La riqualificazione dell’area portuale di Riposto
Le relazioni spaziali tra le più recenti realizzazioni del «Porto dell'Etna» e la ‘passeggiata urbana’
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Simona Calvagna
Una tappa importante della storia del rapporto antico tra il paese di Riposto e il suo mare è segnata dalla recente realizzazione del primo bacino del porto turistico1. Borgo marinaro e peschereccio, Riposto è nato attorno al suo porto; approdo facile e sicuro lungo un tratto in generale poco accessibile della costa orientale dell’isola, è da secoli crocevia di scambi per i ‘mercanti’ dei territori pedemontani: « E’ l'ubicazione al centro del versante orientale etneo, la possibilità di raggiungerlo facilmente dai vari punti dell'entroterra per il dolce pendio con cui il vulcano degrada verso il mare, a costituire la molla iniziale della formazione di Riposto ».2 La fitta rete di relazioni tra terra e mare che interessa il territorio costiero di Riposto si invera in una realtà urbana fondata sulla struttura portuale - insieme spina dorsale dell'insediamento e interfaccia produttiva tra uomo e natura -, luogo di mediazione per la fruizione del paesaggio marino. Seguendo una logica di adeguamento dei servizi
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portuali alle attuali richieste di mercato e alle tendenze dello sviluppo economico dell'isola - mirate soprattutto a incrementare le strutture ricettive per il turismo secondo i principi della sostenibilità ambientale - la trasformazione più congruente del bacino esistente, fino ad ora esclusivamente commerciale e peschereccio, si è concretizzata in una attrezzatura completa per l'accoglienza delle imbarcazioni da diporto, in linea con il processo più ampio - oggi in atto - di realizzazione di una rete di porti turistici lungo le coste dell'intera Sicilia. Il totale rispetto dell’ambiente dell’intera operazione è testimoniato, fra l’altro, dall’aver conseguito la certificazione di conformità del sistema di gestione ambientale alle norme UNI EN ISO 14001. Con l'approvazione nel 1987 del nuovo Piano Regolatore Portuale (P.R.P.) redatto dal prof. Mallandrino, l'amministrazione comunale ha messo in moto un processo di riqualificazione dell'area, partendo dalla realizzazione del primo dei due bacini previsti per il turismo nautico3. Il Genio Civile Opere Marittime nel 1998 ne ha redatto il progetto esecutivo, mentre la società Marina di Riposto-Porto dell’Etna S.p.a., ottenuta la concessione demaniale l'anno successivo, dopo aver iniziato i lavori nel 2000, li ha portati a termine nel mese di giugno 2004, quando l’intera struttura dello scalo da diporto, completa in ogni dettaglio, è stata inaugurata.
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Nella pagina a fianco, in alto a sinistra: vista delle imbarcazioni ormeggiate sulla banchina di riva dalla «Piazza del Porto»; in alto a destra: planimetria generale dell’impianto (1-cantiere navale, 2-travel lift, 3-uffici, 4-box, 5-edificio per i servizi, 6-piazza, 7-scalinata d’accesso, 8-Club della vela e della pesca d’altura, 9-servizi igienici, 10-torre di controllo, 11-parcheggi, 12-accesso principale); in basso: veduta a volo d’uccello del primo bacino realizzato. In questa pagina, in alto: uno scorcio di veduta urbana - la chiesa sullo sfondo - dai percorsi interni all’area portuale; in basso: veduta dalla passeggiata della banchina di riva delle più recenti realizzazioni.
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Il porto come «cerniera» tra realtà urbana e mare
Nell'intento di realizzare la massima interazione tra la passeggiata urbana lungo la costa e i nuovi spazi portuali - visto l'intenso legame tra il paese e il suo porto - l'impianto delle opere a terra4 articola una serie di volumi di andamento longitudinale secondo una logica di flussi paralleli tra loro e perpendicolari alla linea costiera. In risposta alla richiesta della Amministrazione
comunale di non opporre ostacoli alla fruizione del mare da parte degli abitanti e di evitare dunque che i nuovi edifici a riva costituiscano una barriera impenetrabile, la soluzione proposta si fonda su due scelte principali: da una parte quella di limitare l'altezza dei nuovi volumi a 3 metri, mantenendone dunque le coperture ad una quota molto vicina a quella della passeggiata urbana di via Duca del Mare, sopraelevata di circa 2 metri dalla banchina di riva5; dall'altra quella di disporre ‘a pettine’ gli edifici principali destinati ai servizi, in direzione perpendicolare alla linea costiera, realizzando un insediamento ‘passante’, attraversabile in profondità, nel contempo luogo di «ricucitura» del porto con il suo paese. Cuore dell'aggregazione delle ultime realizzazioni edificio per i servizi e Club della vela e della pesca d'altura - e fulcro nodale dei percorsi interni all’area portuale in relazione alla città, la Piazza del Porto si compone di spazi esterni, coperti e/o protetti, passaggi e giardini lineari, realizzando un equilibrio osmotico tra funzioni ricettive e ricreative, passeggiata urbana, percorsi di servizio. L'ampia scalinata di accesso, che mette in comunicazione il livello della viabilità urbana costiera con il livello sottostante della banchina di riva, trova il suo proseguimento nel percorso destinato al pubblico - realizzato attraverso l'alternanza di materiali minerali e vegetali - che fiancheggia l'area di consumo all'aperto del ristorante, filtrata dalla barriera verde - visuale e frangivento - delle tamerici e della lavanda. La passeggiata urbana si prolunga dunque fino al mare grazie alla caratterizzazione di questa
fascia materica che si differenzia dal resto della piazza; a rafforzare questo effetto si sovrappone al disegno della pavimentazione una serie di strutture aeree - pergolati - in legno lamellare, delle ‘cornici’ dalle molteplici funzioni. Esse infatti permettono di inquadrare ulteriormente il percorso verso il mare, scandendo nel contempo un ritmo per la passeggiata; consentono di legare l'edificio per i servizi alla piazza, generandosi con continuità e coerenza dai setti murari aggettanti dall'edificio stesso; costituiscono struttu-
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Nella pagina a fianco, in alto: prospetto del fronte urbano del complesso; a destra: vedute dei percorsi interni all’area portuale, segnati dalle ‘cornici’; in basso: sezione dell’edificio bar-ristorante visto nel suo rapporto di permeabilità con la piazza. In questa pagina, in alto a sinistra: veduta, ‘incorniciata’ dal Club della vela e della pesca d’altura, degli spazi del cantiere navale, fiore all’occhiello del porto, con il travel lift da 160 tonnellate in primo piano; in alto a destra: le ‘vele’ della Piazza del Porto; in basso: vista della piazza e del percorso che collega la passeggiata urbana con la banchina di riva; scorcio dell’edificio «box» dalla banchina di riva.
re di ancoraggio per tendaggi e chiusure orizzontali occasionali atte a proteggere gli spazi sottostanti dagli agenti atmosferici.
Gli edifici prospicienti alla Piazza del Porto
Le due ultime realizzazioni all'interno del porto, l’edificio per i servizi - che accoglie attualmente al suo interno un bar e un ristorante - e quello del Club della vela e della pesca d’altura, si offrono ‘uniti’ alla percezione del visitatore, legati intimamente alla piazza che racchiudono per affinità di materiali, allineamenti visivi, condivisione di percorsi. La permeabilità verso l'intorno caratterizza entrambe le realizzazioni anche se in maniera diversa. Nell’edificio per i servizi la facciata interamente in vetro del fronte sulla piazza, interrotta solo da robusti setti in c.a. che ne scandiscono il ritmo sorreggendo nel contempo ardite pensiline, realizza un rapporto di continuità spaziale tra interno ed esterno. Tuttavia tale rapporto non conduce ad una permeabilità passante: non è possibile attraversare l'edificio da parte a parte lungo questa direzione, e al grande open space che si apre sulla piazza, adibito a bar-ristorante-tabacchi, si accosta una area di servizio per il personale, racchiusa all'interno di un volume compatto, accostato al primo spazio e di servizio ad esso, che da vita al prospetto opposto, chiuso e introverso. La comunicazione lungo l'asse città/mare è invece possibile, anche se solo puntualmente e visivamente: nessuno dei due fronti presenta la trasparenza totale ma, attraverso l'introduzione di fessure orizzontali e verticali nelle pareti cieche del fronte urbano ed il grande squarcio della finestra presente nel prospetto sul mare, è possibile selezionare visuali specifiche, consentendo localmente un attraversamento dell'edificio dalla città verso il mare e viceversa.
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Nell'edificio dedicato al Club della vela e della pesca d’altura il tema della permeabilità coinvolge l'intero involucro senza una direzione preferenziale ed è sviluppato lavorando sull'articolazione degli elementi architettonici. La copertura è staccata dalle chiusure verticali esterne, generando un tetto ‘galleggiante’ sotto il quale si insinuano i diversi volumi. Il muro materico che costituisce il prospetto sulla strada (sud/ovest) resta distanziato dalla pensilina del solaio, lasciando un vuoto che consente un maggior dialogo tra la città e lo spazio interno dell'edificio; i luoghi dedicati ai servizi si raccolgono all’interno di ‘scatole’, riconoscibili dal colore dell’intonaco blu che le caratterizza, anch’esse trattate come volumi indipendenti. Anche lo scheletro portante partecipa nella determinazione delle spazialità architettoniche: i pilastri, di sezione circolare del diametro di 50 centimetri, si articolano con la grande lastra del solaio attraverso l’innesto di un collegamento metallico costituito da un tubolare del diametro di 16 centimetri. Il prospetto sul mare, caratterizzato dal blocco guardaroba che si staglia su una grande superficie trasparente, partecipa alla passeggiata interna all’area portuale lungo la banchina di riva attraverso l'aggetto della pensilina in c.a. a faccia vista; quest'ultima, allineata ai corpi illuminanti, ai gradini della piazza e al fronte dell'edificio per i servizi, si inserisce con coerenza nei confronti del progetto complessivo degli spazi esterni partecipando alla continuità del suggestivo percorso lungo la riva.
In questa pagina, in alto: dettaglio tecnico esecutivo del collegamento pilastro-solaio nel Club della vela e della pesca d’altura ; in basso a sinistra: il prospetto sulla piazza: in primo piano il muro materico, in prospettiva le ‘scatole’ dei volumi di servizi, intercalate alle ampie vetrate che mettono in comunicazione lo spazio interno con i percorsi esterni; in basso a destra: viste degli spazi interni, dalle quali si evince la permeabilità verso l’esterno. E’ anche possibile osservare la soluzione strutturale del pilastro volta alla scomposizione dell’involucro esterno in elementi costruttivi autonomamente leggibili; Nella pagina a fianco, in alto: il fronte urbano dell’edificio per i servizi; lo spazio esterno di pertinenza al ristorante; in basso: viste interne dell’edificio per i servizi e dettagli dei controsoffitti.
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Opera
Primo bacino del porto turistico e servizi annessi Localizzazione
Riposto (CT) Committente
Marina di Riposto - Porto dell'Etna S.p.a. Amministratore delegato
dott. Giuseppe Zappalà
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Progettista e direttore lavori Opere Marittime
ing. Fabrizio La Marca Progettisti opere a terra: Coordinatore operativo
arch. Edo G. Porto
Progetto di massima degli edifici : «Servizi», «Club della vela e della pesca d’altura», box, uffici
arch. Pietro Macchi Cassia
Progetto della Piazza e progetto di variante degli edifici : «Servizi», «Club della vela e della pesca d’altura», edificio box
arch. André Balla ing. Simona Calvagna
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Design e arredamento della Piazza e degli edifici: «Servizi», «Club della vela e della pesca d’altura», edificio box
prof. Carmelo Calvagna
Progetto degli edifici «Torre di controllo», servizi igienici, cantiere navale
arch. Salvatore Contrafatto arch. Edo G. Porto Direttore dei lavori
arch. Salvatore Contrafatto Direttori artistici
arch. André Balla prof. Carmelo Calvagna 18
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Strutture
ing. Luigi Bosco
Progetto degli impianti
ing. Salvatore Occhipinti
Impresa esecutrice per le opere marittime
IRA Costruzioni Generali s.r.l.
Impresa esecutrice per le opere di completamento e le opere a terra
Fondachello Immobiliare s.r.l.
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Foto 1, 3, 4, 7, 8, 11, 18, 19, 20, 21, 22 di Gianmaria Amata; foto 2, 9, 16, 17 di Leonardo Mastroieni; foto 5, 6, 10, 12, 13, 14, 15 di André Balla.
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NOTE 1 Tale realizzazione è stata portata a termine a opera della società Marina di Riposto S.p.a. e della tenacia del suo amministratore delegato, il dott. Giuseppe Zappalà. 2 Cfr. E. Iachello, Il vino e il mare. « Trafficanti » siciliani tra '700 e '800 nella Contea di Mascali, Maimone Editore, Catania 1997, p.26. 3 Il Piano prevede la conversione della struttura esistente in porto turistico e peschereccio e sposta la sezione commerciale in una nuova struttura da realizzare a Nord dell'esistente. 4 Progettista: arch. Pietro Macchi Cassia. 5 Nella stessa logica è previsto dall'amministrazione comunale di sollevare ulteriormente la passeggiata lungo la costa attraverso la risistemazione della viabilità e la realizzazione di un largo marciapiedi sopraelevato rispetto alla carreggiata stradale di qualche gradino; gli edifici a quel punto saranno quasi invisibili.