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60 ANNI DI JORDAN

“Air” Jordan ha stregato il pubblico di tutto il mondo tanto da diventare un vero e porprio mito del Basket. A 60 anni ancora fa parlare di sè dentro e fuori dal campo.

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di Lucio FRATTA

Per quanti lo hanno visto giocare sui campi di basket con la maglia dei Bulls o rimanere in aria come se fosse un marziano prima di schiacciare fa uno strano effetto pensare che Michael Jordan possa aver compiuto 60 anni. È stato più di un giocatore, di un campione come i tanti che hanno condiviso con lui i campi dell’NBA di quegli anni fantastici. La sua silhouette stampata su scarpe, vestiti è diventata simbolo di un’epoca. Da quel lontano 1984, quando venne selezionato dai Chicago Bulls come terza scelta dietro Olajuwon e Sam Bowie, Micheal ne ha fatta di strada. I duetti con Pippen, il rapporto con l’eccentrico Dennis Rodman e le sfide infinite con altri mostri sacri del tempo come Larry Bird, Magic Johnson, Isaiah Thomas e Patrick Ewing hanno veramente segnato quegli anni. Come dimenticare i 69 punti contro Cleveland nel marzo del 1990; uno score che lo consacrò nell’Olimpo del basket a stelle e strisce. Durante la sua carriera riuscirà a superare la barriera dei 60 punti per ben 5 volte. Un vulcano, una forza della natura; dentro e fuori dal campo. L’enorme successo commerciale del suo marchio, il primo inaspettato ritiro, la parentesi fallimen- tare con il baseball, il ritorno in grande stile; il secondo ritiro per vestire i panni del dirigente con i Wizard prima del ritorno sui campi di gioco con i “maghi” di Washington. A 40 anni la sua ultima partita. Nel mezzo Bugs Bunny, Space Jam fino ad arrivare a The Last Dance, clamoroso successo firmato Netflix in piena pandemia. Questo è stato il Micheal Jordan sportivo. Nel mezzo periodi difficili come quello vissuto dopo la morte del padre, la parentesi poco felice sui campi di baseball, l’esperienza come proprietario della squadra dei “charlotte” che gli ha portato moltissime critiche da parte dei tifosi. Gli hanno rimproverato di essere testardo ed egocentrico per le sue scelte dirigenziali, ma anche generoso. Proprio nel giorno del suo sessantesimo compleanno ha infatti donato 10 milioni di dollari all’organizzazione "Make a Wish", un'associazione di beneficenza che si occupa di esaudire i desideri dei bambini che sono affetti da malattie gravi e con la quale Jordan collabora dal 1989. Micheal Jordan è stato ed è anche questo, semplicemente un uomo che ha vissuto il suo sogno e, cosa più importante ne ha regalato uno a milioni e milioni di bambini che con lui e come lui ha sognato di volare. n

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