Azione 38 del 19 settembre 2022

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◆ Jaceck Pulawski Pagina 21

Giorgia Meloni si avvia a vincere le elezioni, ma non è detto che riesca ad ottenere la guida del governo

Il brivido della scalata

La Fondazione Beyeler celebra Piet Mondrian con un’ esposizione sulla sua evoluzione pittorica

SOCIETÀ Pagina 3

so potrebbe scuotere anche il regime di Putin. Ma come è stata pianificata questa brillante of fensiva? La tanto annunciata offensiva al sud verso Cherson era un diversivo, per poi colpire a fondo nel nord-est? No, quella al sud è stata pre parata con precisi bombardamenti, con i lancia razzi americani HIMARS, di depositi di muni zioni, ponti, strutture di comando e logistiche. Lo scopo era indebolire e isolare dai comandi e dai rifornimenti le truppe al fronte. Nonostan te questo, l’offensiva al sud resta la più difficile e sanguinosa. L’idea di attaccare anche al nordest è nata negli scorsi mesi, da quando l’eser cito ucraino ha cominciato a condividere i suoi piani con l’intelligence di Stati Uniti e Gran Bretagna (leggo su «New York Times» e «Wa shington Post»). Americani e britannici hanno fornito tutte le informazioni possibili per loca lizzare truppe, mezzi corazzati, radar, depositi di armi, centrali di comando, centri logistici e assieme agli ucraini hanno simulato vari scena ri. A quanto riferiscono le fonti dei due giorna li, gli americani avevano dei dubbi sulla riuscita

to gli ucraini hanno brillato in strategia, tattica, determinazione, tanto i russi hanno sofferto di problemi di comunicazione, logistica, materiale bellico, volontà di combattere. Analisti ameri cani citati dal «Washington Post» hanno mes so in evidenza la debolezza di due corpi di élite, l’undicesima armata e la sua prima divisione co razzata, quest’ultima solitamente stazionata a Mosca per la difesa della capitale da un attac co NATO, entrambe logorate e ridimensionate da questi sette mesi di guerra. Secondo l’ex co mandante delle forze USA in Europa Ben Ho dges, l’esercito russo potrebbe aver raggiunto il «punto culminante», il limite massimo della sua capacità di avanzata. Quello che accade sul campo, tuttavia, fa dubitare persino che sappia difendere il resto dell’Ucraina occupata. L’offen siva ucraina nell’est ha perso slancio, d’altron de un’avanzata troppo rapida e non consolidata crea problemi di approvvigionamento ed espone a controffensive, e non sappiamo cosa succederà nei prossimi mesi, prima che arrivi l’inverno, ma un’ulteriore umiliante sconfitta dell’esercito rus

Se quando è stato tolto l’assedio da Kiev il regi me russo è riuscito a nascondere lo smacco con le conquiste nell’est e nel sud, questa volta a Mo sca si levano voci di critica a Putin. Alcuni par lamentari dell’opposizione firmano lettere in cui si chiede la destituzione di Putin, ma quel che conta davvero è che a protestare e con veemenza sono esponenti della cerchia nazionalista. Sono scandalizzati e arrabbiati per la recente sconfitta e chiedono una mobilitazione generale per rim polpare le fila dell’esercito e distruggere l’Ucrai na. Il vecchio comunista Ghennadi Ziuganov ha persino rotto il tabù putiniano annuncian do che si è in guerra e che è ora di combattere tutti quanti. Questo però è proprio il problema di Putin: è riuscito a tener calma la popolazione fingendo che non ci sia una guerra, inaugurando luna park; se decretasse la mobilitazione gene rale la finzione crollerebbe e non è per nulla cer to che la popolazione, passiva sì ma suicida non tanto, voglia seguirlo.

Peter Schiesser

diSettimanaleinformazione e cultura Anno LXXXV 19 settembre 2022 Cooperativa Migros Ticino edizione 38 ◆ ● G.A.A.6592Sant’Antonino MONDO MIGROS Pagine 2 / 4

In canoa, lungo il Reno: Ivo Gentilini ha compiuto la discesa integrale del fiume a colpi di pagaia

del piano e sono rimasti stupiti della capacità e determinazione degli ucraini.

ATTUALITÀ Pagina 27

TEMPO LIBERO Pagina 15

PulawskiJacek

CULTURA Pagina 39

Intervista a Fred Mast, psicologo cognitivo che ha dedicato un libro al reale potere dell’immaginazione

Uno smacco che non si può più nascondere

L’esercito ucraino non finisce di stupire. Do po aver costretto i russi a rinunciare alla presa di Kiev e a ritirarsi, ora in un’operazione lampo ha ripreso il controllo di un territorio un po’ più grande del Ticino a est di Charkiv, costringendo a una fuga disordinata i soldati russi, che sono arrivati perfino ad abbandonare armi, munizioni e uniformi. Anche in questo caso Mosca parla di raggruppamento, benché giusto alla vigilia della perdita di Izium avesse annunciato di rafforzare le difese della città. La guerra va tenuta nasco sta. Annebbiata dalla propaganda, la popolazio ne deve credere che sia in corso solo un’operazio ne militare speciale e che tutto procede secondo i piani. Mentre i suoi soldati fuggivano, Putin inaugurava un nuovo luna park a Mosca, con la più grande ruota d’Europa, senza menzionare l’Ucraina. Qualche ora dopo l’inaugurazione, la ruota era fuori uso, per un difetto tecnico. Per cominciare, le due offensive in corso, nel sud verso Cherson e nell nord-est da Charkiv verso il Donbas, i cui esiti restano incerti, mettono a nudo qualità e debolezze dei due eserciti. Tan

La meravigliosa complessità del caffè

L’evento è gratuito e aperto a tut ti, anche se è auspicabile l’iscrizione: info@avaeva.ch; Tel. 076 6790778.

Concorso

Come comprimere il caffè facen dolo diventare sferico? Come mante nerlo compatto? Come trasportarlo? Cosa sarebbe successo una volta inse rita la Coffee Ball nella macchina da caffè? Siefahrt e la sua squadra hanno fatto mille tentativi senza mai arren

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Info Migros ◆ Sviluppare una capsula per il caffè senza capsula? Caroline Siefarth è una persona che non teme le sfide: per cinque anni ha lavorato alle nuove capsule con il team di Migros Industria

Come d’altronde un po’ dappertutto – anche se dipende dal vento – qui al la Delica di Birsfelden (BL), dove il caffè viene anche tostato. Oltre ad al cune macchine da caffè e tazzine, sul piano di lavoro ci sono anche una bi lancia e dei «Abbiamocucchiai.cominciato in modo ru dimentale. Bilancia, bicchierini, una pressa a mano, cucchiaio, setaccio e fon», Caroline Siefarth ricorda i primi tentativi. Nessuno sapeva ancora co me ci si sarebbe dovuti muovere, ma una cosa era chiara a tutti: «Avevamo un’unica visione: realizzare una capsu la senza capsule». Migros infatti si era data l’obiettivo di sviluppare un siste ma di caffè a capsule, ma senza capsu le. Un modo per dichiarare guerra alle 100’000 tonnellate di rifiuti di capsule prodotti annualmente. Un obiettivo di fronte al quale, all’epoca, Siefahrt ave va giustamente dichiarato: «Una sfida dall’aria tutt’altro che facile».

Posta elettronica cultura@azione.chattualitatempolibero@azione.chsocieta@azione.chinfo@azione.ch@azione.ch

abbiamo una piccola linea di produ zione solo per la degustazione e i test. Ad oggi abbiamo già testato centinaia di migliaia di capsule a sfera». Il suo team R&D (research and develop ment, ndr), che si occupa di ricerca e sviluppo, conta 35 persone. Ma da do ve viene quest’ambizione verso l’inno vazione? Ralf van den Bragt ne indi vidua le radici nel DNA di Migros.

Info e iscrizioni Simona Guenzani, Via Gemmo 21, 6932 Breganzona; Tel.simona.guenzani@forumemail:-elle.ch;0919238202.

Costi di abbonamento annuo Svizzera Fr. 48.–Estero a partire da Fr. 70.–●

dersi: «Sopportare le frustrazioni fa parte del lavoro dello sviluppatore!», spiega ridendo.

dal

Essere fuori

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Editore Migros Ticino 6592 S. Antonino +41 91 850 81 11

Innovazioni nell’industria Migros

31 dalle

Nella mano di Caroline Siefarth c’è una pallina di CoffeeB. «Io amo il caffè lungo. Classico», ci confessa prima di caricare una confezione di Balls nel contenitore circolare del la macchina da caffè e farlo ruotare. Una Coffee Ball finisce nella valvola di sfiato, dove «verrà ammorbidita per un breve momento, poi sarà compres sa fino a formare un cilindro e dopo una perforazione da entrambi i lati, affinché l’acqua calda possa scorrervi attraverso, produrrà infine un ottimo caffè, ma senza capsule».

inIncontrarsiautunno

Via Industria

Tiratura 101’177 copie

Abbonamenti e cambio +41 91 850 82 9.00 alle 11.00 e dalle 14.00 alle 16.00 lunedì al venerdì fax 091 850 83 registro.soci@migrosticino.ch75

Paul Klee, Spiriti del teatro, 1939. (Coll. priv.)

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 19 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino MONDO MIGROS 2 azione Settimanale edito da Migros Ticino Fondato nel 1938 Redazione Peter Schiesser (redattore responsabile), Simona Sala, Barbara IvanNataschaRominaManuelaManzoni,Mazzi,Borla,FiorettiLeoni Sede Via Pretorio 11 CH-6900 Lugano (TI) Telefono tel + 41 91 922 77 40 fax + 41 91 923 18 89 Indirizzo postale Redazione Azione CP CH-69011055 Lugano

Stampa Centro Stampa Ticino SA – 6933 Muzzano

fiducia e, non da ultimo di voglia di libertà, quella raccontata da Doris Femminis (nata a Cavergno nel 1972 e infermiera psichiatrica) nel suo Fuo ri per sempre, romanzo pubblicato da Marcos y Marcos e vincitore del Pre mio svizzero di letteratura nel 2020.

La Birsfelden.Unitdellaresponsabilevanbasso,unmentreCarolinealimentarescienziataSiefarthdegustacaffè;inRalfderBragt,Businesscaffèa

e presenta delle somiglianze con l’a mido e la cellulosa», racconta Caroli ne Siefarth. La ricercatrice lo descri ve come un ottimo materiale capace di offrire una barriera naturale contro l’ossigeno e di conservare la freschez za del caffè. Molti conoscono l’algi nato dalla cucina molecolare, dove viene utilizzato nella sferificazione.

«A un certo punto siamo incappa ti nell’alginato, che deriva dalle alghe

Il MASI di Lugano presenta una raccolta di disegni e incisioni di Paul Klee dalla collezione di Sylvie e Jorge Heft e per l’occasione Forum elle in vita a una visita guidata mercoledì 12 e giovedì 13 ottobre (ore 14.15). Co sto: CHF 16. Iscrizioni entro giovedì, 06.10.2022 (posti limitati!). Il 27 ottobre (ore 18.00) le socie e le simpatizzanti di Forum elle sono invitate a un incontro con la consu lente di immagine Antonella Marzo Cantarelli all’Hotel Parco Paradiso di Lugano-Paradiso per parlare del la «storia della moda nella politica». Costo: CHF 10. Iscrizione entro gio vedì 20.10.22.

La questione principale era: come avvolgere la Coffee Ball affinché re stasse compatta e il caffè conservasse la sua freschezza? Caroline Siefarth ha provato a «compattare» la sfera di caf fè affidandosi a innumerevoli sostan ze. «C’è sempre una possibilità, ma è necessaria una grande dose di capar bietà». La cosa importante era non perdere di vista il fatto che si stesse cercando uno strato protettivo natura le, il desiderio era infatti di creare un prodotto che in poche settimane po tesse trasformarsi in materiale da com postaggio domestico o in humus per il giardino. Un prodotto, insomma, che non fosse compostabile solo industrial mente e che non presentasse alcuna traccia di plastica (bio) o di alluminio.

AvaEva ◆ Un incontro con la scrittrice Doris UnaFemminisstoriadifragilità,

e amministrazione Cooperativa

«È bello potere finalmente rivelare al la mia famiglia cosa ho fatto in tutto questo tempo». Nelle parole di Caro line Siefarth, 36 anni, scienziata ali mentare, si riconosce un certo sollie vo: per cinque anni ha lavorato a un progetto talmente segreto da non po terne parlare con nessuno. Chi non aveva firmato l’obbligo di riservatezza non aveva diritto a sapere nulla. Ora CoffeeB è finalmente sul mercato, e tutti vorrebbero capire coma si possa fare il caffè partendo da una pallina. Incontriamo Caroline Siefahrt in una stanza ben illuminata e senza fi nestre, nell’aria c’è aroma di caffè.

«Azione» mette nuovamente in pa lio 10 macchine da CoffeeB-Globe del valore di 195 CHF l’una con una selezione di Coffee Balls. Per parte cipare all’estrazione inviare una mail a giochi@azione.ch (oggetto: «Cof feeB») con i vostri dati (nome, co gnome, indirizzo) entro domenica 25 settembre 2022.

Da quando è stata promossa, di ventando analista degli aromi, Caro line Siefarth lavora per Delica, marca affiliata di Migros. In un primo tem po si è occupata dello sviluppo dei lat ticini, poi è approdata al caffè. «Mi sono immersa sempre più nelle varie competenze legate al caffè, poiché il caffè è una cosa meravigliosamente complessa».

La scrittrice incontrerà il suo pub blico in occasione di un appuntamen to organizzato dal Movimento Ava Eva nella Saletta del Patriziato di Aurigeno (sopra l’Alambicco) venerdì 7 ottobre 2022 (14.00-16.00).

CP,

L’industria Migros gestisce venti aziende in Svizzera e all’estero. 14’000 dipendenti realizzano 20’000 prodot ti diversi. Per i soli campi di ricerca e sviluppo lavorano 400 dipendenti, impegnati a migliorare le ricette o a creare nuovi prodotti. Il team di De lica si concentra su cioccolato, caffè, gelati, snack e prodotti da cuocere co me riso e spezie. Ralf van den Bra gt gestisce Business Unit caffè, dota ta della capsule da caffè compatibili Café Royal e del sistema a capsule di Delizio, e ora anche di CoffeeB. Wo bei neu für ihn und sein Team ganz was anderes heisst: «Da un anno e mezzo a questa parte qui a Birsfelden

Forum elle ◆ Una visita al MASI e una conferenza

«Gottlieb Duttweiler ci ha forgiati insegnandoci quanto siano impor tanti le innovazioni. La sostenibilità per noi è un valore fondamentale. Ciò ci sprona a chiederci quotidianamente come potrebbe essere il piacere legato al caffè di domani».

ma anche di

Il legno come maestro di vita

In Black Mamba racconta anche dei sogni. Che rapporto hanno con l’immaginazione?

i sogni. In genere ci sembrano rea li mentre dormiamo (tranne quel li «lucidi», che sono sotto una sorta di controllo cognitivo) e solo quando ci svegliamo possiamo dire «era un sogno». Per quanto riguarda l’im maginazione, invece, da svegli ci rendiamo conto che non è reale. Ci serve per simulare scenari nella no stra mente e prendere decisioni sulla base di ipotesi. Per esempio, pos siamo immaginare dei movimen ti senza necessariamente eseguirli, proprio come ha fatto Black Mamba per riacquistare il controllo motorio; possiamo pensare a come ci si sente a ricevere un premio prestigioso e que sto può motivarci; possiamo conce pire un mondo migliore. «L’imma ginazione governa il mondo»: è una citazione spesso attribuita a Napole one Bonaparte.

I benefici dell’erba dei crociati

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Molte piante fluidificano il sangue e rinforzano le pareti venose, agendo sulla pressione sanguigna

Contro l’ecoansia giovanile Può essere utile il racconto di genitori e nonni: cosa facevano per l’ambiente ai loro tempi?

Il reale potere dell’immaginazione

fonte, che è nella testa, con il mon do esterno; si scambia la simulazione per la realtà.

Intervista ◆ Per reimparare a camminare o per cambiare il mondo: Fred Mast, psicologo cognitivo e professore all’Università di Berna, racconta le potenzialità meno conosciute della mente

Qual è la differenza tra immagina zione e creatività?

Lo studio dell’immaginazione mi ha sempre appassionato, fin da quando frequentavo Harvard. Con il mio team di ricerca all’Università di Berna, eseguiamo esperimenti di laboratorio e pubblichiamo i risultati per la comunità scientifica. Ho volu to scrivere un libro per un pubblico più vasto perché il funzionamento della mente interessa tutti e perché ricevo così tanti spunti, suggerimen ti e domande interessanti da perso ne con background differenti che perderei delle opportunità se non le ascoltassi.

SOCIETÀ ● ◆ Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 19 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino 3

(Shutterstock)scenarinelladièL’immaginazionelacapacitàricrearementeipotetici.

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Lei spiega che l’immaginazio ne può migliorare la nostra con dizione quando invecchiamo. In che modo?

C’è del vero in questa scena, secondo Fred Mast, psicologo cognitivo, spe cialista di percezione visiva, immagi ni mentali, elaborazione sensomoto ria e professore ordinario di Metodi quantitativi all’Università di Berna: «Il termine scientifico è “immagina zione motoria” e consiste nel conce pire i movimenti del nostro corpo senza eseguirli. Tecniche simili ven gono utilizzate dagli atleti profes sionisti, per integrare l’allenamento fisico, e nella neuroriabilitazione dei pazienti colpiti da ictus».

rigine di questo deterioramento è per lo più periferico, dipende cioè dalla riduzione del numero di re cettori negli organi sensoriali. Non possiamo fare molto per prevenir lo. Abbiamo, però, un margine per migliorare i processi interni che «estraggono» le informazioni rile vanti fornite dai sensi. A Berna stia mo conducendo uno studio impor tante sull’equilibrio. Le cadute sono un rischio enorme per gli anziani perché possono cambiare radical mente la vita, portando alla perdita improvvisa di autonomia, mobili tà e vita sociale e rappresentano un costo sanitario notevole. Le perso ne che partecipano a questa ricer ca stanno sedute su una piattaforma mobile nel nostro laboratorio e ven gono spostate a sinistra e a destra, con oscillazioni lievi. Attraverso un allenamento continuo della durata di alcuni giorni, la loro immagina zione del movimento migliora. Ci auguriamo che riescano a trasferirla anche nella vita reale, correggendo per tempo i piccoli errori che posso no portarli a inciampare. Verifiche remo, inoltre, se ci sarà un beneficio nelle funzioni cognitive.

Cosa sono le allucinazioni? Alcune persone «sentono» le voci no nostante non ci siano onde sonore. A differenza della normale immagina zione, le allucinazioni sono processi di pensiero che purtroppo assumono lo status di realtà e portano a credere che le voci siano reali. Si confonde la

Nel suo libro lei sostiene che non vediamo davvero con gli occhi né sentiamo soltanto con le orecchie. Può spiegare questo concetto? A scuola ci viene insegnato che ve diamo con gli occhi e sentiamo con le orecchie, ma questo non solo è falso, è anche fuorviante. Sebbe ne gli organi sensoriali ci fornisca no importanti indicazioni sull’am biente che ci circonda, la percezione cosciente va al di là di ciò che rice viamo dall’esterno. Il cervello deve dare un senso a quello che vediamo e sentiamo basandosi sulle conoscenze pregresse. Tutte le informazioni ri cevute dai sensi non sono precise, ma ambigue e lente. A noi, invece, ne servono di affidabili, in tempo reale. Il cervello è una «macchina antici patoria» che prevede continuamente i passi successivi perché deve sapere cosa sta per succedere. Il mondo, per come ci appare, è il risultato dei no stri processi cerebrali; la percezione visiva avviene nel cervello e non ne gli occhi.

Professore Fred Mast, per ché ha deciso di scrivere un libro sull’immaginazione?

La mente può produrre percezioni coscienti senza alcun input da par te degli organi sensoriali e questo è esattamente ciò che accade durante

Per tagliare, lisciare, ma anche solo trasportare tronchi o travi, serve l’impiego di mente e corpo

L’immaginazione è la capacità di ricreare vividamente nella men te scenari ipotetici. Per esempio, quando entriamo in un negozio di arredamento, osservando i mobi li ci domandiamo se un certo tavolo starebbe bene nella nostra cucina. Alcuni di noi riescono ad avere im magini mentali dettagliate, sembra quasi che stiano guardando la pro pria cucina. Altri, invece, dicono di avere solo una rappresentazione vaga. In ogni caso, che sia vivida o meno, la sola immaginazione non fa di noi delle persone creative. La creatività, infatti, è la capacità di ri combinare le informazioni in modi nuovi e insoliti. Oltrepassa le co noscenze esistenti e rende possibi li intuizioni che aiutano a risolvere i problemi.

All’inizio non succede nulla ma lei, ostinata, continua a impartire istru zioni al suo dito che, a un certo pun to, finalmente, reagisce.

Un itinerario permette di passare dal fiume alle faggete, dai vigneti alle costruzioni rurali

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La vista, l’udito, la memoria, la for za muscolare e l’equilibrio diminu iscono con l’avanzare dell’età. L’o

Stefania Prandi

«La mente può produrre percezioni coscienti senza alcun input da parte degli organi sensoriali»

I paesaggi di Lodano

Black Mamba, la serial killer prota gonista del film Kill Bill di Quentin Tarantino, usa il potere dell’imma ginazione per recuperare la capaci tà di camminare. Ferita gravemen te alla testa da una pallottola, dopo avere trascorso alcuni mesi in coma, in ospedale, non ha più il control lo delle gambe. In fuga, su una se dia a rotelle, riesce a nascondersi con grande sforzo nel retro di un camion e ordina a sé stessa: «Muovi l’alluce».

Alle potenzialità meno conosciu te della mente Fred Mast ha dedi cato un libro, uscito pochi giorni fa in italiano per Feltrinelli, intitolato proprio Black Mamba. Il reale potere dell’immaginazione.

Per la crosta tritate grossolanamen te le castagne. Fate caramellare lo zucchero in una padella antiade rente finché assume un colore am brato. Unite le castagne e fatele ca ramellare brevemente. Distribuite le castagne su un foglio di carta da forno e lasciate raffreddare. Met tete nel tritatutto le erbe, l’aglio, le castagne e tritate. Aggiungete il pangrattato e il burro. Lavorate il tutto fino a ottenere una massa for mata da tante briciole. Condite con la cannella, sale e pepe. Scaldate il forno statico a 120 °C. Condite le entrecôte con sale e pe pe. Rosolate la carne nell’olio da en trambi i lati per ca. 2 minuti. Togliete la carne dalla padella e accomodate la in una teglia foderata con carta da forno. Distribuite l’impasto per la crosta sulla carne e premetelo leg germente. Cuocete le entrecôte nella parte superiore del forno per ca. 15 minuti, azionando il grill durante gli ultimi 5 minuti di cottura.

• 75 g di castagne surgelate, scongelate prima dell’uso

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 19 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino MONDO MIGROS 4

Grazie ad un assortimento ampio e variato di specialità di selvaggina, al la Migros ognuno potrà soddisfare al meglio i propri gusti ed esigenze in fatto di profumi autunnali. La scel ta spazia dai classici salmì di cervo e capriolo già pronti solo da scaldare a quelli crudi da cuocere; dalle fettine di cervo o capriolo fino all’arrosto e ai racks di cervo. Per i più esigenti non mancano nemmeno l’entrecôte e il fi letto di cervo o la tradizionale sella di capriolo, quest’ultima disponibile su riservazione. Anche in ambito di salumeria e contorni nessuno resterà insoddisfatto: lasciatevi p. es allettare dalla luganighetta di cervo, dai sala metti di capriolo e cinghiale, dai va ri paté di selvaggina o dagli affetta ti misti. Ovviamente trovate anche i

• 1 spicchio d’aglio

350 g Fr. 3.–

Pane della settimana La Lingua Francese è uno dei pani più apprezzati dai consumatori

Tenera, gustosa, digeribile e faci le da cucinare: per la gioia dei mol ti buongustai che apprezzano i sapori dell’autunno la selvaggina è nuova mente disponibile nei supermercati Migros del Cantone. Che si tratti di capriolo o cervo, la carne di selvaggi na si caratterizza per il suo gusto ca ratteristico e molto aromatico, leg germente dolce. In confronto ad altri carni come quelle di manzo o maiale, la selvaggina possiede un contenuto maggiore di proteine, ma un minore tenore di grassi e colesterolo, pertan to è particolarmente indicata nell’am bito di un’alimentazione equilibrata. Inoltre, dato che gli animali vivono all’aria aperta, possono nutrirsi di quello che offre loro la natura e que sto si ripercuote positivamente sulla qualità della carne.

contorni della tradizione più classica, come spätzli all’uovo, castagne glas sate, pere cotte e cavolo rosso. Tra le novità di quest’anno vi consigliamo le meatballs di cervo, la salsiccia alle castagne o ai funghi porcini, la sala mella di cervo o ancora i mille-feu ille di cinghiale e il paté di cervo ai marroni.

Attualità ◆ Alla Migros sono tornate le apprezzate specialità di selvaggina

• 4 entrecôte di cervo di ca. 140 g

Assortimento variegato

• 2 cucchiai d’olio d’oliva all’aglio e al peperoncino

svizzera coltivati secondo i criteri del la produzione integrata (IP-SUISSE), vale a dire senza l’impiego di fitosanita ri e pesticidi. Ogni anno Jowa trasfor ma in pane oltre 85’000 tonnellate di frumento. Inoltre utilizza una cinquan tina di altre varietà di cereali e produce qualcosa come 200 tipi di pane.

La Entrecôtericetta di cervo in crosta di castagne

Lingua Francese Nostrana

• ¼ di mazzetto di erbe miste, ad es. rosmarino, timo

Ingredienti per 8 persone

Entrecôte

Il pane quotidiano

Infine, vi segnaliamo che questa set timana i negozi Migros con banco macelleria vi propongono l’entrecôte di cervo ad un prezzo vantaggio so. Oltre alle preparazioni classiche in padella (vedi ricetta), questo ta glio si presta bene anche per le sem pre gettonatissime bourguignonne e chinoise.

8.–dal 20.9 al 26.9.2022

• 35 g di pangrattato

Preparazione

Il mio pane di tutti i giorni

Il pane è uno degli alimenti principali della nostra alimentazione che, come i latticini e la carne, è un importante for nitore di proteine. Me esso è anche ric co di vitamine, sali minerali e fibre. Per preparare dei pani di qualità ricchi di nutrienti, Jowa seleziona solo i miglio ri ingredienti, come i cereali di origine

• 1½ cucchiai di zucchero

• sale, pepe

• Crosta

Azione30% di cervo Nuova Zelanda, per 100 al banco a servizio Fr. 5.50 invece di Fr.

• 1 presa di cannella

• 40 g di burro, morbido

Grazie ad una crosta dorante e croc cante al punto giusto e una mollica soffice e leggera la Lingua France se dei Nostrani del Ticino negli anni ha conquistato sempre più estimatori. Prodotta con farina chiara dai mastri panettieri della Jowa S. Antonino uti lizzando esclusivamente materie pri me della nostra regione, è un prodotto talmente duttile che può essere consu mato ad ogni pasto, sia col dolce che col salato, dalla colazione con miele o confettura, a pranzo per accompa gnare pietanze di ogni genere oppure a cena con un fumante minestrone alla ticinese. Senza dimenticare che, gra zie al suo formato facile da tagliare e porzionare, si presta bene anche per la preparazione di sandwich super appe titosi farciti come si vuole.

g,

A caccia di bontà autunnali

Julia Donaldson-Nick Sharratt Maga Mù Il Castoro (Da 2 anni)

precise, parlarsi e ascoltare i più an ziani. Noi scienziati abbiamo final mente capito quanto sia importante spiegare bene, scientificamente, ma in modo comprensibile, cosa accade all’ambiente. Sapere e capire serve a molti ragazzi e bambini che oggi manifestano comportamenti legati all’ecoansia. A soffrirne di più sono soprattutto gli studenti delle scuole medie e delle superiori, ma anche i più piccoli risentono di questa pre occupazione perché hanno certa mente più sensibilità sul tema ri spetto agli adulti.

Un altro fenomeno al quale a volte si assiste è lo scontro generazio nale sul tema: i giovani colpevo lizzano i boomer di aver inquina to troppo e trascurato l’ambiente. Come distendere la situazione? Ancora una volta con il confron to. Io che sono stata bambina negli anni Ottanta ho vissuto tempi in

Editoria ◆ Intervista a Elisa Palazzi, autrice del libro Perché la terra ha la febbre? E tante altre domande sul clima

Professoressa, scienza e non ni alleati contro l’ecoansia dei più giovani?

Quando si dice un romanzo d’av ventura, eccolo qua. In realtà tutti i libri di Katherine Rundell, scrit trice dal talento evidente, cresciuta tra Africa e Europa e ora stabilita si a Oxford, dove insegna letteratura inglese, sono animati dal ritmo bat tente dell’avventura, vissuta spesso da giovani eroine coraggiose (ricor do almeno Sophie sui tetti di Parigi, La ragazza dei lupi e Capriole sotto il temporale), che non arretrano di fron te alle difficoltà, se questo significa rinunciare a lottare per ciò che nel loro cuore ritengono giusto. The Go od Thieves è il titolo originale di que sto romanzo, i «ladri buoni», ed è un titolo che mette in luce l’importan za di rompere le regole quando è ne cessario: è quello che farà Vita, de cisa a riprendere ciò che appartiene a suo nonno, ossia un gioiello rima sto nel vecchio castello (decrepito ma pieno di ricordi felici) che gli era sta to sottratto, con un raggiro, da un gangster mafioso. Per riuscirci Vita

cui erano pochi coloro che parlava no e si comportavano a favore della tutela ambientale, le poche fami glie ambientaliste a volte venivano additate come «invasate». Dei temi ambientali non si parlava granché. Prendiamo il meteo, ora si parla del meteo non solo per dire come sarà il tempo domani o per riem pire i silenzi, ma per discutere del clima; il meteo è diventato argo mento di cultura generale, anche dentro la famiglia. Ai miei tempi non avveniva. Detto questo, non ci si deve colpevolizzare a vicenda, ma si può prendere l’occasione contin gente del cambiamento climatico per capire insieme cosa si può fare, cosa si può chiedere, come ci si può muovere come comunità e dentro la propria casa a favore del clima. C’è molto che si può fare: da come si decide di mangiare, di spostar si, fino a dove si decide di andare in vacanza e con quali mezzi. Fare le scelte come singoli è più difficile, ma già l’idea di farlo come famiglia fa sentire più motivati.

Certo! E consiglio una lettura per capire l’importanza del confronto generazionale, non dello scontro, sull’ambiente. È Vi teniamo d’oc chio. Il futuro sostenibile spiegato bene (Federico Taddia, Potito Ruggie ro, consulenza scientifica di Elisa Palazzi, Baldini&Castoldi) dove dialogano due generazioni, quella degli adulti e quella dei ragazzi, per cambiare in meglio il nostro futuro. E, la sa una cosa? I più piccoli già la chiudono l’acqua quando lavano i denti, magari sono i grandi a cui bisognerebbe ricordarlo…

insieme una luminosa e scalcagnata e fortissima compagnia di eroi, no nostante lo sguardo diffidente che il mondo esterno rivolge loro. I quattro trascineranno il lettore dentro vicen de da fiato sospeso, tra inseguimenti, fughe, travestimenti, pericoli a ogni angolo, per le strade di una New York anni Venti, fatta di luci, di me raviglie della modernità che nasce, di feste sfavillanti, di donne elegantissi me con le piume di cigno nei capel li, ma anche di bambini di strada, di malavita, di spacci alcolici clandesti ni, e soprattutto della magia del cir co, un circo che si esibisce alla Car negie Hall. Nelle pagine dedicate al circo, l’atmosfera thriller si stempe ra in un incanto quasi lirico, come quando Arkady chiama gli uccelli della città, e sogna un circo fatto di piccioni, scoiattoli, gatti e corvi, che per un istante «danzino» insieme, e poi tornino in libertà. Tensione, po esia, e l’invito a non arrendersi: que sto aveva insegnato il nonno a Vita, quando da piccola era sul letto d’o spedale. Le aveva insegnato a mira re il bersaglio, a tirare con mano fer ma verso un centro. Senza arrendersi

Ascoltare il racconto dei nonni per superare l’ecoansia che attanaglia anche bambini e ragazzi. Il consiglio arriva da Elisa Palaz zi (nella foto in basso), climatologa all’Università degli Studi di Torino, che ogni giorno spinge la sua ricer ca scientifica anche nel territorio delicato e fondamentale della cre scita e della formazione dei più pic coli. Ascoltare il racconto dei nonni può dunque essere una terapia, una medicina efficace e facilmente re peribile per superare una difficoltà nuova, quella dell’essere preoccupa ti (a volte perfino troppo preoccu pati, fino a farci prendere dall’ansia) per la salute del nostro ambiente, del delicato e precario equilibrio ambientale in cui viviamo.

Scienza e nonni alleati contro l’ecoansia

Dunque, sì, esiste l’ansia anche per l’ambiente e il peggioramento delle condizioni climatiche e ambienta li ed è uno stato d’animo che crea stress soprattutto ai più giovani. Sono loro, infatti, che crescono con una forte coscienza ambientale e soffrono perché la Terra sta male. Elisa Palazzi, che studia in parti colare l’ambiente montano, mi croclima che subisce più di tutti il cambiamento climatico, è anche autrice con Federico Taddia del li bro Perché la terra ha la febbre? E tante altre domande sul clima (Edi toriale Scienza, ill. AntonGiona ta Ferrari) per lettori dai nove anni in su; un testo in cui spiega perché sulla Terra le temperature aumen tano e come ciascuno può capi re e lavorare a tutela del clima e dell’ambiente. La scienziata ritiene molto importante aiutare i più gio vani a non farsi prendere dall’eco ansia, spiegando esattamente cosa sta accadendo al clima secondo la scienza e invitandoli ad ascoltare i loro… nonni.

Katherine Rundell I ladri di New York Rizzoli (Da 11 anni)

Carla Colmegna

Elisa Palazzi, Perché la terra ha la febbre? E tante altre domande sul clima, Editoriale Scienza, ill.

mai. Vita inizierà con aeroplanini, freccette, poi diventerà una provetta lanciatrice di coltelli, e quando sarà il nonno, vecchio e provato, a voler si arrendere, Vita sarà lì per lui, con coraggio, a infondergli nuova fiducia.

Quindi bisogna andare ben oltre la «solita» raccomandazione fatta ai piccoli: chiudi l’acqua mentre ti lavi i denti?

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 19 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino 5 SOCIETÀ

Sì, è molto importante confrontarsi con chi ha informazioni scientifiche

ha bisogno di aiuto, e lo troverà nel la leale, generosa, amicizia di tre ra gazzini: Silk, una ladruncola di stra da, abituata a badare a sé stessa, e due giovani circensi: Arkady, acrobata, ma anche dotato del dono di entra re subito in empatia con gli anima li, e Samuel, destinato a una carrie ra da cavallerizzo ma nato per fare il trapezista. Ognuno con le proprie fragilità, le proprie diversità (la pelle scura, la solitudine, un desiderio di verso da ciò che gli altri si aspetta no; nel caso di Vita il limite imposto dalla zoppìa dovuta a una poliomieli te contratta da piccola) compongono

vuole fare comparire un coniglio, ma di magia anche perché farà illumi nare gli occhi dei piccoli lettori, che vorranno sentirselo raccontare ancora e ancora, rivivendo ogni volta la sor presa di aprire le finestrelle (in carto nato robusto, a prova di manine avi de di meraviglia). Sono tanti i libri per bambini con finestrelle, ma non sempre esse hanno un senso precipuo dentro la storia; qui sì, sono perfet tamente congrue con la narrazione, a cominciare dalla prima «finestra», che è il sipario da alzare, perché co mincia lo spettacolo di Maga Mù. Ed eccoci tutti spettatori… riuscirà Ma ga Mù a far comparire il coniglio dal cappello? Apriamo la finestra-cap pello e… macché, sono comparsi dei fiori! Allora proviamo a guarda re nella torta alla panna… oh no, c’è un piccolo bruco! E nella botola? E sotto la tovaglia? Ma dove sarà que sto coniglio? Dalla maestria di due artisti britannici della letteratura per l’infanzia: Julia Donaldson, autrice amatissima, in particolare per i suoi celebri albi illustrati da Axel Schef fler, qui in coppia con un altro talento dell’illustrazione, Nick Sharratt.

voro studiano e difendono il clima e l’ambiente e che la crisi climatica può ancora avere una soluzione se i grandi si metteranno al lavoro. A me dispiace molto vedere bambi ni e ragazzi angosciati per il clima e l’ambiente perché essi capiscono, e temono, che ci saranno situazioni penalizzanti per loro e comunque meno possibilità. Molti giovani che incontro mi dicono, preoccupati: faccio quello che posso, ma so che non basta.

Bibliografia

Farsi raccontare dai nonni e dai genitori come ci si comportava un tempo per rispettare l’ambien te può servire moltissimo, soprat tutto ai più piccoli. Si tratta di un’ottima attività perché aiuta i bambini e i ragazzi a capire come anche in passato si tenevano com portamenti quotidiani in rispetto dell’ambiente.

È quello di comprendere com’e ra l’ambiente prima del loro arrivo, come lo si difendeva e cosa si può fare adesso per tutelarlo. Le nuove generazioni hanno visto solo que sto momento di grande cambia mento, in peggio, che per loro è difficile da elaborare. I più grandi possono informarsi in modo diver so, documentarsi, ma per i piccoli bisogna prendere al balzo l’occasio ne dell’aumento delle temperature, della siccità per raccontarsi den tro le famiglie come poteva esse re un tempo il clima e l’approccio ad esso. Bisogna cercare, attraver so la condivisone emotiva ed em patica, di coinvolgere i giovanissi mi nel problema senza mettere loro ansia o trasmettere solo negatività. I problemi ci sono, ma ci sono an che le soluzioni. Bisogna rinfranca re i più giovani spiegando loro che ci sono persone adulte che per la

AntonGionata Ferrari, 96 pagg.

Qual è il vantaggio che bambini e ragazzi possono trarre dall’ascolto di voci di generazioni precedenti alla loro?

Viale dei ciliegi

È davvero «un libro di magia con le finestrelle», come annuncia la coper tina di questo delizioso albo per pri missimi lettori: di magia, perché la protagonista, la mucca Maga Mù,

di Letizia Bolzani

L’artigianato come stile di vita

CroneAnton Annuncio

ne «toccare legno», infine, è del tutto analoga al più comune «toccare fer ro», e indica un gesto scaramantico, una precisa volontà di tenersi alla lar ga dalla sfortuna.

«Ogni anno 90’000 persone sopra i 64 anni s’infortunano a causa di una ca duta e la tendenza è al rialzo. Un al lenamento mirato consente di contra stare efficacemente questo rischio». A riferirlo è l’Ufficio Prevenzione Infor tuni (UPI) che sottolinea inoltre co me a fronte dell’invecchiamento de mografico il problema delle cadute sia destinato ad acuirsi. Per l’anziano pra ticare con regolarità un allenamento mirato è l’unico modo per contrastare il rischio di cadute e mantenere il più a lungo possibile la propria autono mia. Per questi motivi UPI, Promo zione Salute Svizzera e Pro Senectute si sono uniti nell’intento di motivare gli adulti anziani ad allenarsi di più e dal 2016 sostengono la campagna «Gambe forti per camminare sicu ri», nell’ambito della quale quest’an no in tre Cantoni si svolgono eventi sull’argomento. In Ticino la giorna ta è promossa dall’ATTE con il so stegno del DSS e si svolgerà sabato 1°

Bibliografia

«Siamo sempre più numerosi, nel cor so delle nostre vite moderne, a cam biare radicalmente traiettoria. Mol to spesso è per lanciarsi in un’attività artigianale». Con poche significative parole, questa frase esprime il pensie ro che attraversa La lezione del legno, un libro di Arthur Lochmann tradot to in italiano nel 2020 dall’editore Sa lani. L’autore, veniamo a sapere, si di vide equamente fra due occupazioni principali e apparentemente inconci liabili: quella di traduttore di saggisti ca e narrativa dal tedesco e dall’ingle se, e quella di carpentiere. Il libro ne rivela il percorso personale, le oscilla zioni che caratterizzano la sua traiet toria, la doppia attività che dà forma alla sua identità. Come si intuisce dal titolo, l’autore mette maggiormente l’accento sul versante autenticamente artigianale di queste attività, quello legato alla lavorazione del legno.

Sebastiano Caroni

Mestieri e antropologia ◆ La manualità è importante, ce lo dice Arthur Lochmann nel libro La lezione del legno

A fornire il punto di appoggio al le espressioni linguistiche di cui ab biamo riferito sono, come detto, le caratteristiche specifiche che defini scono la materialità del legno. Molte delle espressioni citate – salvo forse «toccare legno» – indicano una man canza di equilibrio, un troppo o un troppo poco, oppure una situazione oltremodo tortuosa e poco edifican te. Come mai? La domanda trova nel libro di Lochmann una risposta sfumata, e lo stesso materiale, come detto, viene rivalutato ampiamente in chiave positiva. I racconti e le de scrizioni che incontriamo nelle pagi ne del libro ci portano diritti al noc ciolo della questione, alla lezione di cui parla il libro.

«Restare autonomi, migliorare la ca pacità di reazione e l’equilibrio ma an che mantenere vivi i contatti sociali», sono queste le finalità dei numerosis simi corsi proposti da Pro Senectute Ticino e Moesano come ci conferma Sibilla Frigerio Zocchetti, Responsa bile Corsi, Sport e Vacanze che sotto linea anche come «otteniamo maggio ri risultati quando spieghiamo i motivi per i quali è utile fare esercizio in ma niera costante. Inoltre le nostre moni trici e i nostri monitori sono formati per proporre allenamenti efficaci, ma sono anche consapevoli del ruolo so ciale dei corsi proposti capillarmente puntando sulla prossimità».

dei fattori di progresso per la nostra epoca, più che una fuga in avanti, è il riutilizzo di vecchie conoscenze o di rapporti col mondo combinati con le tecniche moderne. La moltiplica zione dei nuovi artigiani, dei fablab, dei microbirrifici, in città come in campagna, ne è il riflesso». Sulla scia di queste parole, giova ricordare co me la bottega dell’artigiano, atelier o workshop che dir si voglia, sia ormai diventata un’immagine così popo lare e trasversale, tanto da ingloba re, negli anni, una quantità crescente di attività.

Per apprezzare veramente il valo re del legno, la sua versatilità e la sua pregevolezza, bisogna capire che esi stono tanti tipi di legno, ognuno dei quali si distingue per colore, odore, resistenza. Tanto che, per dire, un ti po di legno può essere adatto per un lavoro e poco idoneo per un altro. Chi costruisce con il legno, inoltre, sa che si tratta di un materiale vivo, che si dilata o si restringe a seconda delle condizioni meteorologiche. Taglia

ottobre presso il centro ATTE Luga no in via Beltramina 20a (dalle 9.30 alle 16.30). La giornata di promozio ne «Anziani sicuri e agili sulle proprie gambe» è gratuita e aperta a tutti gli interessati senza bisogno di iscrizio ne, alternerà momenti conviviali e di festa a momenti informativi con due conferenze, una sul tema «Mangia re sano spendendo poco» e l’altra in centrata sull’osteoporosi. Sarà inoltre possibile cimentarsi in lezioni di gin nastica di prova e testare la propria si curezza sulle gambe. Pro Senectute e Lega ticinese contro il reumatismo proporranno, infatti, delle sedute di ginnastica per avvicinare gli anziani alle attività di movimento in gruppo.

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Arthur Lochmann, La lezione del legno, Ponte alle Grazie, 2020. pubblicitario

ne mette in risalto le principali vir tù: tanto che si ha quasi l’impressio ne di toccarlo con mano, quel legno di cui parla, di sentirne e di respirar ne Mal’odore.qual è, ci si potrebbe chiede re, la lezione che impariamo dal le gno? Quali sono gli insegnamenti in siti nel suo impiego come materiale da costruzione che Arthur Lochmann, con pazienza e mestiere, si impegna a trasmettere al lettore? La saggezza popolare, si sa, fa spesso capo a og getti e materiali comuni per esprime re gli alti e i bassi del quotidiano. Nel linguaggio, parlato e scritto, esisto no un certo numero di modi di dire che associano il legno a una saggez za popolare radicata in cose, persone, e territorio. «Portare legna al bosco», per esempio, indica un’azione insen sata: perché sforzarsi a portare legna in un luogo che ne è, per definizione, già provvisto? Chi «aggiungerà legna al fuoco» tenderà invece a esacerba re una discussione già tesa, rischiando di farla degenerare in lite. «Caricarsi di legna verde» sarà invece una scel ta poco previdente: quando la legna è verde, si sa, stenta a bruciare. Chi si riferisce a un «legno torto» si troverà in presenza di una situazione diffici le, oltremodo complicata, oppure alle prese con un individuo il cui caratte re è particolarmente spigoloso, ira scibile, poco malleabile. L’espressio

re il legno, lisciarlo e prepararlo per costruirci qualcosa, sono operazio ni che comportano una conoscenza e un’accortezza che coinvolgono corpo e mente in un unico gesto. Analoga mente, trasportare una trave in legno da un punto all’altro di un cantiere ri chiede che tutti i sensi siano allertati, allenati e coordinati a portate a termi ne quel Nell’insieme,compito. la vicenda persona le di Lochmann diventa il punto di partenza per riflettere sull’importan za della manualità, sui benefici che questa può avere per l’equilibrio di corpo e mente; e su un possibile ritor no all’artigianato come stile di vita. Come afferma l’autore stesso: «a po co a poco mi è parso chiaro che uno

Informazioni www.camminarewww.pronecwww.lugano.atte.chtute.org sicuri.ch

Anziani e movimento

Prevenzione ◆ Il 1° ottobre presso il centro ATTE di Lugano si svolgerà la giornata di promozione «Anziani sicuri e agili sulle proprie gambe»

Molte delle pagine che Lochmann scrive sono dedicate alla presentazio ne di un’arte fatta di trucchi, di riti e di saperi imparati lavorando all’aria aperta, magari sui tetti di una casa. Strutturato in capitoli che prendono spunto, spesso, da un’esperienza per sonale, La lezione del legno illustra l’u nicità e i pregi che fanno del legno un materiale da costruzione prezioso e insostituibile. Descrivendo situazio ni e momenti in cui maneggia e dà forma al materiale, l’autore francese

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non lasciate gli apparecchi elettrici in modalità sleep o standby, ma spegneteli completamente – con una ciabatta o un interruttore di rete è un gioco da ragazzi. Basta un clic per risparmiare energia scollegando più dispositivi contemporaneamente.

Cucinare coperchioachiuso:

le tradizionali lampade alogene consumano molta più elettricità rispetto alle moderne versioni a LED. Equipaggiate la vostra abitazione con sorgenti luminose a LED e risparmiate energia semplicemente premendo un interruttore.

Altre raccomandazioni di semplice e rapida attuazione su zero spreco.ch

Utilizzare ciabatte dotate di interruttore:

assicuratevi che nei locali non utilizzati le luci siano spente.

Utilizzare tecnologialaLED:

L’energia è scarsa. Non sprechiamola.

In questo momento particolare, tutti possiamo fare qualcosa per ridurre sensibilmente il consumo di energia. Bastano alcuni semplici accorgimenti nella vita quotidiana, ad esempio in casa.

durante la cottura, gran parte dell’energia va dispersa. Coprire la pentola con un coperchio aiuta a trattenerla – oltre che a far cuocere il cibo più velocemente.

Spegnere sempre la luce:

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Il contesto cambia rapidamente e, per immedesimarsi e capire meglio alcu ni particolari, vengono in aiuto i brevi testi descritti nell’apposito opuscolo, i quali sono pure ripresi dall’audiogui da, un’innovazione che si può ascolta re durante il percorso in alternativa al cartaceo. Assieme ai racconti vocali, online è anche disponibile una mappa interattiva per una visita virtuale, con pure le immagini dei punti d’interes se. Lungo il tragitto, che si sviluppa su un terreno misto fra strade, stra dine, sentieri e praterie, non si tro vano invece pannelli informativi, ma unicamente le necessarie segnalazio ni (cartelli indicatori) per individuare la via da seguire, la quale s’inerpica anche brevemente sulla collina sovra stante, per un dislivello complessivo di 180 metri.

Elia Stampanoni

Il circuito paesaggistico va a insi nuarsi in questa zona alla fine, in cor rispondenza degli ultimi dei 18 pun ti d’interesse. Qui s’approccia il tema dei ripari fluviali e si ricorda l’impor tanza del fiume e dei suoi argini na turali in un ampio discorso di sal vaguardia della biodiversità. Come leggiamo nell’opuscolo, «nella golena del fiume Maggia sono state censite circa 600 specie di vegetali, pari a un quarto dell’intera flora svizzera». Un altro ambiente pregiato è il biotopo presente lungo il percorso, poco pri ma di rientrare al punto di partenza.

Lodano, pittoresco villaggio della Vallemaggia, ha ultimamente cono sciuto un’attenzione particolare per le faggete della sua valle che, assieme a quelle contigue di Busai e Soladino, sono entrate l’anno scorso nel Patri monio mondiale dell’UNESCO (ve di anche «Azione» del 28.9.2020).

poi volare a Singapore il 2 ottobre, in Giappone il 9, negli Stati Uniti il 23 e in Messico il 30. Sempre dello stes so mese. A novembre, il 13, si corre a Interlagos, Brasile. Infine la «fatico sa» stagione chiude il 20 novembre ad Abu Dhabi. Insomma si corre in tutto il mondo.Leggendo queste righe ci si ren de conto di come non solo la Formu la Uno continui ad attirare pubblico

Dal campionato di Formula E del 2023-2024 debutterà un propulsore elettrico da 470 cavalli che permet terà di raggiungere una velocità mas sima di 322 chilometri orari. Sarà più seguita? Il futuro della mobilità col lettiva sembra proprio che sarà elet trico, ma non siamo così convinti che potrà esserlo anche per i Gran Premi.

Tutti i paesaggi di Lodano

Ci sono però anche altri validi motivi per visitare questa frazione del Comune di Maggia, come per esem pio il Sentiero paesaggistico che in poco meno di sei chilometri va a sco prire una moltitudine di ambienti na turali e antropici della zona. Si pas sa dal fiume al bosco, dai villaggi alla campagna, dalle zone protette ai vi gneti, dalle costruzioni rurali ai ter razzamenti abbandonati.

Mese impegnativo lo scorso luglio con ben quattro fine settimana di ga re: Gran Bretagna, Austria, Francia e Ungheria. Qualche settimana di va canza in agosto e poi si è ripreso il 28, alla fine del mese, con il Belgio. Olanda il 4 settembre, Italia l’11 per

Una stagione incredibilmente ric ca di appuntamenti quella del 2022. Il cosiddetto «circus» della F1 ha vi sto il semaforo verde il 20 marzo scorso in Bahrain a cui è seguito il 27 marzo il Gran Premio dell’Arabia Saudita per poi spostarsi a Melbour ne (Australia), il 10 aprile. A segui re, Imola, in Italia, il 24 aprile, e poi

Motori ◆ Quale futuro attende i Gran Premi? Basterà potenziare i propulsori delle elettriche per far appassionare alle gare in versione ecologica?

Pietro Bordino al Gran Premio d’Italia del 1922. (Le tribune)

Territorio ◆ Un itinerario circolare attorno a Lodano permette di scoprire in poco tempo una grande varietà di paesaggi, con l’aiuto di un opuscolo o di un’audioguida

Informazioni

Un sentiero ricco di specie animali e vegetali fra ripari fluviali, vigneti in pendenza, cantine, grotti e carbonaie

Mario Alberto Cucchi

Miami in USA, Barcellona in Spa gna, l’irrinunciabile Principato di Monaco. E poi ancora l’Azerbaijan e il Canada in giugno.

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 19 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino 9 SOCIETÀ

ma di quanto sia oggi forse in uno dei momenti di successo maggiore della suaMastoria.come? Automobili a ruote sco perte e alimentate a benzina? Vetture che inquinano e che sono rumorose a tal punto da mettersi i tappi nel le orecchie? Eppure, magari a bor do di auto elettriche a zero emissio ni, gli appassionati corrono a vederle. Ci sono alternative green anche nello sport automobilistico. Esiste la For mula E in cui le auto sfrecciano silen ziose senza emettere un grammo di monossido di carbonio. Tuttavia, si no ad oggi, non stanno raccogliendo lo stesso successo nonostante l’altret tanto ricco calendario di gare. Forse perché le prestazioni sono inferiori ri spetto alla F1?

Lodano, punto di partenza del Sentiero paesaggistico che si può percorrere con l’aiuto di audioguida e mappa interattiva. (Elia Stampanoni)

Nella parte boschiva del tragit to, che sale in quota dietro al paese, si scopriranno alcune testimonianze del passato, caratterizzato dalla pre ponderanza dell’attività agricola. Si tratta per esempio di tre piccole can tine scavate sotto la roccia e risalenti alla prima metà dell’Ottocento oppu re della zona dei grotti situata in un luogo particolarmente ombreggiato e

Qui sono state registrate 16 specie di libellule, tra cui la rara Calopteryx vir go meridionale, riconoscibile dalle ali blu. Altri animali tipici di questo ha bitat naturale, caratterizzato da alcu ne lanche all’interno della zona gole nale, sono rane, rospi e innocue bisce d’acqua che con la dovuta pazienza e spirito d’osservazione si potranno scorgere o udire.

Link Sentiero paesaggistico, opuscolo, audioguida e patriziatolodano.ch/https://sentieropaesaggistico.mappa:

All’Autodromo di Monza è stata sventolata per l’ennesima volta sul la linea d’arrivo la bandiera a scacchi. Il noto e mitico autodromo italiano quest’anno compie infatti il suo cen tenario. La ricorrenza è stata sottoli neata domenica 11 settembre, duran te l’ottantesimo Gran Premio d’Italia. Tra le varie cerimonie per la celebra zione dell’evento, che si sono inseri te a corollario della Formula Uno, è stata inserita anche la premiazione del marchio Fiat. Fu infatti proprio la Casa torinese ad aggiudicarsi il primo Gran Premio d’Italia corso sul circu ito Correvalombardo.l’anno 1922, ed era il 10 settembre, quando il pilota Pietro Bordino conquistò il gradino più al to del podio grazie alla sua Fiat 804. Una vettura che era dotata di un mo tore 2.0 a sei cilindri in linea in gra do di erogare 95 cavalli portati per la gara a 112. Il cambio era manuale a quattro marce. Arrivava a sfiorare i 170 chilometri orari di velocità mas sima e pare fosse difficilissima da gui dare a causa del peso contenuto di soli 650 chilogrammi.

ra coltivati e arricchiti dalla presenza di elementi caratteristici, come mu ri, muretti, pergole, carasc (i sostegni in pietra) o anche alberi ad alto fu sto. Anche questi vigneti, in parte ri pristinati nel 2022, creano un ricco ecosistema e quindi un luogo adat to a molte specie vegetali o animali, che qui trovano le condizioni adatte per insediarsi. Una biodiversità che si trova anche proseguendo nella gi ta, passando da un ambiente all’altro, assaporando il panorama e gustandosi questa varietà di spazi e luoghi di vita.

In verità sulle Formula Uno di og gi il peso non è aumentato di molto. Prendiamo ad esempio la monoposto Ferrari 2022 ovvero la F1-75. Il peso complessivo con acqua, olio e pilota è di 795 chilogrammi, ma i cavalli sono diventati più di 1000. Di conseguen za l’aumento delle prestazioni: basti pensare che la velocità massima è di oltre 350 chilometri orari. Insomma sono passati cent’anni, è cambiato il mondo, eppure oltre 300mila uomi ni e donne vanno ancora in Autodro mo per vedere sfrecciare su un nastro d’asfalto dei bolidi guidati da «ragaz zi» che si sfidano sino all’ultima cur va. E nel frattempo decine di milioni di persone in tutto il mondo li guar dano in televisione mentre stanno co modamente seduti sul divano di casa.

A Monza le auto da corsa rombano da cent’anni

fresco. A completamento del conte sto rurale è stata ricostruita una car bonaia, per mostrare come si produ ceva il carbone, una pratica in uso fino alla seconda guerra mondiale. Anche nella valle di Lodano l’attività aveva una grande importanza, tanto che so no state rilevate ben 213 piazze per la fabbricazione del carbone, con la più antica risalente addirittura alla se conda metà del Quattrocento. Un’al tra riproduzione che s’incontra lungo il cammino è quella di una stazione d’arrivo di un vecchio filo a sbalzo, sistema che permetteva il trasporto a valle del Uscitilegname.dalbosco il percorso propo ne un anello che va a insinuarsi nella vasta e ricca zona dei ronchi, caratte rizzati da vigneti in pendenza tutto

Il sentiero è stato promosso e re alizzato dal Patriziato di Lodano tra il 2015 e il 2018, sullo slancio di altri interventi di valorizzazione realizza ti in precedenza, i quali contempla vano soprattutto la selva castanile a monte del nucleo, i vigneti nella zo na dei ronchi e le lanche adiacenti al fiume Maggia, tutti elementi tocca ti oggi dal percorso didattico. Il se guito del progetto ha poi permesso di aggiungere ulteriori elementi di valo re, grazie al recupero di alcuni edifici e manufatti tipici dell’era rurale, co me il mulino, le cantine o un’infinità di muri a secco, ma anche di superfici agricole estensive. Il circuito prende avvio e si sviluppa attorno al centro del borgo, a 340 metri di altitudine, intrufolandosi prima nel nucleo, per poi salire in quota, aggirare il paese e ritornarvi dopo aver toccato le rive del fiume. Si resta pertanto racchiusi tra due aree protette d’indubbio valore, ossia le citate faggete e il fiume Mag gia. Tra Avegno e Bignasco, quindi includendo anche Lodano, le spon de del corso d’acqua, con i suoi argini e gli ambienti connessi, sono infatti inserite nell’Inventario federale delle zone golenali d’importanza nazionale e, dal 2010, sono tutelate da un decre to di protezione.

yourRockfuture

Orientamento ◆

Cina e Giappone, vecchio di milio ni di anni. Agisce sulla circolazione venosa, arteriosa e soprattutto cere brale, è un antiossidante e un riabi litatore post ictus, cura le disfunzioni sessuali dovute a scarsa circolazione e le sindromi premestruali, inoltre può migliorare le funzioni cognitive e la concentrazione indebolite da cattiva circolazione, dilata le arterie di medie e piccole dimensioni, in parecchi casi è indicato dai medici per migliorare la memoria.Tralecuriosità: gli alberi di Gink go sono sopravvissuti alla bomba ato mica sganciata su Hiroshima alla fine della seconda guerra mondiale: era il 6 agosto del 1945 quando gli ameri cani con l’esplosione uccisero 100mila persone e rasero al suolo la città, po chi mesi dopo l’area circostante venne esaminata e si scoprì che non vi era al cuna forma di vita, fatta eccezione per gli alberi di Ginkgo Biloba distanti 1-2 km dall’epicentro dell’esplosione. Per questa ragione in Oriente e negli Stati Uniti, l’albero è considerato sim bolo di rinascita.

L’albergheria ticinese apre le porte ai giovani

Informazioni HotellerieSuisse Ticino (091 683 62 72, info@gastroohotelleriesuisse-tsegretariato@icino.ch)GastroTicino(0919618311,ticino.ch)

L’ipertensione regolata con le piante

Con l’arrivo dell’autunno ritorna rock your future, l’iniziativa rivolta ai gio vani allievi che si apprestano a com piere una scelta di formazione e di carriera lavorativa futura. Dal 22 set tembre al 22 ottobre le aziende di formazione del settore alberghiero e della ristorazione invitano dunque i ragazzi a dare uno sguardo al «dietro le quinte» delle loro attività.

Grazie al supporto di Hotellerie Suisse e di GastroSuisse, nel concre to, rock your future offre giornate (a li vello nazionale) durante le quali sarà possibile l’esplorazione delle carriere del settore: i ragazzi potranno visita re le strutture che aderiscono all’ini ziativa (l’elenco si trova sul situraternosonadiversimatividiAvrannotermediari,varnerockyourfuture.ch/it/events)sito www.eosserillavorodirettamente,senzainandandooltreilteorico.infattianchelapossibilitàprendereparteadeilaboratoriforincuipotrannosperimentaremestierieconfrontarsidiperconiprofessionistidelsettore.Perpartecipare:selezionare,all’indelsitosopraindicato,lastrutchesiintendevisitareeregistrarcompilandol’appositomodulo.

libro delle mutazioni I-King, consul tato in Cina da tremila anni, si usava no 50 bacchette vegetali di Achillea; Fu Hi, imperatore e indovino cinese, raccomandava di usare esclusivamen te tali bacchette per ottenere i respon si oracolari.Eccocome Ildegarda di Bingen, nel lontano XI secolo descriveva l’A chillea: «Il millefoglio è un po’ caldo e secco e ha forze particolari e buone per le ferite, se infatti un uomo è sta to ferito per disgrazia, si lavi la feri ta con vino e sul panno che sta sopra fasci leggermente del millefoglio cal do bollito moderatamente nell’acqua e poi moderatamente strizzato, ed es so toglie alla ferita il marcio e le ulce re e guarisce la ferita». L’Achillea era usata un tempo in campagna non solo per le numerose proprietà medicinali, ma anche per conservare il vino met tendo un sacchetto dei suoi semi nel la botte, come il luppolo si può usa re per preparare la birra, come infuso, con altre erbe come il tiglio, era be vuta per tosse e bronchite; un infuso con fiori di Achillea essiccati o freschi è utile ancora oggi contro la sudora zione

Fra le prime piante che hanno ef fetti sull’ipertensione troviamo l’a chillea, poi l’aglio, la betulla, il bian cospino, l’ulivo, il ginko, il vischio, il tarassaco. Incontriamo Achillea mille folium, della famiglia delle Asteraceae, nei prati o sui bordi dei sentieri, in somma ovunque. È una piccola pianta spontanea forte e selvaggia conosciuta da millenni che può essere quasi infe stante: ha capolini floreali a forma di ombrello di colore bianco a volte con tenere sfumature rosate che rimango no da maggio al tardo autunno. Se condo alcuni ricercatori ha un’azione simile a quella dei farmaci comune mente usati in caso di ipertensione, favorisce il flusso sanguigno e arre sta le emorragie (grazie al suo effet to cicatrizzante): diverse sperimenta zioni su animali hanno dimostrato la sua capacità di abbassare la pressione arteriosa, è antiinfiammatoria, sto machica, sedativa e per uso esterno cicatrizzante.Deveilnome alle sue frastaglia tissime foglioline (che a primavera si possono cucinare in minestra), ma so prattutto al mitico eroe greco Achil le, che durante la guerra di Troia – su indicazione di Afrodite e del centauro Chirone, maestro di medicina – guarì con quest’erba un re ferito. Era chia mata anche erba dei crociati, si nar ra che i combattenti portassero con sé le erbe essiccate per curare le ferite in battaglia. Tra le curiosità: nel famoso

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Descrivereeccessiva.il valore terapeutico dell’aglio forse è superfluo, ne parla no i testi dell’antico Egitto, della Gre cia, dell’India e della Cina, noi ci li mitiamo a informare che nei confronti dell’ipertensione studi clinici hanno dimostrato la sua azione preventiva

dei rischi cardiovascolari. La sua at tività ipotensiva è legata alla capacità di causare vasodilatazione nei piccoli vasi sanguigni cutanei; l’allicina e altre sostanze di cui è incredibilmente ric co riducono infatti l’aggregazione pia strinica e la possibilità di formazione di coaguli. Un consumo abituale di aglio pare risvegli la memoria e osta coli il calo delle funzioni cognitive. Ma un posto grande nel tratta mento dell’ipertensione lo occupa il meraviglioso biancospino, dai rami cespugliosi che nascondono punte acuminate e piccoli fiori bianchi e ro sati dal delicato profumo; le sue bac che rosse sono commestibili e molto amate dagli uccelli. Diffuso in tut ta Europa e nel bacino mediterraneo, era considerato una pianta protettrice delle abitazioni, in grado di allontana re gli spiriti. È sedativo, vasodilatato re, ipotensore, regola ritmo e frequen za del battito cardiaco, placa angoscia, ansia, ipereccitabilità, non raramente è prescritto dai medici a questo scopo, e i suoi effetti si notano a lungo termi ne anche per cefalee, vertigini, acufe ni e disturbi della menopausa (da non usare in gravidanza e allattamento).

Eliana Bernasconi

Cindy Gilbert (Autore), Roberta Maresci (Autore), Daniela Di Lisio (Traduttore), Il grande libro delle erbe medicinali per le donne. La guida più completa al benessere femminile Edizioni Sonda, 2019, 431 pp.

Fitoterapia ◆ Tra queste, l’Achillea millefolium, chiamata anche erba dei crociati, dei quali curava le ferite in battaglia

Si ha ipertensione quando la pressio ne della circolazione del sangue nelle arterie risulta elevata e provoca un au mento di fatica al cuore, è un distur bo diffusissimo che quasi sempre non è dovuto a gravi motivi medici ma ha innumerevoli cause di diversa natura legate allo stato generale, o all’attivi tà fisica, o allo stato emotivo, e può subire variazioni nei diversi momenti dellaSonogiornata.molte le piante che agiscono sull’ipertensione, e che nelle loro di verse indicazioni hanno quella di flu idificare il sangue, rinforzare le pareti venose, e tenere quindi sotto controllo la pressione sanguigna. Come chia riamo sempre, qui non si vuole certo fornire dei consigli ma solo trasmette re informazioni a chi stesse pensando di affidarsi alla fitoterapia, mettendo sempre in guardia dai rischi seri in cui incorre chi volesse autocurarsi senza consultare il medico.

Un’altra pianta molto conosciuta usata per migliorare l’afflusso di san gue al cervello e che agisce a tutti i livelli del sistema circolatorio rallen tando anche la progressione della ma lattia di Alzheimer, è il Ginkgo bilo ba, albero leggendario originario di

Bibliografia

diEsemplari millefoliumAchillea Rockstein)(Andreas

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 19 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino 11 SOCIETÀ ◆ ●

sono andati incontro questi ultimi. Siamo diventati improvvisamente tutti bambini indisciplinati che, nel momento in cui il maestro esce dal la classe per qualche motivo, inizia no a strepitare e a fare baccano. Bi sognerebbe chiedere a Freud cosa ne pensa. Parlerebbe di regressione al lo stadio orale? Forse a quello ana le, più scatologicamente adatto? Per certo sembra di poter osservare che nella nostra psiche l’uso delle tecno logie digitali si collega direttamente a un pensiero magico che, quello sì, è potentemente infantile.

Grande Rete permette di soddisfa re qualunque desiderio in un istante, non mettendo più filtri tra il deside rio e il possesso. A pensarci è stra ordinario notare come un’invenzione così profondamente tecnologica, così sofisticata e complessa, sia stata in tegrata dalla società a un livello così primitivo e per certi versi regressivo. Per come l’abbiamo presa noi, gen te comune, la tecnologia è veramen te un procedimento magico, perché permette di trasmettere il pensiero istantaneamente, perché ci mostra quello che succede in altre parti del mondo contemporaneamente, per ché è in grado di farci avere in po chissimo tempo tutto quello che ci serve: proprio quel che fanno gli og getti fatati nelle fiabe. Tanto per tornare al padre del la psicanalisi, potremmo dire che la società tecnologica potrebbe rap presentare un’occasione d’oro per

Approdi e derive

to, hanno cambiato le regole e aperto la strada a generazioni di ragazze per sognare più grande che mai».

occhioni sulla ri cerca scientifica, facendosi testimone dell’impegno politico e del valore arti stico delle donne, ma anche dei loro so gni di ricchezza, la nostra Barbie sem bra essere diventata femminista. Sono

di Lina Bertola

Colpiscono e fanno riflettere le pro teste di Greta Gysin per l’accanimen to con cui i suoi detrattori l’aggredi scono sui canali social. Siamo sicuri che non sia l’unica a essere oggetto di un simile trattamento: nel mon do senza controllo (o, piuttosto, che viene teoricamente dichiarato come controllato) della comunicazione di gitale il fenomeno dello hating è co nosciuto da tempo ed è diventato con il passare del tempo persino una stra tegia politica. Lungi dal rappresen tare un mezzo di informazione utile e formativo, la Grande Rete si è tra sformata in due decenni in un mondo senza remore e controlli, in un «circo della libertà» di zaloniana memoria. Certo, non potevamo aspettarci mi racoli, dalla «rivoluzione digitale». Il suo punto debole, lo diciamo da sempre, sono i suoi utenti. Quello che sembra interessante osservare è però l’estrema infantilizzazione a cui

Anche la Barbie è diventata femminista

Donne ispiratrici, insomma, che avrebbero il desiderio di offrirsi all’immaginario delle bambine come modelli esistenziali. Da pochi mesi un’altra grande donna in miniatura, consegnata a mani giocose, è compar sa sul mercato. Si tratta di Ida B. Wel ls, nata schiava nel 1862, diventata poi giornalista e attivista per i diritti civi li e per il suffragio femminile. Ultima arrivata, qualche settimana fa, mada me B. Walker, la prima donna milio naria afroamericana di umili origini che da sola è diventata proprietaria di un immenso impero nel settore della cura dei Sgranandocapelli.isuoi

cidere i mostri marini che, secondo la leggenda tramandata da chi gover na, minacciano le coste del regno Tre Ponti. Un giorno sull’Inevitabile s’in trufola (nascondendosi su una botte) Maisie, la piccola orfana decisa a ve dere da vicino le avventure lette sui libri con cui è cresciuta e che le ricor dano i genitori uccisi sulla Monarca, un’altra leggendaria nave cacciatrice distrutta dai mostri tempo addietro. Ma l’amicizia con una piccola creatu ra marina a cui Maisie dà il nome di Blu e la capacità di notare, tra mille vicissitudini, che l’animale più terri bile a cui la nave dà la caccia, ossia la Furia Rossa, non ha cattive inten zioni, fanno maturare alla bambina la convinzione che i mostri non siano davvero cattivi. Maisie si rende conto che quello che vede è diverso da quel lo che ha sempre letto e che i libri sul la copertina riportano il simbolo del

vazioni con cui è stato avviato questo progetto, c’è da chiedersi se ciò riesca davvero a incoraggiare e a promuove re nelle bambine l’immagine di una donna libera ed emancipata. I dubbi sono molti. E non solo i dubbi. A me pare infatti che tutta questa vicenda, giocata tra esigenze commerciali e bi sogni culturali, sia sintomo della gran confusione etica che si sta consuman do nel nostro tempo.

andata a curiosare in un paio di negozi di giocattoli, ma di queste icone ispira trici nemmeno l’ombra. Dagli scaffali continuano a mostrare ampi sorrisi, e abiti sontuosamente kitsch, soprattut to regine, sirenette e spose. Qualcuna appare anche in abiti da lavoro, sem pre accompagnata da coloratissimi ac cessori, valigetta e cellulare, ma anche pettini, fibbie, rossetti, e altri ninno li vari. Una venditrice mi ha spiegato che di Barbie ispiratrici ne hanno avu to qualche esemplare, ma le attiviste e le femministe sono molto più care, co stano quasi il doppio di principessine e sirenette. Vedremo a Natale, aggiun ge, quando torneremo a proporle. Mi sono chiesta se questa operazio ne di nicchia vada considerata una scelta di marketing per cavalcare il pink power in tipica salsa americana o se davvero sia animata da autenti che buone intenzioni. Anche volen do optare per questa seconda ipotesi, anche accogliendo fiduciosi le moti

Immagino che a molte bambine, di stagioni più o meno lontane, sia capi tato almeno una volta di trovare sotto l’albero di Natale una splendida bam bolina plastificata, coscia lunga, fisico perfetto, occhioni spalancati, abiti luc cicanti e soprattutto lunghissimi ca pelli. Sto parlando della Barbie, ormai sessantenne ma sempre in gran forma. Talmente in forma che ultimamen te sta tentando di espandere la sua già ampia presenza nel mondo dei giochi con una serie di bambole da collezio ne. Inaugurata l’8 marzo 2018, la nuo va costosissima Barbie si ispira a donne vere che hanno fatto la storia. Perso naggi come l’artista Frida Kahlo o co me la famosa etologa ed attivista Jane Goodall, accuratamente «mascherate» da Barbie, e sempre con capelli in bel la vista, sono ora a disposizione del le bambine con lo scopo, scrive la ca sa produttrice nel suo sito ufficiale, di «rendere omaggio a incredibili eroine, donne coraggiose che hanno rischia

Molti di noi sono cresciuti in un’e poca in cui la rinuncia era la chiave di volta per capire il mondo. Che si trattasse di pregiudizi indotti dall’i

Terre Rare

«Per generazioni ci hanno insegna to a odiare i mostri. Io non credo che i mostri abbiano mai minacciato le rive. Era solo una storia raccontata da loro (il dito indica il re e la regi na, ndr). Così i mostri hanno reagi to». Chi pronuncia queste frasi è una bambina, Maisie Brumble, disposta a mettere in discussione ciò che pensa va fosse vero, anche se i suoi genitori sono morti durante la caccia a questi presunti mostri. È la protagonista del film d’animazione Netflix Il mostro dei mari, tra i top 10 più visti quest’e state. Il cartoon ci consegna una Paro la dei figli su cui vale la pena riflettere: basta odio! La storia si snoda nei mari del Dregmorr, solcati da navi di cac ciatori come la Inevitabile, guidata dal capitano Crow (doppiato da Diego Abatantuono) e dal suo protetto Jacob Holland (doppiato da Claudio Santa maria). Il compito dei cacciatori è uc

mettere alla prova la sua teoria. Non dovrebbe più esistere nevrosi, in un un mondo in cui non si soffre più il problema della rinuncia, in cui ogni desiderio può trovare il suo appa gamento, in cui la comunicazione e l’informazione sono così capillari e, per così dire, obbligatorie. Potrem mo essere tutti tranquilli e felici, se duti davanti ai nostri video giganti come i grassoni del cartone anima to di WallE. E invece… avete pro vato a fare una passeggiata di sera nei quartieri dove sono stati costrui ti i palazzi moderni? L’impressione è che gran parte delle persone viva in appartamenti costantemente esposti alla vista degli altri, con luci sempre accese e con finestre senza tende, in modo da vedere ed essere visti, come nei palazzi di vetro delle fiabe. Pos siamo avere tutto, possiamo essere tutto, ma abbiamo ancora paura del buio e della solitudine.

L’erba voglio è digitale

capito: io sono convinta che la mag gioranza degli Gen Z, e forse anche i loro fratelli più piccoli, gli Alpha, facciano parte di una nuova genera zione capace di mobilitarsi in nome dei diritti e contro la messa all’indice di chi è diverso. Crederci, dopotutto non ci costa nulla. Ma forse non ba sta. Quando il re e la regina le dico no che lei non ha il diritto di parlare, la sua risposta è: «Io ho tutti i diritti. Provengo da una stirpe di cacciato ri che sono morti della vostra grande morte. Il vostro regno è stato paga to con il sangue». La popolazione che assiste alla scena capisce e applaude: «Ascoltate la bambina!». Jacob Hol land, il protetto del capitano Crow, cresciuto da lui come un figlio, via via comprende le ragioni di Maisie, prende una lancia e la spezza: «Mai più caccia ai mostri». Siamo ancora in tempo anche noi.

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Basta odio

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di Simona Ravizza

La tecnologia, se ci fate caso, ha completamente capovolto il ragiona mento, rendendo istantanea e libera mente realizzabile la soddisfazione del desiderio (non si parlava di Freud per caso…): accelerando in manie ra incredibile i processi decisionali e le possibilità di interazione con il mondo e con le persone, le regole del passato sono state sovvertite. La tec nologia si è rivelata, per molte perso ne, un puro strumento di magia. Co me una bacchetta magica, come una lampada di Aladino, l’accesso alla

deologia religiosa, oppure di regole comportamentali vigenti in una so cietà rurale, povera, l’insegnamen to più importante impartito dall’e ducazione era quello di saper gestire la «mancanza», di saper controllare i desideri, di sottoporre le proprie esperienze a un regolare «esame di realtà», per valutarne la consistenza e la ragionevolezza.

la Corona: così intuisce che la storia che lei credeva fosse vera è tutta pro paganda che i monarchi hanno usato per estendere il proprio dominio. Non voglio «spoilerare» tutto il film d’animazione (consigliando a chi non l’ha visto di guardarlo con i propri fi gli), ma voglio fermarmi sulla frase che Maisie pronuncia nel momento della resa dei conti: il capitano Crow, dopo avere tentato invano di uccidere la Furia rossa, è adesso lui sotto tiro. Al mostro basta una mossa per ucci derlo e dal suo punto di vista avrebbe tutti i motivi per farlo. «Se ora lo fai, non finirà mai», interviene la bambi na. Il suo è un grido potente per di re basta all’odio, indipendentemente dalle ragioni e dai torti. Ma – chie derete voi – Maisie rappresenta i ra gazzi reali o i ragazzi che davvero ci dovrebbero essere per salvarci dal mondo che fa un po’ schifo che gli

Diversamente da tutti gli uomini (e le donne) che ci hanno precedu to, noi abbiamo assistito a un cam biamento di paradigma educativo, morale e logico allo stesso tempo.

Consegnare il valore di queste prota goniste della storia alla loro immagi ne esteriore, alla loro fisicità, non per mette certo di entrare in contatto con il loro animo, con il loro mondo inte riore, con quella umanità per cui la vi ta di queste donne possa essere presa a Vestitemodello.bene, con abiti d’epoca, tocca te da manine curiose, possono essere pettinate e accudite, con molti dei gesti consueti in cui si esprime il piacere di giocare con le bambole. E qui va sot tolineato un altro paradosso: mentre la

di Alessandro Zanoli

bambina dovrebbe imparare a rispec chiarsi in questa bella figura di donna emancipata, in realtà continua a rela zionarsi a lei secondo i modelli più tra dizionali di comportamento femmini le. Il modo di interagire con Ida Wells, o con madame Walker, rinforza com portamenti femminili che confliggono con il messaggio di queste donne; nel gioco vengono infatti rinforzati quegli atteggiamenti di cura in cui per secoli è stata ingabbiata l’identità della don na. In un contesto ludico che di fatto ripropone alle bambine la dimensione domestica della cura, il valore di donne emancipate, imprigionato nel sorriso di una bambola, non sembra destinato ad avere un effetto liberatorio. Meglio allora cambiare le scarpine della balle rina o pettinare la lunga chioma della sirena. È più coerente. Anche in vicende minuscole come questa, le istanze femministe mostra no il rischio di restare prigioniere delle gabbie simboliche di genere.

siamo consegnando? Non lo so, ma io guardando molti di loro continuo a pensare che i nostri figli saranno meglio della nostra generazione. Ec co, allora, che mi piace pensare che le Parole dei figli di oggi siano quelle di Maisie, capace a mio avviso di dar ci uno spaccato straordinario di cosa pensano i ragazzini, della loro visio ne del mondo e dei loro interrogati vi. E soprattutto delle loro risposte. Mettere in fila le sue parole, dunque, lo trovo davvero emblematico per ca pire la loro capacità di interrogar si sulle fake news, l’attenzione verso l’ambiente fino alla sensibilità davan ti ai D’accordo,soprusi.è solo un film. Ma chi legge da tempo questa rubrica – so prattutto quella dedicata alla sensibi lità dei giovanissimi sui temi Lgbtq+, green, tutela di minoranze, diversità e più deboli – lo dovrebbe avere ormai

Le parole dei figli

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In questa puntata «adrenalinica» si torna in acqua, nuovamente pronti a imbracciare una pagaia. Dopo aver parlato della canoa da fiume, intesa come la discesa tra le rapide dei cor si d’acqua, soprattutto nostrani (ve di «Azione» del 25 luglio), la rubri ca torna ad aprire una… rinfrescante finestra su questa disciplina grazie all’impresa firmata da Ivo Gentilini e dal suo fedele amico e organizza tore Andreas Schmid, due amici di lunga data e soprattutto non di pri missimo pelo (per il primo quest’an no le primavere sono 65, nove in più perDall’OberalpSchmid).

Nel menu dei due, giornate da una sessantina abbondante di km di paga iate: «Ci sono state, soprattutto all’i nizio, tappe più corte, di una quaran tina di km, ma quando il fiume si è aperto, dopo Costanza, la media era tra i 60 e i 65 km; la giornata in cui abbiamo pagaiato più di tutte ne ab biamo percorsi 82. Con un ritmo di dieci ore al giorno: certe volte, visto il grande caldo, abbiamo anticipato la partenza al mattino, per poter bene ficiare di qualche ora in più di relati va frescura, visto che in Germania un giorno ci siamo trovati in acqua con una temperatura di 34 gradi, saliti ad dirittura a 37 °C quello seguente…». Poi, la sera, esausti, Ivo e Andreas ri guadagnavano la riva, dove montava no la tenda e si rifocillavano: «Da ca sa ci siamo portati anche un paio di

E così, il primo giugno, raggiungo no il passo dell’Oberalp. A 2345 me tri di quota, il cielo si specchia nel Lai da Toma, la sorgente naturale ufficia le del Reno, uno dei fiumi più lun ghi d’Europa. I due lo raggiungono in bicicletta. Poi caricano sulle ca noe qualche effetto personale («Fra cui una bottiglietta con l’acqua della sorgente, che ci siamo portati appres so fino a Rotterdam»), e iniziano l’av ventura. «Per le prime tappe, fino a

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Oltre i tremila metri Chilchhorn e Pizzo Gallina: sulla via che porta in vetta, in un alternarsi di sentieri ripidi

I talentuosi del tennistavolo Sergio Roic rinverdisce il ping-pong ticinese e punta alle classifiche nazionali

alla foce del Reno in quel di Rotterdam, 1230 km (mille duecentotrenta!) più a nord. A vigo rosi colpi di pagaia, per realizzare una piccola grande impresa che va anche oltre il limite della resistenza umana. Protagonisti di quest’avventura, sono per l’appunto due compagni di viag gio non nuovi a simili imprese.

Non paghi, quest’anno Ivo e An dreas hanno voluto rilanciare, rad doppiando la posta: stavolta pa gaiando sul Reno, per tutta la sua lunghezza. «L’idea l’avevamo but tata là tra il serio e il faceto, appena recuperate le energie dopo la discesa del Rodano».

razioni di fondue: non c’è niente di meglio che quella per recuperare le energie e poi, mangiata all’estero, la si apprezza ancora di più!».

TEMPO LIBERO

Due amici accomunati dalla pas sione per la canoa, che hanno dato i primi colpi di pagaia col Gruppo Ca noisti Ticinesi (che quest’anno fe steggia i 45 anni di attività) sui fiu mi svizzeri, per poi sconfinare in tutta Europa. Così, un po’ per gioco, un po’ per sfida, nel settembre 2019, i due si sono lanciati nell’impresa di discendere il Rodano, partendo dalle sue origini, ai piedi del ghiacciaio del

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Qualche complicazione sorta cam min facendo ha tuttavia eroso quel margine di giorni che i due avevano calcolato: «Sul lago Bodanico il tem porale ci ha costretti a rimanere a riva per due mezze giornate e le poche pre cipitazioni invernali hanno fatto man care 1000 mc/s di acqua al fiume, per cui la corrente era nettamente inferiore a quella che ci aspettavamo! Così, il 23 giugno eravamo arrivati solo a Emme rich am Rhein, al confine con l’Olan da. Provato dagli sforzi, a quel punto –ci racconta Ivo – Andreas ha deciso di terminare lì la sua impresa. Io, invece, dopo essermi consultato con moglie e figli, ho deciso di andare avanti per completare anche gli ultimi 150 km che ancora mancavano a Rotterdam». Arrivandoci quattro giorni più tardi, la mattina di domenica 26 giugno.

Una collezione di famiglia Fucili e qualche arma bianca quali ricordi e custodi di aneddoti curiosi e legati a eventi storici

Un primo senza lattosio Frutti di mare e pomodori, per un piatto con tanti aromi tipici della cucina italiana

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Il Reno a colpi di pagaia

Adrenalina ◆ Prima il Rodano dal Furka al Mediterraneo, ora altri 1326 km fluviali dal Lai da Toma a Rotterdam

Nel ripensare a quelle settimane, le emozioni riaffiorano con tutta la lo ro forza, e la voce di Ivo si interrom pe dal singhiozzo: «Uno dei momenti psicologicamente più difficili da sop portare arriva quando transiti da Co stanza, sulla riva appare un grande cartello bianco con dipinto un gros so zero: da lì a Rotterdam troverai al tri 999 cartelli simili, uno ogni km. Quel lentissimo incedere numerico porta inevitabilmente a un certo logo rio mentale, pensando a quanti anco ra te ne mancano alla meta finale…».

Un traguardo che agli occhi di Ivo, quando finalmente lo taglia il mattino del 26 giugno, è parso come la porta del paradiso: «Ancora oggi che ci ri penso, a diversi mesi di distanza, pro vo una grande emozione e un senso di gratitudine verso Andreas che ha organizzato l’impresa e gli occhi mi si inumidiscono: è stato il corona mento di un grande sogno, un’enor me soddisfazione».

Riavvolgendo gli oltre 1200 km di bobina, sono molti i fotogrammi si gnificativi di questo viaggio. «A im pressionarmi di più è stato lo spettaco lo da cartolina ammirato da Costanza in poi, fino a Basilea. Uno scenario che stride con quello che ti si presenta davanti agli occhi da Basilea in avanti, col Reno che si trasforma in un fiume industriale, ma anche con tratti sug gestivi dove, dopo Wiesbaden, entri

Furka, per arrivare fino al Mar Medi terraneo. Il viaggio l’hanno comple tato in due fasi: «La prima volta, cau sa forza maggiore, ci siamo fermati ad Avignone, dove siamo tornati in un secondo tempo per i 100 km che an cora ci separavano dal mare». Totale della pagaiata: 680 km.

in una gola piena di castelli e paesi ni spettacolari: da lì in avanti, sull’ac qua non sei più solo, e al cospetto del le chiatte che lo solcano, la tua canoa è un minuscolo puntino… Una matti na, sul ponte di una chiatta che risali va il Reno, si è affacciato applaudendo il capitano: probabilmente ci aveva già incrociati nei giorni precedenti e dun que voleva salutare la nostra impresa. È stato un momento molto toccante».

Reichenau, abbiamo impiegato la ca noa da fiume».

Moreno Invernizzi

Ivo Gentilini a sinistra, e Schmid.Andreas

A quel punto il loro viaggio si in terrompe brevemente: «Ma solo il tempo di riportare a casa auto e canoe e caricare il resto del materiale: l’in domani siamo partiti con l’autoposta le alla volta di Coira, dove ad atten derci c’erano le canoe da lago, con cui abbiamo coperto il resto del viaggio». Senza punti fissi particolari, se non quello di raggiungere Rotterdam di lì a 23 giorni, «dove il nipote di Andreas avrebbe recuperato le canoe per ripor tarle a casa».

Pagina 22

Ivo Gentilini e Andreas Schmid hanno impiegato canoe da fiume e da lago per serpeggiare lungo il grande Reno

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Prendiamo spunto dalla Tribù del tavolo verde per parlare dunque di uno sport del quale la cronaca si oc cupa poco, ma che ha annoverato tra i suoi atleti personaggi locali anche molto noti, come fu il caso già ricor dato di Marco Borradori (si vocifera che non fu felice di venir definito solo una «meteora» nel compendio citato in apertura), e pure di Claudio Zali, per rimanere fra i politici.

disciplina olimpica con tutte le sue re gole, e dove il tavolo è sempre verde.

Come coach e dirigente, d’altron de, Roic ha ottenuto ben due vol te la promozione in serie A del Lu gano (prima e unica squadra ticinese

Bibliografia

Sergio Roic, La tribù del tavolo verde – Cronache locali di periferia sportiva, Tipografia Helvetica, Casa d’Arte Miler, Capolago, 2017.

stituire un polo del tennistavolo nel Bellinzonese (abbiamo già una colla borazione ad Acquarossa) per far co noscere questo sport e avvicinare an cora più giovani. A livello sportivo contiamo di salire in divisione nazio nale B in due anni, poi si vedrà».

Luca Bressan, anni 24, numero uno Bellinzona.dell’ABTT

Editoria e sport ◆ La tribù del tavolo verde torna a far parlare di sé grazie alla passione di Sergio Roic ora Commissario Tecnico dell’Associazione bellinzonese tennistavolo

Il ping-pong di quelli che ci credono

Si tratta di uno cosiddetto libro catalogo (conta circa 120 pagine) che, per qualità e contenuto, non fatichia mo a paragonare a opere apparente

Non deve trarre in inganno, infat ti, il sottotitolo «cronache locali di pe riferia sportiva» che qui in verità non limita geograficamente il contenuto al Ticino, ma anzi, porta lo sguardo dalla nostra regione sul mondo intero (dal Sudamerica alla Cina, dalla Ju goslavia all’Ungheria, da Zofingen a Calcutta), alla scoperta anche di altre periferie non meno colorate e appas sionate della nostra, dove talvolta si gioca a ping-pong, altre volte a tenni stavolo, e altre ancora si vivono espe rienze destinate a diventare incredi bili aneddoti da ricordare o riportare nero su bianco, come ha fatto Roic.

S’è detto di ping-pong e tennista volo, per cui fondamentale è spiegar ne la differenza sostanziale: il primo è l’hobby che può essere giocato anche su un tavolo di sasso, il secondo è una

«Le squadre in Ticino oggi sono cinque (Lugano, Riva S. Vitale, Bel linzona, Tenero e Locarno) ma forse ne nasceranno altre due fra breve», ci ha spiegato proprio Sergio Roic, auto re del libro e oggi Commissario Tec nico dell’ABTT Bellinzona (Asso ciazione bellinzonese tennistavolo), che si potrebbe definire rinvigorita proprio di recente: «Siamo circa una cinquantina di soci, di cui venti tes serati (che prendono quindi parte al le varie competizioni della federazio ne svizzera) e una trentina di ragazzi principianti. Gli agonisti di punta so no Luca Bressan, classifica A20 sviz zera (il top), Fabio Mantegazza, A18, Paolo Scartezzini, B15 maschile, Laura Bartolommei, A19 femminile, Stefan Lazic, B12, già campione tici nese assoluto, e Simone Bertoli, C10, che è anche il nostro allenatore».

L’entusiasmo di Sergio Roic è pal pabile, sia mentre parla dei nuovi pro getti del club di cui è CT, sia men tre leggiamo le cronache delle quali sono star indiscusse i molti pongisti che hanno costellato non solo il movi mento locale, ma anche i cieli sportivi di impensabili eroi della racchetta da tavolo, di chi la impugnava all’orien tale (nel libro vi sono anche boxini delucidativi, oltre che diversi qrCode che rimandano ai video di partite im portanti), e chi invece le usava e la usa da mancino, come fa il nostro Mostro di Spalato, o Seo che dir si voglia. In vero non mancano di originalità i tan ti, anzi tantissimi, soprannomi che si incontrano durante la lettura.

Sergio Roic è noto ai più come scrittore, critico letterario e opinionista in forza al «Corriere del Ticino», ma in verità, e nemmeno tanto segretamente, è un appassionato (fanatico?) giocatore di ping-pong, tanto da poter vantare ben 14 titoli ticinesi nelle varie catego rie (di cui 4 nel doppio assoluto), 4 me daglie ai campionati svizzeri juniori e seniori (due a squadre e due in doppio, la prima col Locarno nel 1976 per il campionato juniori a squadre svizzero assieme al compianto sindaco di Luga no, Marco Borradori). Nel cosiddetto top ranking è arrivato a essere il nume ro 217 in Svizzera (stranieri da noi gio stranti compresi) e come classifica in dividuale al top B12. Pongista dal 1973 (aveva 14 anni), nel 1974 si piazzò nei migliori otto svizzeri nel campiona to scolari nazionale. Una passione, la sua, che qualche anno fa lo ha portato a scrivere uno dei libretti più simpati ci e divertenti, e nondimeno letterari, letti negli ultimi anni.

Nell’attesa che le conquiste si com piano, a noi varrebbe la pena rilegger ci La tribù del tavolo verde, anche per la purezza dei racconti che si distin guono per buona narratività, utile a far godere anche quei lettori cui del ping-pong non è mai importato nulla, fosse anche solo per il fatto che non si parla solamente di ping-pong.

Ma stavamo dicendo dell’ABTT della capitale, che si allena tre volte alla settimana nella palestra ICEC in via Francesco Chiesa 2a a Bellinzona. «Abbiamo nove tavoli e allenamenti organizzati per attivi, giovani e diver samente abili fisici e mentali. Alcuni soci del Bellinzona abitano nel Luga nese, la maggior parte nel Bellinzo nese» ci spiega Roic, aggiungendo gli obiettivi che si è prefissato: «desidero far migliorare come risultati e feeling

di squadra l’ABTT Bellinzona. In questa stagione (2022-23, da settem bre a giugno) ci proponiamo di salire in divisione nazionale C, con la pri ma squadra, e di salire in prima divi sione regionale con la seconda. Vor remmo fare anche un bel percorso in Coppa svizzera. Abbiamo dei giova ni talentuosi che dovrebbero impor si nelle categorie dei non tesserati. A medio-lungo termine vorremmo co

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mente più importanti come il già da noi recensito Vite brevi di tennisti emi nenti di Matteo Codignola, pubbli cato nientedimeno che da Adelphi (v. «Azione» del 18.04.2022); per citarne uno tra i tanti.

Non è dunque così improbabi le centrare gli obiettivi che il CT si è prefissato, anche perché la squadra si avvarrà di un paio di rinforzi: «Sia mo riusciti a firmare due crack: Luca Bressan, numero 15 italiano assoluto, e Fabio Mantegazza, numero 35 ita liano, residente a Lugano».

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a esserci riuscita) e la promozione in serie C del Real Lugano (ai tempi la seconda squadra luganese). Già co ach anche del Riva S. Vitale in serie C, nel 1985 fu pure presidente, per un anno, dell’ATTT, una delle otto as sociazioni regionali di cui si compone la FSTT (Federazione svizzera tenni stavolo). Le società in Svizzera inter na sono di fatto molte di più: circa 400 (circa 80 nella sola zona di Zurigo) che annoverano oltre 4mila tesserati.

Manuela Mazzi

Lo chiamano Seo, ha giocato in se rie B, attaccante e bloccatore. È sta to presidente del Real Lugano e, per un anno, dell’Associazione Ticine se Tennis Tavolo (ATTT), poi attivo al Riva, al Lugano e al Bellinzona. È questa la biografia sportiva di Sergio Roic che nel suo libro La tribù del ta volo verde – Cronache locali di periferia sportiva (Tipografia Helvetica, 2017) accanto a un altro centinaio, inserisce anche la propria scheda in quello che chiama: Compendio incompleto del ten nistavolo ticinese, giocatore per giocatore, con inevitabili lacune e omissioni

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ta a forma di corona a due punte; due infatti sono le vette di questa mon tagna che, trovandosi sul confine tra i due cantoni e beffandosi delle liti fra le genti, fa primeggiare – anche se per pochissimo – quella a Nord,

Un’esperienzacorde. suggestiva arric chita maggiormente dall’arrivo di un fitto cumulo di nuvole che si insinua lungo il canalone. Seguo il mio col lega che lavora in modo meticoloso e prudente. All’improvviso perdo la presa sul suolo che in questo punto è completamente rivestito da un sot tile strato di ghiaccio. Scivolo a valle a una velocità impressionante. Freno. In pochi attimi mi ritrovo quasi ven ti metri più in basso. Risalgo il cana lone per riscivolare in un punto più ripido di quello precedente. Questa volta la frenata è immediata a con ferma di come l’esperienza mi abbia subito fatto assimilare la manovra d’arresto.Ventiminuti dopo giungiamo in vetta, dalla quale contempliamo la bellezza del massiccio del San Got tardo. In lontananza scorgo le Alpi bernesi nella loro maestosità, ma di esse parlerò in futuro…

Valutata con il grado T5+, che sta a indicare un’escursione alpina impe gnativa, è una delle vette più belle del massiccio del San Gottardo, nonché un’attrazione per numerosi alpinisti di esperienza e scialpinisti in cerca di quel «qualcosa in più». Purtroppo la qualità della roccia lascia a desidera re rendendo la sua salita possibile so lo all’inizio della stagione alpinisti ca, che in questo caso coincide con le prime settimane dall’apertura del passo della Novena. È quello il pe riodo migliore per una scalata per ché il terreno è ancora ricoperto da uno strato di neve ghiacciata, ciò che riduce notevolmente il rischio della caduta di rocce rimaste imprigionate sotto la calotta bianca.

Oggi tocco e supero i tremila. Senti nella di confine, la mia meta è Pun ta Gallina, che divide il Vallese dal Ticino, fungendo da spartiventi tra Bedretto, a sud-est, e il comune di Obergoms, a nord-ovest. Detta an che Pizzo Gallina, è una montagna delle Alpi Lepontine, e più precisa mente appartiene al raggruppamento del Monte Leone e del San Gottardo.

Da qui si giunge ai piedi del Ca nalone Sud-Est del Pizzo Gallina, o precisamente sul piccolo ghiacciaio la cui pendenza aumenta gradualmente. Incontriamo due scalatori che fanno ritorno dalla vetta. Chiediamo loro delucidazioni sullo stato del terre no da scalare. È molto importante il confronto con chi è passato prima di noi: durante le ascese bisogna sempre chiedere agli alpinisti che si incontra no tutte le informazioni che possano risultare decisive. Non saprei stima re una graduatoria degli incidenti al pinistici in base alle cause, ma il «fai da te» in montagna non è un jolly da giocare con leggerezza.

Quando si parla di incidenti alpinistici, il «fai da te» in nonmontagnaèunjolly da giocare con leggerezza

Nuvole di pioggia si dissolvo no con il lento avanzare dell’alba. Aspettiamo ancora qualche minuto, poi ci mettiamo in cammino. L’ini zio del tracciato si presenta come la più classica delle colline di alta mon tagna. Il miscuglio di erba e muschio fanno risplendere la brina mattuti na sotto i primi raggi del sorgere del sole. Percorsi un centinaio di metri, spunta il Chilchhorn con la sua vet

infine d’accordo gli abitanti di Ul richen sui definitivi confini traccia ti nel 1979, sentendosi a quel punto i «più incoronati».

litaria, altre invece ricordano quelle depositate nei letti dei fiumi prosciu gati. Costituito principalmente da gneiss e granito, è uno dei tratti più insidiosi a causa dell’instabilità del le rocce. Sembra di camminare su un campo minato, come se questa con formazione di macigni e sassi potes se franarti sotto i piedi. Un passaggio che affrontiamo con molta pruden za, lavorando con il baricentro bas so e curando ogni spostamento del nostro peso.

L’idea dell’escursione mi è stata suggerita da un collega di lavoro, uno scalatore con oltre quarant’anni di esperienza nel campo, una settima na fa. Cogliendo la proverbiale palla al balzo ho accettato. E così, oggi ci troviamo in cima al passo della No vena. Posteggiamo sullo sterrato vi cino al cippo raffigurante lo stemma dei due cantoni, quello vallesano e quello ticinese. Si tratta di una lastra rocciosa che peserà una tonnellata e delimita, almeno idealmente, i con fini geografici dei due cantoni. So prannominato anche come «il cippo della discordia», questo masso sparì misteriosamente il giorno dell’inau gurazione del passo, avvenuta nel 1969. Solo qualche tempo dopo, fu ri trovato in un fienile di Ulrichen (fra zione di Obergoms) quale testimo nianza del malcontento: i vallesani non erano d’accordo sul tracciamento dei confini sul passo e ci vollero ben dieci anni per stabilire quelli attuali.

Jacek Pulawski, testo e foto

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Il Chilchhorn è il primo vero osta colo alla volta del Pizzo Gallina. La via che porta in vetta è un alternarsi di sentieri ripidi e ben strutturati. La corona delle due vette richiede qual che gioco di equilibrio e la volontà di mettere alla prova le basi dell’arram picata. Un modico prezzo per una spettacolare vista panoramica su tut to il passo della Novena, il secondo valico alpino più alto della Svizzera.

Informazioni

Su www.azione.ch, si trova una più ampia galleria fotografica

Alpinismo ◆ Una scalata impegnativa e non priva di insidie tra il Ticino e il Vallese, puntando alle vette di Chilchhorn e Pizzo Gallina

Situato tra il Nufenenstock (2868 m) e il Pizzo Gallina (3060 m), il passo della Novena (2478 m) condu ce, attraverso la valle di Egina, per l’appunto da Ulrichen alla val Be dretto. A differenza di altri valichi, fino all’apertura dell’attuale strada carrozzabile, avvenuta nel 1969, solo un sentiero lo attraversava. Da sem pre facilmente percorribile, servì fin dall’antichità da collegamento tra il Ticino e la valle del Rodano. Fu uti lizzato, spesso a partire dal Grimsel, come accesso alla direttrice del San Gottardo per il commercio di cavalli e bovini e per l’esportazione di for maggi. Nel XVIII sec. venne per corso dagli abitanti del Vallese quale via alternativa ai valichi del Sempio ne, dell’Arbola e del Gries allo scopo d’importare il sale. È qui che nasce il fiume Ticino, un corso d’acqua lungo 250 km, 91 dei quali percorsi in terri torioDallasvizzero.vetta procediamo lungo il versante nord del Chilchhorn, com pletamente composto da rocce che variano nella loro grandezza. Alcu ne sono grandi tanto quanto un’uti

«La corona delle due vette richiede qualche gioco di equilibrio e la volontà di mettere alla prova le basi dell’arrampicata»

Rassicurati dalle buone condizioni, proseguiamo nei nostri intenti. Sia mo agli ultimi 400 m di dislivello, la cui pendenza varia da 40 a 70 gradi. Muniti di ramponi e piccozze deci diamo di salire senza l’uso della sicu rezza delle

situata nel Canton Vallese, giacché misura cinque metri in più di quel la ticinese, posta a Sud; quest’ulti ma raggiunge infatti «solo» 2784 m s.l.m. Mi domando se potrebbe es sere stato questo il fattore che mise

Venti metri di ripida scivolata

Poi è arrivato un vecchio fucile a pompa, con una storia originalissima che si interseca con l’emigrazione in America degli anni Trenta: «Questo fucile è arrivato in Svizzera dall’A merica, contrabbandato nel baule dell’automobile di un altro mio zio emigrato». Subito, avere fra le mani questo altro pezzo gli permette di far emergere il «collezionista di ricordi»: «Quello che per noi era “lo zio d’A merica” non aveva voluto andare in California a mungere mucche come la

La sua collezione contempla alcuni fucili e qualche arma bianca: «Que ste armi sono pietre miliari della mia famiglia e le ho radunate perché mi rammentano fatti e persone: sono una collezione di ricordi». È il filo condut tore che accomuna questi oggetti così diversi fra loro, spiega il nostro inu suale collezionista, «sono armi fuori commercio e per me non hanno un valore venale bensì emotivo».

Collezionismo ◆ Oggetti davvero inusuali per non dimenticare persone e fatti di vita famigliare

Questa spada ha ribaltato il pa radigma dell’offensività delle armi bianche e gli è stata consegnata do po la morte del nonno: «Ero già ado lescente e mi è stata regalata da mio zio quando ho iniziato a frequenta re la scuola di elettromeccanico, con il compito di restaurarla». Cosa che ha fatto, rendendo onore al nonno e a quel suo primo oggetto della colle zione: «Ci tengo in particolar modo per l’uso che mio nonno ne aveva fatto e pure perché mi riporta alla mia in fanzia trascorsa in gran parte con lui e con mia nonna sui monti dove anda vano per accudire gli animali».

casa, «dove non è possibile accede re per ovvi motivi di sicurezza. Vor rei tanto che un domani queste armi non andassero perdute, e soprattutto che mia figlia conservasse il mio spa dino come ricordo di suo padre, così come ho fatto io con le altre armi di famiglia, tenute con tutti i ricordi del le persone da cui le ho ereditate».

Scopriamo che durante la secon da guerra mondiale quello zio intra prendente era poi diventato cuoco nelle cucine degli operai dell’indu stria bellica americana, sempre a De troit: «Si era integrato perfettamente e aveva acquistato questo fucile per andare a caccia di anatre con dei suoi amici americani. Fino a quando, nel ’65, ha deciso di rimpatriare definiti vamente portando con sé tutto quan to possedeva negli Stati Uniti: armi, automobile e tutto il resto. Quest’ar ma mi ricorda l’intera storia di quel mio zio che aveva fatto da passegge ro quell’ultimo viaggio sulla nave in cui in precedenza aveva sempre pre stato servizio nelle cucine per pagarsi i viaggi in visita da noi».

maggior parte dei migranti, ma si era fermato a Detroit dove aveva inizia to a lavorare come meccanico, cam biando olio e gomme alle auto, seb bene non ne avesse mai viste e non ne avesse una benché minima idea».

padre: «Quello con cui, per tradizio ne di famiglia, mi ha insegnato a spa rare. Viene dalla Cecoslovacchia ed è fatto ancora in gran parte a mano, perché ai tempi non c’era l’industria di oggi». E ancora: «Questo è il fuci le di Erico, un amico di mio padre e di mio zio con cui andavano a caccia: appassionato di intaglio su legno, fa ceva sculture per hobby e perciò il suo fucile ha degli inserti in osso e deco razioni intagliate da lui».

Maria Grazia Buletti

Tutte armi custodite con cura, a

I ricordi ci accompagnano per tutta la vita e spesso ci aiutano a scrivere la no stra storia personale e famigliare. Es si sono in grado di raccontare tanto di noi quanto delle nostre scelte. Augu sto (nome noto alla redazione) ci riceve nello studio di casa sua a Bellinzona e subito riconosce di aver scelto un modo alquanto inusuale di collezionare emo zioni legate a ricordi anch’essi tanto in tensi quanto originali: «Non credo di essere un collezionista di quelli classi ci, che accumulano tanti pezzi della lo ro passione, ne cercano continuamente e farebbero carte false per riuscire ad avere quello più raro, più introvabile, più nuovo e via dicendo».

attrezzo da lavoro molto importante che lui utilizzava per tagliare le balle di paglia e di fieno nell’accudimento dei cavalli del treno, oppure era usata come attrezzo di lavoro per i fabbiso gni più disparati, trattandosi di una spada robusta e tagliente».

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 19 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino TEMPO LIBERO 23

Regolamento per i concorsi a premi pubblicati su «Azione» e sul sito web www.azione.ch I premi, tre carte regalo Migros del valore di 50 franchi, saranno sorteggiati tra i partecipanti che avranno fatto pervenire la soluzione corretta entro il venerdì seguente

Augusto e la sua inusuale colle zione dimostrano che i ricordi belli sono dei tesori preziosi che nessuno al mondo può toglierci: ci aiutano a ricordare e a non buttare mai nell’o blio tutti quei momenti felici trascorsi con i nostri cari, con gli amici, la no stra infanzia, le risate nelle belle sera te trascorse in compagnia. Anche se talvolta portano un’ombra di tristez za: «A volte mi danno pure un po’ di nostalgia: mi spiace che non ci sia più quella gente, con cui ho vissuto dei bellissimi momenti, devo acconten tarmi del loro ricordo di cui questi oggetti restano testimoni».

la pubblicazione del gioco. Partecipazione online: inserire la soluzione del cruciverba o del sudoku nell ’apposito formulario pubblicato sulla pagina del sito. Partecipazione postale: la lettera o la cartolina postale che riporti la soluzione, corredata da nome, cognome, indirizzo del partecipante deve essere spedita a «Redazione Azione, Concorsi, C.P. 1055, 6901 Lugano». Non si intratterrà corrispondenza sui concorsi. Le vie legali sono escluse. Non è possibile un pagamento in contanti dei premi. I vincitori saranno avvertiti per iscritto. Partecipazione riservata esclusivamente a lettori che risiedono in Svizzera. 1.ORIZZONTALI Disagio morale 7. Se è apostrofato esiste... 9. Imposta... che non si paga 10. Insieme similare di oggetti 11. Può essere precoce 13. Antagonista 15. Accozzaglia di uomini armati 16. Genere di pianta messicana 17. Anagramma di odi 18. Bolliti 19. Le separa la «n» 20. Due vocali 21. Cadenza del suono nel tempo 22. Ceppo, tronco d’albero inglese 23. Lettera dell’alfabeto greco 24. Emanuele per gli amici 25. Punto di massima distanza di un pianeta dal sole 27. Un gas raro 28. Io e te 29. Si preparano verso sera 30. Due romani 31. Mandatarie 1.VERTICALI Un giorno che verrà presto 2. Attira la gatta 3. Consacrata da Dio 4. Un mezzo di questo... 5. Come finisce... comincia 6. Fastidioso, inopportuno 7. Celato per metà 8. Diverse 10. L’ultimo è Silvestro 12. Può essere pungente 13. Contiene molti fogli 14. Il gruppo che ti comprende 16 Aforisma 18 Un fiore 19 Banchina 21. Sigla di endoplasmatreticoloicoliscio 22. Cuoio in tedesco 23. Preposizione articolata 24. In bioccoli se è grezza 26. Fede a Parigi 27. Cosa in latino 29. Simbolo chimico del cesio Cruciverba Il bacio alla francese fa bruciare 30 calorie e… Troverai il resto della frase leggendo, a cruciverba ultimato, le lettere evidenziate. (Frase: 8, 2, 6, 2, 6, 5, 8) Sudoku colorate.neldcorrettiiScoprite3numeriainserirelecaselle Soluzione della settimana precedente Grazie ad alcuni muscoli le giraffe sono in grado di chiudere le … Resto delle frase: ...NARICI DURANTE LE TEMPESTE DI SABBIA 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 N A D I R L I S C A I D E M C U R A T I N E I T E T T I R N L R E T T E M O A E R E R O P E N S A T E D I A S A L I B E R L I N E A L B I A I 3 6 1 8 4 9 2 5 6 5 1 3 4 2 9 3 4 3 5 7 8 1 7 6 2 7 6 1 8 2 4 3 5 9 9 2 3 6 1 5 4 8 7 5 4 8 3 7 9 1 2 6 3 5 4 9 6 7 8 1 2 1 7 6 4 8 2 9 3 5 2 8 9 1 5 3 6 7 4 4 9 7 5 3 1 2 6 8 8 3 5 2 9 6 7 4 1 6 1 2 7 4 8 5 9 3 Giochi e passatempi Vinci una delle 2 carte regalo da 50 franchi con il cruciverba e una carta regalo da 50 franchi con il sudoku

Il cacciatore di… ricordi

In Svizzera quest’arma era una no vità: «Qui da noi, quando la usava per andare a caccia, suscitava grande cu riosità perché qui c’era la doppietta (con due canne) e non si conosceva il fucile a pompa». Fucile poi regalato gli dallo zio d’America, oramai anzia no, alla fine degli anni Settanta: «L’ho conservato insieme a tutta la storia di migrazione e rimpatrio che porta con sé». Egli conserva pure il fucile di suo

La daga Donati)(TommasoAugusto.di

Il suo primo pezzo risale a quan do era ragazzino e il nonno gli rac contava cosa faceva con la sua spada, una daga svizzera, quando era solda to del treno e prestava servizio duran te la prima guerra mondiale: «Que sta spada non serviva per attaccare il nemico, né per offendere, ma era un

Altra arma bianca, altra storia: «Il mio pugnale è uno spadino da ufficia le dell’esercito svizzero (modello 1943 perché in quell’anno era stato intro dotto) ed è il simbolo di comando che era consegnato agli ufficiali e ai sottufficiali dell’Esercito al momen to della loro promozione». Per Augu sto è un riconoscimento della Patria che, con i gradi, gli ha assegnato un compito suggellato per l’appunto dal la consegna dello spadino.

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Comunque vada a finire, e non fi nirà presto, a causa della campagna di Ucraina la Russia ristrutturerà il suo sistema istituzionale. Putin o non Putin dovrà non solo ritracciare i suoi confini, ma riaccentrare i poteri in modo ancora più robusto di quanto non abbia fatto finora. Di qui anche la possibilità che la Federazione Russa si ridenomini Unione Russa. Eco, fra l’altro, del nome del partito del presi dente, Russia Unita.

Il nuovo sovrano britannico dovrà rivedere senso e contenuti della monarchia e del Commonwealth

Meloni sogna Palazzo Chigi I sondaggi danno vincenti Fratelli d’Italia, ma non è detto che la sua leader sarà presidente del Consiglio Un (Keystone)offensiva.laIzium,neidaglidistruttoponteucrainipressididuranterecente

ne di attacco. È chiaro che i recenti successi delle Forze armate ucraine, appoggiate da milizie internaziona li e da mercenari, sono dovuti anche al formidabile sostegno di intelligen ce, di propaganda e di armamenti di punta da parte americana, inglese e di altri atlantici.

Le sfide di Re Carlo

A causa della campagna in Ucraina la Russia dovrà ristrutturare il suo sistema istituzionale e accentrare ancor di più i poteri

Per Putin è tempo di una decisione strategica

È una scommessa ad alto rischio, che finora Putin ha rifiutato di accet tare. Ma è forse ancora più rischio so, dal suo punto di vista, accettare la prospettiva di chissà quanti anni di guerra con esiti probabilmente non risolutivi se non disastrosi.

Secondo. Non essendo preparato per una campagna di lungo periodo, Pu tin non ha mandato truppe né suffi cienti né adeguatamente armate per la campagna in corso. Oggi combat tono per la Russia non tanto truppe regolari di Mosca quanto milizie del le repubbliche del Donbas, la Wagner

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Lucio Caracciolo

Allevamenti contestati

Dopo sei mesi e mezzo di combatti menti la Russia deve finalmente de cidere se sta facendo o no la guerra all’Ucraina. Finora l’approccio dei russi alla campagna in corso è stato contraddittorio e controproducente. Pensato inizialmente come colpo di Stato con accompagnamento milita re – partita da risolvere in un paio di settimane – oggi il conflitto sembra completamente fuori controllo. Che cosa è accaduto tra quel fallimento di fine febbraio e la clamorosa sconfit ta subita dalle truppe del Cremlino nell’area contesa attorno al Donbas?

gna ucraina. In queste settimane, per rimpolpare i ranghi colpiti negli scorsi mesi di guerra Putin sta facendo ad destrare nell’Estremo Oriente nuo vi reparti da spedire al fronte. Tutto perché non può o non vuole dichiara re la mobilitazione generale, che pro babilmente scatenerebbe resistenze e diserzioni.Ormai è inevitabile per Putin prendere una decisione strategica. O accettare di restare impantanato a tempo indeterminato nella cosiddet ta operazione militare speciale o in nalzare il livello dello scontro procla mando la guerra patriottica. Questa scelta passerebbe attraverso l’annes sione delle repubbliche di Donec’k e Luhans’k e di quant’altro Putin riesca a portare a casa nelle prossime setti mane, via referendum più o meno ag giustati da svolgersi a novembre. A quel punto i suoi soldati si troverebbe ro a combattere non in terra straniera

ATTUALITÀ ● ◆ Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 19 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino 25

Il 25 settembre si vota anche sull’iniziativa che chiede il divieto degli allevamenti intensivi

(organizzazione mercenaria russa), i ceceni di Kadyrov e mercenari sparsi raccolti ovunque possibile.

da conquistare, ma in patria. Questo cambierebbe completamente non solo la comunicazione interna ed esterna ma soprattutto il grado di impegno della Russia nella guerra.

Terzo. I comandanti locali e coloro che da Mosca dovrebbero impartire le direttive strategiche si sono dimostra ti quantomeno inetti. Tanto che Pu tin si è sentito costretto a licenziar ne o a metterne momentaneamente fuori gioco una notevole quantità. A cominciare dallo stesso capo di Stato maggiore generale delle Forze armate russe Valerij Gerasimov, di cui si sono perse le Quarto.tracce.A fronte di un notevole afflusso di moderni armamenti occi dentali, i russi hanno messo in campo un museo dell’Armata Rossa. Carri armati, missili e altri mezzi più ag giornati di cui almeno secondo i cata loghi a disposizione può fruire l’eser cito russo, sono tenuti di riserva. Così come le unità di élite che il Cremli no non vuole spendere nella campa

No alla nuova Charta Con una netta maggioranza, i cileni hanno bocciato una Costituzione di stampo ultra-progressista

Guerra in Ucraina ◆ Finora l’approccio dei russi alla campagna militare è stato contraddittorio e controproducente, il presidente deve scegliere fra impantanarsi per anni nel conflitto o decretare la mobilitazione generale

Primo. I russi pensavano di com battere contro l’esercito ucraino, con siderato di serie C, mentre di fatto si trovano di fronte una coalizione ucraino-anglo-americana, in ordine di impegno. Se Putin avesse consi derato il livello effettivo dello scontro sul terreno, probabilmente avrebbe riflettuto molto prima di dare l’ordi

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Italia ◆ Alle elezioni del 25 settembre la leader di Fratelli d’Italia viene data per vincente, ma manovre interne alla destra potrebbero impedirle di assumere la guida del prossimo governo

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Nel tentativo di sventare sgambet ti e di anticipare i fratelli coltelli, la Meloni ha già affermato di dare per scontato che in caso di affermazione di FdI Mattarella sarebbe obbliga to a conferirle l’incarico. Il che non è esatto: consultati tutti i partiti, il presidente della Repubblica affiderà il compito a chi offrirà le migliori ga ranzie di farcela. Tradotto: Salvini e Berlusconi indicheranno il loro can didato premier nella Meloni assicu randole quindi i voti per ottenere la fiducia in Parlamento o sceglieran no una tattica attendista? In tal caso Mattarella dovrà assegnare un sem plice incarico esplorativo. Potrebbe darlo alla stessa Meloni, ma anche officiare una personalità al di fuori degliPerschieramenti.mettersinella miglior luce pos sibile la Meloni ha provato a modi ficare il profilo di battaglia, con cui, in quattro anni di opposizione, pri ma al governo M5S-Lega, quindi a quello delle larghe intese, è salita dal 4% al ruolo di primattrice. Dunque, dopo aver fatto l’occhiolino ai No Vax, ai NoEuro, agli omofobi, ai ne mici dell’aborto, del suicidio assisti to, della fecondazione eterologa, delle famiglie con due mamme o con due

Giorgia Meloni e il sogno di Palazzo Chigi

papà, all’improvviso è sembrata pos sibilista su tutto. A cominciare dalla posizione atlantistica: a fianco degli Stati Uniti nel sostegno all’Ucraina e al conseguente invio di armi. Anche nei confronti dell’Europa, più volte indicata quale matrigna e con trat tati da ridiscutere, le posizioni sono diventate più aperturiste. D’altronde, la Meloni sa che l’Italia primatista del debito pubblico avrà bisogno di molta comprensione dalle istituzioni continentali per non ritrovarsi in ba lia di una crisi epocale. La fiammata dell’inflazione, l’esplosione della bol letta energetica, i problemi autunna li dell’economia pongono il Paese in una condizione assai delicata. Secon do i numerosi avversari della Melo ni il quadro generale dovrebbe consi gliare la scelta di un governo di salute pubblica aperto al maggior numero di forze politiche. Lei lo considera, non a torto, un trabocchetto per impedir le di raccogliere i frutti della sua felice intuizione del 2018.

no alla ideologia di genere, sì alla cul tura della vita, no a quella della mor te. Sì ai valori universali cristiani, no alla violenza islamista. Sì alle frontie re sicure, no alla immigrazione mas siva. Sì al lavoro per i nostri cittadini, no alla finanza internazionale. Sì alla sovranità del popolo, no ai burocrati di Bruxelles, sì alla nostra civiltà e no a chi vuole distruggerla. Viva l’Euro pa dei patrioti».

Giorgia Meloni a un comizio a Mestre,

(Keystone)governo.ilpresiedereserestanosettembre:10idubbiriusciràaprossimo

E sull’Europa, sulla difesa degli italiani dai suoi lacci è tornata a insi stere domenica a Milano. In tal mo do ha ridestato il timore di Letta che se il trio FdI-Lega-FI raggiungesse il 66% dei parlamentari potrebbe cam biare la Costituzione senza nemme no il referendum confermativo. E la prima modifica sarebbe la trasforma zione della Repubblica da parlamen tare in presidenziale. Il pericolo, però, sembra lontano: con il criticatissimo sistema maggioritario per avere i due terzi degli eletti servirebbe il 56% dei voti, pari a 267 deputati su 400 e a 138 senatori su 200. Alla coalizione, fer

C’è una certezza: Fratelli d’Italia strariperà nelle elezioni del prossimo 25 settembre (25-27%). C’è una sen sazione crescente: la sua leader, Gior gia Meloni, faticherà non poco a ot tenere la presidenza del Consiglio e più ancora a varare il governo. I pos sibili traditori si annidano fra gli al leati di questa destra appena velata di centrismo: la Lega di Matteo Salvini, sfiorata dall’affaire dei fondi russi, e Forza Italia di Silvio Berlusconi. Così alle viste di un successo senza prece denti – la coalizione è accreditata del 45-46% contro il 28-29% del centro sinistra – le manovre e i pettegolez zi riguardano il futuro premier. Sarà per la prima volta una donna oppure il maschilismo mal celato di Salvini (10-12%) e di Berlusconi (6-8%) riu scirà a imbrogliare le carte?

Alfio Caruso

Per mettersi nella miglior luce possibile la Meloni ha modificato il profilo di battaglia, ora sembra possibilista su tutto

ni, che pure, a eccezione dell’Ucrai na, mai gli ha votato la fiducia. Ci ha tenuto a far sapere di essere in con tatto continuo, di condividere la scel ta di non operare uno scostamento di bilancio, benché ci sia la necessità di aiutare le famiglie contro la stangata di gas, luce e petrolio. Non ha ribattu to nemmeno a quanti hanno indicato Draghi come una sorta di lord pro tettore del nuovo governo per accom pagnarlo nei primi passi oltre le Alpi. Tuttavia, per molti quelli della Melo ni sono aggiustamenti tattici, che non cancellano il suo passato. Significa le intese sotterranee con i movimenti di estrema destra, Forza Nuova e Casa Pound; significa un difficile distan ziamento dal fascismo fino al testar do mantenimento nel simbolo della fiamma mussoliniana; significa i toni e i contenuti del comizio di giugno a Marbella in Spagna per sostenere un candidato di Vox: «Non ci sono me diazioni possibili, o si dice sì o si di ce no. Sì alla famiglia naturale, no al la lobby Lgbt, sì alla identità sessuale,

Il convitato di pietra di simile guazzabuglio è Mario Draghi, l’at tuale capo del governo. Viene ritenuto il migliore della storia italiana al pa ri del leggendario De Gasperi (19461953). La stragrande maggioranza dei suoi concittadini vorrebbe confer marlo da qui all’eternità: un premio per aver gestito al meglio la crisi sa nitaria, la guerra in Ucraina, la sal dezza dei conti pubblici. Con i suoi provvedimenti il Pil dell’Italia dopo il risultato stratosferico del 2021, ol tre il 6%, si conferma anche in questi mesi complicati il migliore in Europa. In più può vantare la rilevante consi derazione nelle principali capitali del mondo, la considerevole fiducia, che si espande fino all’Italia. Viceversa, Conte (M5S), Salvini e Berlusconi, impeditane l’elezione lo scorso gen naio alla presidenza della Repubbli ca con la tesi che fosse insostituibi le nel ruolo di premier, hanno brigato per liberarsene. E se Conte e Salvi ni l’han fatto per rinforzare la propria traballante posizione nel partito, Ber lusconi, forse tradito dall’età, ha reci tato il ruolo dell’utile idiota.

ma intorno al 45-46%, vengono attri buiti circa 240-250 deputati e 120-130 senatori. Simili numeri, comunque notevoli, sono stati favoriti dalle scel te sbagliate di Letta: non tanto il mi tizzato campo largo, cioè l’alleanza impossibile con Fratoianni, Conte, Renzi, Calenda divisi da odi frater ni, bensì l’avere toppato i temi por tanti della campagna elettorale espo nendosi al fuoco degli ex amici Conte e Calenda. Il frastornato Letta, che sperava di salire dal 22 al 25% ed è in vece sceso al 20%, è convinto di poter recuperare nelle ultime due settima ne: punta soprattutto sul Meridione, sulla capacità di convincere quel 40% d’indecisi, sul voto utile contro i «fan tasmi del neofascismo». Eppure, tra le ipotesi continua a galleggiare la fan tasmagorica intesa fra Meloni e Letta con l’intermediazione di Berlusconi e Calenda per un governo emergenzia le da affidare a Draghi. Forse sarebbe troppo per tutti e in più dimostrereb be che non basta vincere le elezioni per governare.

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 19 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino ATTUALITÀ 27

Così Draghi è diventato l’emble ma in campagna elettorale di Letta (Pd) e del duo Renzi-Calenda, auto nominatisi rappresentanti di un cen tro assai asfittico. È diventata attenta ai sospiri di Draghi perfino la Melo

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Il Commonwealth, nato dalle ce neri dell’impero, è formato da 56 pa esi, di cui 13, oltre al Regno Unito, hanno il re britannico come capo di Stato. Tra questi ci sono Canada, Au stralia e Nuova Zelanda, tutti luoghi in cui le tendenze repubblicane sono ben più forti che a Londra, dove pu re l’inspiegabile decisione di reprime

re le voci di dissenso in questi giorni di lutto nazionale potrebbe fomentare alla lunga un sentimento di ribellio ne. Non bisogna scherzare col fuoco, dare anche la benché minima sensa zione di essere fuori dal tempo e so prattutto bisogna prestare attenzione alla gente, che sia in Scozia o alle Fiji, come faceva Elisabetta e tutti i mem bri più «professionali» di una casa rea le che re Carlo ha sempre immagina to agile e ridotta. Quando sua madre è diventata regina nel 1952, il Com monwealth esisteva da appena tre an ni e serviva per compensare il processo di decolonizzazione in corso nei pa esi dell’ex impero. Era una vasta sfe

per ragioni di interesse commerciale. Intenti nobili, che però non basta no più: c’è il fantasma dello schiavi smo, con cui si sono dovuti confron tare anche due assi della popolarità come William e Kate durante un viag gio nelle Barbados, che l’anno scorso ha votato per diventare una repubbli ca. E le accuse di razzismo mosse da Meghan, per quanto possano essere giudicate infondate, non hanno get tato una buona luce sui Windsor. Per questo il riavvicinamento di questi giorni in occasione del lutto per la re gina, con i due fratelli riuniti con ac canto le bellissime mogli, è un passo forte e importante da un punto di vista simbolico. Oltre che dalle credenzia li ambientaliste, estremamente attua li, Carlo trae la sua forza dall’essere un padre, un uomo contemporaneo con un passato – un divorzio spaventoso, una nuova vita dopo la morte tragica della ex moglie – che però sa riportare le cose al loro posto, sa ricucire. Che Camilla sia una compagna perfetta e una regina consorte impeccabile lo di mostrano 17 anni di solida presenza e quel video in cui lui si arrabbia per la penna stilografica che macchia. Lui deve firmare, sbaglia la data, lei rima ne calma mentre lui si sporca le dita con l’inchiostro, se ne va via stizzito. Lei rimane lì, aspetta che esca, si sie de e fa le sue firme, senza fare storie, placida e calma come era sua suocera e come, si spera, sarà suo marito.

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Re Carlo e la consorte Camilla: quali impulsi darà per rinnovare il Commonwealth e la monarchia? (Keystone)

Cristina Marconi

Sono decenni che Carlo aspetta di sa lire al trono, sono decenni che l’ipo tesi della sua ascesa al trono fa temere la fine della monarchia. D’altra par te, la sua persona stessa – uomo bian co privilegiato e avanti con gli anni –non offre particolari spunti simbolici e invita a riflettere sui fondamentali di un’istituzione la cui sopravviven za non è sempre facile da argomenta re. Il gioco del carisma e dell’incan to fiabesco con lui non funziona, per tornare a sognare bisognerà aspetta re almeno il turno di William e Kate, visto che al momento l’unica possibile regina all’orizzonte, Charlotte, ha ap pena iniziato la terza elementare. Nel frattempo, la carta della continuità ri spetto al regno dell’adorata Elisabetta II, la più forte di cui disponga il nuovo sovrano, basterà forse a dargli del tem po e a permettergli di riformare l’isti tuzione da lasciare nelle mani del fi glio. O almeno si spera.

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 19 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino ATTUALITÀ 31

che basso. Inoltre, il nuovo re è noto per la sua disinvoltura nell’esprimere opinioni politiche e questo è un assolu to tabù per l’equilibrio della monarchia parlamentare britannica, che impone ai sovrani la più rigorosa neutralità.

Un regno da ripensare

ra di influenza, in cui intervenire in modo certamente non molto sostan zioso attraverso offerte di monitorag gio elettorale, di sostegno economico e diplomatico, di un prestigio rifles so e di un’attenzione speciale, da non trasformare mai in ospitalità. A Elisa betta questo mondo e questo compi to piacevano molto, ci si dedicava con frequenti viaggi e aveva idee precise, che metteva in atto con tatto e intelli genza. La vetta della sua influenza po litica Elisabetta la raggiunse cercando di intervenire sulla questione dell’a partheid in Sud Africa con l’allora premier Margaret Thatcher, che inve ce non era ostile all’ipotesi di sanzioni

Gran Bretagna ◆ Con la morte della regina Elisabetta e l’ascesa al trono di Carlo III si riapre il dibattito sul futuro della monarchia

Perché quello che ha davanti Carlo III è un gioco di equilibrismi mica da poco: il Regno Unito, che ha scherza to con la geografia negli ultimi anni uscendo dall’Unione europea, rischia di finire vittima della sua stessa irre quietezza, tra venti indipendentisti in terni e grandi crepe nella struttura or mai stanca del Commonwealth. Non solo: in tempi febbrili, il rischio che l’o pinione pubblica si rivolti contro una famiglia dalle ricchezze enormi e dai privilegi fuori dal tempo è tutt’altro

C’è un film tratto da una pièce tea trale, King Charles III, che parla di lui in toni shakespeariani, raccontando la tragedia di uno convinto di essere di ventato re per davvero, con il potere e tutto il resto. Così non è, ovviamente, ma al primogenito di Elisabetta spet ta comunque una missione importan te, che è quella di dare un senso al la monarchia ereditaria nel XXI dopo la morte di una sovrana rispettata e amata per il suo straordinario senso del dovere e per aver accompagnato il paese per più di sette decenni. I bri tannici fanno fatica ad ammettere che il paese sta perdendo la sua rilevanza internazionale e se da una parte è un argomento a favore della monarchia, dall’altra mette pressione sulla Co rona affinché continui a rispecchiare un’immagine lusinghiera, prestigiosa dell’ex potenza imperiale.

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Il presidente Gabriel Boric, ar rivato al governo dalle barricate del movimento studentesco del 2019, non aveva nascosto di aspettarsi dal voto sulla nuova Carta costituziona le un nuovo impulso per imprimere un’accelerazione alla sterzata a sini stra del Cile. Immaginava che l’ap provazione della nuova Carta, can cellando la Costituzione voluta dal dittatore Augusto Pinochet, avreb be annullato anche le remore verso la sua leadership. Non è andata così. Molto più della metà dei votanti – ri cordiamo che in Cile il voto è obbli gatorio – ha rifiutato la proposta re datta dall’Assemblea costituente. Si trattava di una proposta molto ra dicale nel riconoscimento dei dirit ti, decisamente inclusiva, dichiara tamente spalancata verso un mondo aperto e antirazzista, senza barriere di censo all’ingresso. Niente di po liticamente fantascientifico, ma tutto lontanissimo dal sentire comune del la parte conservatrice del Paese che è largamente maggioritaria in Cile. Sanità pubblica gratuita, diritto al lo studio universale e gratuito, dirit to alla casa, parità di genere (almeno

Uno schiaffo in faccia. Il governo ci leno – il governo più giovane per età dei suoi componenti e al momento più a sinistra in America Latina, con i ministeri chiave e la presidenza del la Repubblica in mano ai protagoni sti politici della rivolta sociale che ha cacciato l’anno scorso la destra dalla Moneda – ha preso una sonora sber la dalle urne nel giorno del voto per la ratifica della nuova Costituzione (il 4 settembre scorso). Costituzione che è stata nettamente rifiutata dal popolo (i sondaggi lo prevedevano, ma non certo in questa misura). Il nuovo te sto proposto avrebbe dato una del le cornici normative più progressi ste ed egualitarie a una delle società più conservatrici della Terra. Il 62 per cento dei cileni ha però ritenuto che si stesse andando troppo lontano, trop po in fretta e appunto ha detto «no».

13 per cento dei 19 milioni di cileni. Contro gli indigeni c’è un razzismo feroce, appena mascherato. Negli Sta ti del sud negli ultimi anni gli scon tri sorti contro le rivendicazioni della popolazione nativa sono stati fero ci. È stato proprio negli Stati del sud che il «no» alla nuova Costituzione è stato più diffuso. Il presidente Boric ha detto che si metterà immediata mente a lavorare per mettere a punto una nuova proposta. Ma sa che ha un margine stretto.

vocati, professori, giornalisti, attori, qualche dentista, un meccanico, un maestro di scacchi e molti attivisti di estrema sinistra. Diciassette tra loro erano rappresentanti delle popolazio ni indigene del sud. La Costituente era orientata a sinistra per più di due terzi dei suoi membri. Questo varie gato mondo radicale ha preso il con trollo totale della scrittura del testo. Non ha avuto bisogno nemmeno di un voto dei conservatori per approva re modifiche alla proposta. E non ha capito che il problema di confrontar si con chi la pensa diversamente gli si sarebbe ripresentato il giorno del vo to popolare.IlCileda qualche anno vive un processo di profonda ridefinizione nazionale. Due anni fa quasi l’80 per cento dei cittadini ha votato, appro vando la volontà di riformare la Car ta costituzionale in vigore, una gabbia

il 50 per cento di donne in tutti gli incarichi pubblici), diritto alla libe ra identità sessuale, aborto legale, au tonomia per le popolazioni indigene. Tutto bocciato senza appello.

Angela Nocioni

E ora? La destra cilena, una destra ancora impregnata di pinochetismo, prenderà da questo trionfo un gran de slancio per tentare di disarcionare Boric dal governo. Non è detto che ce la faccia, ma per il giovane governo la strada ora è tutta in salita. Quali sono stati gli errori dei 155 membri dell’As semblea costituente che hanno messo a punto il testo, una buona parte di loro totalmente inesperti delle rego le fondamentali della politica? I soliti sbagli della sinistra latino-americana: l’incapacità di tessere compromessi politici e la smania di fare i conti sen za l’oste. Infine: l’antipolitica. Troppa fretta di svoltare radicalmente a sini stra, scarsa analisi della società, sot tovalutazione delle forze di reazione dell’avversario, ostinazione a non cer care mai una mediazione politica. E il vecchio vizio di procedere a spal late, di imporsi sulla metà del Paese che la pensa in maniera opposta. Non si può far così nelle società altamen te polarizzate, non si può scommet tere di vincere affossando l’altra parte del Paese. Questa volta la sinistra ra dicale cilena ha perso. E in maniera clamorosa.Vièdadire che c’è stata tra i citta dini un’incertezza generalizzata sulle implicazioni di alcune norme e sono circolate molte fake news alimentate ad arte da un’abile campagna di di sinformazione. Molte persone hanno ad esempio creduto che la nuova Car ta avrebbe abolito la proprietà privata e reso praticabile l’aborto fino al nono mese di Dopogravidanza.ilplebiscito del 2020 che chiedeva di modificare la Carta di Pinochet, i cileni hanno eletto più di 150 persone con il compito di re digere la nuova Costituzione. I can didati indipendenti hanno vinto più della metà degli scranni. Tra loro av

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 19 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino ATTUALITÀ 33 Genossenschaft Migros XXX Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli già ridotti. Offerte valide solo dal 20.9 al 3.10.2022, fino a esaurimento dello stock Volersi bene e risparmiare con Axe e Rexona Duo-Pack 25% conf. da 2 Rexona deodorantiMenRoll-On 2 x 50 ml, Cobalt Dry 3.60 invece di 4.80 Duo-Pack 25% conf. da 3 33% Axe Shower Gel 3 x 250 ml, Africa6.95 invece di 10.50 Duo-Pack 25% conf. da 2 Axe aerosoldeodoranti 2 x 150 ml, Apollo 6.45 invece di 8.60 Annuncio pubblicitario Gli errori della sinistra cilena Il punto ◆ All’inizio di settembre il popolo ha bocciato la nuova ambiziosa Costituzione che avrebbe dovuto sostituire quella scritta ai tempi di Pinochet. Continua a regnare l’incertezza nel Paese che sta cercando una nuova identità

Santiago del Cile. Chi avversava la nuova Costituzione ora festeggia. (Keystone)

normativa voluta dal regime Pinochet (1973-1990) e rimasta sostanzialmente inalterata tranne un lieve lifting. No nostante il testo in vigore non inclu da alcune delle parti più apertamente antidemocratiche dell’impianto nor mativo originale, la sua sostituzione era avvertita da buona parte del Paese come un passo necessario per conver tire il Cile in un luogo genuinamen te democratico. A luglio l’Assemblea costituente ha messo a punto una pro posta. Nulla di concordato con la de stra, come detto, che rappresenta pur sempre buona parte della popolazio ne cilena. Tra gli articoli sui quali più polemica c’è stata, c’erano quelli che riconoscevano alla popolazione in digena il diritto ad avere autonomia sul suo territorio e sull’amministra zione della giustizia nelle aree a mag gioranza indigena. È considerato ap partenente ai «pueblos originarios» il

La decisione di sostituire la Costi tuzione pinochetista con un nuovo te sto è uscita dalle rivolte del 2019, ini ziate contro il caro tariffe del biglietto dell’autobus e poi dilagate diventando la rivendicazione di una società meno classista. Ma il primo tentativo è falli to. Ora si apre un periodo incerto per il governo cileno che puntava a una riforma totale del Paese.

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Non va inoltre dimenticato – co me sottolinea il consigliere federale Alain Berset – che la Svizzera dispo ne di una legge sulla protezione de gli animali fra le più severe al mondo. Sempre più animali da reddito vivono in stalle che rispondono alle loro esi genze e hanno regolarmente accesso a spazi esterni. Il loro benessere è dun que tutelato, indipendentemente dal numero di capi detenuti in un alleva mento. Da questo profilo, per Consi glio federale e parlamento l’iniziativa è

Il Consiglio federale rammenta che ciò comporterebbe la violazio ne di accordi con importanti part ner commerciali e, a causa dei requi siti più elevati, il rincaro delle derrate alimentari e degli ingredienti di ori gine animale. L’iniziativa metterebbe in pericolo migliaia di posti di lavoro tra i fornitori di beni e di servizi, ma anche a livello di macellerie, matta toi e mercanti di uova. Gli impieghi soppressi sarebbero da 4000 a 8000, stando a uno studio ordinato dall’U nione svizzera dei contadini. Inoltre, il divieto d’importazione per prodotti che non rispettano gli standard bio di allevamento, come chiede l’iniziativa, sarebbe molto oneroso da far rispet tare e metterebbe la Svizzera in una

Accettare l’iniziativa – secondo i suoi fautori – significherebbe pure mettere fine a un’incoerenza. Infatti, gran parte dei sussidi agricoli federali finiscono, attraverso i contadini, nel le tasche dei costruttori di stalle, fie nili e strade, come pure in quelle dei produttori e venditori di pesticidi, di foraggi e di macchinari agricoli, so stiene la consigliera nazionale bernese Kathrin Bertschy (verde liberale). Per quest’ultima, in questo modo, «sov

Per il Consiglio federale, l’inizia tiva costringerebbe circa 3300 azien de agricole a diminuire l’effettivo di animali oppure ad aumentare le su perfici aziendali. Secondo una stima commissionata dalla Confederazione, i costi supplementari totali per l’alle vamento e gli investimenti per le su perfici oscillerebbero tra 0,4 e 1,1 mi liardi di franchi. Com’è lecito intuire, tenuto conto anche dell’inasprimen to delle disposizioni d’importazio ne, l’onere rischia d’essere salato. Né va dimenticato che, visti anche i mo menti di rincari energetici e il ritorno dell’inflazione, la gente vuole conti nuare a poter scegliere il cibo che de sidera e a non pagarlo troppo caro, senza diktat.

Circa il 50% dei terreni arabili ser ve alla produzione di foraggio per gli animali da ingrasso, invece che di ge neri alimentari. Occorre dunque un

Gli (Keystone)intensivi.allevamenticontroall’iniziativacontrarifermamentecontadiniambientisonogli Annuncio pubblicitario Ora ti propone anche le migliori offerte di vini Enoteca Vinarte, Centro Migros S. Antonino Enoteca Vinarte, Centro Migros Agno Enoteca Vinarte, Migros Locarno WINEINTERNATIONALOROCHALLENGELONDON MUNDUSOROVINI Confronto con la concorrenza* Offerte valide dal 20 al 26 settembre 2022 2020, Argentina,Mendoza,75 cl Trivento Golden Reserve Malbec Rating della clientela: 11.4550%invece di 22.95 Cartone da 6: 68.70 invece di 137.70 2019, Spagna,Rioja,75 cl Faustino Crianza DOCa Rioja Rating della clientela: 5.9030%invecedi 8.45 Cartone da 6: 35.40 invece di 50.70 2021, Svizzera,Vaud,6 x 70 cl La Fraîcheur du lac Luins AOC La Côte Rating della clientela: 29.9531%invece di 43.50* Bottiglia: 5.– invece di 7.25* 2021, Veneto, Italia, 6 x 75 cl Casato Manin Pinot Grigio delle Venezie DOC Rating della clientela: 21.9045%invece di 39.90* Bottiglia: 3.65 invece di 6.65*

«cambiamento proteico», ciò che con sentirebbe di fornire molto più nutri mento a base vegetale. I fautori ricor dano che, oltre agli aspetti climatici, un consumo troppo importante di prodotti di origine animale può com portare malattie cardiovascolari, dia bete e Nonobesità.soloin Svizzera, negli ultimi 30 anni, la maggioranza delle tenu te agricole familiari ha ceduto lo spa zio a grandi sfruttamenti intensivi. Il numero medio di animali per fattorie è dunque fortemente aumentato. Nel 2021 – affermano i sostenitori dell’i niziativa – sono stati ingrassati e ma cellati più di 80 milioni di animali. Vi sono aziende che detengono fino a 27’000 polli, 1500 maiali e 300 bo vini. I loro bisogni fondamentali di spazio, movimento e attività vengono così sistematicamente ignorati.

inutile.Aldi là degli aspetti etici lega ti alla tutela degli animali, l’obietti vo del testo in votazione è il consumo di carne in Svizzera, esagerato secon do i promotori dell’iniziativa. Per la consigliera nazionale ginevrina Del phine Klopfenstein (Verdi) si dovreb be mangiare un terzo di carne in me no per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi sul clima. Se condo i sostenitori dell’iniziativa, ne gli ultimi 20 anni, il numero degli animali detenuti a scopo agricolo è aumentato quasi della metà.

Votazioni federali ◆ L’iniziativa popolare lanciata da Sentience Politics, con l’appoggio di socialisti, verdi e ambientalisti, è fermamente respinta dagli ambienti agricoli e dalla destra

agli ambienti rurali. Dal 2017, il mon do contadino è sempre stato sostenuto dalla maggioranza popolare. Lo scor so anno, un po’ più di 6 votanti su 10 aveva bocciato due iniziative popola ri provenienti da comitati di cittadini che chiedevano il divieto dei prodot ti fitosanitari nell’agricoltura. Allora, il mondo agricolo aveva ribadito con successo che i due testi minacciavano le loroOra,aziende.lasituazione si ripete con l’allevamento intensivo. Stando ai politologi, gli ambienti urbani han no solitamente una visione ideali sta del mondo contadino e di ciò che dovrebbe essere. I contadini, invece, non sopportano l’idea che lo Stato di ca loro quel che devono fare. Per de cenni erano considerati una sorta di «vacca sacra» in Svizzera. Dagli an ni 1990 e 2000, tutto ciò è cambiato, complice la liberalizzazione, gli ac cordi dell’OMC, l’onda verde e i sus sidi della SecondoConfederazione.iltestodell’iniziativa, in caso di «sì» il 25 settembre al divieto di allevamento intensivo, i contadini svizzeri avranno un periodo transito rio massimo di 25 anni per ottempera re alle nuove direttive. La legislazione d’applicazione dovrebbe tuttavia esse re adottata entro 3 anni. Come detto, Berna dovrebbe fissare disposizioni concernenti l’allevamento, le cure e la macellazione rispettose degli animali, nonché il numero massimo di animali che possono stare insieme. L’iniziativa prevede pure di vietare le importazio ni di animali e di prodotti di origine animale quando non sono in linea con le esigenze svizzere.

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 19 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino ATTUALITÀ 35

Alessandro Carli

venzioniamo la nostra distruzione dell’ambiente».Percontrobattere a questi attacchi, l’industria agro-alimentare mette in guardia i cittadini. Se accolta, l’ini ziativa provocherebbe in Svizzera una riduzione netta del numero di anima li e, di conseguenza, una diminuzio ne della produzione di carne, pari –secondo l’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) – a circa il 50% per i maiali e fino all’80% per il pollame.

Secondo questi ambienti, sostenu ti dalla destra e dal centro, la doman da di carne non diminuirebbe e, nel contempo, i prezzi degli alimenti di origine animale aumenterebbero dal 20 al 40 per cento, stando almeno a una valutazione della consigliera agli Stati lucernese Andrea Gmür (Alle anza del centro). Gli avversari dell’i niziativa rimproverano ai suoi fautori di «essersi allontanati dalla realtà» e di aver dimenticato l’attore principa le: il contadino, che «si alza per nutri re la popolazione svizzera, che lavo ra e innova», stando alle affermazioni della consigliera agli Stati friburghese Johanna Gapany (PLR).

L’allevamento intensivo messo in discussione

L’iniziativa «No all’allevamento intensivo» rispecchia l’ennesimo di vario tra città e campagna in mate ria di agricoltura, il cui esito dovreb be essere ancora una volta favorevole

La Svizzera potrebbe mettere al ban do l’allevamento industriale, se do vesse accogliere il 25 settembre l’ini ziativa popolare «No all’allevamento intensivo in Svizzera», che mira, tra l’altro, a ridurre il consumo di carne. È la sesta volta dal 2017 che si vota su una tematica legata all’agricoltu ra. Anche se la popolazione potrebbe mostrare simpatia per l’iniziativa, so stenuta – secondo il primo sondaggio – da una timida maggioranza del 51%, una parte preponderante dei Canto ni la respingerebbe. L’esperienza in segna che le iniziative partono soven te con il vento in poppa, ma alla fine perdono quota. In sostanza, l’inizia tiva in questione vuole migliorare la tutela degli animali da reddito (bo vini, polli o suini), ancorandola nella Costituzione. Intende inoltre vietare l’allevamento intensivo, dato che le derebbe sistematicamente il benessere degliLanciataanimali.dall’organizzazione po litica antispecista Sentience Politics, con sede a Basilea, l’iniziativa è soste nuta dalla Fondazione Franz Weber, da organizzazioni quali Greenpeace o Bio Suisse, nonché dai Verdi, dal PS e dai Verdi liberali. La Confederazio ne dovrebbe stabilire requisiti mini mi più severi in fatto di cura rispetto sa degli animali, di accesso agli spazi esterni, di macellazione e di numero massimo di capi per stalla, che tutte le aziende agricole sarebbero tenute a rispettare. I requisiti verrebbero ap plicati anche all’importazione di ani mali e prodotti animali, come pure di derrate alimentari con ingredienti di origine animale.

situazione precaria nell’ambito degli accordi firmati con l’OMC o l’UE.

Un viaggio sensoriale con ingredienti naturali

La doccia non è solo igiene quoti diana. Può risvegliare i nostri sensi, entrare nel nuovo giorno o conclu

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Posso anche impartire istruzioni alla Posta sulle modalità di consegna dei miei pacchi in modo che abbiano permanente?validità

Oppure potete modificare la data di recapito di un pacco, chiederne la rispedi zione o indicare alla Posta dove consegnarlo.

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Sì, potete farlo mediante le impostazioni permanenti. È possibile, ad esempio, stabi lire i giorni della settimana in cui non volete ricevere alcuna consegna oppure definire il luogo in cui desi derate che la Posta recapiti i vostri pacchi.

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Aprire un conto presso il Centro clienti della Posta. Riceverete un messaggio gratuito tramite e-mail, SMS o notifica push non appena il vostro invio sarà in transito. Questo vi consentirà di sapere quando sarà presumibilmente recapitato.

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Potete registrarvi gratuitamente presso la Posta con il vostro indirizzo e-mail. Inserite l’indirizzo di casa affin ché la Posta possa tenervi informati. Per motivi di sicurezza, vi sarà chiesto di confermare il vostro indirizzo con un codice che riceverete dalla Posta tramite lettera.

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Il servizio si chiama «I miei invii» ed è fondamental mente gratuito. Solo alcune opzioni sono a pagamento, ad es. se desiderate che la Posta vi consegni il pacco al vostro piano.

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Devo registrarmi anche se al momento non ho ordinato un pacco?

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Non sapendo mai quando si riceverà il prossimo pacco o la prossima raccomandata,letteravalela pena effettuare subito la registrazione.

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CULTURA ● ◆ Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 19 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino 39

Mostra ◆ In occasione del centenario dalla nascita, la Fondazione Beyeler fino al 9 ottobre rende omaggio al grande pittore olandese e lo fa sottolineandone il percorso pittorico ma con qualche difficoltà

Quello a cui ci troviamo confron tati osservando questi due dipinti ap pare infatti come il classico paradosso dello stadio di Zenone. Un paradosso che recita più o meno così: per attra versare uno stadio bisogna dapprima percorrerne la metà, ma per raggiun gere la metà bisogna dapprima aver percorso la metà della metà e così via

Matrimonio segreto

Dove e quando Mondrian Evolution, Fondation Beyeler, (BaselstrasseRiehen/Basilea101),fino al 9 ottobre 2022. Orari: lu-do 10.00-18.00, me www.fondation10.00-20.00.beyeler.ch

La serie di quadri di alberi che Mon drian dipinse a cavallo degli an ni dieci del Novecento, quella che va dall’Albero rosso del 1908, ancora impregnato dalla violenza cromati ca dei fauves, all’Albero di melo in fiore del 1912, ormai declinato nelle tona lità smorzate del cubismo analitico, è diventata una sequenza iconica della modernità che quasi tutti conoscono. Il successo popolare di questa serie non si deve però tanto alle sue quali tà pittoriche, che pure sono indiscuti bili, quanto piuttosto al fatto di esse re assurta a exemplum didattico della genesi di quel linguaggio astratto che ha caratterizzato molta produzione artistica del XX secolo e che per la gran parte degli spettatori educati da una secolare tradizione figurativa ri sultava, e in parte risulta ancora oggi, difficile da comprendere e apprezza re. Detto altrimenti, la straordina ria fortuna di questa serie di dipinti all’interno del racconto dell’arte mo derna è in gran parte dovuta alla sua capacità di «spiegare» l’astrazione at traverso la figurazione, ovvero facen do discendere il linguaggio astrat to da quello figurativo attraverso un processo di semplificazione graduale e linearmente consequenziale.

Piet Mondrian, AbendMühleOostzijderam , 19071908, olio su tela. (© HoltzmanMondrian/2022Trust)

Nuova stagione OSI al LAC Intervista al direttore d’orchestra Michele Mariotti che insieme a Marc Bouchkov il 29 settembre inaugura il nuovo ciclo concertistico

in un frazionamento infinito dello spazio che separa il punto di partenza da quello d’arrivo che finisce per ne gare la possibilità di ogni movimen to che li colleghi. Il problema che ci pongono questi due dipinti di Mon drian è sostanzialmente analogo. Da un lato sappiamo, e tutte le altre sa le della mostra – in particolare quel la in cui è esposta la sequenza degli alberi citata in precedenza – si sfor zano di evidenziarlo, che l’opera di Mondrian sta all’interno di un per corso evolutivo che da un punto porta all’altro. Come dire, Mondrian quel percorso che separa i due dipinti l’ha compiuto nella pratica – un po’ come Diogene il Cinico che per confuta re Zenone semplicemente si alzò in piedi e percorse la distanza che se parava due punti – eppure dal pun to di vista concettuale non riusciamo a costruire uno sviluppo argomenta tivo che conduca in maniera linea re da un approccio estetico all’altro. In effetti a partire dal secondo dopo guerra, sono stati in molti a cercare di colmare questa distanza tra il pri mo e il secondo Mondrian in un’ot tica evolutiva, anche perché dentro la soluzione di questo problema vi era la possibilità di ricucire lo strappo ben più ampio che le avanguardie aveva no determinato nella continuità della storiografia artistica.

Il cortocircuito carico di tensione che si crea tra le opere di Mondrian del primo periodo e quelle della ma turità che apre la mostra di Basilea, era, tra l’altro, già stato anticipato da un grande maestro degli allestimenti museali come Carlo Scarpa, al qua

Sono stati in molti a cercare di colmare questa distanza tra il primo e il secondo Mondrian in un’ottica evolutiva

Uno dei primi a cimentarsi in que

Nell’incipit della mostra alla Fon dazione Beyeler, l’accostamento dei due dipinti sulla stessa parete fini sce invece in qualche modo per con traddire l’idea stessa di «evoluzio ne» con cui i curatori hanno cercato di inquadrare l’opera di Mondrian.

Che le cose non siano in realtà così semplici, lo dimostra la sala iniziale di Mondrian Evolution, mostra che la Fondazione Beyeler dedica al grande artista olandese in occasione dei 150 anni dalla nascita. Su una parete di questa sala troviamo infatti accosta ti, in una sorta di accordo fortemen te dissonante, una Donna con il fuso del 1893-1896, dipinto postimpres sionista in cui riecheggiano i gran di modelli della pittura del Seicento olandese, e una Composizione in nero e bianco del 1934 che si limita agli in croci ortogonali di alcune linee ne re su un fondo completamente bian co. Un «classico» Mondrian, che a coloro che sono cresciuti negli anni Ottanta, ricorda immediatamente il packaging di una linea di prodotti di grande successo di una famosa ditta di cosmetici francese.

sta impresa è stato lo storico dell’arte italiano Carlo Ludovico Ragghian ti che a Mondrian ha dedicato nel 1962 un’imponente monografia. A partire da una ricostruzione erudi ta delle fonti e dei riferimenti e da una scrupolosa analisi dei modu li compositivi, Ragghianti individua nel neoplasticismo una sorta di pun to conclusivo della tradizione pitto rica occidentale. Nell’opera di Mon drian si ricapitola in qualche modo una nozione di arte come armonia e bellezza, un’arte fondata sulle pro porzioni geometriche e sulla sezione aurea che ha le sue origini nell’anti chità e che ora, annullato l’aneddoti co e il narrativo, porta in primo pia no quella geometria segreta su cui per secoli i pittori hanno costruito le loro composizioni. Quello di Mondrian è dunque per Ragghianti un percorso, nutrito di teosofia e metafisica, che partendo dal passato e dialogando con le forme d’arte del proprio tem po distilla un assoluto pittorico in cui trova compimento la storia della pit turaSeoccidentale.traimolteplici riferimenti messi in luce da Ragghianti vi è an che quello all’architettura tradizio nale giapponese, è però a Decio Gio seffi che si deve, nel 1957, la prima dimostrazione dello stretto rapporto che lega le formule compositive ne oplastiche e l’architettura nipponica.

Contrariamente a Ragghianti, però, per Gioseffi l’individuazione di que sto legame, comporta la negazione di un percorso evolutivo all’interno dell’opera di Mondrian e i tentativi fatti in questa direzione vengono da lui qualificati come una «falsa prei storia». Non vi è, in altre parole, nes sun percorso evolutivo che porta al neoplasticismo, il quale «non si spie ga né con gli alberi, né con le catte drali, né con le marine», ma sempli cemente con la scoperta improvvisa e casuale dei metodi costruttivi e deco rativi giapponesi.

Nell’opera di Mondrian si ricapitola in qualche modo una nozione di arte come armonia e bellezza

Se nell’intento polemico di Gio seffi questo comportava una squalifi ca, per niente condivisibile, dell’ope ra di Mondrian, ridotto a una sorta di pedestre epigono, rimane però il fat to che l’interpretazione del suo per corso pittorico continua ancor oggi a oscillare tra i due poli opposti dell’e voluzione e della rottura. E a dispet to della scelta di campo dichiara ta fin dal titolo, anche la mostra di Basilea non riesce a risolvere questo paradosso.

Mondrian e i paradossi dell’evoluzione

le Palma Bucarelli aveva affidato l’al lestimento della mostra alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma nel 1956. Nel progettare l’allestimen to, Scarpa aveva fatto in modo che attraverso un vano nel corridoio d’in gresso fosse possibile vedere l’ultima sala della mostra e quindi osservare contemporaneamente una delle pri me opere dell’artista e l’ultimo dipin to a cui stava lavorando prima della sua morte.

Elio Schenini

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Il trionfo del documentario a Venezia79

Un bilancio della Mostra del Cinema di Venezia che assegnando il Leone d’oro a Laura Poitras sottolinea forza e importanza dei documentari

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Illuminante lo spettacolo al Teatro alla Scala firmato da Irina Brook e Ottavio Dantone e in replica ancora questa sera

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«Azione» mette in palio alcuni bi glietti per il concerto inaugurale del la nuova stagione dell’OSI al LAC di giovedì 29 settembre alle 20.30 che vede Michele Mariotti alla direzione e Marc Bouchov al violino. In pro gramma S. Prokof’ev, Concerto per violino e orchestra n. 1 in re maggio re op. 19 e J. Brahms, Sinfonia n. 1 in do minore op. 68

biamo davvero bisogno; il controcan to dell’oboe nel duetto tra Fiordiligi e Ferrando nel Così fan tutte esprime meglio di ogni possibile parola la fra gilità di un dramma affettivo».

Leggete la storia di Javier: caritas.ch/javier-i

Javier Pinto, 46 anni, Bolivia, ha un reddito sostenibile malgrado la crisi climatica e non deve più abbattere alberi in Amazzonia.

Per Mariotti il cuore della prima sinfonia di Brahms è il secondo mo vimento: «Un vero e proprio trattato filosofico, una dialettica ininterrotta sulla fragilità umana dietro un’appa renza più accomodante. Domina una poetica dolcezza, ma a Brahms basta contrappuntare la melodia principale con una frase di viole, fagotto e clari netto per intesservi un dolore laceran te, seppur non urlato; per questo par lo di una forza, di un’evidente energia sotto cui si nasconde una profon da fragilità». Per far emergere que sta dicotomia è necessario «trovare un bilanciamento tra la cura del det taglio e la visione generale. Ripren dendo la partitura dopo anni, ho ri scoperto quanto Brahms sia generoso e puntuale nelle indicazioni: più vol te aggiunge “dolce” a “piano”, i “for te” sono distinti dai “fortissimo” e dai “mezzoforte”, è evidente che l’autore cerca una varietà perché le diverse in dicazioni si susseguono con frequen za. Ogni momento è così intenso e bello che c’è il rischio di innamorar sene troppo, indugiarvi dimentican do che è parte di un tutto; di contro, la perfetta unità della sinfonia, dalla potenza dell’inizio al trionfo del co rale nell’ultimo movimento, hanno una struttura così trascinante che c’è la tentazione di correre e non accarez zare adeguatamente tutti i momenti di cui tale forma si compone».

Mariotti divide la sua agenda tra concerti e lirica: «Sono complementari non solo perché permettono di variare il repertorio, ma perché un ambito aiuta l’altro»

Fare la cosa giusta Quando la povertà mostra il suo volto

Enrico Parola

mentre eravamo su un bus – però la mia esperienza mi insegna che al fon do è una questione di lavoro e l’aspet to decisivo è la qualità dell’orchestra. Se non si ha tempo per provare e si va sul palco i musicisti suonano come sono abituati, quindi i tedeschi “alla tedesca”; per questo quando, anni fa, mi proponevano di dirigere a Mona co, Vienna o Berlino delle riprese di opere senza provare ho sempre rifiu tato, rispondendo che avrei accettato solo nuove produzioni, non per super bia, ma perché volevo fare un lavoro serio. E così è stato, le chiamate so no arrivate e sono arrivati anche gran di risultati; ricordo una recente Semi ramide di Rossini alla Staatsoper di Monaco, con un suono sinceramente “italiano”, o altre splendide esecuzio ni a Vienna o Berlino».

Musica ◆ Michele Mariotti, direttore Musicale del Teatro dell’Opera di Roma, inaugura la nuova stagione dell’OSI al LAC

Per partecipare inviate una mail a giochi@azione.ch, oggetto «Ma riotti», con i vostri dati (nome, co gnome, indirizzo, numero di tele fono) entro le 24 di domenica 26 settembre.

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«Per me la musica è un invito a guardare la realtà»

Con «Azione» al LAC

SantiagoVictor©

Quello luganese è un capitolo dell’in tenso momento che sta vivendo il 43enne maestro italiano, atteso a un’altra importante apertura a Roma, quando alzerà il sipario dell’Opera ro mana con i Dialogues de Carmelites di Poulenc. «Sto vivendo artisticamente un periodo intenso e bellissimo, dove raccolgo i frutti di un percorso lun go; penso soprattutto agli anni vissuti al Teatro Comunale di Bologna, che mi hanno fatto crescere». La parabola personale si intreccia inevitabilmen te con la storia più generale: «Dopo la pandemia è arrivata la guerra e si ripropone la domanda: ha senso fa re musica? Io ovviamente rispondo di sì, ma non perché ritenga la musica una medicina che risolve la situazio ne, perché non è la soluzione dei pro blemi; e non voglio neppure vivere la musica come una mera parentesi che ci faccia distrarre, divertire o sbatte re gli occhi per una serata. Per me la musica è un invito a guardare la real tà e un aiuto ad affrontarla prima an cora che capirla; pochi giorni fa sono tornato a dirigere la Messa da requiem di Verdi e mi è sembrato un percor so a ritroso dove il punto di partenza è la morte, il senso della fine. Oppu re pensiamo a Mozart: nel finale de Le nozze di Figaro il «Contessa, per dono» ha una tale totalità umana da metterci davanti ciò di cui oggi ab

Mariotti divide la sua agenda tra concerti e lirica: «Sono complementa ri non solo perché permettono di va riare il repertorio, ma perché un am bito aiuta l’altro. Nella sinfonica chi suona è sul palco, deve essere prota gonista, non si può nascondere in bu ca e lasciare le luci della ribalta ai soli cantanti, per questo un concerto sol lecita in modo particolare la respon sabilità. La lirica insegna ad ascolta re perché è la forma di spettacolo più

Si dice che le orchestre italiane, abituate alla lirica, abbiano un sen so della melodia più accentuato ri spetto alle compagini mitteleuropee, che invece marcano maggiormente la profondità armonica e la pastosi tà timbrica. L’OSI è sicuramente una formazione focalizzata sul repertorio sinfonico, seppure dal Barbiere di Si viglia alla Traviata di inizio settembre stia iniziando a frequentare la lirica. «Certo, una disposizione, un’abitudi ne naturali ci sono – non molto tempo fa la stessa osservazione me la fece un membro dei Wiener Philharmoniker

complessa e ricca di variabili: i can tanti possono essere raffreddati, in ciampare, faticare dentro vestiti di scena pesanti; così la lirica insegna agli strumenti e alle sezioni ad ascol tare il resto dell’orchestra».

Una forza che nasconde fragilità. Così è la prima sinfonia di Brahms per Mi chele Mariotti (nella foto), chiamato sul podio dell’Orchestra della Svizze ra Italiana a inaugurare la nuova sta gione assieme a Marc Bouchkov, so lista nel Primo Concerto per violino di Prokof’ev.

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Doppio premio per la rivelazione del concorso, Saint Omer della fran cese Alice Diop (documentarista di lungo corso al primo film di finzio ne), che ha ricevuto il Leone d’argen to Gran premio della giuria e il Leone del futuro come migliore opera prima. Una scrittrice assiste al processo con tro una donna immigrata che ha uc ciso il figlio piccolo per un film stra tificato con interrogatori di grande intensità e un’analisi profonda della societàPremioodierna.speciale della giuria a No Bears dell’iraniano Jafar Panahi, già Leone d’oro nel 2000 con Il cerchio, che ha girato in clandestinità un film insieme toccante e metaforico sull’I ran di oggi, sulla privazione della li bertà, sulle paure indotte e sul con trollo sociale. Un gran film degno del suo maestro Abbas Kiarostami.

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Godard, come scrisse il critico Goffredo Fofi, «si caratterizza da su bito per una varia e accanita critica e riflessione sul cinema, sul linguaggio delle immagini e la loro portata. Gli importa far riconquistare allo sguar do una nuova verginità». In che mo do? Attraverso uno stile unico e per sonale dove, come detto all’inizio, il cinema viene destrutturato dal suo linguaggio classico e poi ricomposto.

Uomo complesso, regista di carattere, Jean-Luc Godard se n’è andato a 91 anni

Sul confine che può diventare labi le tra realtà e finzione, va menzionato Vera, il bel film italo-austriaco di Tizza Covi e Rainer Frimmel, premiato nel la sezione collaterale Orizzonti per la miglior regia e la migliore attrice Vera Gemma. Figlia d’arte di Giuliano, in terpreta sé stessa in un’opera ironica e profonda che cala persone reali in una trama di finzione (un po’ come Gigi la legge di Alessandro Comodin, premia to un mese fa al Festival di Locarno).

(Keystone)

Meritata la Coppa Volpi a Cate Blanchett come migliore attrice per Tàr di Todd Fields, altra pellicola già in prima fila per l’Oscar, nel ruolo cu cito su misura per lei di un’affermata direttrice d’orchestra carismatica e di grandi intuizioni, ma dalla condotta personale forse discutibile.

E se prima di Venezia la Poitras poteva puntare all’Oscar bis quale migliore documentario, dopo il pas saggio alla Mostra potrebbe ambire a entrare almeno in nomination nella ca tegoria di maggior peso, quella di mi glior film, proseguendo la tradizione recente dei film veneziani (vedi Joker o Nomadland ).

Unico, grande Godard

Come autore ha seguito una stra da personale che lo ha portato, dagli anni 80, nei territori della videoarte. Ricordiamo, in proposito, Histoire(s) du cinéma (1988-1998), la rilettura del la Storia del cinema, dove Godard ri legge il percorso della settima arte e lo intreccia sia alle altre arti, sia alle que stioni filosofiche moderne e postmo derne. Una sorta di testamento epoca le che, come dice il critico Dominique Païni nell’introduzione, si riferisce a un’intera epoca: «Il ventesimo secolo è stato pensato dal cinema». E Godard lo ha compreso e lo ha testimoniato con quest’opera unica e irrinunciabile.

Il concorso ha alternato bei film, alcuni premiati (Bones and All di Lu ca Guadagnino, Leone d’argento per la regia, o l’irlandese Gli spiriti dell’i sola di Martin McDonagh che ha ri cevuto il premio per la sceneggiatura e la Coppa Volpi di miglior attore per Colin Farrell), a vere delusioni, come Bardo di Alejandro Inarritu, The Eter nal Daughter di Joanna Hogg con Til da Swinton che si divide inutilmen te in due ruoli, i fiacchi L’immensità di Emanuele Crialese e Il signore delle formiche di Gianni Amelio o l’impal pabile Chiara di Susanna Nicchiarel li che fa diventare Chiara e Francesco d’Assisi due hippy medievali.

La novità, rappresentata da Go dard all’epoca, era stata compresa su bito, oltre che dal pubblico che accor se numeroso a vedere le prime opere, anche dallo storico del cinema Geor ge Sadoul, quando già nel 1965 (a soli cinque anni dal suo debutto) lo inserì di diritto nel famoso Dictionnaire des cinéastes, definendolo: «una delle forti personalità rivelate dalla Nouvelle Va gue. Inquieto, incisivo, irritante, ambi guo e Unasilenzioso».novitàfiglia di quei tempi di rottura postbellica (gli anni 50 e 60 appunto) in cui i giovani stavano pren dendo in mano le redini della cultu ra, strappandola letteralmente dalle mani dei padri e dei nonni. Un humus che in Francia vide nascere e cresce re Godard e altri giovani intellettuali come François Truffaut, Claude Cha brol, Jacques Rivette ed Éric Rohmer (chiamati ironicamente anche «Gio vani Turchi» per sottolineare la loro impudenza e coesione). Tutti assidui frequentatori della Cineteca france se e delle lezioni di Henri Langlois si fecero le ossa scrivendo critiche nei Cahiers du cinéma. Ed è appunto da quelle discussioni e da quelle visioni che nacque la Nouvelle Vague. Il mo vimento più importante della storia del cinema – insieme al Neorealismo italiano – che segna una rottura col passato ed è fonte d’ispirazione per le nuove generazioni di registi (tra cui la New Hollywood americana degli anni 70). Ecco, Jean-Luc Godard è stato il regista di punta (con Truffaut) della nuova onda che spazzò via un modo classico – dove il regista era per defi nizione invisibile – di far film.

Non mancavano i temi forti nel la

Tutta la bellezza di Venezia 79

Il resto del palmarès ha riunito quasi tutti i migliori film visti nei die ci giorni di festival, con qualche esclu sione eccellente (The Whale di Darren Aronofsky, Argentina 1985 di Santiago Mitre e Blonde di Andrew Dominik) ma senza decisioni insensate.

Una programmazione che ten de sempre più al mainstream con una forte presenza del cinema americano, francese, inglese e, naturalmente, ita liano: insieme le quattro nazioni com ponevano circa i tre quarti della com petizione ufficiale. Più nomi noti e più film che usciranno nelle sale possono allettare qualcuno, ma riducono gli spazi di ricerca e di scoperta: aumen tano i film di discreta confezione e di minuiscono le opere magari imperfet te, ma più innovative e stimolanti.

Il bilancio della 79esima edizione è positivo ma non esaltante. Da alcuni anni ormai si sente dire che quella at tuale sia l’edizione migliore, a volte già all’annuncio del programma in luglio. Senza lasciarsi tentare da facili procla mi assoluti, è importante avere una vi sione d’insieme e al contempo di det taglio della programmazione: tener conto dei criteri di valutazione, del le aspettative che si hanno e dei film che si vedono, dentro un programma vastissimo che, tra tutte le sezioni, sta intorno ai 150 titoli.

Nicola Falcinella

Una programmazione che tende sempre più al mainstream con una forte presenza del cinema americano, francese, inglese e italiano

voro della regista americana già pre mio Oscar per Citizenfour nel 2015, ma nella storia della fotografa Nan Goldin – il suo drammatico passato familiare, le sue amicizie e la sua batta glia contro la famiglia di imprenditori farmaceutici Sackler, rei di aver com mercializzato un oppiaceo nasconden do che creasse dipendenza – la giuria ha apprezzato qualcosa in più. Nessu no aveva ipotizzato la vittoria di Laura Poitras, si pensava magari un premio secondario, e il Leone va un po’ oltre i suoi meriti. Il voler costringere alme no tre linee narrative dentro un’unica opera cercando di dare a tutte lo stes so rilievo è il limite di questo film. Ad esempio alla parte della protesta, sia nella vita della Goldin sia in generale come monito alle multinazionali, vie ne dato troppo spazio.

Infatti, non sono rari i casi nei qua li vediamo in campo la macchina da presa, l’assenza quasi totale di campi e controcampi, la presenza di didascalie e di citazioni visive e sonore, l’attore che si rivolge direttamente allo spetta tore, l’asincronismo tra voce e imma gine, la cancellazione improvvisa della voce, la soppressione dei raccordi nar rativi, i tempi morti, il collage visivo, il passaggio da attore a personaggio e viceversa. Tutti elementi che infran gono le convenzioni del linguaggio cinematografico, tutti «atti autoriali» che mettono in pratica quanto il re gista aveva scritto in qualità di criti co e soprattutto concretizza la famosa politica degli autori, teorizzata nel la metà degli anni 50 e nella quale si mette l’accento sul fatto che l’opera di un regista debba essere analizzata co me parte dell’intera produzione filmi ca, capovolgendo il paradigma storico dove il singolo film conta più del regi sta, o meglio della sua poetica.

Nicola Mazzi

In pochi come Jean-Luc Godard (1930-2022) hanno lavorato intensa mente sul linguaggio cinematografico. Lui, per tutta la carriera, ha scompo sto, ricomposto, accumulato, demoli to, evidenziato, analizzato e giocato coi vari elementi che fanno del cine ma un’arte. Sin dal primo, clamoroso, film, À bout de souffle (1960), per giun gere all’ultima opera Le livre d’image (2018) ha seguito una strada unica e molto personale nel suo genere. Una ricerca sulla materia-cinema che nel tempo si è vieppiù radicalizzata.

Il documentario americano All the Be auty and the Bloodshell di Laura Poitras (nella foto) ha ricevuto il Leone d’O ro della 79esima Mostra del Cinema di Venezia (31 agosto–10 settembre). Nel la lunga storia del prestigioso premio, iniziata nel 1946 con la vittoria de L’uo mo del sud di Jean Renoir, solo un altro documentario se l’era aggiudicato, Sa cro Gra di Gianfranco Rosi nel 2013. Per quanto riguarda la Palma d’oro di Cannes era successo solo nel 2004 con Fahrenheit 9/11 di Michael Moore, che ha un po’ aperto la strada alla nuova era del cinema non di finzione. Non che in precedenza non se ne realizzas sero di molto belli, ma la differenza era più netta e i concorsi dei grandi festi val erano per lo più riservati ai film a soggetto. Il digitale ha aperto nuove opportunità al documentario, abbas sando i costi e aumentando di molto la produzione, di tutte le durate e tutti i generi. Non contano più solo il con tenuto, anche se per molti spettatori documentario resta sinonimo di opera didascalica e noiosa, ma anche la for ma cinematografica: un esempio è Le viathan di Lucien Castaing-Taylor e Véréna Paravel, presentato a Locarno nel 2012. Oggi documentario significa tante cose diverse, esso non ha solo una destinazione televisiva, spesso arriva in sala, e la Svizzera in questo è un esem pio virtuoso nel panorama europeo.

In memoriam ◆

Keystone

Cinema ◆ Il Leone d’Oro a Laura Poitras è un bel segnale per la documentaristica in una rassegna sempre più orientata al mainstream

Un modo per confrontarsi con la figu ra e il mito paterno per un personaggio sfaccettato che duetta in modo irresi stibile con l’amica Asia Argento sulla tomba del figlio di Goethe.

All’analisi del linguaggio cine matografico non ha mai rinunciato, neppure negli ultimi anni, vissuti da eremita a Rolle (nel Canton Vaud). Pochissime le apparizioni pubbliche. Una delle ultime volte fu durante il fe stival di Cannes del 2018, quando in concorso c’era Le livre d’image. In sa la stampa, grazie al telefonino del suo fido collaboratore Fabrice Aragno, Godard in videochiamata rispose alle domande di noi giornalisti che foto grafavamo la sua immagine sul tele fonino, in quello che, forse anche in modo involontario e ironico, è stato l’ennesimo gioco con le immagini, il suo ultimo Un’ultimafilm.scena: quella che rias sume l’arte di Godard è senza dubbio rappresentata dall’inizio de Il disprez zo, dove Bardot e Piccoli sono a letto e lei gli dice: «Quindi, tu mi ami to talmente?» E lui risponde: «Sì, ti amo totalmente, teneramente e tragica mente». In una sola battuta c’è tutta la complessità del regista.

Naturalmente ogni novità tende a tra sformarsi in moda con effetti anche deleteri. E purtroppo i due campi del cinema restano troppo separati, da una parte il mondo della finzione guarda spesso con superiorità ai colleghi do cumentaristi che invece si sentono fi gli di un dio minore e confinati in una riserva. Così un premio tanto impor tante sembra farsi portavoce di un in tero settore e interpretato come una rivincita. All the Beauty and the Blood shell, l’unico non di fiction tra i 23 film in lizza per il Leone, è stato trattato alla pari degli altri e pare abbia vinto per una caratteristica solitamente pro pria della finzione: ha fatto commuo vere i giurati, o almeno la presidente Julianne Moore.

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Alla testa dell’Orchestra dell’Ac cademia del Teatro alla Scala, un magnifico Ottavio Dantone segue, accompagna, sostiene e guida amore volmente ogni passo della sua com pagnia di canto, con una tale empa tia che a tratti ci si dimentica della sua presenza; una qualità essenziale – l’invisibilità – per ogni grande di rettore d’opera! Al termine, applausi entusiasti da parte di una sala gremita di giovani. Questa sera alle 20.00 al la Scala l’ultima replica. Illuminante!

firmato da Irina Brook e Ottavio Dantone per l’Accademia del Teatro alla Scala

Kim Noble in Lullaby for Scavangers (Studio Narki)

Giorgia e Muriel Del Don

fanno apparire come misteriose cri salidi, entità mistiche della cosmogo nia dei popoli indigeni del Brasile. La musica, composta da estratti di can zoni del popolo Mbyà Guaranì, re gala all’insieme uno strato di supple mentareAnchemisticismo.lagiovane coreografa olan dese Cherish Menzo con il suo Dar kmatter ha fatto tremare la scena del la salle du Lignon. Accompagnata da Camilo Mejía Cortés, Menzo deco struisce gli stereotipi legati alla co lonizzazione del corpo, all’origine etnica e al genere. Attraverso la rap presentazione di una materia nera che si impadronisce gradatamente del la scena, come un fiume in piena, in domito e potente, Menzo fa sboccia re un nuovo enigmatico corpo (afro) futurista. Con Hmadcha il coreografo marocchino Taoufiq Izeddiou mette in scena dei corpi potenti e ribelli, in trisi di misticismo ancestrale ma an che connessi con una modernità che affrontano di Controcorrentepetto. ed esteticamente potenti anche Lullaby for Scavengers del britannico Kim Noble e The She ep Song del collettivo belga FC Berg man. Con la terza e ultima parte del suo trittico sulla solitudine e l’amici zia, Kim Noble ci conduce per mano nella foresta ostile della vita. Lullaby for Scavengers esalta la natura sen za romanticizzarla, la sublima senza trasformarla in sterile locus amoenus Un misto di provocazione, di comi cità surrealista e di fantasia bizzarra so British da travolgere il pubblico co me un uragano. The Sheep Song, favola senza parole in quattro atti propone anche lei, attraverso scene di una bel lezza inaudita, un’allegoria della con dizione umana che ci fa riflettere su concetti chiave quali l’amore, la vio lenza, il dolore o la solitudine. Con la stessa vena rivoluzionaria, impos sibile non citare anche Graces della strabiliante coreografa italiana Silvia Gribaudi o ancora The Shadow Whose Prey the Hunter Becomes della compa gnia australiana Back to Back Theatre composta da attori con disabilità fisi che o neurodivergenti.

definizione delle relazioni fra i per sonaggi e l’identificazione con i loro umanissimi difetti. In questa nuova realtà, Geronimo è un trafficone un po’ imbolsito, il conte un eccentrico britannico che reca doni comprati al duty-free, Fidalma una signorotta as satanata, Paolino il classico stagista sotto-pagato e le due sorelle i poli op posti della femminilità. Completano il cast, quattro infaticabili – e applau ditissimi – servi muti che smontano e rimontano in continuazione l’arre damento delle scene firmate da Pa trick Kinmonth: monumentali pareti mobili costituite da coste e coperti ne di quaderni e libri contabili, tra cui spunta proprio quella del libretto de Il Matrimonio segreto – perché, in fin dei conti, dallo spazio di questa trama è impossibile fuggire

Una sessantina di eventi: danza, tea tro, musica, circo o ancora performing art, per diciotto giorni hanno trasfor mato Ginevra in capitale incontrasta ta delle arti sceniche. Atipico, ecco l’aggettivo che si addice di più a que sta 46esima edizione all’insegna del la rinascita, una rinascita post pan demica ma anche un grido di rivolta nei confronti di un conformismo che si sta pericolosamente impossessando del nostro quotidiano. Il pubblico è stato interpellato, scosso e risvegliato dal proprio torpore grazie a proposte sceniche che hanno affrontato proble matiche legate all’inclusività, al raz zismo, alla discriminazione o più in generale all’intolleranza nei confron ti di una diversità vista con pericolo so sospetto.Traleproposte più sorprenden ti Encantado della coreografa brasi liana Lia Rodrigues, uno spettacolo di denuncia delle violenze di un go verno che sacrifica tutto e tutti in no me del profitto, un governo guidato da una smania di potere che non con sidera le tradizioni ancestrali, cuore e anima dell’identità brasiliana. Da quarant’anni esponente di spicco del la danza militante in Brasile, Lia Ro drigues utilizza la scena come gioio sa arma di resistenza. Ispirato a testi impegnati quali Torto Arado di Itam Vieira e Per un’ecologia decoloniale di Malcom Ferdinand, Encantado met te in scena i corpi di undici interpre ti avviluppati in tessuti colorati che li

Davide Fersini

Opera Il matrimonio segreto spettacolo

, uno

L’episodio è arcinoto. Per festeggiare l’enorme successo della prima vienne se de Il Matrimonio segreto, il 7 feb braio 1792 l’imperatore Leopoldo of frì alla compagnia di canto un lauto banchetto, terminato il quale, chie se – ma tali richieste han forza d’un editto – di ripetere l’intera opera da cima a fondo. In quel preciso momen to, quella «favola dolcissima nemme no lontanamente adombrata dal so spetto della sua improbabilità» (F. Degrada) sostenuta dalla musica «tut ta ideale» di Domenico Cimarosa, di veniva l’archetipo dell’opera buffa del Settecento. Il libretto di Giovanni Bertati, del resto, prendeva le mosse da una celeberrima narrazione pit torica di Hogarth del 1745 intitolata Marriage A-la-mode, in cui con som ma arguzia venivano derise le mire nobiliari della nascente borghesia. Ed ecco, dunque, apparire sulla scena i ti pi psicologici – rassicuranti e squadra ti – della commedia dell’arte: dal ric co mercante Geronimo, che punta ad ammogliare una delle due figlie, Ca rolina ed Elisetta – perennemente in lotta fra loro – al conte Robinson, un nobile squattrinato ma di buon cuore; il giovane garzone di bottega Paolino, che segretamente ha già sposato Eli setta prima ancora dell’inizio dell’o pera; e infine l’anziana zia Fidalma, tardivamente accesa da voglie proibite per il bel Paolino. Un teatro di burat tini, insomma, che si muovono in una scatola chiusa – la casa di Geronimo – spinti unicamente dal continuo ac cavallarsi di equivoci e segreti, il cui scioglimento è perpetuamente riman dato alla scena successiva.

Un freschissimo Cimarosa

Il Piermarini è notoriamente l’unica istituzione al mondo che sia in gra do di mettere al servizio dei propri studenti una bacchetta come quella di Ottavio Dantone e una regista del calibro di Irina Brook. E a buon di ritto, ché questi giovani possono de gnamente rivaleggiare con colleghi

Il risultato è uno spettacolo spas sosissimo in cui, molto spesso a den ti stretti, ridiamo inconsapevolmente di noi stessi. Impressionante, in que sto senso, la prestazione dei ragazzi dall’Accademia del Teatro alla Scala per i quali la produzione è stata pen sata, sia in buca sia in palcoscenico.

La Bâtie è riuscita anche quest’an no a toccare il pubblico nel profondo, uno shock benevolo che spinge a ri flettere sul mondo che ci circonda con rinnovata criticità.

Ginevra capitale dell’arte scenica La Bâtie, un’edizione scoppiettante

Festival ◆

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O ancora meglio, un meraviglio so acquario – o una voliera – dove i protagonisti, a mo’ di pesci o uccelli, sono liberi di nuotare o volare a pia cimento, ma da cui è impossibile fug gire. Ed è proprio questa l’immagi ne proiettata sulla scena della Scala prima ancora che si spengano le lu ci: enormi sagome di animali lega ti fra loro dalla rete che li intrappola. Per allentare i nodi stringenti di cui è intessuto l’intreccio del libretto, l’ac clamatissima regista Irina Brook ha, quindi, costruito una drammaturgia ispirata all’immaginario delle sit-com televisive di Netflix, in grado di in contrare lo sguardo del pubblico con temporaneo attraverso la meticolosa

AmisanoeBrescia©

già in carriera da molto tempo. Gra zie a loro, la musica di Cimarosa, che «sembra uscita da una macchina per scrivere» (Savinio) trova nella bellez za del canto il suo principale mezzo di seduzione: svettano su tutti la Ca rolina di Greta Doveri, che instanca bilmente seduce con il suo squillante fiume di voce e il Paolino timbratis simo e piacevolmente agile di Paolo Antonio Nevi; ma non da meno so no la pirotecnica Elisetta di France sca Pia Vitale, che stordisce il pubbli co con una girandola di colorature e la brunita Fidalma di Mara Gaudenzi, impagabile nel ruolo della seduttrice agé. Nel reparto dei bassi brilla il con te Robinson di Sung-Hwan Damien Park, dal bel timbro nobile, e accanto a lui, vera colonna della serata, il ro dato e solido Pietro Spagnoli che di segna un Geronimo a metà fra il ca pocomico e il classico cumenda della commedia all’italiana.

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La prima è riferita all’avverbio «pre feribilmente» che autorizza il consu mo della contessa anche dopo la data di scadenza. La seconda motivazio ne sta tutta nell’uso del verbo «con sumare», usato sia nell’avvertenza af fissa sulla schiena della de cuius che in una delle cause che autorizzano l’an nullamento delle nozze presso la Sa

La sofferenza delle cose

Mi scuso in anticipo, forse questa è una mia mania, ma mi fanno pena gli oggetti trattati male, ad esem pio una vite stretta troppo. C’è gen te che prende la chiave inglese e se ha una vite a portata di mano, la vi te di un letto di ferro, la vite di un gancio nel muro, la vite dello scari co sotto al lavandino, la stringe con tutta la forza e la vite stride, ma non contento la stringe ancora, sopra il suo limite, ed è una pena pensare all’attrito spasmodico e allo sforzo della filettatura contro l’altra filet tatura, questa tensione è una specie di sofferenza, che dura giorni, forse anni, con il metallo sempre prossi mo a collassare e spannarsi, se non ci fosse in questa povera vite un’umil tà, uno spirito tale di sacrificio che la fa ubbidire e resistere al costan te dolore che la chiave inglese nella sua cieca forza le ha imposto. Vor rei liberare tutte le viti, allentarle un

Xenia

dai fornitori e il ferro costa caro. Ra du sbalordisce. L’architetto gli mostra il disegno per la scala a chiocciola di ventuno gradini per la villa dell’attore.

poco, poverette, in modo che convi vano col loro dado in un’amichevole stretta, di cui casomai siano entram be orgogliose.

L’attore si accascia sul prototipo dei vasi del suo futuro giardino. Non è

e si scaricano subito, non mi avreb be fatto nessun effetto, quelle sono sveglie autoreferenziali, si compiac ciono del loro sconquasso sonoro e poi smettono, abbiano o non abbia no svegliato qualcuno; sono come sentinelle, che fanno il grido, anche prolungato, e poi basta, per loro è chiusa. Invece la sveglietta elettrica è andata avanti, non si rassegnava, e io una pena! una pena! non poterle dare soccorso, in questi casi vorrei piangere per lei, per la sua solitu dine, in un mondo che non l’ascol ta, perché è concepita anche per non disturbare troppo, e magari lei cre de di non avere abbastanza voce, si sforza, ma non può di più, e a un certo punto è così disperata che ta ce; e so che dodici ore dopo, se i suoi padroni sono andati in ferie, torna a provare, e così due volte al gior no chiama: «dove siete? dove siete?», niente, saranno tutti morti, però

Vasile cade mentre monta la cancella ta del palazzo e si frattura le vertebre. Lo riparano, però dovrà stare sei mesi fermo. Decide di curarsi in Romania. Ma non vuole rinunciare alla villa. Si fida di Radu. Il ragazzo può farla da solo, la scala. Gli lascia ventimila eu ro per comprare il ferro e se ne torna a IlPetrila.giorno della consegna della sca

ro. E il ferro non c’è perché mancano i soldi per comprarlo. Se vogliono la lo ro bella scala, devono dargli altri venti mila euro. Ma sarà perfetta. Lo giura. Sconvolto, terreo, l’architetto impre ca, inveisce, minaccia. Radu dice se rafico che lui tanti soldi non li aveva mai visti. Ha perso la testa. Ha pre so in leasing una Ferrari, si è rifatto il guardaroba in un negozio di via Con dotti, insomma, ha vissuto una vita da divo della TV. Si è divertito. Poi si è pentito, perché non è un ladro e vuole solo lavorare il ferro. L’attore può far gli causa. Ma non li riavrà, i suoi ven timila euro, perché Radu è povero co me un osso. Non possiede niente, e gli attrezzi della sua officina in Romania valgono meno delle scarpe dell’attore. Può mandarlo in prigione, forse, ma non avrà la sua scala.

Un mondo storto

Mi ha lusingato la disamina di un presidente emerito della Corte Co stituzionale. Secondo il suo autore vole parere il Tribunale della Sacra Rota avrebbe respinto la richiesta di annullamento con due motivazioni.

si concludeva un servizio che, lo di co senza falsa modestia, ha scatenato un dibattito e delle reazioni tali che gli garantiranno un posto nella sto ria del giornalismo.

Vetro e ferro, poi da zincare. Radu se lo rimira, incantato: anche a casa sua un giorno ci sarà una scala così. Vasile ride. Sì, se sarà bravo, gli passerà altro lavoro. Potrà venire in Italia due me si all’anno, e per il resto vivere al vil laggio suo. Qui in Italia il fabbro è un re. Non se ne trovano. Gli italiani non sanno più usare le mani.

la sono passati tre mesi e Radu co nosce l’italiano abbastanza per dire all’architetto – che gli telefona tutti i giorni ma non è ancora venuto mai a vedere la scala – che il camion è usci to dal laboratorio e sta arrivando. Ci vorrà un’oretta. Dopo due ore, farfu gliando, spiega di essere bloccato nel traffico. Poi, preso dal panico, butta il cellulare nell’Aniene.

spera sempre, non si rassegna, è un appuntamento con la disperazione. Ugualmente se resta la porta del fri go appena un po’ aperta e il frigo non se ne accorge e lavora per fare freddo, ma niente! non sa più cosa fare, se non ubbidire, ma è tutto in vano, lavora senza riposo, e se nes suno chiude lo sportello perché in casa non c’è nessuna considerazione per i poveri elettrodomestici, il fri go invece che freddo produce acqua di condensa che cola e il termosta to interno lo avverte che la tempe ratura non cala e lui s’affatica, non si risparmia, la pompa gira, si surri scalda, è inutile! è inutile! gridereb be disperato se potesse parlare. Questi oggetti un principio di vita ce l’hanno, sono al nostro servizio, dovremmo istituire una lega per la protezione degli oggetti fabbricati, dei meccanismi e dei motori mal trattati e abbandonati a sé stessi.

La villa è annidata in un angolo ver de della città. Ma a Radu Roma non piace. Troppo caos. Vasile vive come un italiano e maneggia pacchi di soldi in contanti: deve comprare i materiali

Radu

di Ermanno Cavazzoni

E poi a volte sento in un apparta mento vicino una sveglia elettri ca che suona e nessuno la spegne. E continua a chiamare coi suoi bitbit, bit-bit; lei non sa che sono tut ti usciti, non ha occhi né orecchie, però le hanno detto chiamami all’o ra tale, cioè l’hanno regolata su un’ora, e lei ha aspettato, aspetta to, tutta contenta, avrà avuto la sua soddisfazione per essere stata con siderata e capace, mentre una sedia o una spazzola nessuno ci farebbe affidamento se dovesse essere sve gliato, invece la sveglia ha aspetta to col suo ticchettio professionale, e quando era quasi l’ora si è tutta te sa, dicendosi aspetta, aspetta, sen za tradire né impazienza né emo zione, e quando è stata l’ora, esatta,

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXV 19 settembre 2022 azione – Cooperativa Migros Ticino CULTURA 47 ◆ ●

In fin della fiera

La fonte, mi chiedete. Non ve la do, la fonte. Come giornalista ho il di ritto, dirò di più, il dovere di tenerla Sonoriservata.andati via tutti. Siamo rima sti soli, tu e io. Amici da una vita. A me la puoi dire, sarò una tom ba. Va bene, ma tientelo per te: non gliela do la fonte perché non saprei come fare per trovarla. Tutto è ini ziato una mattina come tante altre. Alle undici conferenza stampa nel palazzo della Regione. Mi trovo in fila con i colleghi in attesa del mio turno per la verifica del pass. Sono a fianco della jeep della polizia. Sen za volerlo ascolto la conversazione fra due poliziotti. Parlano di un col lega: «Povero ragazzo, è stato sfor tunato». «Proprio così. Ha sposato una contessa scaduta». Si è acceso un faro, è partita la mia inchiesta. Ho iniziato le mie ricerche con un giro di telefonate. Risultato: un pu gno di mosche. Nessuno ne sapeva

voglia è esclusa: la macchia ha la for ma e le dimensioni di un biglietto da visita e lascia intravedere una scritta su due righe. Nella penombra, per quanti sforzi faccia, il novello sposo non riesce a leggere cosa c’è scritto. Recupera il cellulare dal suo tavoli no da notte, accende la luce, l’acco sta e legge. La prima riga contiene i dati della sposa: «Contessa X Y, na ta a …, il …, residente a …». Sul la seconda riga un avviso: «Da con sumarsi preferibilmente entro il …» La data di scadenza è di un mese fa, il matrimonio è stato celebrato ieri. Lo sposo spegne il cellulare e torna a sistemarsi sotto le coperte. Una va langa di domande senza risposta af folla la sua mente. Perché le contesse si consumano e le baronesse no? Si può rigenerare una contessa scaduta? Scoprire dopo il matrimonio che la moglie è scaduta può essere una cau sa valida per ottenere l’annullamen to? Con questa raffica di domande

di Bruno Gambarotta

◆ ●

Dopo l’estate, Radu si ritrova dentro il laboratorio l’architetto e un uomo sulla quarantina, alto, magro, con gli occhiali da sole. È l’attore, Radu lo ha visto alla TV. Vasile deve avergli dato l’indirizzo. Altrimenti non lo avreb be mai trovato. Il laboratorio è nasco sto in una stradina di Santa Palomba. Periferia estrema della metropoli, un dedalo insensato di edifici. L’enorme hangar è vuoto. La scala non c’è. Radu non cerca scuse. La scala non l’ha costruita perché non c’era il fer

Te l’aspettavi tutte queste reazioni? In parte sì. Ero sicuro che si sareb bero attivati i nostri grandi opinio nisti: Massimo Recalcati, Vito Man cuso, Massimo Cacciari e tanti altri.

cra Rota, quella del matrimonio «ra to e non consumato».

E delle pubbliche manifestazioni co sa mi Quelledici…sì,mi hanno sorpreso. È nato un movimento femminista all’inse gna dello slogan «Siamo tutte contes se scadute». In rete le influencer han no fatto a gara nel mostrare le spalle nude tatuate con l’avviso e una data di scadenza molto arretrata nel tempo. Ieri però sul più autorevole quotidia no italiano un lettore sostiene la tesi che tutto nasce da un semplice equi voco, che anche i suoi studenti fanno confusione fra scaduto e decaduto. Il tuo poliziotto avrebbe perciò sposa to una contessa decaduta. La cosa ti Mapreoccupa?figuriamoci!

La contessa scaduta

niente. Dovevo uscire a ogni costo con un primo lancio, per stoppare il rischio che qualcuno mi soffiasse lo scoop. Il titolista ha condiviso la mia esigenza e ha messo nel titolo un punto interrogativo: «Clamoro so! Nel nostro paese le contesse han no forse una data di scadenza?». Nel testo ho ricostruito la prima notte di nozze dei due sposini. Finiti i brin disi, tagliata la torta, entrati in ca mera da letto, si sono scambiati un bacio. Lei ha chiesto di spegnere le luci: essendo scaduta, non era più un fiorellino, desiderava spogliarsi al buio. Per discrezione la mia cro naca saltava al risveglio. È lo sposo il primo ad aprire gli occhi, lei dor me ancora, voltata dall’altra parte. È l’alba, un filo di luce filtra dalla fi nestra, lui, non dimentichiamocelo, è un poliziotto, ha modo di notare sulla schiena nuda della sua signo ra, in alto a destra, una macchia più scura. L’ipotesi che si tratti di una

di Melania Mazzucco

L’ha scritta un inse gnante precario di un paese della Ca labria. È il solito frustrato in cerca di notorietà. Scommetto che ha pron ta nel cassetto una raccolta di poesie. La sua non è una vera fonte.

A novembre parte il cantiere della vil la dell’attore. Il fabbro Vasile già lavo ra per l’architetto al cantiere di un pa lazzo governativo, e non può farcela, ma neanche rifiutare la proposta. Una commessa importante: due pergole, una ventina di vasi per il giardino, la scala a chiocciola. Telefona in Roma nia e chiede alla madre di mandargli un fabbro: il lavoro è ben pagato. Ma al paese tutti gli uomini sono emigra ti. Poi gli raccomandano Radu, di un villaggio fra i monti della Transilva nia. Vent’anni, figlio e nipote di fab bri. Tipo tranquillo, lento di mente ma con le mani d’oro. Ha la ragazza, so gna di guadagnare abbastanza per la festa di nozze.

poi così famoso, né ricco come Radu crede. Per la villa, si è speso tutti i ri sparmi. L’architetto, la ditta, i vendi tori lo hanno spolpato. Gli viene da piangere. Pure a Radu viene da pian gere, e si ritrovano in due, coi lacri moni, nel laboratorio di Santa Palom ba, davanti alla scala perduta. Così alla fine l’attore trova i ventimila euro, Radu compra il ferro e fabbri ca la scala. La monta e la consegna con solo un anno di ritardo. Ha un successo tale che finisce su una rivi sta di moda. Vasile si dice disposto a perdonarlo, anzi lo prende come so cio. Radu ripaga il debito, poi sposa la sua ragazza. Adesso ha una casa, nel villaggio sperduto della Transilvania. Nessuno l’ha fotografata, ma pure lì c’è una scala di vetro e ferro zincato. Uguale a quella della villa dell’attore. Però è sua. Radu è tuttora il fabbro più richiesto di Roma.

al secondo, ha mandato il segnale, e l’ha ripetuto, e poi ripetuto, per ché uno può impiegare del tempo a svegliarsi e rendersi conto, allora ha continuato a ripeterlo, bit-bit, bitbit, fiduciosa, senza eroismo, perché se avesse parlato avrebbe detto: è il mio dovere. Ma evidentemente non c’era nessuno, e avevano dimentica to di disattivarla, ma lei niente! con fedeltà cieca continuava a dare l’al larme che l’ora era passata, e il bitbit dopo un po’ si è fatto sempre più disperato, come un grido nel vuoto, avrei voluto accorrere, calmarla, dir le sta buona, ti ho sentito, ho impie gato un po’ ma ti ho sentito, grazie, e poi spegnerla, che per lei signifi ca: missione compiuta, spero di aver soddisfatto; invece con la sua voce regolare e discreta chiamava invano qualcuno. Fosse stata una vecchia sveglia a molla, clamorosa, quelle sveglie che fanno un gran frastuono

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