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DJOKOVIC RE DI DENARI IN AUSTRALIA

Doveva essere una rivincita per la passata edizione, quando la polemica No-vax non permise a Novak Djokovic di partecipare agli Australian Open 2022, complice la scelta del tennista di non sottoporsi al vaccino anti Covid-19. E rivincita è stata, perché quest’anno nulla ha impedito al tennista serbo di impugnare la racchetta nella terra dei canguri, sua maggiore terra di conquista e di ottenere su questi campi il suo decimo titolo Slam. Dalla prima vittoria del 2008 per Nole Melbourne è ormai come una seconda casa.

Complice il forfait per infortunio di Carlos Alcaraz e l’uscita di scena prematura di molte teste di serie, tra cui i finalisti della passata edizione Rafael Nadal e Danill Medvedev, la scalata al titolo per Nole è andata liscia fino alla fine. In perfetta forma fisica e mentale, Djokovic ha infatti lasciato cinque miseri game al numero 6 del mondo Andrey Rublev nei quarti di finale, e solo otto game all’americano Tommy Paul in semifinale. All’atto conclusivo a provare ad impensierirlo è stato Stefanos Tsitsipas, attuale numero tre della classifica ATP. Alla sua terza finale in un torneo Slam, il tennista greco arrivava con un passivo nei precedenti scontri diretti con Djokovic di 10-2 e un’esperienza di gran lunga minore a giocare partite così importanti rispetto al tennista di Belgrado. E in campo le previsioni si sono avverate, Tsitsipas è stato sempre in partita arrivando per due set al tie-break, ma nei momenti importanti e decisivi ha manifestato nervosismo e mancanza di lucidità, per lo meno non abbastanza per scalfire la solidità dell’avversario dall’altra parte della rete. A dimostrazione del suo predominio, nell’ultimo set il serbo ha tenuto a zero gli ultimi quattro game al servizio, colpo migliorato ancor di più con l’aiuto del coach Goran Ivanisevic, uno dei migliori battitori che i campi da tennis abbiano mai visto in pas- sato. Djokovic alza così il trofeo con il punteggio di 6-3 7-6 -7-6 concedendosi anche un inaspettato pianto liberatorio con il suo team. Novak mette in bacheca il 34° titolo Slam in carriera, eguagliando Nadal nella classifica di tutti i tempi. Non proprio da ricordare questa edizione australiana per i colori azzurri. Grande delusione per Matteo Berrettini. Non era stato fortunato a pescare un ex numero uno al mondo come Andy Murray al primo turno, ma il tennista romano poteva e doveva fare meglio. Sotto di due set era stato bravo a rimontare, ma avanti di un break nel quinto set ha sciupato il match point con un rovescio a rete a campo libero, crollando poi psicologicamente nel tiebreak. Male anche Lorenzo Musetti che da numero 19 del mondo esce anche lui al primo turno e contro il numero 186 del ranking L.Harris al tiebreak del quinto set. Eliminato subito anche

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Fabio Fognini, ma il tennista ligure partiva sfavorito contro l’australiano Kokkinakis. Onesto torneo per Lorenzo Sonego, tennista in ripresa già dall’ultima Coppa Davis. Il torinese vince il primo turno e perde a testa alta nel secondo contro il numero 10 del mondo H.Hurkacz, riuscendo a portare il polacco al quinto set. A fare da porta bandiera ai colori azzurri è stato quindi Yannick Sinner, che ha nella costanza il suo grande punto di forza. L’altoatesino arriva agli ottavi di finale ma incontra il finalista Stefanos Tsitsipas, riuscendo a portare l’incontro al quinto set. A mancare a Sinner è però quel quid in più che invece hanno i top 5 in questo momento, in particolare la varietà di gioco. Nel femminile primo e meritato successo in uno Slam per Arina Sabalenka. La prestante bielorussa di 1,80 cm, testa di serie numero 5 in tabellone, gioca un grande torneo non perdendo nemmeno un set fino alla finale. All’atto conclusivo a darle filo da torcere è stata Elena Rybakina, giocatrice russa naturalizzata kazaka vincitrice a Wimbledon 2022. Una bellissima partita giocata ad alto livello da entrambe le protagoniste, che hanno realizzato delle ottime prestazioni al servizio, 17 ace per la bielorussa, 9 per l’avversaria. Dopo aver perso il primo set, la Sabalenka è stata brava a reagire e a rimontare. Nel decisivo set c’è stato perfetto equilibrio fino al 3-3 quando la bielorussa è riuscita a strappare il turno di battuta alla Rybakina. Andando a servire per il match, Arina è stata brava a non perdere la calma dopo i tre match point sciupati, in un game finale durato ben 7 minuti.

Per il movimento italiano appuntamento rimandato ai prossimi mesi, aspettando gioie soprattutto nei tornei sulla terra rossa. n

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