FASE 3: 10 PARAMETRI PER RIAPRIRE TUTTO • PREMESSA Il 4 maggio, con un totale di quasi 210 mila casi COVID-19 noti e circa 30mila decessi correlati all’epidemia, l’Italia è entrata nella cosiddetta Fase 2. L’impianto impostato dal Ministero della Salute in cinque punti essenziali (distanziamento sociale, reti sanitarie sul territorio, Covid hospital, test, tracciamento) va integrato con un programma puntuale che tenga conto delle capacità del Paese di controllare possibili nuovi focolai epidemici, di governare il loro impatto su un servizio sanitario già gravemente indebolito, di rassicurare un sistema economico e un tessuto sociale duramente provati dalla violenza della prima ondata epidemica. In questo scenario, va costruita la cintura di protezione che permetterà la convivenza con il virus, consentendo agli italiani di svolgere in sicurezza il maggior numero possibile di attività economiche e sociali e di traghettare l’Italia verso un’auspicata Fase 3. Occorre far ripartire la nazione governando al contempo una possibile ripresa dell’epidemia e controllando gli effetti negativi di medio-lungo periodo. Lo abbiamo imparato anche dai Paesi dell’Asia, come la Cina e la Corea del Sud, investiti dal problema prima dell’Europa, che hanno dimostrato grandi capacità di controllo sull’andamento epidemico incoraggiando il proprio Paese alla ripresa limitando la gravità delle ricadute. La Fase 3 dell’emergenza COVID-19 è dunque il momento dell’azione a difesa del Paese, che diventi occasione per dare compiutezza a soluzioni chiare e precise, basate su informazioni trasparenti, atte a scongiurare una temibile ripresa dell’epidemia e al contempo a recuperare la forza produttiva e la libertà dei cittadini. Questa azione è realizzabile in concreto partendo dal continuo monitoraggio dei dati epidemiologici e statistici sulla malattia, ma anche dalla continua valutazione della risposta organizzativa sanitaria fatta di risorse umane, strutturali e strumentali disponibili sui territori. Essa è strettamente legata alla capacità di mettere in campo, e in modo differenziato in relazione a un diversificato fabbisogno dei cittadini per sottogruppi demografici e/o di lavoro, tutti quei mezzi utili al conseguimento dell’obiettivo di una ripartenza in sicurezza in ogni singola realtà locale. All’emergenza COVID-19 è associato infatti un fabbisogno di ‘protezione’ evidentemente diverso tra sottogruppi di popolazione che dipende dalle tipicità della malattia.
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LINEE GUIDA DELLA PROPOSTA DI AZIONE PER LA FASE 3
Il programma di Azione prende le mosse dalla consapevolezza che a fronte di situazioni regionali differenti, sia per quanto riguarda l’andamento epidemico (in alcune aree ancora caratterizzato da numeri importanti, in altre stabile su livelli modesti), sia per quanto riguarda l’esperienza maturata