Daniele Zumbo
Costa d’Avorio
Fasi storiche fondamentali e cause della crisi politica ed umanitaria FASE STORICA
La Repubblica di Costa d'Avorio (conosciuta dal 1985 come République de Côte d'Ivoire) è uno Stato dell'Africa occidentale. Confina ad ovest con la Liberia e la Guinea, a nord con il Mali e il Burkina Faso, ad est con il Ghana e a sud con il Golfo di Guinea.La Costa d'Avorio è una repubblica presidenziale con capitale Yamoussoukro; la lingua ufficiale è il francese. Nonostante il suo sviluppo economico sia insidiato dall'agitazione politica dovuta alla dilagante corruzione, la Costa d'Avorio rimane uno degli stati più prosperi dell'Africa occidentale. Circa un quarto della popolazione vive con meno di 1,25 dollari statunitensi al giorno Il paese è conosciuto in italiano come Costa d'Avorio e corrispondentemente tradotto in altre lingue: Elfenbeinküste in tedesco, Costa de Marfil in spagnolo, Ivory Coast in inglese, Ακτή Ελεφαντόδοντος in greco, Fildişi Sahilleri in turco e così via. A causa del disordine che tutti questi nomi avrebbero potuto produrre nelle tribune internazionali, nell'ottobre 1985 il governo chiese che il paese fosse conosciuto in ogni lingua come Côte d'Ivoire (e non Côte-d'Ivoire come avrebbe dovuto esserlo in tipografia corretta francese).
Infatti, secondo la legge nazionale, il nome del paese non può essere tradotto dal francese. Malgrado ciò, il nome continua ad essere tradotto nelle varie lingue. Però la Côte d'Ivoire fa applicare con tenacia questa sua volontà in ambito ONU, dove il nome non è mai tradotto, neanche in inglese Dall’indipendenza dalla Francia, nel 1960, il potere è stato in mano del Partito democratico della Costa d’Avorio (PDCI), dapprima con la lunga presidenza di Felix Houphouet-Boigny e poi con il suo successore Henri Konan Bedié. A partire dal 1999 il paese è stato scosso da una serie di colpi di stato e tentativi di colpi di stato che hanno lasciato una situazione di instabilità generalizzata, province sotto il controllo di gruppi ribelli ed un paese diviso in due. Il primo colpo di stato, che ha dato inizio ufficiale alla instabilità del paese, è avvenuto alla fine del 1999, quando il governo di Konan Bedié, successore designato del padre dell’indipendenza Houphouët-Boigny, è stato abbattuto dal generale Gueï. Un altro tentativo di colpo di stato nel 2000 è stato seguito da elezioni, nelle quali è stata impedita la partecipazione ad alcuni candidati con il pretesto della loro nascita non ivoriana. Le consultazioni del 2000 si sono svolte in un’atmosfera caratterizzata dai tentativi di brogli compiuti da Guei e dall’esclusione di Alassane Ouattara, principale candidato dell’opposizione, perché di sangue misto. La decisione ha scatenato la rabbia dei musulmani del nord, che si scontrarono con le forze di sicurezza. Dalle urne uscì vincitore Gbagbo, le violenze ripresero soprattutto nel nord ovest del paese ed hanno visto il coinvolgimento anche della Francia, ex potenza coloniale, intervenuta ufficialmente per difendere i cittadini europei, ma accusata dai ribelli di difendere in realtà il governo.
Nel settembre 2002 un nuovo tentativo di golpe ha rinfocolato le tensioni, ma Gbagbo resistette e il golpe si è trasformato in una guerra civile. In quello stesso anno il paese è stato coinvolto anche nel conflitto liberiano, a causa degli scontri che questo ha generato tra popolazioni che vivono da entrambe le parti della frontiera tra i due paesi. Dopo il mancato accordo delle parti sugli accordi di pace firmati in Francia nel gennaio 2003, nel novembre dello stesso anno un ulteriore tentativo di mediazione, portato avanti dai paesi dell’alleanza economica dell’Africa occidentale (ECOWAS), si è rivelato fallimentare: i “ribelli”, riuniti nel “cartello Forze Nuove”, si sono ritirati dal governo di unità nazionale costituito nell’ambito degli accordi di pace. Queste forze, che controllano il nord del paese, hanno ripreso a parlare della necessità di separare il paese, rendendo il nord indipendente. Una nuova svolta si è avuta a fine 2004 quando, a seguito di un attacco dell’aviazione ivoriana contro postazioni militari francesi, questi ultimi hanno finito per confliggere contro le stesse forze governative, nonché contro la popolazione della capitale scesa in piazza in manifestazioni filogovernative trasformatesi in una caccia ai cittadini francesi presenti nel paese. Le forze di opposizione accusarono Gbagbo di voler affondare il processo di pace per evitare elezioni da cui uscirebbe perdente, mentre l’ex-capo delle Forze Armate ha dichiarato che userà “qualsiasi mezzo” per togliere di mezzo Gbagbo, nonostante il presidente abbia garantito che alle prossime elezioni sia Bédié che Ouattara, fuggiti all’estero, potranno essere candidati. Il mandato di Gbagbo finisce nel 2005, ma per la situazione conflittuale del paese le elezioni vengono rimandate per ben due volte e finalmente nel Novembre 2010 il paese può votare. I candidati alla Presidenza sono Laurent Gbagbo, Konan Bédié e Allassane Quattara. Dopo un periodo elettorale pieno di attacchi tra le due parti, tensione del popolo e paura di brogli elettorali risulta vincitore Allassane Quattara.
Ciò nonostante Laurent Gbagbo non si arrende. Rifiuta di accettare la sconfitta e di lasciare il suo posto al nuovo eletto del paese. Questo scatena ancora una volta la guerra. Ma le FN si rafforzano e le loro guerriglie riescono ad avvicinarsi sempre di piú al Sud del paese fino all’arresto di Gbagbo nell’Aprile del 2011. Viene cosí proclamato Presidente Allassane Quattara ma per La Costa D’Avorio non é la fine di nulla ancora. É una guerra silenziosa, nascosta e purtroppo che tu sia musulmano oppure no, che tu sia nato in Costa D’Avorio o in un altro paese,che tu sia bambino o un adulto,che tu abbia votato o non per Quattara o che tu voglia la pace o meno, comunque sia,fai parte del conflitto. E se respiri sei già privilegiato. A questo punto non ci sono più persone colpevoli o innocenti. Non c'è più il giusto e sbagliato. Nessun uomo dovrebbe trovare un motivo valido per fare del male ad un altro. Eppure ancora una volta la religione, un pensiero di vita, addirittura un luogo di nascita sembrano essere più importanti del riuscire finalmente ad accettare i propri limiti nei confronti di un altro individuo per poi creare un paese dove si possa vivere.