Concepts I

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concepts I



Concetti Concepts

di / by Ignazio Mortellaro con / with Valentina Bruschi Salvatore DavĂŹ Rosario Di Gioia Luca Labanca Luca Mortellaro Agata Polizzi Simona Squadrito Simone Tulumello Andrea Ruggieri foto / photos Fausto Brigantino Jose Florentino Adrianna Glaviano Benedetto Tarantino


Inizio | Beginning Luce | Light Suono | Sound

Regola | Rule Chiusura | Closure Trasformazione | Trasformation

Unità | Unity

Opera | Work

Orizzonte | Horizon

Odore | Smell

Densità | Density Triangolazione | Triangulation Animato | Animated Visibile | Visible Anarchia | Anarchy Mappa | Map Tettonica | Tectonic Stereotomia | Stereotomy Gravità | Gravity Nucleo | Core Cerchio | Circle

Stase | Cast Dettaglio | Detail Anomalia | Anomaly Piano vuoto | Pillow-shot Altro | Other Limite | Limit Linea | Line Superficie | Surface Sezione | Section Giacitura | Arrangment Sottrazione | Subtraction

Strumenti | Tools

Parola vuota | Pillow-word

Sé | Self

Trasparenza | Trasparency

Movimento | Movement Perfezione | Perfection Raccordo | Junction Eccentricità | Eccentricity Memoria | Memory Desiderio | Desire Esattezza | Accuracy Infiniti | Infinities Eccezione | Exception

Invisibile | Invisible Inanimato | Inanimated Commensurabilità | Commensurability Dispersione | Dispersion Asse | Axis Molteplicità | Multiplicity Silenzio | Silence Oscurità | Darkness Fine | End


contributi | contribution Salvatore Davì _ Trasparenza / Anarchia Valentina Bruschi _ Trasformazione Luca Labanca _ Invisibile / Altro Simona Squadrito _ Desiderio / Strumenti Simone Tulumello _ Mappa / Limite Rosario Di Gioia _ Regola / Eccezione Luca Mortellaro _ Suono / Silenzio Agata Polizzi _ Orizzonte / Asse Andrea Ruggieri _ Sé / Triangolazione riferimenti | references Juan De La Cruz Franz Reichtel Johannes Gumpp Gregory Bateson Masaccio C. Baudelaire J. S. Chardin Johannes Kepler Yasujirō Ozu Donald Richie Nöel Burch Carlos Martí Arís Jules Vernes Gustave Flaubert Robert H. Brower and Earl Miner Anna Atkins Robert Walser Werner Herzog


Inizio Beginning



Luce Light

Coplas a lo divino Tras de un amoroso lance, Y no de esperanza falto, Volé tan alto, tan alto, Que le di a la caza alcance. Para que yo alcance diese A aqueste lance divino, Tanto volar me convino, Que de vista me perdiese; Y con todo, en este trance En el vuelo quedé falto; Mas el amor fué tan alto, Que le di a la caza alcance. Cuando más alto subía, Deslumbróseme la vista, Y la más fuerte conquista En escuro se hacía; Mas por ser de amor el lance Di un ciego y oscuro salto, Y fuí tan alto, tan alto, Que le di a la caza alcance.

Coplas al divino Cuanto más alto llegaba De este lance tan subido, Tanto más bajo y rendido Y abatido me hallaba; Dije: No habrá quien alcance; Y abatíme tanto, tanto, Que fuí tan alto, tan alto, Que le di a la caza alcance. Por una extraña manera Mil vuelos pasé de un vuelo, Porque esperanza de cielo Tanto alcanza cuanto espera; Esperé solo este lance, Y en esperar no fuí falto, Pues fui tan alto, tan alto, Que le di a la caza alcance.

In amoroso furore e non scevro di speranza volai così in alto, così in alto che raggiunsi la preda. Perché giungere potessi a questo divino furore tanto volar mi convenne che mi perdetti alla vista; tuttavia, nel punto estremo, il mio volo restò manco; ma l’amor fu così alto che raggiunsi la preda. Più salivo in alto più il mio sguardo s’offuscava, e la più aspra conquista fu un’opera di buio; ma nella furia amorosa ciecamente m’avventai così in alto, così in alto che raggiunsi la preda.

Quanto più sfioravo il sommo di questo esaltato furore, tanto più mi sentivo basso, arreso, domato. Dissi: non sarà mai di nessuno! e tanto in basso rovinai che mi trovai così in alto, così in alto che raggiunsi la preda. In una strana maniera il mio volo superò mille voli, perché speranza di cielo tanto ottiene quanto spera; ho sperato solo nel furore e in speranza non fui manco se salii così in alto, così in alto che raggiunsi la preda.

Juan de la Cruz


photo by Fausto Brigantino


Suono Sound

That the Universe is filled with Silence is an assumption. What if all celestial bodies produce their own orbital resonance, their very unique Hum? Then all that we know and feel about Silence in opposition to Sound wouldn’t be consistent, but only the manifestation of an impossibility of listening. This impossibility possibly due to being overexposed to The Hum since the moment we gained the sense of hearing. Or maybe the Hum doesn’t manifest in Sound as we normally perceive it, but into more generic harmonic concepts, which include tones (of colour and of Sound), numbers and proportions for instance. Musica Universalis: the opposition merges in unity, Sound and Silence become essential parts of the same body and in that way finding sense by bold oppositions is no more a possibility.


Che l’universo sia riempito di Silenzio è un preconcetto. E se invece tutti i corpi celesti producessero una propria risonanza orbitale, il loro unico Hum? Allora tutto ciò che sappiamo e sentiamo circa il Silenzio in opposizione al Suono non sarebbe consistente, ma solo la manifestazione di un’impossibilità di ascolto. Tale impossibilità dovuta possibilmente all’essere sovraesposti all’Hum dal momento in cui abbiamo acquisito il senso dell’udito. O forse l’Hum non si manifesta nel Suono come lo percepiamo normalmente, ma in concetti armonici più generici, inclusi toni (di colore e di Suono), numeri e proporzioni per esempio. Musica Universalis: l’opposizione converge in unità, Suono e Silenzio diventano parti essenziali dello stesso corpo e in tal modo trovare senso attraverso forti opposizioni non è più una possibilità. Luca Mortellaro


UnitĂ Unit



Orizzonte Horizon

Orizzonte significa perdersi, è linea che unisce i pensieri, il cielo e il mare, è limite apparente, circolare, infinito. Racchiude il tempo e lo spazio, il senso dello stupore, la meraviglia di qualcosa che non si conosce. La scienza come la filosofia lo definiscono, la prima lo contempla la seconda lo frantuma.Orizzonte è ambiguo: limite ma anche tramite verso l’infinito, dimensione in cui trovano senso la ragione e lo spirito. L’esperienza del mondo passa attraverso l’orizzonte e lo moltiplica, l’esperienza del mondo produce orizzonti differenti, artificiali, indefiniti. Orizzonti in cui ciascuno prova a ritrovare sé stesso, gli altri, persino Dio. Agata Polizzi



DensitĂ Density

Frames estratti dal video della tragica morte di Franz Reichtel, di mestiere sarto. La sua morte accidentale, filmata dai giornalisti, fu causata dall’impatto col suolo mentre tentava di volare lanciandosi dal lato interno del primo piano della Torre Eiffel con un paracadute di sua invenzione. Erano le 8:30 del 1912.



Triangolazione Triangulation

Un mio “amico” mi disse anni fa che per trovare la propria collocazione al mondo bisogna ottenere tre cose: una casa, una donna, un lavoro. Tre punti fermi per un indirizzo preciso, una coordinata commensurabile, un “luogo” agevole nel quale adagiarsi e dal quale leggere il mondo circostante. Tre punti su una cartina e una bussola sono sufficienti in ogni punto per rintracciare le nostre coordinate geografiche e, ciò fatto, per intuire su quali strade dirigerci. Ho impiegato la vita a negare quell’affermazione, una condizione di delega che ci solleva dalla responsabilità delle nostre azioni. E se quel mio amico avesse avuto ragione? Se il raggiungere quelle tre vette significasse realmente una conquista tanto ardua da poter definire la nostra identità?

Years ago a “friend” of mine told me that in order to find your own place in the world you need to gain three things: a house, a woman, a job. Three still points for a precise address, a commensurable coordinate, an easy “place” where to loll and read the surrounding world. Three points on a map and a compass are enough in every point to track down our geographical coordinates and afterwards to sense what streets to head. I have employed my life to deny that statement, a condition of delegation that relieves us from the responsibility of our actions. And what if that friend of mine was right? What if reaching those three peaks actually represented a conquer so arduous to define our identity?


photo by Fausto Brigantino


Animato Animated



Visibile Visible



Anarchia Anarchy


La trasparenza della materia è la sua anarchia, terreno concreto degli algoritmi dello sguardo e della mente che si formano a partire dai fenomeni che riproducono, dalle linee, dalle pieghe, dalle onde e dalle increspature della terra. La materia diventa sito e il sito diventa segno, ma è vero anche l’inverso, per cui il segno eccede i confini della mappa geografica portando la coscienza verso inestinguibili strade originarie che riportano alla materia. Terra e anarchia come paradosso metodologico; anarchia, dunque, come translitterazione di un concetto politico-sociale che inaspettatamente investe il sapere più intimo che riguarda la conoscenza della terra, dell’orientamento senza mappa. Un geografo poco noto come geografo, l’anarchico Petr Kropotkin, ha dato un contributo essenziale alle scienze naturali, così come un altro geografo anarchico, Elisèe Reclus che ha scritto lunghe descrizioni di terre e ghiacciai nella sua Nouvelle Gèographie Universelle (1876-1894). Come Kropotkin, Reclus ha sostenuto più volte che la sua anarchia e il suo spirito di libertà sono nati nei paesaggi naturali. L’anarchico francese ha cercato di chiarire questo concetto in L’Homme e la Terre (1905-1908) dicendo che “l’uomo è la natura che prende coscienza di sé”. Una cosmologia include il mondo reale ma in qualche misura se ne distacca trasfigurando certi aspetti e, dunque,

mettendosi in connessione con la trasparenza delle cose. La terra, quindi, può insegnare all’uomo cose che lo riguardano intimamente, ma si deve sempre ripartire dall’inizio, dal selvaggio, dalla riconquista dell’inutile. Affinare gli strumenti ermeneutici e percorrere idealmente la pista che mostra il genos e il topos delle cose, anche se la strada sembra lunga e il punto di partenza sembra ancorarsi in terreni lontani, dove potersi immaginare stranieri e riconquistare lo spazio narrativo del cosmo intero. Prendere in considerazione una scala geografica più ampia e ripartire da un terreno vergine, da una superficie lunare, dove poter tornare a riempirsi gli occhi di immagini primarie, da cercare dove sono sempre state, lì dove la materia traspare e mostra uno spazio completamente immerso nell’attività cognitiva e per sottrazione, dunque, anche nel logos. Dalla visione della materia al concetto del pensiero: una trasfigurazione del dato visibile che presupporrebbe una perdita di omogeneità materica, ma che in realtà afferma l’esistenza di uno spazio multiplo, più ampio e permeabile, dove la materia si converte in attaccamento alla vita e diventa poetica. Intelligibile e trasparente, affinchè la mente possa prendere fuoco, tanto da spaccare il suo stampo d’argilla. Salvatore Davì


Mappa Map

For the geographer, the politician, the technocrat, mapping is settling power. Space becomes territory once a map has defined its limit (cf.). However, the Latin “mappa� was a napkin, which the commensals used to wrap the leftovers to be brought back home. What have in common, thus, the tissue for the meal, the earlier maps drafted on linen, the political map, the world digitally mapped and available online? The will to define and put in order. The terror of disorder and of the unknown. The metaphor of space.


Per il geografo, per il politico, per il burocrate, mappare è esprimere potere. Lo spazio diventa territorio nel momento in cui una mappa ne definisce il limite (cfr.). Eppure, il latino “mappa” definiva una tovagliuola da pranzo, che i convitati portavano con sé, nella quale avvolgere i resti del pasto da portare a casa. Cosa può accomunare il tessuto sotto al pasto, le prime mappe disegnate su lino, le carte politiche, fino alla mappatura digitale e in rete di ogni angolo del pianeta? La volontà, forse, di definire e ordinare. Il terrore del disordine, dello sconosciuto. La metafora dello spazio. Simone Tulumello


Tettonica Tectonic



Stereotomia Stereotomy



GravitĂ Gravity

photo by Jose Florentino



Nucleo Core

photo by Fausto Brigantino



Cerchio Circle



Strumenti Tools


Grasping the unity of opposite properties | Rules for a dialectic of failure

abstract | intellectual

+

thesis

negative | rational

=

positive | rational

antithesis

synthesis

Outcome: Impossibility of a real reopening of the process

Cogliere l’unità delle determinazioni opposte | Regole per una dialettica del fallimento

astratto | intellettuale

tesi

+

negativo | razionale

=

positivo | razionale

antitesi

Esito: impossibilità della riapertura effettiva del processo

Simona Squadrito

sintesi


Sè Self

...Io Freud, Sigmund. Fondatore della psicanalisi (Freiberg, Moravia, 1856 – Londra 1939). Le sue teorie hanno avuto un enorme impatto su tutti i settori della cultura (psicologia dell’arte, della religione, ecc.) e hanno influito sulle ricerche antropologiche (B. Malinowski, A. Kardiner, M. Mead) e sugli indirizzi di medicina psicosomatica (F. Alexander) ...Super Io Jung, Carl Gustav. Psichiatra, psicologo e storico della cultura (Kesswyl 1875 – Küsnacht, Zurigo, 1961). Laureatosi in medicina a Basilea nel 1900, passò al nosocomio psichiatrico Zurighese per proseguire gli studi di psichiatria sotto la guida di E. Bleuer. Nel 1902 compì un semestre di studi alla Salpêtrière, seguendo in particolare le lezioni di P. Janet. [...] nel tentativo di spiegare la genesi dei complessi J. Fu portato ad abbandonare la metodologia descrittiva di Janet per avvicinarsi invece all’impostazione dinamica di S. Freud ...Es Arnheim, Rudolf. Psicologo, teorico del cinema e critico d’arte tedesco naturalizzato statunitense (Berlino 1904 – Ann Arbor, Michigan, 2007). Tra i maggiori rappresentanti della Gestaltpsychologie, si occupò approfonditamente del rapporto tra percezione e arte. Sottolineò inoltre il carattere strutturante, formativo e creativo dell’atto del vedere. Se...

…Ego Freud, Sigmund. Founder of psychoanalysis (Freiberg, Moravia, 1856 – London 1939). His theories had an enormous impact on every field of culture (psychology of art, religion, etc.) and have affected the anthropological studies (B. Malinowski, A. Kardiner, M. Mead) and the addresses of the psychosomatic medicine (F. Alexander). …Super ego Jung, Carl Gustav. Psychiatrist, psychologist and culture historian (Kesswyl 1875 – Küsnacht, Zurigo, 1961). Graduated in medicine in Basel in 1900, moved to the psychiatric hospital in Zurich to continue his psychiatry studies under E. Bleuer. In 1902 he conducted a semester study at Salpêtrière, following the lessons by P. Janet in particular […] trying to explain the genesis of the complexes. He was led to abandon Janet’s descriptive methodology to approach the dynamic method of S. Freud. …Id Arnheim, Rudolf. Psychologist, theorist of cinema and German art critique naturalized American (Berlin 1904 – Ann Arbor, Michigan, 2007). Considered as one of the main representative of the Gestaltpsychologie, he deeply analyzed the relationship between perception and art. He also highlighted the structuring, formative and creative feature of the act of seeing. If...


photo by Fausto Brigantino


Movimento Movement



Perfezione Perfection


“ [...]Nous causâmes aussi de l’univers, de sa création et de sa future destruction; de la grande idée du siècle, c’est-à-dire du progrès et de la perfectibilité, et, en général, de toutes les formes de l’infatuation humaine. [...]” C. Baudelaire. Le Spleen de Paris. Repris en 1864 sous le titre Petits poèmes en prose


Raccordo Junction



Eccentricità Eccentricity

L’orbita descritta da un pianeta è un’ellisse, di cui il Sole occupa uno dei due fuochi. Johannes Kepler, “Legge delle orbite ellittiche” 1608

The orbit of a planet is an ellipse with the Sun at one of the two foci. Johannes Kepler, “Laws of planetary motion” 1608



Memoria Memory



Desiderio Desire

Synonyms Desire: Touching the highest threshold A cabinet-maker’s grip: Mathematical sublime Carrara marble: Dynamical sublime

Sinonimi Desiderio: Ciò che giunge fin sotto la soglia più alta Morsa da ebanista: Sublime Matematico Marmo di Carrara: Sublime Dinamico

Simona Squadrito

photo by Fausto Brigantino



Esattezza Accuracy



Infiniti Infinities



Eccezione Exception



Regola Rule

According to Stammler, a rule may be (also) intended as a provision to which past, present or future events are proportionate, as in a value judgement. If such rule is, therefore, the general statement of a (logical, ethic, aesthetic) ought to be, which is in contrast with the empirical to be, the synthesis between to be and ought to be gives rise to the artistic production: improper as concerns the humanity from which it reflects, perfect as concerns the absolute to which it aspires. If the rule is a condition to the aesthetic product, the disobedience to the rule (which does not mean denial)engenders the artistic product.

Per regola, con Stammler, può intendersi (anche) una norma alla quale vengono commisurati, come in un giudizio di valore, avvenimenti passati, presenti o futuri. Se essa è, pertanto, l’asserzione generale di un dover essere (logico, etico, estetico) che si contrappone all’essere empirico, dalla sintesi tra l’essere e il dover essere viene a crearsi la produzione artistica: imperfetta nell’umanità da cui si riflette, perfetta nell’assoluto a cui aspira. Se il canone è presupposto del prodotto estetico, la disobbedienza al canone (che non significa negazione) è quello del prodotto artistico. Rosario Di Gioia



Chiusura Closure


photo by Adrianna Glaviano


Trasformazione Trasformation

What is surprising in part of contemporary research related to the technical-scientific culture, is the commitment to pursue a path that leads to reconciliation between humanistic sensitivity and technological knowledge. This analysis is more evident in those creations where phýsis and téchne coexist, with their reciprocal processes, generating new languages. The artist relies on his works to demonstrate visually, that these similarities, manifested in art, can also work in reality. This is the utopia that animates the research, making this path viable to our eyes although, even in the third millennium, it continues to have an uncertain direction. The cultural products of this, generate combinations of elements drawn from nature together with technological artefacts, or imitate the transformations in nature to create their own forms. These show that the quality of their choice and language is the key to understanding the structural complexity of existence, in all its myriad of forms and variety.

Ciò che sorprende di una parte della ricerca contemporanea, legata alla cultura tecnico-scientifica, è l’impegno a perseguire un percorso che conduce alla riconciliazione tra sensibilità umanistiche e conoscenze tecnologiche. Questa analisi è più evidente in quelle creazioni dove phýsis e téchne convivono, con le loro reciproche funzionalità, generatrici di nuovi linguaggi. L’artista affida alle sue opere il compito di dimostrare, visivamente, che quelle affinità, praticabili nell’arte, lo siano altrettanto nella realtà. È l’utopia che anima la ricerca, rendendo percorribile ai nostri occhi, quel sentiero che, ancora nel terzo millennio, ha incerto il tracciato. I prodotti culturali di questo sistema generano accostamenti di elementi tratti dalla natura insieme ai manufatti tecnologici, oppure imitano i processi di trasformazione della natura per creare la loro forma. Essi dimostrano che proprio nella qualità della scelta e del linguaggio si trova la chiave di lettura per la comprensione della complessità strutturale dell’esistenza, in tutte le sue infinite forme e mutevolezze. Valentina Bruschi



Opera Work


Ciò che noi vediamo delle cose sono le cose. Fernando Pessoa, “Una sola moltitudine”, 1979


Odore Smell



Stase Cast


Il vaso è una stase, una forma capace di ricevere l’emozione più profonda, contraddittoria e di trasformarla in espressione di unità, di permanenza, di trascendenza. Donald Richie


Dettaglio Detail



Anomalia Anomaly



Piano vuoto Pillow-shot

“I call these images pillow-shots, proposing a loose analogy with the ‘pillow-word’ of classical poetry.” Noël Burch in his book To the Distant Observer: Form and Meaning in the Japanese Cinema A pillow shot serves as a visual “nonsensesyllable” or non sequitur that creates a different expectation for the next scene.



Altro Other

...me diviser partout, être en tout, m’émaner avec les odeurs, me développer comme les plantes, couler comme l’eau, vibrer comme le son, briller comme la lumière, me blottir sur toutes les formes, pénétrer chaque atome, descendre jusqu’au fond de la matière, — être la matière ! Gustave Flaubert, “La Tentation de saint Antoine”, 1874


Nelle sue– speculazioni aveva indagato la formazione del Super-io, il campo d’indagini sullaJacques nascita Lacan dell’Io èrimane ancoraquesta negli Freud anni ’30 –lacuna. del tutto L’ambizioso obiettivo del trentacinquenne prioperò di colmare profonda In inesplorato. quest’ottica ilun’immagine francese formula per cuidegli non studi solo condotl’Ioprodel paranoico madil’Io di ciascun uomo si realizzi attraverso ideale l’originale di sé. La teoria teoria, figlia ti per la tesi dottorato (La psicosi paranoica nei suoi rapporti con la personalità, 1932) viene per la prima volta presentata col nome di Stadio dello specchio (Stade du miroir) durante il XIV Congresso internazionale di psicanalisi di Marienbad nel 1936. In alla mancanza di una trattazione scritta e ufficiale di questa prima divulgazione, ilCongresso testo comunemente utilizzato si riferisce discussione sullo Stadio dello specchio riproposta nel 1949 all’interno del di Zurigo. Il saggio indaga l’accesso all’ordine dell’immaginario bambino tra i sei e idi diciotto mesi.e Secondo le parole di Bolk,specifiin relazione suoi studi di embriologia, si momento può parlare indel questa fase della vita «una strettamente vera propria prematurazione ca della ainascita nell’uomo». In questo sviluppo, il soggetto è ancora dipendente inrapportarsi tutte le sue funzioni dalle cure dellafisica madre. La coscienza deldello bambino si sta gradualmente sviluppando ma deve ancora a uno stadio di deficienza che non gli garantisce, per esempio, l’autosufficienza motoria e la completa facoltà articolatoria e oratoria. Il bambino prende lentamente confidenza sua costituente unità unicità, in ideale questodiprocesso si avvale dell’ausilio dell’identificazione e il riconoscimento nell’altrocon (lalamadre, il fratello)identificatorio e dellae proiezione sé nello specchio La relazione coi propri simili si struttura secondo un atteggiamento «di transitismo e narcisistico». Data l’impossibilità di vedersi “in azione”, sul bambino percepisce il corpo delqueste proprio similesu come il proprio, quindi alle stimolazioni e alle circostanze che interferiscono coetaneo come se agissero di concesso sé: piangecome sereagisce l’altro cade, lo imita qualcosa pretendendo che proprio l’oggettocorpo sucorpo cuiriflesso sidel è posata l’attenzione glisignificativa venga sequanto fosse stato eglinell’afferrare stesso a identificarlo. La relazione col nello specchio èdell’altro ancor più e,davanti secondo analizzato da Lacan, è scandita in tre fasi. In un primo momento il bambino, accompagnato da un adulto allo specchio, confonde il riflesso con la realtà, percependone cerca di toccare quello checome lo specchio rappresenta. Nella seconda fase, il bambino realizza funzionamento dello specchio l’immagine una copia del reale. Infine, ildisoggetto prende coscienza che ililcorpo che vede coetariflesso non è che semplicemente un’immagine ma precisamente l’immagine sé, diversa da quella dell’adulto e delin proprio neo. Ciò è ancor più rilevante è che l’immagine nello specchio è percepita dal bambino come «qualcosa più» rispetto alla semplice somma delle che parti la de prima suo corpo; è qui che la forzaunità, di fascinazione che spingediil soggetto Da avviene ciò si può dedurre relazione conrisiede la propria latornare configurazione sé comea identificarvisi. Io indivisibile, fuor di significante. sé, attraverso o una lo specchio efondante quindi, lapernatura al lessico saussuriano, attraverso il sussidio dipiù un Il l’altro seme dima paranoia umana risiede proprio in questo; paranoica non è una certa personalità il concetto stesso di personalità che «si scinde nel corso dello sviluppo in un’Io senzacolunità (je) e indaun’immagine idealizzata di se stesso, dalla l’Io (moi), alinevitabilmente quale s’identifica». La sfera ideale di ricongiungimento sé – definita Lacan immaginario – è caratterizzata costante confusione del proprio Io con un’immagine altra. «Lo stadio dello specchio, globalmente considerato, si configura quindi come un primo abbozzo dell’Io, ossia come un primo schizzo di soggettività attraverso l’immaginario». L’immagine riflessa, si è detto, appartiene alla sfera come dei significanti, il suo significato corrispettivo sta alsidisvolge qua dello specchio, è ila corpo, l’Io non ancora riconosciuto dal bambino Il diIlisolamento dell’identità forma duale, questa corrisponde riflesso senza una dualità di reazioni daunità. parte delprocesso soggetto. bambino ha una percezione del in proprio mondo reale in terminidimotoria, parziali, l’ausilio dello specchio il bambino si vede frammentato, non riesce a relazionarsi aIosédel come unità. L’impotenza larispetto dipendenza dall’adulto collide con la volontà dibambino autodeterminarsi producendo sofferenza e frustrazione. Lacan osserva il che, alla propria immagine nello specchio, il ha una reazione giubilatoria, attraverso l’ausilio di un significante soggetto può finalmente percepire – indella potenza – la teoria, padronanza su di sé e ricondursi ad una un uno precisamente differenziato dal resto del mondo. Per chiudere il cerchio provvede a formulare distinzione provvista di un lessico adeguato. Nella sua metà/significato (ilpropria corpspecchio, morcéléLacan del mondo reale), il bambino è nuova il soggetto «je» che compie l’esperienza, nella sua metà/significante (il riflesso nello l’immagine unificata dicostruzione sé) il bambino è definito come «moi». Ile termine lacaniano «moi» tende a chiarire in che modo questa metà dell’Io in fase di appartenga all’immaginario di conseguenza si formuli come di un oggetto al di fuori sé.veicolo La riflessione dello psicanalista francese assume apparentemente le sfumature dell’idealizzazione paradosso. L’immagine speculare sédi è il che consente al del bambino di concepire la propria confortante unità, eppure la base di questa consapevolezza èdi destinata e rimanere al di fuori perimetro dell’ego dell’Io sotto forma dilegato significante, d’immagine ideale. Lo stadio dello specchio è una tappa necessaria in vista di una prima fioritura ancora al carattere immaginario e narcisistico: «Lo stadio dellocome specchio, in tal senso, è il momento inaugurale di ogni rapporto intersoggettivo,(ilattraverso il il soggetto di (je)sési identifica Io (moi)». L’identificazione del bambino con l’immagine proprio simile fratello) o quale con l’immagine riflessa nello specchio ha però un equilibrio instabile perché fondata sudel uno piamento dell’Io secondo parametri prettamente individuali. Il bambino oscilla continuamente «tra l’al di quaIo e frammentato. l’al di làsdopdello specchio», tra la consolazione del riconoscimento di sé come unità definita e l’angoscia della visione del proprio Per un pieno sviluppo della personalità, il soggetto è costretto ad abbandonare lo stadio dell’immaginario per accedere al mondo del simbolo, per Lacan questo significa inevitabilmente affrontare e risolvere il complesso edipico. D’accordo con Freud, Lacan vede nell’Edipo il cardine centrale che permette il passaggio dalla vita naturale dell’individuo a quella culturale. Il che fulcro di questo pensiero è da situare all’interno testo una I complessi familiari del in 1938. La ridel complesso, garantisce l’accesso all’ordine simbolico, seguedel ancora volta una tre tappe. •soluzione I traumi fondanti della vita dell’uomo da ritracciare tutti nel originario rapporto con la madre. Prima delscansione distacco seno materno, nel momento stesso della nascita,èsono ilun’eccezione. separamento del corpo è l’iniziale causa traumatica che dal segna lad’apvita di ogni uomo. Tra i mammiferi, l’uomo A differenza della maggior parte dei cuccioli della stessa classe partenenza che nelviene giro sempre di poche oreluce dalin parto possono coordinare idisarticolazione movimenti, seguire il branco eQuesto affrontare gli imprevisti della vita, l’uomo alla uno stadio prematuro di senso-motoria. crea una strettissima e prolungata relazione di dipendenza dalla madre. Nei primi (circa sei) mesi di vita, il neonato cerca di porre rimedio alla separazione dal corpo materno equesto parallelamente inizia ailpercepirsi – perduta la ilprimigenia unità corporale con la madre – come corpo-in-frammenti. Inaspira periodo iniziale, neonato desidera solo le cure materne (nell’illusione di protrarne l’unità fisica) amaschile, diventare tutto ciò significante che alla madre manca: ilcontatto fallo. Il efallo non ha tuttavia Lacan nessuna relazione diretta col emembro esso è un metaforico che si questa riferisce alla mancanza ad in essere che caratterizza ogni soggettività. Il neonato (così come la neonata, per Lacan non vi è in fase alcuna distinzione di sesso) vive della comemadre, il «desiderio del desiderio» della madre e, perché ciò possa accadere, s’immedesima con l’oggetto della mancanza ovvero, col fallo (in termini freudiani, “identificazione primaria”). Attraverso questa strategia di non-distinzione dalla madre (retaggio nostalgico dello stato amniotico), il posizione soggetto nega se stesso, diventa una mancanza. •naLalaseconda fase registra l’ingresso in scena del padre. Questo si pone in competitiva col bambino e ne determiprima «castrazione simbolica». La parola e il ruolo del padre impongono delle regole inequivocabili che familiare valgono per il singolo casofiglio) del bambino fino a diventare le basediscendenza della civiltà. Nella concezione occidentale, la triade (madre, padre, non si sostanzia in virtù di norme una mera biologica ma attraverso la fondamentale imposizione di regole e la rigida assegnazione di ruoli. La famiglia è prima di tutto «istituzione culturale», senza regole e senza ruoli non rebbe possibile distinguere, inmarito una comunità, la linea di discendenza; lainmadre diventerebbe potenzialmente la moglie (persail figlio), il padre e il fratello il (per la figlia o la sorella). Sarebbe, una parola, il caos. La parola del padre è destinata a diventare la legge, il padre «priva il bambino dell’oggetto del suo desiderio e la madreildell’oggetto fallico, mediante la doppia imposizione: “non con madre”del (rivolta al bambino) e “non ilreintegrerai tuo flusso prodotto” alla madre)». Nella visione di egiacerai Freud, la tualegge padre interrompe primissimo di(rivolto pulsioni sessuali che il bambino la bambina rivolgono verso l’interlocutore che gli si presenta in maniera più immediata; il genitore di sesso opposto. L’unica soluzione possibile diventa di «introiettare la figura di Ideale dell’Io […] sublimando il proprio desiderio, ossia appagandolo attraverso un’identificazione con lapaterna figura paterna». Lacan perfeziona l’analisi freudiana scollandola dalle sole pulsionidall’unione sessuali. Per francese il nodoche della èdesidera prettamente culturale. L’insorgenza della legge paterna allontana il bambino colilcorpo materno inlaquestione realtà non sessualmente. Il bambino cerca nella madre una soluzione al dramma del suo corpo-in-frammenti che sfera dell’immaginario – instabile detto precedenza –alla puòmadre alleviare soloriemersione parzialmente. La minaccia del padre consiste nella definitiva impossibilità per abbandonata il come bambino diin ricongiungersi e alla impellente della coscienza della propria frammentarietà. Il soggetto, la redenzione nello stadio dell’immaginario, deve trovare una collocazione nuova della propria identità. •non È ilcorrisponde momento della terza tappa: l’identificazione col padre (in termini freudiani, “identificazione secondaria”). Quest’ultimo necessariamente figura si biologica delcon padre, è esso stesso funzione simbolica, l’incarnazione del sistema proprio culturaleIod’appartenenza. «Se ilalla soggetto identifica il un’intera padre, non si identifica più solo con un’immagine speculare del (moi), ma si identifica anche a questo punto con cultura, la stessa che gli impone il divieto dell’incesto». Ildibambino cessa di essere la mancanza dellaquesta madre, cessa di rappresentarsi come il fallo per prendere coscienza egli stesso essere in possesso del fallo. «Mediante accettazione […] il bambino entra nella costellazione, nella triade familiare, e vi trova la giusta posizione. Il Entra soggetto supera relazione “duale” con la madre, diviene soggetto distinto dagli altri, è liberato, acquisisce la soggettività. nel mondola del linguaggio, della cultura, dellarimane civilizzazione». Sealla il passaggio dall’identificazione alla presa di coscienza del possesso del fallo non avviene, il bambino sottoposto madre. Se il complesso viene superato, il bambino riconosce il ruolo del padreladifragile cui non insidierà la posizione. Accettando l’autorità soggetto del padre, il bambino trova un riferimento saldo con sostituire impersonificazione «moi» dello especchio, il si identifica col concetto stesso di cultura, in cui questo (all’età circa quattro anni)del uomo tassello costitutivo della civiltà. Parallelamente, il bambino incomincia amodo riferirsi a séIodi articolando soggetto ediventa verbo inizialmente declinato alla terza persona. In seguito, il soggetto inizia a parlare di sé come corrispondendosi dunque una prima soggettività. Lingua e societàsecondo (civiltà)ildeterminano la formazione dell’uomo inpadronanza, quanto tale. la «Ilnormalità, bambino, la accedendo al linguaggio, vi si può comportare regime simbolico; e questa sarebbe la verità». L’accettazione del verbo del padre – sotto forma di strutture simboliche – determina la supremazia dell’ordine culturale su quello naturale. Riassumendo, aséfronte del dramma di un Io (ordine frammentato (il corp morcélé) il risolto bambino, nella fase edipico pre-edipica designaattraverso e assorbe come ideale l’immagine delloaspecchio immaginario), volta il complesso il soggetto, la parola deldipadre, l’abbandona favore del complesso di Lacan normeuna e simboli che la Ilcultura (ordine simbolico). Ai due precedenti ordinamenti disuimmaginario e simbolico, ne aggiunge uncostituiscono terzo: ilsecondo reale. simbolico si pone però inè posizione sempre predominante immaginario e reale in quanto qualunque esperienza, la psicanalisi lacaniana, mediata da quello che il francese la «presa simbolico» (priseconoscenza du symboluque): «questo reale, non abbiamo nessun altro mezzo di apprenderlo – come su battezza tutti i piani eassenza non del solo su quelloIndella – grazie all’intermediario del simbolico». L’ordine simbolico si struttura antitesi di e presenza. che modo? Riprendendo il gioco del bambino e del rocchetto analizzato da Freud in Al di là del principio di piacere, Lacan nella sequenza binaria di fort (assenza) e da (presenza) loilstadio semplificato di questo meccanismo. Attraverso il gioco, il rintraccia bambino non solo domina illinguaggio, proprio istinto al desiderio ma tramite linguaggio (nell’accezione del significante) lo oggettivizza. Accedendo però all’ordine del il bambino “dimentica” l’oggetto reale della sua mancanza (la madre) e, in terminidel linguistici, sostituisce definitivamente al significato un significante. Così facendo il soggetto rimanda di continuo il raggiungimento suo desiderio (il significato) per esternarlo nell’ordine del simbolo (significante). Il linguaggio diventa a questo punto (presenza). la condizione esistenziale dell’uomo tesa ginevrino, tra il corpo insignificante frammentiassume (assenza) e l’unità ideale del moi culturale/simbolico Come già intuito dal linguista un senso solo perché determina se stesso escludendo ogni possibile alternativa a sé; rosso dire che un oggetto èbianco, rosso (presenza) appurare stabilire che quell’oggetto non è di nessun altro colore fuori (assenza): nonbase non nero, significa non verde etc. Assenza nonsimbolica sono termini significano se stessi madel diventano la struttura delalla linguaggio o, nelle parole di Lacan,e presenza l’«armatura del che linguaggio». Si tra può applicare il medesimo meccanismo condizione dell’uomo, «perennemente in bilico tra l’assenza e la presenza, la vitae la morte dell’Io (moi), tra un più e un meno d’identità». L’accesso all’ordine del simbolico comporta due effetti collaterali tra loro strettamente dipendenti: la Spaltung e l’emersione idella trama dell’inconscio. Il termine tedesco Spaltung significa letteralmente “spaccatura”, utilizzerà in alternativa corrispettivi francesi di la fente refente), questa interviene a scindere lo psichismo conscio (Lacan da quello inconscio. Appurato che il simbolo non è tra mai cosae in sé ma ela sua rappresentazione, l’ingresso nei meccanismi simbolici del linguaggio crea un’inevitabile distanza l’esperienza reale tessuto di simboli cherimane la definiscono: «un simbolo, dice Lacan, è una tessera spezzata (secondo ladell’uomo, radice etimologica del iltermine): è ciò che di ci inalla mano in assenza della cosa». Il linguaggio un assoluto nella vita è lo strumento che gli permette accedere realtà, e l’Io fa parte di questa realtà. Nelè momento in cui un soggetto si afferma – enunciandosi sotto forma di primo pronome personale – non può che ricalcare la separazione tra soggetto dell’enunciato (moi) e l’Io soggetto dell’enunciazione (je). Lamaschera. fente si stabilisce esattamente nell’intercapedine tral’Io le entità di «moi» esociale: «je» ponendosi «fra la maschera e al di in sotto della La maschera è dalla parte del linguaggio, del comportamento l’io (moi) si pone continuamente ruoli che subisce o si concede. Ma questi ruolinella non parte sono che fantasmi, riflessi Da delun soggetto autentico. Questo soggetto autentico di è da cercare al sotto della maschera, rimossa, lato l’identificazione con l’Io ha il vantaggio inserire sé da neldi circuito di scambio del linguaggio, dall’altra,inconscia». con l’Io equivale acoincidono, porre la propria soggettività sé, nell’ordine del simbolico. Il fente «sé profondo» eiluna ilriconoscimento «sé del discorso cosciente» non o,(l’inconscio) nelle parole determinato di lontana Rimbaud: «Je est un autre». In sintesi, la determina separazione tra sé cosciente e il sé profondo dall’introiezione dei codici della cultura d’appartenenza su cui se l’inconscio si che struttura. La distinzione di– queste due entità è conseguenza dell’accesso all’ordine simbolico del linguaggio, necui, deduce è lo stesso linguaggio duplicando ilnon soggetto su solo due affermare piani –a essere condizione fondante dell’inconscio. Per quando Lacan definisce l’Es come linguaggio intende che l’inconscio sisoggetto dà sottouna forma di linguaggio ma che la struttura stessa dell’inconscio è quella del linguaggio: «in generale l’inconscio scissione del sistema simbolico, una limitazione, un’alienazione indotta dal sistema simbolico». Nel capitoloè nel terzo sisoggetto era definita la predominante funzioneunsociale del ricevente. linguaggio: un’enunciazione sempre di un destinatario, ad un emittente deve corrispondere soggetto Lacan insiste moltonecessita sulla funzione dell’Altro in relazione alla definizione della soggettività dell’individuo. Inizialmente il bambino si riconosce – annullandosi nel corpo materno (livello immaginario), nello stadio specchio è l’immagine altra di sé fuor di sé (moi) a consolare il–soggetto dalla visione del proprio corpo morcélé (je), dello a dell’Io livello edipico (accessoInalottica simbolico) il bambino sfugge dalla dilaniante altalena tra l’instabilità dell’Io riflesso e il trauma in frammenti. saussuriana, l’autore degli Écrits affida allo scambio della parole un valore fondamentale nella sua accezione sociale. La parola è sempre uno strumento di riconoscimento nell’altro, si enuncia un messaggio perché questo venga raccolto. A questo punto, il dialogo diventa domanda una condizione non Ecco fondamentale, la una risposta anche sostanziarsi sotto forma di silenzio perché la domanda è sempre d’ascolto. che ancora voltapuò Lacan l’identificazione soggetto avviene attraverso interposta persona. La parola permette all’uomo di rintracciare séper stesso nell’enunciazione edel di farsi riflesso attraverso ildiriconoscimento. L’esercizio della parola riproduce serialmente il meccanismo del desiderio e mantiene attiva la domanda riconoscimento. In che modo? Saussure registra le cinque fasi recezione, necessarie traduzione). ad uno scambio di informazioni tra un soggetto e (formulazione il suo interlocutore (formulazione, enunciazione, trasmissione, In questa scansione, gli stadi psichici e traduzione) e fisiologici (enunciazione e recezione)fisiologico, sono formulati dall’emittente in un senso (prima psichico, poi per fisiologico) e raccolti dal ricevente senso inverso poi psichico). Il diagramma saussuriano valepadre”, anche Lacan non solo nella forma ma,insoprattutto, nella(prima sostanza. Il figlio” messaggio di un soggetto che enuncia “tu sei mio viene recepito dal suo interlocutore in senso inverso “tu sei mio e consente all’emittente stesso di trovare per sé una collocazione precisa: “io sono tuo figlio”. Ecco in che modo nell’Altro è possibile individuare lache propria identità. meccanismo è rivelato in maniera particolarmente evidente durante la seduta analitica; il paziente riconosce una Questo disfunzione nellapaziente, propria soggettività non chiede altro del che suo essere ascoltato perché questo, attraverso le io?”. informazioni dello stesso possa individuare le cause malessere e dall’analista rispondere alla sua domanda: “chi sono Come dimostrato dall’esempio precedente, per Lacan questo svelamento identitario, questa necessità di ricostituirsi nell’altro è sempre latente in ogni atto di parola. Il paragrafo 4.2saussuriane. introduceva Ilepresupposti ragioni di un ritorno afino Freud attraverso i tracciati della linguistica e ill’accento doppio sodalizio di Lacan con le strutture individuati a questo punto inducono il francese a porre sulla preminenza dei significanti a scapito del significato e a invertire lo schema della linguistica classica s/S (significato su significante). La sbarra che delimitaal i due campi della significazione erasbarra per il linguista ginevrino una membrana porosa con consentiva significante in di riallacciarsi suocategorie significato. Per Lacan quella le caratteristiche diesteriorizzandosi una barriera, i due insiemi si al costituiscono psicanalisi come non coincidenti inassume quanto significato, pur nella dei successivi significanti, non si colloca parallele in menzognera alcun luogo del significante». In «il altre parole, questa barriera si situa tra laglobalità soggettività autentica (l’inconscio) e la soggettività (mascherata) del moi travestita da soggetto. Quando un qualsiasi soggetto enuncia riferendosi tramite (primo non fa che rafforzare l’ambiguità e elosull’io slittamento della personalità dal fulcro del linguaggio (l’Es)usato al’io un secondo Io (moi)pronome illusorio:personale) «una specie sospetto grava sull’enunciato enunciato: questo potrebbe essere il linguaggio dell’Io di [Moi]. L’enunciazione, al contrario, che [je] resta implicita,Soggetto». è il punto di partenza di una catena simbolica che, dil’immaginario, significante inconscio in significante inconscio, cigià porterebbe all’autentico L’unico intervallo di verità che si smarca dal discorso sempre falsificato del conscio è, come detto da Freud, lo spazio degli automatismi: il sogno, ladell’inconscio battuta di spirito, l’atto mancato, ilsotterranea lapsus. Inequesti eventi imprevisti Lacan rintraccia ledella uniche forme autentica emersione el’Io di cosciente una soggettività veridica che sfugge aiun meccanismi censori parole, deldidel linguaggio del moi. In questo senso è sempre, per dirlo in termini lacaniani, «sintomo», il segno più evidente meccanismo della maschera,Ogni dell’inconciliabile discordanza tra identità (quella presunta cosciente)con e soggettività (puro simbolico,questo puro inconscio). uomo, secondo prospettiva, è alienato e non puòdell’Io che convivere propria dissociazione. A puntocaso è lecito chiedersi: in questa che modo linguaggio, ovvero, come è… sila un struttura l’inconscio? Anche in questo l’aderenza al lessico saussuriano èsirisolvimento distruttura rigore: «ililedipico significato di un significante altro significante». Si cercherà ora di decifrare questo assunto iniziale. Nel il soggetto assorbe attraverso la parola delQuepadre trama – a bilanciamento delimpersonali trauma deldefinisce proprio corpo-in-frammenti – la struttura del simbolo e forma dunquedidel linguaggio. sta di significanti il suo inconscio e l’inconscio si manifesta sotto linguaggio. Nell’atto di enunciazione non esso è dunque l’Io conscio a parlare, è l’inconscio a parlare in lui.diSe, come detto, il linguaggio è una forma simbolica, allora non rimanda ad un significato ma costruisce un circuito puri significati. S/s; significante su significato. Diversamente dalla Ilvisione saussuriana, il significante non dal manifesta semplicemente il senso include ma è esso stesso in delle gradoparole di produrre senso. senso vive in una dimensione significato, il senso certamente il significato ma la sua natura va ricercata oltre il dizionario, semplicediversa significato delle parole e fuori del circuito del linguaggio. Come ben tratteggiato da Davide Tarizzo, un per esempio, delinea il significato di un qualsiasiappena sostantivo attraverso una batteria di parolestrutturale, simili, i losinonimi. si vuolesull’asse trasporre il concetto nella logica della linguistica si pare potràSe collocare Nel casocorrispettivo di definito una preposizione (in) lo schema proposto esatta per i “in”. sostantivi non funzionare, non paradigmatico. sembra esserci un che possa sostituire maniera In realtà, spostandosi dall’asse paradigmatico “sostituti a quello sintagmatico si inpotrà senso preposizione non la trova certamente altri diretti”, viene del peròlinguaggio, definita dalle paroleintuire che diche casoil in caso della seguono o precedono preposizione stessa.

Je

est un

autre

Luca Labanca


Limite Limit

photo by Adrianna Glaviano


«I am thinking of those whose sheep jump the fence every night. They should be better shepherd than me. My flock is unresponsive. It does not experience the feeling of risk, it is not tempted by adventure. The white fence is the unchallenged limit of its world. “Don’t you feel oppresses by the fence?” I ask, sometimes, to the first sheep. It does not answer, it stays still and watches, not apprehended at all. It is not a limit, thus».

«Penso alla gente le cui pecore saltano ogni notte e deduco che devono essere pastori migliori di me. Il mio gregge è indifferente. Non prova l’emozione del rischio, non lo tenta l’avventura. Lo steccato bianco costituisce il limite accettato del suo mondo. “Non credi che lo steccato sia un’oppressione?” domando, talvolta, alla prima del gruppo. Non risponde: resta immobile, guardando da un lato, estranea a qualsiasi inquietudine. Non è, dunque, un limite».

Cristina Peri Rossi, Il museo degli sforzi inutili, Einaudi, Torino, 1990, p. 56, my translation

Cristina Peri Rossi, Il museo degli sforzi inutili, Einaudi, Torino, 1990, p. 56.

I have always found definitions of the word “limit” unsatisfactory. I am not blaming the editors of dictionaries, however, how could one define univocally what is, at least, bijective? Rudolph Arnheim reminds us that the limit defines the object, separating it from the background. At the same time, the limit connect, it is the region where two (or more) different entities merge. The limit detach, but there is no union without limit. There is no identity without limit, but there is no culture until we have acknowledged the absence of perfectly enclosed identities. Barrier and bridge, at the same time, a transverse line on the map (cf.), a cultural tension to permeate. Like a prohibition for a child, primordial stimulus to discovery.

Ho sempre trovato insufficienti le definizioni della parola “limite”. E non si tratta certo di inadeguatezza dei redattori di dizionari, ma della difficoltà nel definire univocamente ciò che è, perlomeno, biunivoco. Ci ricorda Rudolph Arnheim come il limite definisca l’oggetto, separandolo dal contesto. Ma il limite unisce, allo stesso tempo, esso costituisce quella regione nella quale due (o più) entità differenti si fondono l’una nell’altra. È il limite che separa, ma non esiste unione senza limite. Non esiste identità senza limite, ma non esiste cultura senza riconoscimento della assenza di identità delimitate. Barriera e ponte, insieme, una linea trasversale sulla mappa (cfr.), una tensione culturale a permeare. Come una proibizione per il bambino, stimolo primordiale alla scoperta. Simone Tulumello


Linea Line



Superficie Surface

photo by Fausto Brigantino


Per fare in modo che un’opera si trasformi in oggetto di contemplazione, deve possedere la proprietà della trasparenza, deve cioè ottenere che lo sguardo dello spettatore non si vi soffermi, bensì che la attraversi, fino a portare l’attenzione oltre il limite fisico definito dall’opera stessa. La trasparenza così intesa non si contrappone solo all’opacità o all’impenetrabilità, ma anche all’eccesso di forma e alla retorica del significato. Carlos Martí Arís. “Silenzi Eloquenti”


Sezione Section



Giacitura Arrangment


“Proiettare su” Ogni descrizione, spiegazione o rappresentazione è necessariamente in qualche senso una proiezione degli elementi derivati dai fenomeni da descrivere su qualche superficie o metrica o sistema di coordinate. Gregory Bateson “Mente e Natura - Un’unità necessaria” 1984


Sottrazione Subtraction



Parola vuota Pillow-word

“Makurakotoba or pillow-word: a conventional epithet or attribute for a word; it usually occupies a short, five-syllable line and modifies a word, usually the first, in the next line. Some pillow-words are unclear in meaning; those whose meanings are known function rhetorically to raise the tone and to some degree also function as images.� Robert H. Brower and Earl Miner



Trasparenza Trasparency

Una cosmologia include il mondo reale ma in qualche misura se ne distacca trasfigurando certi aspetti e, dunque, mettendosi in connessione con la trasparenza delle cose. La terra, quindi, può insegnare all’uomo cose che lo riguardano intimamente, ma si deve sempre ripartire dall’inizio, dal selvaggio, dalla riconquista dell’inutile. Affinare gli strumenti ermeneutici e percorrere idealmente la pista che mostra il genos e il topos delle cose, anche se la strada sembra lunga e il punto di partenza sembra ancorarsi in terreni lontani, dove potersi immaginare stranieri e riconquistare lo spazio narrativo del cosmo intero. Prendere in considerazione una scala geografica più ampia e ripartire da un terreno vergine, da una superficie lunare, dove poter tornare a riempirsi gli occhi di immagini primarie, da cercare dove sono sempre state, lì dove la materia traspare e mostra uno spazio completamente immerso nell’attività cognitiva e per sottrazione, dunque, anche nel logos. Dalla visione della materia al concetto del pensiero: una trasfigurazione del dato visibile che presupporrebbe una perdita di omogeneità materica, ma che in realtà afferma l’esistenza di uno spazio multiplo, più ampio e permeabile, dove la materia si converte in attaccamento alla vita e diventa poetica. Intelligibile e trasparente. La trasparenza della materia è la sua anarchia, terreno concreto degli algoritmi dello sguardo e della mente

che si formano a partire dai fenomeni che riproducono, dalle linee, dalle pieghe, dalle onde e dalle increspature della terra. La materia diventa sito e il sito diventa segno, ma è vero anche l’inverso, per cui il segno eccede i confini della mappa geografica portando la coscienza verso inestinguibili strade originarie che riportano alla materia. Terra e anarchia come paradosso metodologico; anarchia, dunque, come translitterazione di un concetto politico-sociale che inaspettatamente investe il sapere più intimo che riguarda la conoscenza della terra, dell’orientamento senza mappa. Un geografo poco noto come geografo, l’anarchico Petr Kropotkin, ha dato un contributo essenziale alle scienze naturali, così come un altro geografo anarchico, Elisèe Reclus che ha scritto lunghe descrizioni di terre e ghiacciai nella sua Nouvelle Gèographie Universelle (1876-1894). Come Kropotkin, Reclus ha sostenuto più volte che la sua anarchia e il suo spirito di libertà sono nati nei paesaggi naturali. L’anarchico francese ha cercato di chiarire questo concetto in L’Homme e la Terre (1905-1908) dicendo che “l’uomo è la natura che prende coscienza di sé”, affinchè la mente possa prendere fuoco, tanto da spaccare il suo stampo d’argilla. Salvatore Davì



Invisibile Invisible



Inanimato Inanimated



CommensurabilitĂ Commensurability



Dispersione Dispersion



Asse Axis

Asse è simmetria, schema; è elemento rigido, portante. Asse è equilibrio, consente di appoggiarsi, elemento stabile e sicuro. A spostamento. La mutazione dell’asse è la possibilità di cambiare l’ordine delle cose, esiste perché tutto possa avere il suo centr un suono un concetto, un pensiero. Asse è materia a volte impalpabile, è senza dubbio una metafora. Agata Polizzi


Asse è rigore, regola, non lascia spazio all’improvvisazione. Eppure è partecipe del cambiamento e lo determina col suo tro. La musica, la poesia, la filosofia cercano in esso una dimensione, una spiegazione, articolano un significato che produce

photo by Benedetto Tarantino


MolteplicitĂ Multiplicity




Silenzio Silence

That the Universe is filled with Silence is an assumption. What if all celestial bodies produce their own orbital resonance, their very unique Hum? Then all that we know and feel about Silence in opposition to Sound wouldn’t be consistent, but only the manifestation of an impossibility of listening. This impossibility possibly due to being overexposed to The Hum since the moment we gained the sense of hearing. Or maybe the Hum doesn’t manifest in Sound as we normally perceive it, but into more generic harmonic concepts, which include tones (of colour and of Sound), numbers and proportions for instance. Musica Universalis: the opposition merges in unity, Sound and Silence become essential parts of the same body and in that way finding sense by bold oppositions is no more a possibility.


Il silenzio comincia ad assumere un corpo, a diventare una cosa. Fernando Pessoa, “O Marinheiro”, in “Poemas Dramaticos”, 1952

Che l’universo sia riempito di Silenzio è un preconcetto. E se invece tutti i corpi celesti producessero una propria risonanza orbitale, il loro unico Hum? Allora tutto ciò che sappiamo e sentiamo circa il Silenzio in opposizione al Suono non sarebbe consistente, ma solo la manifestazione di un’impossibilità di ascolto. Tale impossibilità dovuta possibilmente all’essere sovraesposti all’Hum dal momento in cui abbiamo acquisito il senso dell’udito. O forse l’Hum non si manifesta nel Suono come lo percepiamo normalmente, ma in concetti armonici più generici, inclusi toni (di colore e di Suono), numeri e proporzioni per esempio. Musica Universalis: l’opposizione converge in unità, Suono e Silenzio diventano parti essenziali dello stesso corpo e in tal modo trovare senso attraverso forti opposizioni non è più una possibilità. Luca Mortellaro


Oscurità Darkness

Coplas hechas sobra una éxtasis de alta contemplación Entréme donde no supe, Y quedéme no sabiendo, Toda sciencia trascendiendo Yo no supe dónde entraba, Pero, cuando allí me vi, Sin saber dónde me estaba, Grandes cossa entendí; No diré lo que sentí, Que me quedé no sabiendo, Toda sciencia trascendiendo. De paz y de piedad Era la sciencia perfecta, En profunda soledad, Entendida vía recta; Era cosa tan secreta, Que me quedé balbuciendo, Toda sciencia trascendiendo. Estaba tan embebido, Tan absorto y ajenado, Que se quedó mi sentido De todo sentir privado; Y el espíritu dotado De un entender no entendiendo, Toda sciencia trascendiendo. El que allí llega de vero, De sí mismo desfallesce; Cuando sabía primero Mucho bajo le paresce; Y su sciencia tanto cresce, Que se queda no sabiendo, Toda sciencia trascendiendo.

Coplas sopra un’estasi di alta contemplazione Cunato más alto se sube, Tanto menos entendía Que es la tenebrosa nube Que a la noche esclarecía; Por eso quien la sabía Queda siempre no sabiendo Toda sciencia trascendiendo. Este saber no sabiendo Es de tan alto poder, Que lo sabios arguyendo Jamás le pueden vencer; Que no llega su saber A no entender entendiendo, Toda sciencia trascendiendo. Y es de tant alta excelencia Aqueste sumo saber, Que no hay facultad ni sciencia Que le puedan emprender; Quien se supiere vencer Con un no saber sabiendo, Irá siempre trascendiendo. Y si lo queréis oír, Consiste esta suma sciencia En un subido sentir De la divinal Esencia; Es obra de su clemencia Hacer quedar no entendiendo, Toda sciencia trascendiendo.

Entrai dove non sapevo e restai senza sapere ogni scienza trascendendo. Non sapevo dove entravo: ma, come là mi vidi, ignorando dove fossi grandi cose penetrai; non dirò quel che sentivo perché continuai a non sapere ogni scienza trascendendo. Di pace e pietà perfetta sapienza; in profonda solitudine la diritta via compresa; cosa tanto segreta che restai balbettante ogni scienza trascendendo. Ero così sommerso, cosi assorto e straniato che i miei sensi restarono spogliati di ogni sentire; e la mente infusa intendeva senza intendere ogni scienza trascendendo Chi là giunge veramente di se stesso è spossessato; quanto prima conosceva cosa infima gli appare; e tanto cresce la sua scienza che egli resta in insipienza ogni scienza trascendendo.

Quanto più salivo in alto tanto meno capivo come una nube di buio rischiarasse la notte ; per questo chi l’ha vista resta sempre in non-sapere ogni scienza trascendendo. Questo ignaro sapere ha così alta potenza che i savi coi loro argomenti non possono vincerlo; perché il loro sapere non giunge a non intendere intendendo ogni scienza trascendendo. È tanta la pienezza di questa somma sapienza che né facoltà né scienza possono a lei misurarsi; chi saprà vincere se stesso in un ignaro sapere vivrà sempre in trascendenza. E, se lo volete sapere, consiste questa somma sapienza in un esaltato sentire dell’essenza divina; ed è opera della sua clemenza che si resti in non-sapere ogni scienza trascendendo

Juan de la Cruz



Fine End


Ich sollte eigentlich ganz allein auf der Welt sein, ich, Steiner, und sonst kein anderes lebendes Wesen. Keine Sonne, keine Kultur, ich nackt auf einem hohen Fels, kein Sturm, kein Schnee, keine Strassen, keine Banken, kein Geld, keine Zeit und kein Atem. Ich würde dann jedenfalls keine Angst mehr haben. Io dovrei essere solo al mondo, io, Steiner e nessun’altra forma di vita. Niente sole, niente cultura, io nudo sopra un’alta roccia, senza tempeste, senza neve, senza banche, senza soldi, senza tempo e senza respiro. Allora di sicuro non avrei più paura. Robert Walser


Libro d’artista pubblicato in dieci copie uniche firmate e numerate da 1 a 10 in occasione della mostra Artist’s book published in ten uniques copies, signed and numbered 1 to 10, for the exhibition Abolito il cielo Heaven abolished di by Ignazio Mortellaro a cura di curated by Andrea Ruggieri presso la galleria gallery Bad New Business per for Francesco Pantaleone Arte Contemporanea Milano 2 Aprile - 1 Maggio 2nd April - 1st May 2015 Pubblicato da Published by Azoto Publishing Stampato a Palermo da Printed in Palermo by Block Design concept & design Ignazio Mortellaro

copia n° copy n°


stpecnoc I


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