Anno LXXXV 23 maggio 2022
Cooperativa Migros Ticino
G.A.A. 6592 Sant’Antonino
Settimanale di informazione e cultura
edizione
21
MONDO MIGROS
Pagine 2 / 4 – 5 ●
SOCIETÀ
TEMPO LIBERO
ATTUALITÀ
CULTURA
Medicina d’urgenza: l’importanza dell’accoglienza e della presa a carico al Pronto soccorso
Località ungherese, dagli anni Novanta Sopron funge da meta prediletta per i confinanti austriaci
Sri Lanka, una crisi che viene da lontano, aggravata dal debito con la Cina e gli errori del governo
Alla scoperta dell’anima letteraria di New Orleans, musa di grandi scrittori come Capote e Williams
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La Nato si allarga l’Europa si riarma
Il flirt? Un quasi innocente gioco di ruolo
Peter Schiesser
Sebastiano Caroni – Pagina 15
Lo immaginavamo: l’invasione russa dell’Ucraina ridisegna l’architettura della sicurezza in Europa. Svezia e Finlandia hanno formalmente deciso di chiedere l’adesione alla Nato. La volontà dei governi e dei parlamenti è fortemente sostenuta dai sondaggi popolari. È la conferma della volontà egemonica del Patto Atlantico, o piuttosto la dimostrazione che la Nato viene vista come l’ombrello di difesa da un aggressivo imperialismo russo? Che la Svezia voglia rinunciare a 200 anni di neutralità e la Finlandia a una neutralità che dapprima le era stata imposta ma poi è diventata fortemente voluta per tener quieto l’orso russo, rende più credibile la seconda opzione. Come ha detto il presidente finlandese Saali Niinistö rivolto ai russi, «questo lo avete provocato voi, guardatevi allo specchio». La reazione del Cremlino è stata contenuta: non cambia molto, tutto dipenderà se l’infrastruttura militare si avvicina ai nostri confini. Di fatto però, il confine fra Russia e Nato si allunga di 1340 chilometri, il Mar Baltico diventa area Nato, eccezion fatta per Kaliningrad e San Pietroburgo. La sindrome d’accerchiamento di Putin verrà certamente confermata, e al contempo si ribalta sull’Europa, con la subitanea decisione dell’Ue, come anche della Svizzera, di aumentare le spese militari per far fronte all’aggressività della Russia. Vi ricordate quando il presidente francese Macron definì la Nato in stato di coma cerebrale? L’invasione dell’Ucraina l’ha risvegliata bruscamente dal sonno, sotto la guida decisa dell’Amministrazione Biden. Parallelamente, anche i singoli Stati europei hanno annunciato di aumentare il bilancio militare, come Washington chiede da tempo, a cominciare dalla Germania, il cui governo rosso-verde-nero ha annunciato aumenti per 100 miliardi di euro all’an-
no. La Commissione europea stima che vi saranno aumenti per 200 miliardi di euro per i prossimi anni. Il problema di fondo che si pone è: cosa rende funzionante gli eserciti, più armi o prima di tutto un’adeguata interoperabilità, una capacità cibernetica di rilevamento della situazione e coordinamento delle operazioni fra cielo terra e mare? Benché i paesi dell’Unione europea e la Gran Bretagna siano con 227 miliardi di dollari al secondo posto della classifica delle spese militari (la Russia spende 43 miliardi), hanno seguito soprattutto interessi nazionali e della propria industria bellica. Risultato: ci sono 17 diversi tipi di carri armati, 20 di aerei da combattimento, 29 di navi militari. Non esattamente quel che ci vuole per coordinare una difesa comune. In Svizzera la situazione è analoga. Il Consiglio nazionale ha votato una mozione per aumentare le spese militari di due miliardi, da 5,4 a 7,4, con l’obiettivo di raggiungere l’equivalente di 1 per cento del Pil entro il 2030 (circa 9 miliardi). Con un po’ più di tempo, in giugno il Consiglio degli Stati dirà la sua, tenendo forse maggiormente conto degli interrogativi di fondo: è possibile aumentare le spese militari senza tagliare i fondi per le università, per la socialità, per l’aiuto allo sviluppo, come invece vorrebbe l’Udc, o senza aumentare le tasse, come teme chi sa leggere i conti della Confederazione? L’Udc vuole una difesa forte autonoma, la ministra della difesa Viola Amherd un avvicinamento alla Nato, ma non l’adesione. Una difesa autonoma per un paese piccolo come il nostro è possibile, viste le forze in campo? Ma un avvicinamento a una Nato ancora poco coordinata che forme dovrebbe avere? E infine: è davvero verosimile che i carri armati russi arrivino fino a Berna? Quindi, serve aumentare già ora le spese militari?
Rinnoviamo a tutti i soci l’invito a partecipare alla votazione generale Migros. Le schede di voto possono essere consegnate deponendole nelle apposite urne esposte nei punti vendita, nel qual caso si riceve una tavoletta di cioccolato oppure per corrispondenza (data del timbro postale). L’ultimo termine per la spedizione o la consegna della scheda è
SABATO 4 GIUGNO 2022
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VOTAZIONE GENERALE 2022