Peter Schiesser
Keystone
Goodbye to Her Majesty Energia, una crisi sistemica
Ad Axpo vengono imposte condizioni severe. Se dovesse fare uso del credito dovrà pagare un interesse fra il 6 e l’11 percento e non potrà ver sare dividendi agli azionisti. Sieber e Brand spe rano di non dover fare uso della linea di credi to, ma di fronte al panico che vige sui mercati dell’energia non si poteva rischiare. Sostanzial mente, Axpo è un’impresa solida e, sperando che nel frattempo la situazione si sarà calmata, fra qualche anno incasserà quanto stabilito nei contratti attuali, con un bel margine di guada gno. Axpo non è un caso isolato, altri ce ne so no in Germania (Uniper) e in Austria (Wien Energie), a dimostrazione che la crisi è acuta, sistemica, e secondo alcuni economisti potrebbe avere l’impatto della crisi finanziaria del 2008. Ne pagano le conseguenze anche l’economia e i cittadini. Di fronte a bollette del gas decupli cate, alcune aziende dovranno chiudere, molte persone faticheranno a pagare le bollette dell’e lettricità. Di fronte a questo problema esisten ziale per molti, l’Europa corre ai ripari e prepara un piano per tassare gli esorbitanti guadagni di taluni fornitori di elettricità per ridistribuirli al la popolazione. Resta il problema dell’approvvi gionamento: ci saranno abbastanza gas e elettri cità in inverno? Si preparano piani d’emergenza, ma alla base il messaggio più effettivo è: rispar miate elettricità, tutti.
Nei contratti tra fornitori e clienti il prezzo si stabilisce al momento della firma e la fornitura avviene dopo due-tre anni. Per evitare che un produttore non sia in grado di fornire elettri cità alla scadenza del contratto, costringendo il cliente a rifornirsi a prezzi maggiorati sul mer cato, le borse chiedono una garanzia finanziaria (il versamento di una certa somma su un conto vincolato, che i fornitori recuperano al momen to della vendita effettiva). Se vendo a 100 quel che poi costerà 1000 e non fornisco l’elettrici tà pattuita, devo pagare al cliente il sovrapprez zo per averla dovuta comprare altrove. E questa garanzia può essere aumentata a seconda dell’e voluzione dei prezzi (i cosiddetti Margin calls). Nel caso concreto, Axpo la mattina del 2 set tembre si è inaspettatamente trovata confron tata con una richiesta a brevissimo termine di 1 miliardo di franchi. Vista l’incertezza che vige attualmente sui mercati dell’energia, può darsi che non sia l’ultima. Il direttore e il presidente Christoph Brand e Thomas Sieber hanno fatto due conti: l’azienda appartiene a diversi cantoni della Svizzera orientale, ma riuscire a ottenere in brevissimo tempo un miliardo da loro era im possibile, non restava che chiamare Berna. In tre giorni il piano di salvataggio ha preso for ma ed è stato varato come ordinanza urgente (rifacendosi ancora una volta ai pieni poteri go vernativi d’emergenza), accompagnata da una superrapida analisi dei bilanci di Axpo per accer tarsi che la situazione fosse davvero drammatica.
Se serviva ancora una prova che quella energeti ca è una crisi sistemica, il Consiglio federale ce l’ha fornita lunedì scorso, annunciando di ac cordare ad Axpo una linea di credito di 4 mi liardi di franchi per evitare l’insolvenza. Dopo Swissair nel 2001, UBS nel 2008, il governo de ve ancora una volta farsi garante della sopravvi venza di un’azienda di capitale importanza per la Svizzera. Axpo fornisce 35 dei 58 terawatt/ore che il paese necessita per funzionare, la valenza sistemica è quindi data, il suo fallimento pro vocherebbe onde sismiche in tutta l’economia e nella vita di noi cittadini, fino al rischio di un black out. Ma con i prezzi dell’energia alle stelle, i produttori e i fornitori non dovrebbero guada gnare miliardi? La risposta in sintesi è: a medio termine sì, a breve termine rischiano crisi di li quidità, a causa delle condizioni che pongono le borse sui contratti a termine.
diSettimanaleinformazione e cultura Anno LXXXV 12 settembre 2022 Cooperativa Migros Ticino edizione 37 ◆ ● G.A.A.6592Sant’Antonino MONDO MIGROS Pagine 2 / 4 – 5 CULTURA Pagina 35 Alla scoperta dell’ADI Design Museum che ospita la collezione storica del Premio Compasso d’oro ATTUALITÀ Pagina 25 L’impotenza di papa Francesco, che da domani sarà in Kazakistan, di fronte all’orrore della guerra TEMPO LIBERO Pagina 15 Avenches-Aventicum, un tuffo nel passato per scoprire l’antica capitale dell’Elvezia SOCIETÀ Pagina 3 I ragazzi e i pericoli del dark web: intervista a Ivano Gabrielli della Polizia Postale italiana ◆ Cristina Marconi Pagina 23
La ministra dell’energia Simonetta Sommaruga e quello delle finanze Ueli Maurer hanno capito subito l’urgenza e la serietà della situazione e non hanno faticato a convincere i colleghi di gover no. La Delegazione delle finanze del parlamen to ha ampliato l’anello di salvataggio mettendo a disposizione fino a 10 miliardi di franchi, qualo ra altre aziende elettriche di rilevanza sistemica dovessero trovarsi nella situazione di Axpo (c’è finita vicina Alpiq nel dicembre 2021, quando il Consiglio federale approntò un piano di salva taggio rivelatosi poi non necessario).
Concorso «Azione» mette in palio alcuni bi glietti (a coppie di due) per la serata Lollypop del 14 settembre. L’offer ta comprende il biglietto per il viag gio di andata e ritorno con il trenino a cremagliera (partenza da Capola go alle 18.45 e ritorno alle 23.00), un assaggio di risotto e musica anni 70 e 80. Per partecipare al concorso inviare una mail a giochi@azione.ch (oggetto: «Lollypop») entro domeni ca 18 settembre 2022.
Musica in natura
Il sistema a capsule senza capsule
Come funziona CoffeeB? Grazie alla tecnologia di infusione brevettata della marca Café Royal, le Coffee Ball appena tostate vengono inserite nella macchina e producono il caffè semplicemente premendo un pulsante.
Editore e amministrazione Cooperativa Migros Ticino CP, 6592 S. Antonino tel +41 91 850 81 11 Stampa Centro Stampa Ticino SA Via Industria – 6933 Muzzano Tiratura 101’177 copie Abbonamenti e cambio indirizzi tel +41 91 850 82 31 dalle 9.00 alle 11.00 e dalle 14.00 alle 16.00 dal lunedì al venerdì fax 091 850 83 registro.soci@migrosticino.ch75
Incontri ◆ Appuntamento in vetta con la musica anni 70 e Come80 concludere la stagione delle ri salite in Vetta e delle escursioni tipi che dell’estate in allegria e in modo divertente? Il Monte Generoso invi ta a una serata particolare, chiamata scherzosamente Lollypop: un appun tamento imperdibile a 1704 metri di altezza con la musica e le canzoni del le feste degli anni 70 e 80. La data da segnare in agenda è quella di venerdì 14 ottobre 2022, partenza con la cre magliera da Capolago alle ore 18.45 e ritorno dalla Vetta ore 23.00. È ri chiesta la prenotazione sul sito mon tegeneroso.ch
È stata la Migros a inventare il si stema CoffeeB? Sì. Spronata dalla mole di rifiuti – si parla di 100’000 tonnellate all’anno –, Delica (marca affiliata di Migros) ha studiato a lungo un sistema che non producesse rifiuti. Il risultato è CoffeeB.
Sede Via Pretorio 11 CH-6900 Lugano (TI) Telefono tel + 41 91 922 77 40 fax + 41 91 923 18 89 Indirizzo postale Redazione Azione CP CH-69011055 Lugano Posta elettronica cultura@azione.chattualitatempolibero@azione.chsocieta@azione.chinfo@azione.ch@azione.ch Pubblicità Migros Ticino Reparto pubblicità CH-6592 S. Antonino tel +41 91 850 82 91 fax +41 91 850 84 pubblicita@migrosticino.ch00
Settimanale di informazione e cultura
Info Migros ◆ Si tratta della più grande innovazione di prodotto della storia della Migros: CoffeeB offre i vantaggi del caffè in capsule, senza però creare alcun rifiuto
Costi di abbonamento annuo Svizzera Fr. 48.–Estero a partire da Fr. 70.–●
Perché le Coffee Ball restano compatte? Perché sono avvolte da una pellico la protettiva inodore realizzata su base vegetale. Una delle componen ti principali è l’alginato, estratto dal le alghe. Questo involucro offre una perfetta barriera naturale contro l’os sigeno e previene dunque anche la perdita di sapore. L’involucro confe risce stabilità alla Coffee Ball anche durante la preparazione del caffè, dissolvendosi durante il processo di estrazione. La Coffee Ball è inoltre priva di allergeni. Quali tipi di caffè ci sono? In tutto vi sono otto aromi: Lungo, Lungo Forte, Lungo Bio, Espresso, Espresso Forte, Espresso Bio, Ri stretto e Decaffeinato. Provengono tutti da fonti sostenibili, sono tostati e prodotti in Svizzera e compensati al 100% per quanto riguarda il CO2 Quanto costa il caffè di CoffeeB? A livello di prezzo CoffeeB è para gonabile alle altre capsule presenti nella vendita al dettaglio del merca to svizzero. Una confezione di Cof fee Ball parte da Fr. 4.60 e contiene 9 Coffee Ball.
Nell’assortimento di Migros si pos sono acquistare anche capsule di plastica e di alluminio. Resteranno a fare parte dell’assortimento? CoffeeB potrà cambiare il mondo in cui berremo il caffè in futuro. La transizione richiederà tempo – un po’ come sta avvenendo con le auto elettriche. Nel frattempo continue remo a vendere le capsule di Café Royal e Delizio. Dove si può acquistare CoffeeB? In oltre 650 filiali Migros e in tut te le 104 filiali melectronics. Su Migros Online e Digitec Gala xus. CoffeeB è in vendita anche in Francia e dal 2023 lo sarà anche in Germania.
azione Settimanale edito da Migros Ticino Fondato nel 1938 Redazione Peter Schiesser (redattore responsabile), Simona Sala, Barbara IvanNataschaRominaManuelaManzoni,Mazzi,Borla,FiorettiLeoni
Concerti ◆ L’ultima tappa del tour di Hiking Sounds, festival di Migros, toccherà Locarno-Ascona
Cosa si fa con le Coffee Ball usate? Sono compostabili in giardino. Si gnifica che nel giro di quattro setti mane si trasformano in pregiato hu mus. Per fare un paragone, le capsule biodegradabili di plastica sono com postabili solo industrialmente, ma si tratta di un processo che può durare anni. Le Coffee Ball invece posso no essere buttate nel compostaggio o utilizzate come concime senza remo ra alcuna.
Informazioni migroshikingsounds.ch Joya Marleen si esibirà il 25 settembre 2022.
Cosa è CoffeeB? Il nuovo sistema a capsule della Mi gros, ma senza capsule né rifiuti.
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Sulla stampa svizzera se ne è parlato molto, poiché la notizia è di quel le che fanno storia: la Migros è riu scita a realizzare un prodotto di uso quotidiano come il caffè riducendo le conseguenze ambientali, ossia elimi nando del tutto e in via definitiva la capsula che fino a oggi avvolgeva le singole porzioni della pregiata e tan to amata bevanda. In seguito trova te le informazioni principali riguar danti questo innovativo prodotto in 12 punti.
È necessaria una macchina da caffè nuova? Sì, il pregiato caffè può venire pre parato solo con una macchina ap posita. La nuova macchina da caffè CoffeeB-Globe è molto silenziosa, consuma poco, ha un tempo di ri scaldamento breve e si spegne auto maticamente dopo un minuto. La macchina è composta per circa un terzo da materiali riciclati e ha una struttura modulare, così che è possi bile cambiare e/o riparare le sue sin gole componenti.
inLollypopvetta
Hiking Sounds 2022 vi aspettano en trambe! Aria fresca, movimento all’a perto, incontri interessanti, esibizioni indimenticabili, il tutto nella cornice di laghi di montagna, vette maesto se e pascoli alpini. Il format del tutto inedito del Migros Hiking Sounds in corso da tutta l’estate offre esperienze musicali uniche, all’aperto, nel cuore di uno spettacolare scenario monta no. Delle dieci tappe proposte in tutto il Paese, ve n’è anche una specifica ri guardante il Ticino, che andrà in sce na il 24 e il 25 settembre tra Ascona e Locarno, toccando il paesaggio sugge stivo di PoichéCardada-Cimetta.Locarnoèlatappa finale della ricca stagione di Hiking Sounds, è previsto un programma speciale: du rante il giorno, si potrà passeggiare e godersi la musica di artisti emergenti in montagna, mentre più tardi i con certi principali andranno in scena nel centro di Locarno.
Concorso «Azione» mette in palio 10 mac chine da caffè CoffeeB-Globe. Per partecipare all’estrazione inviare una mail a giochi@azione.ch (oggetto: «CoffeeB») con i vostri dati (nome, cognome, indirizzo) entro domenica 18 settembre 2022.
Qual è il problema delle capsule? Ogni anno in tutto il mondo ven gono venduti miliardi di capsule di alluminio e di plastica. La maggior parte delle capsule, circa il 70 per cento, finisce nella pattumiera. In questo modo ogni anno si produco no più di 100’000 tonnellate di rifiuti di capsule, il che corrisponde a dieci volte il peso della Tour Eiffel! Il sistema CoffeeB è più sostenibile degli altri sistemi in commercio? Il sistema CoffeeB funziona sen za l’utilizzo di alluminio o plasti ca. Tutte le componenti delle Coffee Ball sono compostabili. Rispetto al le macchine automatiche e a quelle con filtro, CoffeeB ha il vantaggio di utilizzare meno caffè per ogni tazza, riducendo così l’impronta ecologi ca del 30%.
Amate le escursioni sulle Alpi sviz zere e vi mancano le emozioni da bri vido che solo la musica di un concer to live riesce a infondere? Al Migros
Pagina 9 Un ambasciatore in bici Roberto Balzaretti, ambasciatore svizzero in Francia, ci parla del suo progetto En route avec la Suisse Pagina 13 Il progetto Frequenze Nato a Chiasso per promuovere economia, cultura e inclusione sociale, ora è anche a Lugano
Il caffè delle mamme ◆ Intervista a Ivano Gabrielli direttore della Polizia Postale italiana ed esperto dei pericoli che gli adolescenti trovano sul web
Chi si nasconde nelle darknet? Sono il luogo nel quale si nascondo no pedofili e pedopornografi di tutto il mondo, dove si cercano e si vendo no armi e ogni tipo di strano ogget to. È un mondo complesso, popola to da molti millantatori e da diversi truffatori. I pagamenti avvengono con criptovalute.
I ragazzi coinvolti nelle inchieste investigative erano consapevoli di quello che stavano facendo?
Simona Ravizza «I pericoli che gli adolescenti cor rono accedendo al dark web posso no essere assimilati a quelli a cui si espone chi si aggira in orario nottur no in un quartiere malfamato sen za conoscerne i segreti. È possibi le incappare in immagini e video di pedopornografia, violenza sessuale, esecuzioni. Tutto materiale deci samente traumatizzante. E per chi accede senza avere le dovute accor tezze tecniche è, inoltre, possibile subire furti di dati». A Il caffè delle mamme di settembre invitiamo Iva no Gabrielli, direttore della Polizia Postale italiana e super-esperto dei pericoli con cui i nostri figli si con frontano sul web. Partiamo dall’inizio: che cos’è il dark web? La Rete ha tre livelli. Il primo è la superficie, che occupa il 4-5%: gli utenti sono identificabili e i conte nuti in chiaro, accessibili a tutti e in dicizzati da Google e altri motori di ricerca. Il secondo è il deep web: gli utenti sono identificabili, ma i con tenuti sono protetti da password co me i documenti riservati delle azien de o la video-riunione via Zoom. In fondo, il terzo livello è rappresentato dalle reti darknet : ciò che viene co munemente definito dark web. È la parte più profonda e anonimizzata del web, accessibile attraverso speci fici software il più delle volte gratuiti e consente di entrare in circuiti nei quali le persone possono scambia re messaggi, fare acquisti o vendere oggetti e prestazioni spesso illega li, con la certezza dell’anonimato.
Nate anche per sfruttare comunica zioni sicure a dissidenti e persegui tati politici, in Paesi nei quali non vi è democrazia, sono divenute uno dei luoghi virtuali nei quali avvengo no illeciti.
SOCIETÀ ● ◆ Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 12 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino 3
Perché il problema riguarda anche gli adolescenti? I ragazzi possono essere attratti dal le darknet perché subiscono la sugge stione di accedere a un mondo privo di leggi e di regole, nel quale poter approcciare veri delinquenti o traf fici illeciti. L’accesso alle darknet è piuttosto semplice, dal momento che
non palesemente illegali. È evidente che l’impunità non è mai garantita e rappresenta una mera illusione che talvolta induce alla commissione di azioni anche gravi.
Il web non dimentica e anche l’e sternazione estemporanea sui social, frutto di un momento di rabbia, può diventare una sorta di aggressione per chi la subisce.
Quali sono i riscontri reali che ave te dalle vostre inchieste e indagini su che cosa un adolescente può fare nel dark web? Le competenze di studenti di infor matica piuttosto che il senso di sfida tipico dell’adolescenza possono in durre i ragazzi ad attivare caselle di posta elettronica anonime attraverso le quali cercare o acquisire imma gini pornografiche, fare scherzi o minacciare professori.
è sufficiente installare un software gratuito per entrare nelle board o sui marketplace, rudimentali siti o porta li dove gli utenti accedono a conte nuti illegali. Per fortuna i giovanis simi non dispongono facilmente di criptovalute cosa che limita la loro possibilità di partecipazione alla vita delle darknet
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Da genitori a cosa bisogna sta re attenti? Occorre sensibilizzare i ragazzi su come ogni azione informatica, per quanto appaia evanescente, abbia in realtà un potere pervasivo, addirit tura superiore alle azioni concrete.
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L’illusione di anonimato che guai può portare?
L’anonima to che le darknet assicurano induce ad accarezzare l’illusione di impu nità, sbloccando freni inibitori di comportamenti scorretti, quando
Anche nel web in chiaro esistono dei circuiti che si presentano come anonimizzati. Questi servizi stan no attraendo sempre più giovani in ternauti abbagliandoli con l’idea di diventare invisibili in Rete. All’illu sione di anonimato consegue la con vinzione di impunità. Così si stanno moltiplicando gruppi di giovanissimi che condividono foto intime di vitti me ignare. Il fenomeno dei cosiddet ti stupri virtuali – circuiti di mes saggistica istantanea e cloud criptati nei quali vengono scambiate e uploa date (scaricate) foto sessuali autopro dotte e rubate per utilizzarle come pretesto per uno sproloquio sessista e violento contro le donne, è ogget to di numerose attività investigative. In questi circuiti vengono mescola te immagini di violenza sessuale sui bambini e altri filmati scabrosi.
La percezione dei molti ragazzi coinvolti è quella di trovarsi al sicu ro, nascosti da meccanismi infor matici e deresponsabilizzati nella necessità di rompere la catena di vi sualizzazioni: la loro giustificazio ne è che non sono autori dell’upload né responsabili della creazione del le immagini, né protagonisti degli abusi che nelle immagini vengono documentati. Non sanno che co munque sono responsabili. In molti casi i giovanissimi dichiarano anche di non avere un interesse specifi co nel materiale pedopornografico, così come nelle immagini di ucci sioni e stupri ma, in un eccesso di disimpegno morale, valutano inutile e dannoso informare un adulto vi sto che non si sentono direttamente responsabili.
Quali sono i pericoli teorici che può correre un adolescente? Chi frequenta questi circuiti fa del malaffare cibernetico un mestiere ed è quindi sempre pronto a sfruttare le occasioni che si presentano. I ragazzi possono caderne facilmente vittime.
Capire il dolore Per chi soffre di malattie reumatiche è fondamentale trattare adeguatamente il dolore
Personaggi Storia di François-Alphonse Forel medico nato a Morges e padre della moderna limnologia Shutterstock Il dark web e l’illusione dell’anonimato
Conosciuto e apprezzato in tutto il mondo per il suo aroma deciso e in confondibile, il Gruyère DOP è pro dotto fin dal 12esimo secolo nell’o monima regione della Svizzera occidentale. Oggi la zona di produ zione si estende nei cantoni Fribur go, Vaud, Neuchâtel, Giura e alcuni comuni bernesi. Il Gruyère DOP può essere gustato sia freddo sia caldo, ba sti pensare che è uno degli ingredienti base di una delle fondue più classiche, la moitié-moitié, composta per metà da Gruyère e per metà da Vacherin friburghese. Il Gruyère DOP è pre parato con latte crudo di alta qualità proveniente da mucche che si nutrono di erba fresca in estate e fieno in inver no, senza l’impiego di alcun additivo o insilato. La stagionatura dura tra i 5 e 18 mesi o anche più, a seconda del la tipologia di formaggio, ossia dolce, piccante o surchoix. Per la produzione di una sola forma di formaggio, sono necessari ben 400 litri di latte. Infine, segnaliamo che da venerdì 16.9 a sa bato 17.9.2022 nelle filiali Migros di S. Antonino, Lugano, Agno e Serfonta na è prevista una degustazione specia le di Gruyère DOP.
Una bontà di origini asiatiche
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Azione25% Prosciutto crudo della Mesolcina Svizzera, per 100 g Fr. 4.75 invece di 6.35 al banco a servizio dal 15.9 al 26.9.2022 Già assaggiato? Attualità ◆ Questa settimana in alcune filiali Migros vi aspetta una degustazione di formaggio Gruyère DOP, come pure un’imperdibile offerta del 30% sulla variante piccante
Originario della Cina, il cavolo pak choi fa parte della famiglia delle cru cifere e si caratterizza per il suo sa pore delicato, affine a quello della se nape, come anche per la ricchezza di nutrienti come la vitamina C, il po tassio e il calcio. Questo ortaggio è una delizia gustato sia cotto che cru do, p.es. in insalata, saltato nel wok oppure bollito o al vapore. Coltivato da qualche anno anche in Svizzera in modo sostenibile, dopo l’acquisto deve essere conservato in frigorifero e consumato entro pochissimi gior ni. Non si presta per la congelazio ne. Uno dei metodi di preparazione più diffusi è quello di saltarlo breve mente in padella in poco olio, con l’aggiunta di cipolla, aglio, qualche fettina di zenzero e una saporita sal sa asiatica. In Cina un piatto molto popolare durante il Capodanno ci nese è costituito da pak choi e fun ghi shiitake.
La ContornoPakricettachoisaltatoper4persone
Attualità ◆ Una delicata specialità firmata dalla macelleria-salumeria
• 2 spicchi d’aglio • 1 peperoncino • 6 pak choi • 2 cucchiai d’olio d’arachidi • 0,5 dl d’acqua • 2 cucchiai di salsa di soia • 4 cucchiai di salsa agrodolce Preparazione Sminuzza l’aglio. Taglia il peperoncino, con o senza i semini, a pezzetti. Dimezza i pak choi ed elimina le foglie più esterne. Rosola i pak choi nell’olio per ca. 1 minuto. Aggiungi l’aglio e il peperoncino e falli rosolare Mescola l’acqua con la salsa di soia e la salsa agrodolce e versala sulle verdure. Metti il coperchio e fai stufare a fuoco medio-basso per ca. 10 minuti. Insaporisci
Fagetti di Roveredo
Prodotto artigianalmente dalla stori ca macelleria-salumeria familiare Fa getti di Roveredo, il prosciutto crudo della Mesolcina è una specialità tra dizionale preparato con carne Sviz zera o, a seconda della disponibilità, anche con carne proveniente da su ini allevati nella regione. Le cosce, una volta accuratamente seleziona te, vengono massaggiate con del sa le e lasciate riposare per oltre venti giorni in una salamoia composta da vino nostrano e una miscela segre ta di erbe aromatiche. Passato que sto lasso di tempo, i prosciutti sono posti ad asciugare in un apposito lo cale con camino dove subiscono una leggera affumicatura a legna per sette giorni. Dopodiché, vengono trasferi ti in una cantina di pietra per la fase di stagionatura, che dura non meno di due Graziemesi.alsuo caratteristico aroma, questo prodotto genuino mesolcine se è ottimo gustato con un fumante risotto ai funghi, arricchisce ad arte qualsiasi tagliere di salumi misti, op pure da solo si abbina perfettamente con del pane scuro e un buon bicchie re di vino del territorio. Per apprez zarne al meglio le delicate sfumature aromatiche, si raccomanda di gustare il prosciutto a temperatura ambiente.
Il prosciutto crudo della Mesolcina
Attualità ◆ Il pak choi è una varietà di cavolo che negli ultimi anni si è diffuso con successo anche da noi. Questa settimana nelle principali filiali Migros lo trovate a un prezzo particolarmente vantaggioso
Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 12 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino MONDO MIGROS 5 Il gelato con crema spalmabile Novità ◆ Originali golosità tutte da provare
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Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 12 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino 7 SOCIETÀ
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Benedicta Froelich
Forse mai come quest’estate, com plice la siccità che sembra soffocare non solo la Svizzera ma un po’ tutta l’Europa, siamo stati spinti a soffer marci sul bene prezioso rappresenta to dai bacini idrici del nostro territo rio, da sempre uno dei tratti distintivi del paesaggio elvetico. Tuttavia, seb bene uno dei motivi d’orgoglio della Svizzera risieda proprio nei suoi mol teplici, splendidi laghi, che da sem pre ne fanno una meta ambitissima per turisti provenienti da ogni ango lo del mondo, sono in pochi a sapere che proprio a uno svizzero si deve il più grande contributo di sempre allo studio dei bacini lacustri, e non solo. Nel 1841, la cittadina di Morges, nel Canton Vaud, diede infatti i nata li a François-Alphonse Forel, medico destinato a entrare nella storia come l’inventore della limnologia, ovvero la disciplina che si dedica allo stu dio dei corsi o bacini d’acqua inter ni, soprattutto stagnanti: un ambito al quale, fin dalla giovinezza, Forel avrebbe dedicato ogni sua risorsa, in un costante, rivoluzionario processo di scoperta scientifica dalle ramifica zioni pressoché infinite. Nato in seno a una famiglia dal la connotazione fortemente cultura le, Forel venne iniziato allo studio delle acque del lago di Ginevra dal padre François, importante avvoca to locale – il quale, oltre a essere uno dei fondatori della Società di storia della Svizzera romanda e un gran de appassionato dello studio delle ere preistoriche, partecipò ad alcu ni scavi subacquei proprio nel Le mano (1854); un’esperienza che deve aver lasciato il segno sul giovanissimo François-Alphonse, dal momento che, parallelamente agli studi in me dicina presso l’università di Ginevra, cominciò presto a svolgere ricerche nelle acque del lago anche in proprio. Di fatto, forse fu questa stessa pas sione a condurlo ad affiancare al dot torato in medicina anche una laurea in scienze naturali, per poi intrapren dere la carriera accademica d’ordi nanza; ma perfino negli anni in cui insegnò anatomia e fisiologia presso l’università di Losanna, la vera pas sione di Forel rimase lo studio del la go Lemano. Nelle sue acque, egli si dedicò a studi di geomorfologia, chi mica, fisica e biologia; tra le altre co se, fu in grado di dare un nome e una definizione alle cosiddette «seiches » («sesse»), definibili come microsco pici fenomeni di moto ondoso, spes so impercettibili a occhio nudo, che possono essere rilevati in qualsiasi specchio d’acqua stagnante, sia esso naturale o artificiale. Queste ricerche avrebbero poi condotto Forel a pubblicare quelli che sono considerati i testi di riferimento nella disciplina della limnologia, ov vero Le Léman: Monographie Limno logique (suddiviso in ben tre volumi e dato alle stampe tra il 1892 e il 1904), e Handbuch Der Seenkunde (1901); fin ché, nel 1895, François-Alphonse la sciò l’insegnamento per dedicarsi to talmente alle sue ricerche, riuscendo così a inanellare un’intuizione dietro l’altra: tra le altre cose, si deve a lui l’idea di utilizzare palloni-sonda per effettuare rilevazioni meteorologiche negli strati più alti dell’atmosfera. Ma Forel fu anche uno dei primi studiosi a dedicarsi dettagliatamente allo studio dei ghiacciai, tramite pe riodici rilevamenti che nel 1912, nel pieno dell’epoca d’oro delle esplora zioni geografiche in terre lontane, lo condussero perfino al finanziamen to di una spedizione in Groenlandia. Parallelamente, si impegnò ad appro fondire i complessi meccanismi che regolano l’andamento di onde e ma ree, concentrandosi soprattutto sulle correnti di densità dei laghi alpini – e scoprendo come esse fossero influen zate dalla differenza di temperatura tra l’acqua proveniente dai ghiacciai e quella già presente nel bacino. Ma forse, uno dei successi più popolari di Forel è, ancora oggi, la sua scoperta del fenomeno noto come «Fata Mor gana», responsabile degli ingannevoli effetti ottici di rifrazione spesso spe rimentati da marinai e pescatori, e colpevoli di far apparire altre navi ed eventuali ostacoli all’orizzonte come distorti, o più lontani rispetto alla re altà; un fenomeno recentemente tor nato alla ribalta, dopo che alcuni stu diosi hanno ipotizzato che possa aver costituito la causa principale dell’af fondamento del Titanic. E se gli ultimi anni della vita di François-Alphonse lo videro dedi carsi alle ricerche lacustri di ambito preistorico già intraprese dal padre, concentrandosi soprattutto sugli in sediamenti dell’Età del Bronzo nei laghi svizzeri, sarebbe stato princi palmente grazie all’incredibile di versità e ampiezza del suo lavoro che alla propria morte, nel 1912, egli venne finalmente riconosciuto come un precursore di successo: qualcu no che, con le sue geniali intuizio ni, aveva dato vita a un intero ambito scientifico. Oltre ad aver legittimato la limnologia come scienza a sé stan te, Forel è infatti stato uno dei primi a occuparsi seriamente non solo del la composizione e classificazione dei bacini idrici, ma anche della neonata sismologia: le sue collaborazioni con altri studiosi portarono, oltre che al la creazione della scala Forel-Ule (per la valutazione del colore di acque dol ci e salate), anche di quella denomi nata Rossi-Forel, antenata delle mo derne scale Mercalli e Richter per la determinazione dell’intensità dei terremoti.Eforse fu proprio la natura stessa della sua amata limnologia – scien za fortemente interdisciplinare – a far sì che la sua instancabile curiosità gli permettesse di spaziare all’inter no degli ambiti più svariati, lasciando il segno in ognuno di essi e affidando ai connazionali (e non solo) un lasci to dalla grandissima, e tuttora attua le, rilevanza.
Un precursore sulle rive del Lemano e le innumerevoli scoperte che portarono alla nascita della moderna limnologia
Personaggio ◆ François-Alphonse Forel
La Spinelli)(StefanounamentreNumailRothenbühlerMartinafisioterapistaereumatologoMasinavisitanopaziente.
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8 Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 12 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino SOCIETÀ
La fisioterapista spiega che il vero problema nasce con la cronicizzazio ne del dolore: «in questi casi può oc cupare un campo di proiezione sem pre più grande nel sistema nervoso centrale e sul corpo». In altre paro le: se il dolore diventa cronico, occu pa più spazio del necessario: «È reale, non immaginario. Tuttavia, non rive la nulla sull’entità della lesione o del pericolo per il corpo». Il dottor Ma sina rivela l’entità delle ripercussio ni causate dal dolore cronico anche da un punto di vista economico-sa nitario, a suffragio dell’importanza di prevenirlo per quanto possibile e prenderlo seriamente a carico con so luzioni interdisciplinari di differenti specialisti che collaborano con il pa ziente per una sua gestione consape vole: «Prendiamo ad esempio il mal di schiena: quando si risolve l’origi ne del problema, il dolore persiste an che se la causa non è più reale. Allora si generalizza, si allarga e diventa au tonomo senza l’input dell’iniziale sti molo periferico che lo aveva generato. Ciò causa importanti costi nella sa nità, anche se è piuttosto raro e toc ca circa il 5 per cento o poco meno dei pazienti». Il dolore cronico va co munque considerato molto seriamen te anche perché, prosegue il medico: «La sofferenza di chi ne è colpito fa lievitare i costi indotti del 20-30 per cento e, non da ultimo, cronicizzando diventa molto più difficile da curare». È essenziale riprenderne il control lo, consiglia Rothenbühler: «Il dolore cronico nasce da una concatenazione di fattori biologici, emotivi e psichici che si potenziano negativamente a vi cenda. Allora, bisogna saper chiede re un aiuto professionale e il medico di base può supportare nel trovare lo specialistaReumatologoadatto».e fisioterapista con cordano sul fatto che, per quanto ri guarda il dolore vero e proprio «il maggiore esperto è sempre il pazien te colpito: solo lui sente e conosce il disturbo. Perciò, tenere un diario del dolore per dieci o quattordici giorni può aiutare a renderlo più tangibi le». Le domande chiave: cosa allevia il mio dolore? Cosa mi fa bene? Cosa lo intensifica? Poi bisogna trattarne le cause e anche questo procedere è af frontato in modo interdisciplinare fra gli specialisti che si occupano colle gialmente del paziente: reumatologo, psicoterapeuta o psichiatra (che non sottintende assolutamente la presen za di una malattia mentale ma si si tua nell’ambito della presa a carico e un’eventuale prescrizione di farmaci antidepressivi o neurolettici), e altre figure scelte in modo individuale fra cui la fisioterapista: «Bisogna trattare le cause: se il dolore ha origine fisica è necessario ricorrere a un trattamen to; le infiammazioni e le malattie sot tostanti sono trattate principalmente con i farmaci, mentre i problemi mec canici in prevalenza con la fisioterapia o la terapia occupazionale (non passi va ma votata alla responsabilizzazione del paziente), vale a dire attraverso un allenamento mirato e, se questo non fosse possibile, anche chirurgicamen te». Per evitare comportamenti scor retti, gli obiettivi terapeutici poggia no su criteri soggettivi e andrebbero formulati in modo positivo: dovreb bero rispondere a domande come: «Cosa mi fa bene? Cosa desidero ot tenere? Cosa vorrei evitare?». Una ri flessione dei due professionisti sulle persone colpite dal dolore: «Esse sono spesso limitate nelle loro azioni, in trappolate in uno schema di passività che nuoce a una buona prognosi nella gestione e nella risoluzione del dolo re stesso». Movimento e rilassamento sono componenti fondamentali della terapia del dolore, concludono Masi na e Rothenbühler: «L’esercizio fisico deve essere divertente, individualiz zato e orientato alle esigenze persona li; il rilassamento non significa neces sariamente ozio passivo ma si realizza quando il cervello si trova nel giusto punto di equilibrio tra sovraccarico e sollecitazioni insufficienti».
Malattie reumatiche: capire il dolore
Salute ◆ Trattare adeguatamente il dolore che accompagna le malattie reumatiche migliora la quotidianità Maria Grazia Buletti Capire il dolore che accompagna le malattie reumatiche per evitarne la cronicizzazione: questo il filo con duttore della Giornata pubblica che Lega ticinese contro il reumatismo e Lega svizzera contro il reumatismo propongono alla popolazione lune dì 19 settembre al Palazzo dei Con gressi di Lugano, con entrata libera. «Le malattie reumatiche raggruppa no un ventaglio di oltre 200 quadri clinici diversi, con sintomi e distur bi che coinvolgono l’apparato loco motore: muscoli, ossa, articolazioni, legamenti e tendini». A parlare è il reumatologo Numa Masina che pre siede la Lega ticinese contro il reuma tismo di cui cita alcune forme: «Mal di schiena, artrite, artrosi, osteopo rosi, fibromialgia, lupus e gotta sono fra quelle più conosciute. Si usa inol tre differenziare le malattie reumati che infiammatorie e autoimmuni da quelle meccaniche e degenerative». In Svizzera, una persona su quattro soffre di reumatismi, per un totale di circa due milioni di persone, mentre i costi che ne derivano ammontano a circa 23 miliardi di franchi all’anno. Quando si parla di malattie reu matiche, è inevitabile parlare di do lore perché, spiega Masina: «Sono patologie in numero nettamente su periore alle altre, il cui sintomo car dine è il dolore. Il paziente non arriva dal reumatologo se non sente dolore e di norma dice: “Dottore, ho male qui”, oppure, dopo un’adeguata pre sa a carico: “Dottore non ho più ma le”. È perciò importante definire e ca pire il concetto di dolore». Secondo l’Associazione internazionale per lo studio del dolore (IASP), «Il dolore è un’esperienza sensoriale ed emo zionale spiacevole, associata a dan no tissutale, in atto o potenziale, o descritta in termini di danno». Dal canto suo, la fisioterapista Martina Rothenbühler (consulente della Lega svizzera contro il reumatismo) ne de scrive le molte sfaccettature e lo defi nisce come sordo, acuto, profondo o superficiale: «Esiste il dolore a ripo so e quello sotto sforzo, quello inten so o solo un disturbo lieve, costante o intermittente. Per la sua natura di sintomo, il dolore viene scatenato da stimoli dolorosi come pressione, ca lore, freddo intenso o infiammazione; determinanti sono quindi gli stimoli meccanici, termici o chimici nei tes suti del corpo, anche se a volte un’al tra percezione sensoriale, un pensiero o un ricordo sono sufficienti per far ci sentire dolore». Di per sé, dunque, anche nell’ambito delle malattie reu matiche il dolore è indispensabile per permetterci di comprendere che in quel tessuto sta succedendo qualco sa, come spiega il reumatologo: «È un vero e proprio sistema di allarme che ha lo scopo di avvertire di un possi bile pericolo, idealmente anche prima che il tessuto sia effettivamente dan neggiato. È da lì che parte lo stimolo neurologico, per mezzo di un recetto re dell’articolazione dolente che si at tiva attraverso un processo chimico il cui impulso risale a sua volta lungo il percorso dei nervi spinali fino al cer vello che poi lo elabora e lo trasmette sotto forma di dolore».
Il dolore è un sistema d’allarme che avverte un possibile pericolo, anche prima che il tessuto sia danneggiatoeffettivamente
www.enrouteaveclasuisse.ch Uno dei Ginevra.Nazionipressod’informazionedelediambasciatorerispettivamenteVellucci,AlessandraBonnafontGinevra,diconsigliereDaldaadellesullastatoBalzarettil’ambasciatoredaduranteArles.tappaVentouxsalitasolitariamomentipochiinsullaalMontnellaGrenoble-Inbasso,latappaAigleaLione,èaccoltopiazzaNazioniGinevraSergeBusco,StatodiJérômeeFranciadirettriceServizioleUnitea
Le giornate in doppia veste di am basciatore e ciclista sono di sicuro intense e in gran parte pianificate. Resta spazio per qualche sorpresa o aneddoto?
Ambasciatore in doppia veste
In tutte le regioni, da quella di con fine alla costa atlantica e lungo il Rodano, ho notato che grazie alla bicicletta è possibile avviare una di scussione in modo quasi informale, vicinanza che a sua volta favorisce il confronto su temi complessi. I dos sier delicati sono infatti parte inte grante del progetto. Durante l’ultima tappa, ad esempio, ho incontrato i responsabili della Centrale idroelet trica André Blondel a Bollène ge stita dalla Compagnie nationale du Rhône, primo produttore francese di energia esclusivamente rinnovabile.
In effetti nei programmi delle vi site – una ventina per ogni tappa – ambiente, ricerca e innovazione sono temi che figurano in primo piano. Con quali priorità sono pre parati gli itinerari? Nell’organizzare En route avec la Suisse – in stretta collaborazione con i tre consolati di Lione, Marsiglia e Strasburgo – siamo partiti dai da ti economico-sociali sulla presen za svizzera in Francia per tracciare delle linee ideali. Basti pensare che a fine 2021 risultavano investimen ti dell’industria svizzera in Francia per oltre cento miliardi di franchi, posizionando la Svizzera alle spalle solo di Stati Uniti e Germania. Que sto attraverso oltre mille imprese che hanno creato quasi 300mila posti di lavoro. Il tour, inaugurato al Cen tro mondiale di ciclismo dell’Unio ne ciclistica internazionale (UCI) di Aigle, ha toccato dapprima il lato francese del Lemano caratterizzato appunto da una forte presenza sviz zera e dove è pure rilevante il tema della cooperazione transfrontalie ra. Altra regione caratterizzata da scambi intensi è quella fra Basilea e Strasburgo, che visiterò a inizio ot tobre. Lungo i percorsi, focalizzati sui dossier che interessano il nostro Paese, scopriamo di volta in volta at tività meno conosciute che meritano però attenzione e quindi una sosta. Scienze del futuro, ricerca e innova zione sono settori nei quali la Sviz zera si distingue e sui quali pure ci concentriamo.
Ammiccare alla corsa ciclistica per eccellenza quale è il Tour de France implica soddisfazioni, ma anche uno sforzo fisico, in particolare in alcune giornate. Nell’ultima tappa abbia mo inserito il mitico Mont Ventoux con arrivo a 1910 metri s.l.m. dopo oltre venti chilometri di salita. Sulla bicicletta da corsa l’intensità dell’as sistenza elettrica è proporzionale al lo sforzo compiuto nella pedalata, per cui quando la strada sale non si scappa, se non si pedala non si avan za. L’obiettivo non è però la perfor mance sportiva, bensì la promozio ne del nostro Paese sfruttando canali indiretti nell’ambito di occasioni me no Nellaformali.tappa inaugurale è stato in teressante sperimentare come la pi sta ciclabile che collega Annemasse e Ginevra-Eaux-Vives permetta di attraversare la frontiera, all’interno di un territorio integrato, senza per cepirla. Un ricordo è invece affiora to alla maniera di una madeleine di Proust pedalando in mezzo ai vigne ti attorno a Saint-Émilion nei pressi di Bordeaux. Mi sono rivisto cin quant’anni fa nel mio Mendrisiot to, tra Stabio e Ligornetto, Meride e Tremona. Questa giurisdizione fran cese, iscritta nel Patrimonio mon diale dell’UNESCO, è rimasta come il Mendrisiotto di allora: le vigne, i campi, poche strade, i villaggi densi ma non diffusi sul territorio. È una zona bellissima e preservata. Ha citato il Mendrisiotto, dove è nato e cresciuto, prima di prose guire gli studi fino al dottorato in diritto all’Università di Berna e in traprendere la carriera diplomatica. Nel suo personale tour de France ha già trovato anche tracce ticinesi? Sì, non lontano dal villaggio di Saint-Émilion ho visitato la tenuta vinicola Château Faugères dell’im prenditore basilese Silvio Denz. Emblema della denominazione è la cantina progettata dall’architet to Mario Botta nel 2005 in posizio ne dominante sulla collina. Botta aveva già firmato negli anni Ottanta la mediateca di Villeurbanne visita ta durante la prima tappa. Ci sono inoltre aziende ticinesi che lavora no in grandi cantieri francesi nel settore dei trasporti come il Grand Paris Express o la linea Lione-Tori no, cantieri che ho visitato, ma non nell’ambito del tour à vélo. Può essere utile menzionare al proposito l’ap poggio fornito alle imprese svizzere che desiderano installarsi in Fran cia dal servizio Swiss Business Hub France (situato all’Ambasciata), filia le di Switzerland Global Enterprise con sede a Zurigo ma con un ufficio anche a Lugano. In questo singolare viaggio lei pra tica una diplomazia sul territorio, una forma di public diplomacy coin volgente e di facile comprensione per il pubblico. Appare più traspa rente della diplomazia tradiziona le. È così? Direi che oggi tutta la diplomazia è improntata a una maggiore traspa renza. A ogni livello istituzionale l’obiettivo rimane il medesimo, ossia difendere i propri interessi cercando di capire quelli della controparte per trovare una convergenza su un inte resse comune. A volte non è possibile scoprire tutte le carte o rivelare de terminate informazioni per non com promettere la trattativa, perché una decisione non è ancora stata presa o per garantire la protezione delle per sone coinvolte. Ritengo comunque che la diplomazia del futuro sia quel la aperta, trasparente, che permet te a chi discute e prende decisioni di spiegare alla popolazione cosa sta fa cendo. Questo per mantenere a lungo termine la fiducia di cittadine e citta dini nelle istituzioni e in coloro che li rappresentano. Un aspetto ancora più rilevante in una democrazia come la nostra, nella quale il popolo si espri me sovente attraverso il voto. Tornando al tour En route avec la Suisse, può già trarre un primo bi lancio dalle tappe iniziali? Malgrado gli intensi rapporti fra Svizzera e Francia a tutti i livelli, la consapevolezza della loro portata è invece piuttosto limitata. Vi è quin di un interesse evidente a mantene re e sviluppare queste relazioni, ma anche a raccontarle come avviene durante questo viaggio. Dopo ogni tappa aggiorniamo la mappa delle nuove relazioni collegandole ai ri spettivi settori di interesse a livel lo di Ambasciata e sul piano svizze ro. Si tratta del primo obiettivo del progetto. Attraverso questo approc cio meno convenzionale nella forma ma sostanziale nei contenuti si può sfruttare meglio ogni occasione di cooperazione contribuendo a costru ire quella rete di contatti utile a ogni Paese per preservare e favorire i pro pri interessi. Le decisioni continuano a essere prese in modo formale dalle istituzioni competenti nelle sedi ade guate, ma una solida e vasta rete può facilitare la preparazione del proces so che conduce a tali risoluzioni.
Informazioni
Con loro abbiamo discusso di acqua e produzione di energia elettrica, due delle sfide presenti e future.
Stefania Hubmann Un ambasciatore in bicicletta. Può sembrare insolito e curioso. Susci tare quest’ultima reazione è però in tenzionale, perché il binomio riflette la necessità di tenere in considera zione le mutate esigenze e sensibilità della società nella quale un rappre sentante diplomatico è chiamato a operare. E il progetto su due ruo te lanciato quest’anno da Roberto Balzaretti, ambasciatore svizzero in Francia e nel Principato di Mona co, nato e cresciuto in Ticino, non manca di destare interesse, sia nel territorio che sta esplorando, sia in LeSvizzera.prime tre tappe del tour En rou te avec la Suisse. Un vélo, un ambasse deur, des rencontres hanno toccato con successo fra marzo e luglio altrettan te regioni dell’Esagono. L’accento è posto, come lo indica il titolo, sugli incontri con esponenti di collettivi tà che con il loro operato incarna no le relazioni franco-svizzere nella vita quotidiana. Relazioni intense, considerato che la Francia ospita la maggiore comunità svizzera all’e stero, pari a oltre 200mila perso ne. Durante il tour l’ambasciatore si sposta in gran parte utilizzando una bicicletta da corsa con assistenza elettrica accompagnato per qualche tratto da alcuni dei suoi interlocuto ri: autorità locali, operatori econo mici e culturali, ricercatori, studen ti, artisti. Tutte persone con le quali poter tessere preziose relazioni per la promozione della Svizzera in Fran cia e per le relazioni bilaterali in ge nerale. Un punto centrale sul quale l’ambasciatore Balzaretti torna a più riprese durante l’intervista concessa ad «Azione» in quello che resta il suo abituale luogo di lavoro, l’Ambascia ta svizzera a Parigi. Ambasciatore Balzaretti, come si è sviluppato questo originale proget to nel quale unisce attività profes sionale e passione sportiva? Uscire dalla capitale nella quale ri siede per conoscere le regioni del Pa ese d’accoglienza è compito di ogni ambasciatore. Anche in zone lonta ne dalla fascia di confine e da Pari gi, la Svizzera in Francia ha interessi importanti in più ambiti, dall’indu stria alla scienza, dallo sport all’ar te, alla cultura in generale. Sceglie re di andare a scoprire queste realtà utilizzando la bicicletta su un arco di tempo lungo – dodici settimane suddivise in altrettante tappe previ ste metà quest’anno e l’altra metà nel 2023 – è invece una novità. L’idea mi è venuta perché volevo mostrare al cune peculiarità della Svizzera. Una bicicletta moderna e sofisticata (mes sa a disposizione dalla ditta svizze ra maxon con filiale vicino a Lione) rappresenta nel contempo la tradi zione e l’innovazione. Desideriamo infatti posizionarci in Francia come un Paese legato alle sue tradizioni, ma anche rivolto al futuro. La bici cletta permette inoltre di veicolare un doppio messaggio, di prossimità e sostenibilità.
Incontri ◆ Il ticinese Roberto Balzaretti, nostro più alto rappresentante diplomatico in Francia, viaggia in bicicletta per promuovere nell’Esagono una Svizzera che coniuga tradizione e innovazione
Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 12 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino 9 SOCIETÀ
Le prime tre tappe – Aigle (Canton Vaud)-Lione, Bordeaux-Pau e Gre noble-Arles – hanno confermato la sua intuizione, suscitando l’inte resse auspicato. Cosa l’ha colpita maggiormente?
Testo Heidi Bacchilega Foto Martina Meier Styling Mirjam Käser
Con una buona colazione si affronta la giornata a tutta energia. Dal succo di frutta al müesli, dalle uova al latte: Migros Bio offre un ampio assortimento di prodotti biologici per ogni gusto
Una colazione equilibrata è il modo ideale per partire con il piede giusto. Gli amanti del salato puntano su piatti a base di uova, chi predilige il dolce opta per un ricco müesli o un fragrante croissant. Tutti prodotti che da Migros si trovano anche in qualità bio. L’offerta bio di Migros comprende più di 5000 articoli. Accanto a frutta e verdura, la gamma bio include latticini, contorni e carne – sin dal 1960. Anche per questo sempre più persone acquistano bio I clienti Migros sono attenti alla qualità, alla naturalità e alla sostenibilità dei prodotti, e sempre più spesso scelgono biscotti o banane bio. Nel 2020 le vendite di prodotti bio in Svizzera sono aumentate quasi del 20% rispetto all’anno precedente. Un doppio vantaggio Chi desidera scoprire il variegato assortimento Migros Bio, dal 13 al 19 settembre può approfittare di uno sconto del 20% sull’intera gamma di prodotti. Qualità bio a prezzo ridotto, un doppio vantaggio!
Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 12 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino10
Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 12 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino MONDO MIGROS 11 20% di riduzione sull’intero assortimento Migros Bio (escl. Demeter e Alnatura) dal 13.9 al 19.9 MIGROS BIO Yogurt al naturale, 500 g Fr. 1.40 Sciroppo d’acero, 250 ml Fr. 6.30 Fiocchi d’avena integrali, 500 g Fr. 1.20 Uova svizzere bio, 6 x 53g+ Fr. 4.60 Burro speciale, 200 g Fr. 4.30 Succo d’arancia, 1 l Fr. 3.50 Brie, 180 g Fr. 4.20
I vantaggi degli edifici Minergie non sono solo limitati al ridotto im patto ambientale, ma si ripercuotono positivamente anche sull’inquilino, che beneficia in generale di un’eleva ta qualità di vita o di lavoro grazie a condizioni di luce ottimali e a un cli ma interno sano dovuto al ricambio dell’aria controllato. A ciò s’aggiungo no le basse emissioni di rumore e am bienti interni poveri di sostanze noci ve, germi o radiazioni. Il maggior costo di un’abitazione o di un edificio Minergie può essere ri compensato, oltre che dai citati van taggi in termini di ambiente e di be nessere, anche da un sostegno in fase di progettazione ed esecuzione. A se conda del Cantone, è di fatto possibi le ottenere incentivi per l’impiego di una specifica tecnica di costruzione o per la certificazione, riducendo in tal modo sensibilmente il maggior inve stimento nella qualità. Oltre ai costi di certificazione (al momento del rila scio, poi il certificato è valido a tempo indeterminato), l’associazione stima un investimento aggiuntivo, a secon da dello standard di costruzione e ri ferito a un edificio plurifamiliare con tre unità abitative, variabile tra il 2,8% e il 6,9%. Un investimento che avrà ripercussioni positive negli anni, con migliore qualità di vita e minori costi energetici, oltre a contribuire alla pro tezioneL’Associazionedell’ambiente.siè unita nel 2020 per le attività operative all’Associa zione CECE (Certificato Energeti co Cantonale degli Edifici) e ha oggi oltre 30 dipendenti che lavorano nei due uffici di Basilea e Sion, affiancati dall’Agenzia di Bellinzona (Associa zione TicinoEnergia).
Conferenze ◆ La sostenibilità al centro dei festeggiamenti La SUPSI quest’anno compie 25 an ni, un anniversario da festeggiare e un’occasione per riflettere sul futu ro non solo della formazione ma più in generale del pianeta e delle sue ri sorse. L’istituto ha infatti scelto di mettere la sostenibilità al centro dei festeggiamenti previsti nei prossi mi mesi proponendo anche una se rie di appuntamenti aperti al pubbli co «con lo scopo di sensibilizzare e stimolare riflessioni sull’importante tema dello sviluppo sostenibile». Aprirà il ciclo di incontri una conferenza di Alex Bellini intitola ta «Verso un nuovo mondo», previ sta venerdì 16 settembre alle 18.00 presso il Campus SUPSI di Men drisio. Alex Bellini è un esplorato re e divulgatore ambientale italiano noto soprattutto per le sue imprese estreme tra cui la traversata dell’O ceano Atlantico a remi in solitaria. Dal 2019 sta percorrendo i dieci fiu mi al mondo più inquinati di plastica sensibilizzando sull’importanza di questi ecosistemi così compromessi dall’uomo. Durante la serata Bellini illustrerà come ognuno di noi possa contribuire allo sviluppo sostenibile del nostro pianeta verso appunto un nuovo mondo. Il Campus SUPSI di Mendrisio ospiterà anche il ciclo di conferenze pubbliche «Emergenza Terra» orga nizzate dal Dipartimento ambiente costruzione e design che si chine ranno su diversi temi di attualità co me la crisi ambientale, la transizione ecologica e l’attuale congiuntura con relatori d’eccezione. Il 28 settembre sarà presente l’attore, autore e regi sta Marco Paolini che dialogherà con la giornalista Michela Daghini. Il 26 ottobre Bruno Oberle, Direttore ge nerale dell’International Union for Conservation of Nature, parlerà del la transizione verso una società «Na ture-Positive». Programma completo su www.supsi.ch. Informazioni e iscrizioni www.supsi.ch/go/emergbelliniwww.supsi.ch/go/conferenza-enza-terra Diventare sostenitore: rega.ch/sostenitori
Le costruzioni Minergie-P soddisfa no tutti gli aspetti di un edificio Mi nergie con l’aggiunta di una massima efficienza energetica grazie a un iso lamento ottimale e al miglior utilizzo possibile di fonti di calore passive, co me l’energia solare. Il calore rimane più a lungo nell’edificio durante i mesi invernali e le costruzioni sono soven te molto compatte (e quindi economi camente attrattive). Lo standard Minergie-A, il più recen te, esiste dal 2011 e ha un bilancio energetico positivo: nella valutazio ne annuale, il consumo per il riscal damento dei locali, la produzione di acqua calda, il ricambio dell’aria con trollato, tutti gli apparecchi elettrici e l’illuminazione sono coperti da ener gie rinnovabili prodotte autonoma mente. In aggiunta, per ogni edificio Minergie-A viene testata l’ermeticità all’aria dell’involucro ed è obbligatorio un monitoraggio energetico. Il complemento ECO, integra infine gli standard di costruzione Minergie con una costruzione particolarmen te sana ed ecologica. Gli edifici cer tificati ECO si differenziano per l’uso di sistemi e materiali compatibili con la costruzione sostenibile, per esem pio lo sfruttamento massimo della lu ce naturale, l’uso efficiente dell’acqua potabile e una statica semplice. So no anche vietate sostanze inquinan ti come i biocidi, prodotti per la pro tezione del legno o solventi, mentre i materiali (ecologici), come il legno, devono provenire da foreste gestite in modo sostenibile, il calcestruzzo dev’essere riciclato e i materiali esen ti da emissioni.
La compieSUPSI25anni
Comodità, efficienza e benessere
gratuitaInserzione Ci siamo, grazie ai sostenitori. Ogni anno la Rega aiuta oltre 11’000 persone in emergenza.
Ambiente ◆ Gli edifici certificati Minergie propongono soluzioni di comfort per una migliore qualità dell’aria, un maggiore isolamento e un risparmio energetico Elia Stampanoni Lo scorso mese di giugno a Kloten è stato inaugurato il più grande edificio certificato Minergie della Svizzera. Il complesso The Circle è stato uno dei circa 1900 immobili ad aver ricevuto il riconoscimento nel 2022, coprendo però il 6% dell’area Minergie certifica ta nell’anno, a dimostrazione della sua ampiezza (200’000 mq di superficie di riferimento energetico). Il marchio Minergie è nato nel 1998 e conta oggi quasi 55mila edifici certi ficati, i quali coprono una superficie di riferimento energetico di oltre 61 milio ni di metri quadrati. Il Ticino ne con ta invece oltre mille per un’estensione di 941’430 mq. «Dopo aver riscontra to una leggera diminuzione di richieste di certificazioni nel 2021 (che può es sere dovuta a diversi fattori), quest’an no abbiamo riscontrato un importante aumento delle domande», spiega Ma rina Rezzonico, collaboratrice comuni cazione e marketing dell’Agenzia Mi nergie Svizzera italiana. In generale negli ultimi anni è stato riscontrato un crescente interesse per le tematiche del la salute e dell’ecologia con un conse guente aumento delle richieste di cer tificazioni Minergie-ECO. Il primo prodotto dell’Associazio ne Minergie (nata quattro anni dopo la costruzione delle prime due case Mi nergie a Kölliken) è stato l’omonimo standard a basso fabbisogno energeti co, che rappresenta tuttora la base an che per le ulteriori certificazioni. Esso contempla un involucro edilizio ben isolato, un approvvigionamento ener getico efficiente con fonti rinnovabili e un ricambio dell’aria controllato ob bligatorio. La qualità energetica dell’e dificio è valutata dall’indice Minergie, il quale esprime la quantità d’energia finale ponderata nell’edificio che, per edifici abitativi nuovi, dev’essere infe riore a 55 kWh/mq all’anno. Tutti gli edifici Minergie non possono inoltre utilizzare fonti fossili, anche se esse so no permesse per la copertura dei picchi di carico e la cogenerazione. Negli anni ulteriori prodotti si so no aggiunti (vedi riquadro): a fine 2001 è stato sviluppato Minergie-P quale standard con il fabbisogno energetico più basso, rispettivamente quale ver sione svizzera della «casa passiva». Nel 2011 è poi stato introdotto lo standard a zero energia Minergie-A. Dal 2006, inoltre, tutti gli standard edilizi pos sono essere combinati con il comple mento ECO, il quale caratterizza un’e dilizia ecologica e salutare, grazie alla collaborazione con l’Associazione eco bau. Nel 2016 i tre standard Minergie sono stati completamente rivisti, è sta ta introdotta una procedura di verifica semplificata per gli ammodernamenti e sono stati sviluppati per la prima vol ta prodotti per la fase di costruzione e d’esercizio.
Il (Keystone)FreilagerMinergieresidenzialecomplessoZürich.
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Gli standard Minergie, sinonimo di qualità
Informazioni www.minergie.ch/it/
A volte le idee vengono a me o agli utenti, altre volte si tratta di proget ti già attivi in altre parti del mondo e che penso possano funzionare anche qui da noi.
Qual è l’utilità di questa attività? Decidiamo cosa cucinare tenendo d’occhio il budget (e in questo Mi gros ci dà una mano) e l’alimenta zione stessa, poiché purtroppo molti giovani, soprattutto se vivono da so li, mangiano quello che trovano op pure si affidano a costosi servizi di delivery. L’idea invece è di mangiare ciò che ci offre Migros, imparando a farcelo bastare, ma imparando an che a preparare una tavola, riordi nare e pulire, e a gestire le scadenze dei prodotti.
Scendendo da nord, Chiasso, geo graficamente, è l’ultimo paese della Svizzera ed è considerato quasi solo un luogo di transito. Ma non è sem pre stato così: la cittadina di con fine ha infatti al suo attivo anni di fermento, di scambi e commerci, di grande vivacità sociale e culturale, anche se oggi, al cospetto dei nume rosi negozi e appartamenti sfitti (la percentuale dello sfitto nel Mendri siotto è il doppio di quella ticinese e il quadruplo di quella elvetica) non sembrerebbe. È dunque quasi ovvio che le conseguenze di un tale stallo socio-economico si riverberino sul le fasce più vulnerabili della società come i giovani senza lavoro o gli Elisastranieri.Volonterio però ha deciso di non limitarsi a osservare quanto ac cadeva intorno a lei, ed è riuscita, con tenacia, creatività e originalità, a dare vita a una serie di progetti che con il tempo sono diventati imperdi bile opportunità di crescita personale e sociale. Come recita il sito dedica to, «Frequenze è un’associazione che si occupa di promovimento econo mico e culturale a inclusione socia le, sostenuto in collaborazione con il Dipartimento della sanità e della socialità. Frequenze riqualifica il ter ritorio attraverso operazioni culturali specifiche e servizi alla popolazione che considerano le particolarità del tessuto sociale ed economico della città e/o dei quartieri», ma per com prendere più a fondo competenze e traguardi, abbiamo incontrato Elisa Volonterio.
Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 12 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino 13 SOCIETÀ
Prima accennava a Migros: com’è entrata in questi progetti? Da molti anni collaboro con Luca Corti (responsabile Comunicazione e cultura di Migros Ticino, ndr), che fino alla pandemia ci sosteneva eco nomicamente con una piccola som ma. Dopodiché questo contributo è stato sostituito con un supporto ma teriale. Abbiamo cominciato con la richiesta di un vecchio frigorifero per i nostri spazi: questo ci ha permes so di avere delle bibite fresche per le attività. Io però ci tenevo molto a in segnare ai ragazzi a mangiare bene, e Corso San Gottardo 90 è a due passi da Migros Boffalora, il nostro super mercato di fiducia. Abbiamo dunque ricevuto dal gerente Gazmend Sejdiu la proposta di passare in negozio tutte le sere alle 18.50 per ritirare l’inven duto che non può essere consegnato al Tavolino Magico, poiché di sca denza troppo prossima. Un’occasione fantastica per noi, che ci permette di cucinare quindici pasti tre volte alla settimana e di consumarli tutti insie me. A volte ci capita qualche prodot to svizzero tedesco, soprattutto di carne, che non conosciamo e in quel caso consultiamo le ricette e imparia mo qualcosa di nuovo.
Le famiglie che ruolo hanno? Le famiglie sono cambiate molto: se un tempo, quando le donne hanno ricominciato a lavorare, preparavano il pasto e lo lasciavano nel microonde per i figli, oggi molti genitori non cu cinano più, e ognuno mangia quando e cosa vuole. Sono scomparsi molti di quei rituali che a mio avviso costitui scono una famiglia. Come Frequenze incontriamo sia genitori che durante i colloqui parlano al posto dei figli, sia genitori che quando i figli compio no 18 anni li buttano fuori di casa.
Tra frequenze e frequentazioni
Spesso ci viene detto che dovremmo essere solo datori di lavoro, ma non è possibile fare bene questo lavoro li mitandosi agli aspetti professiona li. Per me questi ragazzi non sono un numero, ma sono i miei ragazzi, i miei utenti. Sono storie umane.
Simona Sala
Come è nato il progetto Frequenze? Frequenze è nato con la mia tesi di master: ho studiato management culturale alla SUPSI e mi sono oc cupata anche di cultura e salute. La vorando a Chiasso mi ero resa conto dell’alto numero di persone che be neficiavano dell’assistenza sociale, degli spazi e dei commerci abban donati, e quindi la prima idea è stata quella di inserire la cultura negli spa zi sfitti al fine di offrire alle persone Frequenze un’associazioneè che si occupa di socialefavorendoeconomicopromovimentoeculturalel’inclusione in assistenza uno spazio in cui ri-al lenarsi al lavoro. Questo succede va sei anni or sono, nel frattempo il Comune di Chiasso ci ha chiesto di occuparci anche di alcuni servizi che non riusciva a coprire; cercava per esempio un luogo coperto in cui gli studenti della scuola di commercio potessero pranzare. Ci siamo dun que attivati chiedendo ai proprieta ri degli spazi sfitti. Il Comune ci ha anche affidato il servizio della ge stione degli orti comunali: abbiamo avviato una ristrutturazione cercan do di riattivare socialmente delle persone che potevano avere interesse a questo tipo di attività. È poi inizia ta una collaborazione con l’Ufficio di sostegno sociale e di reinserimen to del DSS, con il Soccorso Opera io Svizzero, e da un anno lavoriamo anche con l’AI. Quali altri progetti avete avviato? Abbiamo delle piccole squadre che si muovono sul territorio. Abbiamo aperto una boutique di abiti di se conda mano in Via Vela 4, Repost, e un laboratorio, Frequenze Lab, in cui il Comune di Chiasso offre dei corsi di italiano ad esempio agli ucraini. Da qualche tempo siamo operativi anche nel Luganese con una lavan deria di quartiere (che impiega sei persone), La Pettegola di Via Adami ni. I residenti del quartiere ci porta no le loro cose da lavare e da stirare e, se lo desiderano, possono fermar si per un caffè. L’intento è quello di creare un piccolo luogo aggregativo di quartiere. Qui a Chiasso faccia mo molte attività con un gruppo di ragazzi tra i 18 e i 25 anni riunendo ci in Corso San Gottardo 90, dove abbiamo uno spazio cucina e, grazie all’aiuto di Rosario, un cuoco a be neficio dell’AI, tre volte alla settima na prepariamo un pranzo.
Informazioni www.frequenze.ch
In generale i riscontri sono buoni? Ne ricevo di buoni, ma anche di pessimi: a volte i litigi con i ragaz zi raggiungono l’intensità tipica dei litigi famigliari. Spesso i giovani non capiscono perché devono veni re a camminare in montagna o per ché li sprono a fare kajak a due. Se ad esempio organizziamo una gita a Milano, so già che la sera prima qualcuno mi chiamerà dicendo che non riesce a prendere il treno o a sta re in mezzo alla gente. A quel punto gli educatori devono trovare la mi glior strategia individuale per attra versare le paure. La paura di stare in mezzo alla gente sul treno o in sta zione è la stessa paura che ad esem pio si prova in sala pausa al lavoro, e il nostro obiettivo finale è di per mettere a tutti di riuscire a stare nel mondo del lavoro serenamente.
Secondo lei il disagio sociale è ge neralmente aumentato? Sì, decisamente. La maggior parte dei giovani in assistenza oggi sof fre di disagi di natura psichiatrica. A questo proposito mi riallaccio a quanto appena detto: laddove la pre senza di una famiglia è più forte, il rischio di un malessere psichiatri co cronico è a mio avviso più conte nuto. Nel frattempo c’è stata anche la pandemia, e i giovani si sentono spesso inadeguati e non amati. Fan no fatica a essere accettati, soprattut to le ragazze per quanto riguarda il loro corpo. Molti giovani presenta no segni di autolesionismo. Quan do propongo loro delle attività penso spesso a come è stata la mia gioven tù: anche se non credo di essere un esempio, so di avere avuto la fortu na di incontrare dei valori impor tanti nella prima fase della mia vita, e sono essi che mi hanno permesso di essere e diventare quella che sono oggi. Io penso sempre ai miei ragaz zi, e il mio cruccio più grande è quel lo di proporgli qualcosa che gli faccia fare un’esperienza, che gli accenda una lucina, che faccia loro bene, ma gari permettendogli di individuare la propria strada. Vi sono molti ragazzi che non hanno avuto né stimoli né esempi, e in questo periodo stiamo salutando chi inizierà un apprendi stato, magari già a 25 e 26 anni, ma con una fortissima motivazione. L’al tro giorno un ragazzo mi ha ringra ziato per il mio esempio… ecco, in quel momento ho sentito che avevo raggiunto il mio scopo.
◆ A colloquio con Elisa Volonterio, ideatrice dell’originale progetto socio-culturale Frequenze, che si avvale anche del sostegno di Migros Ticino
Sopra, il gerente di Migros Boffalora Gazmend Sejdiu insieme ad alcuni protagonisti di Frequenze (Tommaso Donati); sotto, Elisa Volonterio, anima dei progetti.
Incontri
Il problema dei giovani che usufru iscono dell’assistenza è più accen tuato a Chiasso che non altrove? Non so se la situazione sia peggio re che altrove, ma so che ve n’è un numero sempre più elevato e che si fa molta fatica ad «agganciarli». Al momento, con gli addetti alla comu nicazione sto studiando dei post per attirare i giovani attraverso Insta gram. Spesso si tratta di figli di per sone a loro volta in assistenza.
E le idee come nascono?
Che forza a Giubiasco! Via Campagna 1 – 6512 Giubiasco – tel. +41 91 821 78 80 NUOVA APERTURA – 26 AGOSTO 2022 150.–Promozioned’aperturadiscontosull’abbonamentoannualeNessuna tassa d’iscrizione. Aperti 365 giorni all’anno! www.activfitness.ch Annuncio pubblicitario
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Reportage ◆ Vestigia a cielo aperto all’altezza di una colonia romana di medio calibro e un museo dei reperti archeologici ben allestito Tommaso Stiano Una bella passeggiata a nord delle Alpi permette di immergersi nella storia remota della Confederazione con un itinerario tra le vestigia ro mane di quello che era il suo capo luogo, Aventicum, oggi ribattezzato Avenches. Arrivati alla stazione Fri borgo, in mezz’ora di bus della linea 544 raggiungiamo il villaggio vode se che, grazie alla sua storia e all’ar chitettura, dal 2017 fa parte dell’as sociazione «Borghi più belli della Svizzera». Duemila anni or sono si chiamava Aventicum ed era una lo calità molto più importante di adesso perché con la conquista romana del 15 a.C. diventò il centro dell’Elvetia, territorio che si estendeva grossomo do dal lago di Costanza al lago Le mano. Da quella data per Aventicum comincia un rapido sviluppo fino a diventare una località con ventimila abitanti nel I secolo d.C., periodo in cui ospitò nientemeno che il padre e il figlio di Vespasiano, imperatore dal 69 al 79 d.C., che elevò il borgo al rango di colonia. Se i Municipia era no città già esistenti e conquistate dai Romani, le Colonie erano invece loca lità nuove fondate da cittadini roma ni per volere dell’Impero, quindi or ganizzate secondo leggi, tradizioni e canoni romani anche nella struttura urbana. Ecco perché ad Aventicum comparvero porte, torri e un muro di cinta di 5,5 km che delimitava i 228 ettari urbani all’interno dei qua li vennero edificati un reticolo stra dale ortogonale con le insulae (isolati, quartieri), il forum (piazza principale) contornato dai palazzi amministrati vi e poi vari templi per il culto, le ter me, un teatro, un anfiteatro e poco fuori le mura sul lago di Morat c’era anche il Oggigiornoporto. le vestigia degli edi fici menzionati sono una meta ben frequentata dai turisti che vogliono entrare in contatto per qualche ora con quel passato fiorente, lo faccia mo anche noi. Scendiamo alla ferma ta del bus di Faubourg e raggiungia mo a piedi in poco tempo le rovine del Teatro romano (II sec. d.C.) che aveva una capienza di 11mila spetta tori e ospitava tragedie, commedie e sacre rappresentazioni. Dirimpetto al teatro, a breve distanza, troviamo una colonna che emerge dal verde dei prati, è l’unica traccia di un grandio so tempio (I sec. d.C., 110x120 e 23 metri di altezza), oggi chiamato San ctuaire du Cigognier, dedicato al cul to dell’imperatore e di altre divinità. Grazie alla realtà aumentata in 3D offerta dagli stereoscopi piazzati da vanti alle rovine, oggi possiamo ve dere la monumentalità originaria dei manufatti… davvero impressionante. Le gambe ci portano poi verso il cen tro abitato dove dominano le pietre dell’Anfiteatro edificato nel II seco lo d.C.; di forma ellittica come tutte le arene romane, poteva ospitare fino a 14mila spettatori che assistevano ai combattimenti tra gladiatori o tra lo ro e gli animali feroci, come evocano alcuni mosaici nel museo. Ricordia mo che l’arena ospita tuttora rassegne di vario genere e ha accolto il Festival dell’opera lirica dal 1995 al 2019. Edificata attorno all’XI secolo, la torre medievale che svetta sull’anfite atro ospita il Museo romano d’Aven ches dal 1838. Di dimensioni ridot te ma ben concepito secondo i crismi moderni, esso si sviluppa su quattro livelli, uno dei quali è riservato a mo stre temporanee, gli altri presentano la collezione permanente rinnovata tra il 2016 e il 2018, con alcuni pezzi mai esposti prima, per documentare la storia della popolazione e del sito archeologico.Cominciamo da seduti al terzo piano dove un filmato breve e ben strutturato ci introduce nel contesto spazio-temporale degli antichi Hel vetii con Aventicum al centro. Le vetrine presentano una sessantina di reperti dell’epoca celtica, romana e cristiana che attestano le attività ar tigianali (es. tomba di un carpentiere) e la vita quotidiana di allora. Segna liamo qui il settore dedicato all’infan
zia con oggetti emersi dalle numerose tombe che testimoniano l’alta morta lità infantile. Non mancano nemme no pezzi di lusso legati alle famiglie aristocratiche della città come la stra ordinaria Brocca con pancia bipartita, una per introdurre la brace e l’altra per il liquido che in quel modo rima neva a lungo caldo durante l’igiene personale o il servizio a tavola… una thermos ante litteram insomma. Al secondo piano va in scena il po tere legislativo, esecutivo, giudizia rio e religioso concentrato nelle ma ni dell’imperatore di turno, qui ben rappresentato dallo splendido busto rivestito d’oro di Marco Aurelio (161180 d.C.) scoperto nel 1939 in una ca nalizzazione. Monete, statuette, ri tratti, armi, mosaici documentano la potenza di Roma e il suo mito fon datore con la Lupa capitolina che allat ta Romolo e Remo espresso da un no tevole rilievo in calcare trovato nelle vicinanze dell’anfiteatro. Una par te dell’esposizione di questo piano è dedicata al politeismo di cui si sono trovate parecchie tracce, come la ra ra e stupenda Mano votiva del dio Sa bazius. Scendiamo al piano terra che presenta pochi oggetti ma di grandi dimensioni: mosaici, steli funerarie, statue e altorilievi provenienti dagli edifici di riguardo dell’élite roma na di Aventicum. Menzioniamo ad esempio il bel gruppo in calcare Tri ton saisissant une Néréide del 30 d.C. e il Mosaico dei Gladiatori reperito in una dimora dell’ insula 5 della città. Torniamo all’esterno per le ultime tappe della nostra escursione e ci diri giamo dapprima verso le tracce lascia te dalle Terme romane a quasi un km dall’arena. Costruite nel 77 d.C. per onorare l’elevazione di Aventicum a colonia romana, avevano un perime tro di 52 x 32 metri, erano un luogo di convivialità oltreché di cura del corpo e, seguendo il motto mens sana in cor pore sano, comprendevano anche una biblioteca. Da lì proseguiamo su uno sterrato tra i campi e in dieci minuti siamo alla Porta Est della cinta mura ria, dalla cui sommità si scorge a col po d’occhio tutta l’area urbana. Oltre a queste menzionate, ci sono altre te stimonianze di quell’epoca che si pos sono vedere, lasciamo a voi la possibi lità di scoprirle.
Pagina 20 Bricolage Il jeans si può riciclare in mille modi, perché non farne allora delle belle cornici per le fotografie?
Aventicum, la capitale degli Elvezi
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Pagina 17 Sulle tracce del flamenco Reportage da Siviglia, assieme a Cadiz e a Jerez de la Frontera capitale del celebre ballo andaluso L’anfiteatro di Stiano)(Tommasomedievale.conAventicumlatorre
TEMPO LIBERO ● ◆ Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 12 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino 15
Informazioni Su www.azione.ch trovate una più ampia galleria fotografica. Musée romain d’Avenches Tour de l’amphithéâtre, 1580 Avenches (VD). Orari invernali: lu. chiuso; ma-do, 14.00-17.00. Le vestigia all’aperto sono sempre visitabili. Maggiori informazioni: www.aventicum.org
Com’erano i vini del ‘500? La Storia naturale dei vini di Andrea Bacci è un’enciclopedia da cui non si può prescindere Pagina 19 Una pasta tutta sarda Allan Bay ci parla della fregola, o fregula in sardo, una particolare pasta di grano duro
maxigustoMiniformato, © 2022 The Coca-Cola Company. Coca-Cola, Coca-Cola ZERO and Coke are trademarks of The Coca-Cola Company. Da questa offerta sono esclusi gli articoli già ridotti. Offerta valida solo dal 13.9 al 19.9.2022, fino a esaurimento dello stock. Coca-Cola Original oppure Coca-Cola zero 12 × 150 ml 5.50Hit conf. da 12 Vivere bene è semplice Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli già ridotti. Offerte valide solo dal 13.9 al 19.9.2022, fino a esaurimento dello stock. 30% 22.85 invece di 32.70 Chicco d’Oro Tradition M acina t o o in Grani 3x500g confezione da 3
Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 12 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino TEMPO LIBERO 17
bailaora alza lentamente le braccia fin sopra il capo, i polsi e le dita ruo tano aggraziati mentre i pesanti tac chi chiodati delle scarpe battono con forza sul pavimento in legno. I movi menti sono precisi, affilati e ogni det taglio, dall’abito celeste alle espres sioni del viso, sembra studiato alla perfezione. Dietro di lei, ma non per questo defilato, il chitarrista è pie gato sullo strumento senza tuttavia perdere il contatto con la danzatrice, una ciocca di capelli scuri a visitargli di tanto in tanto la fronte imperlata di sudore. È un’arte antica, trasmessa oralmente, influenzata dalle tante genti stabilitesi in Andalusia: fenici, greci, cartaginesi, romani, ebrei, musulmani, goti e zingari
Concentrazione, improvvisazione ed espressività, oltre che la coordinazio ne tra gli interpreti, sono elementi fondamentali del flamenco. Non esi stendo testimonianze scritte in cui sia menzionata quest’arte, sono solo ipo tesi quelle che si possono azzardare sulle sue origini e influenze.
Furono gli Almohadi a costruire il ponte di Isabella II, noto ai più come Puente de Triana. Questo non è un quartiere ricco di attrazioni. Si tratta piuttosto di un quartiere popolare, or goglioso della propria autenticità, co stellato di strade acciottolate che du rante la Semana Santa sono affollate da fedeli e si impregnano di incenso. Sebbene un tempo fosse il quartiere più importante di Siviglia, centrale ri spetto alle principali vie d’acqua, qui ci si imbatte in pochi turisti. Famo so per i tipici azulejos, Triana diede i natali a toreri e ballerini di flamenco. Ancora oggi il numero di tablaos e te atri dove assistere a uno spettacolo di flamenco o sevillanas, una sottocate goria di quest’arte nata all’epoca dei Re Cattolici, è di gran lunga più am pio rispetto al centro di Siviglia. Nel la piccola calle Betis, che costeggia il Guadalquivir, ve ne sono ben tre: el Rejoneo, Pura Esencia o Lo Nuestro, a pochi passi l’uno dall’altro. Per un’e sperienza più formale, con posti a se dere, il Teatro de Flamenco in calle Pureza offre spettacoli giornalieri.
Reportage ◆ Sulle tracce della danza andalusa a Siviglia, assieme a Cadiz e a Jerez de la Frontera capitale di questa arte antica
Simona Dalla Valle
Il flamenco nel quartiere di Triana
Il quartiere sevillano di Triana, una solitaria ballerina di flamenco, vestiti di ballerine stesi all’interno del Teatro Flamenco Triana. (Simona Dalla Valle)
Tra il 1910 e il 1955 il canto flamen co fu caratterizzato dalla fase dell’O pera Flamenca, in cui si affermarono canzoni più leggere come i fandangos e le cantes de ida y vuelta di influen za sudamericana. Successivamente si assistette a una sorta di «rinascimen to» che ebbe in Antonio Mairena la sua figura principale. L’esibizione in questo periodo si spostò nei tablaos, eredi dei precedenti caffè di canto, ed emersero vere e proprie personalità del ballo che si esibivano anche in te atri e festival. I chitarristi acquisirono un’importanza sempre maggiore, di ventando solisti; Paco de Lucía segnò l’inizio di una fase di splendore sen za precedenti, dando alla chitarra una dimensione universale. E oggi? Il flamenco continua a mutare e, se da un lato si notano nuo ve tendenze nate dall’incrocio con al tri stili musicali, dall’altro la grazia e la potenza di quest’arte hanno attra versato i confini spagnoli per essere apprezzate nei cinque continenti.
All’inizio il canto era eseguito a palo seco, senza cioè alcun accompa gnamento se non il battito delle ma ni. Tra il 1860 e il 1910 si entra nell’età d’oro del flamenco. In questi anni fio riscono i cafés cantantes, che sviluppa no quest’arte in tutte le sue sfaccetta ture: lo strumento, il canto e la danza, fino a definire quello che può essere considerato il flamenco «classico».
«Sevilla tuvo una niña / Y le pusieron Triana / La bautizaron en el río / Los gitanos de la Cava» (Siviglia ebbe una bambina / e la chiamarono Triana / la battezzarono nel fiume / i gitani della Cava) (Sevillana del musicista El Pali, La1928-1988).
L’uni co dato noto, per trasmissione orale, è che si tratta di un’arte antica nata in Andalusia e influenzata dalle mol teplici culture passate per queste ter re. Fenici, greci, cartaginesi, romani, ebrei, musulmani, goti e zingari si av vicendarono qui per secoli. Una delle idee più diffuse sull’o rigine di quella che oggi è una per formance a tutto tondo, nella qua le si fondono canto e ballo, è quella che fosse un’arte esclusivamente ca nora. Nell’opera La Gitanilla, tutta via, Cervantes raccontò la storia di Preciosa, una giovane ballerina che si guadagnava da vivere con balli in stile andaluso accompagnati da voce e mu sica. Può essere che l’opera si basi su una storia di finzione, ma si trattereb be invero di una curiosa coincidenza. Già negli scritti greci vi era trac cia di quello stile melismatico tipi co del canto del sud della Spagna. In epoca romana, Marziale e Giovenale raccontarono le storie delle puellae ga ditanae, le giovani donne provenienti da Gades, una colonia fondata dai Fe nici nel territorio dell’attuale Cadice ampiamente influenzata dalla cultu ra greca. Le danzatrici, accompagna te da musicisti, erano apprezzate negli ambienti dell’aristocrazia e dell’alta borghesia romana, che le ingaggiava no per feste private o esibizioni pub bliche. Al Medioevo è collegato un altro tipo di influenza, quella musul mana: la musica andalusa, risultante dalla fusione della tradizione prove niente dal Nord Africa con la musica cristiana ed ebraica, già esistente nel la penisola.Mafua partire dal periodo tra il 1765 e il 1860 che il flamenco iniziò a prendere posto tra le danze eseguite nelle scuole, nei cortili, nelle locan de e nei saloni privati durante le feste. Furono soprattutto tre i centri urbani che si distinsero per la forte presen za di questa danza: Cadice, Jerez de la Frontera e il quartiere di Triana a Siviglia.Già,il barrio de Triana. Non è un caso che la storia del flamenco e quel la del quartiere siano strettamente connesse. A Siviglia si dice ancora og gi che Triana è una città a parte, e non è difficile crederlo. Non appena si at traversa il ponte che la collega al cen tro, una piastrella del monumento ai vasai, ceramisti e cantanti di flamen co avverte il passante che si è attraver sato il confine: «Mira si soy trianero, que estando en la calle Sierpes, me siento como extranjero» (capisci che sono di Triana, se in Calle Sierpes mi sento unoTrianastraniero).èun vivace quartiere ope raio dalla storia millenaria. Il centro abitato sulla riva destra del fiume Be tis, antico nome del fiume Guadal quivir, fu utilizzato dalle legioni ro mane per stabilire un accampamento.
Nel III libro si parla del valo re nutritivo per persone sane e ma late, e dell’uso del vino come medi cina ai sofferenti di varie malattie (febbre, bronchiti, malattie del fega to, ecc.), e infine dell’ubriachezza e dell’effetto del vino sul carattere e sul comportamento.IlIVlibroè suddiviso in cinque parti, nelle quali si tratta la vasta ma teria inerente i conviti dell’antichità. In particolare per quanto concerne il vino, questo libro tratta dei tanti tipi di contenitori in uso nel tempo, dei modi, della temperatura a cui servir lo e più opportunamente berlo. I tre ultimi libri sono dedicati a un minu zioso esame dei vini di quasi ogni re gioneNeld’Italia.Vlibro l’esame riguarda i vi ni delle isole e dell’Italia centrale e meridionale. Sono proprio i vini del la Campania i primi a essere nomi nati, a cominciare dal Falerno segui to dal Cecubo, Caleno, Amicleo, ma la palma di miglior vino campano è as segnata al Greco di Somma (forse l’an tico Pompeiano). Ci sembra curioso a questo punto ricordare che papa Pao lo III Farnese (1534), che era un gran conoscitore di vini nonché grande be vitore, usasse questo vino invecchiato almeno di sei anni… (così documen ta Sante Lancerio, dispensiere e som melier del Pontefice) «per bagnarsi le partiL’autoreintime».dà molto spazio ai vini del Piceno, la terra natale sulla quale scri ve anche qualche pagina di storia. Nel VI libro l’esame dei vini ri parte dal Lazio. Cittadino romano, il Bacci scrive che il paesaggio del la Roma del Cinquecento è abbellito da una lussureggiante e ben coltivata cinta di vigneti e aggiunge: «plus vi ni hodie in urbe Romae potari, quam acquae», citando le vigne del Giani colo, di Monte Mario, del Colio, del Quirinale e di Porta San Pancrazio, dove le piante di vite avvolgevano le antiche vestigia, lodando infine i ce leberrimi vini dei Castelli. Il Bacci risale quindi la penisola attraversan do la Toscana sino a raggiungere il settentrione.Perragioni di spazio non citeremo la lunga lista dei vini elencati, ma ci soffermiamo su tre capitoli che a noi interessano in modo particolare. Nel VI libro al capitolo «Vina in Insubribus, ex Mediolano agro» l’au tore scrive: «Tra i monti ha cinque grandi, bellissimi laghi oltre alcu ne zone paludose. Tre di essi si tro vano nell’agro di Milano alle falde dei monti della Rezia, il Verbano che chiamano Maggiore e ha per affluente il Ticino, più sotto quello di Lugano e ancora più a sud i laghi di Gavirate e Monate e il deliziosissimo Lario sot to le mura di Como». E continua poi «con un’abbondanza oltre che di frutti anche di deliziosi vigneti, da non aver motivo alcuno per portare invidia alle terre contigue al mare». Segue: «i suoi vini, a dire il vero, non sono generosi ma abbondanti e di medio vigore, ed anche di tipi diversi data l’ampiezza del territorio». Nel capitolo successi vo Brigantij vina parlando delle no stre terre (siamo nel 1595) scrive: «Ai piedi dei monti della Brianza, tutt’at torno al lago di Lugano e alle sorgen ti del Ticino, dell’Adda e del Lambro vengono prodotti molti vini di valo re medio, di qualità diverse e molto acquosi, a seconda dell’umidità del le valli, che per via lago o per la via dei fiumi sono trasportati molti vini generosi di molti tipi nella metropoli della regione, Milano». Nel libro VII il Bacci chiude la storia dei vini con una compendiosa trattazione dei vini «esterni» (cioè di tutte le regioni europee) e dei «vini fi ctitia» (artificiali) tra cui la birra. Ma il capitolo che a noi interessa è inti tolato: Valesiis inter Alpes Rethias mi ra fecunditas etiam vinorum. In que sto capitolo il Bacci dimostra quanto grande sia la conoscenza del territorio vallesano e scrive: «La propaggina zione delle viti, ha inizio nella diocesi di Brig dove, nella zona di maggiore bellezza del Rodano, sgorgano spon tanee sorgenti di acque caldissime».
E poi prosegue: «Per effetto del ca lore diffuso, aumenta la produttività dei vigneti, seguendo il corso del fiu me. E non si produce un solo tipo di vino; presso Sion e Sierre si fa un vino assai squisito, il rosso è più vigoroso del bianco è così denso che sembra si mile all’inchiostro per scrivere».
Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 12 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino TEMPO LIBERO 18 Fare la cosa giusta Quando la povertà mostra il suo volto Leggete la storia di Javier: caritas.ch/javier-i
Vigneti ai piedi del Vesuvio, in (Shutterstock)secolare.un’ereditàCampania:
Javier Pinto, 46 anni, Bolivia, ha un reddito sostenibile malgrado la crisi climatica e non deve più abbattere alberi in Amazzonia.
Bacco nella storia ◆ La Storia naturale dei vini di Andrea Bacci, composta di sette volumi, è una fonte preziosa per conoscere i vini italiani e stranieri del XVI secolo
Un’enciclopedia cinquecentesca
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Davide Comoli Il Cinquecento fu un secolo significa tivo per il mondo vitivinicolo, infatti, grazie all’invenzione della stampa e a una maggiore conoscenza delle prati che di viticoltura, i terreni vitati sot tratti alle zone boscose si diffusero in maniera sempre più capillare. Tra la ricchissima letteratura ga stronomica ed enologica che dalla metà del 1400 e per tutto il Cinque cento si pubblicò non solo in Italia ma anche in Francia, Germania e Spagna (nella sola Roma vennero edite nel la seconda metà del XVI sec. almeno una decina di opere che avevano co me argomento il vino, le sue varietà, le sue proprietà e le sue virtù), pen siamo che l’opera di Andrea Bacci si possa collocare ai vertici di questo particolare tipo di letteratura. Originario delle Marche (S. El pidio a Mare 1524-Roma 1600), An drea Bacci dopo studi in medicina, filosofia e lettere, si trasferì a Roma dove, con la protezione del cardinale Ascanio Colonna, divenne arichiatra (medico primario di corte) di Sisto V e professore di botanica alla Sapienza, scrisse molte opere, tra cui il famoso trattato di enologia pubblicato per la prima volta a Roma nel 1596. Questa Storia naturale dei vini di Bacci è un’opera divisa in sette libri di varia ampiezza, scritti in un lati no non certo di stile classico come so no le opere di Cicerone o Plinio, ma per noi rilevante, soprattutto perché ci permette di conoscere i vini ita liani e stranieri del XVI secolo (libri V-VI-VII).IlIlibro tratta della storia del vino, dell’uso presso gli antichi e una serie di richiami a quanto sul vino è sta to scritto nell’antichità e sui modi di preservarlo dai mali che lo colpiscono. Nel II libro si tratta ancora in gene rale delle caratteristiche e proprietà dei vini, a dipendenza se giovani o vecchi, per quanto riguarda i profumi e il gu sto, e ancora dell’influenza del terreno sulle caratteristiche che ne deriveran no sia per la vite sia per il vino.
Più avanti l’autore dice: «Nelle vicinan ze di Saint-Maurice, l’antico Agau num, oggi famoso per un noto ceno bio (convento di Rueyres? ndr.) e per i suoi vini, dove l’impegno degli abi tanti è quello della coltivazione della vite e della produzione di una grande quantità di vini». La sua conoscenza del territorio porta a scrivere: «Vino si produce in abbondanza in prossi mità dell’agro Leucense, o di Leuk (Leukerbad) che dicemmo godere del calore delle Terme». La carrellata nel Vallese si conclude con questa affer mazione: «Nelle zone di Gundes e di Martinadit (Martigny) che Cesare nei suoi Commentari cita col nome di Octodurus, il vino bianco è superiore per bontà a quello rosso».
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Come si fa?
Allan Bay Sapere «tutto» di cucina non è pos sibile, anche se l’ambizione è quella, relativamente minore, di conoscere la cucina del proprio paese: e questo vale sia per gli appassionati sia per chi lo fa di mestiere, come me. Di sicuro occorre una grande me moria, che è un po’ un dono del cielo ma un po’ anche esercizio, se si impa rano a memoria tante poesie a scuola, durante l’infanzia, aiuta poi molto –ma questo è un discorso vastissimo e importante, non ho gli strumenti per affrontarlo senza il rischio di dire cose sbagliate; comunque da piccolo stu diai a memoria tante poesie e tutt’o ra, toccando ferro, funziona. Anche prendere appunti funziona, sia chia ro, ma poi devi tenerli in ordine: che fino all’era del computer era ben fa ticoso, oggi è più facile, ma bisogna volerlo fare… E comunque le «scoperte» so no sempre in agguato. Un esempio: io sapevo che in Sardegna facevano la fregola. Sapevo che era simile al cuscus ma fino a pochi anni fa c’era un’unica citazione di fregola nel mio computer. Copiata da qualche testo non ricordo quando. Diceva: «La fre gola o fregula è una pasta di grano duro tipica della Sardegna. Ricorda il cuscus, anche se i grani della fre gola sono più grossi. Viene preparata impastando grano duro e acqua, da questo impasto si ricavano delle pic cole palline che vengono fatte asciu gare e precotte in forno». Che è la ricetta del cuscus magrebino, cotto però a Tuttovapore…lì.Non l’avevo mai man giata, peraltro anche perché sono un grande fan del bulgur, che è sempre semola di grano duro utilizzata tradi zionalmente nella cucina più medio rientale che magrebina: il grano viene fatto germogliare, precotto a vapore, lasciato seccare al sole e spezzettato.
Sciogliete 1 noce di burro con 1 filo di olio non extravergine in una padella antiaderente, aggiungete intera la carne e rosolatela in maniera uniforme, poi cuocetela in forno a 200° per circa un tempo compreso fra 20 e 45 minu ti, dipende da quanto volete rosa la carne, unendo, di tanto in tanto, 1 cuc chiaio d’acqua bollente e girandola di tanto in tanto. Alla fine levatela dal forno e fatela raffreddare a temperatura ambiente. Sbollentate i gamberetti per 1 minuto, scolateli. Fate una tradizionale maionese con 2 uova, olio di semi, olio di oliva non extravergine, succo di limone, senape e 1 pizzico di sale, solo alla fine unite nel frullatore i gamberetti. Tagliate la carne a fette sottili e mettetela su un piatto da portata, cospargetela con abbondante sal sa, guarnite con capperi e foglie di prezzemolo e servite.
Mondate e affettate gli scalogni, stufateli con acqua e poco olio per 15 mi nuti, poi frullateli. Cuocete le code al vapore per 1 minuto, levatele e tenetele in caldo. Scaldate il soffritto di scalogni per 30 secondi, poi stemperate con il curry in pasta. Profumate con erba cipollina tagliata con le forbici, me scolate e regolate di sale. Unite le code e fate insaporire per 1 minuto. Fuori dal fuoco legate con lo yogurt. Accompagnate con riso pilaf.
Ingredienti per 4 persone: code di gamberetti piccoli sgusciati g 250 –magatello di vitello g 500 – prezzemolo – 1 cucchiaio di capperi sott’ace to – uova – olio di semi – olio d’oliva non extravergine – senape – succo di limone – burro – sale.
Oggi due ricette con gli onnipresenti e amati gamberi. Vanno benis simo quelli sgusciati, surgelati e decongelati.
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Ingredienti per 4 persone: 16 o più code sgusciate di gamberi – 6 sca logni – panna acida g 150 o più – 1 spicchio di aglio – erba cipollina – 2 cucchiaini di curry in pasta – olio di oliva o di semi – sale.
Gastronomia ◆ La fregola è fatta con grano duro, impastandola con l’acqua si creano delle palline da precuocere in forno
Sono molto simili i tre, come si ve de, ma la differenza sostanziale è la germinazione, che dona al bulgur un sapore che il cuscus e la fregola «han no meno» – ma è solo un mio parere, dato che sono uno sfegatato fan del la germinazione dei cereali. Per cui in vita mia ho mangiato molto più bul gur che cuscus. Poi un giorno, pochi anni fa, viene a trovarmi un’amica sarda e mi regala una confezione di fregola. Un po’ im barazzato, le dico la verità: non l’ave vo mai cucinata e neanche mangiata. Lei, gentilmente, me la fa in versione molto classica. Eccola. Fregola con salsiccia. Per 4 persone. Sbucciate e tritate una cipolla bianca grossa e stufatela con poca acqua per una decina di minuti, poi frullatela. Spellate e sbriciolate 200 g di salsiccia saporita. Rosolate la salsiccia sbricio lata per pochi minuti, poi versate nel la casseruola la fregola, lasciatela in saporire, unite 2 bicchieri di brodo di pollo o vegetale e la cipolla e lasciate cuocere il tutto per circa 15/20 minuti (dipende dalla dimensione delle palli ne), mescolando e unendo altro brodo bollente se necessario. A fine cottura dovrà risultare leggermente all’onda, ma senza essere brodosa. Quando la cottura sarà quasi ultimata, insaporite con 0,2 grammi di ottimo zafferano e mescolate bene. Non appena la fre gola con salsiccia sarà cotta, regolate di sale, spegnete il fuoco, mantecatela con abbondante pecorino sardo grat tugiato e servitela. In sintesi, tutte le ricette dei risotti si possono fare con la fregola. Ah, un’accortezza. Nel 90 percen to dei libri dove viene citata si legge fregola, con la O. I sardi usano inve ce fregula, con la U – anche se il word che uso per scrivere questo articolo accetta fregola, ma segna come errore fregula… Resta la stessa cosa, ma at tenzione all’origine della persona con la quale state parlando… Vediamo come si fanno due piatti a base di aringhe. Aringhe fritte alla scandinava. Per 4. In una casseruola sciogliete 100 g di zucchero semolato in 3 bicchieri di aceto bianco, unite 3 foglie d’alloro e 1 cipolla tagliata a fettine e cuocete a fuoco basso per 5’, poi lasciate raf freddare e profumate con aneto fre sco. Diliscate 4 aringhe, sciacquate le, asciugatele e cospargetele di pepe. Passatele prima nell’uovo legger mente sbattuto e poi nel pangrat tato. In una padella scaldate 1 noce di burro con 1 filo di olio e frigge te le aringhe 4 minuti per ogni la to. Asciugatele su carta assorbente e disponetele in un contenitore. Spol verizzate di sale. Versate la marina ta all’aceto sul pesce e, dopo averlo coperto, tenetelo in un luogo fresco per 1 notte. Aringhe in insalata con yogurt e pru gne. Per 4. Lavate 8 filetti d’aringa e tagliateli a pezzi. Pelate 2 cipolle e tagliatele a fettine. Denocciolate 4 prugne meglio se mirabelle e taglia tele a cubetti. In una ciotola mesco late 250 g di yogurt tipo greco con 3 cucchiai di panna e 1 di senape, uni te le aringhe, le cipolle, le prugne, 3 cetrioli in salamoia tagliati a pezzet ti e 2 chiodi di garofano pestati. Me scolate 1 cucchiaino di alloro e 1 di coriandolo, 1 di semi di finocchio e una macinata di pepe e uniteli al le aringhe, mescolate bene e copri te con pellicola. Lasciate le aringhe in frigorifero per 2 giorni perché i sapori si possano amalgamare. Così preparate durano anche una setti mana. Accompagnate con patate cotte al vapore.
Vitel gamberé Curry di gamberi
Quella pasta tipica della Sardegna
● Ballando coi gusti
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no della base un secondo quadrato di Incollate15x15cm.prima le strisce esterne lun ghe esattamente quanto la cornice, a filo della base. Procedete incollando prima un lato, poi quello parallelo e infine i restanti due andando a ta gliare l’eccedenza data dallo spessore del Allocartone.stessomodo andate a creare il perimetro del quadrato interno che accoglierà la fotografia. Dai jeans ritagliate tutte le cuciture in rilievo e con essi create delle gi relle di varie dimensioni (ma senza superare lo spazio/misura dettato dal bordo che avete creato). Alternate la misura dei vostri ele menti e cercate di riempire lo spazio in maniera omogenea. Quando sarete soddisfatti del risul tato fissate tutto sempre con la colla a caldo e se volete decorate ulterior mente inserendo per esempio le pic cole borchie dei jeans o dei bottoni di metallo.
L’estate è ormai terminata, ma ci piace ricordarla attraverso le imma gini dei bei momenti trascorsi.
1.ORIZZONTALI Opposto allo Zenit 5. Costituisce lo scheletro del pesce 10. Si usa per evitare ripetizioni 11. Parroci 12. Preposizione articolata 13. Ricoprono gli edifici 14. Ai confini del Nepal 15. Enti geometrici fondamentali 16. Adesso per Brignano 17. L’atmosfera del Pascoli 18. Mettono fine al lavoro 19. Penna a Liverpool 20. Le iniziali dell’attrice Autieri 21. Noie, stanchezze 22. Prodotti dalle reazioni chimiche tra basi e acidi 23. Macchine d’altri tempi 26. Quadri per affissioni di carattere pubblico 27. Sette verticale... senza testa 1.VERTICALI In coppia con la nanna 2. Canta «Easy on me» 3. Risiedevano nell’Olimpo 4. Le separa la «L» 5. Suscita cordoglio 6. Disseminate di difficoltà 7. Abiti con lo
Giovanna Grimaldi Leoni
A sinistra una cornice di carto ne con gli angoli arrotondati è stata rivestita da strisce di jeans da 2cm strappate a mano (dovrete toglie re qualche filo per avere l’effet to frangia). A destra invece la fotografia è stata incollata direttamente su un quadra to di cartone e in seguito si è creato un bordo utilizzando i passanti per la Comecintura.sempre il consiglio è quello di Buonsperimentare.divertimento!
Procedimento Dal cartone ricavate la base della vo stra cornice, utilizzando un pezzo di scatola senza scritte e non rovinato. Quella fotografata è quadrata e mi sura 25x25cm ma naturalmente po tete scegliere le misure che preferite e variare a piacere. Ricavate anche delle strisce lunghe quanto la vostra cornice e larghe 2cm con la quale andrete a formare i bor di incollandole alla base con la col la a Disegnatecaldo. a matita, all’inter
Varianti Visto che del jeans non si butta dav vero nulla, perché non creare un angolo fotografico alternando sulla parete diversi tipi di cornici? Eccovi qui altre due possibilità.
Tutorial completo azione.ch/tempo-libero/passatempi Materiale • Tessuto jeans di recupero • Cartone spesso da imballaggio • Pistola colla a caldo • Stampante per le fotografie • Forbice, matita, taglierino e righello (I materiali li potete trovare presso la vostra filiale Migros con reparto Bricolage o Migros do-it) Regolamento per i concorsi a premi pubblicati su «Azione» e sul sito web www.azione.ch I premi, tre carte regalo Migros del valore di 50 franchi, saranno sorteggiati tra i partecipanti che avranno fatto pervenire la soluzione corretta entro il venerdì seguente la pubblicazione del gioco. Partecipazione online: inserire la soluzione del cruciverba o del sudoku nell ’apposito formulario pubblicato sulla pagina del sito. Partecipazione postale: la lettera o la cartolina postale che riporti la soluzione, corredata da nome, cognome, indirizzo del partecipante deve essere spedita a «Redazione Azione, Concorsi, C.P. 1055, 6901 Lugano». Non si intratterrà corrispondenza sui concorsi. Le vie legali sono escluse. Non è possibile un pagamento in contanti dei premi. I vincitori saranno avvertiti per iscritto. Partecipazione riservata esclusivamente a lettori che risiedono in Svizzera.
Un progetto perfetto anche da fare con i bambini che si divertiranno a creare queste «girelle di tessuto» af finando la loro motricità fine.
Le cornici di jeans
Con questo tutorial vediamo come incorniciare gli scatti delle vacanze utilizzando del cartone ricavato da scatole da imballaggio e dei vecchi jeans. Giocando con le forme e le dimensioni potrete creare la vostra personale galleria fotografica.
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Crea con noi ◆ Un’alternativa semplice e fantasiosa per recuperare la stoffa dei jeans
scapolare 8. Le iniziali dell’attrice Theron 9. Uccelli dalle lunghe zampe 11. Da non confondere c on la lira 13. Ha un proprio servizio 15. Una nota musicale 16. Centro storico della città islamica 19. Formazioni cornee 20. Un Umberto scrittore 21 Siffatti 22. Serbia senza vocali 24. Articolo spagnolo 25. Pronome poetico Cruciverba Grazie ad alcuni muscoli le giraffe sono in grado di chiudere le… Trova il resto della frase a cruciverba risolto, leggendo le lettere (Frase:evidenziate.6,7, 2, 8, 2, 6) Sudoku colorate.neldcorrettiiScoprite3numeriainserirelecaselle Soluzione della settimana precedente UNA «PRIMA DONNA»… – La prima donna campionessa olimpionica: CHARLOTTE COOPER – Sport: TENNIS – Città: PARIGI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 C H A R E A L A S O I L I R T E N T P E R N O E M E C O R S I V O E M P U N A E R S T A R E O N E M C A T I N I S P I A A R I A N N A A G I 6 3 5 9 6 1 5 7 1 2 6 7 1 4 2 9 9 7 3 8 8 4 1 7 5 6 1 8 3 2 7 9 4 5 3 2 9 6 5 4 8 1 7 5 4 7 9 1 8 6 3 2 4 7 5 1 6 9 3 2 8 2 3 1 8 4 5 7 9 6 9 8 6 7 3 2 4 5 1 8 5 2 4 7 3 1 6 9 7 6 3 2 9 1 5 8 4 1 9 4 5 8 6 2 7 3 Giochi e passatempi Vinci una delle 2 carte regalo da 50 franchi con il cruciverba e una carta regalo da 50 franchi con il sudoku
A fine luglio sono andato a Trieste (ne ho scritto anche in questa rubri ca). Ho apprezzato la città e i suoi dintorni, tacendo solo un dettaglio: il caldo infernale. Per cominciare ho rischiato di dover cancellare il viag gio quando gli incendi di ampie di stese del Carso hanno riempito il cielo di fumo, interrompendo per di verso tempo i collegamenti autostra dali e ferroviari. Ma anche quando i timori si sono attenuati, il soggiorno non è stato sempre facile. Verso metà giornata e nelle prime ore del pome riggio le temperature s’impennavano e stare all’aperto diventava una pe na, persino in una città famosa per il suo vento (la bora). Situazioni simi li in Grecia, Francia, Spagna, Porto gallo. In Gran Bretagna il surriscal damento di binari e piste ha fermato per qualche tempo treni e aerei (que sti ultimi non sono testati per vola re oltre certe temperature). E a causa della siccità, i turisti americani han no dovuto rinunciare alle predilette crociere lungo il Reno, spostate su prosaici bus. Anche così è stata una stagione con numeri da record. Il desiderio com presso da due anni di arresti domi ciliari era semplicemente troppo for te per arrendersi dinanzi alla calura. Ma il tempo vola e già tra pochi me si inizieremo a pensare alle vacanze del prossimo anno. In quel momen to forse ci ricorderemo di questa cal dissima estate e cominceremo a pro grammare in modo diverso i nostri viaggi. Intendiamoci subito, senza incertezze o tentennamenti: la lotta al cambiamento climatico e l’adat tamento a un mondo più caldo non sono alternativi, sono due facce della stessa moneta. Ma anche se riduces simo radicalmente le nostre emissio ni − e non lo stiamo facendo, anzi –ci vorrebbe del tempo per invertire la tendenza al riscaldamento e quindi forme di adattamento sarebbero co munque Dovremonecessarie.dunque immaginare va canze diverse, soprattutto in Euro pa. Metà del turismo internazionale infatti si dirige verso i Paesi del no stro continente e qui nei prossimi an ni le ondate di calore potrebbero es sere più lunghe, più frequenti e più intense. I cambiamenti punteranno verso due direzioni. Da un lato sa ranno preferiti gli ultimi mesi di pri mavera (maggio, giugno) o i primi mesi d’autunno (settembre, ottobre). Inoltre gli orari dei musei o di altre attrazioni potrebbero estendersi ver so le ore serali, più fresche. Oltre al calendario i viaggiatori po trebbero ripensare anche i loro itine rari, per esempio spostandoli dall’in terno verso le coste, per ridurre la temperatura o almeno avere la pos sibilità di un tuffo nel mare. Diverse agenzie di viaggio, già quest’estate, hanno raccontato di turisti spaven tati dall’idea di camminare a lungo nelle città d’arte. Anche le destinazioni del nord Eu ropa hanno conosciuto una nuova fortuna, a cominciare dai ghiacciai e dalle cascate dell’Islanda ovviamen te. E se ci sono sempre molte buone ragioni per andare a Copenaghen o a Oslo, quest’estate ce n’era una in più. Qualche scelta dell’ultimo minuto è andata proprio in quella direzione e sarebbero state di più con politiche di cancellazione elastiche. Ci sono peraltro eccezioni interessanti. Città come Madrid per esempio sono abi tuate al caldo e dunque più abituate a gestirlo con efficienza, grazie a edi fici ventilati o tende di tela sui pas saggi pedonali (oltre alla sana abitu dine della siesta nelle ore più calde, Lungonaturalmente).questo percorso c’è spazio per interessanti scoperte, per esem pio la contea di Sligo, sulla costa oc cidentale dell’Irlanda, lungo la Wild Atlantic Way : temperature non ol tre i venti gradi, vento dall’Atlantico (spesso fortissimo) e qualche scroscio di pioggia leggera, apprezzabile dopo tanta siccità. Sono simili le tempera ture nel centro storico di Riga, dove si possono ammirare case in legno, chiese medievali e caffè alla moda, con l’aggiunta della brezza mari na proveniente dal Baltico (nella vi cina spiaggia di Jurmala si può an che prendere il sole o azzardare un bagno). Infine nell’ultimo decennio è nato un turismo… del vino nel le regioni meridionali di Norvegia, Svezia e Danimarca, grazie a estati più calde e all’introduzione di nuo ve varietà di uve ibride, in grado di resistere ai gelidi inverni. Ma se non facciamo qualcosa ci saranno poche ragioni per brindare… di Claudio Visentin clima
In fuga dal ciclismo
L’isola Lützelau
Sport in Azione
Viaggiatori d’Occidente
◆ ● Passeggiate svizzere
Sempre più sportivi optano per la Mountain Bike. (Wikipedia)
Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 12 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino 21 TEMPO LIBERO / RUBRICHE
caldo rimodella i viaggi
Far convivere sulle strade del Ticino camion, auto, biciclette, monopatti ni, pedoni e cani è un’impresa tita nica. Per molti tratti le nostre strade sono un budello concepito decenni fa quando il traffico automobilistico era ridotto. Lo scorso 31 luglio nell’am bito della corsa ciclistica per profes sionisti «Lugano Summer Ride», gli organizzatori hanno voluto inserire anche 3 gare per le categorie giova nili. Solo una trentina di ragazzini ha risposto all’appello. Non perché qual cuno abbia voluto snobbare l’evento. Ma semplicemente perché in Ticino non ce ne sono di più. Sono convinto che questa crisi di vocazioni sia dovu ta a due fattori principali. Il secondo per importanza è la mancanza di mo delli di caratura mondiale. Non frain tendetemi, considero Hirschi, Küng, Mäder e Bissegger degli ottimi cor ridori, ma Fabian Cancellara aveva qualcosa in più. Spartacus, oltre che vincente, era un istrionico trascinato re. Non a caso Hirschi è nato e cre sciuto a Ittigen, lo stesso villaggio in cui vive Cancellara. A livello cantonale la situazione è an cora più asfittica. L’ultimo Ticinese ad aver vestito la maglia di una squadra World Tour (per intenderci, la Serie A del ciclismo) fu Rubens Bertoglia ti nel 2008. Ma la ragione principale della fuga dal ciclismo credo sia pro prio la difficoltà di potersi allenare in situazioni protette. Non è un caso che ci sia un progressivo travaso dalla stra da alla Mountain Bike. Non è un ca so che il mondo del ciclismo invochi da tempo a gran voce la realizzazione di un velodromo. Pedalare sulle strade diventa di anno in anno più rischioso. Le piste ciclabili scarseggiano. Quel le più larghe vengono considerate ci clopedonali e scatenano altre tipolo gie di conflitto. A scanso di equivoci affermo che la rete ciclabile non ha e non deve avere l’obiettivo di formare i campioni di domani. Ma una rete pro tetta indurrebbe le famiglie a portare i loro ragazzini e ragazzine a cimentarsi serenamente su una bicicletta, lontano da auto, moto, rumori e gas di scarico. Se poi questi diventeranno dei profes sionisti, o addirittura dei campioni, ce li godremo. Basterebbe però che si li mitassero ad assimilare e ad applicare da adulti il concetto di mobilità lenta. Purtroppo, e non lo scrivo per giusti ficare la buona dose di immobilismo che ha caratterizzato negli ultimi de cenni il mondo della politica cantona le in questo ambito, in Ticino abbia mo delle condizioni territoriali molto meno favorevoli rispetto ad altri can toni. Siamo quindi costretti a una la boriosa convivenza. Una situazione che richiede maturità, pazienza, ri spetto, non solo per evitare spiacevoli incidenti, ma anche per fare in mo do che una piccola frizione non si tra sformi in rissa. Leggevo tempo fa di un progetto neozelandese che punte rebbe a spostare intere città costiere nell’entroterra, per ovviare alle pos sibili esondazioni dovute allo sciogli mento dei ghiacci. Si tratterebbe di un’impresa al limite dell’utopia. Forse proprio nell’utopia potremmo comin ciare a cercare le soluzioni alla nostra mobilità mista che ci sta stritolando i nervi. Ad esempio una rete stradale aggiuntiva sopraelevata per bici e mo nopattini. È chiedere troppo? Proba bilmente sì. Ma le utopie si sono ri velate spesso il motore della storia. Forse fra 10 anni, quando il numero dei minuti trascorsi fermi in colon na supererà quello dei rari attimi in cui potremo circolare, un pensierino all’utopia ci sorgerà spontaneo.
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Il
di Giancarlo Dionisio
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Sul lago di Zurigo, millecinquecen to metri al largo di Rapperswil, c’è l’isola-camping. Non dormo in tenda dall’interrail del 1995 in Scandinavia. Isola di Gotland, sulla via del ritor no, camping selvaggio sulla spiaggia: sabbia chiara, finissima, luce baltica, birra a fiumi, biondine. A metà po meriggio del primo settembre sbarco sull’isola. Lützelau (407 m): sorellina dell’Ufenau, la più grande isola sviz zera, rispetto alla quale trae il nome (in tedesco antico Lützelau significa piccola isola) e perlustrata nel luglio di otto anni fa. Tre ettari e mezzo di isoletta, sul territorio del Canton Svitto, divisa tra camping e riserva naturale. Il tipo del bar-ristorante mi consiglia di accamparmi nella parte sud, più tranquilla e soprattutto per via del tramonto. Mi dirigo da quella parte, oltrepassando un tot di gran di tende tristi, lì fisse per tutta l’e state. Alcune, nel bosco, sono quasi case-baracche con il barbecue ulti mo Trovomodello.unaradura solitaria, in una piccola insenatura, con accesso esclu sivo al lago. Il terreno è umido, un po’ fangoso e ricoperto di frammenti di conchigliette bianche. Frammenti di ceramiche dell’età del bronzo, qui vicino, sono state dissotterrate nel 1964. Durante quegli scavi archeolo gici viene alla luce anche una piccola chiesa ad aula unica, con coro rettan golare. Disfo la tenda, modello Akto verde foresta appena presa per l’oc casione e la monto per la prima vol ta. Invece dei cinque minuti previsti ci metto non so quanto, forse cir ca un’ora, guardando, oltre il libret to delle istruzioni, un video ufficiale della Hilleberg su youtube che con la sua musichetta di sottofondo mi ha mandato, più volte, in tilt. Akto, nella lingua sami usata in Lapponia, vuo le dire «solo» ed è nata, guarda caso, proprio nel 1995, in Svezia (epoca e luogo della mia ultima notte in ten da). Resiste, pare, alle tempeste. Per ora per me è già un miracolo che stia lì, in piedi, sotto una quercia. Sorseggio una tazza di verbena e mi faccio un bagno. Dal lago noto un sacco di cormorani appollaiati su gli ontani. Mi sorge il dubbio di aver montato la tenda un po’ troppo vici no alla zona protetta, piena di uccel li stercorari. Nuotando spunta l’Ufe nau, la sorella maggiore più bella e famosa con quel prato dall’aria in glese e la chiesa dal campanile a to blerone. Un convento femminile, di cono, c’era qui sull’«insola minore », come veniva menzionata nel 741 in uno scritto dell’Abbazia di San Gal lo. Non ne è rimasta traccia. Nessuna altra tenda, finora, in questa zona. A piedi nudi esploro l’isola e trovo un gruppetto di tende montate nella zo na vicino al molo, tra i canneti, ap pena dietro il ristorante-bar. Stasera suona un gruppo di Wetzikon, spe riamo non fino a tardi. Cena presto, in riva al lago: pommes frites e torta di carote. Mi fa compagnia un’anitra con cui condivido il pasto spensiera to. Alle otto sono già sottocoperta. Nella mia tana leggo Capri, materia li per una descrizione dell’isola (1930) di Norman Douglas. Il tramonto, a oltranza, però, riesce a stanarmi. E faccio un altro bagno, risolutore. Ri torno nella mia akto, più comoda (anche grazie al materassino gonfia bile Therm-a-rest) e meno claustro fobica del previsto: una parte, arroto lando la tenda in due punti, fa entrare uno spicchio di paesaggio lacustre. E così mi gusto il lago finché c’è luce ma anche dopo, con le luci tremule sulla costa svittese e quelle felliniane delle grandi navi nella sera. Il tipo del camping aveva ragione, qui, lo strimpellare delle canzoni in svizzerotedesco, arriva flebile. In compenso, tra rimasugli di tramonto verso fine estate e l’imbrunire, sento forte lo squittìo di topi e strida strane di anatidi o cos’altro. Zanzare zero, qualche nerc gira. Sonno profondo, a tappe, senza sogni capresi. Al risve glio, diverse anitre nuotano e s’im mergono comiche a testa in giù. Il lo ro starnazzare stordente mi mette di buon umore e vado a cercare legnetti per il mio fornellino da campo. Ac cendo il fuoco, metto su la moka. Per l’occasione – una colazione al risve glio di una notte in tenda dopo venti sette anni – mi sono portato del caf fè Jamaica Blue Mountain macinato ieri da Schwarzenbach a Zurigo. La moka gorgoglia, l’aria fresca del mat tino di buon’ora, su un’isoletta lacu stre, ritempra lo spirito. Ridormirei in tenda anche stanotte. La costa è avvolta dalla bruma, cade una ghian da, l’avvicinarsi di un’anitra. di Oliver Scharpf
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Pagina 29 Le atrocità di Pechino Un rapporto delle Nazioni Unite conferma i crimini compiuti contro gli uiguri. Ma nemmeno l’Onu è assolta
◆ La
Nessuna solidarietà europea di fronte ai ricatti della Russia e l’Italia è uno degli anelli deboli della catena
La lotta della sua vita: far sopravvivere la monarchia in settant’anni di socialeincalzante,modernizzazionetecnologica,emorale
Pagina 30 Meno contanti, più «app» Cambiano le abitudini degli svizzeri in materia di pagamenti. Si sviluppa l’uso di carte di credito e di debito, nonché di Twint
ATTUALITÀ ● ◆ Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 12 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino 23
Forte anche dell’esempio di suo pa dre, che dopo lo scandalo dell’abdi cazione riportò la monarchia su un piano morale più alto, Elisabetta è ri uscita a restaurare «il grande sogno», traendo la sua forza anche dal più im probabile degli alleati, ossia la cultu ra pop sulla quale ha regnato serena, senza batter ciglio: la sua immagine è stata osannata, strappata, venerata, celebrata in canzoni punk, accostata a quella di icone pop come James Bond o l’orsetto Paddington, raccontata in numerosi film e in una serie perfet ta, The Crown, accusata di voler sosti tuire la storia e la verità fattuale, ma usata anche per rafforzare in maniera straordinaria il «made in Britain», un brand nazionale che vive di tradizione sempre rinnovata e che da questa au gusta, minuscola sovrana con i capelli argentati, l’eterna borsetta e i vestiti dai colori psichedelici ha tratto bene ficiIloceanici.suoregno ha coinciso con la dif fusione della cultura pop britannica nel mondo, come a sostituire l’impe ro sul viale del tramonto, e lei è stata sovrana anche di questo evento sto rico. Anzi, ne è stata imperatrice. Se c’è una cosa che i suoi successori non potranno garantire di certo è l’ecce zionalità della sua immagine di don na alle prese con un mondo che cam bia: sono tutti troppo classici rispetto a lei, da Carlo con i suoi completi im peccabili e la sua aria da gentiluomo di campagna, a William, tipico ra gazzone elegante e sportivo, fino a Kate, che può esibire la sua bellez za senza doversi porre il problema di avere il profilo stampato sulle mone te e le banconote. Nonostante la reti cenza iniziale, la regina, negli anni in cui Diana stava assestando vari col pi letali alla monarchia, fu costretta a scendere un po’ dal suo piedistallo in modo da ottenere il rispetto del la cultura di massa, che nel Regno Unito è così forte anche per via di una stampa scandalistica particolar mente irriverente (ma che l’ha sem preDopoamata).ilperiodo orribile degli anni Novanta mise da parte gli abiti fiora ti della maturità, in cui curiosamente guidava il Paese insieme a una sua co etanea dallo stile non del tutto dissi mile, Margaret Thatcher, e diventò se possibile ancora più regale, assertiva. Con al braccio l’eterna borsetta dal contenuto ignoto – di cosa può aver bisogno una sovrana? – le scarpe dal tacco comodo ma dai colori straordi nari, i cappellini di fattura eccelsa e dai significati reconditi, come quello pervinca con i fiori gialli con cui sem brò mandare un messaggio filo-euro peista al Parlamento, Elisabetta era riconoscibile ovunque, non poteva mai essere confusa nella folla. Da un anno e mezzo qualcosa nel suo sguar do era cambiato: in piena pandemia la morte di Filippo, il bel principe che la faceva ridere, l’aveva costretta a vi vere il suo lutto isolata con la sua tri stezza, esposta in mondovisione nel momento più terribile. Aveva fatto il suo dovere, aveva ripreso a sorridere, poi martedì scorso, all’incontro con la neopremier Liz Truss, il mondo ha assistito a qualcosa di mai visto: uno sguardo perso, il sorriso smarrito di chi già inizia a essere altrove. Un atti mo, la fine di un’era.
Pagina 25 Se il papa è impotente I continui appelli di Francesco alla pace in Ucraina rimangono inascoltati alla vigilia del suo viaggio in Kazakistan
E quindi dovremo vivercela senza Elisabetta, questa contemporaneità così inospitale. Tra guerre, clima im pazzito, prospettive di inverni scal dati solo da tenui fuocherelli, allarmi nucleari, tecnologia alienante, crisi economiche e pandemie, non saremo più protetti da quell’icona formida bile che è stata la sovrana britannica, una che non ha mai preso una deci sione politica in vita sua, eppure ha fatto quello che fanno i leader, ci ha dato un esempio e ci è stata accanto – a tutti, mica solo agli inglesi – con la sua imperiosa perfezione, quel fa moso piglio pacato e una qualità rara, poco usata per descriverla: passione. Elisabetta II è stata una donna ap passionata del suo lavoro, lo diceva anche la grande giornalista Camilla Cederna che l’aveva osservata duran te una visita a Roma nel 1961, quan do nessuno poté «fare a meno di ac corgersi della padronanza mostruosa del suo mestiere» accumulata dalla sovrana in pochi anni. Una passione che l’ha portata a non fare errori, o a correggerli con prontezza, e a trasfor marsi negli anni in un’autorità poten tissima, classica ma fluorescente, ca pace di far risuonare corde ataviche di rispetto, decoro e di usare le pa role giuste anche nella peggiore delle situazioni. Come quando, durante la pandemia, vestita di verde guardò il mondo negli occhi e con la voce cal ma disse: «Ci rivedremo ancora». Ci ha ricordato che potevamo essere mi gliori, che non dovevamo aver paura, mai, e se ce lo diceva lei che, bambi na insieme alla sorella Margaret era rimasta con il padre sotto le bombe tedesche perché solo così, a detta di sua madre Elizabeth, «avrebbe po tuto guardare negli occhi gli abitan ti dell’East End londinese», c’era da crederle.
Si può storcere il naso davanti agli ec cessi dei giovani reali intemperanti e viziati, si può pensare che la monar chia non sia un’istituzione al passo con i tempi, ma non si può non pro vare rispetto per una donna arrivata sul trono poco più che ragazza, che ha dedicato la sua vita a una causa ben strana, quella di portare avanti il li gnaggio dei re inglesi «appointed by God», «nominati da Dio», di soste nere quella mistica che un tempo nes suno si sarebbe mai sognato di met tere in discussione.
Pagina 27 Dentro la crisi energetica
Sono tutti troppo classici rispetto a lei, da Carlo con la sua aria da gentiluomo di campagna, a William, tipico ragazzone elegante e sportivo
Gran
Cristina Marconi
E invece è stata proprio quella la lotta della sua vita: far sopravvivere la monarchia in set
Un’icona della cultura pop Bretagna regina ci ha dato un esempio e è stata accanto con la sua perfezione, il piglio pacato e una grande passione
tant’anni di modernizzazione incal zante, tecnologica, sociale e morale, tra nuovi scetticismi e vecchi liberti naggi ormai inaccettabili. Virginia Woolf racconta l’atmo sfera sullo Strand nel 1936, il giorno dell’abdicazione dello zio Edoardo VIII, deciso a sposare la sua pluridi vorziata americana Wallis Simpson, e il clima da caduta degli Dei che si re spirava tra la gente comune, abitua ta a vedere i suoi regnanti come ap partenenti a una sfera di infallibili e ora storditi davanti alla fine dell’idea le della perfezione reale. «Forse la più profonda soddisfazione che la monar chia ci dà è il fatto che ci regala un paradiso da abitare, più domestico di quello fornito dalla Chiesa d’Inghil terra», scriveva Woolf, osservando che «gli ultimi anni, tuttavia, hanno arrecato un danno a questo grande sogno vittoriano».
Un perfetto equilibrio tra tradizione e cultura pop: l’esempio di Elisabetta II farà storia. (Shutterstock)
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Papa Francesco e l’incubo della guerra
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Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 12 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino ATTUALITÀ 25
Perché a questo VII Congresso dei le ader religiosi del mondo sono annun ciate ben 100 delegazioni da 60 Paesi in rappresentanza non solo del cristia nesimo e dell’islam, ma anche dell’e braismo, dello shintoismo, della galas sia indù, dello zoroastrismo. E, oltre a papa Francesco, tra le personalità annunciate vi sono il gran mufti rus so Ravil Gaynutdin, il grand’imam di Al-Azhar (il grande centro dottrinale sunnita del Cairo) Ahmed El-Tayeb, il patriarca greco-ortodosso di Gerusa lemme Teofilo III, i due rabbini capo d’Israele, l’ashkenazita David Lau e il sefardita Yitzhak Yosef. Con tutti loro papa Francesco tor nerà a parlare del tema della fraterni tà umana come grande denominatore comune, proprio mentre le bombe, gli orrori e l’incubo nucleare hanno ri dotto in macerie l’illusione che potes se essere la globalizzazione dei mercati a cementare il mondo. Bergoglio sarà chiamato a dimostrare che la sua non è un’utopia. E a cercare alleanze tra i lea der delle altre confessioni religiose per dare di nuovo corpo a una pace che og gi sembra quanto mai lontana. Ma è anche significativo che tut to questo avvenga proprio in Kaza kistan, Paese di frontiera nella pro spettiva dell’Eurasia. Proprio qui il 2022 si era aperto con le proteste di piazza e la dura repressione appog giata da Mosca che aveva fatto più di 200 morti, poche settimane prima dell’inizio del conflitto in Ucraina. Disordini esplosi intorno all’aumen to del prezzo delle bombole del Gpl (gas petrolio liquefatto) in un Paese che con i suoi giacimenti petroliferi è un gigante dell’energia. Tensioni a cui Tokayev, una volta ristabilito l’or dine, aveva però inaspettatamente ri sposto mettendo sotto accusa uomi ni dei servizi speciali militari, civili e avviando nel Paese un programma riformatore.Agiugno ha anche ottenuto l’ap provazione di una nuova Costituzio ne che mira alla democratizzazione del Paese, superando il super-presi denzialismo e rafforzando il ruolo del Parlamento e della società. E poche settimane dopo ha osato ciò che fino a ieri appariva impensabile nella peri feria dell’ex impero: al Forum econo mico di San Pietroburgo, in un collo quio pubblico con Vladimir Putin, il presidente kazako ha difeso l’integri tà territoriale dell’Ucraina, negando il riconoscimento dell’annessione della Crimea e delle «quasi-repubbliche» di Lugansk e Donetsk, in una sfida aperta all’evidente disappunto del suo omologoAncherusso.aldi là di questo episodio simbolico, è un dato di fatto che il Kazakistan negli ultimi mesi abbia intensificato i rapporti militari con gli Usa, la Cina e la Turchia, alla ricer ca di una collocazione internaziona le meno schiacciata dalla sola ombra ingombrante di Mosca. E probabil mente non è un caso che, proprio ne gli stessi giorni in cui papa Francesco si troverà nel Paese, il 14 settembre a Nur Sultan farà tappa anche il presi dente cinese Xi Jinping in quello che sarà il suo primo viaggio fuori dai confini del suo grande Paese dall’i nizio della pandemia. Pur trovando si nella stessa città, appare del tutto improbabile un fuori programma che veda il pontefice e il leader del Par tito comunista cinese incontrarsi. Ai rapporti tra la Repubblica popolare e il Vaticano, per il momento, basta il rinnovo dell’Accordo sulla nomi na dei vescovi. Francesco del resto lo ha espressamente auspicato e dunque arriverà entro la metà di ottobre, an che se i risultati ottenuti nei 4 anni in
In definitiva, con i suoi mille intrecci Nur Sultan dice quanto questa guer ra abbia rimesso tutti in movimento nelle terre di confine tra l’Europa e l’Asia. E quanto in questo scenario anche papa Francesco – nonostante le difficoltà fisiche sempre più evidenti e le fronde interne alla Chiesa cattolica – non abbia alcuna intenzione di ri nunciare a giocare la sua parte.
cui finora è stato applicato sono stati scarsi (pur essendovi una quarantina di diocesi vacanti in Cina – più di un terzo del totale – è da 12 mesi che non avviene alcuna nomina «condivisa»).
Tre giorni in un Paese dell’Asia cen trale sull’antica Via della seta, dove i cattolici sono appena una manciata. Ma nel cuore di quell’area geopolitica dell’Eurasia che il conflitto in Ucrai na ha improvvisamente fatto scoprire in tutta la sua rilevanza. È un viag gio per molti versi anomalo quello che papa Francesco (nella foto) si appre sta a compiere dal 13 al 15 settembre in Kazakistan. L’occasione è un invi to giunto dal presidente Tokayev per partecipare all’incontro dei leader re ligiosi che il predecessore – l’«eterno» Nazarbayev, che ha governato il Paese dal 1990 al 2019 – aveva ideato come la celebrazione della rinascita dell’i slam nei territori ex-sovietici, paralle la a quella del cristianesimo ortodos so aNonMosca.stupisce quindi che France sco – così fortemente turbato dal ruo lo assunto dalla religione nella guer ra scatenata a febbraio dall’invasione russa dell’Ucraina – abbia colto al vo lo quest’occasione. E fino all’ultimo abbia anche sperato che il Kazakistan potesse diventare il terreno «neutra le» per l’incontro con il patriarca di Mosca Kirill, fino ad ora ben poco sensibile agli appelli del pontefice a far sì che i credenti non si trasformi no nei «chierichetti delle armate». A Nur Sultan (come è stata ribattezza ta da qualche anno la capitale che co noscevamo come Astana) lo schiera tissimo leader spirituale della Chiesa ortodossa russa, però, alla fine non ci sarà, come ha annunciato lui stesso già qualche tempo fa. Il Kazakistan è alla ricerca di una ingombranteschiacciatainternazionalecollocazionemenodall’ombradiMosca
Per di più Francesco avrebbe voluto arrivare in Kazakistan dopo essere stato a Kiev, portando personalmen te tra le macerie la propria solidarietà alle vittime del conflitto. Ma anche questo non è stato possibile. Anzi, proprio nelle ultime settimane le ten sioni con la leadership ucraina – che vorrebbe vedere il papa più esplicita mente schierato nella condanna della Russia – hanno raggiunto l’apice, do po le parole di cordoglio pronunciate dal pontefice in seguito all’attentato in cui a Mosca è stata uccisa Darya Dugina, la figlia di uno degli ideologi che più hanno sostenuto le posizioni oltranziste russe sul conflitto. Il Vaticano è dovuto correre ai ri pari precisando che i giudizi di Ber goglio riguardano l’aspetto uma no dell’accaduto. E che, quanto alla guerra «iniziata dalla Federazione Russa, gli interventi del santo padre sono chiari e univoci nel condannarla come moralmente ingiusta, inaccetta bile, barbara, insensata, ripugnante e sacrilega».Permolti versi, dunque, prima an cora di cominciare questo trentotte simo viaggio apostolico del suo pon tificato, papa Francesco deve già fare i conti con l’incomprensione e con quel senso di impotenza che hanno accompagnato in tutti questi mesi i suoi ripetuti appelli alla pace. Eppure Nur Sultan si annuncia lo stesso come un passaggio cruciale per questa fase affaticata del pontificato.
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Religione ◆ Il pontefice sarà in Kazakistan da domani al 15 settembre per il Congresso dei leader religiosi, ma non incontrerà Kirill Giorgio Bernardelli
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Romina Borla La Svizzera e il Ticino non sono uti lizzatori di gas al pari dell’Italia (ve di sopra) e di altre realtà europee, ma questa fonte di energia – il cui prez zo, come è noto, sta esplodendo – è comunque importante nel bilancio dei consumi nel nostro Paese. «Il gas naturale copre circa il 15% del fab bisogno energetico della Svizzera», si legge sul sito dell’Ufficio federale per l’approvvigionamento economi co (Ufae), «ed è usato principalmente per riscaldare le abitazioni e cucinare – circa 300mila nuclei familiari si ri scaldano con il gas – così come nell’in dustria e nell’artigianato». Sul nostro territorio non esistono giacimenti di tale sostanza né grandi capacità di stoccaggio: «I consumi devono esse re coperti al 100% dalle importazio ni» e «circa la metà del gas importato proviene dalla Russia». Per quel che riguarda il Ticino, si possono trova re alcune informazioni utili nel Rap porto di sintesi del «Bilancio energe tico 2020», elaborato dalla Supsi su richiesta del Cantone. In particola re si stima che i consumi siano così suddivisi: 42,4% prodotti petroliferi (3682 GWh), 36,6% energia elettrica (3181 GWh), 14,3% gas naturale (1247 GWh), 3,5% energie rinnovabili ov vero calore ambiente, solare e biogas (303 GWh), 2,5% legna (216 GWh), 0,7% rifiuti (62 GWh). Ci conferma l’importanza del gas naturale Carlo Cattaneo, vicediretto re delle Aziende industriali di Luga no: «Noi forniamo lo stesso volume di energia sia in elettrico (a circa 115mi la clienti) sia in gas (15mila clienti), ovvero circa 1300 GWh». Sono state proprio le AIL a introdurre il gas in Ticino nella seconda metà degli anni Ottanta, con la realizzazione del ga sdotto Bizzarone-Lugano. E gesti scono ancora l’unico punto di entrata esistente (dall’Italia appunto) e l’ero gazione della fonte di energia fossile su buona parte del territorio del Sot toceneri. «Tra i nostri clienti – precisa il nostro interlocutore – i consumato ri finali in 27 Comuni (40% industrie e 60% privati) e quattro aziende ri venditrici: AGE di Chiasso, AIM di Mendrisio, AMS di Stabio e Meta nord di Camorino». Ma da dove proviene il gas che ar riva nel Cantone? Se si guarda la pro venienza di quello circolante in Italia nel 2021, osserva l’esperto, si vede co me il 40% circa del prodotto proven ga dalla Russia, il 28% dall’Algeria, il 9% dal Qatar, il 9% dall’Azerbaigian, poi Libia e Norvegia (la produzione nazionale è bassa: 4%). «Ad oggi i da ti sono cambiati. La vicina Penisola sta infatti cercando di ridurre la sua dipendenza da Mosca. Il gas russo si aggira sul 25% del totale mentre so no cresciute le importazioni dagli al tri Paesi». Intanto, come detto, i prez zi continuano a salire. Anche le AIL hanno annunciato un aumento delle tariffe del gas, da ottobre, attorno al 40% rispetto all’anno precedente. Per i clienti di Metanord, come reso noto dall’azienda, dal prossimo mese rad doppia la bolletta. «Le tariffe cresce ranno, tuttavia non possiamo anco ra prevedere di quanto», ci ha detto AMS di Stabio e AGE di Chiasso: «Per il 2023 è ancora tutto aperto...». «Questi aumenti sono strettamen te collegati all’andamento del merca to», spiega dal canto suo Cattaneo. «Mercato travolto dall’incertezza causata dalla guerra in Ucraina con tutte le conseguenze del caso, in par ticolare la chiusura di Nord Stream 1. Basti pensare che il prezzo di mercato del gas è passato da circa 15 euro per MWh (1. gennaio 2021) ai quasi 300 euro attuali: un aumento del 2000 per cento! Nemmeno comparabile al “no stro” 40%. E chi non pratica acquisti graduali nel tempo – come facciamo noi (iniziamo ad acquistare volumi di gas con 3 anni di anticipo) – si ritrova in difficoltà ancora più grandi». Il futuro si prospetta dunque gri gio. A livello europeo – spiega il vice direttore – si è iniziato a discutere la possibilità di fissare un tetto ai prez zi del gas o sulla produzione elettri ca a partire dal gas. «La seconda pro spettiva è più realizzabile e potrebbe portare a un cambiamento di ten denza. Se invece l’Europa decidesse di mettere un tetto al prezzo del gas, le navi cariche andrebbero da un’altra parte, probabilmente in Asia, lascian doci con ancora meno gas». E molti più problemi.
La stangata elettrica sarà insosteni bile per molte famiglie dei ceti me dio-bassi. La previdenza di Draghi è stata messa in dubbio. I rigassificatori, che dovevano consentire di aumenta re gli approvvigionamenti da nuove fonti (Stati Uniti e Qatar, fra gli altri) non saranno funzionanti prima del 2023, mentre erano stati promessi per la fine del Sull’industria2022. italiana rischia di abbattersi uno shock strutturale. Pro prio quando la nuova parola d’ordine è il «friend-shoring», cioè una nuo va globalizzazione riservata ai Paesi amici, l’Italia diventa meno appetibile per le ri-localizzazioni. A causa della sua vulnerabilità energetica. Ancora prima di questa crisi i costi energe tici delle imprese italiane superava no quelli delle concorrenti tedesche e francesi.
Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 12 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino ATTUALITÀ 27
L’Italia consuma più gas di Germania e Francia, sia per genera re elettricità sia come energia immes sa direttamente nei processi manifat turieri (dalle acciaierie alla ceramica e piastrelle). E negli ultimi anni era diminuito tra le imprese italiane il ri corso a contratti a lungo termine per il gas naturale, mentre erano prevalsi gli acquisti sul mercato «a pronti», do ve la quotazioni «spot» sono più sog gette a manovre speculative. Le nuo ve Enron si accaniscono sull’Italia, perché è una preda ideale.
L’analisi ◆ Non esiste una solidarietà europea di fronte al ricatto della russa Gazprom e l’Italia è uno degli anelli deboli della catena Federico Rampini Particolare del gasdotto Nord Stream 1 che porta il gas dalla (Keystone)all’Europa.Russia
Keystone
Futuro incerto ◆ Le AIL, che gestiscono l’unico punto di entrata esistente, giustificano così i rincari
L’importanza del gas per il Ticino
Nessuna politica energetica comune
Il Premio Nobel dell’economia Paul Krugman, nella sua newsletter sul «New York Times», avverte gli euro pei: rischiate di vivere un remake del 1979. Si riferisce alle lunghe code ai distributori di benzina, provocate dal razionamento di carburante dopo che la rivoluzione islamica in Iran e l’av vento al potere dell’ayatollah Kho meini scatenarono l’iperinflazione dei prezzi del petrolio. Un altro paragone storico, alme no altrettanto calzante, lo si potrebbe fare con l’estate 2000 in California: i blackout elettrici e il ruolo nefasto che vi svolse la Enron, azienda spe cializzata nella speculazione sui futu res, finanza derivata collegata ai prez zi dell’energia. Il caso Enron, che si concluse con la bancarotta più colos sale della storia americana fino a quei tempi, ha interessanti analogie con quel che sta succedendo oggi sul mer cato Ttf, la Borsa di Amsterdam che di fatto sta fissando il prezzo del gas naturale, almeno per gli italiani. Il paragone di Krugman richia ma l’America del presidente Jimmy Carter, un democratico la cui fortu na politica fu distrutta da quella crisi (inclusa la presa di ostaggi americani nell’ambasciata di Teheran). Una si tuazione simile per la verità gli eu ropei l’avevano già vissuta duran te il primo shock petrolifero, quello del 1973, quando i Paesi arabi riuni ti nel cartello petrolifero dell’Opec decretarono un embargo contro gli occidentali colpevoli di aver soste nuto Israele nella guerra dello Yom Kippur. In Italia ci furono allora le «domeniche a piedi», quando non si poteva circolare in auto per il razio namento della benzina. Nelle dome niche a piedi così come nelle code ai distributori Usa del 1979, la scarsi tà imposta dai Governi nasceva dal tentativo di non scaricare interamen te sui consumatori e sulle imprese i rincari alla fonte nei prezzi del car burante. Una delle lezioni fu que sta: quando si creano degli squilibri di mercato, fra la domanda e l’offer ta, il tentativo di controllare politica mente gli aumenti dei prezzi finisce per accentuare la penuria. Il raziona mento è un’alternativa all’inflazione, ma non è detto che sia meglio, per ché è una scarsità imposta burocrati camente e spesso colpisce alla cieca. Per questo dagli Stati Uniti mol te voci consigliano ai Governi europei di intervenire con sussidi ai sogget ti più deboli (famiglie povere, impre se energivore), anziché con delle for zature dal lato dei prezzi. I rincari dei prezzi possono avere una funzio ne positiva, ancorché dolorosa: acce lerare l’innovazione, sia il risparmio energetico sia l’investimento in fon ti alternative. Bloccare i prezzi invece nasconde la realtà e ritarda gli adatta menti. In ogni caso tutt’e due le misu re costano alle finanze pubbliche: per gli aiuti alle famiglie e alle imprese il costo è evidente; ma anche un blocco delle tariffe va compensato con soldi pubblici altrimenti le aziende energe tiche non riescono a rifornirsi ai prez zi diCimercato.sonoaziende che fanno ex tra-profitti, e tassare questi guada gni è giusto. Ma osserviamo i nume ri. L’Eni è stata soggetta a una tassa speciale del 25% sui suoi extra-profit ti. Per l’anno in corso questo signifi ca che pagherà 1,4 miliardi al Tesoro. Per le casse dell’Eni sono tanti. Sono spiccioli, invece, rispetto alla stanga ta che si abbatterà su imprese e con sumatori italiani, e che lo Stato dovrà in qualche misura compensare. I ve ri extra-profitti oggi li fa la Gazprom di Vladimir Putin, che nessun gover no occidentale ha il potere di tassa re. Le entrate fiscali di Mosca sono salite del 32% dall’inizio della guerra in Ucraina: Putin sì, sta raccogliendo lauti benefici dagli extra-profitti delle sue aziende energetiche. Putin è il grande profittatore di questa crisi energetica, ma sulla sua scia stanno lucrando anche dei pae si che nominalmente fanno parte dei «nostri». Olanda e Norvegia sono i due casi eclatanti di parassitismo dello shock energetico. L’Olanda ha riserve di gas importanti, potrebbe accresce re la sua produzione, ma finora non ha segnalato la disponibilità a farlo. I motivi possono essere «ambientali sti», ma come spesso accade di que sti tempi l’ambientalismo è un como do paravento ideologico, una dottrina sacra in nome della quale si compio no nefandezze di ogni sorta. La Nor vegia da parte sua ha addirittura ri dotto l’export di gas, adducendo come scusa la necessità di manutenzione ai suoi impianti: un alibi identico a quel lo usato dalla russa Gazprom. Olan da e Norvegia, come la Russia, stanno lucrando extra-profitti che fanno im pallidire quelli dell’Eni. L’Olanda è la sede della Borsa Ttf, un luogo dove i prezzi del gas natu rale si formano senza nessuna traspa renza, alla mercé degli speculatori. Un dato interessante riguarda la di mensione della Borsa. Quella di Lon dra, dove si scambiano i contratti sul petrolio Brent, muove quotidiana mente transazioni del valore di 2000 miliardi di dollari. È un mercato fi nanziario ma per i volumi trattati è un riflesso dell’economia reale, della do manda e offerta di petrolio. La Bor sa Ttf di Amsterdam invece registra in media uno o due miliardi di dolla ri di transazioni quotidiane: è minu scola, virtuale, in balìa degli specu latori. Non a caso il mercato del gas liquefatto Usa (Henry Hub) registra prezzi che sono un terzo o un quarto di quelli di Amsterdam. Purtroppo i maggiori contratti di fornitura di gas per l’Italia sono agganciati alla Borsa di Amsterdam. E si capisce che quei livelli dei prezzi non dispiacciano af fatto ai produttori olandesi o norve gesi. L’immagine di un’Europa unita di fronte a Putin non sta in piedi. Non esiste una politica energetica europea, non esiste una solidarietà europea di fronte al ricatto di Gazprom, al con trario ognuno fa i propri interessi nel modo più cinico. Torno al paragone con la Enron e la crisi energetica che mise in ginoc chio la California nel 2000. Il mix al lora fu micidiale e le analogie con la situazione attuale abbondano. Da un lato c’era un’imprevidenza dello Stato della California, che non aveva visto i segnali di scarsità energetica; né vole va far pagare alle utenze finali i costi, per cui bloccava le tariffe. A monte, gli squali della speculazione finanzia
ria videro che il mercato dell’energia in California si stava avvitando in una crisi, e colsero l’occasione per mano vrare i prezzi alla Borsa nei contrat ti futuri. Enron fu la regina di quelle speculazioni, contribuì alla spirale dei prezzi e al collasso energetico, finché ne fu vittima lei stessa. Il governo Draghi non ha brilla to per la sua efficienza in questo cam po. Fino all’estate inoltrata ha diffu so messaggi rassicuranti, ha detto di essere a buon punto nelle scorte in vernali, ha sottolineato il successo ne gli sforzi di diversificazione delle fon ti energetiche. Nel frattempo però i tedeschi facevano incetta di gas per l’inverno, a ritmi superiori; e vara vano piani di razionamento. Infine, complice la campagna elettorale, in Italia è scoppiato il panico. L’autunno sarà tragico per il sistema produttivo italiano, secondo la Confindustria.
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All’epoca Agnès Callamard, attivista di Amnesty, aveva accusato non sol tanto Bachelet ma anche il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres di «non aver agito secondo il suo mandato». E non a torto. Mesi prima l’avvocata Emma Reilly, che ha lavorato nell’Alto commissariato per i diritti umani di Ginevra (Unhcr), de nunciava la connivenza strettissima tra funzionari Unhcr e rappresentanti della locale ambasciata cinese. In pra
Non è un segreto per nessuno che il regime cinese faccia shopping di professori, giornalisti, politici, alti funzionari governativi e non solo
l’Onu è
Nell’inferno sconcertante degli uiguri
Secondo Pechino non esistono campi di concentramento o tortu re, ma soltanto campi vocazionali e di rieducazione in cui gli «studenti» uiguri vengono ammessi su base vo lontaria e che sono più che felici di frequentare. E il sistema orwelliano di sorveglianza sarebbe parte di una strategia volta a combattere il terro rismo e le attività separatiste dello Xinjiang. Gli uiguri difatti, di etnia turkmena e di religione musulmana, non si considerano cinesi e ritengo no che lo Xinjiang sia stato illegal mente occupato dalla Cina: peccato che l’Etim (Movimento islamico del Turkestan orientale) è praticamen te scomparso, e che i pochi attenta ti compiuti nello Xinjiang si devono, più che a movimenti separatisti or ganizzati, a singoli gruppi locali esa sperati dal trattamento riservato alla popolazione. D’altra parte, ormai da qualche anno Pechino sta cercando di riscrivere, a proprio beneficio, la defi nizione di diritti umani cancellando dai parametri di valutazione la libertà di espressione a favore dello sviluppo economico. Il che copre, a guardare da vicino, tutte le violazioni dei diritti umani che potrebbero essere eccepite lungo la Belt and Road Initiative, la Nuova via della seta. In soldoni: va bene il genocidio dei baloch lungo il China Pakistan Economic Corridor, va bene il ge nocidio degli uiguri, se sono com piuti in nome dell’aumento del red dito pro-capite. Molti funzionari dell’Onu e molti funzionari dell’Ue a Bruxelles dichiarano, in privato, di aver subito pressioni cinesi, pressio ni che rasentano a volte il ricatto. E la macchina di propaganda impron tata all’ormai famosa politica cinese del «guerriero lupo» alterna minac ce e ricatti a blandizie e denaro so nante. Non è un segreto per nessuno che Pechino faccia shopping di pro fessori, giornalisti, politici, alti fun zionari governativi e non solo. E che i bot di propaganda sui social media siano particolarmente attivi e aggres sivi. Si spazia dall’invenzione di fal se giornaliste e blogger, come nel ca so dell’inesistente reporter francese Laurène Beaumond che descriveva lo Xinjiang come il paese dei campa nelli, alla massiccia pubblicazione di video e foto di moschee linde e colo rate con sorridenti uiguri pubblicati per anni, al ritmo di 4-5 al giorno, dall’attuale portavoce del Ministero degli esteri cinese Zhao Lijian. L’ultimo scandalo, in ordine di tempo, è recente: il portavoce del mi nistro degli esteri del Pakistan ha di chiarato che il suo paese «sostiene gli sforzi della Cina per portare svilup po socio-economico, armonia, pace e prosperità allo Xinjiang». Con buona pace degli uiguri che, adesso, chiedo no che le Nazioni Unite usino il rap porto «per cominciare un’inchiesta su vasta scala sui crimini contro l’umani tà commessi dal Governo cinese e per processare i colpevoli».
Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 12 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino ATTUALITÀ 29
Xinjiang rapporto delle Nazioni Unite conferma le atrocità compiute da Pechino. nemmeno assolta
tica Reilly, producendo documenti ed email, ha accusato l’ufficio dell’Unhcr di passare all’ambasciata cinese nomi e indirizzi di dissidenti, uiguri e non solo, che si sarebbero recati a testimo niare davanti alla Commissione per i diritti umani. I dissidenti e le loro fa miglie sarebbero stati quindi intimi diti, arrestati e in alcuni casi torturati. Incredibilmente, mentre Reilly fa ceva la sua denuncia, la Commissione per i diritti umani permetteva alla Ci na, come ha fatto nel marzo del 2020, di installare nei corridoi del Palazzo delle Nazioni una spregevole mostra fotografica in cui si vedevano uiguri patriottici e felici che danzavano nelle piazze e ai bordi delle strade. D’altra parte la Cina ha ufficialmente smen tito ogni parola contenuta nel rappor to dell’Onu dichiarando che «si trat ta di risultati basati su informazioni false e scorrette, messi insieme al la meno peggio per servire obiettivi politici». Nella fattispecie, gli obiet tivi degli Usa e dell’Ue, che negli ul timi due anni hanno emanato duris sime sanzioni, congelando l’accordo bilaterale sugli investimenti tra Ue e Cina e vietando alle imprese ameri cane di importare beni prodotti nello Xinjiang con l’uso del lavoro forzato.
Troppo poco, troppo tardi. Così, in sintesi, è stato accolto l’atteso rap porto delle Nazioni Unite pubblica to dall’Alta commissaria per i diritti umani dell’Onu Michelle Bachelet. Bachelet – criticata da più parti per aver accettato di compiere lo scorso maggio quella che può soltanto esse re definita una «visita guidata» nel lo Xinjiang, regione autonoma nel nord-ovest della Cina – ha pubbli cato il rapporto undici minuti prima della scadenza del suo mandato. Di chiarando di essere stata sottoposta a «fortissime pressioni» da ogni parte. Da parte cinese, con espedienti legali di vario genere e minacce di ritorsioni legali ed economiche contro le Nazio ni Unite. E da parte di varie organiz zazioni per i diritti umani, Amnesty International in primis, che hanno più volte definito «inaccettabile» l’at teggiamento dell’Onu in generale e di Bachelet in particolare. Lei è stata più volte accusata, e da più parti, di «flir tare» apertamente con l’establishment cinese e di tenere un atteggiamento più che morbido nei confronti di Pe chino. E il rapporto, dicono, riflette questo atteggiamento. Nel rapporto, tanto per comincia re, non si adopera mai la parola «geno cidio» pur denunciando che «l’entità della detenzione arbitraria e discrimi natoria di membri della comunità ui gura, kazaka e kirghisa prefigura l’e sistenza di crimini contro l’umanità» e sottolineando «le pratiche ricorrenti di tortura, maltrattamenti, cure me diche forzate, pessime condizioni car cerarie, violenze sistematiche, incluse quelle sessuali». Il rapporto conferma inoltre le denunce del World Uyghur Congress: i campi di concentramen to dove i prigionieri vengono sotto posti a «rieducazione» forzata, le fab briche costruite accanto ai suddetti campi in cui 580mila detenuti uiguri vengono costretti a lavorare nella rac colta del cotone. La presenza ossessi va di decine di migliaia di telecame re per il riconoscimento facciale e di sensori che tracciano i movimenti di ciascun individuo: strategia adotta ta anche nella costruzione cinese del porto pakistano di Gwadar, trasfor mata in una prigione a cielo aperto come lo Xinjiang. O meglio, in quel lo che lo scorso giugno Amnesty, in un rapporto sullo stesso argomento, aveva definito «un inferno distopico su scala sconcertante» aggiungendo che: «Dovrebbe scioccare la coscien za dell’umanità che un numero enor me di persone sia stato sottoposto a lavaggio del cervello, tortura e altri trattamenti degradanti nei campi di internamento, mentre altri milioni di persone vivono nella paura in mezzo a un vasto apparato di sorveglianza».
◆ Un
Ma
In
Gerhard Buri, consulente alla clientela ed esperto di previdenza presso la Banca Migros Mittelland.
La consulenza della Banca Migros ◆ È utile iniziare a costituire il pilastro 3a al più tardi entro i 30 anni – Per poterlo fare, occorre essere affiliati a una cassa pensione
Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 12 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino ATTUALITÀ 30
queste arrivano rapidamente a raggiungere migliaia di franchi. Pertanto è utile iniziare a costi tuire il pilastro 3a al più tardi en tro i 30 anni, così da poter be neficiare di un lungo orizzonte Frad’investimento.l’altrovaconsiderato che l’im porto investito nella previdenza vincolata può essere detratto dal le tasse. Nel caso del salario di un apprendista il risparmio fiscale è limitato, ma una volta terminato l’apprendistato il reddito raggiun ge un livello tale da rendere il ri sparmio fiscale rilevante.
«Dovrei cominciare a versare nel pilastro 3a già durante l’apprendistato?»
Si usa sempre meno denaro contante
Svizzera ◆ Carte di credito e di debito conoscono una forte espansione. Si sviluppano anche nuove forme di pagamento, tramite applicazioni su smartphone o computer
Occuparsi tempestivamente della previdenza è tanto più importante in quanto il primo e il secondo pi lastro da soli non coprono tutte le spese che si dovranno sostenere in età Quest’annoavanzata.può versare nel piano pensionistico vincolato al massi mo il 20 per cento del suo sala rio da apprendista. Nel caso fos se affiliata a una cassa pensione, vale un importo massimo di 6883 franchi. Anche se durante l’ap prendistato si possono mette re da parte somme modeste, nel lungo corso della vita lavorativa
Suggerimento Oltre al risparmio previdenziale, per i piccoli budget la Banca Migros offre un’elegante opzione di risparmio: con il cosiddetto risparmio dell’arrotondamento, ogni volta che si effettua un acquisto con la carta di debito della Banca Migros l’importo viene arrotondato, in base a quanto disposto dall’utente, di 1, 2, 5, 10 o 20 franchi. Il valore di ogni arrotondamento viene trasferito, ad esempio, direttamente dal conto privato dell’utente a un conto di risparmio o al piano di risparmio fondi.
Ad agosto ho iniziato l’apprendi stato come specialista del com mercio al dettaglio. Dovrei ini ziare già adesso a costituire un fondo pensione? Prima si comincia e meglio è! In teoria chi svolge un’attività lavo rativa può versare i contributi 3a già a partire dal 1° gennaio suc cessivo al compimento del dicias settesimo anno d’età. A questo punto prende il via l’obbligo di versare i contributi AVS. Tutta via, un reddito soggetto ai con tributi AVS è requisito indispen sabile per versare nel pilastro 3a.
Ignazio Bonoli Nel mondo intero i pagamenti sen za moneta contante vanno prendendo sempre più piede. Anche nei Paesi in cui l’uso del computer non è così dif fuso come in quelli più industrializza ti, l’uso di carte di credito o di debito si sta espandendo. Anche in Svizze ra il fenomeno si sta intensificando, ma l’uso del denaro contante (perfi no della moneta metallica) è ancora frequente.Lodimostrano due studi recen ti che, comunque, constatano un au mento dell’uso delle carte di debito o di apposite «app» attraverso computer o telefonino. Gli studi hanno cercato di mettere in evidenza il comporta mento delle persone che vogliono ef fettuare un pagamento in Svizzera. Lo studio di Moneyland ha in teressato 1500 persone in Svizzera. Quello denominato «Swiss Payment Monitor», eseguito da alcuni ricerca tori scientifici dell’Università di San Gallo, si basa invece sull’esame di pa gamenti correnti quotidiani eseguiti da circa 800 persone che si sono mes se a disposizione durante tre giorni. Questa indagine, eseguita durante il mese di maggio di quest’anno non è ancora stata pubblicata, ma uno degli esecutori ha fornito alla «NZZ» alcu ni dei risultati più interessanti del la voroDaeseguito.entrambi gli studi si possono infatti trarre alcune osservazioni in teressanti. In ogni caso si vede che le carte di credito e di debito sono di ventate gli strumenti più importanti per i pagamenti. Secondo lo studio di Moneyland raggiungerebbero ormai il 71 per cento dei mezzi di pagamen to utilizzati dalle persone intervista te. Per lo studio dell’Istituto dell’Uni versità di San gallo, la carta di debito è lo strumento di pagamento più uti lizzato in assoluto in Svizzera. Esso coprirebbe, infatti, il 32 per cento di tutti i pagamenti effettuati e il 27 per cento del totale dei soldi utilizzati. La carta di debito è inoltre lo strumento che sarà sempre più utilizzato in futu ro. Molti svizzeri la usano, sia diret tamente, sia online. Già la metà degli svizzeri utilizzerebbe di tanto in tan to anche la carta di debito online. Non senza una certa sorpresa, gli studi constatano che, in Svizzera, l’uso della moneta contante è anco ra intenso, benché costantemente in diminuzione. Secondo gli esperti di Moneyland il numero di svizzeri che ritengono ancora indispensabile l’uso della moneta corrente è costantemen te in diminuzione, ma si situa ancora a circa il 30%. Il 96% degli intervista ti hanno però confermato che, per i pagamenti frequenti e consuetudina ri, usano ancora la moneta contante. Solo un terzo di essi ha però dichia rato di farlo più volte in settimana o anche di più. Non si constata però più il forte calo nell’uso del contante che si era verificato durante il periodo di pan demia da Coronavirus. Il numero di transazioni è tornato a raggiungere il 30% del totale e le cifre trasferite so no rimaste in totale attorno al 15%. In sostanza, si può dire che gli svizzeri sono rimasti abbastanza fedeli all’u so del contante nei pagamenti. A lun ga scadenza, cioè negli ultimi 31 an ni, si nota però un calo medio annuo dell’1,8% nell’uso del denaro contan te. Se il ritmo dovesse proseguire, si può considerare che, nell’arco di due decenni l’uso del contante in Svizzera potrebbe scomparire. La novità di questi ultimi anni consiste certamente nell’uso sempre più frequente della carta di credito online. L’84% degli intervistati con fermano che di tanto in tanto acqui stano oggetti a credito. L’80% lo fa usando la carta di credito. In ogni ca so, il 13% degli svizzeri usa una car ta di credito più volte alla settimana. In forte sviluppo risultano i paga menti attraverso smartphone o tablet, principalmente attraverso i cosiddetti pagamenti Twint. Gli esperti avver tono però che nell’interpretare i risul tati dell’indagine è importante tener conto della definizione. Secondo i ri cercatori di San Gallo, un pagamen to vero e proprio per telefono è quello principalmente collegato direttamen te con un conto in banca. Una defi nizione più ampia si estende invece a tutte le forme di pagamento via te lefono, anche attraverso forme come Google Pay, Apple o Samsung, o an che Mobile FFS, con dietro una car ta di credito o di debito. Nel maggio di quest’anno sono state effettuate il 9% delle transazioni, secondo la defi nizione più stretta e il 16,6%, secondo la definizione più ampia. In ogni caso, i pagamenti Twint sono in fortissimo sviluppo. Li usa già il 15% della popo lazioneQualesvizzera.saràil destino del «povero» franco svizzero? Uno dei motivi per i quali il contante in Svizzera è anco ra molto utilizzato è proprio la fidu cia e il rispetto che la popolazione ha nei confronti della moneta naziona le. In futuro cambieranno sempre più le forme, ma non la sostanza dell’uso di una moneta, dietro cui stanno uno Stato o un’economia forti. Anche con l’avvento di forme diverse di mone te (bitcoin e altri) sarà necessario un termine di riferimento, di controllo e di ordine.Delresto la teoria monetaria, già da tempo, considera il contante la forma di gran lunga meno impor tante delle transazioni che compon gono la cosiddetta massa monetaria. Quest’ultima viene usata, sotto va rie forme, dalla Banca Nazionale per determinare la sua politica moneta ria, volta essenzialmente alla dife sa del potere d’acquisto del franco e talvolta anche contro una sua ecces siva rivalutazione nei confronti di al tre monete. forte sviluppo i (Keystone)attraversoprincipalmenteetramitepagamentitabletsmartphone,Twint.
Truss ha deciso di occuparsi proprio del carovita detta to dall’aumento del prezzo dell’ener gia: ha fissato un tetto alle bollette, l’eccedenza sarà a carico dello Stato per tutto questo inverno e anche per il prossimo, così poi le elezioni so no vicine e il ricordo di questo pic colo «sollievo» è vivo. Per finanziare questo intervento la nuova premier non imporrà nuove tasse, come va ri petendo da tempo il «suo» cancellie re dello Scacchiere, Kwasi Kwarteng, un suo alleato solido e un thatcheria no «pragmatico». I due costituiscono un’anomalia persino all’interno del mondo conservatore ma, contro ogni previsione, sono convinti che la realtà darà loro ragione. Truss intanto si muove senza para cadute: fa parte del suo modo di fa re osare e osare ancora, con quel suo candore energico che ai suoi compa gni di partito non va giù e che fa dire loro che lei è «un robot a cui manca una rotella». In realtà un paracadu te la neopremier se lo porta sempre dietro: è la sua amica Thérèse Coffey, nominata ministra della salute e vi cepremier. Coffey è metodica laddove Truss è istintiva, è mondana laddove Truss è più insulare, è soprattutto una che ama aggiustare le situazioni com plicate e Truss ha una tendenza goffa a «spaccare» quel che le sta intorno. Il sodalizio sembra quindi necessario oltre che fortissimo e rassicura il nuo vo Governo anche sul lato delle guer re Duranteculturali.la sua campagna per la lea dership, Truss ha detto che s’è per so troppo tempo a rammollirsi dietro alla politica identitaria e all’estrema suscettibilità, invece che rafforzare la compattezza valoriale occidenta le, ancora più necessaria ora che c’è da difendere l’Ucraina. E in questo Truss non ha dubbi, non ha tenten namenti, non esita, tanto da evocare anche l’utilizzo dell’arma nucleare, se proprio dovesse essere necessario… Questa posizione l’ha fatta emerge re come leader nella base dei Tory ma l’ha allontanata dall’elettorato più moderato. In questo senso la sua so dale Coffey – cattolica, contro le noz ze gay e contro l’aborto – non allun ga ponti ma definisce il perimetro di quel che significa essere conservatori oggi, nel Regno Unito e oltre.
di Angelo Rossi
◆ ● Il Mercato e la Piazza
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Liz Truss, tra sogno britannico e dura realtà
La sorprendente forza del garofanino
Per effetto di questo miglioramento, dovuto, molto probabilmente, alle misure di lotta contro il virus, intro dotte dai governi federale e canto nale, e, in particolare, al notevole grado di estensione raggiunto dal la prima ondata di vaccinazione, il saldo naturale negativo della popo lazione residente nel Cantone, vale a dire la differenza tra le nascite e i de cessi è tornato, nel 2021, ai valori de gli anni immediatamente precedenti la pandemia (–562 unità).
Zig-Zag Mi sorprendono i fiori che abbiamo in sala: sono bellissimi. Subito dopo li indico a mia moglie dicendole: «I fio ri che hai comperato, forse per la luce che entra in sala, mi hanno colpito». Lei mi guarda e annuisce, aggiungen do: «E pensare che mi rincresceva che non ci fossero rose». Poco dopo arri va la signora che aiuta a tenere la casa in ordine e nota anche lei il vaso: «Ma che belli» e con il telefonino scatta al cune foto che chissà fin dove porte ranno quella zaffata di colore e luce. La sera, pensando al tema per questo mio contributo su «Azione», passo in rassegna tanti soggetti, da Putin che sta usando la guerra per lacerare le pa cifiche convivenze di milioni di per sone, sino al clima, che in Pakistan ha scatenato le forze di una natura arrab biata sconquassando montagne e cit tà. A un certo punto ricordo la chiaz za di colore in sala e ripensando alle sorprese del mattino raccontate sopra decido di provare a parlare di quei fio ri, capaci con la loro umilissima bel lezza di meravigliare coloro che final mente li notavano. Non l’ho ancora precisato: era un mazzo di garofanini rossi. Non ga rofani, garofanini. Di un colore uni forme, ma la fioritura rallentata (sono durati oltre dieci giorni impeccabili, anche se un po’ chiusi all’inizio) aveva sfumato su alcune corolle le tonalità del rosso. Pensando di reperire qual che idea o notizia utile a completare la rubrica, e non avendo libri e nep pure moderne app (oggi si inquadra no fiori o piante e zac: il cellulare ti dice che pianta è e come curarla!) che facilitassero il compito, per cercare il genere botanico dei fiori del nostro mazzo ho convocato il solito motore di ricerca. Ovviamente mi sono tro vato subito sommerso dalle millanta notizie e immagini che Google elen ca. Alla fine, pur con qualche dub bio, ho optato per «garofanini del po eta». Sono quelli che maggiormente si avvicinano ai nostri; inoltre sono garofanini che in una delle tante il lustrazioni erano ritratti in diverse co lorazioni e con delle chiazze azzurre, evocando somiglianza con i gelsomi ni azzurri che sono il mio fiore pre ferito. Inevitabile un’estensione della ricerca: perché sono denominati «ga rofanini del poeta»? Qui in aiuto è ar rivato dapprima il sito di una testata giornalistica online. Dopo l’avver tenza che sull’origine di quel nome le ipotesi sono tante, mi dice che per la varietà dei poeti la versione più plau sibile è il riferimento al nome botani co del garofano «dianthus» e al quali ficativo «barbatus» che in greco (non chiedetemi come) significano «fiore di Giove». Anche altri siti percorrono la simbologia dei garofani nella mitolo gia e arrivano a sostenere che era fio re sacro a Diana (testi greci narrano che un giovane pastore si innamorò follemente della dea che però, aven do fatto voto di verginità, dopo avergli dato delle false speranze d’amore, lo abbandonò. Il giovane morì per la di sperazione e dalle lacrime versate per il suo amore nacquero i garofani bian chi). Altri siti web e altre divagazioni sul significato del «fiore di Dio»: dopo avere specificato che già nell’antichità questo fiore veniva associato al simbo lo della poesia, un botanico esperto, liquidando senza scrupoli storici Zeus e Diana, arriva a sentenziare che il ga rofano sarebbe apparso per la prima volta sulla Terra dalle lacrime versate da Maria per la sofferenza del figlio Gesù prima di morire. Unico soste gno del suo riferimento? Cita la «Ma donna del garofano», celebre dipinto del 1470 di Leonardo Da Vinci, ritrat ta qualche anno dopo, con colori assai sfumati, anche da Bernardino Luini. Roba poetica, ma non basta a scioglie re il mio enigma: la Madonna, Zeus e Diana non erano certo dei poeti. A questo punto, dopo tanti e poco cre dibili riferimenti ai simboli di un fiore umile come il garofano (volutamente ho ignorato i richiami politici…), mi convinco che forse c’è spazio per una versione personale del perché i miei sono verosimilmente «garofanini del poeta»: non è forse poesia quella che i garofanini distribuiscono, oltre che nelle nostre case, anche crescendo sel vatici lungo i sentieri più alti delle no stre montagne?
L’Ufficio federale di statistica ha pubblicato di recente i dati concer nenti l’evoluzione demografica del 2021. Per il Ticino si tratta di da ti interessanti per due ragioni. La prima, che il nostro Cantone ha in comune con tutti gli altri Cantoni elvetici, è che, dopo due anni di al larmi dovuti al Covid, si voleva sa pere a che punto ci trovavamo. Per quel che riguarda questa ragione, si può affermare che i dati appena pub blicati suggeriscono che la situazio ne demografica eccezionale, dovuta alla pandemia, è stata superata. A questa conclusione si giunge con frontando l’evoluzione della morta lità negli anni più recenti. Nel 2018 in Ticino si contarono 3152 morti; nel 2019, 3238. L’anno seguente, a causa del virus, i decessi ascesero a 4067 unità, segnando quindi un au mento pari al 25,6% rispetto al 2019. Nel 2021, anche se la pandemia ha continuato a manifestarsi, questa ascesa non è continuata. Il nume ro dei decessi è disceso a 3118, os sia al livello degli anni precedenti la pandemia. In termini percentuali si tratta di una diminuzione pari al 23,3%, rispetto al 2020, il che spiega probabilmente perché oggi, da noi, il virus faccia meno paura che all’i nizio della pandemia. Ci si può con tagiare, è vero, quasi come all’inizio, ma la probabilità di decesso si è ri dotta in misura molto significativa.
Affari Esteri Liz Truss è la nuova premier britan nica. È arrivata in ritardo a Downing Street – dove c’è la residenza e l’uf ficio del capo del Governo del Re gno Unito – perché imbottigliata nel traffico e sotto la pioggia: essenza in glese purissima. Quarantasette an ni, due figlie adolescenti e una gran de ambizione, gode di scarsa stima da parte di buona parte dei colleghi Trussparlamentari.siispira anche nel look a Mar garet Thatcher e vuole «superare la tempesta» economica che scuote il Regno Unito, come il resto del mon do, con la formula classica del con servatorismo: niente tasse e sem mai tagli agli investimenti pubblici. Non essendo una stagione ottima le per snellire il ruolo dello Stato, Truss dovrà aumentare l’indebita mento, facendo saltare i piani d’au sterità del suo stesso partito, quindi un po’ tradendolo, con buona pace dell’ortodossia e della purezza ideo logica. Comunque la coerenza non è una delle caratteristiche principali di Liz Truss che ha avuto una forma zione liberaldemocratica, è approda ta al Partito conservatore a vent’an ni e poi ha saputo navigare accorta in mezzo alle tante correnti di pensiero, lavorando per i governi degli ultimi tre premier Tory e passando da essere contraria alla Brexit a diventarne una grande sostenitrice. Alla base di questo «viaggio politico» c’è un grande patriottismo. Come ha detto nel suo primo discorso da pre mier, è convinta che la Gran Breta gna sia una Nazione che può aspirare a guidare il mondo, piena di gente ta lentuosa che sa lavorare insieme e per questo adatta a sopravvivere alla tem pesta. Questa è un’idea che Truss ha sempre avuto: nel 2012 ha pubblicato un libro di saggi con alcuni suoi colle ghi che si intitolava Britain Unchained – ovvero «Gran Bretagna in catene» –e teorizzava la possibilità del Paese di rilanciarsi grazie al suo talento ancora inespresso. Se c’è una cosa su cui pun ta molto Truss quindi è il cosiddetto sogno britannico. Poi c’è la realtà. Che è fatta di bollet te «energetiche» in enorme aumento (più di quanto accade sul continen te europeo) e di scioperi sempre più incattiviti, nel sistema dei trasporti e anche tra i cittadini che si rifiutano di pagare fatture troppo esose. È co me se assieme al thatcherismo fosse ro tornati anche quegli anni di crisi energetica, di scioperi, di tensioni so ciali Comefortissime.primacosa
È una constatazione che ci può ral legrare, ma solo nel contesto dell’e voluzione di breve periodo. Essa, come abbiamo già osservato, ci con sente di affermare che il movimen to naturale (nascite meno decessi) ha superato nel 2021 il momento critico determinato dalla pandemia. Con frontato però a quello degli altri can toni il saldo del movimento naturale del Ticino continua a rimanere iper critico. Mentre il Ticino conosce, annualmente, un saldo negativo su periore alle 500 unità, gli altri can toni o segnano saldi positivi o, nel caso contrario, conoscono saldi ne gativi del movimento naturale pari solamente a qualche decine di unità. La seconda ragione per la quale i ri sultati demografici, relativi al 2021, sono interessanti è proprio data da questa situazione eccezionalmente negativa del saldo naturale del Tici no. La stessa, infatti, non suggerisce niente di buono per l’evoluzione de mografica nel lungo termine. In ef fetti la popolazione del Cantone po trà continuare ad aumentare, anche in futuro, solo se il saldo migratorio e, in particolare, la sua componente internazionale, resteranno positivi. Se il saldo migratorio dovesse essere nullo, come lo è stato di recente, la popolazione residente diminuireb be, anno per anno, di 500-700 unità. Ancora più importante della dimi nuzione della popolazione, nelle sue ripercussioni negative sarebbe l’ul teriore accelerazione della tenden za all’invecchiamento della popola zione. Bisogna infatti rendersi conto che questa tendenza è frenata nel suo sviluppo solo quando il saldo delle migrazioni internazionali è positi vo. Questo perché dall’estero vengo no in Ticino soprattutto persone con meno di 45 anni. La fontana della giovinezza per la demografia ticine se si trova quindi nei paesi stranieri dai quali provengono le persone che si insediano in Ticino per svolger vi la loro attività lavorativa. La con sistenza di questo flusso che, come abbiamo già rilevato, è vitale per la sopravvivenza della compagine de mografica ticinese, è minacciata, da qualche anno, dall’aumento di im portanza, da un lato, dell’effettivo dei frontalieri e, dall’altro, dal cre scere dell’effettivo di lavoratori stra nieri con permessi di lavoro di bre ve durata. Frontalieri e stranieri con permesso di lavoro di breve durata sono contingenti demografici che entrano ed escono dalle frontiere del Ticino e non influenzano quindi l’evoluzione dell’effettivo della po polazione residente, né la tendenza al suo rapido invecchiamento. Tra sformato nella Florida della Svizze ra, il Ticino è destinato a vedere la sua compagine demografica ridursi nel lungo periodo come stanno ridu cendosi le superfici dei ghiacciai per effetto del cambiamento climatico.
di Paola Peduzzi
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di Ovidio Biffi
Covid, crisi demografica superata ●
Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 12 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino32 Trattamento intenso per cute e capelli 1 2 3 4 1 Un siero leggero ma ad alta efficacia che riduce le macchie di pigmentazione e ne previene la ricompar sa, assicurando al contem po tono uniforme e pel le radiosa. Siero Luminousantimacchia630Nivea 30 ml Fr. 29.95 3 Un olio ricco che si prende cura della pelle esi gente, aiutandola a ripristi nare il naturale equilibrio idrico e restituendole così elasticità e luminosità. Per un viso curato e radioso. Olio viso Zoé Expert 30 ml Fr. 14.95 2 L’innovativo trattamen to express Gliss Kur ripa ra i capelli in soli 7 secon di. All’applicazione acquista una texture cremosa e dona lucentezza e vigore al capel lo – senza siliconi. Trattamento riparatore express 7 Sec Oil Nutritive Gliss Kur 200 ml Fr. 8.95 4 Questo siero studiato espressamente per la not te stimola in primo luogo la rigenerazione cellulare. Nello stesso tempo riduce le rughe e rende la pelle più compatta, facendola appari re più giovane. Midnight Serum Age Perfect L’Oréal 30 ml Fr. 30.50
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Arrivo all’ADI, il museo che ospita la collezione storica del Compasso d’Oro passando dalla zona di via Paolo Sarpi a Milano. Qualcuno la chiama la Chi natown lombarda: lo trovo un sopran nome riduttivo. Oggi è una delle aree più interessanti della città, che con la realizzazione della nuova linea metro politana si è ulteriormente vivacizza ta. Una serie di istituzioni culturali ha scelto di stabilirsi proprio qui. La pri ma a svilupparsi è stata la Fabbrica del Vapore, grande zona post industriale, originariamente dedicata alla realizza zione di materiale per ferrovie e tram vie, e oggi luogo per l’arte, la musica, il teatro, che aggrega gruppi e soggetti di varia natura. Poco distante sorge il grande edificio della Fondazione Fel trinelli, disegnato dagli architetti sviz zeri Herzog & de Meuron e inaugura to nelMa2016.èun altro lo spazio che oggi mi interessa visitare. Entro da quello che sembra il cancello di un magaz zino in disuso: in effetti, negli anni Trenta, era l’ingresso di un deposito dei tram, poi trasformato in centra le di distribuzione dell’energia elet trica. Solo dopo capisco di essere en trata dall’ingresso secondario di ciò che cercavo: l’ADI Design Museum o più comunemente noto come mu seo del Compasso d’oro. Mi trovo allora in un grande ambiente – cir ca 5000 mq – e subito mi si presen ta inaspettata di fronte la grande col lezione permanente dell’istituto. Un gentilissimo ragazzo all’accoglienza mi spiega come raggiungere l’ingres so principale e illustra le varie sezioni dell’allestimento: una mostra tempo ranea (attualmente dedicata al rap porto fra la Olivetti e il disegno indu striale); la presentazione dei vincitori di quest’anno del premio Compasso d’oro; ma soprattutto la serie comple ta, divisa per anno, degli oggetti che sono stati insigniti di questo ricono scimento a partire dalla sua prima edizione, nel 1954.
imperfette Andrea Paganini, scrittore poschiavino, ha ambientato un giallo al confine tra Valtellina e Grigioni Pagina 43 Semret Intervista a Caterina Mona in occasione delle anteprime ticinesi di Semret, suo film d’esordio Pagina 37 Musei e letteratura A Babel Léonor de Récondo e Jakuta Alikavazovic leggeranno i loro testi nati da una notte al museo Una storia italiana A Milano ◆ Inaugurato nel 2021 e tra i più grandi d’Europa, l’ADI Design Museum racconta la storia del design italiano nei suoi tanti risvolti Ada Cattaneo A sx e a dx, due permanentedellaimmaginimostra Dal cucchiaio alla città permanenteall’installazionemuseoprincipaledellaInMartinaGjorretaj;(ElisBonetti).basso,vistafacciatadelinsieme ild’Oro,Compassomisuraremondo curata dallo OrigoniStudioSteiner.
Pagina 39 Ricordo di Pierre Casè Artista materico, determinato, tra i primi a firmare il manifesto degli Artisti per la pace alla fine del 2002
A Milano Gio Ponti negli anni Venti lancia per Rinascente la sua li nea Domus Nova, che ambiva a «for nire a prezzi modesti mobili di forme semplici ma di ottimo gusto e studiati nei particolari, sì da riuscire dotati di tutte le più moderne qualità pratiche e di perfetta esecuzione» per la nuo va borghesia. Sarebbe stata una se rie seminale per la stagione d’oro del design italiano e nel secondo dopo guerra avrebbero fatto seguito a essa numerosi altri prodotti, anche gra zie al nuovo Ufficio studi della com pagnia, da cui passarono progettisti come Franco Albini, Marco Zanuso, Bruno Munari, Tomas Maldonado. Il premio Compasso d’oro doveva quin di incentivare un disegno industria le di qualità, riconoscendo i proget ti più validi. Nella prima edizione fu premiata, fra gli altri oggetti, la cele bre Lettera 22, macchina da scrivere leggera e portatile di Olivetti, che già poneva le premesse dell’home office. La Rinascente si occupò delle pri me quattro edizioni del concorso. Per garantire maggiore imparzialità que sto fu poi ceduto all’ADI, Associazio ne per il disegno industriale, nata per iniziativa di nove autori (fra cui Gar della, Magistretti, Munari, Steiner), due aziende (Kartell e Officine Mec caniche Pellizzari) e un critico (Gil lo Dorfles). Da allora il premio viene assegnato ogni due anni: ripercorrere chi lo ha ricevuto significa anche se guire l’evoluzione del design degli ul timiFinosettant’anni.al2014l’ambito è limitato ai prodotti italiani, ma in seguito viene aperto al contesto internazionale. Da quando la collezione storica dell’ADI è stata dichiarata di «eccezionale in teresse storico e artistico» dal Mini stero dei beni culturali, nasce l’idea di dare a essa una collocazione per manente e soprattutto che ne permet ta la fruizione da parte del pubblico. Si inaugura così nel maggio 2021 lo spazio milanese che, tramite progetti, prototipi e prodotti finiti, ripercorre una storia di grande interesse che non sempre trova una consona attenzio ne da parte delle istituzioni museali. Non è infatti un’operazione sconta ta soffermarsi ad apprezzare il valore estetico degli oggetti d’uso quotidia no. Eppure l’esposizione dei proget ti permette di ripercorrere il lungo studio che rende una sedia più armo niosa di un’altra e una lampada tanto più piacevole da avere sul comodino, piuttosto che una sua analoga mala mente progettata. Milano, d’altron de, è una città profondamente legata al design e qui un’istituzione storica – il Museo della Triennale – da sem pre dedica la sua missione alla divul gazione di questa disciplina. Ma una visita al museo del Compasso d’oro è certamente consigliata a chi voles se provare a rileggere sotto una nuo va luce gli oggetti che ci circondano.
CULTURA ● ◆ Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 12 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino 35
Non è quotidianoesteticoadscontataun’operazionesoffermarsiapprezzareilvaloredeglioggettid’uso
Pagina 41 Indagini
Dalla collezione permanente emerge, soprattutto nei primi anni del concor so, una storia del consumo che passa dalle scrivanie dei più importanti de signer: dal televisore (Marco Zanu so per Brion Vega) allo spillatore per birra (Fratelli Castiglioni per Birra Splügen»), dall’addizionatrice (ante nata della calcolatrice, progettata da Sottsass per Olivetti) alle sedie scola stiche impilabili (di Luigi Caccia Do minioni). Oggetti silenziosi che abi tano le nostre giornate da sempre.
Dove e quando ADI Design Museum, Piazza Compasso d’oro, Milano. Ma-do www.adidesign10.30-20.00.museum.org
Il Premio Compasso d’oro nasce da un’idea di Gio Ponti: inizialmente è concepito per La Rinascente, che al lora era qualcosa di più di un grande magazzino. Aveva ricevuto quel suo nome all’insegna del progresso da Gabriele d’Annunzio nel 1917. Come era già avvenuto prima in molti altri paesi, rappresentò un vero motore di rinnovamento dei consumi. A Parigi, qualche tempo prima, lo stesso ruolo era stato ricoperto da Au bon marché, dai magazzini Printemps e dalle Ga leries Lafayette. A Londra, invece, fu il caso di Harrods e Liberty, nati co me punti vendita di merci importa te dall’Oriente, fondamentale nel so stenere lo sviluppo dell’Art Nouveau, che talora viene definita proprio Stile Liberty dal nome dell’emporio ingle se. Non solo in questi negozi si ven dono oggetti di buona qualità, adatti alle nuove classi sociali, ma si svilup pa un dialogo reciprocamente profi cuo con i grandi nomi della creatività, che si tratti di moda oppure di design.
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Biennale ◆ Artisti all’opera in Val Bregaglia Alessia Brughera
* Nata a Parigi nel 1979 da madre bosniaca e padre montenegrino, Jakuta Alikavazovic ha vinto il Prix Goncourt per l’opera prima con il suo romanzo Corps volatils. Fuga in blu (Transeuropa) e La bionda e il bunker (66thand2nd) sono i suoi titoli tradotti in italiano.
L’edificio disabitato, ormai quasi ri dotto a rudere ma significativo per le sue decorazioni a graffito che raccon tano la storia della valle, diventa così un piccolo scrigno di opere in cui l’es sere umano viene rappresentato spes so in comunione con la vegetazione pur sembrando estraneo a essa, dando voce alle sensazioni contrastanti che l’artista ha provato nei confronti de gli spazi naturali del luogo, ora ampi e piacevoli, ora angusti e angoscianti.
Arte sul territorio
Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 12 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino CULTURA 37
notte
Dove e quando Ma nuit au Musée, Babel Festival, Teatro Sociale, sabato 17 settembre alle www.babelfestival.com14.00.
Dove e quando Biennale Bregaglia 2022. Fino al 24 settembre 2022. Villaggio di Vicosoprano. www. biennale-bregaglia.ch
Babel Festival Bellinzona a Parigi, viaggio letterario nei musei Jakuta Alikavazovic*
O forse siamo noi che, di volta in volta, prendiamo il posto della nin fa mancante. Forse siamo noi quelli che il satiro incita a danzare: noi che, nell’istante in cui incrociamo il suo sguardo, possiamo scegliere di resti tuirgli il sorriso, accettare l’invito. Tra poco, nel buio, a piedi nudi sul pavi mento avorio e corallo della Sala del le Cariatidi, danzerò con lui, danzerò con tutti loro. […] Le luci in questa parte del museo si spegneranno a mezzanotte, mi han no avvisata, e il responsabile della si curezza mi ha prestato la sua torcia. A volte la pila si consuma in un col po solo, mi dice, e a me viene difficile crederci; ma chissà quali regole valgo no in questo spazio, quando scende la notte. A volte la pila si consuma in un colpo solo e la torcia si spegne. Non penso stasera. Gliene ho messa una nuova. Ma non si sa mai. Dopo una giornata sotto il sole co cente, le pietre, passive solo in appa renza, restituiscono il calore che han no assorbito di ora in ora. Di notte, l’estate risale dai pavimenti, dai mu ri, è come un respiro trattenuto trop po a lungo, un’espirazione di sollievo. Quando se ne sono andati tutti, le co lonne, le lastre, i piedistalli e le statue del Louvre restituiscono innanzitutto il rumore dei passi, l’eco di tutte le pa role dette durante la giornata. È diffi cile da descrivere; è come se la schiu ma superficiale, calorosa, del giorno e delle visite risalisse per evaporare. Ci vuole tempo prima che si instauri un vero silenzio. Una sala, anche deserta, si svuota a poco a poco. Questa è la prima ondata. Poi tor nano, girano e girano e scompaiono, tutte le rappresentazioni del Louvre. Perché questo museo è un luogo co mune. Forse più di ogni altro. Un luo go comune come lo è Parigi, un luogo comune, un luogo visitato e rivisitato dalla finzione, dalle fantasie; un luo go in cui non è necessario aver mes so piede per conoscerlo. Qui vengono montati più di quattrocento set all’an no; ma a una persona qualunque, a me e a voi, basta un videoclip dei coniugi Carter, Beyoncé e Jay-Z (236.424.078 visualizzazioni su YouTube a oggi), un episodio di Arsène Lupin o di Bel fagor o Il fantasma del Louvre – o an che solo sentirlo nominare; basta che ridiano Il codice da Vinci o un film di fantascienza con Tom Cruise, un film delizioso dove è tutto un ripetersi e un balbettare e in cui si vede quello che alcuni temperamenti, tra i quali forse il mio, muoiono dalla voglia di vede re: la piramide di vetro distrutta. Ba sta un niente. Al contrario di molti al tri luoghi, il Louvre non appartiene a chi lo frequenta. Non appartiene a chi si prende la briga di percorrerlo e co noscerlo; non appartiene nemmeno a sé stesso. Durante la prima ora, sono queste le immagini che si levano dal le superfici e sfarfallano un istante –a meno che tutto questo non avven ga solo all’interno delle mie palpebre – prima di disperdersi. Poi resto so lo io. Un corpo con un secondo fine. Un corpo in un posto immenso, pieno di riverberi e di echi, che intimidisce come intimidiscono i luoghi che non si riescono ad abbracciare interamente con lo sguardo. Come intimidiscono i luoghi dove tutto – con ogni probabi lità anche il telefono per le emergenze – è più vecchio di noi. Rifaccio il giro delle gallerie, da so la questa volta. Cerco di sembrare il più naturale, il più disinvolta possibi le; non sono ancora del tutto convinta della mia solitudine. Faccio risuonare i tacchi appena più di quanto sarebbe naturale, come per avvertire del mio arrivo. Ma avvertire chi? In questo primo giro, non tocco niente. Faccio bella figura, credo. Poi mi tolgo le scarpe. Scivolo sul le lastre del pavimento come facevo da piccola, o piuttosto come sognavo di fare visto che qualcuno – o l’idea di qualcuno – veniva sempre a contrasta re questo slancio: mio padre, un custo de, una visitatrice americana. Scivolo e ballo, scivolo e ballo, faccio il mo onwalk, indosso calzini luccicanti, in lurex dorato. Ho preso l’abitudine di dissimulare le mie eccentricità da gio vanissima. Mi piaceva l’idea di essere pazza, ma di nascosto. I capelli sono la prima parte di me a toccare una scultura.
◆ Da
Sala di antichità greche romaneein una foto notturna al (Keystone)Louvre.
La casa editrice parigina Stock da qualche tempo ha avviato un parti colare progetto e cioè quello di invi tare scrittori e scrittrici a trascorre re una notte in un museo e da questa esperienza dare forma e sostanza a un testo. Ne sanno qualcosa Léonor de Récondo che si è lasciata ispirare dal Museo El Greco e Jakuta Alikavazo vic che invece ha trascorso una not te al Louvre. Entrambe saranno pre senti a Babel (Festival di letteratura e traduzione 15-18 settembre) e noi in anteprima vi proponiamo un assag gio del testo di Jakuta Alikavazovic dal titolo Comme un ciel en nous (Prix Médicis Essai 2021) tradotto da Jose phine Bohr. Sono in molti ad accogliermi, a scor tarmi, a essere contenti per me, con me, dell’esperienza che mi aspetta. La loro sincerità mi tocca. Sono ricono scente. Nel fondo della mia ricono scenza, c’è già la voglia di vederli an dare via, la voglia di essere sola. Non è una cosa da dirsi, non alle persone che mi accompagnano, che mi so stengono. Cosa penserebbero del mio progetto? Di quello che gli ho taciu to? Cosa penserebbero di me? La Sa la delle Cariatidi, che prende il nome dalle quattro figure magistrali a so stegno del piccolo balcone al di sopra dell’entrata, risuona delle nostre voci. Sono tutti allegri, un po’ esaltati; so no felici per me. Condividono il mio entusiasmo – quello che dovrebbe es sere entusiasmo. Mi fermo davanti al Satiro danzante. Qualche settima na prima mi ero messa qui, con mio figlio nel marsupio. Lui aveva alzato lo sguardo verso la scultura. Le ave va sorriso. Dal suo sorriso mi sono ac corta che non faceva nessuna distin zione, assolutamente nessuna, tra quel viso di pietra e uno vivo. Quando rac conto l’aneddoto al sovrintendente, mi risponde che il Satiro danzante face va parte di un gruppo scultoreo. Met termi dove mi sono messa, dove si è messo mio figlio, così piccolo, signifi ca stare al posto della ninfa che il sati ro, chinato, con le braccia leggermente aperte, invita a danzare – questo in vito, il vero soggetto della scultura, il mio bambino l’ha capito d’istinto, pri ma di me. La ninfa esiste ancora, ma è a New York. È triste che queste due figure siano separate? Si può vederla in due modi: come un invito precluso, un incontro che non è potuto accadere.
Protetta da imponenti montagne di granito, la Val Bregaglia, ripida e pro fonda, è un mosaico di spazi natura li che si incontrano tra loro: boschi di latifoglie e abetaie si alternano a prati fioriti, vasti pascoli alpini, zone roc ciose e ghiacciai. Ad attraversarla il fiume Maira, che con i suoi tanti af fluenti è da secoli silenzioso testimone della lunga storia di questo territorio. Una storia segnata prima di tutto dalle caratteristiche peculiari del luo go, che hanno portato la valle a diven tare una rilevante via di collegamento tra nord e sud fin dai tempi dell’Im pero romano, grazie a quello che allo ra era il passo del Settimo, oggi poco rilevante ma cruciale nel Medioevo. E segnata anche da episodi bui, come quelli legati alla caccia alle streghe, pratica che portò tra il XVI e il XVIII secolo all’uccisione di molte donne ac cusate ingiustamente di compiere pe ricolosiSullesortilegi.affascinanti e travagliate vi cende di questa località sono sta ti chiamati a riflettere alcuni artisti nell’ambito della Biennale Bregaglia, un progetto, quest’anno arrivato al la sua seconda edizione, che ha l’o biettivo di portare l’arte contempora nea a confrontarsi e a interagire con la geografia, la tradizione, la cultura e l’identità storico-sociale della terra bregagliotta.Fulcrodell’evento è Vicosoprano, il paese più grande della zona posiziona to proprio nel mezzo della valle, cen tro di approvvigionamento regionale nonché ex capoluogo. Da qui parte lo scenario espositivo con le opere di una quindicina di artisti a cui le due cu ratrici della rassegna, Bigna Guyer e Anna Vetsch, hanno chiesto di pren dere in esame il tema del legame tra i villaggi della Bregaglia, dandone una personale interpretazione che traes se spunto dalle particolarità naturali stiche del sito, dagli aspetti più tipici della vita quotidiana valligiana e dagli accadimenti che ne hanno marcato la storia. Ed è interessante notare come la selezione dei lavori sia stata dettata dall’esigenza di instaurare connessio ni con il territorio su più livelli, quin di non solo sul piano dei contenuti ma anche su quello delle tecniche e dei materiali, al fine di proporre una pro spettiva attuale partendo dalle speci ficità della Bregaglia. Di Jeanno Gaussi, artista afghana dal background multiculturale, è l’o pera Hanging Narratives, una serie di pannelli di tessuto stampato collocata sulle pareti esterne di una delle azien de di lunga data di Vicosoprano, la Se madeni. I motivi riportati sulle stof fe traggono ispirazione dall’ambiente circostante, rielaborando elementi desunti dai muri e dalle facciate degli edifici del paese. Gaussi riesce così a coniugare la sua personale cifra stili stica, influenzata dai suoi tanti viaggi e dalla sua storia di migrante, ai con notati tipici del villaggio bregagliotto. Altro lavoro degno di nota è quello dello zurighese Andriu Deplazes che a Vicosoprano ha esposto in una ca sa abbandonata alcuni dipinti dai co lori vigorosi che hanno per soggetto i paesaggi e gli abitanti della Brega glia, modelli che l’artista ritrae con il suo lessico dalle suggestioni oniriche.
Poco lontano dal Pretorio di Vico soprano, sede del tribunale della valle dove in passato tante donne sono sta te torturate per far loro confessare mi sfatti di stregoneria e per poterle poi impiccare nella vicina radura di Cudin (ancora oggi, qui, si ergono i macabri pilastri del patibolo), è stato colloca to il lavoro della svizzera Lena Maria Thüring dal titolo Down the River. Si tratta di un’installazione, di cui fanno parte elementi visivi, sonori e olfatti vi, che prende vita dall’intreccio del le ricerche dell’artista sui meccanismi odierni di emarginazione femminile con le vicende legate ai processi del le streghe svoltisi in Bregaglia seco li orTrasono.le opere più suggestive, poi, c’è Color Floating I+II dell’artista tur ca Nevin Aladağ che si è interfacciata con il fiume Maira illuminandolo con lampade del celebre designer dane se Poul Henningsen su cui ha infilato calze di nylon colorate. L’effetto, quasi magico, porta lo spettatore a riflettere sul torrente che percorre tutta la Bre gaglia e che proprio a Vicosoprano au menta la sua portata per l’afflusso del le acque dell’Albigna: fondamentale è sempre stato il ruolo di questo fiume nella produzione di energia idroelet trica del territorio, ma l’artista vuole metterne in evidenza altresì la forza incontrollabile.Unosguardo molto attuale sul la natura viene dato anche dal lavo ro dell’artista franco-svizzero Julian Charrière che nel suo video Ever Since We Crawled Out affronta il tema del lo sfruttamento delle risorse del piane ta. Con il montaggio di innumerevoli filmati che mostrano l’abbattimento e la caduta di alberi, Charrière si soffer ma sui secondi che precedono il crollo a terra della pianta, rendendone quasi percepibile la sofferta resistenza a un destino crudele. È un’opera che ci ap pare come una sorta di monito sulle conseguenze dell’inarrestabile pro gredire della deforestazione. Un pro blema che non risparmia nemmeno l’idilliaca Val Bregaglia.
Nilbar Güres, LandscapeLandscape, (Michel Gilgen)
Una al Louvre
O come un invito che abbraccia mi gliaia di chilometri, un oceano intero. Che crea un campo di forza nel quale, senza esserne consapevoli, compiamo delle evoluzioni. Sì, il mondo potreb be essere questo, un invito invisibile alla danza. E noi non lo sappiamo.
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more mature… Questo porgere l’o recchio ai «tremuli scricchi» di mon taliana memoria significa insomma preferire parole scarne e precise che ri sostanziano la realtà e fanno da anti doto alla cacofonia universale. Come ha insegnato Seamus Heaney, la feli cità può anche arrivare dall’odore del letame (e verrebbe da raccomandare questo libro come terapia per riacqui sire lo Mentrestupore).losguardo acuminato di Handke si appunta dunque su manu fatti naturali o residuali (i suoi «monu menti» sono i fiori di castagno caduti in un canale o i disegni della sabbia sui binari di un tram), quello stesso sguar do ne trascende la natura fattuale e li eleva, come ha mostrato Eliot, a cor relativi oggettivi di un’emozione al trimenti inesprimibile. E se l’acutezza dello sguardo fosse una qualità stili stica, in tale categoria non si potreb be non iscrivere uno degli scrittori più vicini ad Handke per sensibilità visiva: RobertSparsiWalser.trale pagine troviamo pure una serie di precetti a sé stesso (chia mati non senza ironia «undicesimi co mandamenti»): «taglia per i campi», «guarda con meraviglia dove hai già guardato da sempre», «cerca tracce di zampe di gatto sulle auto parcheggia te», «immergiti nel fogliame fruscian te», «non battere ciglio», «smettila di perdere tempo ad affrettarti», «ascol ta la messa in una lingua sconosciuta». In questo bellissimo libro si torna incessantemente a quel procedimento magico che è l’atto della scrittura e ai suoi strumenti (si veda l’emozione nel trovare una matita consumata dalle in temperie, raccolta da qualche parte tra la polvere).
◆ A
L’attenzione poetica per le minute cose Pubblicazione/2 ◆ Per Settecolori è uscito il diario sensibile di Peter Handke che ci rieduca allo stupore Manuel Rossello Chi giungesse a metà pomeriggio nel la piazzetta assolata di un piccolo bor go, mettiamo del Malcantone, sareb be portato a credere che in quel luogo non stia accadendo nulla. Ciò nono stante basterebbe prestare attenzio ne «alle minute cose» e ci si accorge rebbe che quel medesimo luogo è lo scenario ininterrotto di accadimenti, minimi eppure memorabili per un os servatore sensibile: un gatto che attra versa l’acciottolato, una foglia che ca de, un’imposta che cigola, il profumo di un soffritto, il gioco di un’ombra… Chiunque abbia sensibilità per ciò che non appare a uno sguardo frettoloso e superficiale (che è come dire sensibili tà per la dimensione poetica nascosta dietro la realtà apparente), non si perda lo zibaldone di Peter Handke da poco tradotto magistralmente da Alessan dra Ladicicco per l’editore milanese Settecolori.Tantoè lungo il titolo (nella resa italiana esso ha un andamento wert mülleriano: Di notte, davanti alla pa rete con l’ombra degli alberi. Segni e pre sagi dalla periferia 2007-2015 ) quanto i pensieri allineati in queste pagi ne sembrano più lievi ed effimeri di un battito d’ali. Eppure, come scri ve Hans Höller, si tratta di uno dei più bei diari degli ultimi cento anni. Ma chiamarlo diario è un’approssi mazione come lo sarebbe per il Li bro dell’inquietudine di Pessoa, perché la scrittura di Handke si addensa in una forma granulare a cavallo tra l’a forisma e le annotazioni rousseauiane delle Rêveries. Direi che l’ipersensi bilità percettiva che contraddistingue questo testo ricorda la sensualità ver so la natura di Colette (tuttavia meno selvaggia), la quale era solita abbrac ciare gli alberi e leccare con golosità le bacche velenose nei campi della sua Borgogna.PeterHandke non è propriamente uno scrittore di viaggio (sarebbe bana le), e nemmeno uno scrittore-filosofo che metta su carta le proprie riflessio ni. Egli è piuttosto un acutissimo vian dante della scrittura intento a scanda gliare i bordi del mondo. Il genius loci può trovarsi ad Arras, in Piccardia, a Siena, nello Schleswig-Holstein o nel villaggio natio al confine con la Slo venia, Altes Dorf, sempre citato come StaraLaVas.causa prima di queste pagine è lo stupore, che a sua volta mobili ta la scrittura, la quale illumina sem pre di traverso l’oggetto preso in esa me (è possibile svolgere fino all’ultimo dettaglio la descrizione di un ogget to? Una domanda da porre ai filoso fi e ai linguisti). Il suo sguardo stupito si concentra di volta in volta su sog getti o eventi (per noi) insignificanti: lo spettacolo di minuscoli insetti sulla ghiaia del giardino, la scoperta di una crepa nel mallo di una noce, il tremo lio di un pioppo, il primo pezzetto di azzurro dopo giorni di pioggia, l’on deggiare dell’erba nel sole di maggio, l’incomparabile splendore nero delle
A ben pensarci la matita è un utensile artificiale, ma anche qual cosa di eminentemente naturale: un bastoncino di legno di cedro che rac chiude una mina di grafite, uno stru mento che ci accompagna quasi inalte rato dal XVI secolo. Ma per Handke è qualcosa di più, è il segnacolo di un prodigio che si compie ogni volta che degli scarabocchi vergati su un foglio si trasformano in qualcosa di signifi cativo, la scrittura appunto. E proprio a questo oggetto-feticcio lo scrittore dedica un pensiero folgorante: «Fac cio girare il mio “mantra”: la matita nel temperino».
Bibliografia Peter Handke, Di notte, davanti alla parete con l’ombra degli alberi, Settecolori, Milano, 2020.
Federica Alziati Tutt’altro che imperfette, verrebbe da dire, le indagini di Andrea Paganini. Nella sua ultima, ponderosa opera, lo scrittore poschiavino ricostruisce con cura investigativa e sorprendente at tenzione al dettaglio un fatto di cro naca, ancora oggi velato di mistero, occorso al confine tra Valtellina e Gri gioni, nella turbolenta primavera che mise fine al secondo conflitto mon diale. Entro lo sfondo intricato della lotta partigiana al crinale fra Italia e Svizzera, prende così vita un racconto corale in cui si ricompongono le voci e i punti di vista contrastanti di ribel li e fascisti in fuga, passatori e dela tori, commercianti e contrabbandieri, osti ed alpigiani, esuli e ospiti, religio si, avvocati e procuratori. Al centro di questa caleidoscopica comunità uma na, la figura seducente e sfuggente di una donna, Bianca Fabbri Krauss: elemento catalizzatore della vicenda, che più di ogni altro incarna l’ambi guo limitare di innocenza e colpevo lezza. La sezione conclusiva, Dialo ghi con i lettori, mette in scena persino l’autore-narratore, a colloquio con un manipolo di lettori trasformati a lo ro volta in personaggi, con i quali egli discute le possibilità di risoluzione po stuma del caso, la fedeltà della propria ricognizione e la natura stessa del li bro che si ha per le mani. Proviamo a inserirci a questo punto, per prolunga re idealmente il confronto con Andrea Paganini sulla sostanza e gli esiti del suo lavoro. La prima definizione che si affac cia alla mente è quella di «roman zo storico», che tenta di rendere ra gione degli equilibri tra la libertà della narrazione romanzesca e la serietà della restituzione dei fatti e del loro contesto di ambientazio ne. La categoria richiama inevita bilmente l’archetipo dei Promes si sposi ma mi pare che sul fronte manzoniano un modello ancor più influente possa essere la Storia del la colonna infame, per la quale si è coniata la definizione peculiare di «romanzo-inchiesta»… L’accostamento a Manzoni – fatte ov viamente le dovute distinzioni – non può che farmi piacere. Con la Storia della colonna infame poi, dove la vera infamia è quella commessa dai ma gistrati, avverto una particolare sin tonia, non da ultimo per il desiderio di mettere a nudo l’impudenza e i so prusi di certi iter giudiziari, nonché di riscattare le vittime di sentenze ingiu ste. Se c’è una cosa che non sopporto è l’ingiustizia mascherata da giusti zia, accompagnata dalla complicità della gente «per bene». Troppe volte accade «che anche le buone ragioni diano aiuto alle cattive» e che una ve rità rilevante venga tenuta nascosta da chi potrebbe approfondirla e rivelar la. Le indagini imperfette è certamente un romanzo storico, ma forse non nel senso «classico», poiché abbatte le pa reti divisorie tra i generi intesi come compartimenti stagni: è in tutto e per tutto narrativa, ma è anche una rico struzione storico-documentaria as sai dettagliata. E non racconta solo la storia di indagini più o meno imper fette, ma propone ai lettori di svolgere nuove indagini su un caso che chiede va insistentemente di essere risolto. Manzoni ripercorse la vicenda dell’infame processo agli untori proprio per indagare i limiti della giustizia umana e riabilitare la me moria degli innocenti che ne furo no vittima. Le indagini imperfette, pur concedendosi un respiro più ro manzesco, perseguono (fin dal ti tolo) il medesimo obiettivo. Può la letteratura gettare una luce veridica sul passato e rendere giustizia a chi non l’ha avuta? Questo dovrebbero dirlo i lettori. Io ci ho provato, ammesso che la mia sia letteratura. Comunque sì, credo nella letteratura che unisce etica ed estetica. Mi piace pensare che il mio romanzo possa raccontare una storia vera in un modo bello, e magari pure facendo del bene alle persone di cui parla e a coloro che lo leggeranno.
Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 12 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino CULTURA 41 Un racconto in cerca di giustizia
Don Menghini è coinvolto in modo singolare nella vicenda che qui si racconta, e persino lui, ancorato al la Verità della fede, appare inquie to al momento di valutare le verità degli uomini: quanto di inedito o meno noto, della sua personalità e biografia, emerge da Le indagini imperfette? Penso parecchio. Posso dire che an che la figura di don Felice – uno dei personaggi con cui mi sono imme desimato maggiormente – è stata ri tratta con la fedeltà richiesta a una biografia. Può darsi che in qualche pagina l’abbia rappresentato come un padre Brown sui generis, ma cre do di non aver calcato troppo la ma no. La sua sete di verità – oltre che di Verità – emerge in modo inconte stabile dalle fonti che ho trovato, an che sul delitto attorno al quale ruota il romanzo. Bibliografia Andrea Paganini, Le indagini imperfette, Rubettino, Milano, 2022.
Pubblicazione/1 colloquio con Andrea Paganini, autore de Le indagini imperfette
Nella ricostruzione di eventi ap partenenti a un passato ancora prossimo, quanta parte hanno avu to, rispettivamente, la ricerca li bresca-documentaria e i resoconti diretti dei testimoni superstiti? Co me riesce, un narratore, a gestire la varietà (o disparità) dei racconti che gli vengono affidati, e a preservare al contempo la peculiarità di cia scuno di essi? Tutto è partito da una corrispon denza che ho trovato in una vecchia soffitta e che, intrigandomi, mi ha stimolato a indagare su una vicenda incredibile risalente agli anni Qua ranta. Da lì la ricerca s’è allargata a cerchi concentrici, in vari archivi, con atti processuali, giornali, saggi, testimoni dell’epoca… Pian piano tutte le informazioni raccolte so no venute a incastrarsi. Ovviamen te c’è stato un lungo lavoro di scavo e di discernimento, ma quando dico che è stata la storia a cercare me e non viceversa, non uso un artificio retorico: i tasselli del puzzle si sono quantomeno fatti trovare come i fio ri in un prato. Poi la storia che mi si è svelata, essendo piena di atmosfere particolari, emozioni, sorprese cla morose… si prestava bene a essere narrata in forma romanzesca e così, spero, a far entrare i lettori con la mente e con il cuore in un momento cruciale del nostro passato. E a sti molarli a indagare per conto proprio, giacché la realtà non inizia e finisce in queste pagine, ma continua fuo ri dal libro, da dove anzi proviene. I personaggi poi, con le loro caratte ristiche, non sono solo personaggi, ma persone, e io sento di voler bene a ciascuno di loro. Uno degli aspetti più interessan ti del libro è la rievocazione del la convivenza, forzata o felice, tra esuli italiani e ospiti svizzeri, in contesti appartati come la frontie ra alpina. S’impone l’esperienza di don Felice Menghini: sacerdote confrontato ai drammi dei fuggia schi, ma anche intellettuale-poe ta beneficato dalla ricchezza degli incontri favoriti dalle circostanze (da Giorgio Scerbanenco a Pie ro Chiara e Giancarlo Vigorelli).
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L’ufficio federale della cultura e l’Orchestra sinfonica Svizzera della gioventù (www.sjso.ch) organizzano il concerto di: Alice Burla, pianoforte e Mario Venzago, direzione Venerdì 11 novembre 2022 alle ore 19.00 presso il LAC di Lugano Il programma della tournée autunnale 2022 prevede la Sinfonia n. 1 di Johannes Brahms e il Concerto in la minore di Clara Schumann.
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Com’è avvenuto il passaggio dal montaggio alla regia? Ho sempre impiegato tempo per trovare cosa fare nella vita. Do po aver studiato varie cose, ho fatto tanti lavori e sono sempre stata una cinefila. Ho scoperto il montag gio e mi sono cimentata per anni, era quel che volevo, prima film di finzione poi documentari intellet tuali di spessore che richiedevano tempo. Non avevo il sogno di fare la regista. A un certo punto ho sentito la necessità di cambiare, ho pensa to di diventare ostetrica e ho fatto uno stage in ospedale, un’esperien za molto interessante. Sono tornata a montare, ma con delle idee, pri ma per il cortometraggio, che mi ha fatto scoprire la passione per la re gia, poi per Semret. Non smetto di montare, ora sto lavorando al film di un amico. Però ha affidato Semret a un’altra montatrice. Conosco il valore di un esterno che ha uno sguardo diverso. La fase di montaggio è stata rapida, perché so no veloce, anche nel lasciare anda re le scene che magari sono belle ma non utili per il film. Semret nasce dallo stage in ospedale? In parte sì. Sono partita con l’idea di una donna, una madre con una figlia nata da una violenza e mi chiede vo come fosse possibile amarla. Ho incontrato donne con storie simi li che mi hanno aiutato a costruire il personaggio e la storia di Semret, cui ho aggiunto il rapporto tra ma dre e figlia. Era cruciale scegliere che momento della loro vita volessi raccontare. Ho pensato a un rappor to stretto, simbiotico, con tratti non molto sani, ma con un passo verso una possibile guarigione. Joe cerca la sua identità, inizia a fare domande alla madre e a metterla in discussio ne. Mi interessa come si tramandano
L’incontro con Michela Pini mi ha cambiato la vita, ha sempre credu to in me come già Tiziana Soudani.
È già possibile cercare online le attività (anche le attività di tipo conviviale organizzate dai nostri centri diurni) attraverso il nostro sito internet.
Erik e Fulvio Bernasconi, Niccolò Castelli e gli altri stanno facendo tanto, il Ticino ora ha un’importan za non da poco.
Contatto Pro Senectute Ticino e Moesano Via Vanoni 8/10, 6904 Lugano Tel. 091 912 17 17 – info@prosenectute.org Le nostre sedi regionali si trovano anche a: Balerna, Bellinzona, Biasca e Muralto
i traumi alla generazione successi va, come influiscono sulle relazioni e sull’essere genitori, già in Lost tratta vo questo. Quando ho cambiato casa a Zurigo, ho conosciuto famiglie eri tree e ascoltato i racconti sui viaggi pericolosi che fanno per arrivare qui e mi sono accorta che potevano di ventare un film.
Concerti ◆ Anastacia farà tappa in Ticino con il suo tour europeo La voce inconfondibilmente graffian te, l’anima soul, la lunga chioma e gli immancabili occhiali da sole l’hanno resa celebre ovunque grazie a brani potenti come Paid My Dues, Sick And Tired, Left Outside Alone o I’m Out ta Love. Ora Anastacia, nome d’arte di Anastacia Lyn Newkirk, incon trerà il pubblico ticinese in occasione di una tappa del suo I’m outta Lock down – The 22nd Anniversary Europe an Tour 2022. Era da quattro anni che l’arti sta statunitense (nata a Chicago nel 1968, è attiva nel mondo dello spet tacolo dal 1983) mancava dai palco scenici, e più precisamente dal 2018, quando pubblicò Evolution, lavoro che è diventato il suo sesto album a raggiungere la Top 10 del Regno Uni to. Nell’ottobre 2021 Anastacia ha inoltre preso parte, aggiudicandosi il primo premio, al reality The Masked Singer Australia Anastacia, che ha all’attivo ol tre trenta milioni di dischi venduti in tutto il mondo e una serie di mul ti-platino, è balzata anche agli ono ri della cronaca per avere dovuto af frontare per ben due volte un tumore al seno, non facendo mai mistero del la propria malattia, ma dimostrando anzi come la grinta che mette nella sua musica e nelle sue esibizioni live sia parte integrante della sua perso nalità, e non mera facciata. Un concerto-evento da non perde re con una delle voci più apprezzate e strepitose del panorama pop-soul internazionale e per il quale «Azio ne» mette in palio alcuni biglietti (vedi box). Dove e quando Anastacia, I’m Outta Lockdown – The 22nd Anniversary European Tour 2022. Locarno, Palexpo Fevi. Biglietti in vendita su www.biglietteria. ch. info@horangmusic.com
Per le persone «over 65» interessate, abbiamo a disposi zione ancora un centinaio di biglietti omaggio. I biglietti sono da prenotare contattando al più presto: Rosaria Cucé, e-mail: rosaria.cuce@prosenectute.org.
Giornata di promozione della salute «Restare sicuri e agili sulle proprie gambe» In occasione della giornata internazionale delle perso ne anziane, si potrà testare la propria forza e stabilità, ricevere preziosi consigli di allenamento da parte di esperti di camminaresicuri e scoprire le varie offerte e servizi inerenti al tema presenti sul territorio. La giorna ta proporrà lezioni di ginnastica di prova e momenti di brevi Seguiràconferenze.pranzoofferto con in seguito il saluto delle auto rità. La partecipazione è gratuita. Sabato 1° ottobre presso il Centro ATTE Via Beltramina 20A, Lugano. Dalle 9.30 alle 16.30
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Il cinema svizzero ha affron tato parecchie volte storie di immigrazione. Sì, ci sono documentari che la tratta no in modo profondo. Nella finzione c’era Das Fräulein di Andrea Staka che era bello e profondo. Con una donna eritrea, una comunità presente anche se non molto visibile, non c’era ancora stato. Volevo farlo senza ca dere nei cliché.
Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 12 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino CULTURA 43
Il destino di Semret
Com’è stato trovare le attrici? Non è facile trovare un’eritrea che vive in Svizzera e non ci sono mol te attrici eritree. Abbiamo pensato anche a cambiare la provenienza ma per me era importante che fosse eri trea. Ho trovato Lula Mebrahtu a Londra, con lei ho lavorato molto sul corpo, sui sentimenti repressi. La ra gazza Hermela Tecleab si è presen tata a un casting a Zurigo. Da subito hanno funzionato bene insieme.
Corsi e sport per «over 60»
Concorso «Azione» mette in palio alcuni bi glietti (a coppie di due) per il con certo di Anastacia che avrà luogo al Palexpo Fevi di Locarno giove dì 29 settembre 2022. Per parteci pare al concorso inviare una mail a giochi@azione.ch (oggetto: «Ana stacia») indicando i vostri dati e il vostro indirizzo entro domenica 18 settembre 2022.
La bomba del soul a Locarno
Nicola Falcinella Il film, prodotto dalla ticinese Cinédokké e da Cineworx in copro duzione con la RSI, avrà due ante prime alla presenza della regista: do mani alle 20.30 al Lux di Massagno e mercoledì 14 settembre alle 20.30 all’Otello di Ascona. Noi intanto ci siamo fatti raccontare Semret da Ca terina Mona (nella foto). Dopo il debutto in Piazza Grande qualche settimana fa ora il film ar riva in sala. Cosa si aspetta? Ho vissuto l’emozione con il pub blico di Locarno, è stato difficile re stare a vederlo con le protagoniste, per fortuna alla fine ci sono stati due applausi che mi hanno rassicurato. È bello mostrare il film al pubblico, ma in quel momento si è molto fragili ed esposti. Anche se non sembra, ho messo tanto di me in Semret È un film ticinese, cosa pensa del cinema in Ticino?
Cinema ◆ Esce nelle sale il film d’esordio di Caterina Mona
Keystone
Da settembre riprendono le attività di movimento e i corsi in tutto il Cantone.
Invito a concerto
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A tutto gusto Formaggi e latticini Migros Ticino 1.90 invece di 2.25 Formaggella cremosa per 100 g, confezionata 15% 6.80 invece di 8.50 Büscion di capra 200 g 20%1.90 invece di 2.35 Grana Padano DOP, stagionato 16 mesi 700/800 g, per 100 g, confezionato 19% 13.90 invece di 14.80 Il Burro panetto, 4 x 250 g conf. da 4 –.90diriduzione 1.40 invece di 2.05 Le piccante,GruyèreAOP per 100 g, confezionato 31% Lafacilespesamigros.ch
Per chi ama la colazione e i dessert Pane e prodotti da forno Offerte valide solo dal 13.9 al 19.9.2022, fino a esaurimento dello stock.Migros Ticino Consiglio: può essere congelato per un massimo di 3 mesi Il nostro pane della settimana: intrecciato a mano e con una crosta dorata e una nota burrosa; un highlight non solo la domenica Senza lattosio econ 26 g di proteineper bottiglia Michette o panini al burro precotti, IP-SUISSE per es. michette, 1 kg, 4.50 invece di 6.–25% 3.60 Treccia al IP-SUISSEburro, 500 confezionatag, Tutte le miscele per dolci Homemade, tutti i Cup Lovers e tutti i dessert in polvere per es. brownies Homemade, 490 g, 4.90 invece di 6.10 a partire da 2 pezzi 20% Dippi Kiri in formato famiglia e formaggio fresco Kiri XXL in conf. speciali, per es. Dippi, 8 pezzi, 280 g, 5.– invece di 6.40 2.8521% Energy Milk High Protein Emmi al cioccolato e al caffè, per es. al cioccolato, 330 ml 20x CUMULUS Novità 5.50 Millefoglie con glassa di zucchero bianca in conf. speciale, 6 pezzi, 471 g Hit
Prodotti aromatici e rapidi da preparare da tutto il mondo Scorta Salsa versatile abase di tostatosesamoMiscele a lunga conservazione pronte all'uso per la preparazione di alternative vegane alla carne 2.75 ShawarmaChicken Mix Mezeast 50 g, in vendita nelle maggiori filiali 20x CUMULUS Novità 3.95 Harissa Mezeast 200 g, in vendita nelle maggiori filiali 20x CUMULUS Novità 6.95 WrapShawarmaKitMezeast 370 g, in vendita nelle maggiori filiali 20x CUMULUS Novità 3.95 Tahini Sauce Mezeast 178 g, in vendita nelle maggiori filiali 20x CUMULUS Novità 3.80 veganoBurger Greenforce 75 g 20x CUMULUS Novità 4.50 Pane pita Mezeast 320 g, in vendita nelle maggiori filiali 20x CUMULUS Novità 3.80 veganaScaloppinaGreenforce 75 g 20x CUMULUS Novità 3.80 veganeKöttbullarGreenforce 75 g, in vendita nelle maggiori filiali 20x CUMULUS Novità 6.95 WrapFalafelKit Mezeast 420 g, in vendita nelle maggiori filiali 20x CUMULUS Novità
Offerte valide solo dal 13.9 al 19.9.2022, fino a esaurimento dello stock. Per il piacere di un caffèin tutta comodità Spätzli all'uovo o fiori funghi e ricotta Anna's Best per es. spätzli all'uovo, 3 x 500 g, 6.45 invece di 8.10 conf. da 3 20% Vegetable Spring Rolls o Dim Sum Sea Treasure Anna's Best per es. Vegetable Spring Rolls, 2 x 260 g, 7.80 invece di 9.80 conf. da 2 20% Pizza dal forno a legna Anna's Best Lardo & Cipolle o Raclette, per es. Lardo & Cipolle, 2 x 430 g, 9.95 invece di 13.90 conf. da 2 28% Tutti i sofficini M-Classic surgelati, per es. al formaggio, 8 pezzi, 480 g, 3.95 invece di 5.60 a partire da 2 pezzi 30% Rio Mare disponibile in diverse varietà e in confezioni multiple, per es. Tonno all'Olio di Oliva, 3 x 104 g, 10.55 invece di 13.20 conf. da 3 20% 2.95 Pita Crackers Mezeast 150 g, in vendita nelle maggiori filiali 20x CUMULUS Novità2.75 Falafel Mix Mezeast 80 g, in vendita nelle maggiori filiali 20x CUMULUS Novità Tutte le salse Salsa all'Italiana per es. Napoli, 250 ml, –.95 invece di 1.40 30% Tutti i tipi di caffè istantaneo Nescafé per es. Gold de Luxe, in bustina, 180 g, 9.– invece di 11.45 21%
Per accompagnare il caffè o per un attacco di fame improvviso Dolce e salato Qualcosa per tutti i gusti,anche varietà vegane 4.95 invece di 6.40 Baby Kisss M-Classic milk o dark, per es. milk, 2 x 15 pezzi, 240 g conf. da 2 22% Tavolette di cioccolato Frey Tourist al latte o Noir Special 72%, per es. Tourist al latte, 10 x 100 g, 11.70 invece di 19.50 conf. da 10 40% Biscotti Walkers disponibili in diverse varietà, per es. Chocolate Chip Shortbread, 3 x 175 g, 11.– invece di 14.85 conf. da 3 25% 14.50 invece di 29.–Branches Eimalzin 50 x 25 g conf. da 50 50% 6.50 invece di 9.30 Biscotti rotondi Chocky al cioccolato o al latte, per es. al cioccolato, 3 x 250 g conf. da 3 30% Tutto l'assortimento Ben & Jerry's prodotti surgelati, per es. Cookie Dough, 465 ml, 7.95 invece di 9.95 20% LO SAPEVI? A quanto pare i fiorentini non provengono dalla città italiana di Firenze. Si chiamano così perché somigliano a un cappello di paglia, il cappello fiorentino. Secondo alcune fonti, la ricetta ha origini francesi. Inoltre, i «Florentin» e altri biscotti di Créa d'Or vengono tutti prodotti a Meilen. Tutto l'assortimento di biscotti Créa d'Or per es. Fiorentini, 100 g, 2.65 invece di 3.25 a partire da 2 pezzi –.60diriduzione
Fruttate e rinfrescanti Bevande Offerte valide solo dal 13.9 al 19.9.2022, fino a esaurimento dello stock. Bontà in formato mini Tutti i praliné Ferrero per es. Rocher, 200 g, 3.95 invece di 4.70 15% 4.15 invece di 6.20 Evian 6 x 1,5 l conf. da 6 33% 5.50 Coca-Cola Classic o Zero, 12 x 150 ml, per es. Classic conf. da 12 Hit Tutto l'assortimento di bevande Orangina, Oasis e Gatorade per es. Orangina Original, 6 x 1,5 l, 7.75 invece di 12.95 40% 7.80 invece di 14.–Succo M-Classic,d'aranciaFairtrade 10 x 1 litro conf. da 10 44% Flûtes al sale o mini al formaggio, per es. sale, 2 x 130 g, 4.30 invece di 5.40 conf. da 2 20% Noci e noci miste Party in conf. speciali, per es. noci miste salate, 500 g, 5.40 invece di 6.75 20% Tutto Perrierl'assortimentoeContrex per es. Perrier, 6 x 500 ml, 4.– invece di 6.–33%
BellezzaofferteFantastichebenessereecuradelcorpo dopoutilizzareConsiglio:duevoltealgiornoaverlavatoidenti Collutori Listerine per es. Fresh Mint, 2 x 500 ml, 7.70 invece di 10.30 conf. da 2 25% Fazzoletti Tempo, FSC® in conf. speciali, per es. soft & sensitive, 36 x 9 pezzi, 6.65 invece di 11.10 40% 1.90 d'ovattaBastonciniPrimella in scatola di cartone, 2 x 200 pezzi conf. da 2 Hit 7.65 invece di 12.80 Salviettine umide Hakle, FSC® pulizia trattante, seducente o delicata, per es. pulizia trattante, 4 x 42 pezzi conf. da 4 40% Tutto l'assortimento per l'incontinenza (confezioni multiple e sacchetti igienici esclusi), per es. Secure Ultra Normal, FSC®, 20 pezzi, 4.50 invece di 6.–a partire da 2 pezzi 25% Tutto Sensodynel'assortimentoeParodontax (confezioni multiple e speciali escluse), per es. dentifricio Sensodyne ProSmalto, 75 ml, 3.90 invece di 5.20 25% Carta igienica Hakle, FSC® pulizia trattante, naturale o generosa, in conf. speciali, per es. pulizia trattante, 30 rotoli, 17.75 invece di 29.95 40% Dischetti d'ovatta Primella o bio per es. dischetti quadrati Primella, 2 x 50 pezzi, 2.70 invece di 3.40 conf. da 2 20%
Un affare pulito in tutto e per tutto Casalinghi Offerte valide solo dal 13.9 al 19.9.2022, fino a esaurimento dello stock. Sfere rinfrescanti per massaggi al viso tonificanti e rassodanti Rimuove il 99,9%batteridei Calgon aiuta ad addolcirel'acqua e previene i depositidi calcare Calgon per es. gel, 3 x 750 ml, 19.– invece di 28.50 conf. da 3 33% Tutto Handymaticl'assortimentoClassic (sale rigeneratore escluso), per es. Classic, 44 pastiglie, 8.– invece di 9.95 a partire da 2 pezzi 20% Assorbenti o salvaslip Molfina in confezioni multiple, per es. salvaslip Bodyform Air, FSC®, 2 x 46 pezzi, 2.80 invece di 3.30 conf. da 2 15% Vanish in confezioni multiple o speciali, per es. spray pretrattante Oxi Action, 2 x 750 ml, 13.55 invece di 19.40 conf. da 2 30% Sfere profumate per ambienti o mini deodoranti per ambienti Migros Fresh per es. sfere profumate Lemon Lime, 7.– invece di 10.50 conf. da 3 33% Sagrotan igienizzante per il bucato o detergente per lavatrice, per es. igienizzante, 2 x 1,5 l, 13.90 invece di 19.90 conf. da 2 30% 14.95 Facial Cooling Globes I am Professional 2 pezzi 20x CUMULUS Novità Acquisto consegnaeacasamigros.ch
La tavola delle feste Casalinghi Pellicola salvafreschezza, foglio d'alluminio o sacchetti multiuso Tangan per es. pellicola salvafreschezza n. 11, 3 x 36 m, 4.70 invece di 7.05 conf. da 3 33% Tutto l'assortimento di set da tavola, tovaglie e strisce centrotavola Cucina & Tavola (prodotti Hit esclusi), per es. set da tavola in bambù, intrecciato, il pezzo, 4.85 invece di 6.9530%99.95 Set gasatorecon Soda Stream con 2 caraffe, disponibile in nero o in bianco, il set Hit 29.95 Caraffe di vetro Soda Stream 1 l conf. da 2 Hit 3.95 Scatola per uova Cucina & Tavola per 10 uova, il pezzo Hit Assortimento di stoviglie di porcellana e di vetro Cucina & Tavola per es. ciotola Loft, verde lucido, Ø 14,5 cm, il pezzo, 3.– invece di 4.95 a partire da 2 pezzi 40%
Fiori e giardino Per chi ha buon fiuto per le offerte Varie Offerte valide solo dal 13.9 al 19.9.2022, fino a esaurimento dello stock. Pianta ora, ammira in primavera 14.95 Canottiera da uomo disponibile in bianco, tg. S–XL conf. da 2 Hit Tutto l'assortimento di lettiere per gatti Fatto per es. Plus, 10 l, 5.65 invece di 7.10 20% 7.95 invece di 9.95 Minirose FairtradeM-Classic, disponibili in diversi colori, mazzo da 20, lunghezza dello stelo 40 cm, per es. rosa, il mazzo 20% 12.95 Set di acrilicicoloriBellcolor 24 pezzi, il set Hit 7.90 invece di 11.80 Colla stick Pritt conf. da 4 33% 12.95 Bouquet Mélody disponibile in diversi colori, per es. rosso, il mazzo Hit Tutto l'assortimento di bulbi da fiore autunnali per es. Mix di allium, 15 pz., 7.50 invece di 9.95 a partire da 2 pezzi 25% 12.95 Boxer per bambini disponibili in diversi colori e motivi, tg. 98/100–107 conf. da 5 Hit
Offerte valide solo dal 13.9. al 19.9.2022, fino a esaurimento dello stock. *Da questa offerta sono esclusi tutti gli articoli Demeter e Alnatura. MIGROS20%sull’interoBIO.*assortimento Tutti i pannolini Pampers (confezioni multiple escluse), per es. Premium Protection, taglia 1, 24 pezzi, 5.40 invece di 8.95, offerta valida dal 15.9 al 18.9.2022 a partire da 3 pezzi 40% Branches Frey Milk o Dark, per es. Milk, 50 x 27 g, 11.80 invece di 24.–, offerta valida dal 15.9 al 18.9.2022 conf. da 50 50%4.10 invece di 5.90 Entrecôte di manzo Black Angus M-Classic Uruguay, in conf. speciale, 2 pezzi, per 100 g, offerta valida dal 15.9 al 18.9.2022 30% weekendimbattibilidelPrezziValidigio.–dom.