Azzurro Sport biMestrale di cultura sportiVa aeronautica
anno 7 – nuMero 6
ginnastiCa ritmiCa
le farfalle stupiscono anche on line
CalCio
pablito, l’azzurro che fece piangere il brasile
EditoriAlE
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ccoci giunti all’ultimo numero del 2020, un anno difficile, non c’è bisogno di ricordarlo. 12 mesi in cui il mondo è cambiato fin nelle radici e la comunità sportiva non è stata da meno. Ma come sempre abbiamo fatto cerchiamo di guardare avanti nella speranza che il nuovo anno ci restituisca un po’ di normalità, forse la cosa che più ci è mancata in questi mesi. Certamente, il mondo dello sport sta cercando, nonostante tutto, di ripartire. I campi di gioco sono tornati, piano piano, a riempirsi; un segnale forte che non potevamo non evidenziare. Ed è proprio da qui che abbiamo deciso di ripartire; in realtà non si tratta di una ripartenza bensì della continuazione di quanto abbiamo fatto in questi sette anni, ovvero raccontarvi dello sport, del sacrificio, delle vittorie e delle sconfitte di chi ha deciso di mettersi in gioco, di misurarsi su un campo sportivo. La copertina di questo numero è stata dedicata alle Farfalle Azzurre, sempre più orgoglio nazionale, che in una in-
consueta performance a distanza, organizzata per permettere alle ginnaste di esibirsi in tutta sicurezza, hanno dimostrato, ancora una volta, di essere una delle squadre più forti del mondo. Grazia e tenacia da vendere sono stati come sempre il loro biglietto da visita. Un’ottima prova che fa ben sperare per questo nuovo anno. Abbiamo voluto raccontarvi di un’altra squadra altrettanto vincente e simbolo della nostra Italia, le “Frecce Tricolori”, che, come di consueto, hanno presentato la formazione del 2021. Una tradizione ormai consolidata per salutare i nuovi “Pony”. Anche in questo caso una squadra vincente che, oltre a rappresentare l’eccellenza italiana nel mondo, in questi ultimi mesi ha voluto unire gli italiani sotto il Tricolore, una scia colorata stesa su tutta la penisola nei giorni più bui di questa pandemia. E non solo, perché anche in questo numero troverete interviste, curiosità, storie e notizie; in pratica quello che abbiamo sempre cercato di raccontare. Non resta, quindi, che augurarvi, come di consueto, una buona lettura! IL DIRETTORE
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12 Le Farfalle Azzurre volano e stupiscono anche on line
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Azzurro Sport periodico bimestrale di cultura sportiva aeronautica Iscritto al n. 292/2013 del Registro Stampa presso il Tribunale Civile di Roma Anno 7 – numero 6 editore AVIATOR SRL via Gianfilippo Usellini 434 00125 Roma
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ciao pablito
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presentata la formazione 2021 delle frecce tricolori
direttore responsabile Alessio Piano redazione via Gianfilippo Usellini, 434 – 00125 Roma Fax. 06.89280466 - azzurrosport@yahoo.it consiglio tecnico presidente: Alessandro Loiudice membri: Marzia Caravelli, Giuseppe Carella, Andrea Colotti, Andrew Howe, Fabrizio Leoni, Dario Magagnini, Valentina Marchei, Elisa Santoni © Proprietà letteraria, artistica e scientifica riservata. Per la riproduzione anche parziale di quanto pubblicato su Azzurro Sport occorre citare la fonte.
8 attualita’
22 atletica
stampa Arti Grafiche Srl
Si è concluso il 7° anno di Azzurro Sport, con lo sport per lo sport
A tu per tu con Antonio La Torre, direttore tecnico della nazionale
Finito di stampare nel mese di Gennaio 2021 foto di copertina: Federginnastica
24 serie tv
26 formula 1
La Regina degli Scacchi è la nuova serie del momento
I 51 anni di Schumacher, il kaiser al volante
34 il personaggio
36 atletica
Giacomo Di Napoli, il più giovane pluripilota europeo
Valeria Straneo in cerca della terza Olimpiade
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Pillole di SPort TIRO CON L’ARCO NESpOLI SuGLI SCudI NELLA SECONdA TAppA dELLE INdOOR WORLd SERIES
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a seconda tappa delle Indoor World Series 2020-2021 di tiro con l’arco si è conclusa con dei buoni riscontri per quanto riguarda la Nazionale azzurra, che può dunque guardare con fiducia alla stagione olimpica. Sono stati oltre 5.000 i partecipanti (record assoluto) al secondo appuntamento del circuito mondiale al coperto, che si svolge on line o in piccoli eventi in presenza per rispettare le regole anti-Covid. Nell’arco olimpico
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maschile, l’Aviere Mauro Nespoli è stato il migliore degli italiani, stampando il settimo punteggio assoluto a quota 593 (su 60 frecce), mentre il podio di tappa è stato formato dallo statunitense Brady Ellison con 598 punti, dal coreano Oh Jin Hyek (597) e dal francese Thomas Chirault (596). 40° l’altro atleta dell’Aeronautica Militare Michele Frangilli con 584 punti, 44° Marco Morello con 583. Ottime notizie in campo femminile, sempre
nel ricurvo, con una fantastica Tatiana Andreoli, che si è confermata in grande forma inserendosi in seconda piazza con 592 punti alle spalle della coreana Nayeon Wi (596) dopo aver firmato recentemente il nuovo record italiano (594). Buona prova anche da parte delle altre arciere azzurre: Tanya Giada Giaccheri e Elisabetta Mijno sono 14me con 582, Lucilla Boari è 21° con 578, Chiara Rebagliati 28a con 577 e Karen Hervat chiude 35a con 575.
ATLETICA La marcia 50 km esce dalle Olimpiadi di parigi 2024
ATLETICA Tamberi cambia squadra: «Farò il concorso per entrare nelle Fiamme Oro»
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uesto è un brutto colpo al cuore per il nostro paese, un’addio ad una disciplina stoica amata dall’Italia e che ci ha dato grande soddisfazioni. pino dordoni, Abdon pamich, Alex Schwazer: tre ori sfavillanti dell’atletica italiana in una specialità che, dopo Tokyo 2021, non sarà più olimpica. La 50 km di Marcia, infatti, sparisce dal programma a Cinque Cerchi di parigi 2024, 92 anni dopo essere stata inserita a Los Angeles 1932 e dopo essere stata per quasi un secolo (con l’eccezione di Montreal 1976, edizione in cui non fu disputata) la gara più lunga del programma dell’Atletica Leggera. un addio che fa male perché tra le specialità “tagliate” dal CIO in vista dell’edizione francese dei Giochi è sicuramente quella con maggiore tradizione e quella a cui gli sportivi italiani di tutte le età sono legati visto che le sei medaglie azzurre in questa specialità abbracciano un po’ tutte le generazioni: 1932 ugo Frigerio bronzo a Los Angeles, 1952 a Helsinki pino dordoni, 1960 Roma il bronzo e 1964 Tokyo oro per Abdon pamich, 1984 a Los Angeles il bronzo di Alessandro Bellucci e 2008 a pechino l’indimenticabile oro di Alex Schwazer, nel momento più sfavillante di una carriera controversa e, forse, non ancora conclusa.
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ianmarco Tamberi aveva lasciato le Fiamme Gialle lo scorso luglio e, per la seconda parte della stagione, era tornato a vestire i colori della sua società civile d’origine, ovvero l’Atletica Vomano. Il fuoriclasse italiano del salto in alto, già Campione d’Europa e del Mondo indoor, ha annunciato un nuovo cambio di casacca visto che nel 2021 gareggerà per la ATL-Etica San Vendemiano (una realtà in provincia di Treviso). Il 28enne marchigiano, primatista nazionale e quest’anno capace di saltare 2.30 all’aperto, ha spiegato che questa novità rientra in un percorso agonistico e sociale legato all’ente di promozione AICS (sezione Veneto). L’azzurro, che si sta preparando per essere grande protagonista alle Olimpiadi, ha poi svelato che parteciperà al bando di concorso per l’ingresso nelle Fiamme Oro. dopo aver lasciato la Guardia di Finanza potrebbe, dunque, diventare un poliziotto. Il ribattezzato Gimbo, che ultimamente si è allenato al centro di preparazione olimpica di Formia, ha commentato in questo modo attraverso i canali ufficiali della Fidal: «Il progetto di ATL-Etica asseconda un mio intento: promuovere i valori AICS, che sono i valori sani dello sport, con un tono di voce entusiasta, vicino alla soglia di attenzione degli adolescenti che hanno molte sollecitazioni, eppure devono capire che la scuola e lo sport creano le condizioni per essere cittadini migliori».
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ATTuALITA’ ALEx ZANARdI HA RIpRESO A COMuNICARE: «NESSUNO CI CrEdEvA»
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bbiamo imparato a non stupirci più, se a compiere quel gesto, se a raggiungere quel risultato remoto anche per i manuali di medicina è Alex Zanardi. Il campione di handbike, e non solo, sta migliorando e ha riacquistato la capacità di comunicare, stando alle parole della dottoressa Federica Alemanno che lo sta assistendo. da quanto riferito dalla dott.ssa Alemanno, neuropsicologa dell’ospedale San Raffaele di Milano, dove il campione di handbike si trovava dopo i primi interventi d’urgenza trasferito da Villa Beretta, Zanardi è «tornato a comunicare». La specialista ha sottolineato l’entità di questi progressi: «È stata una grande emozione quando ha iniziato a comunicare, nessuno ci credeva. Lui c’era! E ha comunicato con la sua famiglia». Anche lei, Federica, c’era. E ha stretto la mano di Zanardi quando si stava risvegliando al San Raffaele di Milano, struttura lasciata da poco per padova per stare più vicino ai familiari. A daniela, sua moglie, e al figlio Niccolò, che hanno sempre creduto nella sua ennesima “rinascita”. Contro ogni previsione, contro ogni statistica. Zanardi sta lentamente e progressivamente recuperando le funzioni vitali. Riconosce le persone care e riesce a esprimersi, a farsi intendere. Oggi a padova è assistito per continuare lungo questa via di recupero, e noi non possiamo che continuare a credere in lui e nella sua straordinaria forza vitale.
CALCIO CLAMOROSO, MAICON TORNA A GIOCARE IN ITALIA CON uN SquAdRA dI SERIE d
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l terzino brasiliano, uno degli eroi del Triplete dell’Inter, a 39 anni riparte dalla Serie d con il Sona. «Sono felice di tornare in Italia», le prime parole di Maicon al suo arrivo a Fiumicino. Insieme a lui anche il figlio quindicenne, che giocherà nelle giovanili del club veneto. La nuova avventura di Maicon douglas Sisenando in Italia è ufficialmente iniziata. A poco più di dieci anni di distanza dalla conquista dello storico Triplete con l’Inter e cinque stagioni dopo la sua ultima esperienza italiana, quella con la maglia della Roma, il terzino brasiliano ripartirà dal Sona, club veneto che milita nel girone B di Serie d. Maicon è arrivato all’aeroporto di Fiumicino nella mattinata di giovedì 8 gennaio scorso, accolto dal dS del Sona Claudio Ferrarese e da Thyago de Souza, collaboratore della società veneta. In bocca al lupo campione!
TENNIS ATp FINALS 2021 pRESENTATE A TORINO
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l grattacielo Intesa Sanpaolo di Torino è andata in scena, lo scorso 14 gennaio, la presentazione delle ATp Finals, che dal 2021 al 2025 si svolgeranno nel capoluogo piemontese. Il presidente della FIT Angelo Binaghi: «Abbiamo scalato l’Everest. Nei prossimi cinque anni un italiano sarà al Masters». Il n° 1 dell’ATp Andrea Gaudenzi: «C’è passione ed entusiasmo. Standard alti, ma supereremo le difficoltà legate al Covid». Le ATp Finals, che coinvolgono gli 8 migliori tennisti dell’anno si svolgeranno al palaAlpitour dal 14 al 21 novembre. «È stata una congiunzione astrale che ha portato le ATP Finals a Torino – ha detto il presidente della Federtennis – abbiamo scalato l’Everest, senza quasi volerlo fare. Gli ATP il più grande torneo al mondo, il torneo indoor più importante. Sono l’Everest del tennis. Come dirigenti italiani ci siamo posti obiettivi sempre più ambiziosi. Siamo partiti da qui, volevamo guardare oltre i confini del nostro recinto. Abbiamo partecipato quasi per caso alla gara, abbiamo pagato 25mila dollari per partecipare: per noi era già sufficiente così. Siamo arrivati quasi senza rendercene conto a questa inaspettata vittoria». L’impatto delle Finals sul tennis italiano sarà enorme: «Il primo obiettivo è quello di organizzare una grande edizione, già dal 2021 – prosegue Binaghi – abbiamo una squadra straordinaria, grandi sponsor, una grande prevendita: sono fattori fondamentali. Il secondo obiettivo è quello di trasformare i 15mila spettatori in tifosi: ambiamo ad avere gli italiani protagonisti in queste edizioni. Non so se già nel 2021, ma nei cinque anni vedremo sicuramente dei nostri atleti giocare il Masters».
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AttualitĂ
un anno di
azzurro sport si è concluso il settiMo anno di azzurro sport. un anno trascorso al fianco dello sport e degli sportiVi di Lucio Fratta
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Il 2020 ha rappresentato, per l’intero movimento sportivo mondiale, una sorta di anno zero. Una tempesta perfetta si è abbattuta sul mondo e ha costretto gli organizzatori e tutto il pianeta degli sportivi a ripensare totalmente una delle attività più antiche dell’umanità. Un punto da cui ripartire per tornare più forti di prima.
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uello che si è appena concluso è stato un anno particolare, difficle, che ha cambiato in modo netto le nostre vite. Abbiamo lottato contro qualcosa di invisibile agli occhi che ha cambiato il nostromodo di pensare, spazzato via le certezze e distrutto quella semplice quotidianità a cui eravamo abituati. Siamo stati costretti a rinchiuderci nelle nostre case e a limitare gli spostamenti. Ogni socialità, ogni abitudine ci è stata preclusa. E niente è stato come prima. Anche lo sport ne ha risentito; per un’attività che faceva della socialità e della condivisione di spazi e
momenti le sue basi costitutive è stato un colpo al cuore. Stadi vuoti, competizioni cancellate, in primis le Olimpiadi, l’evento sportivo per eccellenza, hanno rappresentato una situazione con la quale ci si è trovati costretti a fare i conti. Ben presto si è capito che non si sarebbe trattato di qualche settimana perché la battaglia contro il Coronavirus avrebbe richiesto mesi, se non anni. dopo un primo momento di smarrimento iniziale la società civile ha cercato di rimodulare la propria vita alla luce di questa soluzione. Lo sport non è stato da meno; i grandi circuiti sportivi, quelli dei professionisti per inte-
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derci, sono riusciti a riorganizzarsi, cosa tutt’altro che semplice, e a ripartire. Certo non è stato facile vedere in TV una partita di calcio e di basket con gli spalti vuoti, sentire il rumore del pallone e la voce degli atleti. E non lo è tuttora! un’esperienza senz’altro “nuova” ma allo stesso tempo disarmante. piano piano anche le altre discipline sportive hanno cercato di ripartire, di ricominciare. Ed è proprio accanto a loro che Azzurro Sport si è schierato fin dalle primissime fasi della pandemia. Abbiamo scelto di continuare a parlare di sport, anche se confessiamo non è stato affatto semplice. Lo abbiamo fatto, come sempre, seguendo la missione di questo periodico, ovvero quella di dare risalto allo sport a 360°. Vi abbiamo raccontato di chi non si è arreso, di chi nonostante tutto ha dato forma e sostanza ai propri sogni e ai propri sforzi. Non a caso abbiamo vo-
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luto dedicare una delle copertine del 2020 a uno dei personaggi che secondo noi più incarnano questo spirito: Alex Zanardi. un uomo che ha sempre affrontato a testa alta la vita, quella che ti riserva la gloria e il successo e che nel giro di pochi attimi può farti crollare tutto addosso. Non si è mai piegato alla sorte anche quando questa gli aveva riservato il peggiore dei trattamenti; non si è mai arreso, ha sempre rialzato la testa contnuando a battersi come un leone contro tutto. un esempio di uomo e di sportivo che oggi si trova costretto a combattere un’altra durissima battaglia. Ma come ha sempre fatto siamo certi che non si arrenderà e ripartirà da dove ha lasciato. È quello che ci auguriamo possano fare tutti gli atleti e gli addetti ai lavori di una delle attività più nobili e antiche dell’uomo. A noi di Azzurro Sport l’arduo compito ma soprattutto l’onore di n poterlo raccontare.
ginnastica ritmica
le farfalle Vincono anche on line di Arturo Violetta
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Le azzurre della Ginnastica Ritmica hanno partecipato a un torneo organizzato a distanza da Mosca. E non hanno deluso le aspettative!
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a nazionale di Ginnastica Ritmica non gareggiava ufficialmente da ben 15 mesi. È tornata a farlo in un torneo particolare, a distanza, organizzato da Mosca, senza spostarsi da desio. La compagine guidata da Emanuela Maccarani, infatti, dopo il lungo periodo di astinenza da pedana dovuto alle conseguenze della pandemia, ha sentito la necessità di mettersi alla prova in una competizione vera, per non vanificare tutto il lavoro precedentemente fatto in preparazione dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020, rimandati, per il momento, alla prossima estate. Alessia Maurelli e compagne hanno accettato quella che potremmo definire una strana sfida, da disputarsi on line in collegamento
da desio, che ha portato al gruppo italiano tanta soddisfazione. Alla fine sono state ben 12 le Medaglie complessive conquistate (7 Senior e 5 Juniores) su un totale di 13 concorsi (l’Italia non schierava il gruppo giovanile e per l’impegno di Montegrotto alle porte non aveva ginnaste pronte con la fune). una prova, quella fornita dalle Farfalle, molto convincente e che lascia ben sperare per il prossimo futuro. Nel triangolare d’Insieme, trasmesso in streaming, con le giudici collegate da remoto, le azzurre hanno sistematicamente battuto uzbekistan e Russia, tanto con le 5 palle quanto nel misto con 3 Cerchi e 4 Clavette. «Quando la vita ti sfida – ha dichiarato sul suo profilo Instagram Alessia Maurelli, capitana della nazionale di Rit-
mica – affrontala con coraggio, fantasia e tanta grinta! La nostra prima gara online, strana ma affascinante, difficile ma estremamente ospitale! Grazie a tutti coloro che ci hanno permesso di assaporare l’emozione di una GArA dopo 445 giorni dai mondiali di Baku.. Una grande Italia!» È stata la prima volta che la FGI (Federazione Ginnastica Italiana) ha aderito all’invito russo e, con un sistema tecnologico all’avanguardia, una produzione curata da Ave Media Solution, e rodata dall’esperienza di Volare TV, nonché con l’organizzazione impeccabile curata dallo staff desiano, dal Comitato Regionale Lombardia e dalla Team Manager paola porfiri, la ginnastica italiana ha fatto una splendida fin gura, non solo in pedana.
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beach volley
calendario beach Volley 2021
le finali del World tour a roMa di Emiliano Sole
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Solo due Major Series, Gstaad e le finali di Roma, tanti tornei 4 stelle che qualificano per Tokyo e, l’unica certezza per il momento, il Campionato Europeo a Vienna. Una stagione del beach volley che sarà condizionata giocoforza dalla veemenza della pandemia.
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a FIVB ha reso noto ufficiosamente un primo tentativo di calendario per la stagione 2021 del World Tour: niente di ufficiale anche perché a dettare l’agenda sarà soprattutto l’andamento del contagio. un calendario che fa sorridere l’Italia con le final a Roma. Si dovrebbe, il condizionale è d’obbligo, partire a febbraio. dal 22 al 26 febbraio sarà la volta, infatti, del primo appuntamento di doha (qatar) dove si disputerà un torneo 1 stella solo maschile. dal 4 al 7 marzo ancora un torneo 1 stella a Langawi in Malesia mentre dall’8 al 12 marzo si inizia a fare sul serio ancora a doha dove è in programma un torneo 4 stelle solo ma-
schile. dal 24 al 28 marzo altro torneo 4 stelle ma questa volta double gender a Gold Coast in Australia, mentre dal 31 marzo al 4 aprile sarà la volta del Messico, in particolare Cancun, che ospiterà un torneo 4 stelle double gender. Il Tour mondiale proseguirà dal 7 all’11 aprile con il torneo 4 stelle di Itapema in Brasile e nello stesso periodo si terrà il torneo 1 stella di Satun, in Thailandia. dal 21 al 25 aprile ancora un 4 stelle double gender a Yangzhou, in Cina, e dal 28 aprile al 2 maggio si resta in Cina per il 4 stelle double gender di xiamen. dal 5 al 9 maggio ancora Cina con il torneo di Jinjiang (3 stelle double gender) e nello stesso periodo si disputerà il torneo 1 stella di Johor, in Malesia,
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(double gender). Ancora da confermare la località della polonia che ospiterà il torneo 4 stelle double gender in programma dal 19 al 23 maggio, mentre sarà la città olimpica di Sochi ad ospitare il torneo 4 stelle russo double gender, terzultimo appuntamento di alto livello prima della deadline per la qualificazione olimpica dal 26 al 30 maggio. dal 2 al 6 giugno si disputa il 4 stelle di Ostrava, in Repubblica Ceca, e nella settimana dal 9 al 13 giugno sono in programma gli ultimi due tornei di qualificazione olimpica: il 4 stelle double gender di Jurmala, in Lettonia, e il torneo 1 stella di Miguel pereira in Brasile. dal 30 giugno al 4 luglio si disputerà un torneo 3 stelle double gender in portogallo, mentre dal 6 all’11 luglio sarà il momento del Major Series di Gstaad in Svizzera, una sorta di prova generale per i Giochi Olimpici. dall’8 al 12
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settembre, infine, si disputeranno le finali del World Tour al Foro Italico di Roma e in contemporanea è in programma un torneo 2 stelle a Bali. Intanto i beacher dell’Aeronautica Militare si stanno preparando per una stagione che avrà il suo culmine nelle Olimpiadi di Tokyo. Olimpiadi rimadate lo scorso anno e che speriamo non abbiamo altri rinvii ma come ha detto ai microfoni di Beach2u l’Aviere paolo Nicolai, medaglia d’Argento ai scorsi Giochi «non abbiamo mai messo in dubbio la possibilità di disputare o non disputare le Olimpiadi. Alla fine, un modo si troverà, ovviamente tutti ci auguriamo possa essere un’occasione di rilancio, di riapertura e riorganizzazione. Sicuramente un modo per svolgerle lo troveranno. E noi saremo preparati per l’evento!» E allora pronti a vivere una stagione del Beach a tutto tondo! n
il personaggio
pablito
l’azzurro che fece piangere il brasile 18 Azzurro Sport 6/2020
A causa di un tumore ai polmoni, a 66 anni di età questo triste 2020 sul suo finire ci ha tolto anche l’eroe di Spagna 82, celebre per la tripletta al Brasile più forte di tutti i tempi.
di Stefano Colotti
«P
er me è fondamentale il gioco senza palla, lo smarcamento. Non ho avuto dalla sorte un gran fisico e mi debbo far furbo». Era così che si definiva paolo Rossi. un attaccante veloce, molto abile negli spazi stretti dell’area di rigore, dove poteva sfruttare le sue doti di tempismo e opportunismo. E sono proprio i suoi 1,74 cm di altezza per 67 kg ad aver dato al nostro paese una delle più grandi gioie calcistiche mai vissute: vincere un Mondiale. E farlo battendo il Brasile. Sono i Mondiali di Spagna 1982. paolo Rossi ha appena vinto il campionato con la Juventus ma non da protagonista, segnando solo un gol in stagione. Il CT Enzo Bearzot è sotto i riflettori, sceglie di portare lui e di lasciare a casa Roberto pruzzo, attaccante della Roma e capo cannoniere del campionato con 15 gol. Ma l’esperto allenatore friulano ha un’idea chiara in testa e decide di portare Rossi lo stesso. Si fida del bel Mon-
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diale che aveva fatto 4 anni prima ad Argentina 78 trascinando l’Italia al quarto posto e guadagnandosi l’appellativo di “pablito”. Gli azzurri però non partono bene. Nel girone non certo irresistibile con polonia, perù e Camerun, fanno molta fatica. Arrivano tre sofferti pareggi e superano il turno da secondi prevalendo solo per differenza reti sul Camerun. Rossi non va in gol e le critiche sulla compagine italiana cominciano a farsi sentire. per giunta il prossimo girone a tre da affrontare - al tempo la competizione ne prevedeva due - fa paura: con L’Argentina campione in carica c’è il Brasile di Falcao, Zico e Socrates. Ma l’Italia, quando il gioco si fa duro, sale in cattedra: Tardelli e Cabrini piegano gli argentini per 2-1. Il Brasile a sua volta sconfigge i rivali sud americani per 3 a 1 e ci giochiamo tutto contro di loro. È il 5 luglio del 1982, si gioca allo stadio Sarrià di Barcellona, gli azzurri per andare avanti nella competizione devono per forza vincere, la differenza reti favorisce i verde-oro. Ma è qui che paolo Rossi trova la sua giornata di grazia. Al 5’ minuto di gioco si smarca e di testa insacca la rete sfruttando il cross dalla sinistra di Cabrini. Il Brasile risponde su-
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bito al 12’ con Zoff che si fa beffare sul primo palo da Socrates. Ma è ancora Rossi a riportarci in vantaggio al 25’: come un falco ruba un pallone “allegro” sulla linea di passaggio dei difensori sud americani e con un destro fulmineo secca il portiere Waldir peres. Nel secondo tempo l’Italia sembra poter gestire il risultato, ma deve fare i conti con la classe dei calciatori brasiliani: Falcao dribbla la difesa e di sinistro sorprende Zoff, è il gol del 2 a 2. A questo punto i Brasiliani hanno la qualificazione in tasca, ma l’undici di Bearzot non smette mai di crederci. dagli sviluppi di un calcio d’angolo, come una mangusta sul filo del fuorigioco Rossi corregge un tiro di un compagno freddando per la terza volta il portiere avversario: è storica tripletta. Nei minuti finali Zoff è un muro e compie una parata prodigiosa all’ultimo secondo su un colpo di testa avversario, salvando la palla a pochi centimetri dalla linea di porta: l’Italia con merito avanza in semifinale. Gli azzurri ritrovano la solida polonia di Zibi Boniek, ma a differenza del girone hanno ora un paolo Rossi in versione “torero” che affonda gli avversari con un'altra doppietta. Nella finale al Santiago Bernabeu
di Madrid i ragazzi di Bearzot trovano la Germania dell’Ovest di Karl-Heinz Rummenigge. dopo un primo tempo equilibrato con un rigore sciupato per l’Italia, a rompere l’equilibrio nei momenti importanti è sempre lui: su un cross dalla destra di Gentile è sempre pablito che di testa anticipa i ben più alti e piazzati difensori tedeschi. poi arriva il celebre gol in scivolata di Tardelli da fuori area per il 2-0, seguito dal 3-0 di Spillo Altobelli. I tedeschi fanno il gol della bandiera e l’arbitro fischia la fine sul 3 a 1. Il telecronista Nando Martellini scandisce tre volte la frase “Campioni del Mondo”, le telecamere inquadrano in tribuna l’entusiasta presidente della Repubblica Sandro pertini. dei momenti che saranno per sempre indelebili nella nostra memoria. quell’Italia era un grande gruppo, Bruno Conti vinse il premio di miglior giocatore del Mondiale, ma anche gli stessi compagni di squadra sanno che a fare la differenza è stato sempre e solo lui: paolo Rossi. Come sappiamo un altro titolo mondiale è arrivato a Germania 2006, ma i brasiliani, i più forti di tutti, da quel 5 luglio 1982, non li abbiamo più battuti. Grazie pablito! n
atletica
antonio la torre a tu per tu con il direttore tecnico della nazionale di Emiliano Sole
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n 2020 che è stato difficile per tutto lo sport nessuna disciplina esclusa tantomeno l’Atletica Leggera che ha risentito moltissimo di questa situazione. La pandemia ha cancellato tantissime competizioni internazionali, si è potuto garaggiare in qualche tappa della diamond League e in qualche meeting di buon livello ma niente di più. un calendario notevolmente impoverito per cause di forza maggiore e che non ha permesso ai nostri atleti di poter avere tante opportunità per centrare gli obiettivi olimpici. Antonio La Torre, direttore Tecnico della Nazionale Italiana di Atletica leggera, ha analizzato sulla testata Oasport la situazione: «La nostra filosofia è che anche in tempi di Covid si può provare a marciare controcorrente: siamo riusciti lo stesso a realizzare una stagione». Il tecnico, che ha presentato negli scorsi giorni i criteri aggiornati di qualificazione
alle Olimpiadi, ha parlato di Larissa Iapichino: «Il presidente di World Athletics Sebastian Coe nelle recenti interviste ai quotidiani italiani l’ha inserita tra i personaggi del futuro dell’atletica mondiale. Quando l’ho incontrata per la programmazione le ho chiesto soltanto una cosa: di ricordarsi della sua età, di rimanere se stessa, di conservare la sua semplicità che l’altra sera ha dimostrato dicendo che l’auspicio per il 2021 è poter tornare ad abbracciare le avversarie». un incoraggiamento poi a Sara dossena: «L’operazione al piede è andata bene, lei è ripartita mille volte nella sua vita, a fine gennaio sarà pronta per ricominciare la preparazione verso Tokyo». Antonio La Torre si è soffermato sulle prospettive per il 2021: «Partissimo oggi per Tokyo, avremmo 66 atleti qualificati. Guardo con fiducia alla spedizione per il Giappone, credo che faremo fare un passettino in avanti alla nostra
atletica, ma non mi nascondo e dico che ci manca ancora qualcosa a livello mondiale. Lo sappiamo bene. ritengo però che la misura del nostro progresso, e non perché sia un metro di comodo, sarebbero stati gli Europei di Parigi». Sui nuovi record italiani: «Credo che quello di Fabbri nel peso sia tecnicamente il progresso più importante dell’atletica azzurra. Leonardo sa che il mondo è ancora lontano, come lo sa Crippa, che potrebbe chiudere il 2020 con il botto di fine anno nei 5 km del 31 dicembre a Bolzano». Se pensa alle Olimpiadi, La Torre vede palmisano e Giorgi nella 20 km di marcia come «le più prossime a giocarsi il podio», per Tamberi l’appuntamento con il destino, per Tortu un’occasione storica per la finale. «Mi aspetto il ritorno ad altissimi livelli di due guerriere come vallortigara e Trost. E questo record italiano con la 4×400 maschile n dobbiamo finalmente migliorarlo».
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esplode la mania: la regina degli scacchi è un cult Grazie alla serie tv in tantissimi sono ritornati a disegnare diagonali con gli alfieri, a mangiare pedoni e a fare “arrocchiâ€? con torre e re. di Stefano Colotti
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e ora la maggior parte delle persone sa cosa è una “difesa siciliana” o un “gambetto di donna” lo deve alle vicende della giovane Elizabeth Harmon, giovane protagonista di “La Regina degli Scacchi”, miniserie targata Netflix incentrata sul gioco di strategia più nobile e antico al mondo. uscita a fine Ottobre 2020, “the queen’s Gambit” è stata visualizzata da oltre 62 milioni di famiglie in tutto il mondo, facendo avvicinare al gioco da tavola persone di tutte le fasce di età. Ambientata negli Stati uniti negli 50’, la serie narra la storia di una bambina sfortunata che a soli 6 anni perde i genitori e si ritrova in un orfanotrofio. Ma vedendo giocare il custode della struttura, il signor Shaibel, la piccola Elizabeth si innamora del gioco e l’ossessione per la scacchiera sarà proprio il suo riscatto, da bimba prodigio diventerà un’eroina simbolo di emancipazione femminile. dal quel momento è vera e propria scacchi mania. Su e-bay e Amazon la richiesta “di scacchiere è aumentata del 250%, su Google la domanda “come giocare a scacchi” è la più alta degli ultimi 9 anni e il numero dei giocatori di scacchi sui siti online è aumentato del 500%. Nati in India intorno al VI secolo d.C., gli scacchi giunsero in Europa
verso l’anno 1000, con ogni probabilità grazie alla mediazione degli Arabi. diffusi nell’intero continente, raggiunsero una forma pressoché moderna nel xV secolo in Italia e in Spagna, ma per arrivare al regolamento completo attuale si deve attendere il xIx secolo. Gli scacchi oggi sono uno sport olimpico, cioè riconosciuto all’interno del Comitato Olimpico Internazionale, ma non essendo previsto uno sforzo fisico non possono essere inseriti all’interno dei giochi olimpici estivi o invernali. E quindi gli scacchi hanno le loro Olimpiadi, l’ultima delle quali svolte a Batumi, in Georgia, nel 2018 con ben 43 nazioni partecipanti. dopo decenni di dominio della “scuola russa”, nel nuovo millennio la situazione è leggermente cambiata: dal 2013, infatti, il campione iridato è il norvegese Magnus Carlsen, appena 30enne, che ha scalzato dalla vetta l’indiano Viswanathan Anand, classe 1969 che era campione dal 2007. Tra le donne a primeggiare sono invece le cinesi, subito dietro sempre le solite russe. In Italia, invece, sono presenti al momento 15 giocatori che hanno il titolo di Grande Maestro, il migliore dei quali è daniele Vocaturo con un punteggio Elo di 2.617 (n. 203 al mondo). Secondo i dati disponibili sul sito della FSI (Federazione Scacchistica Italiana), nell’anno 2019 i tesserati
sono stati 15.788, il dato è stabile rispetto al 2018 ed in crescita rispetto agli ultimi 5 anni (+19%). L’età dei tesserati è un dato molto interessante con due fasce particolarmente popolate, la fascia dei giovanissimi e quella dell’età compresa fra i 45 ed i 65 anni. L’età media è di 31 anni e quella mediana di 18 anni. Ma ritornando al discorso sulla valenza degli scacchi come disciplina sportiva, in verità la Fide (Federazione Internazionale degli Scacchi”) non si è mai del tutto arresa e con diverse campagne e iniziative sta cercando fortemente di farli inserire alle Olimpiadi di parigi 2024. per l’Olimpiade di Tokyo del 2020 erano stati candidati 6 nuovi sport, e tutti e 6 sono stati approvati; si tratta di Baseball, Softball, Karate, Skateboarding, Climbing e Surfing. per parigi 2024 già si parla di altri sport, ad esempio della Breakdance. A riguardo colpisce il pensiero di un grande artista, Marcel ducham: «Gli scacchi sono uno sport. Uno sport violento che comporta connotazioni artistiche negli schemi geometrici e nelle variazioni della disposizione dei pezzi, così come nelle combinazioni, nella tattica, nella strategia e nella posizione». Il dibattito per parigi 2024 è servito. Che sia proprio il grande successo avuto dalla serie tv a dare lo “scacco matto” alla vicenda? n
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Formula 1
i 52 anni di shuMi, Kaiser al Volante 26 Azzurro Sport 6/2020
Per il suo compleanno ricordiamo le imprese del campione tedesco della Formula 1 che ci ha regalato tanti successi alla guida della Ferrari. di Stefano Colotti
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ono passati ormai 7 anni dal quel tragico incidente sugli sci, un fuori pista che si è concluso su una roccia e che ha portato Micheal Schumacher a lottare tra la vita e la morte. un tragico scherzo del destino per chi è stato abituato per una vita a viaggiare oltre i 300 km/h come se nulla fosse. Schumi si è salvato da campione qual è, ma la sua mobilità e le sue reali condizioni sono tutt’oggi segretissime, in quanto la famiglia ha deciso di chiudersi nella riservatezza assoluta. La sua gara con la vita continua, il 3 gennaio ha compiuto 52 primavere e noi di Azzurro Sport vogliamo ricordarlo per il grande pilota che è stato. da quel lontano esordio con la Jordan da-
tato agosto 1991, il tedesco vanta in bacheca 91 Gran premi vinti, 155 podi e 68 pole position. primo in assoluto nella classifica di tutti i tempi dei Campionati vinti con ben sette titoli mondiali, eguagliato solo recentemente da un altro fenomeno come Lewis Hamilton. I primi arrivarono nel 1994 e nel 1995 alla Benetton diretta da Flavio Briatore, con il quale si instaurò un rapporto di grande stima e fiducia. Ma a strapparlo dalla corte del famoso imprenditore fu la Ferrari. A Maranello il titolo mancava dal 1979 quando il sud africano Jody Scheckter raccolse l’eredità di Nicky Lauda portando il cavallino sulla vetta. Sono davvero troppi anni che la rossa vede trionfare a turno le scuderie rivali di
Williams e McLaren ed è proprio Schumi il pilota prescelto dal team leader Jean Todt per invertire l’inerzia dell’ultimo ventennio. Al suo secondo anno alla guida della rossa Schumi va già vicinissimo al titolo, ma all’ultimo Gran premio di Jerez un contatto sciagurato in curva con Jaques Villeneuve lo fa uscire dalla gara consegnando la vittoria al canadese della Williams. La Ferrari è quindi pronta a riportare il titolo a Maranello ma gli anni a venire saranno caratterizzati da una grande rivalità con la Mc Laren, sia per il campionato piloti che per quello costruttori. per la scuderia britannica i protagonisti sono il finlandese Mika Hakkinen e l’inglese david Coulthard, per la “rossa” Schumi ha come scudiero il britannico
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Eddie Irvine. Nel 1998 e nel 1999 è Hakkinen a vincere il titolo piloti, ma grazie a un grande lavoro di squadra nel 99 la Ferrari riesce a riportare il titolo costruttori a Maranello. punto di svolta probabilmente fu l’incidente di Silverstone del 99 in cui si ruppe una gamba. Fino a quel momento era un pilota molto spregiudicato e aggressivo al volante ma proprio dopo quell’infortunio ne uscì fuori un pilota più maturo e ponderato nelle scelte. quel successo darà il via a una cinquina d’oro, 5 titoli piloti per Schumi e altrettanti titoli costruttore per la Ferrari tra il 2000 e il 2005. da qui il soprannome “il Kaiser”, il dominatore delle corse. A fare la differenza fu la sua grande maestria nelle gare sul bagnato. per questo venne soprannominato anche il “re della pioggia”. Come seconda guida dal 2002 gli viene affiancato Barrichello e come diretto antagonista alla Mc Laren Hakkinen viene sostituito da un altro finlandese: Kimi Raikkonen (l’unico a vincere con la Ferrari dopo di lui). Nell’albo d’oro della Formula 1 fu poi la volta del grande ritorno di Flavio Briatore con la Renault e la doppietta di Fernando Alonso. A se-
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guire il poker di Sebastien Vettel alla guida della Red Bull, emergente scuderia che rivoluzionò il mondo della Formula 1 con nuove tecnologie. Infine il regno tutt’ora esistente di Lewis Hamilton al volante della Mercedes. dal successo del 2007 di Raikkonen, la Ferrari non è più riuscita a conquistare il titolo. Eppure grandi e vincenti piloti per Maranello si sono visti, prima Fernando Alonso e poi Sebastian Vettel, ma per una serie di circostanze il titolo non è mai più arrivato. Che sia mancato a Maranello proprio un pilota come Schumi, capace anche di migliorare la vettura grazie a suoi accorgimenti tecnici da collaudatore? dote che come lui ha reso celebre in passato un altro grande come Nicky Lauda. Agli italiani, ai ferraristi e agli appassionati delle corse di tutto il mondo manca oggi una figura come lui: eclettica, unica, completa. Mentre per Micheal la gara per un ritorno alla vita continua, il figlio Mick, 21 anni, ha fatto il suo esordio nel circuito. Non sappiamo se saprà raggiungere gli stessi risultati del padre, ma per tutti vedere quel cognome sulla griglia di partenza fa n un certo effetto.
frecce tricolori presentata la forMazione 2021
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Novità e sorprese, nell’hangar della PAN durante la tradizionale serata che ha presentato le Frecce Tricolori 2021 in vista del loro 60° compleanno
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iovedì 22 dicembre scorso alle ore 19:00 è stata trasmessa, in modalità première sui canali Social dell’Aeronautica Militare, la tradizionale serata di presentazione del poster e della Formazione 2021 della pattuglia Acrobatica Nazionale (pAN). L’evento è stato presieduto dal Comandante delle Forze da Combattimento e della 1ª Regione Aerea, Generale di divisione Aerea Francesco Vestito, che ha portato i saluti del
Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare e sottolineato come le Frecce Tricolori, «eccellenze del pilotaggio militare italiano», rappresentino «i valori dell’Aeronautica Militare, lo spirito di squadra, la competenza tecnica, manutentiva, industriale per certi aspetti, e artistica nel vero spirito italiano”. La serata si è svolta presso lo storico hangar delle Frecce Tricolori articolandosi, per la prima volta, in un format assolutamente inedito, respon-
sabile e rispettoso della situazione emergenziale in corso. presenti all’evento l’Assessore alle Risorse agroalimentari, forestali e ittiche e alla montagna della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, dottor Stefano Zannier, in rappresentanza del presidente Massimiliano Fedriga; il Sindaco del Comune di Codroipo, dott. Fabio Marchetti, e il Comandante del 2° Stormo di Rivolto, Colonnello Marco Bertoli; infine, a rappresentare simbo-
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licamente tutti gli appassionati, il presidente del 1° Club Frecce Tricolori, dottor Remigio Villanova, supportato da Bruno di Lenardo, presidente del vicino Club Frecce Tricolori n° 15 di Codroipo. A costituire la platea, una delegazione di personale del 313° Gruppo Addestramento Acrobatico. per una sera, l’hangar della manutenzione del 313° Gruppo Addestramento Acrobatico si è trasformato in uno studio televisivo ove ospitare questo tradizionale quanto storico momento della vita della Frecce Tricolori. La serata è stata condotta dalla presentatrice Barbara pedrotti e ha visto alternarsi sul palco i protagonisti, a terra e in volo, della pattuglia Acrobatica Nazionale, a partire dal Comandante del 313° Gruppo, il Tenente Colonnello Gaetano Farina che ha evidenziato come le Frecce Tricolori siano divenute, in questo periodo di pande-
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mia, «un simbolo identitario di speranza e ripartenza che ha unito tutti gli Italiani sotto il segno del nostro amato Tricolore»; è stata così rievocata l’iniziativa dell’”Abbraccio Tricolore” che visto la pAN sorvolare, dal 25 al 29 maggio scorsi, tutti capoluoghi di regione e la città di Codogno, prima zona rossa di questa emergenza sanitaria. un’iniziativa nata dalle numerose richieste dai cittadini italiani e voluta dal Ministro della difesa conclusasi il 2 giugno con il sorvolo sull’Altare della patria in occasione del 74° anniversario della Repubblica. dopo la presentazione della squadra a terra, è stata poi svelata la Formazione 2021 che volerà nell’anno del 60° compleanno delle Frecce Tricolori, nate proprio a Rivolto il 1° marzo 1961. Confermate le posizioni chiave di “Capo Formazione” (pony 1), “1° Fanalino” (pony 6) e “Solista” (pony 10), rispettivamente al
Maggiore Stefano Vit, al Maggiore Franco paolo Marocco e al Maggiore Massimiliano Salvatore. Al termine della sua esperienza con la pAN invece il Magg. Emanuele Savani, impegnato in questi giorni nell’iter propedeutico allo svolgimento del suo prossimo impiego professionale. Novità della Formazione pAN per il 2021, il Capitano Alessandro Sommariva, ligure di Genova e pilota di Eurofighter proveniente dal 4° Stormo di Grosseto, base della difesa Aerea; a lui sarà assegnata la posizione di pony 9. Sorpresa assoluta di questa serata è stata la presentazione della Brochure 2021, legata al 60° Anniversario della costituzione del 313° Gruppo Addestramento Acrobatico. Si tratta di un’edizione unica nel suo genere, improntata all’idea di un magazine. 120 pagine, il doppio rispetto al consueto, per raccontare le Frecce Tricolori di
oggi senza tralasciare quanti, in questi anni, ne hanno fatto parte contribuendo così a scrivere la storia della pattuglia Acrobatica Nazionale. L’edizione sfogliabile della brochure, in formato digitale sarà disponibile sul portale dell’Aeronautica Militare. La Brochure 2021 e gli altri prodotti promozionali sono stati realizzati grazie a fondi dedicati della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia nell’ambito della ormai pluriennale collaborazione con l’Aeronautica Militare. L’evento è stato arricchito da numerosi contributi, tra di essi particolarmente significativa la proiezione del promo del documentario “Sessant’anni in volo: la pattuglia Acrobatica Nazionale”; realizzato dalla RAI FVG in collaborazione con l’Aeronautica Militare. L’opera, firmata da Antonia pillosio, è ricca di contenuti inediti e materiale proveniente dagli archivi della Forza Armata e dalle Teche RAI. Come di consueto, non è mancato il momento dedicato ai meno fortunati; la presenza del presidente del 1° Club Frecce Tricolori è stata l’occasione per sottolineare il contributo dei Club Frecce Tricolori fornito in favore dell’iniziativa benefica “un dono dal cielo”, promossa dall’Aeronautica Militare nel 2020. Nel 2021 i fondi raccolti saranno rivolti, quasi in una ideale continuità con “un dono dal cielo”, verso un’associazione che opera in favore dell’Ospedale pediatrico Burlo Garofolo di Trieste, la “ABC Burlo”. In chiusura, il momento tanto atteso della presentazione del poster 2021 della pAN; è stata così svelata l’immagine che accompagnerà le Frecce Tricolori nel 2021, anno del raggiungimento del prestigioso traguardo dei 60 anni dalla loro costituzione. Nel rispetto della tradizione, sentimento che muove da sempre tutti gli uomini e le donne dell’Aeronautica Militare, la foto scelta è un omaggio a un celebre scatto delle Frecce Tricolori all’epoca del velivolo G-91, reinterpretato in una chiave attuale che meglio rappresentasse il dinamismo e la tecnologia che contraddistinguono l’Aeronautica Militare dei nostri giorni. n
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volo sportivo
un 18enne con un grande aMore e talento per il Volo giacomo di napoli vanta già un primato: è il piÚ giovane pluripilota europeo della storia del volo sportivo di Martina Notari
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el volo con l’aliante, quando faccio acrobazia, c’è tanta tanta adrenalina, tanta emozione, la competizione, e io essendo uno sportivo amo la gara e l’emozione della sfida: mi piace, mi piace, mi piace». questo, in pochissime parole, è quello che prova il giovanissimo pilota Giacomo di Napoli quando vola con il suo aliante. diciotto anni, di Agliana, frazione in provincia di pistoia, Giacomo vanta già un primato: è il pluripilota europeo più giovane nella storia del volo sportivo di tutti i tempi. Ha portato a termine i brevetti per la guida dell’aliante, dell’aereo e dell’elicottero all’età di 17 anni. un giovanissimo atleta, Giacomo infatti è anche nuotatore a livelli agonistici con brillanti risultati, determinato e con un grande amore per il volo. Il suo percorso formativo aeronautico è iniziato a soli 15 anni all’Aeroclub Volovelistico Toscano, conseguendo, a 16 anni, la licenza di pilota di Volo a Vela e successivamente l’abilitazione acrobatica al Centro Nazionale di Alta Acrobazia in Aliante di Castel Viscardo (TR) con il pluricampione pietro Filippini con relativa iscrizione alla FAI (Federazione Aero-
nautica Internazionale). Sono arrivati poi gli attestati di volo sia di aereo che di elicottero conseguiti presso l’Aeroclub ASd “I pinguini” di Santonuovo con l’istruttore Antonio Mimmo Buoncristiani che ci descrive Giacomo così: «Un allievo che ci ha dato tantissime soddisfazioni: Giacomo ci ha regalato davvero tante emozioni. Avere giovani di così grande talento è davvero un piacere per noi e la nostra scuola». Vice campione italiano di acrobazia in aliante, promozione 2019 e categoria Intermedia (titolo conquistato nell’ottobre 2020), il giovane pilota ha ottenuto nel 2020 l’ambita abilitazione al volo trasporto passeggero (biposto) su “Elicottero Robinson R22” dopo quella di Aereo acquisita nell’estate scorsa. un anno complicato, vista anche l’emergenza sanitaria da Covid, nel quale Giacomo ha intrapreso comunque anche diverse gare acrobatiche. «volare è un’emozione bellissima e unica, ogni volta che vado in volo mi diverto. Questa è la cosa più importante» racconta Giacomo. Ma cosa vede nel suo futuro il giovanissimo pilota? «Sto studiando psicologia e mi piacerebbe prendere la specializzazione nello sport, ma il mio sogno, come sicuramente avete capito, è fare il pilota come professione». n
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l’intervista
Valeria straneo
un obiettivo in grande, in tutti i sensi, è fare la mia 3a olimpiade di Matteo Simone
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aleria Straneo (Laguna Running), dal 2018 allenata da Stefano Baldini, nel 2012 stabilisce le migliori prestazioni italiane in mezza maratona e maratona: il 26 febbraio chiude la Roma-Ostia in 1h07’46”, valida anche come Campionato Italiano assoluto e il 15 aprile chiude maratona di Rotterdam in 2h23’44”. Ha partecipato a due Olimpiadi in maratona: 7a classificata nel 2012 a Londra in 2h25’27’’ e 13a nel 2016 all’età di 40 anni a Rio de Janeiro 2h29’44” e sta cercando di fare il minimo per partecipare alle prossime Olimpiadi di Tokyo. parteciperà alla maratona solo élite per cercare di fare il minimo e cioè sotto le 2h30’, ha 44 anni ma nulla le impedisce di trasformare il suo sogno in realtà continuando ad allenarsi seriamente e duramente e ottenendo ancora risultati prestigiosi come nella mezza maratona agli ultimi campionati mondiali del 17 ottobre 2020 a Gdynia, in polonia, dove ha fatto 1h11’39”. di seguito approfondiamo la
conoscenza di Valeria attraverso le sue risposte ad alcune nostre domande. Cosa toglie e cosa dà lo sport? Per me che comunque lo faccio come professione, toglie sicuramente tempo ad altre cose ma è come un lavoro normale che comunque adoro. Mi dà molto di più rispetto a quello che toglie, perché ovviamente è la mia grande passione e mi dà tantissime soddisfazioni, mi dà anche la carica per affrontare meglio le giornate, perché comunque per me lo sport, nonostante che sia un lavoro, è una valvola di sfogo molto grande e lo farei a prescindere. Valeria spiega cosa spinge a fare sport nonostante tolga il tempo per fare altro, nella vita bisogna fare scelte e lo sport è un’ottima scelta, un orto importante da coltivare, nel suo caso è diventato un lavoro avendo scoperto di essere un talento e la possibilità di allenarsi ottenendo risultati prestigiosi a livello nazionale e internazionale, oltre ai tantissimi benefici che ottengono tanti
come lo sfogo e la carica. quali sono i tuoi allenamenti più importanti e decisivi? I miei allenamenti più importanti e decisivi sono i lunghi. Sono maratoneta per cui è assolutamente fondamentale che io faccia i lunghissimi dai 30 ai 40km, ovviamente si parte sempre con un po’ meno chilometri, per esempio se devo iniziare la preparazione parto da 25km poi 32, 35 e arrivo fino a 40km. Anche i medi o le ripetute lunghe, quindi 3.000, 4.000 e 5.000, che patisco tantissimo però ti danno il ritmo gara e quindi assolutamente fondamentali. Per diventare un forte maratoneta ed eccellere a livello nazionale e internazionale bisogna simulare il più possibile la gara, bisogna adattarsi gradualmente alla fatica, e i migliori allenamenti sono quelli di lunga durata, quasi quanto la maratona, per capire fino a che punto ci si può spingere, cosa si incontra dopo un certo chilometraggio, come affrontare le crisi che arrivano ma sappiamo
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che bisogna aspettarle, accettarle e saperle gestire. Inoltre le ripetute lunghe rappresentano un altro duro allenamento che garantisce i risultati in gara, si tratta di ripetute di più chilometri a ritmi sostenuti per abituare la gamba a faticare e persistere nella fatica, nello sforzo a una certa velocità. Cosa consigli a chi predilige il divano? Consiglio appunto di farsi forza, cercare di forzarsi per i primi minuti perché sono quelli più difficili; una volta che si comincia a fare sport, a camminare, nuotare, a uscire tutto è più facile, dopo aver fatto attività fisica si sta veramente benissimo, è una sensazione impagabile, e bisognerebbe provare, perché poi non si può fare a meno di muoversi visto che il corpo sta veramente meglio se è in movimento. questi sono i messaggi che dovrebbero trasmettere in TV, sui social, in radio, su giornali e riviste e non messaggi allarmanti e di paura. Valeria ha
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dimostrato che con l’impegno, la costanza, la fiducia, la pazienza si possono ottenere grandi risultati, basta provare, crederci e insistere e poi i benefici sono tantissimi, certo per lei lo sport è diventato un lavoro redditizio e nemmeno se lo sarebbe aspettato, ma per tutti lo sport fa bene e crea benessere e benefici, diffondiamo queste notizie positive di resilienza. Come stai affrontando, gestendo, superando il periodo COVId 19? diciamo che adesso come adesso a me non ha cambiato molto la vita perché comunque riesco a fare i miei allenamenti tutti i giorni, spostarmi di una decina di km perché di solito i luoghi dove vado a correre non sono sotto casa, ma appunto devo fare brevi tragitti. È stato un casino quando ci hanno tappati dentro, gli spostamenti erano molto più difficili, adesso non mi sto quasi accorgendo di essere in lockdown anche perché non
esco fuori la sera, non frequento bar o ristoranti, sono troppo stanca e vado a dormire; insomma, non mi sta pesando. quali sono le tue consapevolezze ora? Ho consapevolezza riguardo allo sport di essere alla fine della mia carriera e quindi voglio cercare di dare il massimo in questi ultimi appuntamenti che mi trovo a poter fare; ho anche la consapevolezza che è tutto molto campato per aria, puoi programmare quanto vuoi ma la natura ha il sopravvento e bisogna cambiare i piani. Valeria è consapevole di dove e come è partita nella sua carriera di maratoneta e ora ancora si esprime ad altissimi livelli, è un riferimento per tanti altri atleti ed è ancora in grado di poter indossare una maglia azzurra per cercare di rappresentare l’Italia al meglio come ha sempre fatto. Ora tutto è mirato nelle sue prossime gare importanti imminenti e nei prossimi Giochi Olimpici, grandi
momenti per Valeria. Cosa intravedi per il fine carriera, restare nel mondo dello sport? Spero di rimanere sempre nel mondo dello sport, magari diventando allenatrice visto che nella mia città non ci sono molti allenatori, soprattutto per gli amatori e sono in tanti a chiedermi se sono disponibile per allenarli. Cosa consigli alle bambine e alle istruttrici in questo periodo di pandemia? Consiglio alle bambine e anche a chi deve insegnare in questo periodo assolutamente di non abbattersi e continuare comunque nel rispetto delle regole, di allenarsi e di trovare modi alternativi anche di allenarsi. Per esempio mia figlia fa ginnastica artistica, ovviamente non può andare in palestra per cui fanno lezioni on line dove sono tutti insieme e fa esercizi in casa, ovvio che non ha attrezzi non ha nulla però fanno più di 1 ora di ginnastica alternativa nel rispetto delle regole; si può fare, e non bisogna perdersi d’animo perché poi riaprirà tutto e quindi non dobbiamo trovarci impreparati. Concordo in questo periodo gli adulti sono di riferimento per i più piccoli che devono continuare a giocare, divertirsi, studiare e fare sport in un modo diverso, in un modo adattato e con il sostegno, la fiducia, la flessibilità e la resilienza di insegnanti, istruttrici, educatori. quali sensazioni sperimenti in maratona? Le sensazioni sono diverse: concentrazione massima, perché io sono molto distratta ma quando sono in gara penso solo a quello e sono molto focalizzata sulle sensazioni, su quello che il mio corpo mi dice sto molto attenta a prendere i ristori a stare dentro la gara al 100%, sensazioni anche di fatica estrema. 42km sono lunghi non sempre va tutto liscio, so sempre di dover far fronte poi appunto a periodi bui dove davvero mi ci vuole tantissima concentrazione, questa è una
consapevolezza assoluta che ho, e quindi a volte le sensazioni non sono belle. La sensazione invece bellissima di tagliare traguardo se la gara è andata bene come ti aspettavi è qualcosa di meraviglioso; la gioia è immensa se è andata bene, comunque una gioia essere arrivata in fondo e quindi sono davvero diverse le sensazioni sia positive che negative. L’atleta attraversa tanti periodi e fasi, di allenamento e di gare, attraversa sensazioni ed emozioni varie e difficili ma bisogna sapersi organizzare e presentarsi pronti, efficienti, efficaci, sicuri al momento della gara importante, visto che quando si tratta una maratona può riservare brutti scherzi, quindi coraggio con la consapevolezza che non è la prima volta, si è saputo gestire tante situazioni, tante volte e questa volta si farà bene come in altre circostanze, con aspettative positive e fidandosi delle proprie risorse, capacità, qualità, caratteristiche già messe in campo altre volte in modo efficiente. Cosa consigli ad atleti e allenatori per affrontare le competizioni serenamente? Non saprei perché tutti siamo diversi, non sono per niente ansiosa me la vivo bene non come assolutamente devo arrivare a fare il risultato, la prendo un po’ più con distacco e divertimento, non con leggerezza, perché comunque essendo anche il mio lavoro sono pienamente consapevole che è importante e che non è solo divertimento: ma se va male mi dico sempre che non muore nessuno. È un atteggiamento distaccato, non è una questione di vita o di morte, è una gioia se riesci a raggiungere i tuoi obiettivi, per cui secondo me l’allenatore non deve creare pressioni su una gara, deve cercare di stemperare l’attenzione e far divertire i ragazzi, perché è fondamentale che comunque una persona si diverta nel fare sport e nel fare competizioni che non veda solo come un obbligo per andare forte, non sempre si riesce a dare il massimo purtroppo, però non ci deve essere secondo me eccessiva pressione e occorre ricondurre tutto allo svago e al divertimento. n
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