Azione 50 del 13 dicembre 2021

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Anno LXXXIV 13 dicembre 2021

Cooperativa Migros Ticino

G.A.A.  Sant’Antonino

Settimanale di informazione e cultura

edizione

50

MONDO MIGROS

Pagine 2 / 4 – 5 ●

SOCIETÀ

TEMPO LIBERO

ATTUALITÀ

CULTURA

Bisogna spiegare ai ragazzi come contrastare l’odio online, perché l’hate speech può avere effetti gravi

Parliamo del gioco degli scacchi con la recensione di un libro e in occasione dei Mondiali 2021

Cosa rappresenta l’Ucraina per Russia e Usa? E perché la guerra, per ora, è un’eventualità remota

I suggestivi spazi della Fondazione Prada di Milano omaggiano Domenico Gnoli

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Pagine 17 e 25

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InkLink Musei / Simone Boni

L’antico castello di Lugano

Jonas Marti

Gli infuocati confini dell’Occidente Peter Schiesser

Centomila soldati russi ammassati alla frontiera orientale e settentrionale dell’Ucraina, con nella regione, si stima,  carri armati,  aerei militari,  pezzi di artiglieria. È la seconda volta quest’anno. Secondo fonti di intelligence americane, è ipotizzabile un’invasione nei primi mesi del , quando le paludi ad est dell’Ucraina saranno ghiacciate e più percorribili. Ma in verità nessuno sa se e che cosa ha deciso il presidente russo Putin. Come scrive Lucio Caracciolo a pagina , nessuno vuole morire per Kiev: anche in caso di invasione (remota, secondo Caracciolo) gli Stati Uniti non invierebbero truppe in Ucraina, e non lo farebbero neanche i paesi europei. Secondo una certa lettura, Putin intende solo mantenere l’Ucraina in una condizione di Stato cuscinetto fra l’Occidente (ossia la Nato) e la Russia, sa che non potrebbe occuparla a lungo, neppure parzialmente. Ma le guerre hanno dinamiche imprevedibili, la prima mondiale ne è il più tragico esempio. Quella in Ucraina, scoppiata nel febbraio del , in realtà non è mai finita, nell’est del pa-

ese continua a bassa intensità. E in un tale persistente stato di tensione è sufficiente a volte un malinteso per provocare una reazione dell’avversario. Com’è successo in ottobre in un remoto villaggio dell’Ucraina orientale, a Hranitne, sulla linea del fronte: la costruzione di un ponte su un torrente, per facilitare gli acquisti di merce a chi vive nella terra di nessuno fra le trincee ucraine e separatiste, ha scatenato una pioggia di bombe da parte separatista. Un’ipotesi raccolta dal reporter del «New York Times» che ha raccontato la vicenda è che i separatisti hanno pensato che il ponte servisse per trasportare mezzi militari. Il bilancio è stato di un morto, qualche ferito, case distrutte – il ponte non è stato centrato. Ma l’episodio di Hranitne è importante per un altro aspetto: per fermare i tiri d’artiglieria, il maggiore ucraino della guarnigione ha chiesto l’intervento di un drone armato, un modello turco (Bayraktar) acquistato di recente, che ha distrutto la postazione da cui partivano i razzi. Un mezzo efficace, che mette fuori gioco l’artiglieria nemica e modifica quindi gli equili-

bri di forza. Era la prima volta che veniva impiegato e ciò ha allarmato i russi. Per i quali questo è stato solo l’ultimo campanello d’allarme, prima c’erano state le manovre navali americane nel Mar Nero, le forniture militari all’Ucraina (fra cui quasi  milioni di tonnellate di munizioni e il missile anticarro Javelin inviso ai russi, per un totale di , miliardi di dollari). Ecco perché Putin ha ordinato questa mobilitazione, che potrebbe raggiungere presto i  mila uomini. I russi si sentono minacciati dall’eccessiva, per loro minacciosa, vicinanza della Nato (Usa e Europa), per cui mobilitano truppe verso l’Ucraina, mentre l’Ucraina chiede ancora maggiori aiuti militari per far fronte a questa mobilitazione. Entrambi i contendenti si sentono minacciati, per cui diventano più pericolosi. Come detto, gli Stati Uniti non interverranno con proprie truppe, ma dopo la precipitosa fuga dall’Afghanistan non possono lasciar cadere il prossimo alleato in pericolo. L’Ucraina non può essere difesa militarmente, ma gli Stati Uniti non vogliono accettare una riedizione

di quanto avvenuto nel , con l’occupazione della Crimea e del Donbass, e minacciano la Russia di sanzioni economiche senza precedenti. Nel vertice virtuale fra Biden e Putin, il presidente americano ha ventilato il blocco dei lavori del gasdotto Nordstream (che porta gas russo in Europa aggirando l’Ucraina) e l’esclusione della Russia dal sistema finanziario mondiale. Nella fase attuale del conflitto, le minacce da una parte e dall’altra sembrano avere intento deterrente, ma la posta in gioco è alta e la partita si svolge su un campo minato. Gli interessi dei contendenti sono inconciliabili, per cui il successo maggiore ottenibile dopo questa escalation è un ritorno ad un conflitto a bassa intensità. Una soluzione vera non è a portata di mano. Intanto, uno spettatore interessato, il presidente cinese Xi Jinping, osserva con interesse come si comportano gli Stati Uniti, per saggiarne la loro determinazione, per capire come difenderebbero Taiwan. Mentre l’Europa resta a guardare inerme a ciò che succede ai suoi infuocati confini orientali.


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