HERO ZHANG YIMOU
Rappresentazione e Visualizzazione Cinema
titolo originale
Ying xiòng
paese
Cina/Hong Kong
anno
2002
durata
96 minuti
genere
avventura - wuxiapian
formato regia direttore della fotografia
2.35:1 widescreen Zhang Yimou Christopher Doyle
soggetto
Zhang Yimou - Li Feng - Wang Bin
sceneggiatura
Zhang Yimou - Li Feng - Wang Bin
produzione cast
premi
Miramax - Elite Group - Edko Films Jet Li: Senza nome Tony Leung Chiu-Wai: Spada spezzata Maggie Cheung: Neve che vola Zhang Ziyi: Luna Donnie Yen: Cielo Daoming Chen: Re di Qin Nominatio “Miglior film straniero” Ioma 2005: miglior fotografia miglior scenografia migliori costumi migliori effetti visivi
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La trama
Nel 201 a.C. la Cina è divisa in 7 regni, violentemente in guerra l’uno con l’altro. Uno di questi, Qin, è il più agguerrito e vuole ottenere il dominio su tutta la Cina. Il re di Qin è oggetto di continui attentati, tanto da vivere ormai da tre anni in completa solitudine: nessuno può avvicinarsi a lui a meno di 100 passi. Un giorno, uno sconosciuto senza nome si presenta a lui con le prove di aver ucciso tutti quelli che tramavano contro la sua persona: Cielo, assassino dall’imbattibile lancia; Neve Che Vola, abile spadaccina a cui il re ha sterminato la famiglia e Spada Spezzata, eccezionale maestro dell’arte della spada e di calligrafia, questi ultimi due sono amanti. Accolto dall’esercito di Qin con grandi onori, lo straniero ottiene il privilegio di parlare con il re e, come ricompensa per aver ucciso uno dei più pericolosi assassini del regno (Cielo), gli viene permesso di sedere a 20 passi da lui. Il re desidera sapere come lo sconosciuto sia riuscito a compiere l’impresa di cui si vanta; egli racconta di essere orfano e di essere stato addestrato all’arte della spada fin da giovanissimo, dopodiché descrive il suo primo combattimento, avvenuto davanti a dei testimoni in una casa da gioco. Come ricompensa per aver ucciso i due assassini che tre anni prima
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violarono il palazzo del re e cercarono di ucciderlo, gli viene permesso di sedere a 10 passi dal re. Senza Nome racconta di come abbia raggiunto i due assassini in una remota scuola di calligrafia, fingendo di richiedere a Spada Spezzata la calligrafia della parola spada, e di come sia riuscito a spezzare il legame tra Neve Che Vola e Spada Spezzata, sfruttando la loro gelosia per sconfiggerli entrambi. Qualcosa mette sull’avviso il re, che si fa sospettoso e accusa Senza Nome di averlo ingannato e di voler lui stesso attentare alla sua vita: avendo notato l’energia violenta dello sconosciuto, il re si è reso conto che egli vuole ucciderlo; inoltre, il re aveva potuto constatare durante l’attentato di Neve Che Vola e Spada Spezzata di come questi due fossero delle persone tutt’altro che meschine, come voleva fargli credere invece Senza Nome. Ipotizza dunque che i suoi attentatori abbiano deciso di morire per aiutarlo ad arrivare a 10 passi da lui, per poterlo finalmente uccidere. Racconta dunque una sua versione ipotetica dell’incontro tra Senza Nome, Neve Che Vola e Spada Spezzata. Vistosi scoperto, Senza Nome rivela di essere un uomo del Regno di Zhao e che la sua famiglia era stata sterminata dall’esercito invasore di Qin. Am-
mette quindi i suoi intenti omicidi e svela la tecnica che ha messo a punto per uccidere il re, ma corregge il suo racconto; nessuno è morto: Cielo e Neve Che Vola si sono effettivamente alleati con lui fingendo di morire davanti a testimoni e donandogli le loro armi per dargli la possibilità di attentare alla vita del re, altrimenti irraggiungibile. Ma durante il precedente attentato, Spada Spezzata si rese conto che non avrebbe dovuto uccidere il re, attirando così l’ira di Neve Che Vola; di conseguenza, ha tentato in ogni modo di dissuadere Senza Nome dal suo intento, perché soltanto il re avrebbe potuto unificare i 7 regni della Cina e porre fine alle decennali guerre che avevano spazzato il paese. Ciò nonostante, Senza Nome si era recato lo stesso al palazzo, deciso a compiere la sua missione. Il re, avendo capito che l’unica persona ad aver compreso il suo progetto è proprio il suo peggior nemico, Spada Spezzata, lancia a Senza Nome la propria spada e si volta a guardare la calligrafia della parola spada che aveva eseguito proprio Spada Spezzata. A quel punto il re capisce attraverso la calligrafia il pensiero di Spada Spezzata: il vero spadaccino è colui che non ha più bisogno della spada, né ha bisogno di uccidere. Senza Nome, dopo aver a lungo esitato,
decide di risparmiare il re per un bene più grande: la pace “sotto un unico cielo”. Disarmato e con molta calma, Senza Nome esce dal palazzo del re circondato dall’esercito in assetto da guerra (anche se nessuno osa attaccarlo, conoscendo la sua potenza), ma arrivato alle porte del palazzo si ferma, si volta, e attende. Il re, spronato dai consiglieri e comprendendo lo stato d’animo dell’avversario, dà ordine a malincuore di ucciderlo; Senza Nome, perfettamente in grado di fermare ogni freccia scagliata contro di lui, decide di non difendersi. Nonostante abbia attentato alla vita del re, gli verrà tributato un funerale da eroe con tutti gli onori. Furibonda per il fallimento dell’attentato, Neve Che Vola sfida in combattimento Spada Spezzata ritenendolo colpevole di aver convinto Senza nome a graziare il re, sebbene sappia di non avere possibilità contro di lui. Egli però rinuncia a difendersi per dimostrarle il proprio amore e viene trafitto mortalmente. Disperata, Neve Che Vola si unisce a lui nella morte. Pochi anni dopo, i sette regni divennero un unico paese governato dal re di Qin: la Cina.
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La critica
Il film è accusato da molti critici di appoggiare e promuovere le pratiche assolutiste e totalitariste della politica cinese, affermando che l’unità e la stabilità siano più importanti della libertà e dei diritti umani. Il regista ha negato di aver voluto dare questo messaggio, anche se questo film rimane uno dei pochi che il governo cinese ha approvato e sponsorizzato.
Si tratta del film più costoso finora prodotto dalla Cina, la quale non ha a disposizione i fondi dell’industria cinematografica di Hong Kong. Al contrario dei film di quest’ultima, infatti, Hero è girato in lingua cinese-mandarino, e non in cantonese. Uno dei pregi del film è la presenza delle più grandi star asiatiche, come Jet Li (Li Lianjie), che interpreta il protagonista. Per gli attori Tony Leung e Maggie Cheung, che interpretano i personaggi di Spada Spezzata e Neve Che Vola, questo è il sesto film girato insieme: il settimo è stato realizzato nel 2004. Un’altra importante interpretazione è quella di Zhang Ziyi nel ruolo di Luna. Il coreografo dei combattimenti è Tung Wei, che ha una lunga carriera alle spalle anche come attore. Il film esce in Cina il 24 ottobre 2002, anche se a Pechino esce solo il 14 dicembre dello stesso anno. Dopo aver riscosso grande successo in tutto il mondo, in America la casa distributrice Miramax stenta a farlo uscire: risulta decisiva la pressione del regista Quentin Tarantino, grazie alla quale il film esce nelle sale americane il 27 agosto 2004. In Italia il film esce l’8 ottobre 2004.
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Il Wuxiapian
Wuxiapian è un genere cinematografico prettamente cinese, secondo molti paragonabile all’occidentale “cappa e spada”. Nel wuxiapian si racconta di personaggi mitici ed eroi epici della tradizione cinese, di cavalieri erranti e spadaccini volanti. Il genere nasce dalla tradizione letteraria cinese, e fa parte da sempre della cinematografia asiatica. In Italia il genere arriva dopo la metà degli anni settanta: molti dei titoli italiani che contengono la parola “Bruce Lee” sono in realtà dei wuxiapian. Ciò non ha certo portato vantaggio al genere, che in Italia dovrà aspettare il 2000, con La tigre e il dragone, per conoscere nuova gloria. Il primo wuxiapian è convenzionalmente Burning of the Red Lotus Monastery del 1928, seguìto da una grande quantità di sequel e remake. Ma tutte queste copie sono andate perdute, e quindi rimane incerta l’origine del genere cinematografico. Sicuramente il titolo che ha reso famoso il genere nel mondo è del 1967: si tratta di Mantieni l’odio per la tua vendetta di Chang Cheh, primo titolo della saga dello spadaccino monco. Il film non lancia sicuramente il genere in patria, ma fa sì che venga conosciuto all’estero.
Genere: Azione, avventura Paese: Taiwan/Hong Kong/USA Anno produzione: 2000 Regia: Ang Lee Direttore della fotografia: Peter Pau
Genere: Arti Marziali Paese: Cina/Hong Kong Anno produzione: 2004 Regia: Zang Yimou Direttore fotografia: Zhao Xiaoding
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Christopher Doyle
Christopher Doyle è un acclamato e pluripremiato direttore della fotografia e regista, noto per l’uso di colori estremamente vividi e brillanti. Doyle, personaggio dal carattere molto eccentrico, a soli 18 anni ha lasciato l’Australia ed ha vissuto a Taiwan, Hong Kong e Taipei. Attualmente risiede ad Hong Kong, ma numerosi sono stati i suoi spostamenti. Svariate sono state le sue attività: ha lavorato molto come fotografo, ma si è anche cimentato come trivellatore di pozzi in India, guardiano di bestiame in Israele e dottore di medicina cinese in Thailandia. Ha lavorato con diversi registi cinesi, tra cui Wong Kar-wai, Zhang Yìmóu, Edward Yang e Zhang Yuan. In particolare ha collaborato con Wong Karwai in ben 8 film, tra cui ricordiamo in particolare per i premi ricevuti Ashes of Time (Osella d’Oro per la migliore fotografia all’International Film Festival di Venezia, 1994), In the Mood for Love (Technical Grand Prize di Cannes, 2000), 2046 (Premio per la miglior fotografia dal New York Film Critics Circle, 2004). Numerosi sono stati i riconoscimenti e i premi vinti, tra cui 3 per il film Hero (2002).
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Genere: Sentimentale Paese: Hong Kong/Francia Anno produzione: 2000 Regia: Wong Kar-Wai
Genere: Drammatico Paese: Hong Kong/Francia Anno produzione: 2004 Regia: Wong Kar-Wai
Il colore
In genere, il colore può assumere nel cinema due ruoli diversi e fra loro contraddittori. Da un lato, il colore è stato considerato da alcuni, e in modo particolarmente esplicito da Bazin nel suo saggio “Il mito del cinema totale”, come un elemento essenziale al compimento dell’ideale degli inventori del cinema: “la restituzione di un’illusione perfetta del mondo esterno col suono, il colore e il rilievo”. Dall’altro lato però, il colore filmico può anche presentare una referenza debole nei confronti della realtà e apparire come una presenza puramente sensuale, un elemento che può perfino indicare una divergenza rispetto al reale. i colori assumono una notevole importanza, soprattutto focalizzando l’attenzione sul loro aspetto simbolico. Il colore può avere una valenza non solo come elemento significativo dell’esperienza psichica, non solo come indicatore dei tratti di personalità, ma anche e soprattutto come elemento dinamico che varia al variare della psiche umana, sia essa soggettiva che collettiva. Il colore emerge come un complesso elemento che nella vita quotidiana lega incessantemente la realtà materiale alla dimensione psichica di ogni individuo. “Ciascun colore riflette come in uno specchio l’individuo e la società, aderisce a temi inconsci,
esprime atteggiamenti psichici e affettivi, agisce sull’emotività con attrazioni e repulsioni, diventa luogo della realtà e dell’irrealtà”. Quindi il colore viene interpretato come chiave di lettura di contenuti spirituali, altrimenti difficilmente esprimibili. I colori creano dunque un sistema di rappresentazione e interpretazione. Il colore è inteso però, anche come metafora di conoscenza del mondo e in questo caso quindi occupa tre luoghi: lo spazio di Dio, lo spazio dell’uomo e lo spazio della scienza. “Nello spazio divino il colore rivela la presenza di Dio, i colori sono il frutto dell’interazione fra luce e oscurità. Nel Medioevo si riteneva che la luce che filtrava attraverso le vetrate colorate delle chiese avesse addirittura proprietà curative. Nello spazio dell’uomo il colore acquista una proprietà razionale ed empirica e la luce diventa un mezzo di esplorazione della natura, che permette la visione chiara delle cose e determina le caratteristiche fisiche degli elementi. In questo spazio il colore diventa anche simbolo sociale, dove il blu rappresenta nei diversi momenti storici il “barbarico”, l’“imperiale”, il“borghese”, il“proletario”, il“libertario” e il “conservatore”, il ros-
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so invece simboleggia il “sacrificale”, il “regale”, la “corruzione”, il “popolare/ socialista”, il“consumistico”, mentre al viola vengono associati solitamente la“trasgressione”, le“alte gerarchie di potere”, lo “spiritualismo magico”, la “passione”,ecc... . Nello spazio della scienza il colore invece alle proprietà chimico-fisiche e percettive, e con i progressi scientifici e tecnologici il colore diventa sintetico e indistruttibile acquistando nuovi significati anche nell’immaginario collettivo. Per fare un esempio, il verde, dopo aver simboleggiato per anni la speranza e il trionfo della natura, ha acquistato solo al giorno d’oggi, dopo le riprese dei bombardamenti notturni che illuminano i cieli di bagliori verde acido, il simbolo dell’asettica guerra tecnologica; il blu che nel Medioevo era simbolo di spiritualità e trascendenza è oggi immagine dello spazio cibernetico e dei suoi abitanti”. Il colore è soprattutto ricco di valenze e significati affettivi ed emotivi. E’ infatti rivelatore degli strati più profondi degli affetti. La mancanza di colore nel mondo affettivo di una persona è un indizio di distanziamento dall’oggetto e di una difesa dal coinvolgimento emotivo. In breve, i colori parlano di noi, dando
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informazioni sui nostri desideri, bisogni, paure, rifiuti, basta saper decifrare il messaggio. Nel percorso analitico, attraverso l’uso del colore l’individuo può approdare a quei luoghi arcaici dell’anima che fino a quel momento non hanno trovato alcun altro modo di espressione. Dando la possibilità di colorare e macchiare viene concessa l’occasione di lasciare una indelebile traccia di sé, e i dipinti possono arrivare a costituire la massima espressione delle necessità del soggetto.
L’analisi
All’interno della trama si possono individuare cinque periodi (di cui particolarmente ricco è il periodo centrale), identificati visivamente dai colori dominanti nell’ambientazione e nei vestiti dei protagonisti:
INTRO
PROLOGO
incontro con il Re e scontro con Cielo
RACCONTI racconto di Senza Nome, menzogna racconto del Re di Qin, interpretazione racconto reale di Senza Nome, flashback racconto di Spada Spezzata, flashback EPILOGO scontro con il Re e morte epilogo Spada Spezzata e Neve che Vola OUTRO
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L’analisi verterà sul paragone tra i 4 diversi racconti, ponendo l’attenzione non tanto sulle tonalità cromatiche, già ampiamente discusse precedentemente, bensì sulle successioni di piani e inquadrature, composizione della scena e movimento dei personaggi che la occupano. Ciò a dimostrare come la struttura cromatica del film si rispecchi perfettamente nella struttura compositiva delle scene: si nota infatti una spiccata predilezione delle simmetrie e degli stachi netti, dei punti di vista ampi e centrati e dei primi piani specificatamente focalizzati sul personaggio del momento. Ne risulta un prodotto finale esplicitamente artificioso e ripetitivo, caratteristiche in questo non negative ma anzi perfettamente rispondenti alla trama e agli intenti poetico-estetici del regista.
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La vigorosa ed eropente lucentezza del rosso non si lascia facilmente attenuare, risulta però straordinariamente duttile e suscettibile di inflessioni. Il rosso-arancio è denso e opaco, risplende come se fosse illuminato da un calore interno. Il calore del rosso-arancio sfiora l’intensità del fuoco. La luce rosso-arancio favorisce la crescita delle piante ed eccita le funzioni organiche. Mediante un adeguato contrasto, al rosso-arancio si può dare il carattere della passione febbrile. In quanto collegato al pianeta Marte, il rosso-arancio è riferibile al mondo della guerra e dei demoni. I guerieri portavano in battaglia una veste color rosso-arancio come emblema marziale. Le rivoluzioni si servono di rossoarancio per i loro stendardi. Esso arde di passionalità sensuale. Sul nero spiega tutta lasua violenta, invincibile passionalità, sul blu sembra un fuoco appena attizzato, sul verde appare come un intruso, volgare e rumoroso. Il rosso può toccare tutti i gradi intermedi tra inferno e cielo: gli è precluso solo il reame etereo dove domina il blu. la bandiera rossa e nera simboleggia l’anarchia il rosso è impiegato nei segnali di pericolo il suo colore complementare è il verde 15
la scena si apre con Neve che Vola e Spada spezzata in netta lontananza, opposti nell’inquadratura simmetrica rispetto allo sguardo di Senza Nome: sono infatti in cattivi rapporti ormai da tre anni
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il dialogo tra Spada Spezzata e Senza Nome si svolge secondo uno scambio di primi piani: lo stacco è netto a simboleggiare l’estrema distanza tra i due personaggi, sconosciuti l’uno all’altro e nemici
Neve che Vola non prende parte al dialogo: ma le inquadrature che indugiano sul suo volto dicono che in realtà sta dialogando prima di tutto con Spada Spezzata, per contrasto, poi con Cielo, per bocca di Senza Nome
Senza Nome è l’architetto della scena: è suo il punto di vista iniziale e suo è lo stratagemma per acuire il contrasto tra Neve che Vola e Spada Spezzata. Anche lui dialoga con gli altri secondo stacchi netti e primi piani simmetrici
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la comunicazione tra i tre personaggi è così agitata e difficile che la convocazione al duello viene fatta addirittura di spalle da Senza Nome, ciò ad indicare l’estrema diffidenza e distacco che nutrono i tre
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nella parte finale della scena la camera segue l’uscita di Senza Nome. Questo è un passaggio che si ripeterà nei quattro racconti e chiude il perido attraverso la chiusura fisica del dialogo tra i personaggi
Per blu puro si intende una tonalità che non abbia nessuna inflessione gialla o rossa. Mentre il rosso è sempre attivo, il blu è sempre passivo. Dal punto di vista dell’incorporea spiritualità è il blu ad agire attivamente, mentre il rosso ha un carattere passivo. Il blu si chiude in sè, è introverso. Il rosso è sangue, il blu sono i nervi. Le persone che prediligono il blu hanno in genere un colorito pallido e una bassa pressione sanguigna, ma hanno un ottimo sistema nervoso. Il blu ha la forza tenace della natura invernale che si sviluppa di nascosto, nel buio e nella quiete. Esso è un nulla inafferrabile, presente come però come un’atmosfera cristallina. Il blu ci solleva sulle ali della fede verso le infinite lontananze dello spirito. Mentre per noi è simbolo di fede, per i cinesi è simbolo di immortalità. Il blu sul nero risplende luminoso e puro, sul rossoarancio conserva la sua forza scura, pur salendo ad un’intensa luminosità, conservando la sua autonomia. Sul verde viene violentemente spinto verso il rossiccio. nell’antico Egitto il blu era opposto al rosso è il colore dell’introspezione e dell’infinito il blu è il colore tipico del cielo 19
nella supposizione dei fatti esposta dal Re di Qin, Spada Spezzata e Neve che Vola non sono in contrasto tra loro, perciò siedono alla stessa tavola rotonda disposti simmetricamente nell’inquadratura
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In questo periodo, solo Senza Nome riveste il ruolo di estraneo: egli continua ad essere inquadrato solo e centrale alla camera, accentuando il suo essere un intruso tra la coppia di assassini - amanti
per provare la sua buona fede, ed entrare quindi nelle grazie e nella fiducia di Spada Spezzata e Neve che Vola, Senza Nome si pone al centro dei due, dimostrando le sue capacità di mediatore tra loro e l’assasinio del Re
la scena si conclude sempre con l’uscita di Senza Nome, voltato e centrale rispetto all’inquadratura. Il suo camminare occupa l’intera scena e metaforicamente ciò che si lascia alle spalle è la prova della sua bravura
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la richiesta di Senza Nome, il sacrificio della vita, pone in contrasto i due amanti: la camera perciò sottolinea ciò abbandonando le inquadrature simmetriche iniziali e ritornando ai primi piani dei singoli perconaggi
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entrambi i personaggi sono pensierosi e chiusi in sè: non si curano di dialogare guardandosi in volto poichè sanno che uno dei due dovrà perdere la vita. Per contrasto però, sebbene singole entità, pensano a come salvare l’altro
Il bianco è il simbolo di un mondo in cui tutti i colori sono scomparsi. È un mondo così alto rispetto a noi, che non ne avvertiamo il suono. Sentiao solo un immenso silezio, che, tradotto in immagine fisica, ci appare come un muro freddo, invalicabile, indistruttibile, infinito. Ma è un silenzio che non è morto, è ricco di potenzialità. Il bianco ha il suono del silenzio che improvvisamente riusciamo a comprendere. È la giovinezza del nulla, o un nulla prima dell’origine, prima della nasciata di qualcos’altro.Si può paragonare, musicalmente, ad una pausa finale: dopo, qualsiasi prosecuzione appare come l’inizio di un nuovo mondo, perchè ciò che con questa pausa si è compiuto è terminato per sempre. Sul binco, quasi tutti i colori affievoliscono, a volte si dissolvono, lasciando solo una debole eco. Un grigio, se diventa chiaro, è percorso da una trasparenza, da una possibilità di respiro che racchiudono una segreta speranza. Esso è formato dalla mescolanza di verde e rosso, cioè dalla mescolanza spirituale di una passività compiaciuta e di una fervida attività. secondo l’Apocalisse di Giovanni, il bianco è il colore della purezza ottenuta col sacrificio fino al martirio 23
il periodo caratterizzato dal colore bianco si apre con la presentazione delle fazioni che di li a poco entreranno in gioco a favore o contro il progetto di Senza Nome. Neve che Vola ribadirà la sua disponibilità all’azione
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la seconda fazione è rappresentata da Spada Spezzata e dalla sua allieva Luna: il primo si batterà contro Neve che Vola, uscendone ferito, la seconda proverà a contrastare Senza Nome, ma senza successo
prima della dichiarazione effettiva delle fazioni, Senza Nome si pone ancora una volta nel mezzo degli altri due personaggi: chiede a entrambi collaborazione e contemporaneamente fa da tramite tra gli stessi amanti in guerra
Il dialogo è caratterizzato ancora una volta da stacchi netti e dai passaggi tra primo piano e primo piano a seconda del personaggio che prende la parola: ancora a sottolineare il distacco e il contrasto tra gli interlocutori
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se nel periodo rosso Neve che Vola partecipava in silenzio alla conversazione di Senza Nome e Spada Spezzata, stavolta è lui che ascolta il dialogo degli altri due, esprimendo la sua contrarietà isolata
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la scena si conclude con l’ennesimo allontamento di Senza Nome, troppo abile per essere sconfitto dall’allieva Luna. Neve che Vola e Senza Nome hanno fermato la fazione opposta e si preparano all’azione successiva
Il verde fa da mediazione tra il giallo e il blu. Appartiene ai colori secondari ed è perciò difficile mescolare i due primari in maniera equivalente evitando che uno di essi abbia il sopravvento. Il verde è il colore della flora: quando la luce colpisce la terra, l’acqua e l’aria per dare origine agli elementi, la sua forza, diventando materia, genera il verde. Fecondità e sodisfazione, calma e speranza sono i valori espressivi del verde, che segna la fusione di fede e conoscenza. Quando il verde luminoso è offuscato dal grigio acquista un carattere di pogrizia e di inerzia, quando sale verso il giallo si tramuta in natura primaverile: speranza e gioia dei frutti maturi. Il verde stimolato dal rosso-arancio assume un aspetto alquanto volgare, ma se inclina al blu la sua componente spirituale risulta esaltata. La ricchezza di modulazioni del verde è molto ampia, e modificando i colori di contrasto è possibile ottenere diversissimi valori espressivi. il verde è il colore fondamentale della natura è il colore dell’armonia, l’equilibrio e la pace simboleggia la speranza e il rinnovamento 27
la prima parte del periodo verde è caratterizzata da scene che simboleggiano l’unione perfetta tra Neve che Vola e Spada Spezzata: il loro rapporto è esplicitato dalla simmetria tra i loro corpi e le loro spade
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prima dell’assalto al palazzo del Re di Qin l’inquadratura si sofferma sulle spade incrociate di Spada Spezzata e Neve che Vola: questo è ancora un modo per sottolineare la grande intesa tra i due assassini
l’unione perfetta è però disturbata da un terzo personaggio, esterno alla simmetria della coppia, singolo e centrato nell’inquadratura: il Re di Qin, o meglio, il mancato omicidio, rovinerà l’intesa dei due amanti
a sootolineare la perdita dell’armonia nella coppia, l’inquadratura ritorna ad essere incentrata sui primi piani dei singoli personaggi, centrati e in realzione solo con se stessi, al centro della camera
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Spada Spezzata, artefice della rottura dell’armonia, riprende ad essere ritratti singolarmente: non ci sono più scene simmetriche o in coppia con Neve che Vola, da questo momento l’amore è meno forte del rancore
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sulla scia delle uscite di scena di Senza Nome, stavolta è Neve che Vola a chiudere il periodo: di spalle anche lei, si allontana da Spada Spezzata con un’azione che simboleggia anche l’allontamento sentimentale dall’amante
Prof. E. Visconti - aa 2009/10 Barbara Desiderato 752060