Edizioni Digitali Babylon Café Titolo originale dell’opera “Misteriosa Gemma” Autore: Patrizia Torelli ISBN: 9788890536328 Prima edizione Luglio 2012 © 2012 Edizioni Digitali Babylon café Tutti i diritti sono riservati
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Prefazione dell’editore Se hai avuto la fortuna di nascere nel Ventesimo secolo, cioè nel Secondo Millennio, probabilmente la prima idea che ti si forma in mente appena senti parlare di “libro” è un oggetto a forma di parallelepipedo, di peso e spessore variabili, fatto di fogli di carta bianca su cui sono impresse migliaia di parole, più o meno interessanti, e magari qualche bella illustrazione. E probabilmente ti tornerà in mente quando da piccolo guardavi i libri sugli scaffali di casa e ti domandavi quali meravigliosi segreti celassero quelle pagine per te ancora indecifrabili; e quando i libri pesavano nello zaino della scuola e tu sognavi la liberazione delle vacanze estive; oppure penserai all’altro ieri, quando hai visto una bella ragazza seduta in metropolitana intenta a leggere un libro. Qualunque sia l’immagine che ti è balenata davanti agli occhi in questo momento, è fuor di dubbio che il libro è stato ed è ancora oggi un elemento importante nella tua vita. A te che pensi che internet sarà pure una gran bella cosa, ma un semplice foglio di carta evoca sensazioni impagabili, è dedicata la collana di “Edizioni Digitali” del Babylon Café. Il libro elettronico, in formato digitale, perde le caratteristiche materiali e tattili, ma conserva intatti gli elementi strutturali e rappresentativi dell’oggetto “libro”: l’assetto grafico, sia nella forma che nel contenuto, è il medesimo di un libro stampato su carta. I vantaggi della tecnologia, d’altronde, sono evidenti: un e-book può essere letto sul proprio pc regolando il carattere a piacere; può contenere file multimediali, come musica, immagini e addirittura video; non occupa alcuno spazio fisico e con una micro-pen di memoria Ram puoi addirittura portarti in tasca centinaia di volumi. E se pensi che leggere sul monitor del pc alla lunga stanca (ed hai ragione!) probabilmente ancora non hai provato i nuovi ereaders, piccole “lavagnette” elettroniche che realizzano il connubio perfetto tra le funzioni di un computer e la leggibilità di un libro cartaceo. E se tutto questo ti sembra ancora poco, pensa alle tonnellate di carta che si possono risparmiare ogni anno pubblicando in formato elettronico! Per queste ragioni il Babylon Café ha pensato di offrirti le sue “Edizioni Digitali”, una collana di libri elettronici che propone opere di nuovi talenti italiani tutti da scoprire, che con determinazione e coraggio hanno affidato a Babylon Café il loro sogno di arrivare al grande pubblico senza passare sotto le forche caudine delle case editrici a pagamento. Da oggi, con gli e-book di Babylon Café, autori e lettori italiani entrano nella nuova dimensione del libro elettronico: un’avventura tutta nuova, da vivere con un semplice clic!
10 Adesso, distesa su un fianco, il braccio immobilizzato, sentì le lacrime scenderle sulle tempie, ricordando quel lontano momento. Sola, al buio nella sua cameretta, si sentiva molto triste. Desiderava aprirsi alla vita, all’amore, senza porsi troppe domande, ma aveva paura di ricevere solo altre delusioni. Il suo sguardo si posò per un istante sul rosario fosforescente, che aveva lasciato sul comodino. Pensò a Gesù, il suo più caro amico misterioso, dove spesso cercava rifugio quando era giù. Recitò una preghiera concitata e quella profonda inquietudine, e fame che aveva nel cuore, sembrò placarsi. Perché? Chi era Gesù per lei? Un profeta, un condottiero, un esorcista vissuto duemila anni fa? Chi era l’uomo della croce che aveva il dono di rendere più sopportabili le sue pene? Gesù fu uno dei più grandi uomini che siano mai esistiti: grande maestro e saggio. Aveva una personalità così possente e affascinante, un’etica così nobile e ispirata a umana fratellanza. Il suo operato fu qualcosa di nuovo e straordinario. Le sue parole erano rivolte a tutti. Lui non proferiva solo con i dotti dell’epoca, ma con i pescatori, i pastori, la povera gente, e li confortava per la fatica della vita. Eppure erano ancora in molti a non conoscerlo nel profondo. Gemma pensò con devozione alle pene dolorosissime che Gesù provò nell’Orto del Gethsemani, prima di essere arrestato e crocifisso. Alla sua spaventosa agonia. Gesù si era sentito fragile, indifeso, impaurito, impotente, e depresso. Lei, convalescente nel letto con il braccio che le faceva male, e il cuore straziato, provò un pizzico della sua sofferenza. Gesù era molto importante per Gemma. Un Santo che per amore si era caricato sulle spalle tutti i peccati del mondo, spingendosi a donare la propria vita. Gesù agli occhi della legge diventò ladro, assassino, adultero, bugiardo, sacrilego, bestemmiatore, calunniatore e ribelle al Dio Padre, che invece aveva sempre amato. Si era ricoperto di ogni macchia per amore di tutti. Notte di tragedia, notte oscura per la sua anima che si era inoltrata titubante fra gli ulivi del Gethsemani. Fu lì, il culmine del dolore e “uomo”, quale lui volle essere, si sentì atterrato, sopraffatto, fisicamente distrutto. “Era la Luce e non vedeva che tenebre; era il Fuoco e non sentiva che gelo; era l’Amore e non sentiva che il disamore; era il Bene e non sentiva che il male; era la Gioia e non sentiva che tristezza; era Dio e si vedeva come un verme; era il Cristo, l’Unto del Padre e si vedeva lordo e ributtante; era la Dolcezza e non sentiva che amarezza; era il Giudice e subiva la condanna, la nostra condanna; era il Santo, ma veniva trattato come il massimo peccatore; era Gesù, ma sentiva chiamarsi con nomi di vitupero da satana; era la vittima volontaria, però la sua stessa natura umana gli faceva sentire tremore e debolezza, e chiedeva l’allontanamento di tutta la sofferenza in cui si trovava…”
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Gemma ripensando al Gethsemani, tornava con lui nel buio, nel dolore, nella compassione, nell’amore doloroso. Poi accogliendolo dentro di sé, ogni suo rancore, rabbia, delusione, angoscia, cessavano inspiegabilmente. Cosa le capitava quando cercava di accogliere Gesù nel suo cuore? Era un mistero! Un grande mistero! Gesù era il migliore amico delle donne perché riusciva a comprenderle. Era vicino ai loro problemi, più di qualsiasi altro uomo. Lei riusciva a confidargli qualsiasi cosa senza provare alcun imbarazzo. Spesso contemplava il suo volto, studiava le sue espressioni riprodotte su una piccola immagine, che aveva acquistato durante un pellegrinaggio. Gemma aveva fede in Gesù, anche se a volte si sentiva avvilita. Nella sua vita avrebbe desiderato un amore semplice e sereno. Invece, aveva ricevuto tutt’altro… Un improvviso bussare deciso alla porta, strappò Gemma ai tormentosi pensieri. “Gemma?” Era Anna. Se non rispondo, mi lascerà in pace, pensò lei. Sua madre invece, bussò più forte. “Dai, Svegliati! E’ arrivato Rocco!” Rocco? Ma che ci fa qui? E’ un incubo, pensò lei, sorpresa. Anna entrò, mentre lui aspettava, per aiutarla a riprendere un aspetto decente. “Rocco ha telefonato ieri notte, quando eri già a letto” le spiegò. “Ha promesso di passare molto presto, per evitarti di andare all’Ospedale.” “Fuori è ancora buio…” “Sono le sei del mattino!” “Beh, comunque avresti dovuto avvisarmi prima!” obiettò, Gemma. Rigida e indolenzita, ormai svanito l’effetto degli antidolorifici, sedette sul letto con l’aiuto della madre. I suoi capelli avevano di certo un aspetto selvaggio, pensò. Gli occhi marroni cerchiati di nero, forse erano ancor più raccapriccianti. Non che a lui importasse molto, era abituato a vedere la gente in momenti peggiori. In jeans blu e giaccone sportivo, Rocco invece era attraente come sempre. Si chinò su di lei, e la piccola stanza dalle pareti tinteggiate di bianco, arredata con semplice mobilio, sembrò ridursi ancor di più. “Grazie, Rocco” disse Anna. “Questa visita a domicilio è davvero di grande aiuto. Perché non resti per la colazione?” “Volentieri” accettò lui, senza esitare. “Vado in cucina a preparare il caffè.” Gemma lanciò uno sguardo stralunato a sua madre, che stava già uscendo. Strano, restare sola nella stanza con lui. Ancora più strano che sua madre fosse così tranquilla. “Non è possibile!” obiettò. “Mia madre mi ha lasciato sola con un uomo, nella mia stanza da letto!” Rocco rimase serio. “Stamattina non sono un uomo” dichiarò risoluto. “Sono un medico.” 2
Era imbarazzante per Gemma accoglierlo nella sua cameretta. Avrebbe dovuto celare i suoi sentimenti per lui. “Comunque la tua camicia da notte è orribile!” “Sei gentile…” Stavolta lo vide sorridere. “Orribile, ma ampia.” Rocco ne spostò lo scollo per scoprire la spalla. Controllò l’articolazione e la sensibilità nelle dita della mano. “Tutto a posto. Però ti sei procurata un grosso livido.” “Sì, lo so.” “Ti farà male per almeno tre o quattro giorni. Sarà opportuno prendere un antidolorifico.” “Va bene!” “Va bene? No, non credo proprio.” “Perché?” “Non mi hai ancora spiegato perché ti sei lasciata trascinare in quel locale… cosa ti sei messa in testa, ragazzina?” Gemma sbuffò. “Non vorrai farmi la paternale, adesso? Sono cresciuta.” “Hai ragione! Sono affari tuoi!” “Già.” “Però non è bello che una giovane donna frequenti certi locali…” “Io non frequento i locali di spogliarello!” “Ah, no? Credevo di sì.” “Uffa! C’è altro?” “Tra qualche giorno rivolgiti al medico di famiglia” disse poi, ritrovando il tono distaccato e professionale. “Ti ho assegnato un mese per malattia. Tieni il braccio immobilizzato con il tutore ancora per un paio di giorni, poi toglilo per fare la doccia, ma dopo indossalo di nuovo. Ecco il certificato” aggiunse, posando una busta sul comodino. “Considerati dimessa dall’Ospedale.” “Grazie, dottore!” mormorò Gemma. “Non volevo che disturbassi Gian.” “Grazie comunque.” “Adesso, torna a dormire!” Dormire? Impossibile, pensò Gemma, appena Rocco uscì dalla piccola stanza. Ormai le era passato il sonno…
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