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ATLETICA

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IL SERVIZIO ALL’AUSTRALIANA

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Con questo numero cominciamo una nuova rubrica sullo sport del momento, al quale sono tutti appassionati, al quale tutti possono giocare. Lo sport che ha conquistato migliaia di persone creando una vera e propria Padel Mania. In questo numero vi parleremo di un aspetto tattico è cioè il Servizio all’Australiana. Conosciamo insieme i vantaggi e i limiti di questa tecnica di battuta.

di Emiliano Sole

Quando si è al servizio, vi sono due posizioni che si possono assumere: quella definita classica, in cui si cambia lato a ogni scambio, e la cosiddetta australiana. In questo caso, ognuno dei due giocatori resta sempre a coprire lo stesso lato di campo, indipendentemente dal lato di battuta. Nel padel possiamo affermare che coprire sempre la stessa metà campo è la scelta decisamente più utilizzata. Anche a livello professionistico vi sono state poche eccezioni, come quelle di Cristian Gutierrez e Matias Díaz nel 2013 e 2014, oltre a Fernando Belasteguin e Agustin Tapia in qualche occasione nella stagione appena conclusa. E difatti, nonostante il successo nel Master Final, i due argentini hanno deciso di separarsi perché entrambi desiderano giocare con costanza a sinistra. Nel padel si parla, infatti, di giocatore di sinistra e di destra perché l’abitudine è quella di usare la formazione all’australiana, specializzandosi in un preciso lato e mantenendolo fisso. Ma la domanda che sorge spontanea, soprattutto ai non esperti, è: Quali sono i vantaggi? Chiaramente il fatto che il lato di gioco influisce sulle tipologie di colpi che si possono eseguire e sulla loro efficacia. Per esempio, chi dispone di un ottimo smash troverà beneficio nel giocare a sinistra, per-

ché meccanicamente è più facile trovare angoli stretti verso la griglia o per un por tres. E, anche in fase difensiva, difendersi da un lato o dall’altro cambia tanto perché quando si ha l’abitudine a girarsi da una parte, non è semplice farlo dal lato opposto. Questo perché il padel è sport con pareti e griglie, dunque rimbalzi e traiettorie sono elementi che bisogna saper decifrare in frazioni di secondo. In più, è uno sport di coppia e l’affiatamento con il proprio compagno è fondamentale: saper giocare con i corretti automatismi, ognuno nella propria porzione di campo, rende gli schemi più efficaci. Pertanto, l’Australiana si fa preferire. Indubbiamente ci sono anche dei limiti a questo tipo di Tattica. Il primo, e anche il più evidente, è che il giocatore che serve e deve coprire il lato opposto (per esempio, il giocatore di sinistra che serve da destra), dovrà compiere un tragitto maggiore per raggiungere una buona posizione sotto rete. Se atleticamente non si è ben preparati, il rischio è di arrivarci sempre tardi, faticando a coprire l’eventuale risposta lungolinea, non per nulla la più utilizzata in questi casi, soprattutto se il ribattitore si accorge che siete lenti nel coprire quella zona di campo. Strettamente legata a questa situazione è la necessità di servire a una velocità ridotta per avere più tempo per conquistare la rete. Però, così facendo, diventa difficile conquistare punti diretti col servizio o anche solo mettere in difficoltà il ribattitore. Un altro rischio è quello di subire la cosiddetta nevera, la tattica del frigorifero, quando gli avversari decidono di giocare sostanzialmente sul giocatore più debole della coppia: restando sempre nelle stesse posizioni, diventa più facile e meccanico rispondere sempre dallo stesso lato. Come spesso accade, ci sono vantaggi e limiti in una determinata scelta anche se ci sentiamo di preferire di gran lunga la formazione all’australiana rispetto a quella classica. Pur dovendo essere più veloci nel raggiungere una buona posizione a rete, il tragitto è solo leggermente più lungo (non serve essere Speedy) e comunque la risposta lungolinea è anche la più rischiosa e che il ribattitore potrebbe sbagliare con maggior frequenza. In compenso, poter giocare sempre nel lato preferito, consente di restare nella propria zona di comfort e performare al meglio.

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