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Il Colpo di fulmine l’attrazione irresistibile
Lo
psicologo Mariano Indelicato spiega cosa succede nel nostro cervello quando ci si innamora: la chimica e l'energia che si sprigionano durante un innamoramento di Caterina Di Terlizzi
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William Shakespeare in Sogno di una notte di mezza estate scriveva: «L’amore non guarda con gli occhi ma con la mente e perciò Cupido viene dipinto bendato». La ragione si allontana veloce, prepotentemente soppiantata dal ritmo pazzo del cuore innamorato. Oltre le congetture vola alto Cupido con la sua faretra piena di frecce avvelenate d’amore.
«Accelerazione del battito cardiaco, aumento del ritmo della respirazione e farfalle nello stomaco, sono i primi avvertimenti di un colpo di fulmine», nel racconto sorridente dello psicologo Mariano Indelicato. «La scienza sostiene che il colpo di fulmine sia legato alla produzione di dopamina, un neurotrasmettitore che è associato alle sensazioni di piacere e ricompensa. Viene rilasciata in grandi quantità quando si è attratti da qualcuno, causando una sensazione di euforia e benessere» spiega il dottore dal suo studio a Catania. «Un ruolo fondamentale ce l’ha anche l’ormone dell’amore, la noradrenalina che, rilasciata, ci eccita».
Non si parla solo di chimica del cervello, ma anche di psicologia: «L’attrazione romantica è influenzata dalla percezione di similarità, di complementarità e di disponibilità dell’altra persona». Mariano Indelicato, specializzato in terapia di coppia, disturbi sessuali e cura della depressione, afferma che «più ci si sente simili a qualcuno, più si è propensi a provare un colpo di fulmine». Questa sensazione tanto appagante può avere effetti collaterali. «Da un lato è una sensazione intensa e improvvisa di attrazione e connessione profonda, dall’altra comporta ansia, stress e insicurezza e porta a comportamenti impulsivi e decisioni affrettate, come lasciare il proprio partner per qualcun altro». È un’arma a doppio taglio questa scossa elettrica che accende la passione, la scintilla che anima l’amore.
La crisi di una coppia può far detonare innumerevoli colpi di fulmine che si mutano in tradimenti. «Discendiamo da mammiferi poligami, ma viviamo in una società che ci vuole fedeli e monogami. L’innamoramento è guidato insieme da fattori sociali e antropologici, in quanto funzionale alla conservazione della specie: serve a fare coppia, a procreare» dice Indelicato. Con questi chiari di luna poco romantici, ci si trova a vivere in una società ipocrita dove si finge di star comodamente dentro la coppia con i cuoricini fedeli da Baci Perugina, uniti per sempre, ma la spinta che dà la natura è spesso troppo più forte.
«Un pomeriggio si gira l’angolo di casa e ci si ritrova davanti un’attrazione che non si controlla. Si mandano al diavolo tutte le regole imposte, a volte si riesce a stare in bilico fra quello che vogliono le regole e quello che si è, ma comunque si tradisce, o meglio non si può fare a meno di seguire l’istinto» riconosce lo psicologo. Prolificano così le bugie fra due persone che si erano promesse fedeltà cieca, cieca davvero. «Tutto il resto è noia» lo sapeva anche il cantautore Franco Califano che il momento più bello è quando sorprende il colpo di fulmine. Ed è proprio sul colpo di fulmine che il professor Mariano Indelicato insegna come si fa a perdere la bussola quando Cupido scocca la sua freccia. Anche a Modena, nella galleria estense l’opera seicentesca di Guercino: Venere, Cupido e Marte ritrae l’attimo dell’innamoramento. Venere guarda il visitatore e indica a cupido il bersaglio, il cuore di chi guarda il quadro è pronto da colpire. ■
Stai valutando se costruire a Berlino o Francoforte la tua centrale. I tuoi avversari ti hanno accerchiato, costruendo a Lipsia e Torgelow e ti hanno costretto a spendere molto al mercato delle risorse per comprare i rifiuti necessari ad alimentare i tuoi impianti, mentre loro hanno investito in carbone e petrolio. Uno di loro è passato al nucleare e ha monopolizzato l’uranio. Conti gli Elektros che ti sono rimasti, capisci che potresti non essere più in grado di continuare a comprare le risorse che ti servono e consideri una svolta ecologica, passando all’energia eolica per risparmiare sulle risorse. Ti domandi però se non sia la stessa strategia che vogliono adottare i tuoi avversari e se non ti convenga rilanciare alla prossima asta delle centrali, così da aumentare il costo per loro se tu ancora non ti potrai permettere gli acquisti che hai in mente e guadagnare tempo.
È questo il meccanismo di Alta Tensione, il gioco da tavolo di Friedemann Friese: da due a sei giocatori si sfidano in Germania o negli Stati Uniti d’America, le due mappe presenti nella scatola base, in una partita di circa 120 minuti.
Il titolo originale è Funkenschlag (scintilla) e rispetta il canone della 2-F, la casa editrice dell’autore, di avere nomi che iniziano con la lettera F. «Scelgo sempre i miei giochi per il nome. La cosa principale è che inizino con una F» scrive l’editore su Twitter.
La prima edizione risale al 2001, ma l’autore ha rielaborato alcune dinamiche nel 2004, facendo uscire la seconda edizione che è stata quella tradotta in inglese e nelle altre lingue, tra cui l’italiano.
Da allora, il gioco in scatola verde, come i capelli del suo autore, ha riscosso grande successo a livello mondiale e nazionale, collezionando numerosi riconoscimenti; nel 2011 e nel 2012, è stato organizzato un campionato italiano di Alta Tensione. Numerose espansioni si sono susseguite, permettendo ai giocatori di costruire centrali energetiche in Francia e Italia, in Brasile e Spagna e Portogallo, in Russia e Giappone, in Europa e Nord America. Non solo nuovi territori, ma anche meccaniche di gioco: come la possibilità di diventare azionisti in Le società per azioni o di giocare contro un Robot, nell’omonima espansione o anche di tornare all’età della pietra.
Nel 2005, il titolo è entrato nella lista delle raccomandazioni dello Spiel des Jahres (il premio di gioco dell’anno in Germania), con la motivazione della giuria: «Alta Tensione è enormemente complesso e innovativo. Qui giochi due ore e più come se fossi sotto tensione». ■
Il tempo è energia
CINEMA
Esplosioni di gialli, arancioni e rossi, su una fotografia in bianco e nero che conduce agli anni Quaranta in cui è ambientata la storia. Fiamme vive di un’energia distruttiva, sul punto di cambiare per sempre il mondo. Christopher Nolan, dopo la tiepida accoglienza di Tenet (2020), penalizzato dall’uscita in periodo di pandemia, si dedica a un progetto di lunga data, inaugurando una nuova fase della sua carriera dopo lo storico addio alla produzione e distribuzione Warner.
Oppenheimer, previsto in sala con Universal per luglio 2023, si presenta già in listino come un blockbuster estivo, riservato a uno dei più ricchi periodi annuali del box office statunitense. Un film di costanti e di variazioni per il regista premio Oscar per meriti tecnici nel 2013, noto per il suo talento negli effetti visivi analogici. La spettacolarizzazione delle sequenze di azione non mancherà anche in questo suo dodicesimo lungometraggio, enfatizzata dalla scelta di girare con telecamere Imax, formato che rappresenta già il futuro del cinema, più ampio, coinvolgente e spettacolare del classico 16:9 orizzontale.
Dopo sei film insieme, protagonista è un attore-feticcio di Nolan, presente per lo più in ruoli secondari nei suoi successi: dalla trilogia di Batman a Inception. Cillian Murphy, irlandese dai grandi e gentili occhi celesti su un volto durissimo, possiede già nel suo aspetto quella contraddizione d’animo necessaria a interpretare Oppenheimer, il professore che si pentì della bomba. Fra le pochissime notizie trapelate sul film, insieme alle prime immagini ufficiali, si prevede che si tratterà di un racconto dello scienziato e dell’uomo, non solo nell’ambito del Progetto Manhattan ma anche nel suo privato. Florence Pugh, fra le star più apprezzate di Hollywood negli ultimi anni, è stata scelta per interpretare la psichiatra Jean Tatlock, la giovane amante di Oppenheimer. Comunista americana negli anni Quaranta e bisessuale in difficoltà nell’accettare la sua stessa attrazione verso le donne, il personaggio di Tatlock, per la caratterizzazione e per la scelta di casting, è quello che potrebbe persino mettere in ombra Cillian Murphy, nonostante Nolan non abbia mai brillato per la caratterizzazione dei suoi personaggi femminili. Accanto a lei, si affollano nomi di spessore, dal premio Oscar Rami Malek a Robert Downey Jr., fino Benny Safdie, uno dei due brillanti fratelli del cinema indipendente statunitense. Presenza fissa come nei suoi ultimi film sarà anche in questo caso Sir Kenneth Branagh: costanti e variazioni, di nuovo.
Agganciandosi al filo conduttore dell’intera filmografia di Nolan, Oppenheimer riprende e rielabora la rappresentazione del tempo. Dalla memoria di Memento, ai paradossi del viaggio nel passato in Tenet, il tempo in Oppenheimer riacquista la sua valenza fisica e matematica, diventa “parte” invisibile ed essenziale della formula che rivoluziona il mondo. Il suo controllo è essenziale, dentro e fuori la storia, come è evidenziato anche dalla campagna promozionale: un conto alla rovescia, iniziato lo scorso luglio sul sito ufficiale del film, che proseguirà fino al giorno dell’uscita in sala.
Numeri, secondi che scorrono, separano il momento esatto in cui le fiamme di quell’esplosione, con la violenza calda e brutale dei loro colori, irromperanno nel racconto di un passato in bianco e nero, fermando per tutti il momento presente. Con la consapevolezza di aver assistito a uno di quei momenti in cui il tempo detta il racconto, Nolan sembra aver trovato ancora una volta il modo di trasformarlo in kinesis, in Cinema. ■