Il diavolo è nei dettagli. Grazie a Philippe Ghielmetti per il suo aiuto prezioso e preciso nell’impaginazione del libro. Per il suo sguardo attento, le puntuali riletture e l’immancabile sostegno, un grazie immenso a José-Louis Bocquet. Non è possibile descrivere qui quello slancio, ma senza Roxanne, questo libro semplicemente non esisterebbe.
Gli equinozi Cyril PEDROSA
Traduzione Michele Foschini Lettering e impaginazione Officine Bolzoni con Sara Bottaini Assistente di produzione Andrea Petronio Supervisione Leonardo Favia Proofreading Francesco Savino
Via Leopardi 8 – 20123 Milano chiedi@baopublishing.it – www.baopublishing.it Il logo di BAO Publishing è stato creato da Cliff Chiang. Titolo originale dell’opera: Les équinoxes © DUPUIS 2015, by Pedrosa www.dupuis.com All rights reserved Per l’edizione italiana: 2015 BAO Publishing. Tutti i diritti riservati. ISBN: 978-88-6543-492-5 Stampato nel luglio 2015 presso S.T.I.G.E. Arti Grafiche, San Mauro Torinese (TO) PRIMA EDIZIONE
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Avvicinatevi un poco‌
Vorrei che ci soffermassimo con calma su questo disegno a pastello.
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Ăˆ un bell'esempio di reinvenzione di questa tecnica, che era stata abbandonata alla fine del XVIII secolo.
Noterete che vi ritroviamo il tema delle ballerine…
Dov'è Pauline?
Non lo so…
Aspetta… le mando un messaggio.
… già affrontato da Degas attorno al 1870.
Ma il trattamento in questo caso è diverso, molto meno caricaturale…
Non ti pare che somigli a Manon?
Hai visto quello con la tipa nuda?
Ah! Ah! È vero!
Sì, allora?
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Mar
ion Dove Paul 6 Hai r ine? imor kiat o un turis giap ta po?
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Imparava svogliatamente.
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Come ci si inerpica su montagne brulle, con passo meccanico.
Con il fiato corto e le gambe pesanti, mentre altri sembrano incedere spensieratamente.
La gita si stiracchiava lentamente dal primo pomeriggio, lunghe ore di una noia familiare.
Essere seduta su quella panca, in quel luogo o altrove, non cambiava molto, in fondo. 26
Ma essere rimasta per un poco lontana dal gruppo l'aveva ristorata.
Dopo qualche minuto di tregua, aveva alzato lentamente la testa e si preparava a tornare verso gli altri allievi del Liceo Aristide Briand, ma qualcosa l'aveva trattenuta. A metĂ altezza sulla parete davanti a lei, su una carta grigia poco piĂš grande di un foglio protocollo chiuso, il ritratto a carboncino, abbellito con il bianco, di una giovane che si annodava il copricapo. Un sussulto imprevisto l'aveva percorsa quando aveva cominciato a osservare quell'immagine, monopolizzando la sua attenzione. Nel disegno, le sembrava di veder emergere nella ragazza come un territorio fino ad allora sconosciuto. Un lago, immenso. L'acqua le sembra ancora un poco fredda, ma le piacerebbe potercisi immergere, un giorno. Dev'essere bello, tuffarsi all'improvviso. Staccarsi dal suolo senza esitare, con i muscoli tesi. Assaporare il fugace istante sospeso tra cielo e terra, in cui il corpo non esiste piĂš, prima di immergersi completamente. Ma lei non sa nuotare, non ancora. Per il momento si stende sulla riva, guarda con invidia i bagnanti che si divertono e le onde che scintillano nel vento delicato. Forse domani cercherĂ di farne il giro. Ăˆ un lago davvero bellissimo.
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