Anno LXXXIV 6 dicembre 2021
Cooperativa Migros Ticino
G.A.A. 6592 Sant’Antonino
Settimanale di informazione e cultura
edizione
49
MONDO MIGROS
Pagine 4 – 5 ●
SOCIETÀ
TEMPO LIBERO
ATTUALITÀ
CULTURA
Parlare con gli sconosciuti fa bene per superare la solitudine e sentirci più felici
Per le aziende della Silicon Valley il tempo libero dei dipendenti è importante quanto il loro lavoro
La crisi profonda del modelloCalifornia sottolineato dalla partenza di Elon Musk
Lo straordinario mondo di A.R. Penck in mostra al Museo d’arte di Mendrisio
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Come risparmiano gli svizzeri?
Benita Vogel Pagina 42
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Quinta ondata, sorpresi e sconfortati Peter Schiesser
No, non ci aspettavamo di trovarci anche in questa fine anno in un’ondata di Covid drammatica come nell’autunno del 2020 – non con i vaccini a disposizione. Chi li contesta (ma non nega l’aumento dei casi, delle ospedalizzazioni, dei decessi) argomenterà che non servono, oltre a non essere sicuri. Chi li sostiene dirà che l’ondata è massiccia nonostante i vaccini perché ci sono ancora troppe persone non vaccinate, infatti dove si vaccina meno la situazione è più grave. Forse lo sconforto è l’unico denominatore comune a entrambi i fronti. Se a marzo 2020 ci avessero detto che oggi ci saremmo trovati nella quinta ondata, in quanti ci avremmo creduto? Invece l’autunno ha creato ancora una volta le condizioni per una più massiccia diffusione del virus, a causa della variante Delta secondo gli esperti in materia (o perlomeno la maggior parte). E siccome i vaccini non sono una protezione assoluta, né dal contagio, né dalle ospedalizzazioni e dal decesso, l’accelerata circolazione del virus ha reso la pandemia di nuovo un affare di tutti, non solo dei non vaccinati.
In un clima del genere, scatena il panico e porta con sé misure di protezione già solo l’annuncio della comparsa di una nuova variante ancora più contagiosa, come Omicron. Il timore che eluda anche le protezioni dei vaccini crea nuova incertezza. Ma la paura è l’ultima cosa che va risvegliata durante una pandemia. Bisogna attendere studi più approfonditi prima di provocare allarme. Ricordo che la ricercatrice sudafricana che ha reso nota l’esistenza della nuova variante ha pure detto che i casi osservati sono tutti di lieve entità. Al momento l’attenzione è rivolta alla diffusione di Omicron, non si hanno ancora informazioni comprovate della sua pericolosità. Quindi, più che su Omicron converrebbe continuare a concentrarsi su Delta: l’ondata attuale porta la sua targa. E quello che porta con sé non è bello. Oltre alla drammatica conta degli ospedalizzati in cure intense e dei decessi, le popolazioni dei paesi europei si trovano nuovamente confrontate con nuove-vecchie restrizioni, i non vaccinati ancor di più. In Svizzera possiamo dire che una
buona maggioranza segue la politica del governo, lo ha confermato la votazione sulla legge sul Covid, in cui i sì sono stati ancora più numerosi che in giugno e diversi cantoni della Svizzera centrale sono passati da un no a un sì. Inoltre, le misure decise ora per piegare la curva dei contagi non sono così incisive. Ma tutt’intorno alla Svizzera si sta arrivando a misure, come i confinamenti per i non vaccinati (o a volte per tutti), come l’obbligo di vaccinazione (in Austria, probabilmente anche in Germania), che solo pochi mesi fa erano considerate impensabili. Dal punto di vista della scienza medica dominante, è così che si combatte una pandemia, abbattendo in breve tempo le possibilità di contagio oltre che il numero dei malati e dei decessi. Ma se teniamo conto del profondo e astioso fossato che si è aperto nelle società occidentali sul tema pandemia e vaccini, una simile misura rende ancora più difficile evitare che il «noi contro voi» si perpetui. Personalmente non credo che l’appello alla responsabilità individuale e collettiva possa infine far breccia fra colo-
ro che non vogliono vaccinarsi, ai loro occhi la politica, la scienza ufficiale, l’industria farmaceutica, i media, non sono credibili. Ma imporre una vaccinazione equivarrebbe a riconoscere ufficialmente che non si crede più nella responsabilità individuale. Non sarebbe un bel segnale per una società che si considera avanzata – e alienerebbe ancor di più i non vaccinati. Tutti siamo parte dell’uno o dell’altro fronte, tutti dobbiamo constatare che non esiste (quasi mai) un dialogo. Forse non può esistere sulle convinzioni (mediche, sul virus stesso, sulla pandemia), perché si dà credito a teorie e a visioni contrapposte. Però il dialogo potrebbe essere coltivato affrontando il tema che sottostà alla pandemia: la paura. Tutti in un modo o nell’altro siamo impauriti, la stessa negazione a volte è una paura della paura. Il timore di morire, di ammalarsi, a causa del Covid o del vaccino, di perdere le libertà, è legittimo per tutti. Proviamo a condividere pensieri legati a questo aspetto, per trovare qualcosa che ci accomuna e rendere meno profondo questo fossato insano.