizzato alla modernizzazione delle tecnologie e dei servizi pubblici nel mercato unico digitale,
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vista la comunicazione della Commissione del 14 ottobre 2015 dal titolo "Commercio per tutti – Verso una politica commerciale e di investimento più responsabile" (COM(2015)0497),
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vista la sua risoluzione del 15 gennaio 2014 sulla reindustrializzazione dell'Europa per promuovere la competitività e la sostenibilità10,
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vista la comunicazione della Commissione del 22 gennaio 2014 dal titolo "Per una rinascita industriale europea" (COM(2014)0014),
–
viste le conclusioni del Consiglio europeo del 22 maggio 2013 e del 22 marzo 2019 (EUCO 1/19),
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visto l'articolo 54 del suo regolamento,
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visti i pareri della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, della commissione per il commercio internazionale, della commissione per l'occupazione e gli affari sociali, della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, della commissione per lo sviluppo regionale e della commissione giuridica,
–
vista la lettera della commissione per la pesca,
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vista la relazione della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia (A9-0197/2020),
A.
considerando che l'Unione europea necessita di una nuova strategia industriale in linea con l'obiettivo della neutralità climatica entro e non oltre il 2050, che creerà le condizioni per una società innovativa, inclusiva, resiliente e digitalizzata e darà un importante contributo
GU C 215 del 19.6.2018, pag. 21. GU C 238 del 6.7.2018, pag. 28. 10 GU C 482 del 23.12.2016, pag. 89. 8 9
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alla competitività globale delle industrie europee; che tale strategia dovrebbe preservare elevati livelli di occupazione e posti di lavoro di qualità, senza lasciare indietro nessuno; che siffatta strategia deve garantire la duplice transizione verso una base industriale europea moderna, digitalizzata, che sfrutti appieno il potenziale delle energie rinnovabili, altamente efficiente sotto il profilo energetico ed efficiente sotto il profilo delle risorse, nonché climaticamente neutra; che la strategia dovrebbe altresì rafforzare la leadership mondiale europea e ridurre la dipendenza dell'Unione da altre parti del mondo nelle catene strategiche del valore attraverso la diversificazione e una loro maggiore sostenibilità, evitando la delocalizzazione delle industrie europee, preservando nel contempo l'apertura del mercato; B.
considerando che la pandemia di COVID-19 e le sue conseguenze hanno provocato una recessione economica senza precedenti in Europa, che rischia di esacerbare le disuguaglianze e le tensioni sociali nell'Unione, in particolare tra i cittadini più vulnerabili;
C.
considerando che la competitività industriale e la politica climatica si rafforzano reciprocamente e che un'industria innovativa e a impatto climatico zero creerà posti di lavoro a livello locale e garantirà la competitività dell'economia europea; che tale approccio andrebbe applicato a tutte le politiche inerenti alla transizione verde e digitale;
D.
considerando la necessità che l'Unione liberi le potenzialità imprenditoriali inutilizzate di particolari gruppi sociali tra i quali devono essere pienamente sviluppate, inclusi i giovani, i migranti, gli anziani e le donne; che la strategia industriale dell'Unione potrebbe offrire l'occasione di promuovere la cultura imprenditoriale delle categorie sottorappresentate o dei gruppi svantaggiati e permettere loro di contribuire pienamente alla transizione digitale e verde;
E.
considerando che tutti i settori dell'economia, in particolare le PMI, sono stati impattati dalla pandemia di COVID-19 e dalla recessione economica senza precedenti che essa ha provocato, e che alcuni settori hanno persino subito una completa battuta d'arresto; che in tale contesto non si potrà garantire una ripresa rapida e giusta in una situazione di status quo e che qualsiasi strategia industriale orientata al futuro dovrebbe affrontare in primo luogo la questione della ripresa industriale e della competitività mondiale a lungo termine, in particolare nei settori in espansione e in quelli più duramente colpiti dalle misure di confinamento imposte per la COVID-19;
F.
considerando che, a causa dei nuovi debiti contratti per superare la recessione economica, le imprese si ritroveranno probabilmente con una struttura finanziaria più fragile, il che comporterà un rallentamento della crescita e la carenza di capacità di investimento nel breve, medio e lungo periodo per il conseguimento della duplice transizione verso un'economia digitalizzata e climaticamente neutra;
G.
considerando che, in tali circostanze, l'Unione necessita di una strategia industriale articolata in due fasi distinte, vale a dire una incentrata sulla ripresa e l'altra sulla ricostruzione e la resilienza; che la ripresa economica dovrebbe basarsi su un deciso approccio sociale ed ecosostenibile e favorire la ricostruzione industriale verso la riuscita della trasformazione digitale e verde, con una manodopera qualificata che accompagna tali trasformazioni e garantisce una transizione equa e giusta;
H
considerando l'elevata interconnessione del settore industriale in Europa, la presenza di profonde interrelazioni tra gli Stati membri e l'esistenza di approcci diversi a imprese di
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dimensioni diverse; considerando che, di conseguenza, una politica europea coordinata che garantisca vantaggi per l'intera catena produttiva, dalle grandi imprese alle PMI, sarà maggiormente in grado di accrescere la competitività e la sostenibilità dell'Europa a livello mondiale; I.
considerando che l'Unione dovrebbe continuare a perseguire accordi commerciali ambiziosi a livello sia multilaterale sia bilaterale; che, prima della crisi della COVID19, l'industria europea, pur confermandosi il pilastro dell'economia dell'Unione e dando lavoro a circa 32 milioni di persone, si trovava già a un bivio e che il suo contributo al PIL dell'UE è sceso dal 23 % al 19 % nel corso dell'ultimo ventennio; che l'Unione si trova attualmente ad affrontare un'intensa concorrenza internazionale ed è spesso colpita da misure commerciali sempre più protezionistiche imposte da paesi terzi che non applicano elevate norme ambientali e sociali;
J.
considerando la necessità che la nuova strategia industriale europea garantisca la duplice transizione verso una base industriale europea competitiva e sostenibile; che tale trasformazione rappresenta l'occasione per l'Europa di ammodernare le sue basi industriali, mantenere e rimpatriare posti di lavoro e produzioni industriali chiave e sviluppare le competenze e le capacità che sono essenziali per lo sforzo globale di conseguire gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS);
K.
considerando la necessità che la strategia crei il quadro normativo necessario per consentire la duplice transizione, come pure le necessarie infrastrutture e risorse finanziarie, e che si concentri sul principio della "efficienza energetica al primo posto", sul risparmio di energia e di risorse, sulle tecnologie energetiche rinnovabili e a zero o basse emissioni di carbonio, sulla circolarità e sulla non tossicità;
L.
considerando che al di là della crisi della COVID-19, i cambiamenti climatici e il degrado ambientale si confermano tra le maggiori sfide che richiedono un approccio globale comune; che le emissioni industriali dell'UE contribuiscono alle emissioni totali di gas a effetto serra (GES) in Europa; che la decarbonizzazione dell'industria ad alta intensità energetica permane una delle maggiori sfide per il conseguimento della neutralità climatica entro e non oltre il 2050; che tutti i settori dovrebbero contribuire al conseguimento degli obiettivi climatici dell'Unione;
M.
considerando che la crisi della COVID-19 ha evidenziato il ruolo essenziale delle risorse digitali, tra cui la connettività e le reti, nonché delle competenze digitali, quali strumenti per consentire a lavoratori e imprese di adattare le modalità di svolgimento dei compiti e delle operazioni alla situazione di emergenza; che la resilienza dell'infrastruttura digitale e il miglioramento delle competenze digitali della forza lavoro sono ambiti prioritari in termini di stimolo alla competitività delle imprese europee, in particolare delle PMI;
N.
considerando che la nuova strategia industriale dell'Unione dovrebbe concentrarsi su una maggiore connettività, su livelli digitali potenziati, sull'Internet degli oggetti industriale (IIoT), sull'intelligenza artificiale, sulle tecnologie del registro distribuito, sul calcolo a elevate prestazioni e sul calcolo quantistico; che il settore digitale contribuirà anche al Green Deal europeo e alla transizione industriale verso la neutralità climatica, sia come fonte di soluzioni tecnologiche e di ottimizzazione dei processi industriali, sia
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migliorando l'efficienza energetica e le prestazioni dell'economia circolare dello stesso settore digitale; O.
considerando che, ai fini della sovranità e dell'autonomia strategica dell'Unione, occorrono una base industriale autonoma e competitiva e uno sforzo massiccio a favore della ricerca e dell'innovazione, onde sviluppare la leadership nelle tecnologie abilitanti fondamentali e soluzioni innovative, nonché garantire la competitività globale; che la strategia industriale dovrebbe prevedere un piano d'azione per rafforzare, accorciare, rendere più sostenibile e diversificare le catene di approvvigionamento dell'industria europea, al fine di ridurre la dipendenza eccessiva da pochi mercati e accrescerne la resilienza; che andrebbe altresì prevista una strategia di rimpatrio intelligente allo scopo di reinsediare le imprese in Europa, come pure per incrementare la produzione e gli investimenti e spostare la produzione industriale in settori di importanza strategica per l'Unione;
1.
ritiene che tutte le strategie dell'Unione debbano essere imperniate attorno al passaggio a una società resiliente sotto il profilo sociale, economico ed ambientale, a una leadership e un'autonomia strategiche nonché a un mercato unico ben funzionante; è pertanto del parere che sia necessario definire un quadro legislativo e politico pienamente funzionante e lungimirante, basato sulla comprensione delle dinamiche tra il piano per la ripresa, le nostre ambizioni climatiche e digitali e una strategia industriale efficace che razionalizzi i diversi approcci, traguardi e obiettivi; invita la Commissione a definire una strategia industriale globale riveduta che garantisca un quadro politico chiaro e certezza normativa e, tra l'altro: a)
crei le condizioni per una crescita a lungo termine, migliori la prosperità basata sull'innovazione e la competitività globale dell'Unione e consegua la neutralità climatica;
b)
mobiliti le risorse finanziarie adeguate, tra cui le misure di recupero;
c)
sostenga e gestisca la duplice transizione verde e digitale, preservando e creando posti di lavoro di qualità;
d)
concretizzi il Green Deal europeo;
e)
garantisca, renda più sostenibili, diversifichi e digitalizzi le catene strategiche del valore, anche promuovendo e sostenendo un commercio internazionale basato su regole;
f)
rafforzi lo spirito imprenditoriale, crei un contesto favorevole alle imprese, sostenga le PMI e incoraggi la creazione e la crescita delle imprese, tra cui le start-up;
g)
migliori la resilienza e l'autonomia strategiche dell'Unione, anche per quanto riguarda le materie prime, e rafforzi la leadership tecnologica;
h)
crei le condizioni per uno sviluppo equo e lo incoraggi in tutte le regioni dell'Unione, senza lasciare indietro nessuno;
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2.
chiede una strategia industriale inclusiva che coinvolga nel suo sviluppo e nella sua attuazione tutti gli ecosistemi industriali, PMI, regioni, comunità e lavoratori; è del parere che una forte strategia industriale possa contribuire a sanare potenziali fratture e permettere di sfruttare le possibilità create dalla duplice transizione; esprime la convinzione che la politica industriale debba basarsi su un solido pilastro sociale e affrontare tempestivamente le conseguenza sociali dei cambiamenti strutturali;
3.
ritiene indispensabile investire in mercati del lavoro attivi e offrire programmi di istruzione e formazione volti a soddisfare le necessità dell'economia; invita la Commissione a porre in essere una politica dell'Unione che faccia corrispondere il numero di posti di lavoro che potrebbero essere persi nelle industrie tradizionali, alla domanda di manodopera nelle industrie digitali e nelle industrie della trasformazione verde; incoraggia la Commissione e gli Stati membri, data l'improbabilità che questi nuovi posti di lavoro siano creati nelle stesse regioni che perderanno le industrie tradizionali o che siano svolti dagli stessi lavoratori, a facilitare il rilancio economico e sociale dei territori che rischiano lo spopolamento e l'impoverimento, prestando particolare attenzione alle disparità di genere;
4.
ritiene che la duplice transizione rappresenti l'occasione per le zone dominate dai combustibili fossili di progredire verso la prima linea dell'innovazione e un sistema produttivo compatibile con gli obiettivi della neutralità climatica; invita pertanto la Commissione a garantire che tale transizione promuova condizioni per la creazione di posti di lavoro eque e socialmente giuste, nello spirito di non lasciare indietro nessuno, parallelamente alla piena attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali, al miglioramento delle norme sociali, del tenore di vita e le buone condizioni di lavoro; sottolinea, a tale proposito, la necessità che ogni azione volta ad accelerare la duplice transizione sia accompagnata da corrispondenti politiche e azioni concrete volte ad affrontare gli effetti negativi sia sulle regioni che sugli individui più vulnerabili;
5.
insiste a tal fine sulla necessità di porre l'accento sulla coesione regionale e sociale e sull'anticipazione e la gestione delle ristrutturazioni, adattate alle caratteristiche e alle esigenze specifiche del mercato del lavoro locale, allo scopo di rilanciare l'economia delle regioni colpite, nonché di contrastare la disoccupazione e promuovere il ricorso agli investimenti pubblici, anche in settori essenziali particolarmente colpiti dalla pandemia, al fine di sostenere posti di lavoro di alta qualità nell'intera Unione; sottolinea l'importanza della partecipazione dei lavoratori alla gestione e alla governance delle imprese;
6.
insiste sull'individuazione di future insiemi di competenze e su maggiori investimenti nelle risorse umane, nell'istruzione, nella formazione mirata, nel miglioramento delle competenze e nell'apprendimento permanente, onde garantire agli individui e alle regioni prospettive e redditi futuri, nonché di fornire lavoratori qualificati alle imprese; rileva che un'industria competitiva dipende fortemente dall'assunzione e dalla capacità di mantenere personale qualificato con competenze fondamentali nel settore della sostenibilità e della trasformazione digitale delle imprese, e che tale aspetto andrebbe promosso con finanziamenti adeguati a titolo del programma Europa digitale e del programma per il mercato unico;
7.
invita la Commissione e gli Stati membri ad agire per rafforzare il coordinamento delle politiche di istruzione, con massicci investimenti pubblici in tutta Europa; esorta inoltre la Commissione a istituire un gruppo di esperti composto dalle parti interessate
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incaricato di prevedere futuri deficit e carenze di competenze industriali con l'ausilio dell'intelligenza artificiale e di risorse digitali, in particolare le capacità dei megadati; 8.
ritiene che la nuova strategia a lungo termine per il futuro industriale dell'Europa debba contribuire alla lotta contro il divario retributivo di genere ancora presente sul mercato del lavoro europeo e nella società europea; invita la Commissione a tenere in debita considerazione la dimensione di genere nell'attuazione della strategia industriale europea, sia durante la ripresa sia nelle fasi di ricostruzione e di trasformazione, anche utilizzando strumenti per il bilancio di genere nella definizione degli strumenti finanziari che sostengono la crescita industriale ed economica dell'Unione;
9.
sottolinea il ruolo fondamentale che può svolgere l'industria europea nell'impegno attivo a favore di ambiziosi obiettivi ambientali, sociali ed economici, anche nel settore dei diritti umani; ritiene che, affinché ciò avvenga, l'UE debba dotarsi di un quadro globale e obbligatorio di dovuta diligenza per le imprese, al fine di individuare, tracciare, prevenire e attenuare i rischi, gli effetti, gli abusi e i danni ambientali e sociali, nonché rispondere degli stessi, nelle sue attività interne e mondiali, e tra le varie catene di approvvigionamento, onde garantire norme minime e creare parità di condizioni;
10.
ritiene che l'Unione necessiti di una strategia industriale che contribuisca alla ripresa industriale dall'attuale crisi economica, attragga investimenti, faciliti l'accesso al capitale e stimoli un'effettiva concorrenza; ritiene pertanto che una strategia aggiornata dovrebbe tenere in considerazione due fasi principali e interconnesse: una prima fase mirata al consolidamento dei posti di lavoro, al ripristino della produzione e al suo adattamento alla "nuova normalità" post COVID-19, e una seconda fase mirata alla ricostruzione e alla trasformazione;
11.
invita, a tale proposito, la Commissione a rafforzare la pertinente legislazione esistente e futura in modo da dare la priorità alla transizione verde e a quella digitale, rafforzando nel contempo la competitività a lungo termine e la resilienza sociale ed economica in entrambe le fasi; invita inoltre la Commissione a stimolare la domanda interna e la crescita a lungo termine dell'Unione attraendo maggiori investimenti, sia pubblici che privati, nella ricerca e nell'innovazione, nello sviluppo delle nuove tecnologie sostenibili e digitali, comprese le industrie ad alta intensità di manodopera, in nuove reti e progetti infrastrutturali compatibili con gli obiettivi del Green Deal europeo, nell'efficienza energetica e delle risorse e nell'economia circolare;
12.
invita la Commissione a preparare una relazione completa in cui si valuti lo stato dell'economia dell'Unione e la fattibilità della realizzazione di una duplice transizione, tenendo conto delle opportunità per le industrie, comprese le PMI, di trarre vantaggio dalle sinergie e di ridurre al minimo i rischi che possono rappresentare le une per le altre, massimizzando i benefici; chiede alla Commissione, sulla base delle sue conclusioni, di adeguare la strategia pubblicata nel marzo 2020 alla situazione attuale e di affrontare entrambe le fasi, continuando a concentrarsi, nel contempo, su una transizione verde, digitale, equa e giusta che rafforzi la sovranità dell'Unione e la sua autonomia strategica;
13.
sottolinea che la strategia industriale dell'Unione deve perseguire obiettivi ben definiti e, nell'interesse della piena trasparenza, invita la Commissione a stabilire definizioni
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chiare, esplicite e concrete di "strategica", "autonomia", "autonomia strategica", "resilienza", "resilienza strategica" e altri concetti correlati, in modo da garantire che le azioni intraprese in riferimento a tali concetti siano specifiche e mirate alle priorità e agli obiettivi dell'UE; 14.
ritiene che gli strumenti assicurativi tradizionali non siano sufficienti a coprire le perdite derivanti dall'interruzione delle attività causata da una pandemia, e che occorra una soluzione ambiziosa a livello dell'UE per anticipare e gestire gli effetti negativi di una crisi pandemica o sistemica futura sulle persone, sulle imprese e sull'economia; invita la Commissione ad adoperarsi per la creazione di un quadro cui partecipino gli investitori istituzionali, gli Stati membri e l'UE, finalizzato a coprire le perdite derivanti dall'interruzione delle attività nell'eventualità di una pandemia futura;
15.
accoglie positivamente la proposta della Commissione di creare un nuovo strumento dell'Unione europea per la ripresa (Next Generation EU) per un valore di 750 miliardi di EUR; deplora i tagli ai programmi orientati al futuro proposti dal Consiglio europeo nel luglio 2020 per quanto riguarda sia il QFP 2021-2027, sia lo strumento dell'Unione europea per la ripresa, e chiede che la spesa a titolo del bilancio dell'UE per gli sforzi in materia di cambiamenti climatici sia aumentata ad almeno il 30 % del bilancio; ritiene che tali tagli comprometteranno le fondamenta di una ripresa sostenibile e resiliente per l'industria dell'Unione e avranno ripercussioni negative sul conseguimento degli obiettivi dell'Unione in materia di neutralità climatica per il 2050, nonché sulla giustizia sociale e sulla competitività globale; chiede pertanto un bilancio dell'UE a lungo termine ambizioso e più forte per il periodo 2021-2027, che non sia al di sotto del livello proposto della Commissione; sottolinea, a tale proposito, la posizione del Parlamento sulla riforma del sistema delle risorse proprie dell'UE, inclusa l'introduzione di nuove risorse che siano meglio allineate con le principali priorità politiche dell'UE e incentivino i progressi in tale ambito;
16.
accoglie positivamente le misure intraprese dall'Unione per affrontare la crisi della COVID-19, l'iniezione di liquidità da parte della BCE, l'aumento del capitale della BEI per le PMI e l'iniziativa SURE per aiutare gli Stati membri a finanziare i regimi di riduzione dell'orario lavorativo, mantenere l'occupazione e tutelare i lavoratori; si compiace, inoltre, degli eccezionali mezzi finanziari previsti dal quadro per le misure di aiuto di Stato a sostegno delle imprese altrimenti solvibili e dei lavoratori per contrastare le ripercussioni economiche della pandemia; invita tuttavia la Commissione a garantire che gli aiuti forniti nella fase di emergenza siano giustificati dalle conseguenze della pandemia e non causino una mancanza di effettiva concorrenza nel mercato unico, nonché a provvedere affinché nessun settore strategico sia trascurato; attende inoltre con interesse una tempestiva revisione delle norme dell'Unione in materia di aiuti di Stato al fine di offrire agli Stati membri la flessibilità necessaria per un sostegno mirato alla decarbonizzazione industriale e alla digitalizzazione, con particolare riferimento agli orientamenti in materia di aiuti di Stato per la tutela dell'ambiente e l'energia; sottolinea, a tale proposito, che qualsiasi revisione delle norme in materia di aiuti di Stato dovrebbe basarsi su una valutazione d'impatto sulla competitività dell'industria europea, tenere conto delle possibili distorsioni a livello globale ed essere pienamente coerente con gli obiettivi dell'UE in materia di neutralità climatica e ambiente per il 2050, come concordato nella legislazione dell'UE sul clima;
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sottolinea che gli aiuti di Stato dovrebbero essere concessi soltanto alle imprese che devono far fronte all'impatto economico immediato della COVID-19 e che il rilassamento delle norme in materia di aiuti di Stato dovrebbe essere temporaneo; invita, a tale proposito, la Commissione a proporre un regime specifico di aiuti di Stato volto a sostenere i settori più colpiti dagli effetti negativi delle misure di emergenza COVID19, quali i settori automobilistico, turistico, aereo, siderurgico e metallurgico; invita la Commissione a stabilire requisiti minimi comuni per le imprese che ricevono assistenza finanziaria, al fine di evitare che i diversi criteri nazionali diano luogo a ulteriori discrepanze; sottolinea che gli aiuti pubblici ricevuti dovrebbero salvaguardare i posti di lavoro ed essere utilizzati per allineare le attività delle imprese interessate agli obiettivi dell'Unione in materia di neutralità climatica e ambiente;
18.
sottolinea che è importante, nel contesto dell'assistenza emergenziale, fornire sostegno alle imprese che rispettano i contratti collettivi applicabili e che non sono registrate nei paradisi fiscali;
19.
sottolinea altresì che tutti gli aiuti di Stato assegnati nel quadro della politica industriale o di qualsiasi altra politica dovrebbero rispettare il comune principio di equilibrio, in modo da garantire parità di condizioni ed evitare all'interno dell'UE qualsiasi tipo di dumping fiscale e di distorsione della concorrenza;
20.
invita la Commissione a definire un approccio chiaro, coerente e accessibile alla definizione del mercato nelle cause in materia di concorrenza nei diversi settori industriali; sottolinea inoltre la necessità di garantire in misura sufficiente la velocità, la trasparenza e la proporzionalità del quadro amministrativo e procedurale relativo ai procedimenti dell'UE in materia di concorrenza e, in particolare, per quanto riguarda il controllo dell'Unione sulle fusioni;
21.
incoraggia la Commissione a prevedere un sistema di comunicazione riguardante le modalità con cui il protezionismo estero influisce sull'industria dell'UE, come pure una valutazione periodica della competitività dei diversi settori industriali dell'Unione rispetto ai suoi principali competitori a livello globale, e ad agire rapidamente ove fossero necessari adeguamenti delle norme dell'Unione;
22.
invita la Commissione, alla luce di un contesto economico globale profondamente mutato, a rivedere le norme antitrust dell'Unione, cercando di trovare un equilibrio tra la necessità di far fronte alla concorrenza su scala globale e la protezione della catena di approvvigionamento e dei consumatori dalle potenziali conseguenze negative di un mercato interno più concentrato;
23.
ritiene che i regimi economici predisposti dai singoli Stati membri per aiutare le PMI, le start-up e le imprese a far fronte alla crisi di liquidità a breve termine siano utili, ma potrebbero aumentare, in alcuni casi, i loro livelli di debito; invita, in tale contesto, la Commissione a sostenere i programmi nazionali e dell'UE volti a incentivare l'aumento di capitale e ad agevolare la ripresa;
24.
invita la Commissione a ripristinare e rinnovare lo spirito dello Small Business Act, mediante iniziative volte a sostenere specialmente le micro imprese e le piccole imprese, poiché le misure improntate a una soluzione universale, valida per tutti, spesso non sono adeguate alle micro imprese e alle PMI; ritiene che le PMI traggano il
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massimo beneficio da misure di sostegno ad hoc che evitano ostacoli burocratici e assicurano che la liquidità necessaria raggiunga le imprese mediante strumenti efficaci e accessibili e procedure rapide, agili e favorevoli alle PMI; sottolinea che molte PMI non disporranno della liquidità necessaria per investire in una trasformazione digitale sostenibile; 25.
sottolinea che i programmi di finanziamento dell'UE hanno un impatto sull'aumento del livello di crescita a lungo termine delle imprese beneficiarie, ma sottolinea altresì che le imprese, in particolare le PMI, incontrano notevoli difficoltà nell'accedere ai finanziamenti dell'UE; chiede pertanto alla Commissione di seguire anche la strada già sperimentata per il cofinanziamento di regimi nazionali di credito d'imposta provvisori, in modo da promuovere gli investimenti nelle tecnologie digitali e ambientali;
26.
ribadisce l'importanza di misure di sostegno ad hoc rivolte alle PMI mediante un solido sostegno finanziario nel prossimo QFP; incoraggia la Commissione a prendere in considerazione la creazione di un programma di buoni per le PMI che sostenga i loro sforzi, fra cui quelli volti a modernizzare le attrezzature obsolete, migliorare il trasferimento di conoscenze e identificare gli usi più efficaci delle tecnologie, come ad esempio l'intelligenza artificiale industriale, e riqualificare la forza lavoro mediante le competenze immediatamente necessarie per consentire il controllo remoto delle attività, il monitoraggio della produzione e la collaborazione tra i dipendenti, come anche modelli aziendali sostenibili dal punto di vista ambientale, approcci improntati all'economia circolare, l'efficienza energetica e delle risorse, settori in cui il know-how digitale è spesso fondamentale e consente alle PMI di rimanere competitive;
27.
si rammarica del fatto che continui a esistere un divario significativo tra le grandi imprese e le PMI per quanto riguarda l'integrazione delle tecnologie digitali nelle loro attività, come pure un divario tra le imprese pioniere dell'innovazione e quelle che presentano un ritardo in tale settore; sottolinea la necessità di aumentare le opportunità per le PMI con riferimento alla loro capacità di assorbire tecnologie innovative e di ridurre gli squilibri digitali in termini di infrastrutture nelle città più piccole e nelle zone rurali e remote; invita, a tale proposito, la Commissione a sostenere ulteriormente i poli europei dell'innovazione digitale, i quali, grazie alla conoscenza degli ecosistemi locali, rappresentano un modo potenzialmente efficace per ridurre il divario digitale;
28.
ritiene che le imprese dell'economia sociale dovrebbero essere pienamente coinvolte nell'esito della strategia industriale poiché creano un valore pubblico e contribuiscono inoltre allo sviluppo delle comunità locali in cui sono radicate; invita, a tale proposito, la Commissione a tenere conto delle specificità di questa categoria di imprese nella progettazione degli strumenti finanziari e dei programmi di lavoro, in modo da favorire il loro accesso ai finanziamenti;
29.
sottolinea che vi sono attributi specifici che rendono la transizione economicamente sostenibile verso un'economia climaticamente neutra e pienamente digitale particolarmente adatta alle misure di ripresa intese a stimolare rapidamente la domanda dei consumatori e l'occupazione; sottolinea che, in base ai dati disponibili, i progetti verdi e digitali creano più posti di lavoro, producono rendimenti superiori a breve termine per ogni euro speso e comportano maggiori risparmi, in termini di costi a lungo termine, rispetto ai tradizionali stimoli fiscali, poiché il loro effetto si amplifica
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rapidamente in quanto la tecnologia è prontamente disponibile (ad esempio le energie rinnovabili), tendono a coinvolgere le PMI e a stimolare le economie locali con effetti importanti sull'occupazione, aumentando rapidamente il reddito disponibile dei consumatori (ad esempio l'efficienza energetica) e sono meno esposti agli shock esterni e sono quindi destinati a contribuire a una ripresa sociale ed economica più resiliente; 30.
osserva che, al fine di contribuire a individuare gli investimenti con un elevato impatto ambientale e sociale positivo, la tassonomia dell'UE, ove disponibile, definisce il quadro al fine di stabilire in che misura un investimento è ecosostenibile e garantire che non vengano arrecati danni significativi agli obiettivi ambientali e sociali;
31.
ritiene che l'Unione necessiti di una strategia industriale innovativa che acceleri la digitalizzazione delle nostre industrie e delle nostre PMI, comprese quelle tradizionali, aumenti la capacità industriale dell'Unione nelle infrastrutture e nelle capacità digitali critiche e rafforzi il mercato unico digitale e dei dati; è del parere che l'Unione debba sostenere le imprese nell'automazione e nella digitalizzazione del loro know-how e della loro formazione e negli investimenti nelle apparecchiature digitali (hardware e software), prestando una particolare attenzione a incoraggiare la partecipazione delle donne al processo di digitalizzazione e alla modernizzazione e al miglioramento dei sistemi di formazione e qualificazione; sottolinea l'importanza del programma Europa digitale e di accelerare l'adozione di tecnologie abilitanti ed emergenti nelle industrie; incoraggia la creazione di poli dell'innovazione digitale in tutta l'UE;
32.
invita la Commissione e gli Stati membri a investire, tra l'altro, nell'economia dei dati, nell'intelligenza artificiale antropocentrica, nella produzione intelligente, nell'Internet degli oggetti, nella mobilità, nel supercalcolo, nell'ingegneria e nella tecnologia software, nel cloud, nella tecnologia quantistica, in reti 5G e 6G ad alta velocità resilienti, sicure e a prezzi accessibili, nelle tecnologie di registro distribuito, nella robotica, nelle batterie e nell'Internet via satellite; invita pertanto gli Stati membri e la Commissione, a tal riguardo, a garantire una tempestiva attuazione delle pertinenti misure chiave raccomandate nel pacchetto di strumenti per il 5G in materia di cibersicurezza e in particolar modo ad applicare, se del caso, le pertinenti restrizioni ai fornitori ad alto rischio per gli asset chiave definiti critici e sensibili nelle valutazioni dei rischi coordinate a livello dell'UE;
33.
sottolinea il ruolo fondamentale del settore digitale nel contribuire alla trasformazione del settore industriale, sia come fonte di soluzioni tecnologiche pulite, sia attraverso l'ottimizzazione dei processi industriali e la minimizzazione del relativo impatto ambientale; chiede alla Commissione, alla luce dell'elevato consumo di energia e di risorse connesse alle TIC, di valutare il potenziale impatto ambientale dello sviluppo massiccio di soluzioni digitali, assicurando nel contempo la leadership europea nelle tecnologie digitali e nei centri dati ad alta efficienza energetica e circolari; invita la Commissione a proporre opportunità concrete per soluzioni digitali che contribuiscano alla transizione ecologica e a istituire una metodologia per il monitoraggio e la quantificazione del crescente impatto ambientale delle tecnologie digitali;
34.
sottolinea che i dati svolgono un ruolo fondamentale nella trasformazione delle industrie europee ed evidenzia l'importanza della crescita manifatturiera intelligente e della digitalizzazione; invita la Commissione ad attuare un ambiente unico europeo digitale e
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dei dati e a garantire e promuovere l'interoperabilità, nonché l'accesso e il flusso di dati e software sicuri all'interno dell'Unione e tra i vari settori, nelle imprese di qualsiasi dimensione e tra le istituzioni pubbliche; invita inoltre la Commissione ad assicurare la leadership europea nella definizione di norme orientate al futuro e nella creazione di strumenti e infrastrutture orientati al futuro per l'archiviazione e il trattamento dei dati e la condivisione dei dati europei in settori chiave, con spazi di dati interoperabili e comuni a livello dell'Unione; invita la Commissione, a tale riguardo, a concentrarsi in particolare sui progetti finalizzati alla gestione e all'etichettatura dei dati, alla standardizzazione del formato dei dati e alla sicurezza dei dati, a sviluppare e trattare i dati sul territorio europeo, in particolare i dati provenienti da enti pubblici, a creare un sistema fiscale digitale migliore in cui i profitti siano tassati e in cui le imprese abbiano un'interazione significativa con gli utenti, e a portare avanti l'elaborazione di norme e certificazioni europee in materia di cibersicurezza, garantendo in tal modo una maggiore competitività, promuovendo tecnologie rivoluzionarie, in particolare per le infrastrutture critiche, anche rivedendo la direttiva sulla sicurezza delle reti e dei sistemi informativi (direttiva NIS) e istituendo una rete dei centri di competenza sulla cibersicurezza; invita inoltre la Commissione a garantire una piattaforma equa per le relazioni commerciali che consenta alle imprese dell'UE, in particolare alle PMI, di utilizzare efficacemente i dati generati sulle piattaforme; 35.
riconosce l'importanza di un approccio europeo all'economia dei dati che sia trasparente, attendibile, interoperabile e antropocentrico; invita la Commissione e gli Stati membri a ridurre progressivamente la frammentazione delle diverse strategie nazionali e ad affrontare gli squilibri nel potere di mercato, al fine di sostenere il flusso dei dati, l'interoperabilità, la gestione dei dati, la protezione e il (ri)utilizzo dei dati in tutta l'Unione;
36.
sottolinea la necessità di un quadro giuridico europeo in materia di intelligenza artificiale, robotica e tecnologie connesse che affronti i principi etici e i diritti fondamentali nel loro sviluppo e utilizzo e nella loro diffusione, come pure le questioni inerenti alla sicurezza e alla responsabilità; sottolinea che l'innovazione e la competitività dell'industria dell'Europa richiederanno un quadro orizzontale che rispecchi i valori e i principi dell'Unione, al fine di fornire orientamenti concreti e certezza giuridica ai cittadini e alle imprese, comprese quelle situate al di fuori dell'Unione;
37.
è del parere che qualsiasi azione legislativa nel contesto di una revisione del quadro attualmente applicabile in materia di diritti di proprietà intellettuale debba essere attentamente esaminata poiché potrebbe avere un impatto significativo sull'economia dei dati dell'UE, tuttora fragile e in via di sviluppo; ritiene che non debba esistere alcun diritto di proprietà basato sulla proprietà intellettuale per i dati non personali utilizzati e prodotti da tecnologie come l'intelligenza artificiale;
38.
invita la Commissione a includere nel piano di ripresa misure concrete per attrarre le industrie in Europa, aumentare, rafforzare e promuovere la rilocalizzazione e la diversificazione delle industrie europee in funzione della loro importanza strategica e, dal punto di vista della neutralità climatica, abbreviare e diversificare le catene di approvvigionamento; sottolinea, in tale contesto, l'importanza di garantire che l'Unione produca una quantità sufficiente di beni strategici, come ad esempio le apparecchiature
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mediche e sanitarie o le energie rinnovabili, per essere autosufficiente in tempi di crisi e incoraggia il ricorso a incentivi a tal fine, come l'obbligo di acquistare una percentuale più elevata di produzione locale (UE/SEE) dai settori che beneficiano di aiuti di Stato temporanei; 39.
riconosce il rischio che la crisi della COVID-19 porti a un aumento del nazionalismo e del protezionismo economici, ponendo una sfida importante per il libero scambio basato su regole e le catene globali del valore a causa di un ritorno alla nazionalizzazione della produzione e della rottura di tali catene; invita, a tal fine, le parti interessate a diversificare e ad abbreviare le rispettive catene di approvvigionamento e a renderle più sostenibili al fine di ridurre la vulnerabilità;
40.
invita, a tale proposito, la Commissione a sostenere un sistema commerciale multilaterale aperto e disciplinato da regole, che sia coerente con gli sforzi globali volti ad arrestare i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità e con le rigorose norme ambientali e sociali dell'UE, che migliori l'accesso ai mercati internazionali per le imprese dell'UE e impedisca agli attori internazionali forti di abusare del loro potere di mercato; è del parere che, in tale contesto, l'Unione dovrebbe ricorrere, ove necessario, alla politica di concorrenza nei confronti delle imprese di paesi terzi, servirsi in modo più assertivo di misure di difesa commerciale in modo da affrontare sistematicamente le pratiche sleali di dumping e di concessione di sovvenzioni e rafforzare l'attuale regime di difesa commerciale;
41.
invita la Commissione a proporre immediatamente un divieto temporaneo delle acquisizioni estere di imprese europee in settori strategici da parte di imprese statali o collegate a governi di paesi terzi; invita inoltre la Commissione a riflettere sulla reciprocità nell'accesso al mercato, a rafforzare e monitorare sistematicamente il quadro di controllo dell'Unione per gli investimenti esteri diretti al fine di proteggere l'accesso alle industrie strategiche, alle infrastrutture, alle tecnologie abilitanti fondamentali e a qualsiasi altra attività di sicurezza e cibersicurezza, nonché a bloccare le acquisizioni "ostili" al fine di salvaguardare la competitività e ridurre le distorsioni del mercato nel mercato unico; accoglie favorevolmente, a tale riguardo, il Libro bianco relativo all'introduzione di condizioni eque di concorrenza per quanto riguarda le sovvenzioni estere; chiede un sostanziale rafforzamento e una rapida adozione del regolamento (UE) n. 654/2014 (il regolamento di esecuzione); sottolinea che si tratta di uno strumento importante per tutelare gli interessi dell'Unione in situazioni in cui paesi terzi adottino misure illegali che hanno effetti negativi sulle imprese dell'UE;
42.
invita il Consiglio a continuare a far avanzare i negoziati sugli strumenti per gli appalti internazionali, che assicurano la reciprocità e norme reciproche; invita la Commissione a proporre strumenti giuridici adeguati per affrontare le distorsioni causate nel mercato unico, comprese le procedure di appalto pubblico; invita la Commissione, in tale contesto, a considerare la possibilità di dare la priorità alle imprese che hanno e mantengono la loro sede, la loro produzione e l'occupazione all'interno dell'Unione; chiede alla Commissione, in assenza di uno strumento forte che regoli gli appalti internazionali e di norme globali efficaci in materia di accesso agli appalti pubblici, di valutare l'introduzione di misure a sostegno delle imprese manifatturiere europee, in particolare le PMI, chiamate a far fronte a un livello sempre maggiore di concorrenza da parte di paesi emergenti che non rispettano le norme commerciali internazionali
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comuni, né le norme in ambito sociale e ambientale; 43.
ritiene che un approccio globale alla strategia industriale che comprenda tutte le politiche dell'UE possa svolgere un ruolo importante nella diplomazia economica e "industriale"; incoraggia la Commissione a utilizzare attivamente la rete delle camere di commercio dell'UE nei paesi terzi per creare nuovi partenariati commerciali;
44.
accoglie positivamente l'ambizione di creare mercati guida nel campo delle tecnologie digitali e sostenibili dal punto di vista ambientale, e delle soluzioni innovative; considera che il finanziamento della ricerca e dell'innovazione sia essenziale per capacità digitali e progetti industriali innovativi, e ritiene che ciò dovrebbe andare di pari passo con l'attuale analisi da parte della Commissione delle linee guida per "importanti progetti di comune interesse europeo" (IPCEI); è del parere che la resilienza e l'autonomia strategica dovrebbero essere considerate criteri di definizione e che gli IPCEI dovrebbero rispettare la neutralità climatica e gli obiettivi digitali dell'Unione; invita la Commissione ad aumentare la trasparenza nell'attuazione degli IPCEI e a garantire la partecipazione delle PMI; invita inoltre la Commissione ad accelerare l'emergere di leader europei e/o di ecosistemi in settori industriali strategici che siano in grado di competere su scala globale, i quali contribuiranno a realizzare un'economia neutrale dal punto di vista climatico e una leadership digitale senza creare distorsioni di concorrenza nell'Unione e senza erodere la fiducia per quanto riguarda l'apertura del mercato e l'accesso ad esso;
45.
invita la Commissione a continuare il lavoro sulle catene del valore assicurando un seguito adeguato alle azioni proposte per le sei catene del valore strategiche individuate dal Forum strategico per importanti progetti di comune interesse europeo, e a creare condizioni di applicazione trasparenti per progetti comuni IPCEI che siano uniformi in tutti gli Stati membri, al fine di garantire che essi vadano a beneficio dell'Unione nel suo complesso; invita altresì la Commissione, nel contesto dell'attuale crisi, a investire in progetti che presentino un chiaro valore aggiunto europeo nonché a semplificare le procedure amministrative, ad ampliare i criteri per l'ammissibilità dei costi e ad aumentare i finanziamenti;
46.
ritiene che l'iniziativa "Next Generation EU" costituisca il pilastro della prima fase della ripresa industriale dell'UE dalla COVID-19; invita la Commissione a garantire che il fondo sia attuato rapidamente e chiede che il Parlamento sia pienamente coinvolto nel processo decisionale e di attuazione onde assicurare la responsabilità democratica e massimizzare la trasparenza e il controllo parlamentare; chiede inoltre che, per un efficace frontloading dei 750 miliardi di EUR, "Next Generation EU": a)
preveda obiettivi per investimenti sociali, sostenibili e digitali, al fine di minimizzare gli impatti negativi e massimizzare i benefici nella dimensione climatica, ambientale e sociale;
b)
rivolga un'attenzione specifica alle PMI, che sono state le più colpite dalla crisi COVID-19, e sostenga il loro accesso ai finanziamenti;
c)
sia direttamente gestita, ove possibile, dalla Commissione in stretta cooperazione con gli Stati membri e attraverso programmi europei, al fine di procedere in modo più coordinato, così da incidere più efficacemente sul mercato globale e
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massimizzare la trasparenza e il controllo parlamentare, nonché evitare distorsioni e perturbazioni interne ed esterne del mercato unico; d)
tenga conto delle specificità degli Stati membri, che sono stati colpiti dalla crisi in modi diversi;
e)
ripartisca gli aiuti finanziari tra i diversi ecosistemi industriali, comprese le microimprese e le PMI, in funzione dei danni subiti, dell'impatto sociale, delle difficoltà incontrate e dell'importo del sostegno finanziario nazionale già ricevuto a titolo di regimi di aiuto nazionali, tenendo conto delle interdipendenze strutturali tra le diverse catene del valore; tenga conto degli insegnamenti tratti dalle precedenti misure di sostegno pubblico per rispondere alla crisi economica e finanziaria del 2008-2009 e del suo impatto sulla resilienza e sulla ripresa economica e sociale a lungo termine; tenga conto altresì del fatto che il fondo deve essere subordinato a criteri che garantiscano che i finanziamenti non siano utilizzati per pagare vecchi debiti o sostenere tecnologie obsolete, e che le imprese che contribuiscono alla crescita a lungo termine siano sostenute e abbiano un forte potenziale di rilancio dell'economia; tenga conto infine del fatto che la spesa per la ripresa dovrebbe essere convogliata anche verso settori con un potente effetto moltiplicatore e rispettosi del clima e dell'innovazione, che contribuiranno alla futura resilienza economica dell'UE;
f)
sostenga i regimi fiscali nazionali che incentivano gli investimenti azionari del settore privato e consentono alle imprese di convertire in capitale proprio parte dei prestiti concessi dal fondo;
g)
assegni finanziamenti dedicati alle imprese, in particolare le PMI, le microimprese e le start-up, che hanno piani aziendali e operazioni che coinvolgono innovazioni, tecnologie e servizi chiave, tra cui l'avanzamento della trasformazione digitale e verde, o le cui operazioni sono necessarie per l'autonomia strategica dell'Unione in settori critici, con particolare riferimento a un rafforzamento della circolarità, all'efficienza e ai risparmi sotto il profilo energetico e delle risorse, e al passaggio alle energie rinnovabili; contribuisca a rendere le nostre catene di approvvigionamento più resilienti e meno dipendenti, riorganizzandole, diversificandole e rafforzandole, ed evitando al tempo stesso la discriminazione nei confronti delle imprese che attraversano un'emergenza e che hanno bisogno di essere accompagnate nella loro transizione;
h)
destini finanziamenti alle grandi aziende che hanno piani credibili per la transizione verso un modello di business neutro dal punto di vista climatico;
i)
rafforzi il programma di garanzie della BEI e lo renda complementare ai programmi nazionali, cosicché possa funzionare come una preziosa aggiunta e potenzi il loro impatto sul terreno;
j)
dia la preferenza alle aziende che si impegnano a garantire la trasparenza e la visibilità dei finanziamenti dell'UE, a mettere in atto sistemi che incoraggiano la partecipazione dei lavoratori alle questioni aziendali e a rispettare i loro obblighi di rendicontazione non finanziaria;
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evidenzia la necessità di dare supporto a una ripresa sostenibile ed equa, a garanzia del benessere dei cittadini al di là della crisi COVID-19; è del parere che il fondo dovrebbe promuovere la sostenibilità e la competitività delle industrie europee, oltre a garantire transizioni industriali, digitali e verdi, eque e giuste;
48.
ritiene che, parallelamente alla crisi attuale, l'Unione dovrebbe preparare e anticipare una seconda fase della sua strategia industriale, garantendo la competitività, la sostenibilità ambientale e la digitalizzazione delle sue industrie e portando a una resilienza di lungo termine su una base socialmente responsabile; ricorda che il ruolo degli Stati membri sarà fondamentale per il successo di una ripresa che faccia leva sulle limitate risorse dell'UE e che la politica industriale dovrebbe diventare un compito orizzontale per la Commissione;
49.
ritiene che l'Unione abbia bisogno di una strategia industriale che abbracci la protezione della salute ambientale e della biodiversità, e insiste sulla necessità di accelerare la trasformazione della nostra industria in modo neutrale dal punto di vista climatico; sottolinea che gli investimenti devono essere compatibili con gli obiettivi di neutralità climatica per il 2050, poiché altrimenti si corre il rischio di creare attivi non recuperabili ed effetti "lock-in" in tecnologie basate sui combustibili fossili e dannose per l'ambiente;
50.
sottolinea che una strategia industriale europea veramente efficace e la relativa politica devono essere costruite su un'azione e obiettivi ambiziosi in materia di clima sulla base della legge sul clima, fornendo una tabella di marcia per plasmare l'industria del futuro con tutti i settori che contribuiscono a raggiungere l'obiettivo della neutralità climatica il più presto possibile e al più tardi entro il 2050;
51.
mette in risalto la necessità di allineare la nuova strategia industriale con l'obiettivo di un'economia climaticamente neutra entro il 2050, sottolineando nel contempo che le politiche climatiche dell'Europa devono basarsi su dati concreti;
52.
sottolinea che esiste un potenziale significativo nei mercati nazionali e globali per le tecnologie a zero e a basse emissioni, le energie rinnovabili e i prodotti, i processi e i servizi sostenibili, lungo l'intera catena del valore, dalle materie prime alle industrie ad alta intensità energetica, all'industria manifatturiera e al settore dei servizi industriali; ritiene, inoltre, che la legge sul clima possa contribuire fortemente a razionalizzare gli sforzi in vista del raggiungimento della neutralità climatica al più tardi entro il 2050, stabilendo gli obiettivi climatici per il 2030 e il 2050 nella legislazione dell'Unione; ritiene che occorra anche un quadro strategico più olistico e sistematico, al fine di garantire la coerenza fra tutte le politiche dell'Unione, nonché la certezza e la prevedibilità normativa a lungo termine per gli investitori, e un approccio di governance coerente, prevedibile e inclusivo in tutti i settori di politica, che apra la strada a una strategia chiara e prevedibile per le industrie europee;
53.
valuta positivamente il proposto Forum industriale: invita la Commissione a procedere con la sua istituzione e ad avviare in tale contesto un dialogo con una rappresentanza equilibrata di tutti gli esperti scientifici, le organizzazioni e i portatori di interessi pertinenti, compresi la società civile, le organizzazioni dei consumatori e i sindacati, per monitorare costantemente i progressi compiuti dai singoli settori industriali a livello
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dell'UE in direzione degli obiettivi di neutralità climatica da raggiungere al più tardi entro il 2050, e riferire regolarmente al riguardo, nonché per consigliare la Commissione sul contributo e sulla coerenza degli investimenti rispetto agli obiettivi ambientali e climatici dell'UE, in linea con il regolamento sulla governance dell'Unione dell'energia; 54.
ritiene che tutti i settori dovrebbero contribuire al conseguimento degli obiettivi climatici dell'Unione e, a tale riguardo, sottolinea l'importanza che riveste per la Commissione lo sviluppo di strategie settoriali che stabiliscano le azioni necessarie per raggiungere detti obiettivi e garantiscano la coerenza strategica; esorta a eliminare in modo rapido i combustibili fossili e sottolinea la necessità di istituire un sistema energetico altamente efficiente e neutro dal punto di vista climatico, a prezzi globalmente competitivi per le industrie; mette in evidenza il ruolo che l'energia e le materie prime pulite, sostenibili e accessibili svolgono nella transizione verso economie altamente efficienti dal punto di vista energetico e a impatto climatico zero; sottolinea la necessità di garantire che l'uso di fonti energetiche come il gas naturale sia soltanto temporaneo, considerato l'obiettivo di conseguire la neutralità climatica al più tardi entro il 2050; sottolinea inoltre che l'ulteriore integrazione del mercato dell'energia dell'UE svolgerà un ruolo importante nel migliorare l'accessibilità economica e la sicurezza dell'approvvigionamento energetico; sottolinea altresì, a questo proposito, la necessità di accelerare lo sviluppo e l'integrazione delle capacità rinnovabili nel mix energetico e di facilitare la diffusione della produzione di idrogeno basata sulle rinnovabili, quale potenziale tecnologia innovativa per i settori "difficili da abbattere"; accoglie con favore l'avvio di un'alleanza per l'idrogeno pulito e di un'alleanza per le industrie a basse emissioni di carbonio; sottolinea la necessità di accelerare la ricerca sulla produzione su larga scala di idrogeno e combustibile verde, su tecnologie di decarbonizzazione come le infrastrutture per la cattura e lo stoccaggio del carbonio nei processi industriali, gli impianti di bioenergia e le strutture di produzione, in vista della transizione energetica, esplorando anche il potenziale utilizzo di fonti di energia geotermiche; ribadisce che ciò richiede la disponibilità su larga scala di energia pulita e accessibile, e di infrastrutture di supporto, in linea con le esigenze di decarbonizzazione delle industrie ad alta intensità energetica;
55.
invita le istituzioni dell'UE, gli Stati membri, le regioni, l'industria e tutti gli altri attori pertinenti a collaborare per migliorare l'efficienza energetica europea, a creare mercati guida per le tecnologie e le innovazioni per il clima nell'Unione, e a dare priorità agli investimenti nelle infrastrutture energetiche; invita la Commissione a garantire che si faccia un migliore uso della BEI in quanto "Banca per il clima" dell'Unione al fine di aumentare i finanziamenti sostenibili ai settori pubblico e privato, e assistere le imprese nel processo di decarbonizzazione;
56.
sottolinea che la diffusione su vasta scala di capacità di energia rinnovabile competitive in termini di costi è necessaria in tutti i settori dell'economia; riconosce che l'Unione detiene il 40 % dei brevetti in materia di energie rinnovabili a livello mondiale e sottolinea che dovrebbe rimanere leader per quanto riguarda le tecnologie rinnovabili innovative; sottolinea a tale proposito che la necessità di sviluppare una politica industriale solida per le energie rinnovabili, che comprenda politiche sul piano sia dell'offerta che della domanda e consenta l'integrazione del settore delle energie rinnovabili, è fondamentale per assicurare la sicurezza dell'approvvigionamento
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energetico a lungo termine in Europa, la leadership tecnologica e l'autonomia strategica; esorta la Commissione a riconoscere le tecnologie delle energie rinnovabili come catena di valore strategica fondamentale e come ecosistema industriale ammissibile al finanziamento a titolo del dispositivo per gli investimenti strategici nonché adeguatamente rappresentato nel prossimo Forum industriale; sottolinea la necessità di preparare misure di sostegno per lo sviluppo delle tecnologie delle energie rinnovabili in Europa e di garantire condizioni di parità per i produttori dell'Unione e per quelli extraunionali; 57.
mette in evidenza il fatto che, per essere competitiva, l'industria europea deve essere sostenuta da una rete di infrastrutture di trasporto, digitali ed energetiche efficienti, sostenibili e completamente interconnesse; chiede una politica di investimenti di lungo termine per attrezzare le infrastrutture e ristrutturarle, nonché per ridurre gli ostacoli amministrativi che impediscono il rapido sviluppo delle reti transeuropee; chiede maggiori finanziamenti a favore del meccanismo per collegare l'Europa nei suoi tre settori, al fine di incentivare gli investimenti nelle infrastrutture, nelle interconnessioni, nella digitalizzazione e nelle reti intelligenti, compatibili con gli obiettivi del Green Deal europeo; sottolinea inoltre la necessità di accelerare i progetti di interesse comune (PCI) e di rivedere quanto prima il regolamento sulle reti transeuropee dell'energia (RTE-E);
58.
evidenzia il potenziale dell'economia circolare e a inquinamento zero nella modernizzazione dell'economia dell'Unione, nella riduzione del suo consumo di energia e di risorse, nella prioritarizzazione della prevenzione dei rifiuti, nell'incentivazione dell'innovazione e nella trasformazione di interi settori industriali e delle loro catene del valore, dei prodotti, dei processi produttivi e dei modelli di business, favorendo così la dematerializzazione e la detossificazione dell'economia dell'Unione e rendendo l'Europa meno dipendente dalle materie prime, incentivando al contempo l'innovazione, compresa la creazione di mercati per soluzioni a zero o a basse emissioni di carbonio e rinnovabili che sostituiscano i prodotti e i materiali a base di combustibili fossili, e lo sviluppo di nuove tecnologie e soluzioni eco-progettate per prevenire l'impatto ambientale; evidenzia le forti sinergie tra l'azione per il clima e l'economia circolare, in particolare nei settori ad alta intensità di energia e di risorse e delle ristrutturazioni, e sottolinea che i settori hanno percorsi di decarbonizzazione e punti di partenza diversi; sottolinea altresì il potenziale della bioeconomia circolare e della filiera legno nella promozione di un'industria competitiva e sostenibile;
59.
ricorda che la politica climatica ed energetica europea richiederà elevati volumi di metalli e minerali per le sue tecnologie strategiche; esprime preoccupazione dinanzi al fatto che l'Europa è fortemente dipendente da altre zone del mondo per il suo approvvigionamento di molti di questi metalli e minerali, e che sta gradualmente perdendo la sua quota globale anche per quanto riguarda materiali per i quali dispone effettivamente di una capacità industriale; sottolinea che l'autonomia dell'Europa nei settori strategici non può essere conseguita senza un ecosistema dell'UE competitivo e sostenibile per materiali di base, preziosi ed essenziali provenienti da fonti primarie e secondarie; evidenzia, a tale proposito, l'importanza del piano d'azione per l'economia circolare, ma sottolinea che l'Europa deve rafforzare la propria capacità in tutte le fasi della catena del valore delle materie prime, segnatamente l'estrazione, il riciclaggio e la fusione, la raffinazione e la trasformazione; è del parere che l'ambito del piano d'azione
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per le materie prime essenziali e dell'alleanza non dovrebbe essere limitato alle materie prime essenziali e dovrebbe mirare allo sviluppo di un ecosistema integrato per l'intera gamma di materiali, metalli e minerali necessari ai fini della transizione industriale; 60.
invita la Commissione a elaborare una strategia europea in materia di esportazione e importazione per le tecnologie rinnovabili e ad alta efficienza sotto il profilo energetico e delle risorse;
61.
sottolinea il potenziale dell'accoppiamento settoriale e dell'interconnessione dei settori che consumano energia, come l'edilizia e i trasporti, e accoglie con favore, a questo proposito, la comunicazione della Commissione sull'integrazione dei sistemi energetici;
62.
chiede un flusso di finanziamenti sostanziale per il rinnovo energetico degli edifici al fine di favorire la prevista iniziativa "ondata di ristrutturazioni" attraverso i mezzi finanziari necessari a titolo del piano per la ripresa; sottolinea che, nel contesto della proposta a venire sull'"ondata di ristrutturazioni" e dell'obbligo degli Stati membri di definire strategie di lungo termine per realizzare un parco edilizio ad alta efficienza energetica e decarbonizzato, dovrebbe essere data piena priorità al principio "l'efficienza energetica al primo posto", che dovrebbe così accelerare profonde ristrutturazioni e la sostituzione dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento inefficienti basati sui combustibili fossili; sottolinea inoltre che i programmi integrati di ristrutturazione profonda che coprono interi comuni o distretti possono essere realizzati a un costo inferiore e più velocemente, a vantaggio dei consumatori e riducendo i costi energetici;
63.
rileva che il riscaldamento e il raffreddamento di processi rimangono tra gli usi più significativi dell'energia nel settore industriale; sottolinea pertanto che, per accelerare lo sforzo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra nell'industria, è necessario sfruttare appieno il potenziale di efficienza energetica del riscaldamento e del raffreddamento industriale, con un maggiore utilizzo delle rinnovabili basato sull'elettrificazione, pompe di calore, un migliore utilizzo dei poli industriali e delle simbiosi, che offrono un potenziale di riduzione significativo in molti settori;
64.
evidenzia il potenziale della mobilità verde ai fini della creazione di nuovi posti di lavoro, della promozione dell'industria europea e del sostegno agli investimenti volti a espandere le infrastrutture di trasporto sostenibili che consentirebbero di ottenere un effetto moltiplicatore attraverso l'invio di ordini indirizzati a un ampio spettro di entità – appaltatori, subappaltatori, fornitori e loro subappaltatori – e di ridurre le emissioni generate dal settore dei trasporti; sottolinea la necessità di accelerare l'attuazione della European Battery Alliance, al fine di sbloccare il potenziale della sua catena del valore strategica, aumentare le possibilità di batterie innovative prodotte a livello locale e il riciclaggio dei metalli in Europa, creare valore aggiunto dell'Unione, contribuendo alla competitività dell'industria automobilistica unionale, e agevolare la transizione verso un sistema elettrico decarbonizzato; chiede maggiori investimenti nei treni ad alta velocità e nella ristrutturazione delle reti ferroviarie interurbane, nonché in un trasporto pubblico a emissioni zero e a basse emissioni; sottolinea la necessità di promuovere la mobilità verde investendo in infrastrutture migliori, come stazioni di ricarica più diffuse; è del parere che una maggiore densità di stazioni di ricarica consentirà al mercato dei veicoli elettrici di espandersi in maniera significativa e più rapida, con un effetto positivo sulla
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nostra impronta ambientale e di carbonio; invita pertanto la Commissione a presentare una strategia su vasta scala per l'introduzione di infrastrutture di ricarica rapida dei veicoli elettrici, al fine di garantire l'utilizzo di tale tipologia di veicoli da parte dei consumatori, offrendo loro certezza per quanto riguarda il potenziale della tecnologia e l'accesso a una fitta rete di infrastrutture di ricarica compatibili, e di sostenere la produzione automobilistica su base europea; 65.
ritiene che, per il successo della transizione energetica, l'Europa avrà bisogno di una quantità significativa di energia rinnovabile a zero o basse emissioni di carbonio e a costi accessibili, anche proveniente da paesi terzi, e che utilizzi infrastrutture di supporto; chiede iniziative strategiche all'interno dell'UE e che la politica energetica diventi un punto focale della politica estera e di vicinato dell'Unione, compreso il sostegno finanziario alle alleanze per l'idrogeno e l'energia verde basate sulle rinnovabili; è del parere che tali alleanze dovrebbero rientrare anche negli accordi commerciali; sottolinea l'importanza di alleanze forti per affrontare la scarsità e l'approvvigionamento sostenibile di risorse e materie prime;
66.
ricorda il piano generale 2019 dell'UE per una trasformazione competitiva delle industrie ad alta intensità energetica, che gestisce la transizione mantenendo, nel contempo, la competitività delle industrie europee competitive, e invita la Commissione ad attuare la sua raccomandazione volta a contribuire a spostare le importazioni dai paesi terzi che non rispettano in misura sufficiente le norme ambientali e a incitare i partner commerciali globali dell'UE a mostrarsi più ambiziosi in materia di clima;
67.
chiede una revisione del sistema di scambio di quote di emissione dell'UE (ETS), in linea con gli obiettivi climatici, nonché un meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera al fine di contribuire a una rilocalizzazione intelligente dei lavori manifatturieri e a catene del valore più brevi; pone in evidenza il ruolo potenzialmente importante di un meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera nell'evitare la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio;
68.
sottolinea che più di metà del PIL mondiale dipende dalla natura e dai servizi che essa fornisce, e che vari settori dipendono fortemente dalla natura; osserva che oltre il 90 % della perdita di biodiversità e dello stress idrico sono ascrivibili alle attività di estrazione e trasformazione delle risorse; evidenzia che la politica industriale europea dovrebbe essere in linea con gli obiettivi della strategia sulla biodiversità per il 2030;
69.
sottolinea che, sulla base dell'approccio "One Health", la preservazione degli ecosistemi è fondamentale per assicurare il soddisfacimento delle necessità di base degli esseri umani, come ad esempio acqua potabile, aria pulita e terreni fertili; chiede la rapida elaborazione di solidi indicatori atti a valutare gli impatti sulla biodiversità e garantire la progressiva riduzione dell'inquinamento, come delineato nella strategia dell'UE sulla biodiversità;
70.
sottolinea che l'industria contribuisce ancora notevolmente all'inquinamento dell'ambiente attraverso l'emissione di sostanze inquinanti nell'aria, nell'acqua e nel suolo; mette in risalto il ruolo svolto dalla direttiva sulle emissioni industriali nella definizione di obblighi di riduzione al minimo delle emissioni di sostanze inquinanti per i grandi impianti; attende con impazienza il futuro piano d'azione per l'inquinamento
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zero di aria, acqua e suolo, e la revisione della direttiva sulle emissioni industriali, che dovrebbero portare a una riduzione significativa dell'inquinamento industriale; 71.
sottolinea l'importanza della dimensione regionale della politica industriale, poiché le disparità economiche tra le regioni persistono e rischiano di accentuarsi per effetto della crisi del coronavirus; sottolinea che, al fine di prevenire o mitigare il declino delle regioni, i piani di riconversione regionale devono progredire su strategie di trasformazione sostenibile e combinare programmi di rivitalizzazione economica con programmi attivi per il mercato del lavoro; invita la Commissione a collaborare strettamente con gli Stati membri al fine di elaborare previsioni a medio e lungo termine riguardanti le competenze richieste dal mercato del lavoro;
72.
evidenzia, in questo contesto, l'importanza dei Fondi strutturali e d'investimento europei (fondi SIE) nel sostenere la creazione di posti di lavoro di qualità con salari dignitosi, la competitività delle imprese, lo sviluppo economico sostenibile e la modernizzazione e il miglioramento dei sistemi di istruzione e formazione e dei sistemi sanitari;
73.
sottolinea la necessità di sostenere una transizione equa, inclusiva e giusta e la necessità di affrontare le disuguaglianze sociali ed economiche al di là della riqualificazione e della creazione di nuovi posti di lavoro in nuovi settori economici, in modo da garantire che nessuno sia lasciato indietro e che nessun lavoratore sia escluso dal mercato del lavoro; ritiene che un meccanismo per una transizione giusta ben concepito, comprensivo di un fondo per una transizione giusta, costituisca un importante strumento per facilitare la duplice transizione e conseguire ambiziosi obiettivi di neutralità climatica; ribadisce che, per garantire una transizione più inclusiva e far fronte al suo impatto sociale, tutti i soggetti interessati a livello locale, compresi i rappresentanti della società civile e delle comunità, dovrebbero essere coinvolti nella fase di preparazione e attuazione dei piani per una transizione giusta; sottolinea che gli investimenti nelle tecnologie sostenibili svolgono un ruolo fondamentale a tale riguardo sostenendo lo sviluppo economico a lungo termine delle economie regionali; evidenzia che un solido finanziamento del meccanismo per una transizione giusta, attraverso ingenti risorse finanziarie addizionali, sarebbe un elemento chiave per una riuscita attuazione del Green Deal europeo;
74.
ritiene che la cooperazione interregionale volta a realizzare le trasformazioni sostenibili e digitali, come nell'ambito delle strategie di specializzazione intelligente, debba essere rafforzata allo scopo di stimolare gli ecosistemi regionali; invita pertanto la Commissione a sostenere lo sviluppo di strumenti in grado di fornire una tabella di marcia chiara per le regioni, corredata di un approccio su misura per garantire la leadership industriale;
75.
ritiene che la trasformazione industriale richieda un significativo stimolo agli sforzi in termini di ricerca e sviluppo e l'integrazione di nuove conoscenze e innovazioni nei mercati esistenti e il loro utilizzo per la creazione di nuovi mercati; sottolinea che l'innovazione è uno dei motori dei principali ecosistemi industriali e che ciò dovrebbe riflettersi in un sostegno rafforzato a favore della capacità di innovazione e imprenditorialità in ciascuna fase del ciclo dell'innovazione; sottolinea la necessità di aumentare la spesa per la ricerca, in particolare la ricerca pubblica di alta qualità, lo sviluppo e l'innovazione quali elementi fondamentali per conseguire le doppie
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transizioni, migliorare l'autonomia strategica e aumentare la competitività a lungo termine; invita, a tale proposito, gli Stati membri a rispettare il loro impegno a investire il 3 % del loro PIL in ricerca e sviluppo, al fine di mantenere il ruolo guida dell'Unione tra i concorrenti globali; si rammarica per l'attuale mancanza di capacità innovativa nelle PMI a causa di una carenza del capitale di rischio necessario, dei costi e della complessità delle procedure amministrative, di una penuria di competenze adeguate e della mancanza di accesso alle informazioni; 76.
sottolinea la necessità di aumentare il bilancio per i programmi a sostegno della trasformazione industriale dell'Unione e ricorda pertanto la posizione del Parlamento a favore di un aumento del bilancio di Orizzonte Europa a 120 miliardi di EUR e di garantire la coerenza del programma con gli obiettivi dell'Unione in materia di neutralità climatica, nonché del sostegno a InvestEU e Europa digitale mediante adeguati strumenti di finanziamento per lo sviluppo del mercato di tecnologie e innovazioni all'avanguardia, promuovendo anche sinergie tra fonti finanziarie regionali, nazionali, europee e private; chiede un sostegno efficace per il Consiglio europeo per l'innovazione (CEI) e l'Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT) e per il rafforzamento delle loro missioni; insiste sul fatto che una quota sostanziale dei fondi disponibili per le PMI nell'ambito di Orizzonte Europa dovrebbe essere attuata attraverso il CEI e le parti collaborative del programma, al fine di creare nuove soluzioni e promuovere l'innovazione, sia incrementale che dirompente; sostiene la creazione di partenariati europei nell'ambito di Orizzonte Europa per stimolare gli investimenti del settore privato per promuovere il trasferimento di conoscenze, tecnologie e innovazione dai centri di ricerca e dalle università al processo industriale, sfruttando il regime degli ecosistemi industriali e al fine di sostenere la ripresa e la transizione verde e digitale; invita inoltre la Commissione a garantire che tali partenariati siano trasparenti e inclusivi durante tutto il processo di attuazione, in particolare per quanto riguarda la loro agenda di ricerca strategica e i loro programmi di lavoro annuali; sottolinea inoltre che dovrebbero escludere tutti i conflitti di interesse e garantire un reale valore aggiunto per la società;
77.
ritiene altresì, a tale proposito, che una società meglio preparata e più resiliente sia essenziale per gestire eventi dirompenti di portata europea o mondiale e fornire risposte strategiche complete e che investimenti coordinati nella ricerca e sviluppo siano essenziali a tale riguardo; invita a tal fine la Commissione a sostenere la creazione di uno strumento dedicato per la preparazione alle pandemie e sulla resilienza sociale, che dovrebbe creare le condizioni per un migliore coordinamento a livello dell'UE, individuare i settori prioritari e adottare misure che richiedono attività di ricerca medica di elevata qualità e investimenti coordinati nella ricerca e nell'innovazione;
78.
sottolinea l'importanza del fatto che l'industria farmaceutica sia basata sulla ricerca, alla luce del suo contributo essenziale per tutelare la qualità della produzione e l'approvvigionamento di farmaci accessibili, in modo da raggiungere tutti i pazienti in stato di bisogno, onde rafforzare l'innovazione, la resilienza, l'accessibilità e la reattività dell'Unione e contribuire ad affrontare le sfide future; ribadisce la necessità di mettere in atto un piano di riduzione del rischio di carenza di medicinali al fine di gestire eventuali vulnerabilità e rischi per la catena di approvvigionamento di medicinali essenziali, garantire l'innovazione futura per far fronte alle esigenze che non sono ancora state soddisfatte e sostenere la resilienza, la reattività e la prontezza dei sistemi sanitari ad
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affrontare le sfide future, comprese le pandemie; 79.
sottolinea il ruolo delle tecnologie abilitanti fondamentali nella creazione di capacità tecnologiche e innovative in tutta l'Unione; invita la Commissione ad adeguare Orizzonte Europa e la sua strategia industriale allo sviluppo, all'espansione e alla commercializzazione di tecnologie e innovazioni pionieristiche nell'Unione, al fine di colmare il divario tra innovazione e diffusione di mercato, mettendo a disposizione capitale di rischio per le tecnologie e i progetti di dimostrazione nelle fasi iniziali e sviluppando catene del valore in una fase precoce per sostenere in primo luogo tecnologie, prodotti, processi, servizi e modelli commerciali su scala industriale, utilizzabili sul mercato, a zero e a basse emissioni, rinnovabili, efficienti sotto il profilo energetico e delle risorse e circolari, e sostenere altresì lo sviluppo delle infrastrutture di ricerca, anche al fine di ridurre i divari esistenti tra gli Stati membri; incoraggia la Commissione e gli Stati membri a sviluppare sportelli unici con informazioni semplificate sulle possibilità di finanziamento per i progetti dimostrativi industriali per le tecnologie innovative;
80.
invita la Commissione a prendere in esame misure volte a contrastare la potenziale perdita di conoscenze e innovazione durante la crisi attuale, anche attraverso strumenti intesi a sostenere le imprese che condividono temporaneamente i lavoratori nel settore della conoscenza con enti pubblici di ricerca e università, in modo da consentire attività di ricerca pubblico-privato su priorità pubbliche e preservare l'occupazione e la capacità di innovazione in tempo di crisi;
81.
invita la Commissione a elaborare insieme agli Stati membri potenziali incentivi fiscali volti a stimolare gli investimenti in R&S, che sono fortemente diminuiti a causa della crisi della COVID-19;
82.
invita la Commissione a continuare a sostenere la capacità delle imprese europee a innovare sulla base di un regime globale di proprietà intellettuale (PI), rafforzando la flessibilità nella concessione delle licenze, al fine di mantenere una protezione efficace dei loro investimenti in R&S, assicurare rendimenti equi e, nel contempo, continuare a sviluppare norme tecnologiche aperte in grado di incentivare la concorrenza e la scelta nonché la partecipazione dell'industria dell'UE allo sviluppo di tecnologie chiave;
83.
riconosce che un quadro solido ed equilibrato in materia di diritti di proprietà intellettuale è un fattore essenziale per sostenere la competitività europea, nell'ottica di contrastare lo spionaggio industriale e la contraffazione, e invita pertanto la Commissione a preservare e rafforzare tale quadro; sottolinea la necessità di garantire incentivi pari a quelli presenti negli Stati Uniti e in Cina per quanto riguarda la proprietà intellettuale nel settore delle scienze biologiche, affinché l'Europa rimanga una realtà interessante per gli investimenti nel settore della R&S e per lo sviluppo industriale; invita la Commissione a sviluppare e mantenere un regime europeo di proprietà intellettuale di prim'ordine a livello mondiale, promuovendo una solida tutela della proprietà intellettuale, incentivi e meccanismi di ricompensa per la R&S, in modo da attrarre investimenti a favore dello sviluppo di future innovazioni a beneficio della società; accoglie con favore l'annuncio di un piano d'azione sulla proprietà intellettuale che potrebbe agevolare un contributo europeo allo sviluppo delle norme; sostiene la produzione e l'occupazione sostenibili e il miglioramento dell'attrattività e della
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reputazione delle produzioni di alta qualità dell'UE nel mondo; invita la Commissione a incoraggiare il trasferimento di tecnologie ambientali e climatiche fondamentali verso i paesi in via di sviluppo concedendo licenze aperte per tali tecnologie; 84.
invita la Commissione ad attuare il prima possibile il brevetto unitario europeo, previsto dall'accordo su un tribunale unificato dei brevetti del 19 febbraio 2013;
85.
sottolinea l'importanza di una governance globale completa ed efficace per la trasformazione industriale che garantisca la coerenza con le pertinenti normative e strategie dell'UE, in particolare gli obiettivi del Green Deal europeo, che è un fattore essenziale per il suo successo; accoglie positivamente l'identificazione di 14 ecosistemi da parte della Commissione e l'approccio inclusivo che coinvolge tutti gli attori che operano nella catena del valore, al fine di promuovere la leadership europea nei settori strategici e la competitività sulla scena mondiale; sottolinea la necessità di garantire che le PMI prosperino all'interno di ciascun ecosistema; ricorda la necessità di garantire la trasparenza negli ecosistemi industriali identificati, in particolare per quanto riguarda i criteri da soddisfare per essere considerati parte di un ecosistema, la ripartizione esatta per tipo di attore in ciascun ecosistema identificato e le informazioni sugli esiti e i temi discussi, ricordando altresì il ruolo del forum industriale e delle alleanze riguardo a tali ecosistemi; sottolinea che la società civile, le organizzazioni dei consumatori e i sindacati dovrebbero avere un'adeguata partecipazione alla definizione delle strategie e priorità industriali generali e settoriali; ricorda che gli ecosistemi dovrebbero includere tutti gli anelli delle catene del valore, comprese le PMI, e sottolinea che le PMI svolgono un ruolo essenziale nella creazione di alleanze industriali e nelle relative catene produttive; mette in risalto la necessità di strumenti finanziari adeguati per le alleanze;
86.
è del parere che gli ecosistemi saranno componenti fondamentali della prossima rivoluzione industriale, incentivando una produzione avanzata e intelligente e fornendo un'energia pulita, sostenibile, sicura e a costi accessibili, nonché le infrastrutture energetiche necessarie e metodi di produzione e di fornitura di servizi trasformativi; chiede un'analisi degli ecosistemi per valutare le necessità di ciascun settore nell'ottica della rispettiva transizione e per contribuire alla definizione di un piano per la transizione; ritiene inoltre che sarà fondamentale sostenere la collaborazione tra l'industria, il mondo accademico, le PMI, le start-up e le scale-up, i sindacati, la società civile, le organizzazioni degli utenti finali e tutti gli altri soggetti interessati per colmare le lacune del mercato e colmare il divario tra un'idea e la sua realizzazione, garantendo nel contempo la protezione dei lavoratori, anche in settori non ancora coperti da interessi industriali ma con un elevato valore aggiunto per la società; chiede una governance di tali ecosistemi che integri tutti i soggetti interessati pertinenti dei settori industriali che sono essenziali per conseguire la transizione verde e digitale; ritiene che gli ecosistemi dovrebbero svolgere un ruolo nella definizione di soluzioni e misure da adottare al fine di attuare la strategia industriale europea e di incentivare catene del valore europee robuste che sono essenziali per la duplice transizione verde e digitale;
87.
sottolinea che gli investimenti nelle catene del valore fondamentali svolgeranno un ruolo cruciale nella preservazione della futura autonomia strategica dell'UE; ritiene che sia necessario dare la priorità agli investimenti nei settori industriali che sono di vitale importanza per la nostra autonomia strategica, quali la sicurezza, la difesa, le tecnologie
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pertinenti per il clima, la sovranità alimentare e la salute; ribadisce in particolare l'importanza dell'industria farmaceutica nel garantire le innovazioni future per rispondere alle esigenze rimanenti che non sono ancora state soddisfatte e incentivare la resilienza, la reattività e la prontezza dei sistemi sanitari ad affrontare le sfide future, comprese eventuali pandemie; 88.
sottolinea l'importanza dell'industria delle energie rinnovabili quale settore strategico al fine di rafforzare il vantaggio competitivo dell'UE, conseguire una resilienza a lungo termine e garantire la sicurezza energetica, rafforzando nel contempo la forza industriale; sottolinea inoltre il contributo del settore delle energie rinnovabili alla creazione di nuovi posti di lavoro locali e di opportunità commerciali, in particolare per le PMI, e alla promozione della produzione di apparecchiature, nonché alla riduzione dei costi energetici e al miglioramento della competitività in termini di costi;
89.
sottolinea che il settore automobilistico è stato ampiamente colpito dalla crisi della COVID-19, costringendo le società e i lavoratori ad adeguarsi rapidamente ai cambiamenti nell'approvvigionamento e ai nuovi requisiti sanitari e di sicurezza, oltre al processo di trasformazione già in atto nel settore prima della pandemia; ritiene che la transizione verso una mobilità intelligente e più pulita sia essenziale man mano che si procede verso un'economia climaticamente neutra, digitale e più resiliente e che essa debba essere considerata anche come un'opportunità per generare crescita verde e posti di lavoro puliti, sulla base del vantaggio competitivo a livello mondiale dell'industria europea nelle tecnologie dei veicoli; invita la Commissione a fissare priorità relative alla ricerca e all'innovazione, alla digitalizzazione e al sostegno alle start-up, alle microimprese e alle piccole e medie imprese, anche nel settore automobilistico;
90.
sottolinea che anche il settore del turismo è stato fortemente colpito dalla crisi della COVID-19 e invita la Commissione a stabilire priorità relative al sostegno e alla promozione della ripresa del settore, tenendo conto del suo contributo al PIL dell'UE e alla competitività dell'Unione; invita la Commissione a promuovere la cooperazione tra gli Stati membri e le regioni per creare possibilità di nuovi investimenti e ulteriori innovazioni, al fine di conseguire un ecosistema europeo del turismo sostenibile, innovativo e resiliente, che tuteli i diritti dei lavoratori e dei consumatori;
91.
sottolinea il potenziale dei settori culturali e creativi nel promuovere l'innovazione, nel favorire il cambiamento in altri settori e nello stimolare l'invenzione e il progresso; osserva che i settori economici innovativi dipendono sempre di più dalla creatività per mantenere il loro vantaggio competitivo; rileva inoltre che con l'emergere di modelli aziendali man mano più complessi, creativi e interconnessi, i settori culturali e creativi stanno diventando in misura maggiore una componente crescente di quasi ogni prodotto e servizio; ritiene pertanto che l'Europa debba basarsi sulle proprie risorse creative e culturali e invita la Commissione e gli Stati membri a prestare sufficiente attenzione ai settori culturali e creativi nello sviluppo di un quadro di politica industriale globale, coerente e a lungo termine, che comprenda l'accesso ai finanziamenti e ai programmi di finanziamento;
92.
sottolinea l'importanza della politica spaziale dell'Unione, in particolare per migliorare le capacità spaziali industriali europee e sbloccare il potenziale delle sinergie con altri settori e politiche fondamentali, in particolare per sviluppare tecnologie all'avanguardia
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e accompagnare la trasformazione industriale; 93.
prende atto del contribuito dell'industria chimica a numerose catene del valore strategiche e alla produzione di tecnologie e soluzioni circolari, neutre in termini di emissioni di carbonio ed efficienti nell'uso delle risorse; chiede l'adozione di una politica sostenibile in materia di sostanze chimiche, in linea con la strategia industriale;
94.
invita l'Agenzia europea dell'ambiente a elaborare, in collaborazione con l'Agenzia europea per le sostanze chimiche, una relazione sulle sostanze chimiche nell'ambiente in Europa; ritiene che la presente relazione debba valutare la natura sistemica delle sostanze chimiche pericolose nei sistemi europei di produzione e consumo, il loro utilizzo nei prodotti e la loro presenza nell'ambiente in Europa e i danni arrecati alla salute umana e agli ecosistemi;
95.
mette in risalto la centralità di un settore farmaceutico e dei dispositivi medici ben funzionante e competitivo per assicurare ai pazienti dell'UE un accesso sostenibile ai farmaci e garantire loro un elevato livello di assistenza sanitaria; ritiene che la Commissione dovrebbe agevolare il dialogo con gli Stati membri e tutte le parti interessate creando un forum farmaceutico, sotto la supervisione dell'Agenzia europea per i medicinali, onde consentire una discussione globale sulle questioni relative, tra l'altro, alla sostenibilità farmaceutica e all'introduzione di nuove tecnologie nei sistemi sanitari; sottolinea che tale forum dovrebbe tenere conto dei diversi approcci nazionali alla determinazione dei prezzi e ai rimborsi nonché agli investimenti e all'organizzazione dell'assistenza sanitaria;
96.
ritiene che gli appalti pubblici siano un motore cruciale della trasformazione industriale; invita la Commissione a studiare come utilizzare appieno l'effetto leva della spesa e degli investimenti pubblici per conseguire obiettivi strategici, anche rafforzando la sostenibilità e mettendo gli appalti pubblici al centro del piano di ripresa economica dell'Unione, dando priorità e promuovendo la domanda di beni e servizi ecoinnovativi, efficienti in termini di costi e sostenibili, nonché consentendo la rilocalizzazione di settori strategici chiave, quali i prodotti attinenti alla sanità, l'agricoltura e le tecnologie rinnovabili, e promuovendo catene di approvvigionamento più sostenibili e più brevi; invita la Commissione e le autorità pubbliche ad analizzare le condizioni per imporre criteri ambientali, sociali ed etici in materia di sostenibilità negli appalti pubblici, come considerare l'impronta di carbonio, il contenuto riciclabile e le condizioni di lavoro durante tutto il suo ciclo di vita, nonché a sensibilizzare e utilizzare meglio i sistemi esistenti per promuovere i servizi verdi; insiste sul fatto che le PMI dovrebbero avere un'equa opportunità di partecipare agli appalti pubblici; invita le amministrazioni aggiudicatrici a utilizzare sistematicamente un approccio basato sul miglior rapporto qualità/prezzo durante la vita dei prodotti e dei servizi; le incoraggia a far valere la disposizione (articolo 85 della direttiva sui servizi pubblici) che consente loro di respingere le offerte in cui la percentuale di prodotti originari di paesi terzi supera il 50 % del valore totale dei prodotti che compongono l'offerta;
97.
riconosce il contributo apportato dalla standardizzazione al mercato unico europeo e all'aumento del benessere economico, sociale e ambientale, nonché al miglioramento della salute e alla sicurezza dei consumatori e dei lavoratori; sottolinea la necessità di elaborare, valutare e utilizzare norme armonizzate che sostengano le industrie che
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fabbricano prodotti con modalità efficienti, sicure, circolari, sostenibili e ripetibili e che garantiscono un'alta qualità; 98.
invita la Commissione ad adottare un solido sistema di indicatori chiave di prestazione (ICP) per analizzare ex ante l'impatto dei regolamenti e degli strumenti dell'Unione e gli eventuali investimenti necessari, e per monitorare i progressi e i risultati, tenendo conto della dimensione delle PMI; sottolinea che il sistema degli ICP dovrebbe basarsi su obiettivi specifici, misurabili, conseguibili, pertinenti e orientati sotto il profilo temporale;
99.
invita la Commissione a rafforzare la sua prassi di valutazione d'impatto e ad assicurare che, prima di presentare nuove proposte legislative o di adottare nuove misure, sia eseguita una valutazione d'impatto dettagliata dei potenziali costi di conformità, dell'impatto sull'occupazione e degli oneri e dei potenziali benefici per i cittadini, i settori e le imprese europee, incluse le PMI; ritiene che la valutazione della normativa e delle misure dell'Unione dovrebbe concentrarsi maggiormente sull'attuazione negli Stati membri e dovrebbe analizzare cosa accade quando la normativa dell'Unione è attuata e interpretata in una maniera che crea ostacoli normativi non necessari e inattesi per le PMI e le imprese di maggiori dimensioni; invita la Commissione a sostenere la coerenza normativa e a riconoscere l'impulso a "legiferare con intelligenza" inteso a ridurre gli oneri burocratici senza mettere a repentaglio l'efficacia della legislazione o abbassare gli standard sociali e ambientali, in particolare quando l'industria tradizionale deve adattarsi a causa di decisioni normative; ritiene che le misure a favore della digitalizzazione e della decarbonizzazione debbano essere concepite in modo da presentare opportunità per le imprese, incluse le PMI, e ridurre al minimo l'onere per il settore interessato;
100. si attende che la strategia industriale non crei inutili oneri normativi per le imprese, in particolare le PMI, e applichi la regola "one-in-one-out" al fine di individuare, ogniqualvolta nuove disposizioni introducono costi di conformità, le disposizioni esistenti che devono essere abrogate o riviste, garantendo in tal modo che i costi di conformità in un determinato settore non aumentino, fatte salve le prerogative del colegislatore; ritiene che tale proposta debba essere basata su dati concreti, essere ampiamente consultata, garantire l'efficacia della legislazione e delle norme sociali e ambientali e mostrare i chiari benefici dell'azione europea; ritiene che l'UE debba rafforzare il principio dell'essere "grande sulle grandi questioni e piccola sulle piccole", così da garantire una migliore proporzionalità; 101. sottolinea che la pubblica amministrazione dovrebbe svolgere un ruolo chiave nel garantire un ambiente economico favorevole alle imprese e nel ridurre gli oneri amministrativi che gravano sulle imprese, garantendo nel contempo la piena applicazione delle norme etiche, sociali, ambientali e di trasparenza dell'Unione e delle norme in materia di sicurezza dei lavoratori; ritiene che nel settore pubblico e tra il suo personale dovrebbero essere promossi strumenti di amministrazione online, politiche in materia di innovazione digitale e il rafforzamento delle competenze digitali; invita la Commissione a garantire lo scambio delle migliori pratiche nazionali e regionali nel settore, facendo specifico riferimento alla gestione pubblica della competitività economica; 102. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla RR\1216571IT.docx
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Commissione.
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MOTIVAZIONE Premessa Questa relazione sulla politica industriale dell'UE cade in un momento drammatico per le attività economiche in tutto il mondo. Le conseguenze economiche del coronavirus hanno determinato uno shock simmetrico su domanda e offerta che non ha precedenti dalla Seconda guerra mondiale. La condizione finanziaria delle imprese europee è peggiorata drammaticamente, mettendo in discussione la loro capacità di investire. Proprio mentre l'Unione si predisponeva ad accelerare due transizioni epocali – quella digitale e quella ambientale – che richiedono fortissimi investimenti privati e pubblici, siamo stati travolti dalla prima pandemia dell'epoca moderna. Per questa ragione la relazione propone due fasi ben distinte di politica industriale: la prima, di ripresa del sistema produttivo, e la seconda di ricostruzione e trasformazione dello stesso. L'individuazione di ecosistemi produttivi in corso da parte della Commissione dovrà essere la linea guida sottostante a ogni iniziativa nel campo della politica industriale, consentendo di selezionare gli interventi, le priorità e coordinando le iniziative nel campo della ricerca, dell'istruzione e degli investimenti. La politica industriale portata avanti dall'Unione è stata spesso vaga e teorica. Un combinato disposto di dichiarazioni di principio, scarsità di risorse, eccesso di normative e meccanismi troppo burocratici. Per questo la relazione si focalizza sugli strumenti e sulle azioni concrete da intraprendere più che sulle dichiarazioni di intenti. Per avere una politica industriale europea efficace occorre un bilancio europeo all'altezza e risorse aggiuntive provenienti dai bilanci nazionali e dall'emissione di titoli europei. Il tempo delle parole senza fatti è finito. Non possiamo permetterci altre false partenze. Contesto internazionale – Un'Unione più assertiva Sappiamo che entrambe le fasi si svolgeranno all'interno di un sistema di relazioni economiche internazionali molto più duro e complesso rispetto a quello degli ultimi trent'anni. Un sistema più chiuso e protezionistico, nettamente diviso tra paesi a economia di mercato e paesi dove il capitalismo di stato è ancora predominante e non di rado aggressivo. Per questa ragione, pur rimanendo saldamente ancorata al principio di libero scambio e al sistema multilaterale, l'UE dovrà predisporre strumenti di difesa commerciale e un sistema di screening degli investimenti esteri più efficienti. Stessa cosa vale per la sicurezza degli approvvigionamenti, anche incentivando meccanismi di rilocalizzazione delle filiere produttive strategiche. Allo stesso modo sarà fondamentale che ogni piano di de-carbonizzazione delle industrie europee sia accompagnato da un'imposta sul carbonio alle frontiere che impedisca la cosiddetta rilocalizzazione delle emissioni di carbonio. La negoziazione di accordi di libero scambio dovrà poi riflettere la natura dei mutati rapporti internazionali e gli obiettivi ambientali dell'Unione. Andranno opportunamente selezionate controparti di mercato e inserite clausole sulla sostenibilità ben più stringenti rispetto a quelle attuali. Fase 1 – Ripresa Preservare il mercato unico deve essere uno dei pilastri dell'azione dell'Unione nella fase 1. Il RR\1216571IT.docx
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mercato interno uscirà più frammentato e squilibrato rispetto alla situazione pre-COVID-19. La sospensione parziale degli aiuti di stato ha avvantaggiato i paesi con più disponibilità finanziarie. Occorre agire rapidamente sostituendo gli schemi nazionali di supporto alle imprese e ai lavoratori, con programmi europei, gestiti dalla Commissione. A questo innanzitutto dovrebbe servire il Fondo per la ripresa, privilegiando i paesi dove gli aiuti sono stati meno consistenti e dove l'epidemia ha generato più danni. L'altro elemento fondamentale della strategia di ripresa deve essere il sostegno alla ricapitalizzazione delle imprese. Dato che il rapporto capitale/debito si è deteriorato; occorre mettere in campo un supporto fiscale potente e un ingresso diretto nel capitale per le imprese più grandi, con chiare clausole di uscita e di neutralità nelle governance. Il Fondo per la ripresa dovrà prevedere una destinazione specifica di risorse a questo scopo. Ecosistemi produttivi particolarmente colpiti dalle conseguenze del coronavirus – ad esempio turismo e aviazione – dovranno beneficiare di una quota maggiore di fondo perduto e di un periodo più lungo del regime speciale degli aiuti di stato. Fase 2 – Ricostruzione e trasformazione L'economia europea ripartirà solo attraverso un potente programma di investimenti pubblici. È dunque estremamente importante che la sospensione delle regole del patto di stabilità prosegua almeno limitatamente agli investimenti orientati alla digitalizzazione e all'ambientalizzazione. I finanziamenti previsti nel Green Deal europeo apparivano già prima della crisi del tutto insufficienti per accompagnare la transizione ambientale. Per questa ragione è necessario prevedere la prosecuzione del Fondo per la ripresa sotto forma di Fondo per la ricostruzione e la trasformazione. La struttura degli interventi e dei programmi andrà ridefinita per orientarla in mondo più stringente verso gli obiettivi digitali e ambientali. Un punto deve essere chiaro: senza un potente sostegno europeo fornito da un bilancio rafforzato, dalla prosecuzione del Fondo per la ripresa come Fondo per la ricostruzione e la trasformazione e da una maggiore libertà di investimento degli Stati membri, l'obiettivo di neutralità climatica al 2050 sarà mancato. Insieme al Fondo per la ricostruzione e la trasformazione, tutti i programmi europei, a partire da Orizzonte Europa, vanno rafforzati e messi in connessione ai piani nazionali. La possibilità di rivedere la normativa sugli aiuti di stato e sulle concentrazioni per, rispettivamente, accelerare, mobilitando un più ampio numero di risorse finanziarie, la transizione industriale, e favorire la nascita di campioni europei deve essere approfonditamente studiata, prevedendo opportuni strumenti di monitoraggio per evitare danni al mercato unico e alla catena dei fornitori. La vastità, l'ampiezza e la profondità del cambiamento a cui siamo chiamati non deve essere sottostimata. Pensiamo per esempio all'industria dell'acciaio, fondamentale per tutta la filiera produttiva della meccanica e del settore automobilistico. Per decarbonizzarla occorrerà: 1) prevedere potenti incentivi al cambiamento dei macchinari e delle tecnologie; 2) sovvenzione al prezzo del gas al momento non competitivo per la produzione di acciaio 3) imposta sul carbonio alle frontiere per prevenire importazioni inquinanti a basso costo. Come si vede solo un approccio olistico, estremamente costoso può assicurare una transizione verso la riduzione di emissioni senza danno per l'industria europea. Strumenti e metodologie – Una politica industriale più efficiente PE650.700v02-00
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La relazione suggerisce alcune modifiche nel modo in cui la politica industriale è sino ad oggi stata portata avanti. Innanzitutto la necessità di prevedere una analisi di impatto prima del varo definitivo di ogni nuova regola. In particolare nella prima fase è impensabile appesantire il sistema industriale, in crisi per il coronavirus, con norme che richiedono costosi adeguamenti. Nella seconda fase andranno invece predisposti opportuni fondi di accompagnamento della transizione. Sempre in termini di metodologie la relazione raccomanda l'adozione di un sistema di indicatori chiave di prestazione per valutare l'efficienza degli strumenti varati dall'Unione. Infine si suggerisce l'uso dello strumento del cofinanziamento dei regimi nazionali di credito d'imposta per favorire gli investimenti e la ricerca, al posto degli usuali incentivi a bando. Questa possibilità, che dovrebbe essere estesa a tutti gli strumenti e i fondi europei, garantisce una maggiore accessibilità da parte delle PMI e una maggiore efficienza e velocità nell'uso dei fondi, con meno intermediazione burocratica e costi di erogazione.
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POSIZIONE DI MINORANZA Di - Marc Botenga (relatore ombra e autore del parere di minoranza) - Marisa Matias - Cornelia Ernst - Manuel Bompard - Sandra Pereira - Sira Rego La strategia industriale può consentire alla società di decidere democraticamente cosa produrre, dove e in quali condizioni, rendendo l'industria una risorsa formidabile per le persone e il pianeta. Per contro, può lasciare queste decisioni al mercato e rappresentare poco più di un trasferimento massiccio di sovvenzioni pubbliche, finanziando gli utili e le priorità delle società private. La presente relazione fa la scelta sbagliata. Si limita a menzionare formalmente gli imperativi sociali e climatici, ma dà sistematicamente priorità alla competitività e alle esigenze delle multinazionali. Si rifiuta di subordinare le sovvenzioni pubbliche alla salvaguardia di posti di lavoro di qualità o alla sospensione dei dividendi. Crediti d'imposta aggiuntivi sono offerti senza che le società debbano pagare la loro giusta quota di imposte. Quasi ironicamente, la relazione ricorda che anche le società non registrate in paradisi fiscali meritano sostegno. Le sovvenzioni verdi non sono soggette a obiettivi vincolanti di riduzione delle emissioni. La permissiva classificazione UE delle attività sostenibili (tassonomia) è a malapena menzionata, senza che sia richiesta una rigorosa conformità, mentre il gas fossile è accettato. Mettendo in discussione le restrizioni in materia di concentrazioni e antitrust, la relazione promuove un "mercato interno più concentrato", rafforzando così le disparità regionali e la dipendenza delle PMI dalle multinazionali dominanti. Anche nei settori strategici, la relazione non prevede alcun ruolo per un settore manifatturiero pubblico, né per una pianificazione pubblica sociale e climatica ambiziosa. I lavoratori e il clima meritano di meglio.
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17.9.2020 PARERE DELLA COMMISSIONE PER L'AMBIENTE, LA SANITÀ PUBBLICA E LA SICUREZZA ALIMENTARE destinato alla commissione per l'industria, la ricerca e l'energia su una nuova strategia industriale per l'Europa (2020/2076(INI)) Relatore per parere (*): Danilo Oscar Lancini (*) Procedura con le commissioni associate – articolo 57 del regolamento SUGGERIMENTI La commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare invita la commissione per l'industria, la ricerca e l'energia, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti: A. considerando che il settore industriale dell'UE dovrebbe essere sostenuto nella fase di ripresa successiva alla crisi COVID-19 in modo tale da condurre alla transizione verso un settore resiliente, sostenibile, a inquinamento zero, circolare, climaticamente neutro, digitalizzato e competitivo, con il contributo di tutti i settori al conseguimento dell'obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 e alla tutela dell'ambiente; B. considerando che l'industria è essenziale per il progresso e la prosperità futuri dell'Europa; che rappresenta oltre il 20 % dell'economia dell'UE e occupa circa 35 milioni di persone; che è fondamentale disporre di una solida base industriale per garantire il successo della transizione verde; C. considerando che, attualmente, le industrie europee dipendono fortemente dalla capacità industriale e dalle materie prime dei paesi terzi; che la pandemia di COVID-19 ha messo in evidenza gli effetti della perdita di importanti siti industriali strategici nella produzione di medicinali e attrezzature mediche in diversi Stati membri, dando luogo a perturbazioni nelle catene del valore ed evidenziando le vulnerabilità di settori industriali strategici chiave dell'Europa nonché la necessità di preservare tali capacità all'interno del mercato unico; D. considerando che la pandemia di COVID-19 ha posto in rilievo il rischio accresciuto associato ai tentativi di acquisire capacità sanitarie attraverso investimenti diretti esteri, nonché l'esigenza di preservare e rafforzare la condivisione di tali preziose capacità all'interno del mercato unico; E. considerando che il programma dell'UE per la ripresa renderà disponibile una somma senza precedenti di 1 850 miliardi di EUR da investire nella digitalizzazione e in una RR\1216571IT.docx
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ripresa verde dell'industria, dell'occupazione e della crescita dell'UE; F. considerando che la ripresa post COVID-19 offre l'opportunità di integrare realmente la sostenibilità nella produzione industriale e di accelerare la transizione verde; G. considerando che la nuova strategia industriale europea dovrebbe consentire una transizione verde giusta; che la buona riuscita della strategia industriale, quale parte integrante del Green Deal europeo, dovrebbe rafforzare l'occupazione e le opportunità economiche, salvaguardare il clima e l'ambiente a beneficio delle generazioni future e trasformare tale strategia in una politica epocale che contribuisca a ricostruire l'economia europea in modo sostenibile; H. considerando che è necessario che la strategia industriale apra la strada alla duplice transizione verde e digitale dell'industria europea, preservando nel contempo la competitività, la prosperità e l'occupazione europee, e sostenga l'industria europea nel diventare più resiliente, ecologicamente sostenibile, competitiva a livello globale e digitalizzata; che la strategia industriale non riguarda esclusivamente la realizzazione della transizione delle industrie ad alta intensità energetica, ma anche la creazione di una base industriale sostenibile più ampia e che comprenda le piccole e medie imprese (PMI), che sono una componente importante dell'economia europea; I.
considerando che la competitività dell'industria europea è stata influenzata negativamente da una concorrenza internazionale sleale e da perturbazioni mondiali; che le imprese dei paesi terzi sono spesso soggette a norme meno rigorose in materia di clima e di ambiente e sostengono costi del lavoro inferiori nei rispettivi paesi; che ciò ha facilitato la delocalizzazione dell'industria europea, provocando a sua volta danni di ordine ambientale e sociale;
J.
considerando che l'Unione dovrebbe esercitare un'influenza considerevole sull'azione mondiale per il clima e l'ambiente attraverso il proprio mercato interno e la diplomazia verde, nonché dimostrando una leadership climatica e ambientale e sostenendo nel contempo lo sviluppo di industrie all'altezza delle esigenze future e norme rigorose in materia di protezione sociale;
K. considerando che l'esempio dell'UE dimostra che la crescita economica e la protezione del clima non sono incompatibili, dal momento che le emissioni dell'UE sono inferiori del 23 % rispetto ai livelli del 1990, mentre il PIL è aumentato del 61 %; L. considerando che l'industria dell'UE ha iniziato la transizione, ma è ancora responsabile del 20 % delle emissioni di gas a effetto serra dell'UE; che occorrono 25 anni per trasformare un settore industriale e tutte le relative catene del valore; M. considerando che le tecnologie digitali cambiano il volto dell'industria creando nuovi modelli imprenditoriali, consentendole di essere più produttiva, offrendo ai lavoratori nuove competenze e sostenendo la decarbonizzazione dell'economia; N. considerando che gli Stati membri hanno concordato, conformemente all'articolo 151 TFUE, la necessità di promuovere il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori, consentendo la loro parificazione nel progresso;
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O. considerando che la concorrenza fiscale e le differenze tra le norme fiscali degli Stati membri possono dare origine ad asimmetrie all'interno del mercato unico e a una pianificazione fiscale aggressiva da parte delle multinazionali, sottraendo in tal modo le risorse necessarie per la transizione alle economie in cui è generato il valore reale; 1.
invita la Commissione a valutare l'impatto della COVID-19 sull'industria europea e a proporre una risposta coordinata e orientata al futuro al fine di facilitare una ripresa industriale che guidi la duplice transizione verde e digitale verso la neutralità climatica, la circolarità e l'inquinamento zero, assicurando nel contempo competitività e resilienza, in linea con il Green Deal europeo;
2.
sottolinea che tutti i settori e le catene del valore industriale, in particolare i settori ad alta intensità energetica, svolgeranno un ruolo chiave ai fini del conseguimento degli obiettivi del Green Deal europeo, non solo riducendo le loro impronte di carbonio, ma anche accelerando la transizione attraverso l'offerta di soluzioni tecnologiche pulite e a costi accessibili, lo sviluppo e la creazione di catene del valore per prodotti e processi economicamente realizzabili e sostenibili e la creazione di nuovi modelli imprenditoriali sostenibili;
3.
invita gli Stati membri a sostenere l'elaborazione di un piano per la ripresa ambizioso con lo strumento Next Generation EU, nel quadro di un quadro finanziario pluriennale (QFP) più solido, e a promuovere la creazione di nuove risorse proprie; sottolinea che l'utilizzo dei fondi per la ripresa dovrebbe essere pienamente compatibile con la legislazione dell'Unione in materia di clima e ambiente e promuovere la transizione verde;
4.
evidenzia l'importanza del dispositivo per la ripresa e la resilienza e del dispositivo per gli investimenti strategici per sostenere gli investimenti e incentivare le industrie europee essenziali a contribuire al rafforzamento e alla creazione di catene del valore strategiche europee; ritiene che tali dispositivi potrebbero essere integrati da un fondo strategico per la diversificazione delle catene di approvvigionamento, in modo da ridurre l'eccessiva dipendenza da singoli fornitori e sostenere attivamente le imprese nel diversificare la produzione nei settori strategici; invita la Commissione a presentare tempestivamente proposte legislative concrete che garantiscano un'effettiva parità di condizioni e proteggano le industrie fondamentali dalla concorrenza sleale di investitori di paesi terzi controllati o sovvenzionati dallo Stato;
5.
invita la Commissione a concentrare i programmi e gli strumenti di Next Generation EU sulla ripresa dei settori maggiormente colpiti dalla crisi del coronavirus, in termini sia economici che lavorativi;
6.
si compiace del fatto che il piano dell'UE per la ripresa punti a mobilitare investimenti a favore di un'industria sostenibile e climaticamente neutra; accoglie con particolare favore il raddoppiamento degli investimenti a favore della tecnologia a idrogeno pulito, dal momento che quest'ultimo può contribuire alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, alla ripresa dell'economia dell'UE e ad aprire la strada alla neutralità climatica sostenendo i settori difficili da decarbonizzare, in particolare i settori industriali ad alta intensità energetica; prende atto della creazione dell'alleanza per l'idrogeno pulito; rileva il potenziale dell'UE in termini di leadership nel settore dell'idrogeno pulito; ritiene che lo sviluppo della produzione di idrogeno pulito e la ricerca sulle sue molteplici potenzialità
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debbano costituire una delle priorità della strategia industriale europea; chiede investimenti strategici nella creazione di un'adeguata rete di infrastrutture nonché nella ricerca e nell'innovazione al fine di stimolare la produzione e l'utilizzo di idrogeno pulito; 7.
evidenzia che è importante riconoscere il legame esistente tra il piano per la ripesa, le ambizioni dell'UE in materia di clima e digitale e una strategia industriale efficace;
8.
sottolinea che l'UE dovrebbe rafforzare le sue capacità industriali e tecnologiche investendo in tecnologie pulite chiave, in modo da accrescere l'autonomia strategica aperta e la resilienza, garantendo la sostenibilità, la competitività, un elevato livello di benessere socioeconomico della sua popolazione e una riduzione delle disuguaglianze, senza lasciare nessuno indietro, in linea con la duplice transizione verde e digitale e contribuendo a favore di quest'ultima;
9.
accoglie con favore l'istituzione del meccanismo per una transizione giusta, che mira a garantire che i lavoratori e le comunità che si trovano ad affrontare sfide derivanti dalla transizione verso un'economia climaticamente neutra ricevano sostegno e che le imprese possano investire in tecnologie produttive sostenibili; sottolinea l'importanza di garantire finanziamenti ambiziosi a favore del Fondo per una transizione giusta, che dovrebbe contribuire, in particolare, alla creazione di un'occupazione sostenibile nonché al miglioramento delle competenze e alla riqualificazione professionale dei lavoratori; invita a tale riguardo la Commissione e gli Stati membri a riconoscere le necessità dell'istruzione e della formazione professionale al fine di facilitare e promuovere il miglioramento delle competenze e la riqualificazione professionale dei lavoratori interessati, accrescendo così la loro occupabilità e la loro capacità di adattarsi a nuovi impieghi; evidenzia che la transizione giusta e la riduzione delle disuguaglianze dovrebbero essere integrate nelle politiche sociali, economiche e ambientali a tutti i livelli;
10. esorta la Commissione a rafforzare in misura significativa il sostegno offerto a favore dell'innovazione per conseguire un'industria neutra in termini di emissioni di carbonio, a favore della diffusione di tecnologie rivoluzionarie e a favore delle imprese sostenibili che fungono da apripista, ricorrendo a un approccio tecnologicamente neutro ed evitando e rimuovendo nel contempo gli oneri normativi non necessari, in particolare per le PMI; invita a tale proposito la Commissione ad attuare senza ritardi le azioni e le opportunità di finanziamento annunciati nella strategia industriale; sottolinea che le istituzioni dell'UE, gli Stati membri, le regioni, l'industria e tutti gli altri attori pertinenti dovrebbero collaborare per creare mercati guida nel settore delle tecnologie pulite e garantire che l'industria europea sia un precursore a livello mondiale; 11. ritiene che la ricerca e l'innovazione industriali saranno fondamentali per conseguire gli ambiziosi obiettivi dell'UE per il 2030 per uno sviluppo (economico, ambientale e sociale) sostenibile e gli obiettivi a lungo termine in materia di clima ed energia; 12. prende atto dell'importanza di aumentare le attività di ricerca e innovazione per risolvere la crisi climatica; invita a tale proposito la Commissione a migliorare le condizioni per le imprese e l'industria nell'ottica di rafforzarne la competitività; 13. sottolinea che gli investimenti a favore di tecnologie verdi, soluzioni sostenibili e nuove opportunità per le imprese possono trasformare il Green Deal in una nuova strategia di PE650.700v02-00
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crescita che può apportare vantaggi alle PMI innovative; 14. ricorda alla Commissione di prendere in considerazione i diversi ecosistemi industriali al fine di definire un approccio personalizzato nei programmi previsti dalla strategia industriale, tenendo conto delle esigenze delle regioni meno sviluppate sotto il profilo tecnologico; 15. si compiace dell'iniziativa della Commissione di estendere i poli dell'innovazione digitale a tutte le regioni europee per consentire alle PMI di integrare le innovazioni digitali, creando così opportunità di volontariato e formazione nel settore delle tecnologie digitali; 16. evidenzia che le politiche dell'UE dovrebbero essere coerenti e coordinate in tutti i settori, puntare a ridurre le sovrapposizioni e promuovere le sinergie; pone in rilievo l'importanza di integrare la dimensione climatica e ambientale in tutti i settori strategici; invita la Commissione e gli Stati membri a garantire la corretta attuazione e la piena applicazione della legislazione vigente; reputa opportuno facilitare l'accesso ai finanziamenti dell'UE, in particolare per le PMI, nell'ambito della transizione verso un'economia resiliente, verde e digitale; 17. riconosce che un quadro coerente, prevedibile e giusto in materia di diritti di proprietà intellettuale nell'ambito della prossima strategia farmaceutica rappresenta un fattore importante per preservare la competitività europea; chiede l'effettiva applicazione di tale quadro al fine di promuovere l'autonomia tecnologica, incentivare gli investimenti e promuovere soluzioni innovative sostenibili, continuando nel contempo a conferire priorità agli interessi dei consumatori e dei pazienti; 18. sottolinea che, affinché la strategia e la politica industriali europee siano davvero efficaci, esse devono basarsi su un'azione per il clima e obiettivi ambiziosi, definiti sulla base della legge sul clima, fornendo una tabella di marcia per forgiare l'industria del futuro, con il contributo di tutti i settori al conseguimento dell'obiettivo della neutralità climatica il prima possibile e in ogni caso entro il 2050; 19. mette in risalto la necessità di allineare la nuova strategia industriale con l'obiettivo di un'economia climaticamente neutra entro il 2050, sottolineando nel contempo che le politiche climatiche europee devono basarsi su elementi concreti; 20. evidenzia che è importante combinare le azioni per la riduzione delle emissioni con la crescita economica, il potenziamento della competitività e il miglioramento del benessere dei cittadini europei; 21. sostiene che la strategia industriale debba inoltre individuare modalità con cui le PMI possano contribuire alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e alla protezione ambientale nell'UE, integrando gli sforzi e le politiche già in essere e fornendo strumenti aggiuntivi per consentire loro di tenere il passo e contribuire alla transizione verde dell'industria verso un'economia climaticamente neutra; 22. sottolinea che sono necessarie condizioni di parità a livello globale; chiede una revisione del sistema di scambio di quote di emissione dell'UE (EU ETS), in linea con gli obiettivi climatici, nonché un meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera (CBAM) al fine di contribuire a una rilocalizzazione intelligente dei lavori manifatturieri e a catene RR\1216571IT.docx
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del valore più brevi; pone in evidenza il ruolo potenzialmente importante di un CBAM nell'evitare la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio; 23. ribadisce il suo forte sostegno all'obiettivo indicato nel Green Deal della Commissione relativamente all'introduzione di un CBAM; invita la Commissione a portare avanti tale riforma nel quadro del suo programma di lavoro per il 2020; 24. invita la Commissione a istituire formalmente un processo attraverso il quale siano rese disponibili ed economicamente accessibili ai paesi in via di sviluppo tecnologie a basse emissioni di carbonio; 25. chiede che gli accordi di libero scambio (ALS) promuovano la coerenza tra le politiche in materia di commercio, clima e ambiente, dogane, vigilanza del mercato e industria, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo; chiede inoltre che siano introdotti capitoli applicabili in materia di commercio e sviluppo sostenibile in tutti gli accordi commerciali; pone in rilievo l'importanza di promuovere ulteriormente la reciprocità delle rigorose norme sociali, ambientali e di sicurezza dell'UE attraverso gli accordi commerciali e una politica più resiliente in materia doganale e di vigilanza del mercato; insiste affinché i controlli doganali in tutta l'UE rispettino le stesse norme, in coordinamento con gli Stati membri e nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà; 26. sollecita l'introduzione di capitoli obbligatori e ambiziosi in materia di clima negli ALS; ribadisce l'importanza della futura normativa in materia di dovuta diligenza; 27. invita la Commissione a valutare meticolosamente l'impatto della dipendenza europea dalle importazioni provenienti da paesi terzi, in particolare paesi in cui lo Stato ha una presenza significativa sul mercato, e a includere misure per gestire eventuali perturbazioni delle catene del valore mondiali, in particolare attraverso un rafforzamento del coordinamento dell'UE e partenariati globali strategici; 28. rammenta che, conformemente alla strategia industriale, l'applicazione dei principi dell'economia circolare in tutti i settori e le industrie può potenzialmente creare 700 000 nuovi posti di lavoro nell'UE entro il 2030, molti dei quali interesserebbero le PMI; evidenzia il potenziale dell'economia circolare di ridurre il consumo di energia e risorse e di accrescere la capacità e l'affidabilità dell'approvvigionamento di materiali riciclati che sono essenziali per l'energia verde e le tecnologie digitali; ritiene che la strategia industriale dell'UE debba procedere di pari passo con l'economia circolare e il piano d'azione per l'economia circolare, e che debba garantire la transizione dell'economia europea verso un'economia circolare non tossica; chiede ulteriore sostegno a favore dei programmi di ricerca e sviluppo volti a incentivare la transizione verso un'economia circolare sicura e sostenibile, promuovendo, da un lato, soluzioni innovative e, dall'altro, una maggiore diffusione delle tecnologie esistenti in settori strategici; 29. sottolinea che, per migliorare la circolarità dell'economia, le misure sul versante della domanda, come ad esempio la promozione del consumo sostenibile e un maggiore ricorso agli appalti pubblici verdi, costituiscono solo una faccia della medaglia, e che occorrerà compiere sforzi notevoli per accrescere l'efficienza delle risorse e la circolarità dei processi produttivi; invita la Commissione a definire obiettivi e quadri normativi chiari a tal fine; si compiace, a tale proposito, dell'annuncio di un quadro strategico in materia di prodotti sostenibili e della definizione di requisiti obbligatori in materia di contenuto PE650.700v02-00
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riciclato; 30. invita la Commissione a definire obiettivi settoriali ambiziosi per il miglioramento dell'efficienza nell'impiego delle risorse, a partire dai settori a maggiore intensità di risorse; ritiene che si dovrebbe altresì elaborare tabelle di marcia che guidino la transizione dei diversi settori verso la circolarità, in collaborazione con le associazioni industriali, le imprese, i sindacati, la società civile e il mondo accademico; mette in risalto l'importanza di predisporre un quadro di monitoraggio chiaro che fornisca informazioni complete e pubblicamente disponibili sui progressi compiuti; 31. mette in risalto il potenziale della bioeconomia circolare e dell'industria forestale per la promozione di un'industria competitiva e sostenibile; incoraggia gli Stati membri a promuovere gli investimenti e gli appalti pubblici nel settore dei bioprodotti rinnovabili e riciclabili; 32. mette in risalto l'importanza dell'efficienza nell'impiego delle risorse e dell'energia per ridurre la dipendenza dalle importazioni di minerali e combustibili fossili; sottolinea che la riduzione dei rifiuti non comporterà soltanto una riduzione dell'inquinamento ma anche il risparmio di risorse preziose; 33. mette in risalto la necessità di ridurre la produzione di rifiuti nel settore industriale; invita la Commissione a introdurre obiettivi vincolanti di riutilizzo dei materiali di imballaggio industriali; sollecita l'armonizzazione degli imballaggi nei vari settori industriali e nei vari Stati membri, così da agevolare l'adozione di regimi di restituzione su cauzione; 34. si compiace che la Commissione abbia annunciato una strategia in materia di prodotti chimici per la sostenibilità, nell'ottica di adoperarsi a favore di un ambiente privo di sostanze tossiche e di inquinamento; sottolinea che l'industria chimica europea è una delle industrie chiave per il benessere economico dell'Unione, sebbene manchi di sostenibilità per quanto riguarda il consumo di energia e l'impatto ambientale; mette in risalto l'importanza di conseguire l'efficienza energetica, la circolarità e l'inquinamento zero in tale settore; 35. prende atto del contribuito dell'industria chimica a numerose catene del valore strategiche e alla produzione di tecnologie e soluzioni circolari, neutrali in termini di emissioni di carbonio ed efficienti nell'uso delle risorse; chiede l'adozione di una politica sostenibile in materia di sostanze chimiche, in linea con la strategia industriale; 36. sottolinea che la strategia industriale europea dovrebbe essere pienamente allineata alla futura strategia in materia di prodotti chimici per la sostenibilità, sulla base dell'eliminazione delle sostanze pericolose e della loro sostituzione con alternative più sicure, con particolare riferimento alla riduzione e alla prevenzione dell'esposizione a sostanze chimiche come gli interferenti endocrini, nell'ottica di proteggere la salute umana e l'ambiente; 37. sottolinea la necessità di promuovere l'innovazione nell'industria chimica e riconosce che tale industria è in grado di fornire varie soluzioni a basse emissioni di carbonio; evidenzia che la promozione dell'innovazione e la riduzione al minimo dell'esposizione degli esseri umani e dell'ambiente alle sostanze chimiche pericolose sono elementi essenziali per la transizione da un'industria chimica lineare a un'industria chimica circolare e sostenibile, RR\1216571IT.docx
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che conferirebbe a tale settore cruciale per l'economia europea un importante vantaggio concorrenziale; 38. invita l'Agenzia europea dell'ambiente a elaborare, in collaborazione con l'Agenzia europea per le sostanze chimiche, una relazione sulle sostanze chimiche nell'ambiente in Europa; ritiene che la relazione debba valutare la natura sistemica delle sostanze chimiche pericolose nei sistemi europei di produzione e consumo, il loro utilizzo nei prodotti, la loro presenza nell'ambiente in Europa e i danni arrecati alla salute umana e agli ecosistemi; 39. invita la Commissione e gli Stati membri a preservare un'industria farmaceutica dinamica basata sulla ricerca nell'interesse dei cittadini e dei pazienti, nel quadro di una politica di sanità pubblica; ribadisce che le misure proposte nella prossima strategia farmaceutica della Commissione dovrebbero essere allineate con la strategia industriale e finalizzate in particolare a garantire che l'Europa rimanga un innovatore e un leader mondiale nella produzione di farmaci e principi attivi, con l'obiettivo di assicurare un accesso equo per i pazienti; invita la Commissione a elaborare una strategia farmaceutica che fornisca gli strumenti strategici adeguati per promuovere lo sviluppo di farmaci innovativi a beneficio dei pazienti, a garantire un quadro normativo stabile ed efficace e a trarre pienamente vantaggio dal potenziale della trasformazione digitale dell'assistenza sanitaria; 40. mette in risalto l'importanza che l'Unione mantenga un approvvigionamento sicuro di materiali e minerali, principi attivi farmaceutici, farmaci e dispositivi medici essenziali; chiede il rafforzamento delle catene del valore europee per ridurre la dipendenza dai paesi terzi in ambiti strategici fondamentali; invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare le misure necessarie per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento dei prodotti sanitari, ridurre la dipendenza dell'UE nei confronti dei paesi terzi e sostenere la produzione farmaceutica locale per i medicinali di elevato interesse terapeutico, dando priorità ai farmaci con elevata importanza sanitaria e strategica, in stretta cooperazione con gli Stati membri; ricorda che tutti i finanziamenti pubblici devono essere subordinati alla piena trasparenza e tracciabilità degli investimenti, ad obblighi di fornitura sul mercato europeo e alla promozione dei migliori risultati per i pazienti, anche in termini di accessibilità e mantenimento di prezzi contenuti per i farmaci prodotti; sottolinea che la strategia dovrebbe incoraggiare la diversificazione della catena di approvvigionamento dell'industria e l'elaborazione di un piano di attenuazione dei rischi legati alla carenza di medicinali, al fine di gestire le eventuali vulnerabilità e i rischi per la sua catena di approvvigionamento; invita la Commissione a proporre modalità per garantire che la rete delle catene di approvvigionamento dell'industria diventi più resiliente e a elaborare un piano di attenuazione dei rischi relativi alla carenza di farmaci per gestire qualsiasi potenziale vulnerabilità e rischio per la catena di approvvigionamento dei farmaci essenziali; invita la Commissione e gli Stati membri a vagliare gli investimenti esteri diretti negli impianti di produzione di medicinali in quanto parte dell'infrastruttura sanitaria essenziale dell'Europa; 41. invita la Commissione ad aumentare il proprio coinvolgimento a sostegno della tutela delle infrastrutture sanitarie fondamentali degli Stati membri e a cominciare ad applicare il programma europeo per la protezione delle infrastrutture critiche (EPCIP) al settore delle infrastrutture sanitarie;
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42. mette in risalto la centralità di un settore farmaceutico e dei dispositivi medici ben funzionante e competitivo per assicurare ai pazienti dell'UE un accesso sostenibile ai farmaci e garantire loro un elevato livello di assistenza sanitaria; ritiene che la Commissione dovrebbe agevolare il dialogo con gli Stati membri e tutte le parti interessate creando un forum farmaceutico, sotto la supervisione dell'Agenzia europea per i medicinali, onde consentire una discussione globale sulle questioni relative, tra l'altro, alla sostenibilità farmaceutica e all'introduzione di nuove tecnologie nei sistemi sanitari; sottolinea che detto forum dovrebbe tenere conto dei differenti approcci nazionali in termini di fissazione dei prezzi e di rimborsi, nonché dell'organizzazione dell'assistenza sanitaria e i relativi investimenti, al fine di garantire gli investimenti produttivi esistenti in Europa, assicurando la sostenibilità, la competitività e la sicurezza dell'approvvigionamento a lungo termine; invita la Commissione a sostenere gli Stati membri elaborando in particolare orientamenti ad hoc dell'Unione sugli appalti sostenibili nel settore dei farmaci nell'ambito delle attuali norme dell'UE sugli appalti pubblici, prendendo in esame criteri che vadano oltre il semplice criterio del prezzo più basso, soprattutto integrando il cosiddetto criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, e adottando in particolare criteri che garantiscano la sostenibilità, la concorrenza e la sicurezza dell'approvvigionamento nel lungo periodo e incentivino gli investimenti nella ricerca e nella produzione; 43. sostiene, nel quadro dell'attuale crisi sanitaria e delle eventuali crisi future, la promozione delle imprese dell'UE, incentivando la produzione all'interno dell'Unione, riducendo la dipendenza dell'UE dai paesi terzi, accrescendo la capacità produttiva in relazione a determinati prodotti, in particolare gel igienizzanti, ventilatori e dispositivi di protezione, nonché mettendo in comune e coordinando le capacità di produzione digitale, come ad esempio la stampa 3D, che può contribuire alla produzione delle attrezzature necessarie; 44. mette in risalto la necessità di esaminare e rivedere le norme dell'UE in materia di appalti pubblici onde garantire un'effettiva parità di condizioni per le imprese dell'Unione, in particolare per quelle che producono prodotti o servizi sostenibili, ad esempio nel settore dei trasporti pubblici; 45. ribadisce l'importanza dei trasporti sostenibili nel quadro della catena di approvvigionamento industriale e chiede l'inclusione dei costi esterni nel prezzo dei prodotti; sottolinea che le industrie della mobilità sostenibile e intelligente hanno sia il potenziale sia la responsabilità di guidare la transizione digitale e ambientale, nell'ottica di sostenere la competitività industriale europea e migliorare la connettività, in particolare nei settori automobilistico, aerospaziale, ferroviario e dell'ingegneria navale; invita la Commissione e gli Stati membri ad aumentare gli investimenti a favore della mobilità a zero emissioni e di infrastrutture di trasporto resilienti e sicure, in particolare le reti ad alta velocità, nonché a sostenere ulteriormente lo sviluppo di combustibili alternativi sostenibili; 46. mette in risalto l'importanza della mobilità verde per la creazione di nuovi posti di lavoro, la promozione dell'industria europea e la riduzione delle emissioni prodotte dal settore dei trasporti; chiede una strategia su vasta scala e maggiori investimenti a favore della creazione di un'ampia rete infrastrutturale di stazioni di ricarica rapide, affidabili e compatibili per i veicoli elettrici;
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47. prende atto del ruolo svolto dalle tecnologie nel settore delle batterie ai fini della decarbonizzazione della mobilità e dei sistemi energetici; accoglie con favore l'alleanza europea per le batterie e il piano d'azione strategico sulle batterie; chiede che la produzione di batterie in Europa sia promossa e incentivata e che sia creato un quadro normativo coerente e favorevole per le batterie sostenibili, in linea con i principi dell'economia circolare, i più ampi obiettivi di decarbonizzazione dell'UE e la necessità di ridurre la dipendenza dalle materie prime e dai materiali e metalli critici provenienti dai paesi terzi; 48. sottolinea l'importanza di sviluppare catene del valore delle batterie sostenibili per soddisfare le esigenze attuali e future del settore dell'elettromobilità; sottolinea che il nuovo quadro normativo sulle batterie dovrebbe integrare pienamente requisiti di sostenibilità quali obiettivi di riutilizzo e riciclaggio e obblighi in materia di approvvigionamento sostenibile e socialmente responsabile delle materie prime; invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere investimenti a favore di un settore della produzione di batterie competitivo e sostenibile, predisponendo un quadro che preveda un accesso sicuro alle materie prime, sostegno all'innovazione tecnologica e norme coerenti sulla produzione di batterie, in linea con i requisiti dell'economia circolare; 49. sottolinea che l'industria dovrebbe contribuire pienamente alla protezione della biodiversità e dell'ambiente; evidenzia che più di metà del PIL mondiale dipende dalla natura e dai servizi che essa fornisce e che vari settori dipendono fortemente dalla natura; osserva che oltre il 90 % della perdita di biodiversità e dello stress idrico è ascrivibile alle attività di estrazione e trasformazione delle risorse; evidenzia che la politica industriale europea dovrebbe essere in linea con gli obiettivi della strategia sulla biodiversità per il 2030 e rispettare il principio di precauzione e il principio "chi inquina paga"; 50. sottolinea che, in base all'approccio "One Health", preservare gli ecosistemi naturali è fondamentale per assicurare l'acceso delle persone a necessità di base quali acqua potabile, aria pulita e terreni fertili; chiede la tempestiva elaborazione di solidi indicatori atti a valutare gli impatti sulla biodiversità e garantire la progressiva riduzione dell'inquinamento, come delineato nella strategia dell'UE sulla biodiversità; 51. sottolinea che l'industria contribuisce ancora notevolmente all'inquinamento dell'ambiente attraverso l'emissione di sostanze inquinanti nell'aria, nell'acqua e nel suolo; mette in risalto il ruolo svolto dalla direttiva sulle emissioni industriali nella definizione di obblighi di riduzione al minimo delle emissioni inquinanti per i grandi impianti; attende con interesse il futuro piano d'azione per l'azzeramento dell'inquinamento di aria, acqua e suolo e la revisione della direttiva sulle emissioni industriali, che dovrebbero comportare una riduzione significativa dell'inquinamento industriale; 52. plaude all'intenzione della Commissione di adottare un approccio più strategico alle industrie delle energie rinnovabili; ritiene che tali industrie dovrebbero essere pienamente sostenute, alla luce del loro ruolo chiave per la decarbonizzazione dei sistemi energetici e il conseguimento della neutralità climatica al più tardi entro il 2050; mette in risalto l'importanza di attenersi al principio dell'"efficienza energetica al primo posto" per ridurre la domanda di energia; 53. osserva che "l'efficienza energetica al primo posto" costituisce uno dei principi chiave PE650.700v02-00
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dell'Unione dell'energia e intende garantire un approvvigionamento energetico sicuro, sostenibile, competitivo e a prezzi accessibili nell'UE; sottolinea che l'ondata di ristrutturazioni rappresenta una grande opportunità per il settore delle costruzioni e dell'energia dell'UE e invita gli Stati membri ad accelerare gli investimenti a favore delle ristrutturazioni edilizie; rileva l'importante ruolo che gli attori nazionali, regionali e locali possono svolgere nell'agevolare e coordinare le iniziative di ristrutturazione; 54. rammenta che le tecnologie per le energie rinnovabili rivestono un'importanza strategica per il successo della transizione verso la neutralità climatica; chiede una solida strategia industriale per la diffusione e l'ampliamento della capacità delle energie rinnovabili, in modo da garantire all'Europa un approvvigionamento energetico sicuro a lungo termine, competitività, leadership tecnologica e creazione di posti di lavoro; 55. sottolinea che lo sviluppo delle energie rinnovabili e dell'economia digitale richiederà quantità sempre maggiori di terre rare, metalli rari, metalli essenziali e metalli di base; ricorda che l'estrazione mineraria necessaria per questo sviluppo consuma ingenti quantità d'acqua, il che può entrare in conflitto con le esigenze delle popolazioni locali, in particolare nelle regioni caratterizzate da stress idrico; sottolinea che le attività estrattive nei paesi terzi possono essere la fonte di un forte inquinamento che influisce sulla qualità dell'acqua, dell'aria e del suolo e che comporta la deforestazione e la perdita di biodiversità; ricorda che le attività estrattive sono concentrate nei paesi in via di sviluppo, dove le norme sul lavoro offrono una tutela notevolmente inferiore rispetto a quelle dell'Unione e che, pertanto, le condizioni di lavoro nelle imprese minerarie mettono in pericolo la salute e la vita dei minatori; sottolinea che l'inquinamento provocato dalle attività minerarie ha un impatto diretto sui mezzi di sussistenza delle popolazioni locali e può, a lungo termine, costringerle ad abbandonare tali terre; rammenta che le popolazioni locali subiscono le conseguenze indirette della contaminazione dell'acqua, dell'aria e del suolo, con un impatto notevole sulla loro salute; 56. sottolinea che l'ambiente e l'economia sono le basi per una società inclusiva che consenta di far fronte alle sfide attuali e future e di cogliere le opportunità che si presentano; 57. ritiene che l'Unione europea necessiti di un processo di reindustrializzazione e modernizzazione della sua base industriale, di rafforzamento del mercato interno e di creazione di un quadro competitivo per le imprese, tra cui una strategia efficace per le PMI, al fine di stimolare la competitività e la leadership globale dell'Europa; 58. invita la Commissione a rafforzare e promuovere la rilocalizzazione e la diversificazione delle industrie europee nei settori strategici, quali la produzione di energia rinnovabile e il settore farmaceutico, che non sono ancora resilienti; 59. ritiene che la rilocalizzazione dell'industria europea debba fungere da stimolo per rivitalizzare le regioni europee meno sviluppate, ivi comprese le regioni a bassa densità demografica e con popolazione sparsa, come descritte all'articolo 174 TFUE; sottolinea che in tal modo si darebbe impulso alla loro crescita economica e sarebbero creati numerosi posti di lavoro che, in ultima istanza, permetterebbero di mantenere la popolazione di tali regioni; 60. sottolinea che la strategia industriale dovrebbe basarsi su elementi concreti e sui più recenti studi scientifici; mette in risalto l'importanza dei contributi dell'industria e delle RR\1216571IT.docx
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imprese europee all'elaborazione della strategia industriale; 61. sottolinea che la strategia industriale europea dovrebbe inoltre garantire che siano rese disponibili informazioni chiare, complete e facilmente accessibili sullo stato dell'industria europea, in particolare tutte le informazioni pertinenti per comprendere gli impatti della produzione industriale sull'ambiente e sulla salute; 62. sottolinea che è essenziale migliorare l'equilibrio tra uomini e donne nei settori industriali, in particolare incoraggiando le donne a studiare discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche, a prendere in considerazione una carriera nel settore delle tecnologie e a investire nelle competenze digitali, migliorando cosÏ l'equilibrio di genere in relazione alla creazione e alla gestione delle imprese; 63. sostiene la Commissione nel suo obiettivo di definire una nuova strategia industriale per l'UE con l'intento di conseguire un'industria piÚ competitiva e resiliente di fronte agli shock globali; 64. ritiene che l'Unione europea dovrebbe puntare a elaborare una strategia industriale su misura, che costituirà un pilastro stabile dell'Europa del futuro, in particolare a seguito delle crisi economiche senza precedenti provocate dalla pandemia di COVID-19; 65. ritiene che la strategia industriale debba predisporre una serie di strumenti applicabili, adattati a ciascun settore o ecosistema e coordinati con gli Stati membri, in modo da rendere piÚ efficienti le politiche e gli strumenti europei.
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INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE Approvazione
11.9.2020
Esito della votazione finale
+: –: 0:
Membri titolari presenti al momento della votazione finale
Nikos Androulakis, Bartosz Arłukowicz, Margrete Auken, Simona Baldassarre, Marek Paweł Balt, Traian Băsescu, Aurelia Beigneux, Monika Beňová, Sergio Berlato, Alexander Bernhuber, Simona Bonafè, Delara Burkhardt, Pascal Canfin, Sara Cerdas, Mohammed Chahim, Tudor Ciuhodaru, Nathalie Colin-Oesterlé, Miriam Dalli, Esther de Lange, Christian Doleschal, Marco Dreosto, Bas Eickhout, Eleonora Evi, Agnès Evren, Fredrick Federley, Pietro Fiocchi, Andreas Glück, Jytte Guteland, Martin Hojsík, Pär Holmgren, Jan Huitema, Yannick Jadot, Adam Jarubas, Petros Kokkalis, Athanasios Konstantinou, Joanna Kopcińska, Ryszard Antoni Legutko, Peter Liese, Sylvia Limmer, Javi López, César Luena, Fulvio Martusciello, Liudas Mažylis, Tilly Metz, Silvia Modig, Dolors Montserrat, Alessandra Moretti, DanȘtefan Motreanu, Ville Niinistö, Ljudmila Novak, Jutta Paulus, Stanislav Polčák, Jessica Polfjärd, Luisa Regimenti, Frédérique Ries, María Soraya Rodríguez Ramos, Rob Rooken, Silvia Sardone, Christine Schneider, Günther Sidl, Ivan Vilibor Sinčić, Linea Søgaard-Lidell, Nicolae Ştefănuță, Nils Torvalds, Edina Tóth, Véronique Trillet-Lenoir, Alexandr Vondra, Mick Wallace, Pernille Weiss, Michal Wiezik, Tiemo Wölken, Anna Zalewska
Supplenti presenti al momento della votazione finale
Michael Bloss, Manuel Bompard, Laura Huhtasaari, Christel Schaldemose, Inese Vaidere
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VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE
+
64 PPE
Bartosz Arłukowicz, Alexander Bernhuber, Traian Băsescu, Nathalie Colin-Oesterlé, Christian Doleschal, Agnès Evren, Adam Jarubas, Peter Liese, Fulvio Martusciello, Liudas Mažylis, Dolors Montserrat, DanȘtefan Motreanu, Ljudmila Novak, Jessica Polfjärd, Stanislav Polčák, Christine Schneider, Edina Tóth, Inese Vaidere, Pernille Weiss, Michal Wiezik, Esther de Lange
S&D
Nikos Androulakis, Marek Paweł Balt, Monika Beňová, Simona Bonafè, Delara Burkhardt, Sara Cerdas, Mohammed Chahim, Tudor Ciuhodaru, Miriam Dalli, Johan Danielsson, Jytte Guteland, César Luena, Javi López, Alessandra Moretti, Christel Schaldemose, Günther Sidl, Tiemo Wölken
Renew
Pascal Canfin, Fredrick Federley, Andreas Glück, Martin Hojsík, Jan Huitema, Frédérique Ries, María Soraya Rodríguez Ramos, Linea Søgaard-Lidell, Nils Torvalds, Véronique Trillet-Lenoir, Nicolae Ştefănuță
ID
Simona Baldassarre, Marco Dreosto, Luisa Regimenti, Silvia Sardone
Verts/ALE
Margrete Auken, Michael Bloss, Bas Eickhout, Pär Holmgren, Yannick Jadot, Tilly Metz, Ville Niinistö, Jutta Paulus
NI
Eleonora Evi, Athanasios Konstantinou, Ivan Vilibor Sinčić
-
9 ID
Laura Huhtasaari, Sylvia Limmer
ECR
Sergio Berlato, Pietro Fiocchi, Joanna Kopcińska, Ryszard Antoni Legutko, Rob Rooken, Alexandr Vondra, Anna Zalewska
0
8 ID
Aurelia Beigneux, Catherine Griset, Joëlle Mélin
GUE/NGL
Malin Björk, Manuel Bompard, Petros Kokkalis, Silvia Modig, Mick Wallace
Significato dei simboli utilizzati: + : favorevoli - : contrari 0 : astenuti
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26.6.2020 PARERE DELLA COMMISSIONE PER IL COMMERCIO INTERNAZIONALE destinato alla commissione per l'industria, la ricerca e l'energia su una nuova strategia industriale per l'Europa (2020/2076(INI)) Relatore per parere: Markus Buchheit
SUGGERIMENTI La commissione per il commercio internazionale invita la commissione per l'industria, la ricerca e l'energia, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti: 1.
accoglie con favore la nuova strategia industriale per l'Europa, in particolare l'enfasi posta sulla necessità di assicurare una concorrenza equa e parità di condizioni e di adottare strumenti che consentano all'industria europea di far fronte alle sfide presenti e future a livello mondiale, in linea con il Green Deal europeo; invita la Commissione ad adottare un forte approccio olistico nell'attuazione della strategia; sottolinea che i diritti sociali, la digitalizzazione, i trasporti, il commercio e le politiche ambientali sono interconnessi nell'ambito dell'industria europea;
2.
prende atto che l'UE ha acquisito ritardo in termini di competitività globale e che si prevede che, a causa degli effetti della COVID-19, nel 2020 il commercio globale registrerà una contrazione compresa tra il 13 % e il 32 % e il PIL dell'UE diminuirà del 7,5 % almeno, mentre le stime di una ripresa nel 2021 sono ancora incerte; sottolinea pertanto che, alla luce del rapido declino dell'economia globale, è necessario un processo di reindustrializzazione dell'Europa, che presti particolare attenzione alla ripresa del mercato del lavoro; invita l'UE, a tal fine, a riunire le forze per salvare le imprese e i posti di lavoro; sottolinea l'importanza di adeguare la strategia industriale dell'UE al nuovo scenario economico successivo all'epidemia di COVID-19, considerando i suoi effetti negativi sulla competitività dell'UE, al fine di garantire una minore dipendenza dell'industria europea dalle forniture esterne; invita ad adottare misure rafforzate a sostegno del finanziamento delle PMI nonché a incoraggiare l'innovazione delle PMI e a individuare una soluzione per l'attuale distorsione delle loro catene globali del valore dovuta all'epidemia di COVID-19;
3.
chiede una strategia industriale dell'UE ampia e coerente, in linea con il Green Deal europeo, al fine di trasformare le nostre economie e rafforzarne la resilienza condividendo gli investimenti strategici a sostegno delle PMI nonché del miglioramento delle opportunità di lavoro e delle competenze; esorta inoltre la Commissione a rafforzare e migliorare le proprie iniziative volte a sostenere le PMI europee nel
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superamento degli ostacoli che ne impediscono l'accesso ai mercati internazionali, negoziando capitoli dedicati negli accordi commerciali e sostenendo le agenzie di esportazione nazionali e regionali nei loro sforzi volti a far sì che le PMI traggano il massimo vantaggio da tali accordi; sottolinea, in tal senso, l'importanza di campagne di comunicazione e sensibilizzazione efficaci, nel quadro dell'attuazione efficace della strategia per le PMI; chiede alla Commissione di ridurre gli oneri amministrativi e normativi affinché le PMI possano beneficiare appieno dell'accesso al mercato; sottolinea l'esigenza di migliorare ulteriormente il contesto imprenditoriale nell'UE, facilitando l'accesso ai finanziamenti, in particolare alla luce dell'attuale distorsione delle catene globali del valore; sottolinea inoltre la necessità di garantire la certezza del diritto, l'attuazione di politiche basate su fatti comprovati, la realizzazione di valutazioni d'impatto e l'efficienza in termini di costi prima di introdurre nuove norme europee; ricorda alla Commissione il principio "one in, one out"; accoglie con favore l'obiettivo della Commissione di lanciare all'inizio del 2020 uno strumento di autovalutazione delle regole di origine destinato alle PMI sulla futura piattaforma Access2Market, per aiutare le imprese a valutare se un prodotto può beneficiare delle preferenze nel quadro di un dato accordo commerciale dell'UE, agevolando così l'uso delle preferenze da parte delle PMI nell'ambito di tali accordi; ritiene che sia necessario sostenere le PMI che investono nella neutralità climatica affinché restino competitive; 4.
sottolinea l'esigenza di un forte impegno da parte degli Stati membri per il futuro dell'industria europea, un futuro in cui l'UE sia una guida a livello mondiale nell'ambito delle tecnologie sostenibili e a basso tenore di carbonio, evitando al contempo la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio; chiede alla Commissione di presentare una proposta per un meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera e sottolinea la necessità che tale meccanismo sia pienamente compatibile con l'OMC e tenga conto dei risultati di un'adeguata valutazione d'impatto; pone l'accento sul fatto che la nostra ambizione in ambito climatico non deve condurre alla deindustrializzazione dell'UE ma a soluzioni sostenibili innovative e più competitive e al rafforzamento delle opportunità per l'economia circolare; sottolinea che alle nostre industrie viene chiesto di contribuire attivamente alla realizzazione degli obiettivi del Green Deal europeo, investendo nella neutralità climatica e conformandosi a nuove norme, mentre devono affrontare la concorrenza delle industrie di paesi terzi meno ambiziosi in termini di riduzione delle emissioni; sottolinea che le imprese europee, in particolare le PMI, rischiano di essere tenute in una posizione di svantaggio mentre cercano di restare competitive e prosperare sui mercati di esportazione; invita la Commissione a sostenere le PMI che si concentrano già sulle tecnologie e le innovazioni verdi nell'esportazione dei loro beni e servizi verso paesi terzi allo scopo di porre in atto le tecnologie verdi in tali paesi e creare condizioni di parità;
5.
invita la Commissione ad adoperarsi per la sicurezza dell'approvvigionamento in Europa, mediante la costituzione di scorte strategiche e un adeguato stoccaggio nonché la riduzione della dipendenza da pochi paesi, e nel contempo a porre l'accento su una rilocalizzazione intelligente in settori industriali fondamentali quali la tecnologia e le telecomunicazioni, i prodotti medici, i farmaci e le materie prime strategiche; sottolinea la necessità di sostenere la ricerca, la digitalizzazione e la robotizzazione mediante sovvenzioni, al fine di mantenere la competitività nei mercati globali; sottolinea che la rilocalizzazione della produzione e l'accento posto sulla produttività interna, quali unici mezzi per far fronte alle carenze di beni strategici, non consentiranno di risolvere tali carenze, soprattutto in tempi di crisi; ritiene che l'UE debba svolgere un ruolo di primo
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piano nei consessi e nelle istituzioni multilaterali, al fine di assicurare che in futuro si possano mitigare le difficoltà di approvvigionamento, che possono essere risolte soltanto attraverso una cooperazione multilaterale rafforzata; accoglie con favore, a tale proposito, la creazione di un dispositivo per gli investimenti strategici proposta nel pacchetto per la ripresa e ritiene che tale dispositivo potrebbe essere integrato da un fondo per la diversificazione strategica delle catene di approvvigionamento, al fine di ridurre l'eccessiva dipendenza da singoli fornitori e di sostenere attivamente le società nella diversificazione della produzione nei settori strategici; ritiene che la strategia industriale dell'UE potrebbe essere integrata da normative concernenti altri aspetti delle catene di approvvigionamento, tra cui il dovere di diligenza e il diritto ambientale e del lavoro, con solide tutele sociali, al fine di predisporre un approccio globale; 6.
osserva che la crisi della COVID-19 ha evidenziato la necessità di soluzioni digitali e di modelli commerciali e d'impresa; sottolinea l'importanza dei negoziati plurilaterali dell'OMC in corso sul commercio elettronico, in particolare per quanto riguarda i flussi di dati transfrontalieri; chiede un insieme completo e ambizioso di regole che garantiscano le norme europee in materia di protezione dei dati;
7.
riconosce i potenziali effetti significativi della prossima rivoluzione industriale e dell'automazione sul commercio internazionale; osserva che con la prevista ottimizzazione della produzione sarà ristrutturata la catena di approvvigionamento internazionale, con conseguenze significative sul mercato del lavoro e relative ripercussioni negative sulla futura creazione di posti di lavoro e sul mercato nel suo complesso; invita la Commissione a includere rigorose tutele sociali nella propria politica;
8.
sottolinea che l'industria rappresenta l'80 % delle esportazioni di merci europee e occupa circa 35 milioni di persone; invita la Commissione a tenere conto del significativo valore aggiunto apportato dall'industria al mercato del lavoro europeo e ai diritti sociali e del suo ruolo fondamentale quale fattore di prosperità e competitività;
9.
insiste sul fatto che la strategia industriale dell'UE deve essere inclusiva e trasparente, coinvolgendo tutti gli attori che operano lungo l'intera catena del valore, dalle start-up più piccole alle società più grandi, dal mondo accademico alla ricerca, dai prestatori di servizi ai fornitori, ma anche i sindacati e le organizzazioni dei consumatori;
10.
invita la Commissione ad assicurare un sistema multilaterale regolamentato adatto a un'UE più forte nel mondo, con un commercio aperto ed equo coerente con gli sforzi globali volti ad arrestare i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità e che, al contempo, miri a realizzare una ripresa economica sostenibile; sottolinea che il commercio equo e libero dovrebbe avere il sostegno di un'OMC pienamente operativa; chiede alla Commissione di collaborare con gli altri membri dell'OMC per attuare una riforma ambiziosa, continuare ad impegnarsi per individuare una soluzione multilaterale a lungo termine per superare l'attuale stallo concernente l'organo d'appello, assicurare un commercio aperto ed equo con un sistema di risoluzione delle controversie esecutivo e reali condizioni di parità per le società commerciali, nonché integrare pienamente le norme sociali e ambientali; esorta la Commissione a negoziare nuove norme per contrastare le pratiche che hanno effetti distorsivi sugli scambi, comprese le politiche e le pratiche non di mercato, la sovracapacità creata dalle imprese statali e dalle sovvenzioni all'industria nonché le politiche e le pratiche associate al trasferimento
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forzato di tecnologie; accoglie con favore i negoziati plurilaterali in corso in seno all'OMC sui principali settori degli scambi di servizi e sulla facilitazione degli investimenti; chiede il mantenimento dell'attuale tariffa zero applicata ai prodotti farmaceutici in seno all'OMC e sostiene l'espansione dell'iniziativa "doppio zero" in modo da includere un maggior numero di prodotti e di paesi; 11.
sottolinea la sua determinazione a instaurare relazioni quanto più strette possibile con il Regno Unito, un paese che continuerà a essere un partner, un alleato e un amico in Europa; esorta la Commissione ad approfittare della dinamica innescata dal recesso del Regno Unito per ottimizzare le politiche dell'UE, ridurre la burocrazia e rafforzare la competitività delle imprese e delle PMI europee; sottolinea che l'accordo di libero scambio dovrebbe essere inteso a favorire il massimo ravvicinamento possibile in termini di accesso ai mercati e di agevolazione degli scambi, al fine di ridurre al minimo le perturbazioni degli scambi, con il sostegno di disposizioni in materia di parità di condizioni che garantiscano norme rigorose in termini di protezione sociale, dei lavoratori e dell'ambiente, nonché di politiche sulla concorrenza e gli aiuti di Stato; invita nuovamente la Commissione a concludere un nuovo accordo completo di cooperazione strategica tra il Regno Unito e l'UE che vada ben oltre gli aspetti commerciali, in linea con la dichiarazione politica dell'ottobre 2019;
12.
invita la Commissione ad adoperarsi a favore di un sistema efficace e operativo per gli appalti che accresca la sua influenza per negoziare la reciprocità e l'apertura del mercato; invita il Consiglio a riprendere i colloqui e a trovare rapidamente un accordo sullo strumento per gli appalti internazionali; sottolinea l'esigenza di uno strumento contro le pratiche discriminatorie nei confronti delle imprese dell'UE nei mercati degli appalti dei paesi terzi; invita a includere un catalogo globale dei prodotti di emergenza essenziali onde evitare abusi da parte dei fornitori di paesi terzi nel commercio internazionale durante una catastrofe globale;
13.
accoglie con favore il riesame della politica internazionale dell'Unione in materia di commercio e investimenti e invita la Commissione a valutare gli strumenti commerciali dell'UE, al fine di contrastare le distorsioni del mercato; chiede il rafforzamento degli strumenti di difesa commerciale, in particolare gli strumenti di salvaguardia, allo scopo di renderli più efficienti e adatti a difendere l'industria europea e a contrastare efficacemente le distorsioni del mercato; chiede che venga prestata particolare attenzione ai metalli strategici e al settore dell'acciaio al fine di garantire una concorrenza effettiva; respinge le misure protezionistiche ingiustificate che portano a una perturbazione dell'economia globale, come pure gli aiuti di Stato ingiustificati nei paesi terzi che hanno abbassato i costi dei fattori di produzione in modo non conforme agli obiettivi dell'accordo di Parigi e agli OSS;
14.
invita la Commissione a modificare con urgenza le misure di salvaguardia dell'UE per l'acciaio, tenendo conto dell'attuale situazione legata alla COVID-19, al fine di difendere il settore dell'acciaio dalla persistente sovracapacità globale e dalle pratiche commerciali sleali e garantire una concorrenza effettiva;
15.
esorta la Commissione ad assicurare l'efficace tutela dei diritti di proprietà intellettuale e nel contempo, incoraggiare l'innovazione, garantire l'accesso ai medicinali e proteggere la salute pubblica, come pure a contrastare il commercio di merci contraffatte e usurpative lungo l'intera catena di approvvigionamento internazionale, in cooperazione
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con tutti gli attori pertinenti, come obiettivi chiave del piano d'azione in materia di proprietà intellettuale; invita la Commissione a promuovere e assicurare la protezione delle indicazioni geografiche sia a livello internazionale che bilaterale e a riprendere la discussione sulle indicazioni geografiche per i prodotti non agricoli che potrebbero sostenere l'innovazione, la produzione e l'occupazione sostenibili nell'UE, migliorando l'attrattività e la reputazione dei nostri prodotti di qualità nel mondo; sottolinea che la flessibilità prevista dall'accordo TRIPS dovrebbe essere sfruttata per far fronte alle possibili carenze di farmaci; 16.
invita gli Stati membri ad attuare rapidamente tutte le disposizioni del regolamento sul controllo degli investimenti esteri diretti; sottolinea l'importanza di un migliore coordinamento tra le attività degli Stati membri, che presti particolare attenzione alla coerenza, all'efficacia e alla trasparenza; invita la Commissione a monitorare attentamente l'attuazione del regolamento e a fornire l'assistenza necessaria, al fine di proteggere l'accesso ai settori strategici, alle infrastrutture, alle tecnologie abilitanti fondamentali o a qualsiasi altra attività nell'interesse della sicurezza e della sicurezza informatica nonché al fine di tutelare la competitività nel mercato unico europeo; accoglie con favore il Libro bianco sulla creazione di condizioni di parità in materia di sovvenzioni estere e invita la Commissione a presentare una proposta legislativa al fine di impedire le acquisizioni ostili da parte di società di paesi terzi che sono fortemente sovvenzionate dai rispettivi governi nonché di affrontare i conseguenti effetti distorsivi all'interno del mercato unico; chiede la rapida adozione del regolamento (UE) n. 654/2014 (il regolamento di esecuzione).
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INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE Approvazione
25.6.2020
Esito della votazione finale
+: –: 0:
Membri titolari presenti al momento della votazione finale
Barry Andrews, Anna-Michelle Asimakopoulou, Tiziana Beghin, Geert Bourgeois, Saskia Bricmont, Jordi Cañas, Anna Cavazzini, Miroslav Číž, Arnaud Danjean, Paolo De Castro, Emmanouil Fragkos, Enikő Győri, Roman Haider, Christophe Hansen, Heidi Hautala, Danuta Maria Hübner, Herve Juvin, Danilo Oscar Lancini, Bernd Lange, Gabriel Mato, Maxette Pirbakas, Carles Puigdemont i Casamajó, Samira Rafaela, Inma Rodríguez-Piñero, Massimiliano Salini, Helmut Scholz, Sven Simon, Kathleen Van Brempt, Jörgen Warborn, Iuliu Winkler
Supplenti presenti al momento della votazione finale
Reinhard Bütikofer, Marco Campomenosi, Nicola Danti, Svenja Hahn, Sandra Kalniete, Urmas Paet
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31 1 4
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VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE 1. Una nuova strategia industriale per l'Europa – 2020/2076(INI) – Relatore: Markus Büchheit (ID) – Approvazione del progetto di parere 1.1.
Votazione finale
+
31 ECR
Geert Bourgeois, Emmanouil Fragkos
ID
Marco Campomenosi, Roman Haider, Herve Juvin, Danilo Oscar Lancini, Maxette Pirbakas
NI
Tiziana Beghin, Carles Puigdemont i Casamajó
PPE
Anna Michelle Asimakopoulou, Sandra Kalniete, Arnaud Danjean, Enikő Győri, Christophe Hansen, Danuta Maria Hübner, Gabriel Mato, Massimiliano Salini, Sven Simon, Jörgen Warborn, Iuliu Winkler
RENEW
Barry Andrews, Jordi Cañas, Svenja Hahn, Samira Rafaela, Urmas Paet, Nicola Danti
S&D
Miroslav Číž, Paolo De Castro, Bernd Lange, Inma Rodríguez Piñero, Kathleen Van Brempt
-
1 GUE/NGL
Helmut Scholz
0
4 VERTS/ALE
Saskia Bricmont, Anna Cavazzini, Reinhard Bütikofer, Heidi Hautala
Significato dei simboli utilizzati: + : favorevoli - : contrari 0 : astenuti
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16.7.2020 PARERE DELLA COMMISSIONE PER L'OCCUPAZIONE E GLI AFFARI SOCIALI destinato alla commissione per l'industria, la ricerca e l'energia su una nuova strategia industriale per l'Europa (2020/2076(INI)) Relatore per parere: Jordi Cañas
SUGGERIMENTI La commissione per l'occupazione e gli affari sociali invita la commissione per l'industria, la ricerca e l'energia, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti: A.
considerando che attualmente il settore industriale europeo dà lavoro a circa 35 milioni di persone, è responsabile di oltre l'80 % delle esportazioni e riveste un ruolo di primo piano nell'ambito degli investimenti esteri diretti; che il 99 % delle imprese dell'UE è costituito da PMI, che rappresentano approssimativamente il 50 % del PIL europeo e danno lavoro a oltre 100 milioni di persone; che la nuova strategia industriale dovrebbe essere basata su ecosistemi industriali che coinvolgono tutti gli attori delle catene del valore industriali, dalle grandi aziende alle PMI e le microimprese, fino ai lavoratori e ai consumatori;
B.
considerando che le donne e le persone con disabilità sono tuttora sottorappresentate nei settori, nelle professioni e nei livelli dirigenziali dell'industria e sono più spesso impiegate in settori o comparti industriali a basso valore aggiunto, sebbene il 40,1 % delle donne completi il ciclo di istruzione terziaria e nonostante nel 2019 l'86,2 % delle donne di età compresa tra i 20 e i 24 anni avesse completato almeno il ciclo di istruzione secondaria di secondo grado a fronte di una percentuale dell'81 % tra gli uomini1;
C.
considerando che all'Europa serve una strategia industriale sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale, che dia la priorità alle pari opportunità e alla coesione sociale; che la nuova strategia industriale dell'UE deve fungere da vettore, trasversalmente ai settori e alle imprese, per la creazione di posti di lavoro nuovi e migliori, per il rafforzamento del ruolo delle PMI e per il conseguimento di un mercato del lavoro pienamente inclusivo ed equilibrato, al fine di accompagnare una doppia transizione equa verso un'industria digitale, basata sulle energie rinnovabili, ad alta efficienza in termini di risorse e di energia e neutra dal punto di vista climatico; che l'attuazione del Green Deal
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e della strategia digitale dovrebbe altresì dare impulso a una crescita sostenibile verso un'industria più verde e circolare; D.
considerando che le PMI rappresentano più del 99 % di tutte le imprese europee, ma che solo il 17 % di loro ha integrato con successo le tecnologie digitali nelle proprie attività; che il 70 % delle imprese riferisce che l'accesso al talento rappresenta una barriera agli investimenti in tutta l'UE;
E.
considerando che l'Europa vanta solide tradizioni industriali secolari ed è pertanto pronta per una doppia transizione efficiente basata sull'economia sociale e sui valori europei;
F.
considerando che l'introduzione e l'uso sicuri e inclusivi della digitalizzazione e dell'intelligenza artificiale (IA) sono fondamentali per tutti i settori industriali al fine di conseguire una transizione industriale verde che stimoli la competitività, la creazione di opportunità lavorative di qualità, i modelli aziendali sostenibili e la prosperità economica; che a tal fine è importante investire nella ricerca, nell'innovazione e nell'educazione digitale;
G.
considerando che un approccio europeo all'intelligenza artificiale dovrebbe affrontare, in via prioritaria, gli aspetti e i dilemmi etici associati all'IA per garantire che essa sia antropocentrica e che migliori il benessere delle persone, il senso di sicurezza, il benessere della società e dell'ambiente e rispetti pienamente i diritti fondamentali e i valori dell'UE;
H.
considerando che i cittadini che vivono e lavorano nell'UE sono stati duramente colpiti dalla pandemia di Covid-19, che ha fatto emergere sfide senza precedenti per l'industria dell'Unione e ha determinato considerevoli ripercussioni sull'organizzazione del lavoro, l'occupazione e i lavoratori di determinati settori, con oltre 5 milioni di persone che rischiano di perdere il lavoro e una riduzione media prevista del PIL pari a circa il 7 % nell'UE; che in numerose fabbriche è stato osservato un rapido cambiamento della linea di produzione, che è stata orientata verso i prodotti medici; che la crisi accresce la necessità di una nuova strategia industriale;
I.
considerando che secondo la relazione del Forum economico mondiale sul futuro dei posti di lavoro, il 65 % dei bambini che accedono oggi alla scuola primaria svolgerà una tipologia di lavoro che ancora non esiste; che la manodopera scarsamente qualificata è particolarmente vulnerabile nell'era digitale e che i dati statistici di Eurostat indicano che il 77,8 % dei cittadini europei nella fascia di età tra i 25 e i 64 anni ritiene di non aver bisogno di ulteriori forme di istruzione o formazione, diventando in tal modo vulnerabile a possibili scossoni; che, di conseguenza, è necessario sostenere i sistemi di istruzione e di formazione che comprendono la riqualificazione e la sensibilizzazione, al fine di fornire le capacità e le competenze di base, tra cui l'alfabetizzazione digitale, necessarie per le nuove tipologie di lavoro;
J.
considerando che il dialogo sociale, comprese la contrattazione collettiva e la cooperazione costante tra le parti sociali, è fondamentale per una solida politica industriale che migliori le condizioni lavorative e di impiego, contribuendo in tal modo a creare una società più giusta che non lascia indietro nessuno;
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K.
considerando che le parti sociali dovrebbero essere incoraggiate a negoziare e concludere accordi collettivi negli ambiti di loro interesse, nel pieno rispetto della loro autonomia e del diritto all'azione collettiva;
L.
considerando che la crescita economica va di pari passo con standard di vita e sociali migliori e con condizioni di lavoro adeguate;
M.
considerando che la strategia industriale dell'UE dovrebbe contribuire a rivitalizzare le regioni e quindi sostenere la loro trasformazione attraverso strategie di specializzazione intelligente e i fondi SIE;
1.
sottolinea che la politica industriale europea deve includere una dimensione sociale e ambientale solida e deve essere in linea con il pilastro europeo dei diritti sociali e gli obiettivi del Green Deal e dell'accordo di Parigi, onde far fronte efficacemente alle conseguenze sociali ed economiche dei cambiamenti strutturali e contribuire al conseguimento di tali obiettivi, al fine di favorire la competitività, un'occupazione di qualità, condizioni di lavoro dignitose, pari opportunità, nonché un accesso a mercati del lavoro e sistemi di previdenza sociale ben funzionanti per tutti; sottolinea che la transizione verso un'economia circolare e climaticamente neutra offre nuove opportunità per la creazione di posti di lavoro e la modernizzazione del settore industriale europeo, creando nuovi mercati, in particolare attraverso l'efficienza energetica, lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabili e la promozione di modelli innovativi, quali l'upcycling, il riutilizzo e la riparazione;
2.
osserva che le raccomandazioni specifiche per paese dovrebbero includere azioni e tematiche rilevanti per la politica industriale (dell'UE) nel corso del semestre europeo; sottolinea che la valutazione dello status quo e dei progressi compiuti è essenziale affinché in futuro l'elaborazione delle politiche sia fondata su fatti comprovati, cosa che assicurerebbe inoltre la comunicazione di informazioni agli Stati membri dell'UE in merito ai progressi e lo sviluppo della politica industriale a livello nazionale e di Unione;
3.
sottolinea che la digitalizzazione, l'intelligenza artificiale, l'analisi di big data, la cibersicurezza, l'innovazione e l'elaborazione di misure per industrie sostenibili sono essenziali per realizzare una migliore coesione sociale, conseguire gli obiettivi del Green Deal europeo e assicurare la competitività dell'Unione;
4.
sottolinea l'importanza dei lavoratori transfrontalieri e stagionali per la fornitura di servizi, quale componente chiave dello sforzo di ripresa economica, e chiede misure volte a incoraggiarne la mobilità e a proteggere i loro diritti lavorativi, inclusa una migliore attuazione della legislazione esistente;
5.
esorta la Commissione ad affrontare i problemi che i lavoratori transfrontalieri e stagionali incontrano nell'acquisizione dei loro diritti a prestazioni sociali a causa della mancata portabilità dei diritti dei lavoratori, mediante la rapida adozione della revisione del regolamento relativo al coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale e l'attuazione di soluzioni digitali coordinate a livello di Stati membri, migliorando e razionalizzando nel contempo le soluzioni contro le frodi di qualunque tipo;
6.
plaude al sostegno finanziario offerto dalla Commissione per salvare posti di lavoro
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attraverso lo strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione nello stato di emergenza (SURE) e ritiene che un regime europeo di riassicurazione contro la disoccupazione possa essere uno strumento aggiuntivo per accompagnare la transizione equa verso un'economia circolare, digitale e neutra dal punto di vista climatico e contribuire, in particolare, alla resilienza dell'economia e dell'industria europee; attende, in tal senso, la proposta della Commissione annunciata dalla presidente von der Leyen; 7.
accoglie con favore la proposta di un piano europeo per la ripresa, presentata dalla Commissione il 27 maggio 2020, che include un bilancio rafforzato a lungo termine dell'UE (QFP 2021-2027) e un nuovo strumento per la ripresa da 750 miliardi di EUR (Next Generation EU) e ne chiede la tempestiva approvazione; sottolinea in tal senso l'importanza di investimenti sostenibili in termini sociali e ambientali nei settori industriali particolarmente colpiti dalla crisi attraverso il dispositivo per la ripresa e la resilienza, dedicando particolare attenzione alla promozione di politiche occupazionali attive, degli investimenti nelle competenze e nelle infrastrutture digitali, dell'imprenditorialità e della creazione di start-up, in particolare per le PMI e i lavoratori autonomi, cosa che contribuirà a sviluppare una strategia per una politica industriale sostenibile e competitiva in tutta l'Unione;
8.
sottolinea che, al fine di raggiungere o mantenere la leadership globale in settori industriali strategici e in relazione a talune tecnologie ad alto valore aggiunto, i progetti di ricerca e innovazione nell'ambito del programma Orizzonte Europa e dell'Istituto europeo di innovazione e tecnologia sono fondamentali; rammenta l'impatto positivo degli sforzi in materia di innovazione per quanto riguarda il conseguimento della neutralità climatica entro il 2050, un vantaggio competitivo per le imprese dell'UE e per la quantità e la qualità dei posti di lavoro;
9.
accoglie con favore il sostegno finanziario offerto dalla Commissione per salvare i posti di lavoro attraverso il programma SURE e ulteriori partenariati tra i servizi per l'impiego, le parti sociali e le imprese al fine di facilitare la riqualificazione, in particolare per i lavoratori stagionali in tutte le professioni del settore turistico;
10.
reputa che la politica industriale dell'UE debba essere rivolta all'accelerazione dell'innovazione, in particolare nei settori chiave della digitalizzazione e della produzione, e contemplare strategie che promuovano la ripresa di un'occupazione di qualità e riportino opportunità produttive all'interno dell'Unione, assicurando al contempo uno sviluppo regionale sostenibile ed equilibrato per tutte le regioni dell'Unione, rafforzato dalla politica di coesione e dai fondi strutturali e di investimento europei (SIE), al fine di accrescere la competitività globale dell'UE e di evitare un'eccessiva dipendenza dai fornitori esteri, in particolare nei settori strategici, quali i prodotti farmaceutici e i dispositivi medici, la cibersicurezza e la sicurezza dei dati, i servizi digitali, le tecnologie strategiche e l'energia, rafforzando così l'autonomia strategica dell'Unione; pone l'accento, in tal senso, sull'importanza di sviluppare le competenze dei lavoratori in detti settori; sottolinea inoltre la necessità di favorire gli investimenti pubblici e l'utilizzo adeguato degli aiuti di Stato, nonché di incrementare gli investimenti di capitale da parte delle imprese, diversificare le catene di approvvigionamento globali e renderle più sostenibili e trasparenti;
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11.
ribadisce che il settore industriale è una pietra angolare dell'economia ed è responsabile di una considerevole quota delle esportazioni europee e degli investimenti europei nella ricerca e nell'innovazione; pone l'accento sul ruolo chiave delle PMI quali cardine dell'economia europea nel garantire la crescita industriale dell'UE e conseguire gli obiettivi della transizione verde e della transizione digitale; sottolinea pertanto che le PMI dovrebbero essere al centro della nuova strategia industriale e chiede alla Commissione e gli Stati membri di creare un ambiente favorevole che consenta alle PMI di svilupparsi e crescere, per esempio riducendo gli oneri normativi superflui, facilitando l'accesso a fonti di finanziamento adeguate e sostenendo l'imprenditorialità, elementi cruciali per l'innovazione, la creazione di posti di lavoro e l'inclusione; sostiene, in tal senso, la complementarità tra la nuova strategia industriale e il nuovo piano d'azione per l'economia circolare, che dovrebbe creare fino a 700 000 nuovi posti di lavoro in tutta l'UE entro il 2030, molti dei quali gioveranno in particolare alle PMI;
12.
sottolinea l'esigenza di una forte componente sociale nella strategia industriale europea e di una digitalizzazione inclusiva dell'industria; invita la Commissione europea a garantire fondi sufficienti e meccanismi efficaci attraverso il Fondo sociale europeo Plus, il Fondo per una transizione giusta e altri; chiede che la strategia affronti le esigenze delle regioni industriali meno avanzate dal punto di vista tecnologico, comprese quelle che dipendono fortemente dai combustibili fossili solidi e quelle che rientrano nell'ambito di applicazione dell'articolo 174 TFUE, e chiede di garantire gli investimenti necessari in infrastrutture come la copertura Internet a banda larga;
13.
sottolinea la necessità di evidenziare il rischio di perdite di posti di lavoro a causa della transizione industriale e la responsabilità delle autorità in termini di protezione sociale; invita gli Stati membri ad assicurare retribuzioni adeguate e un sostegno per i lavoratori durante la transizione, con particolare attenzione all'occupabilità e al benessere, e a valutare una gamma più ampia di misure di protezione sociale, come regimi nazionali di reddito minimo garantito, indennità di disoccupazione, aiuti per le famiglie, aiuti per coprire i costi del riscaldamento, pensioni adeguate, borse di studio per gli studenti, pagamento di tirocini e sostegno alle persone con disabilità, al fine di garantire condizioni di vita dignitose;
14.
sottolinea che gli investimenti nella salute e sicurezza sul lavoro contribuiscono a prevenire malattie, incidenti e sollecitazioni fisiche e psicologiche dannose legati al lavoro e hanno un concreto effetto positivo sull'economia, in quanto contribuiscono all'ottenimento di prestazioni migliori e alla crescita professionale sostenibile; rammenta che, secondo la Commissione europea, un euro speso per la salute e la sicurezza sul lavoro garantisce un ritorno di almeno due euro; sottolinea che la sicurezza e la salute sul lavoro dovrebbero essere una priorità anche nella nuova strategia industriale per l'Europa;
15.
accoglie con favore l'aumento di risorse stanziate al Fondo per una transizione giusta, considerando che 160 000 posti di lavoro nel settore dell'estrazione del carbone potrebbero essere persi entro il 2030 nel quadro del processo di transizione industriale a lungo termine, mentre altri settori, quali le industrie a elevata intensità energetica o l'industria automobilistica, dovranno affrontare profondi cambiamenti strutturali;
16.
invita la Commissione a esaminare attentamente l'impatto della dipendenza europea
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dalle importazioni da paesi terzi, in particolare dalla Cina e da altri paesi in cui lo Stato esercita un'influenza significativa sul mercato, con conseguenze inique per le imprese e i lavoratori nell'UE; 17.
prende atto dell'approccio mirato che la Commissione europea intende adottare per l'elaborazione dei programmi nel quadro della strategia industriale; chiede che tale approccio sia parte di una prospettiva realistica che tenga conto delle esigenze reali di ciascun ecosistema;
18.
sottolinea che, al fine di proteggere i posti di lavoro europei, è necessario riformare la normativa europea sulla concorrenza, assicurando che l'UE rimanga aperta agli investimenti esteri e li attragga, nel quadro dello Stato di diritto e delle norme europee;
19.
sottolinea che la capacità di attrarre, assumere e mantenere una forza lavoro qualificata è fondamentale per un'industria europea competitiva e sostenibile; ritiene che le politiche attive del mercato del lavoro, l'istruzione e la formazione in settori orientati al futuro, posti di lavoro e condizioni lavorative dignitosi, un'assistenza all'infanzia accessibile anche in termini economici e le abilità e le competenze, in particolare per quanto riguarda l'istruzione e la formazione professionale e le competenze digitali, siano essenziali per far fronte all'attuale e alla futura carenza di personale qualificato e a sostenere la transizione verso modelli sostenibili di produzione e fornitura di servizi; è del parare che gli investimenti nell'apprendimento personalizzato lungo tutto l'arco della vita, nell'imprenditorialità, comprese le cooperative e le imprese sociali, nell'alfabetizzazione digitale e nelle risorse umane siano importanti per garantire una un miglioramento delle competenze e una riqualificazione tempestivi ed efficaci per i lavoratori e per quanti cercano lavoro, creando così una forza lavoro forte e resiliente, e ritiene che essi debbano essere parte integrante della strategia industriale dell'UE; invita in tal senso la Commissione a garantire la complementarità tra gli obiettivi della nuova strategia industriale, del Green Deal europeo e della prevista nuova agenda per le competenze per l'Europa, dedicando particolare attenzione alle misure concrete e alle strategie coordinate per gli adulti, al fine di consentire loro di migliorare le proprie competenze e qualifiche in risposta all'evoluzione dei requisiti e delle richieste e alle transizioni del mercato del lavoro;
20.
riconosce che la carenza di personale qualificato e gli squilibri tra domanda e offerta di competenze figurano tra le principali sfide che le imprese devono attualmente affrontare, ostacolando la produzione e la crescita, e sottolinea che le competenze dovrebbero rispondere alle esigenze del mercato del lavoro; reputa che le parti sociali debbano svolgere un ruolo di primo piano nell'individuazione delle future carenze di competenze e nello sviluppo di programmi di istruzione e formazione, tra cui la formazione sul lavoro, e invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere la pianificazione strategica integrata e una migliore cooperazione, nonché a promuovere gli scambi di informazioni tra tutti i soggetti interessati, come i fornitori di istruzione e formazione professionale, i poli industriali, le università, i servizi pubblici per l'impiego, le imprese, i sindacati e le autorità locali e regionali, con particolare riferimento alle nuove competenze per i nuovi impieghi e settori; sottolinea, in tale contesto, l'importanza delle strutture di sostegno come le reti di PMI, le agenzie per lo sviluppo regionale, i poli per l'innovazione e i servizi di consulenza per le start-up, ai fini della creazione di catene del valore industriali a livello locale e regionale; invita la
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Commissione e gli Stati membri a rafforzare la mobilità dei lavoratori e a garantire la portabilità e il pieno riconoscimento delle competenze e delle qualifiche professionali, nonché l'efficace tutela dei diritti alle prestazioni sociali dei lavoratori mobili all'interno dell'UE, e a elaborare politiche finalizzate ad attrarre ricercatori, studenti con prestazioni elevate e lavoratori qualificati dai paesi terzi; 21.
sottolinea che lo sviluppo delle tecnologie basate sull'intelligenza artificiale determina sia opportunità che sfide per il futuro del mercato del lavoro e dell'industria dell'UE; osserva che l'Unione ha il potenziale per diventare leader globale nella promozione di un approccio socialmente responsabile a tale tecnologia e al suo utilizzo; invita la Commissione a collaborare strettamente con gli Stati membri, le parti sociali e altri soggetti interessati per trovare risposte soddisfacenti ai cambiamenti settoriali che richiedono un adeguato programma di riqualificazione dei lavoratori e l'elaborazione, attuazione e applicazione di norme europee in materia di etica e sicurezza in relazione all'IA; sottolinea che, al fine di rafforzare il mercato unico, è necessario affrontare le potenziali reazioni sociali e sviluppare concetti e idee in grado di offrire una risposta a tali sfide, tra cui eventuali aspetti fiscali relativi ai luoghi di lavoro sostituiti dalla robotica;
22.
invita l'Unione e gli Stati membri a rispettare e rafforzare le parti sociali, ampliare la copertura della contrattazione collettiva e adottare misure per promuovere un'elevata densità di organizzazioni sindacali e dei datori di lavoro al fine di garantire un settore industriale democratico, inclusivo e socialmente giusto; sottolinea che un efficace dialogo sociale è uno strumento fondamentale per assicurare una transizione democratica, inclusiva e giusta nel settore industriale; ritiene che la cooperazione congiunta tra l'Unione, gli Stati membri, le parti sociali e le organizzazioni che rappresentano la società civile crei un ambiente favorevole alla crescita dell'industria europea e che la nuova strategia industriale debba riflettere le tradizioni del mercato sociale dell'Unione e coinvolgere pienamente le parti sociali attraverso un solido quadro di governance; sottolinea che il dialogo sociale contribuisce sia alla competitività economica che alla coesione sociale; chiede un ulteriore rafforzamento del dialogo sociale in tutta Europa al fine di equilibrare le relazioni industriali e promuovere la contrattazione collettiva; sottolinea che qualunque strategia industriale dovrebbe essere incentrata sui lavoratori, i loro rappresentanti e i sindacati, al fine di assicurarne il funzionamento democratico; invita la Commissione a includere tali soggetti nel processo;
23.
sottolinea l'esigenza di un inserimento più rapido dei giovani apprendisti nel mercato del lavoro attraverso tirocini retribuiti di alta qualità; chiede agli Stati membri di promuovere la cultura dell'istruzione e la formazione professionale fin dall'istruzione primaria, una cultura in cui le professioni sono valorizzate e il percorso di istruzione e formazione professionale diventa desiderabile e prevedibile;
24.
pone l'accento sul ruolo dell'accessibilità delle attività di apprendimento nella creazione di una cultura dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita; invita la Commissione a sviluppare e favorire più opportunità di accesso alle attività di apprendimento lungo tutto l'arco della vita, quali i programmi universitari per gli adulti e gli anziani, i centri di apprendimento pubblici, i buoni per le attività di apprendimento, i corsi online aperti a tutti, maggiori fondi per le organizzazioni della società civile nel settore dell'istruzione
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e i fondi e le attività per il riorientamento di carriera; 25.
plaude al lavoro della Fondazione europea per la formazione, in particolare in relazione all'istruzione professionale, volto a promuovere la mobilità e ad aiutare i paesi partner a realizzare le proprie transizioni e a sviluppare il capitale umano attraverso la riforma dei loro sistemi di istruzione e formazione e del mercato del lavoro; chiede una maggiore cooperazione per quanto riguarda la condivisione delle conoscenze, delle informazioni e delle migliori prassi tra Cedefop, Eurofound, il SEAE e la Commissione;
26.
ritiene che la recente pandemia abbia evidenziato l'importanza delle soluzioni digitali e rispettose dell'ambiente, in particolare il telelavoro, e la necessità di introdurre norme minime comuni a livello europeo per proteggere la salute e la sicurezza dei lavoratori e garantire il coinvolgimento delle parti sociali; è del parere che il telelavoro offra opportunità quali un miglior equilibrio tra vita professionale e vita privata, minori emissioni di CO2 legate agli spostamenti quotidiani dei lavoratori e migliori opportunità di lavoro per le persone con disabilità, i prestatori di assistenza, i giovani e le persone in zone remote, pur riconoscendo l'esistenza di sfide legate al divario sociale, professionale e digitale; invita la Commissione a proporre un quadro normativo atto a disciplinare le condizioni del telelavoro in tutta l'Unione e a garantire condizioni di lavoro e di impiego dignitose nell'economia digitale;
27.
invita la Commissione a proporre un aggiornamento ambizioso del piano d'azione europeo per l'istruzione digitale, che democratizzi l'apprendimento a distanza, includa l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e l'istruzione non formale, assicuri maggiori finanziamenti per dare la priorità assoluta alle competenze digitali e rinsaldi la cooperazione tra gli Stati membri; invita la Commissione a esplorare il ruolo importante e le potenzialità del telelavoro e dell'apprendimento a distanza nel settore pubblico e privato, senza lasciare indietro nessuno;
28.
sottolinea che la politica in materia climatica dovrebbe essere attuata in modo da sostenere le nuove tecnologie, gli investimenti e l'innovazione e, di conseguenza, la creazione di occupazione; sottolinea che, mentre la transizione ecologica può potenzialmente creare nuovi posti di lavoro verdi, qualunque piano di decarbonizzazione delle industrie europee deve essere accompagnato da un meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera compatibile con l'OMC e complementare alle misure esistenti in materia di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio;
29.
invita gli Stati membri ad assicurare quadri di ristrutturazione preventiva efficaci e un quadro in materia di seconda opportunità che consenta ai debitori onesti in difficoltà finanziaria di ripristinare la propria redditività e di evitare l'insolvenza, e che non li dissuada dal perseguire nuove idee;
30.
sottolinea che l'equilibrio di genere e il raggiungimento della parità tra uomini e donne devono essere principi fondamentali della strategia industriale dell'UE; invita la Commissione a integrare la prospettiva di genere nella sua strategia di politica industriale, in particolare nelle sue misure volte ad affrontare le trasformazioni digitali e verdi, e a incoraggiare la partecipazione delle donne all'economia e all'imprenditoria digitale e all'istruzione e l'occupazione nei settori STEM e TIC, onde colmare il divario di genere in ambito industriale e digitale; invita l'Unione, gli Stati membri e le parti
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sociali a eliminare qualunque discriminazione retributiva sulla base dell'età o del genere nel settore industriale e ad assicurare, in linea con il diritto e la prassi nazionali, che tutti i lavoratori abbiano diritto a retribuzioni adeguate attraverso accordi collettivi o salari minimi legali; invita gli Stati membri a sbloccare infine la proposta di direttiva del 2012 relativa alla presenza delle donne nei consigli di amministrazione, onde aumentare la percentuale di donne in posizioni dirigenziali; 31.
sollecita la Commissione a garantire che la strategia europea sulla disabilità per il periodo successivo al 2020 affronti e promuova l'inclusione delle persone con disabilità nei settori e nei luoghi di lavoro industriali e nella società nel suo insieme, contrastando la discriminazione, promuovendo la solidarietà e assicurando l'accessibilità mediante la rimozione delle barriere fisiche, digitali, educative e sociali e sfruttando le tecnologie assistive digitali; esorta il settore industriale a dare piena attuazione al principio della progettazione universale al fine di rendere la piena accessibilità un elemento fondamentale sin dalla fase di progettazione e ad avviare un dialogo con le organizzazioni che rappresentano le persone con disabilità;
32.
sottolinea che l'Unione e gli Stati membri devono restare uniti per promuovere la posizione dell'industria europea nel mondo, creando una base industriale vasta e competitiva in linea con l'obiettivo di conseguire la neutralità climatica entro il 2050; sottolinea che la creazione di posti di lavoro di qualità, la protezione sociale, servizi pubblici ben funzionanti e lo Stato di diritto svolgono un ruolo importante nel favorire attività industriali fiorenti in tale contesto;
33.
invita l'Unione e gli Stati membri ad assicurare, nel contesto della politica industriale europea, che il sostegno finanziario e le sovvenzioni siano concessi unicamente alle imprese che rispettano gli accordi collettivi pertinenti; sottolinea altresì che l'assistenza emergenziale nelle situazioni di crisi, come la Covid-19, dovrebbe essere concessa unicamente ad aziende che non riacquistano azioni, non pagano dividendi agli azionisti e non concedono premi ai dirigenti, e che non sono registrate in paradisi fiscali.
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INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE Approvazione
16.7.2020
Esito della votazione finale
+: –: 0:
Membri titolari presenti al momento della votazione finale
Atidzhe Alieva-Veli, Abir Al-Sahlani, Marc Angel, Dominique Bilde, Gabriele Bischoff, Vilija Blinkevičiūtė, Milan Brglez, Sylvie Brunet, David Casa, Leila Chaibi, Margarita de la Pisa Carrión, Özlem Demirel, Klára Dobrev, Jarosław Duda, Estrella Durá Ferrandis, Rosa Estaràs Ferragut, Nicolaus Fest, Loucas Fourlas, Cindy Franssen, Heléne Fritzon, Helmut Geuking, Elisabetta Gualmini, Alicia Homs Ginel, France Jamet, Agnes Jongerius, Radan Kanev, Ádám Kósa, Stelios Kympouropoulos, Katrin Langensiepen, Miriam Lexmann, Elena Lizzi, Radka Maxová, Kira Marie Peter-Hansen, Manuel Pizarro, Dennis Radtke, Elżbieta Rafalska, Guido Reil, Daniela Rondinelli, Mounir Satouri, Monica Semedo, Beata Szydło, Eugen Tomac, Romana Tomc, Yana Toom, Nikolaj Villumsen, Marianne Vind, Maria Walsh, Stefania Zambelli, Tatjana Ždanoka, Tomáš Zdechovský
Supplenti presenti al momento della votazione finale
Marc Botenga, Jordi Cañas, Lukas Mandl, Samira Rafaela, Anna Zalewska
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VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE
+
41 ECR
Helmut Geuking, Elżbieta Rafalska, Beata Szydło, Anna Zalewska, Margarita de la Pisa Carrión
NI
Daniela Rondinelli
PPE
David Casa, Jarosław Duda, Rosa Estaràs Ferragut, Loucas Fourlas, Cindy Franssen, Ádám Kósa, Stelios Kympouropoulos, Lukas Mandl, Dennis Radtke, Eugen Tomac, Romana Tomc, Maria Walsh
Renew
Abir Al-Sahlani, Atidzhe Alieva-Veli, Sylvie Brunet, Jordi Cañas, Samira Rafaela, Monica Semedo, Yana Toom
S&D
Marc Angel, Gabriele Bischoff, Vilija Blinkevičiūtė, Milan Brglez, Klára Dobrev, Estrella Durá Ferrandis, Heléne Fritzon, Elisabetta Gualmini, Alicia Homs Ginel, Agnes Jongerius, Manuel Pizarro, Marianne Vind
Verts/ALE
Katrin Langensiepen, Kira Marie Peter-Hansen, Mounir Satouri, Tatjana Ždanoka
-
6 ID
Dominique Bilde, Nicolaus Fest, France Jamet, Elena Lizzi, Guido Reil, Stefania Zambelli
0
6 GUE/NGL
Marc Botenga, Leila Chaibi, Özlem Demirel, Nikolaj Villumsen
PPE
Miriam Lexmann
Renew
Radka Maxová
Significato dei simboli utilizzati: + : favorevoli - : contrari 0 : astenuti
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3.9.2020 PARERE DELLA COMMISSIONE PER IL MERCATO INTERNO E LA PROTEZIONE DEI CONSUMATORI destinato alla commissione per l'industria, la ricerca e l'energia su una nuova strategia industriale per l'Europa (2020/2076(INI)) Relatore per parere: Adam Bielan
SUGGERIMENTI La commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori invita la commissione per l'industria, la ricerca e l'energia, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti: 1.
sottolinea che la pandemia di COVID-19 ha generato un grave impatto sull'economia europea e globale, sia in termini di finanze pubbliche sia di capacità, da parte del settore privato, di offrire opportunità di impiego e investire risorse in attività o innovazioni; evidenzia che ha altresì causato ritardi nella produzione e negli adeguamenti obbligatori derivanti dalla legislazione; conclude, inoltre, che ha evidenziato la dipendenza dell'UE in talune catene del valore strategiche; ritiene che la Commissione debba valutare l'adozione di misure, anche mediante politiche di governance, che garantiscano il corretto funzionamento del mercato unico nonché la resilienza e l'autonomia dei settori strategici dell'industria europea;
2.
si attende pertanto che la strategia industriale, elaborata prima dell'insorgere della pandemia e pubblicata nella fase iniziale della stessa in Europa, necessiterà di una revisione sostanziale per tenere conto del cambiamento delle prospettive economiche e della nuova missione della Commissione: incentrare gli sforzi sulla transizione industriale, riportare le economie di tutta l'UE su un percorso di crescita e affrontare le crescenti divergenze rafforzando le economie degli Stati membri, a nord e a sud nonché a est e a ovest; invita la Commissione a definire sforzi globali, ambiziosi e sostenibili a vantaggio dei cittadini e delle imprese; ritiene che a tal fine sia necessario adottare un approccio comune europeo;
3.
sottolinea che la Commissione deve intervenire per porre rimedio alle perturbazioni del mercato unico; sottolinea inoltre che la strategia non dovrebbe semplicemente riportare il mercato unico alla sua posizione precedente, eliminando le perturbazioni legate alla pandemia di COVID-19; ritiene che tale politica industriale dovrebbe altresì garantire uno sviluppo più resiliente e sostenibile, eliminare gli ostacoli ingiustificati al mercato unico ancora esistenti, anche nei servizi, e assicurare che le norme del mercato unico
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siano attuate e applicate in modo efficace ed equo; 4.
invita la Commissione a realizzare, di concerto con gli Stati membri, un'analisi globale e intersettoriale delle economie dell'UE, al fine di comprendere l'entità dell'impatto generato dalla pandemia di COVID-19 e valutare la portata delle perturbazioni nelle catene del valore transfrontaliere; ritiene che si tratti di una base di conoscenze essenziali che consentirà alla Commissione di formulare raccomandazioni aggiornate e di determinare le politiche fondamentali che rafforzeranno una ripresa collettiva a lungo termine nel mercato unico che non lasci indietro nessuno;
5.
ritiene che, sulla base di tale vasta base di conoscenze, la nuova strategia industriale della Commissione dovrebbe dare priorità alla ripresa economica sostenibile ed equa, alla transizione digitale e alla transizione verde e al benessere dei cittadini e dei consumatori nonché alle opportunità a loro disposizione, in modo da porre in evidenza l'impegno comune volto a ricostruire e a rafforzare la resilienza del mercato unico e dell'industria europea e a conseguire vantaggi per tutti gli Stati membri, i loro cittadini e le loro imprese; invita la Commissione a prestare particolare attenzione ai principi del "legiferare meglio", anche mediante la valutazione specifica delle proposte della Commissione relative al rispetto della proporzionalità, al fine di garantire che tutti gli sforzi sostengano lo sviluppo di un mercato unico forte; ricorda in tal contesto il principio "one in, one out" sostenuto dalla Commissione per ridurre la burocrazia;
6.
evidenzia che è essenziale rafforzare la resilienza degli ecosistemi industriali del mercato unico e che a tal fine è necessario un quadro legislativo ambizioso, anche per quanto riguarda i quadri in materia di concorrenza e aiuti di Stato; accoglie con favore i 14 ecosistemi individuati dalla Commissione e l'accento posto sulla necessità di riorientare alcune delle loro attività critiche verso il mercato interno, il che dovrebbe contribuire a promuovere la resilienza dell'industria europea nonché a rafforzarne l'autonomia e a ridurne la dipendenza dai paesi terzi;
7.
rammenta che durante la pandemia di COVID-19 vari settori cruciali, quali i settori alimentare, farmaceutico e sanitario nonché le relative catene di approvvigionamento hanno subito perturbazioni enormi, che hanno costretto produttori e aziende di trasformazione a individuare nuovi fornitori e trovare sbocchi commerciali alternativi; sottolinea che, solo dopo una valutazione d'impatto approfondita, una strategia industriale riveduta dovrebbe stimolare i cambiamenti necessari in modo equo e sostenibile, al fine di evitare il futuro collasso delle catene di approvvigionamento e lo stallo della produzione in settori critici a seguito delle delocalizzazioni, nonché di garantire che l'UE non dipenda più dalle importazioni di beni e medicinali essenziali da paesi terzi nell'eventualità di una nuova crisi, assicurando al contempo la competitività dell'economia dell'UE;
8.
invita la Commissione a includere nella nuova strategia industriale meccanismi che livellino i costi della produzione industriale sostenibile dell'UE, garantendo la competitività dell'industria dell'UE sul mercato globale;
9.
sottolinea che la competitività industriale dell'UE si basa non solo su catene di approvvigionamento ben funzionanti e sulla libera circolazione delle merci, ma in particolar modo su un mercato unico dei servizi pienamente funzionante; ricorda
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l'attuale processo di "servitizzazione" dell'industria; evidenzia che la Commissione, nell'ambito della revisione di qualsiasi serie di priorità, deve valutare in che modo approfondire il mercato unico dei servizi transfrontalieri, alla luce delle sue potenzialità, ben documentate, per il rilancio della competitività e della crescita in tutta l'UE; invita la Commissione ad affrontare gli attuali ostacoli normativi e non normativi ingiustificati al mercato interno che talvolta derivano da norme nazionali restrittive e complesse, da capacità amministrative limitate e dal recepimento imperfetto delle norme dell'UE, nonché dalla loro inadeguata attuazione, mantenendo nel contempo un livello elevato di protezione dei consumatori; sottolinea l'importanza di una governance più flessibile e trasparente per l'ulteriore integrazione del mercato interno e della sua industria, mediante migliori strumenti di monitoraggio, misurazione delle prestazioni ed eGovernment, quali il quadro di valutazione del mercato interno, una rete SOLVIT rafforzata e lo sportello digitale; 10.
sottolinea l'importanza di garantire che l'Europa diventi un modello globale di sostenibilità, il che è fondamentale per i piani di sviluppo dell'industria europea, ed evidenzia la necessità di promuovere l'economia circolare e incoraggiare la produzione sostenibile offrendo incentivi all'innovazione; ricorda che per poter realizzare con successo la transizione verso un mercato unico più sostenibile è necessario un maggiore livello di fiducia tra gli Stati membri; ritiene che una nuova strategia industriale debba essere incentrata, tra l'altro, sulla creazione e lo sviluppo di industrie ecologiche, in linea con il nuovo Green Deal; sottolinea la necessità di rafforzare l'industria europea in modo da sostenere lo sviluppo di nuovi mercati armonizzati per realizzare l'economia circolare; sottolinea l'importanza del mercato interno per quanto riguarda il riutilizzo delle materie prime primarie e secondarie, nel pieno rispetto della legislazione applicabile;
11.
ricorda a tal proposito le conclusioni del Consiglio europeo del 12 dicembre 2019, in cui si pone in evidenza la necessità di istituire un quadro d'azione che apporti benefici a tutti gli Stati membri e si precisa che tutte le politiche e le normative pertinenti dell'UE devono essere coerenti con il conseguimento dell'obiettivo della neutralità climatica e contribuire a tale obiettivo, tutelando al contempo la competitività dell'UE; chiede pertanto strumenti, incentivi e investimenti adeguati per garantire una transizione giusta ed efficace sotto il profilo dei costi; ritiene che tale quadro dovrebbe tenere contro delle diverse circostanze nazionali e dei diversi punti di partenza; sottolinea che la strategia industriale riveduta deve contribuire a un mercato interno più sostenibile, tenendo conto nel contempo della necessità di rafforzare la protezione dei consumatori;
12.
evidenzia che un settore pubblico forte a fianco di un'industria prospera può contribuire attivamente, mediante gli investimenti e lo sviluppo delle infrastrutture industriali, ad agevolare la necessaria trasformazione dell'economia e della società dell'UE, richiesta anche nell'ambito degli obiettivi del Green Deal europeo; riconosce in tal contesto che gran parte del settore pubblico e di quello privato andrà incontro a notevoli ristrettezze finanziarie nei prossimi anni; sottolinea inoltre che si tratterà di una trasformazione ad alta intensità di capitale, che dovrebbe tener conto dei vincoli agli investimenti cui deve far fronte l'industria, nonché dei vincoli aggiuntivi ai bilanci degli Stati membri derivanti dalla pandemia di COVID-19; incoraggia pertanto la Commissione ad avviare un dialogo attivo e aperto con tutti i settori industriali e le parti interessate pertinenti, in modo da garantire che i cambiamenti previsti dalla nuova legislazione non abbiano
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ripercussioni negative sul mercato unico; esprime preoccupazione riguardo al ritmo diseguale di sviluppo, in particolare nelle regioni meno sviluppate dell'UE e in quelle ultraperiferiche, in cui la realizzazione della trasformazione richiede misure più significative; esorta la Commissione ad adottare, nella sua strategia industriale riveduta, un modello che integri flessibilità e sostegno, al fine di garantire che nessuno sia lasciato indietro; ricorda in tal contesto che l'impegno e l'approccio europei descritti nel piano di ripresa per l'Europa della Commissione costituiscono uno strumento per agevolare ulteriormente il conseguimento degli obiettivi generali dell'UE; 13.
evidenzia l'importanza della digitalizzazione dell'industria dell'UE, anche nell'ambito della verifica delle materie prime industriali prima del loro ingresso nel mercato interno; sottolinea che nuove tecnologie quali l'intelligenza artificiale (IA), l'Internet delle cose (IoT) e la robotica assolvono un ruolo importante, proporzionale al loro potenziale contributo allo sviluppo di processi e innovazioni industriali, offrendo vantaggi ai consumatori, mediante prodotti e servizi innovativi, e alle imprese, tramite l'ottimizzazione delle prestazioni; invita pertanto la Commissione a porre in atto un mercato unico europeo digitale e dei dati per agevolare le opportunità transfrontaliere in tutta l'UE per le imprese e i cittadini, nonché a investire in misura significativa in reti resilienti e sicure ad alta velocità disponibili in tutte le regioni, nell'intelligenza artificiale, nell'economia dei dati e nella produzione intelligente e 3D; evidenzia inoltre che la politica industriale dovrebbe tenere conto del quadro giuridico dell'Unione in materia di sicurezza e responsabilità dei consumatori e dovrebbe adattarsi in tempo utile agli sviluppi tecnologici, al fine di garantire un elevato livello di tutela dei consumatori, la fiducia nelle nuove tecnologie e la certezza del diritto per le imprese;
14.
sottolinea che gli appalti pubblici svolgono un ruolo significativo nel plasmare l'industria europea e potrebbero contribuire a promuovere i mercati per prodotti innovativi e sostenibili, anche grazie all'incoraggiamento offerto dall'attuale quadro volontario per gli appalti pubblici verdi; ritiene che le politiche in materia di appalti pubblici possano apportare benefici aggiuntivi se la normativa pertinente è attuata correttamente, armonizzata e semplificata; incoraggia la Commissione a effettuare un'analisi approfondita sui vantaggi che il quadro europeo in materia di appalti pubblici potrebbe derivare dall'equiparazione dei criteri sociali e ambientali ai criteri economici, prestando particolare attenzione all'impiego efficiente del denaro dei contribuenti, al livello di aumento della partecipazione delle PMI e all'impatto sugli investimenti strategici; evidenzia che il mercato europeo degli appalti pubblici offre notevoli opportunità alle imprese situate all'interno e all'esterno dell'UE; sottolinea pertanto la necessità di applicare il principio di reciprocità, in particolare laddove, nei paesi terzi, alle imprese europee sono negate pari opportunità; prende atto, in tal contesto, del Libro bianco della Commissione relativo all'introduzione di pari condizioni di concorrenza in materia di sovvenzioni estere (COM(2020)0253);
15.
ritiene che le norme che regolano la concorrenza nell'UE debbano essere ammodernate, in modo da essere adeguate sia per proteggere l'integrità del mercato unico europeo che per il contesto economico mondiale, come pure per sostenere la creazione di concorrenti europei in grado di competere con i leader mondiali, aiutare gli Stati membri a conseguire una posizione di primo piano in ambito tecnologico e fermare le acquisizioni ostili di imprese strategiche nell'UE; invita la Commissione, nel frattempo, a garantire che i quadri temporanei approvati per gli aiuti di Stato non falsino la concorrenza
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all'interno del mercato unico nel medio e lungo termine; ritiene altresì importante tutelare gli interessi delle PMI, delle microimprese e delle start-up; invita la Commissione a consentire, nel contempo, l'uso efficace degli aiuti di Stato negli Stati membri laddove sia cruciale evitare gravi perturbazioni economiche; evidenzia che una concorrenza mal funzionante limita le scelte dei consumatori e compromette il loro benessere; 16.
sottolinea che la strategia industriale dovrebbe sostenere i principi del commercio libero, equo e sostenibile e l'impegno dell'UE a collaborare con i nostri partner mondiali sulla riforma del sistema commerciale multilaterale; invita la Commissione a chiarire in che modo intende mantenere tali impegni, promuovendo nel contempo l'emergere di leader mondiali in Europa;
17.
sottolinea che l'elevato livello di divergenza nei controlli dei prodotti provenienti da paesi terzi, nelle procedure doganali e nelle politiche sanzionatorie ai punti di entrata dell'UE dell'unione doganale spesso comporta non solo distorsioni nei flussi commerciali e nelle catene di approvvigionamento, ma anche notevoli rischi per la salute e la sicurezza dei consumatori nel mercato unico; insiste affinché la Commissione assicuri che i controlli doganali in tutta l'Unione europea rispettino le stesse norme, mediante un meccanismo di controllo doganale diretto e unificato, in coordinamento con gli Stati membri e nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà;
18.
rammenta che numerosi settori, quali l'ingegneria meccanica, la logistica, il settore alimentare, quello farmaceutico, i dispositivi medici, il settore automobilistico e quello aereo sono fondamentali per l'economia europea e che l'Europa dovrebbe mantenere la sua leadership in tali settori; ricorda inoltre che tali settori sono sottoposti a costanti pressioni derivanti da molti dei cambiamenti attesi per l'economia del futuro e che sono stati gravemente colpiti dalle conseguenze della pandemia di COVID-19; ritiene che la strategia industriale riveduta dovrebbe prevedere misure specifiche per tali settori, e specialmente per il settore aereo e quello automobilistico, compreso un adeguato sostegno finanziario; ritiene che in particolare per il settore automobilistico occorra adottare misure per stimolare la domanda di veicoli nel quadro della rimozione dei modelli più datati dalle strade di tutta l'UE e della loro sostituzione con modelli a basse e zero emissioni mediante regimi di sostituzione e riacquisto, nonché per eliminare qualsiasi ostacolo alle innovazioni sul mercato, mediante lo sblocco delle omologazioni e delle immatricolazioni dei veicoli più tecnologici e investimenti in infrastrutture orientate al futuro come le stazioni di ricarica e rifornimento; ritiene che tali misure possano accrescere la fiducia nutrita dai consumatori nella qualità dei prodotti acquistati e fabbricati nel mercato interno e rafforzare l'economia dell'UE; invita la Commissione a valutare la possibilità di rinviare l'attuazione della legislazione la cui applicazione potrebbe aver risentito della crisi della COVID-19;
19.
sottolinea l'importanza delle misure e dei canali di informazione intesi ad aiutare le microimprese, le piccole e medie imprese e le start-up a procedere in modo efficace alla digitalizzazione e verso l'industria 4.0; invita la Commissione e gli Stati membri a offrire sostegno alle start-up e alle PMI mediante ulteriori impegni finanziari nel quadro del programma per il mercato unico e dei poli dell'innovazione digitale, il che permetterà loro di sviluppare e diffondere i loro prodotti e quindi di realizzare appieno il loro potenziale di crescita e occupazione in Europa, anche mediante la creazione di
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catene del valore europee in linea con obiettivi sostenibili; evidenzia l'importanza del coordinamento con altri importanti attori mondiali nell'ambito delle tecnologie emergenti, che creerebbe un approccio compatibile a livello globale in grado di consentire la libera espansione delle imprese europee, comprese le PMI, sui mercati globali e non solo su quelli europei; 20.
ritiene che i progetti che beneficiano del sostegno europeo svolgano un ruolo cruciale nel rafforzare le differenti dimensioni del mercato interno, in considerazione del loro valore in termini di portata e utilizzo dei finanziamenti; riconosce in tal contesto l'importanza di sviluppare nuovi partenariati in settori strategici, come l'Alleanza europea per le batterie (EBA), al fine di ricostruire catene di approvvigionamento sostenibili in Europa.
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INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE Approvazione
3.9.2020
Esito della votazione finale
+: –: 0:
Membri titolari presenti al momento della votazione finale
Alex Agius Saliba, Andrus Ansip, Alessandra Basso, Brando Benifei, Adam Bielan, Hynek Blaško, Biljana Borzan, Vlad-Marius Botoş, Markus Buchheit, Dita Charanzová, Deirdre Clune, David Cormand, Petra De Sutter, Carlo Fidanza, Evelyne Gebhardt, Sandro Gozi, Maria Grapini, Svenja Hahn, Virginie Joron, Eugen Jurzyca, Arba Kokalari, Marcel Kolaja, Kateřina Konečná, Andrey Kovatchev, Jean-Lin Lacapelle, Maria-Manuel Leitão-Marques, Morten Løkkegaard, Adriana Maldonado López, Antonius Manders, Beata Mazurek, Leszek Miller, Dan-Ștefan Motreanu, Kris Peeters, Anne-Sophie Pelletier, Christel Schaldemose, Andreas Schwab, Tomislav Sokol, Ivan Štefanec, Kim Van Sparrentak, Marion Walsmann, Marco Zullo
Supplenti presenti al momento della votazione finale
Maria da Graça Carvalho, Anna Cavazzini, Krzysztof Hetman
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VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE
+
33 ECR
Adam Bielan, Carlo Fidanza, Eugen Jurzyca, Beata Mazurek
PPE
Maria da Graça Carvalho, Deirdre Clune, Krzysztof Hetman, Arba Kokalari, Andrey Kovatchev, Antonius Manders, Dan-Ștefan Motreanu, Kris Peeters, Andreas Schwab, Tomislav Sokol, Ivan Štefanec, Marion Walsmann
GUE/NGL
Kateřina Konečná
NI
Marco Zullo
RENEW
Andrus Ansip, Vlad-Marius Botoş, Dita Charanzová, Sandro Gozi, Svenja Hahn, Morten Løkkegaard
S&D
Alex Agius Saliba, Brando Benifei, Biljana Borzan, Evelyne Gebhardt, Maria Grapini, Maria-Manuel LeitãoMarques, Adriana Maldonado López, Leszek Miller, Christel Schaldemose
-
1 ID
Hynek Blaško
0
10 GUE/NGL
Anne-Sophie Pelletier
VERTS/ALE
Anna Cavazzini, David Cormand, Petra De Sutter, Marcel Kolaja, Kim Van Sparrentak
ID
Alessandra Basso, Markus Buchheit, Virginie Joron, Jean-Lin Lacapelle
Significato dei simboli utilizzati: + : favorevoli - : contrari 0 : astenuti
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9.9.2020 PARERE DELLA COMMISSIONE PER LO SVILUPPO REGIONALE destinato alla commissione per l'industria, la ricerca e l'energia su una nuova strategia industriale per l'Europa (2020/2076(INI)) Relatrice per parere: Tsvetelina Penkova
SUGGERIMENTI La commissione per lo sviluppo regionale invita la commissione per l'industria, la ricerca e l'energia, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti: A.
considerando che l'industria nazionale è un motore di sviluppo sostenibile e di crescita, esportazione, innovazione, benessere sociale e prosperità nell'UE; che la pandemia di COVID-19, che ha causato una crisi socioeconomica senza precedenti, ha determinato interruzioni delle catene del valore a causa della delocalizzazione di alcune industrie e ha mostrato che l'UE non ha un'autonomia industriale strategica aperta in settori essenziali dell'economia; che, tuttavia, la pandemia ha altresì mostrato la resilienza delle regioni dell'UE nel fornire risposte innovative alle sfide sociali;
B.
considerando che le PMI dell'UE stimolano la concorrenza nel mercato unico e svolgono un ruolo fondamentale nell'industria dell'UE in quanto colonna portante e motore dell'economia; che le PMI in generale e le imprese dell'economia sociale in particolare sono state duramente colpite dalla pandemia e hanno conosciuto una grave crisi di liquidità; che le PMI dovrebbero pertanto essere sostenute e incoraggiate nella creazione di posti di lavoro innovativi, verdi, sicuri e di qualità nella loro transizione verso la sostenibilità ambientale e un'economia più digitalizzata e più resiliente in ogni regione dell'Unione, una transizione che dovrebbe essere realizzata attraverso stimoli anziché a scapito dei settori produttivi; che una possibilità potrebbe essere quella di utilizzare a tal fine la flessibilità esistente nel quadro del patto di stabilità e crescita;
C.
considerando che la nuova strategia industriale per l'Europa svolgerà un ruolo fondamentale nello sviluppo di un'economia più verde, più digitalizzata e più resiliente; che un approccio che tiene conto delle specificità locali, ad esempio attraverso la specializzazione intelligente, aiuta le regioni a creare un ambiente in cui possano crescere e svilupparsi ecosistemi industriali innovativi e promuove i legami tra l'industria, le PMI, i centri di ricerca, le comunità locali e altri attori locali e regionali, nonché i portatori di interessi nazionali;
1.
rammenta che il futuro industriale dell'UE è legato a un allineamento dell'economia ai
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principi stabiliti dal Green Deal europeo, una tabella di marcia per una nuova crescita e lo sviluppo sostenibile dell'UE, contribuendo nel contempo agli obiettivi dell'accordo di Parigi, agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e alla transizione verso un'economia digitale (Agenda digitale); ricorda che tali principi mirano inoltre a riunire i cittadini, i comuni, le regioni e gli Stati membri, come pure le imprese (in particolare le PMI) e altri soggetti interessati, al fine di sviluppare un settore industriale sostenibile e pertanto competitivo a livello internazionale, includendo le regioni nel processo di realizzazione di una transizione equa e giusta e promuovendo, nel contempo, la coesione tra tutte le regioni in modo che nessuno sia lasciato indietro; 2.
sottolinea che gli investimenti nell'industria manifatturiera tradizionale, unitamente all'accento posto sulla ricerca, l'innovazione e la diffusione di tecnologie innovative, la transizione verso un sistema energetico sostenibile, economicamente accessibile e sicuro, nonché l'istruzione, la riqualificazione e il miglioramento delle competenze dei lavoratori (in particolare nelle PMI) dovrebbero essere i fattori trainanti della crescita industriale dell'Unione, promuoveranno la coesione sociale, economica e territoriale e la cooperazione tra tutte le regioni dell'UE e dovrebbero rispettare le caratteristiche delle singole regioni e la loro diversità, permettendo loro di realizzare una crescita economica equa, resiliente, equilibrata in termini di genere e inclusiva nelle zone urbane e rurali; sottolinea che la strategia industriale dell'UE dovrebbe prestare particolare attenzione ai problemi delle regioni ultraperiferiche e delle altre regioni che presentano svantaggi naturali o demografici, come indicato agli articoli 349 e 174 del TFUE;
3.
sottolinea che uno degli obiettivi del sostegno delle PMI attraverso i Fondi strutturali e d'investimento europei (fondi SIE) dovrebbe essere di pervenire a una trasformazione economica innovativa, digitale e basata sulla conoscenza e a una transizione giusta verso un'UE verde, efficiente sotto il profilo energetico e delle risorse, diversificata e neutra in termini di emissioni di carbonio, che sia più connessa e coesa e che miri a garantire un'occupazione sostenibile a lungo termine in tutte le sue regioni attraverso la crescita economica e la diversificazione delle industrie esistenti attraverso la competitività industriale, attenuando nel contempo gli effetti economici e sociali negativi della delocalizzazione industriale;
4.
ribadisce che i settori pubblico e privato hanno un nuovo importante ruolo da svolgere nell'agevolare una transizione giusta attraverso la promozione di una transizione energetica verde, equa ed efficiente, di investimenti verdi e blu, dell'economia circolare, compresa la gestione delle risorse, dell'efficienza energetica e delle risorse, di un uso responsabile delle risorse esistenti, della sicurezza alimentare e della transizione digitale (e quindi della competitività industriale), come pure dell'adattamento ai cambiamenti climatici e della loro mitigazione e, di conseguenza, della prevenzione dei rischi in tutte le regioni dell'UE; ricorda le proposte avanzate in materia di appalti pubblici innovativi e la necessità di promuovere investimenti pubblici a lungo termine e la collaborazione pubblico-privato al fine di sostenere la crescita economica e la transizione verso un'economia più pulita;
5.
si compiace dello strumento per la ripresa Next Generation EU, che mira a sviluppare solide politiche industriali e di coesione per finanziare la ripresa e far fronte alle esigenze di ripresa più urgenti; osserva tuttavia che la politica di coesione dell'UE necessita di finanziamenti sufficienti a titolo dei fondi SIE per favorire la coesione
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economica, sociale e territoriale in tutte le regioni dell'UE, contribuendo alla riduzione delle disparità economiche e sociali, al conseguimento di una convergenza positiva e alla promozione di uno sviluppo sostenibile e resiliente ai cambiamenti climatici, con l'obiettivo di arrestare la perdita di biodiversità e invertire tale tendenza; riconosce inoltre il ruolo che i fondi SIE possono svolgere in tutte le regioni nel contribuire allo sviluppo di competenze e alla creazione di capacità per la specializzazione intelligente e la transizione digitale; 6.
ritiene che l'UE dovrebbe prestare attenzione a preservare e sviluppare una strategia e una produzione industriali che garantiscano l'autonomia strategica europea nel contesto geopolitico, a ridurre i costi e a garantire la disponibilità e la fornitura di servizi, prodotti e attrezzature essenziali per i cittadini nel mercato unico; chiede di intensificare gli sforzi volti a garantire solide catene del valore europee per ridurre la dipendenza dai paesi terzi in settori strategici fondamentali e ad assicurare la fornitura di prodotto sicuri e di qualità, riportando la produzione alle regioni europee e rilocalizzando gli stabilimenti industriali; è fermamente convinto, a tale riguardo, che si debba urgentemente passare da un'economia lineare a un'economia circolare;
7.
sostiene che, al fine di realizzare una transizione giusta verso un'economia climaticamente neutra nell'Unione al più tardi entro il 2050, gli investimenti in una produzione industriale nuova o trasformata nelle regioni ad alta intensità di carbonio dovrebbero beneficiare di investimenti pubblici a lungo termine attraverso un consistente sostegno finanziario a titolo del Fondo per una transizione giusta e dei fondi SIE, contribuendo in tal modo a eliminare la povertà energetica e il dumping sociale e a ridurre le emissioni, garantendo nel contempo che nessuno sia lasciato indietro; ricorda che, nella sua risoluzione del 15 gennaio 2020 sul Green Deal europeo1, il Parlamento ha sottolineato che, per conseguire gli obiettivi dell'UE in materia di clima e di sostenibilità, tutti i settori devono ricorrere maggiormente all'energia da fonti rinnovabili ed eliminare gradualmente le sovvenzioni dirette e indirette per i combustibili fossili nell'UE e in ciascuno Stato membro;
8.
ritiene necessario che, a seguito della pandemia di COVID-19, l'UE, insieme agli Stati membri, contribuisca a salvaguardare il proprio tessuto economico, produttivo e sociale, i propri settori industriali e amministrativi e i propri cittadini, che sono stati duramente colpiti dalla crisi e hanno subito gravi ripercussioni sanitarie ed effetti economici a lungo termine; ritiene che occorra trarre insegnamenti da tale crisi, in particolare per quanto riguarda la salvaguardia delle catene del valore nei settori chiave, come gli approvvigionamenti sanitari; ricorda l'importanza di concentrarsi specificamente sulle PMI tra i beneficiari delle misure della fase di ripresa; osserva che un accesso più agevole e flessibile ai finanziamenti garantirà una ripresa rapida;
9.
sottolinea che una delle priorità della nuova strategia industriale dovrebbe consistere nel sostenere le regioni nella diversificazione delle loro industrie e stimolare gli investimenti e l'innovazione, nonché sviluppare e rafforzare la resilienza delle economie locali e regionali per arrestarne il declino industriale e lo spopolamento; osserva che una politica industriale basata sul territorio consente un approccio su misura che crea una politica basata sui vantaggi comparativi esistenti e che sostiene le imprese nella
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approvati, P9_TA(2020)0005.
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transizione verso settori ad alta tecnologia; ritiene che i fondi SIE dovrebbero essere destinati anche agli "imprenditori mancati" (giovani, donne, anziani e persone con disabilità), le cui potenzialità imprenditoriali devono essere realizzate appieno; ribadisce che, al fine di aumentare la coesione sociale e ridurre le disuguaglianze, è essenziale rafforzare la capacità imprenditoriale di tali categorie di lavoratori in quanto forma potente di partecipazione al mercato del lavoro; 10.
ritiene che una strategia industriale possa avere successo solo con il corretto funzionamento del mercato unico e del dialogo sociale, con la partecipazione della comunità imprenditoriale, dei sindacati, delle ONG, delle autorità nazionali, regionali e locali e altri soggetti interessati; sottolinea l'importanza di creare un panorama dei finanziamenti semplificato e coerente dalla ricerca e sviluppo alla diffusione sul mercato, a livello dell'UE, nazionale e regionale, in particolare per quanto riguarda i fondi SIE, attraverso la semplificazione, l'armonizzazione e la complementarità delle norme che disciplinano i diversi strumenti di finanziamento, ad esempio Orizzonte Europa; incoraggia inoltre le sinergie tra i fondi dell'Unione, nazionali, regionali e privati per il finanziamento di progetti di innovazione promossi dall'industria, in particolare al fine di sostenere il continuo utilizzo dei fondi e l'arricchimento reciproco utilizzando i principi della specializzazione intelligente come guida per coordinare gli sforzi, migliorare l'efficacia, ridurre gli oneri burocratici ed evitare duplicazioni.
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INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE Approvazione
7.9.2020
Esito della votazione finale
+: –: 0:
Membri titolari presenti al momento della votazione finale
François Alfonsi, Mathilde Androuët, Pascal Arimont, Adrian-Dragoş Benea, Isabel Benjumea Benjumea, Tom Berendsen, Erik Bergkvist, Stéphane Bijoux, Franc Bogovič, Andrea Cozzolino, Corina Crețu, Rosa D’Amato, Tamás Deutsch, Christian Doleschal, Francesca Donato, Raffaele Fitto, Chiara Gemma, Cristian Ghinea, MirceaGheorghe Hava, Manolis Kefalogiannis, Ondřej Knotek, Constanze Krehl, Elżbieta Kruk, Cristina Maestre Martín De Almagro, Pedro Marques, Martina Michels, Andżelika Anna Możdżanowska, Niklas Nienaß, Andrey Novakov, Younous Omarjee, Alessandro Panza, Tsvetelina Penkova, Caroline Roose, André Rougé, Vincenzo Sofo, Susana Solís Pérez, Irène Tolleret
Supplenti presenti al momento della votazione finale
Katalin Cseh, Lena Düpont, Alexandra Geese, Hannes Heide
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38 0 3
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VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE
+
38 ECR
Raffaele Fitto, Elżbieta Kruk, Andżelika Anna Możdżanowska
GUE/NGL
Martina Michels, Younous Omarjee
ID
Mathilde Androuët, André Rougé
NI
Rosa D'Amato, Chiara Gemma
PPE
Pascal Arimont, Isabel Benjumea Benjumea, Tom Berendsen, Franc Bogovič, Tamás Deutsch, Christian Doleschal, Lena Düpont, Mircea-Gheorghe Hava, Manolis Kefalogiannis, Andrey Novakov
RENEW
Stéphane Bijoux, Katalin Cseh, Cristian Ghinea, Ondřej Knotek, Susana Solís Pérez, Irène Tolleret
S&D
Adrian-Dragoş Benea, Erik Bergkvist, Andrea Cozzolino, Corina Crețu, Hannes Heide, Constanze Krehl, Cristina Maestre Martín De Almagro, Pedro Marques, Tsvetelina Penkova
VERTS/ALE
François Alfonsi, Alexandra Geese, Niklas Nienaß, Caroline Roose
0
-
3
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ID
Francesca Donato, Alessandro Panza, Vincenzo Sofo
Significato dei simboli utilizzati: + : favorevoli - : contrari 0 : astenuti
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LETTERA DELLA COMMISSIONE PER LA PESCA On. Cristian-Silviu BUŞOI Presidente Commissione per l'industria, la ricerca e l'energia BRUXELLES Oggetto:
Parere su una nuova strategia industriale per l'Europa (2020/2076(INI))
Signor Presidente, nel quadro della procedura in oggetto la commissione per la pesca è stata incaricata di sottoporre un parere alla Sua commissione. Nella riunione del 12 giugno 2020, ha deciso di esprimere tale parere sotto forma di lettera. In quest'ultima riunione ha deciso di invitare la commissione per l'industria, la ricerca e l'energia, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i suggerimenti in appresso. Voglia gradire, signor Presidente, i sensi della mia più profonda stima.
(f.to) Pierre Karleskind SUGGERIMENTI A.
considerando che la nuova strategia industriale per l'Europa, pubblicata dalla Commissione il 10 marzo 2020 (COM(2020)0102), mira a stabilire un ambizioso quadro normativo europeo per liberare pienamente il potenziale dell'industria europea al fine di realizzare la transizione ecologica e digitale dell'UE e al contempo promuovere la sua competitività internazionale;
B.
considerando che i settori della pesca e dell'acquacoltura e le loro intere catene del valore sono composti da numerose PMI e sostengono migliaia di posti di lavoro, rendendoli parte integrante dell'industria europea, la quale deve di conseguenza contribuire e beneficiare della transizione digitale ed ecologica;
C.
considerando che, nella sua risoluzione del 16 gennaio 2018 sulla "governance internazionale degli oceani: un'agenda per il futuro dei nostri oceani nel contesto degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) per il 2030"1, il Parlamento chiede una moratoria
1GU
C 458 del 19.12.2018, pag. 9.
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internazionale sulle attività di estrazione mineraria in alto mare; D.
considerando che la crisi COVID-19 ha avuto un forte impatto sui settori della pesca e dell'acquacoltura e su tutte le industrie correlate, dal commercio del pesce alla distribuzione e alla trasformazione; che molti pescatori, acquacoltori, trasformatori, dettaglianti e distributori sono stati costretti a ridurre o sospendere le loro attività per motivi di salute pubblica, ma anche a causa di un forte calo della domanda di prodotti ittici e dell'acquacoltura, dovuto soprattutto al crollo dei canali di ristorazione sul posto; considerando che ciò ha avuto un impatto sull'intera industria della pesca, non solo a causa della mancanza di materie prime, ma anche perché l'industria ha dovuto adeguare rapidamente i propri metodi di produzione a nuove misure sanitarie per poter mantenere la propria attività e fornire beni di prima necessità alla popolazione in un momento così critico, e che i produttori e i trasformatori sono stati costretti a individuare nuovi fornitori e a trovare sbocchi di mercato alternativi;
1.
ritiene che i settori della pesca e dell'acquacoltura, le loro intere catene del valore e qualsiasi altro settore ad essi collegato debbano essere inclusi nella nuova strategia industriale per l'Europa, al fine di garantire che contribuiscano e beneficino delle transizioni ecologiche e digitali, tenendo conto delle caratteristiche specifiche di questi settori, e al fine di migliorare la loro competitività e stabilità economica; sottolinea il ruolo chiave dei settori della pesca e dell'acquacoltura nel garantire l'autonomia industriale e alimentare dell'Unione;
2.
chiede una nuova strategia industriale per l'Europa che contribuisca alla transizione ecologica e digitale dei settori della pesca e dell'acquacoltura e di altre industrie legate agli ecosistemi della pesca e dell'acquacoltura e che riduca la loro impronta ecologica e il loro impatto sulla biodiversità;
3.
invita la Commissione a includere i settori della pesca e dell'acquacoltura, compresa la distribuzione e la trasformazione, nel piano di ripresa dell'Unione, che deve essere attuato unitamente all'introduzione di ambiziose politiche industriali, ambientali e digitali; ricorda l'importanza dei settori della pesca e dell'acquacoltura in termini di posti di lavoro, anche altamente qualificati, e di reddito per molte zone e comunità costiere;
Transizione ecologica 4.
sottolinea l'importanza di attribuire ai settori marittimi, e in particolare alla pesca, un ruolo significativo nella transizione ecologica, garantendo la coerenza tra le politiche marittime e della pesca dell'Unione e l'obiettivo del Green Deal europeo di neutralità climatica entro il 2050; invita la Commissione a istituire un piano d'azione per la decarbonizzazione dei settori marittimi che includa il settore della pesca, a seguito di una valutazione d'impatto; ritiene che l'ammodernamento delle navi per affrontare le sfide contemporanee, e in particolare per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, contribuirà alla creazione di molti nuovi posti di lavoro; sottolinea l'importanza di formare efficacemente i dipendenti dei cantieri navali a tal fine;
5.
chiede che tutti gli attori del settore della pesca e dell'acquacoltura siano coinvolti nell'Alleanza europea per l'idrogeno pulito nell'ambito della strategia sull'idrogeno presentata dal commissario per il mercato interno, Thierry Breton, il 9 luglio 2020;
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6.
chiede una moratoria internazionale su tutte le attività minerarie in alto mare, nonché il divieto di esplorazioni o perforazioni per l'estrazione di petrolio o gas all'interno o in prossimità delle zone marine protette e delle zone costiere, come richiesto nella risoluzione del Parlamento del 16 gennaio 2018, al fine di proteggere gli ecosistemi oceanici, le popolazioni ittiche e il futuro del settore della pesca dell'UE;
7.
sottolinea che il coinvolgimento degli esistenti portatori di interessi, come i pescatori e gli acquacoltori, è un prerequisito per l'attuazione di una strategia ambiziosa per le energie rinnovabili offshore; ricorda che le consultazioni con i settori marittimo e della pesca e con le comunità costiere sulla condivisione dello spazio marittimo sono essenziali per il successo di qualsiasi strategia di questo tipo; sostiene, in queste condizioni, l'iniziativa della Commissione di istituire una strategia per le energie rinnovabili offshore;
8.
sottolinea che il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) si presta perfettamente per sostenere la transizione ecologica e che questi settori devono ricevere un adeguato sostegno finanziario per aiutarli a realizzare con successo tale transizione;
Transizione e innovazione digitali 9.
sottolinea la necessità di includere i settori della pesca e dell'acquacoltura nella transizione digitale; ritiene che la transizione digitale di questi settori ne migliorerà la competitività, la resilienza e la sostenibilità e consentirà la produzione di nuovi dati, facilitando nel contempo la raccolta e l'accessibilità dei dati, oltre a migliorare la comprensione degli ambienti acquatici e della biodiversità marina e la conoscenza della loro evoluzione in tempo reale;
10.
sottolinea che una transizione digitale ben riuscita dei settori della pesca e dell'acquacoltura contribuirà a migliorare il funzionamento del mercato dei prodotti ittici grazie a una migliore corrispondenza tra domanda e offerta e all'ottimizzazione della catena di approvvigionamento in un settore caratterizzato da una forte frammentazione geografica delle fonti di approvvigionamento;
11.
ritiene che la digitalizzazione dei settori della pesca e dell'acquacoltura renderà più efficaci i sistemi di controllo e di tracciabilità dei prodotti della pesca e dell'acquacoltura, accrescerà il valore di questi prodotti, promuoverà la fiducia dei consumatori e contribuirà alla lotta contro la pesca illegale, non dichiarata e non dichiarata (INN); chiede l'inclusione nella strategia "dal produttore al consumatore" di una sezione dedicata alla valorizzazione dei prodotti della pesca e dell'acquacoltura, al fine di sostenere questi settori nella transizione ecologica e digitale;
12.
ritiene che l'innovazione debba svolgere un ruolo essenziale nel raggiungimento del triplice obiettivo della transizione ecologica, della transizione digitale e della competitività globale per i settori della pesca e dell'acquacoltura, e debba in particolare incoraggiare lo sviluppo di nuove tecniche e attrezzature di pesca più selettive e più ecologiche; sottolinea l'importanza dell'innovazione e della ricerca scientifica in questi settori al fine di raggiungere l'obiettivo di sostenibilità della politica comune della pesca; ritiene che una politica proattiva di formazione, finanziamento e partenariato internazionali mirante a sviluppare la ricerca per lo sfruttamento del mare sia essenziale per promuovere l'innovazione in questo settore;
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13.
ricorda che le nuove tecnologie, i dati, i servizi spaziali e il potenziale dell'intelligenza artificiale possono essere utilizzati nel campo della pesca per sostenere la transizione ecologica; sottolinea che queste tecnologie consentono di raccogliere dati molto utili per il controllo della pesca, la gestione delle risorse marine e il monitoraggio dei rifiuti marini;
14.
sottolinea che la transizione digitale dei settori della pesca e dell'acquacoltura deve essere accompagnata da un adeguato sostegno finanziario e tecnico;
Politica commerciale 15.
sottolinea l'importanza di garantire una concorrenza leale nel commercio internazionale, in particolare per quanto riguarda i prodotti della pesca e dell'acquacoltura; ricorda che sono in corso negoziati in seno all'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) al fine di eliminare le sovvenzioni dannose che contribuiscono alla pesca INN, alla pesca eccessiva e alla sovracapacità; sottolinea che la flotta dell'Unione rispetta le più rigorose norme sociali e ambientali del mondo; invita la Commissione a fare tutto il possibile per raggiungere quanto prima un accordo ambizioso in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile in seno all'OMC;
16.
invita la Commissione a garantire una maggiore coerenza e uniformità tra le politiche commerciali e della pesca dell'UE, in particolare per quanto riguarda l'applicazione del capitolo sullo sviluppo sostenibile della nuova generazione di accordi commerciali, che obbliga le parti a collaborare attivamente nella lotta contro la pesca INN; sostiene l'iniziativa di istituire la nuova posizione di responsabile del controllo della conformità, incaricato di garantire il rispetto e il monitoraggio di tutte le disposizioni degli accordi commerciali;
17.
esorta la Commissione a valutare attentamente l'impatto degli accordi di libero scambio sui settori della pesca e dell'acquacoltura dell'UE, nonché sull'industria di trasformazione dell'UE e sulle comunità costiere; invita la Commissione a includere i prodotti della pesca e dell'acquacoltura nell'elenco dei "prodotti sensibili" durante i negoziati commerciali con i paesi terzi;
Aiuti di Stato e finanziamenti 18.
sottolinea la necessità di rivedere le norme europee in materia di aiuti di Stato, in particolare per quanto riguarda l'importo del massimale degli aiuti de minimis per i settori della pesca dell'acquacoltura, in modo che corrisponda all'importo del massimale degli aiuti de minimis concessi ad altri settori; ritiene che l'aumento del massimale degli aiuti de minimis per questi prodotti contribuirà a sbloccare completamente il potenziale di investimento dei settori della pesca e dell'acquacoltura nella transizione ecologica e digitale e nell'innovazione;
19.
invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere un finanziamento adeguato per i settori della pesca e dell'acquacoltura al fine di sostenerli in queste transizioni ecologica e digitale, in particolare attraverso la strategia di finanziamento sostenibile rivista; ricorda che il Parlamento ha chiesto un aumento sostanziale del FEAMP per il quadro finanziario pluriennale 2021-2027.
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18.9.2020 PARERE DELLA COMMISSIONE GIURIDICA destinato alla commissione per l'industria, la ricerca e l'energia su una nuova strategia industriale per l'Europa (2020/2076(INI)) Relatore per parere: Gilles Lebreton
SUGGERIMENTI La commissione giuridica invita la commissione per l'industria, la ricerca e l'energia, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti: A.
considerando che la nuova strategia industriale per l'Europa deve riflettere i valori e le tradizioni del mercato sociale dell'UE, nonché portare alla sua sovranità;
B.
considerando che una politica europea ulteriormente aggiornata in materia di proprietà intellettuale contribuirà a consolidare la sovranità tecnologica e digitale dell'UE, nell'ambito della quale i diritti di proprietà intellettuale determinino il valore di mercato e la competitività delle imprese europee, per esempio mediante marchi, modelli, brevetti, dati, know-how e algoritmi;
C.
considerando che l'articolo 107 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea prevede che taluni aiuti di Stato possano essere considerati compatibili con il mercato interno, se destinati a promuovere la realizzazione di un importante progetto di comune interesse europeo;
1.
osserva che la proposta della Commissione relativa a una futura strategia industriale per l'Europa è stata pubblicata proprio all'inizio della crisi della COVID-19 ed è stata da allora integrata da un ulteriore pacchetto di misure volte alla ripresa dell'industria e delle piccole e medie imprese (PMI) europee; osserva che la strategia si concentra, in una prima fase, sulla ripresa delle imprese e, in una seconda, sulla ricostruzione e sulla trasformazione;
2.
invita la Commissione e gli Stati membri a massimizzare il potenziale del Fondo per una transizione giusta per promuovere investimenti in nuove opportunità occupazionali sostenibili e attuare politiche e programmi trasversali nel campo dell'istruzione, della formazione e della formazione professionale, volti al perfezionamento e alla riqualificazione dei lavoratori, delle persone in cerca di occupazione e delle persone al di fuori del mercato del lavoro, assicurando al contempo a ciascuno un accesso paritario senza discriminazioni;
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3.
ritiene che l'UE necessiti di una visione chiara e orientata all'industria per il 2030 e debba tener presente che occorre adottare decisioni e interventi coordinati a ogni livello (europeo, nazionale e locale) per garantire la competitività dell'industria europea a livello globale;
4.
osserva che la pandemia di COVID-19 e la conseguente crisi economica hanno reso necessaria una revisione degli obiettivi climatici non realistici dell'UE, in particolare in settori come l'industria e l'energia;
5.
osserva che la crisi della COVID-19 ha avuto un impatto economico e sociale profondo, in particolare sulle donne; invita la Commissione ad affrontare le persistenti disuguaglianze di genere nell'UE conducendo valutazioni dell'impatto di genere per tutti gli investimenti e tutte le decisioni politiche legati alla strategia industriale per l'Europa, nonché adottando misure volte a garantire pari opportunità e accesso al mercato del lavoro, a eliminare il divario retributivo di genere e ad assicurare l'equilibrio di genere a tutti i livelli decisionali;
6.
osserva che la crisi ha dimostrato la necessità che l'UE modifichi la propria strategia industriale accentuando la difesa dei propri interessi strategici, senza rinunciare al commercio internazionale, e di attualizzare determinate disposizioni, andando oltre le possibilità offerte dal regolamento sul controllo degli investimenti esteri diretti1; ritiene che l'UE debba trovare il giusto equilibrio tra protezione e apertura dei propri mercati, difendendo al contempo norme eque in materia di concorrenza a livello globale;
7.
sottolinea che gli appalti pubblici svolgono un ruolo cruciale nel definire il percorso dell'industria europea ed evidenzia che l'attuazione dei principi di reciprocità tra Stati membri e paesi terzi e la parità di condizioni tra imprese UE e di paesi terzi, nonché tra i rispettivi prodotti, ad esempio per quanto riguarda gli aiuti di Stato, le norme ambientali e il lavoro minorile, dovrebbero costituire un requisito essenziale per la partecipazione alle gare di appalto pubbliche in tutta l'UE; sottolinea la necessità di semplificare ulteriormente le procedure di appalto pubblico per le imprese dell'UE e i governi degli Stati membri;
8.
ritiene che le norme che regolano la concorrenza nell'UE debbano essere modernizzate, in modo da essere adeguate sia al mercato unico europeo che al contesto economico mondiale, consentendo l'emergere di "campioni europei" capaci di competere e avere successo a livello mondiale, sostenendo l'UE e i suoi Stati membri al fine di mantenere la leadership tecnologica, conquistare la sovranità digitale e tecnologica e bloccare acquisizioni ostili di imprese strategiche dell'UE da parte di paesi terzi o di attori che godono del sostegno di tali paesi;
9.
sottolinea che il mercato del lavoro dell'UE deve essere al centro della sua futura strategia industriale; sottolinea che qualsiasi trasformazione industriale dovrebbe, oltre che sugli aspetti economici, concentrarsi sul mantenimento e sulla creazione di posti di lavoro;
10.
sostiene una valutazione degli effetti della COVID-19 sull'economia nei singoli settori onde prevedere, sulla base di fatti dimostrati, un margine di manovra per adeguare la
1
GU L 79 I del 21.3.2019, pag. 1.
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strategia industriale; 11.
sottolinea che investimenti massicci e continui nella formazione professionale superiore, in particolare nei campi della scienza, della tecnologia, dell'ingegneria e della matematica (STEM), costituiranno un elemento essenziale per stimolare l'innovazione digitale, creare una forza lavoro qualificata e ridurre il disallineamento delle competenze tra opportunità occupazionali e persone in cerca di occupazione;
12.
è del parere che gli importanti progetti di comune interesse europeo dovrebbero mettere in evidenza i progetti legati al mercato unico digitale, pensati per mettere insieme i settori pubblico e privato nell'intraprendere progetti su ampia scala che contribuiscono al conseguimento degli obiettivi dell'UE, favorendo così lo sviluppo di importanti progetti collaborativi che promuovono gli interessi comuni europei, come la trasformazione digitale; accoglie con favore una revisione delle linee guida della Commissione in merito;
13.
ritiene che creare un'economia europea dei dati sarà fondamentale nel definire la strategia industriale per l'Europa; sottolinea che un'economia dei dati europea dovrebbe essere antropocentrica, rispettare i diritti fondamentali ed essere conforme alle norme in materia di vita privata, alla protezione dei dati e ai diritti di proprietà intellettuale;
14.
mette in rilievo l'importanza di un mercato unico europeo dei dati che affronti le sfide derivanti da un aumento significativo dei dati disponibili legalmente; sottolinea che gli individui, i dipendenti e le imprese in Europa dovrebbero mantenere il controllo sui propri dati, sulla base di infrastrutture per i dati sicure e di catene del valore fidate; ritiene essenziale che la strategia industriale includa misure volte a costruire infrastrutture digitali sovrane e a incoraggiare le imprese a conservare e trattare i dati sul territorio europeo;
15.
ritiene fondamentale promuovere la condivisione dei dati tra amministrazioni pubbliche, imprese, istituti di ricerca e cittadini, rispettando al contempo le norme in materia di protezione dei dati e di vita privata, i segreti commerciali e i diritti di proprietà intellettuale;
16.
plaude all'annuncio della Commissione di voler proporre un piano d'azione per la proprietà intellettuale inteso a valutare la necessità di migliorare il quadro normativo, assicurare un uso intelligente dei diritti di proprietà intellettuale nell'ambito dell'intelligenza artificiale e affrontare il problema dei prodotti contraffatti; sottolinea che l'intento di un tale piano d'azione dovrebbe essere di mantenere la sovranità europea e promuovere pari condizioni a livello globale per quanto concerne la protezione dei diritti di proprietà intellettuale;
17.
mette in rilievo che la trasformazione digitale costituirà un fattore fondamentale affinché l'Europa riacquisti la propria sovranità tecnologica e digitale e deve, pertanto, essere al centro di qualsivoglia nuova strategia industriale per l'Europa;
18.
ritiene che uno degli obiettivi strategici dovrebbe essere di proporre misure volte a promuovere lo sviluppo e la rilocalizzazione della produzione industriale in settori strategici come la salute, la difesa, il digitale e l'energia, onde evitare un'eccessiva dipendenza dell'UE da paesi terzi e contribuire a farle riconquistare autonomia in tali
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settori strategici, quantomeno per beni indispensabili come i principi attivi farmaceutici e le materie prime; 19.
sottolinea la necessità che l'UE metta in atto una politica commerciale, economica e industriale europea in grado di adeguare e di diversificare le fonti di approvvigionamento dell'Unione in funzione delle necessità, di stimolare la flessibilità delle imprese europee e, ove necessario, la loro capacità di riorientare d'urgenza la produzione verso prodotti divenuti indispensabili; sostiene e promuove, a tale riguardo, la necessità di adottare una gamma di misure volte a incoraggiare e supportare l'accesso delle PMI al mercato interno e il loro sviluppo;
20.
sottolinea le persistenti disparità esistenti nei livelli di sviluppo economico degli Stati membri e delle regioni; enfatizza, quale condizione essenziale per lo sviluppo equilibrato dell'UE, la necessità di utilizzare le misure previste per la ricostruzione del potenziale industriale europeo al fine di compensare queste disparità;
21.
ricorda che gli Stati membri dovrebbero essere incoraggiati a creare scorte sufficienti di determinate attrezzature di pronto soccorso, quali le attrezzature necessarie a prevenire e combattere la COVID-19 e in particolare le maschere FFP2 e le maschere chirurgiche; plaude, a tal proposito, all'iniziativa della Commissione "rescEU", volta ad assicurare un valore aggiunto europeo mediante l'acquisto e la distribuzione coordinati di attrezzature di pronto soccorso;
22.
invita la Commissione a includere nella strategia soluzioni e incentivi finanziari e legali per l'industria farmaceutica europea al fine di prevenire le carenze di medicinali;
23.
sottolinea che i prodotti importati devono essere conformi alle norme di sicurezza, ambientali e sanitarie dell'UE nonché alla sua normativa in materia di proprietà intellettuale; invita la Commissione ad affrontare lo squilibrio tra le imprese dell'UE e quelle dei paesi terzi, che non devono rispettare le normative dell'UE in materia di ambiente e di sicurezza del lavoro e che spesso sono soggette a una tassazione inferiore;
24.
ritiene primordiale definire un quadro dell'UE che preveda una dovuta diligenza obbligatoria per i diritti umani e le questioni ambientali e assicuri ricorsi giurisdizionali efficaci per le vittime di abusi da parte di imprese nelle catene del valore globali; accoglie con favore l'impegno della Commissione a presentare una proposta normativa in merito;
25.
sottolinea che l'ulteriore rafforzamento del mercato unico e l'eliminazione delle attuali barriere amministrative e giuridiche alla libera concorrenza all'interno dell'UE dovrebbero costituire delle priorità nelle azioni intraprese per creare una nuova strategia industriale per l'Europa;
26.
evidenzia che la priorità ambientale definita dal "Patto verde per l'Europa" della Commissione dovrebbe esortare l'UE a favorire lo sviluppo, al suo interno, delle tecnologie "verdi" e a introdurre una tassa sul CO2 alle sue frontiere esterne;
27.
sottolinea che la Commissione dovrebbe continuare a svolgere in futuro un ruolo di primo piano nella politica industriale globale e dovrebbe perseguire pertanto una politica ambiziosa che incentivi e stimoli l'innovazione nel campo della digitalizzazione
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e di tecnologie prospere quali l'intelligenza artificiale, la robotica e il calcolo quantistico e ad alte prestazioni, il cui successo dipende fortemente dal sostegno attivo agli investimenti, dal sostegno alla creazione di risorse proprie e da modifiche del contesto normativo, in particolare mediante l'introduzione di una legge sull'acquisto di prodotti europei ("Buy European Act") per gli appalti pubblici; 28.
sottolinea che l'intelligenza artificiale riveste un ruolo chiave per la ripresa economica europea, che è urgentemente necessaria a seguito della pandemia di COVID-19; esorta, pertanto, la Commissione a evitare una regolamentazione eccessiva e a ridurre gli oneri amministrativi nel definire un quadro normativo per l'intelligenza artificiale, onde evitare di frenare il passo dell'innovazione e la crescita economica delle imprese europee;
29.
sottolinea che l'UE ha il potenziale scientifico ed economico per rivestire un ruolo guida nella corsa globale alla tecnologia, in particolare in settori quali l'intelligenza artificiale, le tecnologie dei Big Data e i sistemi basati sull'apprendimento automatico;
30.
sottolinea che un piccolo numero di prestatori di servizi digitali gode di una posizione dominante all'interno dell'UE e, attraverso abili trasferimenti dei propri utili, paga imposte relativamente esigue; invita pertanto gli Stati membri, finché non sarà trovata una preferibile soluzione internazionale a livello dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, a introdurre un'imposta europea sull'economia digitale onde assicurare condizioni di concorrenza leale all'interno del mercato unico digitale;
31.
sottolinea che la digitalizzazione della pubblica amministrazione potrebbe contribuire a ridurre in modo significativo la burocrazia per i cittadini e le imprese; esorta pertanto gli Stati membri ad adoperarsi affinché i rispettivi quadri normativi siano definiti in modo tale da poter sfruttare appieno i potenziali offerti da tale digitalizzazione;
32.
sottolinea che le nuove tecnologie digitali, come l'Internet delle cose, stanno cambiando il volto dell'industria e che la rivoluzione tecnologica in corso può svolgere un ruolo essenziale nella costruzione di un'economia europea moderna ed efficiente dal punto di vista energetico;
33.
osserva che le PMI svolgono un ruolo importante nella trasformazione industriale europea, in particolare quelle che operano nel settore delle nuove tecnologie; sottolinea la necessità di un sostegno continuo alle PMI, garantendo un adeguato sostegno finanziario e condizioni di concorrenza preferenziali sul mercato digitale, dove continuano a prevalere grandi imprese multinazionali esterne all'UE; sottolinea che le disposizioni proposte in materia di diritto d'autore, accesso ai dati e innovazione dovrebbero tener conto di questa disparità di potenziale delle imprese con posizioni di mercato così radicalmente diverse;
34.
sottolinea che, secondo la relazione della Commissione del gennaio 2020 sulla tutela e il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale nei paesi terzi, il furto di proprietà intellettuale, in particolare da parte della Cina e dell'India, sta arrecando notevoli danni alle imprese europee; invita pertanto l'UE e i suoi Stati membri ad adottare un approccio coordinato, efficiente ed efficace nella lotta contro i reati connessi alla proprietà intellettuale;
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35.
ricorda che taluni settori sono stati pesantemente interessati dagli effetti della pandemia di COVID-19 e che la strategia industriale dovrebbe, pertanto, prevedere misure specifiche, per esempio il rinvio di misure già adottate che vanno a gravare ulteriormente su tali settori;
36.
esorta la Commissione a pubblicare quanto prima il suo piano d'azione per la proprietà intellettuale, in quanto questo può svolgere un ruolo determinante per mantenere la sovranità tecnologica europea, promuovere condizioni di concorrenza eque a livello globale, migliorare la lotta contro il furto di proprietà intellettuale e adeguare il quadro normativo per la proprietà intellettuale alle sfide e alle opportunità ecologiche e digitali;
37.
esorta la Commissione a incorporare nel piano d'azione per la proprietà intellettuale misure volte a promuovere il brevetto unico europeo e ad evitare l'abuso dei diritti dei brevetti da parte di entità non operanti, onde creare un sistema dei brevetti efficiente ed equilibrato a beneficio di un mercato interno europeo competitivo ed equo;
37.
chiede che la nuova strategia industriale tenga conto delle esigenze specifiche delle regioni industriali meno avanzate dal punto di vista tecnologico, che dipendono fortemente dai combustibili fossili solidi e che sono maggiormente colpite dalla transizione energetica; sottolinea la necessità di considerare il rischio di perdita di posti di lavoro comportato dalla trasformazione industriale e di garantire che i lavoratori dispongano di un livello adeguato di qualifiche e di competenze digitali.
38.
osserva che spesso le imprese insolventi causano a propria volta numerose altre insolvenze e accoglie con favore, pertanto, la proposta della Commissione relativa a uno strumento di sostegno alla solvibilità temporaneo; invita la Commissione europea e gli Stati membri a valutare altre misure e iniziative legislative atte ad evitare insolvenze societarie senza colpa.
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INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE Approvazione
10.9.2020
Esito della votazione finale
+: –: 0:
Membri titolari presenti al momento della votazione finale
Manon Aubry, Gunnar Beck, Geoffroy Didier, Angel Dzhambazki, Ibán García Del Blanco, Jean-Paul Garraud, Esteban González Pons, Mislav Kolakušić, Gilles Lebreton, Karen Melchior, Jiří Pospíšil, Franco Roberti, Marcos Ros Sempere, Liesje Schreinemacher, Stéphane Séjourné, Raffaele Stancanelli, Marie Toussaint, Adrián Vázquez Lázara, Axel Voss, Marion Walsmann, Tiemo Wölken, Lara Wolters, Javier Zarzalejos
Supplenti presenti al momento della votazione finale
Heidi Hautala, Emil Radev
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14 4 2
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VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE
+
14 PPE
Geoffroy Didier, Esteban González Pons, Jiří Pospíšil, Emil Radev, Axel Voss, Marion Walsmann, Javier Zarzalejos
RENEW
Karen Melchior, Liesje Schreinemacher, Adrián Vázquez Lázara
ID
Gunnar Beck, Jean-Paul Garraud, Gilles Lebreton
NI
Mislav Kolakušić
-
4 RENEW
Stéphane Séjourné
VERTS/ALE
Heidi Hautala, Marie Toussaint
GUE/NGL
Manon Aubry
0
2 ECR
Angel Dzhambazki, Raffaele Stancanelli
Significato dei simboli utilizzati: + : favorevoli - : contrari 0 : astenuti
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INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO Approvazione
16.10.2020
Esito della votazione finale
+: –: 0:
Membri titolari presenti al momento della votazione finale
François Alfonsi, Nicola Beer, François-Xavier Bellamy, Hildegard Bentele, Tom Berendsen, Vasile Blaga, Michael Bloss, Manuel Bompard, Paolo Borchia, Marc Botenga, Markus Buchheit, CristianSilviu Buşoi, Jerzy Buzek, Carlo Calenda, Maria da Graça Carvalho, Ignazio Corrao, Ciarán Cuffe, Josianne Cutajar, Nicola Danti, Pilar del Castillo Vera, Martina Dlabajová, Christian Ehler, Valter Flego, Niels Fuglsang, Lina Gálvez Muñoz, Claudia Gamon, Nicolás González Casares, Bart Groothuis, Christophe Grudler, András Gyürk, Henrike Hahn, Robert Hajšel, Ivo Hristov, Ivars Ijabs, Romana Jerković, Eva Kaili, Seán Kelly, Izabela-Helena Kloc, Łukasz Kohut, Andrius Kubilius, Miapetra Kumpula-Natri, Thierry Mariani, Eva Maydell, Joëlle Mélin, Iskra Mihaylova, Dan Nica, Angelika Niebler, Ville Niinistö, Aldo Patriciello, Mauri Pekkarinen, Mikuláš Peksa, Tsvetelina Penkova, Morten Petersen, Clara Ponsatí Obiols, Jérôme Rivière, Robert Roos, Maria Spyraki, Jessica Stegrud, Beata Szydło, Riho Terras, Grzegorz Tobiszowski, Patrizia Toia, Evžen Tošenovský, Isabella Tovaglieri, Henna Virkkunen, Pernille Weiss, Carlos Zorrinho
Supplenti presenti al momento della votazione finale
Jakop G. Dalunde, Pietro Fiocchi, Sven Schulze, Jordi Solé
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52 7 12
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VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO
+
52 PPE
François-Xavier Bellamy, Hildegard Bentele, Tom Berendsen, Vasile Blaga, Cristian-Silviu Buşoi, Jerzy Buzek, Maria Da Graça Carvalho, Pilar Del Castillo Vera, Christian Ehler, András Gyürk, Seán Kelly, Andrius Kubilius, Eva Maydell, Angelika Niebler, Aldo Patriciello, Sven Schulze, Maria Spyraki, Riho Terras, Henna Virkkunen, Pernille Weiss
S&D
Carlo Calenda, Josianne Cutajar, Niels Fuglsang, Lina Gálvez Muñoz, Nicolás González Casares, Robert Hajšel, Ivo Hristov, Romana Jerković, Eva Kaili, Łukasz Kohut, Miapetra Kumpula-Natri, Dan Nica, Tsvetelina Penkova, Patrizia Toia, Carlos Zorrinho
RENEW
Nicola Danti, Valter Flego, Claudia Gamon, Christophe Grudler, Ivars Ijabs, Mauri Pekkarinen
VERTS/ALE
François Alfonsi, Michael Bloss, Jakop Dalunde, Ciarán Cuffe, Henrike Hahn, Ville Niinistö, Mikuláš Peksa, Jordi Sole
ECR
Pietro Fiocchi
NI
Ignazio Corrao, Clara Ponsatí Obiols
-
7 RENEW
Nicola Beer, Martina Dlabajová, Bart Groothuis
ECR
Robert Roos, Jessica Stegrud
GUE
Manuel Bompard, Marc Botenga
0
12 RENEW
Iskra Mihaylova, Morten Petersen
ID
Paolo Borchia, Markus Buchheit, Thierry Mariani, Joëlle Mélin, Jérôme Rivière, Isabella Tovaglieri
ECR
Izabela-Helena Kloc, Beata Szydło, Grzegorz Tobiszowski, Evžen Tošenovský
Significato dei simboli utilizzati: + : favorevoli - : contrari 0 : astenuti
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