Ars Canusina, arte e design delle antiche terre di Matilde di Canossa. Da quasi un secolo, a Reggio Emilia, si tramanda un sapere artigianale che attinge linfa creativa
Maria Neroni Maria Marisa Strozzi
dalla memoria degli stilemi romanici dell’Italia mediopadana. Come può la lingua figurativa che mille anni fa univa la cultura di tutta Europa reincarnarsi in pregiate opere artistiche d’oggi? Questo volume illustra per la prima volta, attraverso lo studio della geometria medievale e del ricamo tradizionale, come si concepisce un design romanico contemporaneo: l’invenzione di un metodo originale che si deve a una reggiana geniale e caparbia, Maria Bertolani Del Rio.
Ars Canusina Sapere, saper fare ISBN 978-88-97120-70-4
9 788897 120704
€ 49,00
Ars Canusina Sapere, saper fare
Ars Canusina. Sapere, saper fare Progetto editoriale, direzione e redazione Roberto Carriero, Maria Neroni, Maria Marisa Strozzi Progetto grafico e impaginazione Barbara Varini / orto_grafico comunicazione Albinea (Reggio Emilia) Fotografie Silvia Perucchetti Stampato da Tipografia San Martino – San Martino in Rio (Reggio Emilia) Stampato nel mese di ottobre 2016 su carta contenente legno da proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile. Le matrici utilizzate per la stampa sono a basso impatto ambientale, prodotte senza bagni chimici. Gli inchiostri sono a base di materie prime rinnovabili.
© CDL - Edizione e Diffusione Opere di Cultura Locale di Gianluca Borgatti - Via Rovere, 2 - 41034 Finale Emilia (Modena) ISBN 978-88-97120-70-4 In copertina: particolare della tovaglia “Aida”
Questa pubblicazione è promossa dal Consorzio Ars Canusina
Maria Neroni, Maria Marisa Strozzi Saggio introduttivo di Roberto Carriero
Ars Canusina Sapere, saper fare
Con il patrocinio di
Comune di Casina
Comune di Bibbiano
Montecchio Emilia
Indice
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Prefazione di Massimo Mussini Prefazione di mons. Tiziano Ghirelli Elementi di storia, teoria e pratica dell’Ars Canusina Avvertenza per il lettore
Parte I Reperto, disegno, progetto
26 44 78 92
Le trecce I tralci I fiori e i frutti Gli animali
Parte II Progettare e ricamare
110 116 120 126 132
Il nastro canusino I punti lineari Bordi di rifinitura Le foglie Composizioni di foglie
142 Punti di fondo 150 Finiture a punto festone 156 Punto quadro e varianti 164 Tessuti 166 Disegno e velina 168 Filati
Parte III
Stagioni e stili del canone
174 I ricami del San Lazzaro 180 Altre opere del San Lazzaro 182 Il capolavoro “Aida” 188 Gli interpreti nel tempo 234 Il marchio commerciale Ars Canusina® 236 Indice delle immagini 242 Note sugli autori
Album Ars Canusina, tav. 7, Saggio di lavori eseguiti Piatto in ceramica con treccia e bestiario
Evangelistario di Matilde di Canossa, particolare con l’Ultima Cena, sec. XII. Nonantola (Modena), Museo Benedettino e Diocesano d’Arte Sacra
Chiesa di Sant’Apollonio Museo nazionale di Canossa (Reggio Emilia) Frammento di cornice con intreccio
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Questa composizione è costruita con una successione di archi diversi per centri e per raggi. Anche in questo caso un compasso e una corda, è tutto quello che è servito, in tempi lontani, a disegnare questa treccia che trasmette una forte sensazione di movimento.
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I tralci Il motivo decorativo della treccia evolve nel tralcio con foglie o tralcio vegetale. Costruite sulla base di una gabbia geometrica rigorosa, le trecce fungono da supporto per il tralcio. Un ramo emette una foglia, è un annuncio di vita e una promessa di futuro. Le composizioni si arricchiscono, le foglie di varie forme trovano il loro posto nella totalità del creato e la vegetazione nell’insieme ne diventa il simbolo. Il tralcio elabora la progressione degli opposti: figure destrogire e levogire, alternanza di pieno e vuoto, combinazione di apici e convessità, integrazione di rettilineo e curvo. Disegnare tralci è un ulteriore esercizio d’abilità su forme pure. Trovare negli spazi creati dai nastri intrecciati il luogo e la forma idonea a contenere una foglia è un gioco d’intelligenza creativa che elabora la dialettica visiva fra vuoto e pieno per mezzo dell’alternanza ben bilanciata fra curve, punte e spazi di fondo. Questa geometria è armonia. L’osservanza delle regole matematico-geometriche non limita la creatività personale del designer, piuttosto la stimola mentre la protegge da grossolani errori compositivi. 44
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Il ricamo con melograni è eseguito su tela di lino pesante color tortora con filo perlÊ. Questo notevole risultato è stato raggiunto utilizzando ben 40 colori
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Analogo decoro con frutti è scolpito nel marmo del tabernacolo della chiesa parrocchiale di Casina
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Bordino di finitura con barrette centrali imbottite che si appoggiano ad un nastro a punto erba canusino con filo a sinistra; nel lato opposto viene impreziosito da un tettucio ed un punto catenella aperto, il tutto in 4 gradazioni di colore.
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Bordo di rifinitura delimitato da due nastri a 7 giri di punto erba canusino con filo a sinistra in 4 gradazioni di colore. La parte centrale è formata da una treccia semplice in colore contrastante, eseguita a punto erba con filo a destra che racchiude pallini a punto piatto in 3 tonalità di colore.
Bordino di finitura eseguito sulla base di una luce neutra a X contornata a distanza da un punto filza ripassato con filo doppio.
Bordo di rifinitura eseguito in 3 cadenze di colore: sono a punto sabbiolino le due fasce centrali, contornate entrambe da un giro di punto annodato con filo doppio.
Bordino di finitura con un giro di punto annodato centrale completato da 3 giri di punto erba canusino con filo a sinistra da entrambi i lati in 4 cadenze di colore; il nastro cosĂŹ composto viene rifinito da un ulteriore giro di punto erba con filo a destra in tinta contrastante.
Bordo di rifinitura composto da una parte centrale eseguita a rete (punto rodi in diagonale) contornata da punto quadro in cadenza piĂš scura; da ultimo si completa con un giro di punto annodato con filo doppio in tinta contrastante.
Bordino di finitura con la parte centrale eseguita su di una base di due giri distanziati di orlo a giorno neutro, contornata successivamente in due tonalitĂ di colore contrastante, da un giro di punto scambiato ed un giro di punto erba con filo a sinistra.
La luce del sole in trasparenza sulla tenda decorata con un importante bordo ricamato
Bordo di rifinitura eseguito in 3 diversi colori: il motivo centrale è formato da un fondo a punto sabbiolino, particolari a punto erba, contornato dal punto annodato; il tutto racchiuso da due giri di punto quadro con a distanza un giro di punto annodato con filo doppio.
Bordino di finitura a ondine composto da un piccolo nastro canusino centrale a punto erba con filo a destra in 2 tonalitĂ di colore, contornato a distanza da un ulteriore giro di punto erba in tinta contrastante e da un giro di punto annodato in cadenza piĂš chiara.
Bordo di rifinitura composto da una greca a punto erba con filo a destra: in ogni riquadro un quadrifoglio a punto sabbiolino in tinta contrastante è racchiuso da un giro di punto annodato con al centro un cuore a punto nodini.
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Punti di fondo I punti di fondo nell'Ars Canusina, vanno da quelli classici - come il punto rodi e il punto principessa - ai piÚ fantasiosi. Il punto piatto a fili contati la fa da padrone in tutte le combinazioni: alternando fili lunghi a fili corti, spazi vuoti a spazi pieni, in un’unica tinta oppure abbinando colori in cadenza e in contrasto. Ogni figura diventa unica, se arricchita da qualche particolare eseguito con questa tecnica.
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A B C
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1 A - Punto rodi B - Punto rodi doppio C - Punto rodi in diagonale
2
3
A - Punto principessa B - Punto rodi con crocetta C - Punto principessa (variante)
3 A - Damina a 3 fili in tinta unica con variante a 2 tinte in contrasto. B - Griglietta a 4 fili con X centrale in 2 tinte in contrasto. C - Ondine su punto di fondo a 3 fili in tinta in contrasto.
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I ricami del San Lazzaro Nella sua prima stagione di vita, sbocciata e affermatasi nella colonia “Marro”, l’Ars Canusina diede alla luce numerosi manufatti magistralmente progettati ed eseguiti, particolarmente nel ricamo. Esempio fulgido, in grado di illustrare la maturità tecnica ed estetica di quei lavori, è il piviale illustrato in queste pagine, che fa parte del corredo ecclesiastico della chiesa di San Lazzaro. Essa è la somma di tutta l’esperienza accumulata durante la sperimentazione terapeutica a partire dal 1921. L’ampio piviale ha forma semicircolare, è costituito da tre teli di tessuto in seta, lavorato a saia, infustato, rivestito interiormente da una sottile fodera in tessuto giallo. L’intero capo è ricamato in filo di seta mouliné e due tipi di filo dorato. La composizione decorativa dell’intero piviale è ispirato all’evangeliario della contessa Matilde ed è riportato nell’album Ars Canusina, alla tav. 6 della sezione Evangeliari.
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La raffigurazione decorativa principale è quella proposta sul drappo centrale, che rappresenta l’albero della vita. Le sue fronde rigogliose ospitano due volatili. Alla sua base si affrontano due animali: un leone minaccia un agnello. L’albero è eseguito a punto erba canusino sfumato in diverse gradazioni e contornato a punto erba. Le foglie in continuità con l’albero, talvolta, si differenziano utilizzando il punto nodini, il punto sabbiolino oppure punti di fondo, tutto contornato a punto erba semplice o doppio e rifinito con filo dorato applicato.
I volatili e i fiori ricamati nelle tonalità che vanno dall’azzurro al grigio, sempre a punto erba canusino, con particolari a punti di fondo. Nella fascia trasversale superiore sono presenti motivi zoomorfi disposti simmetricamente a una croce posta al centro. Dalla scena centrale si diparte, nel semicerchio del piviale, una raggiera di figure alternate - un fiore e un volatile - ricamate in dimensioni più modeste e ripetute modularmente, ma con dimensioni sempre maggiori lungo ogni raggio procedendo verso il perimetro.
Particolare della scena pricipale del piviale con l’albero della vita che raduna tutto il creato: animali, fiori, foglie e frutti
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Gli interpreti nel tempo Dall’avventura dell’Ars Canusina, dopo il San Lazzaro, si è sviluppato un vero artigianato artistico, fedele all’ispirazione originale. E dopo la seconda una terza stagione ha avuto corso, fedele all’amore del bello e mossa da desiderio di esplorazione intellettuale. La rassegna di questo sviluppo attraverso i decenni costituisce una narrazione necessariamente episodica, qui offerta come galleria di ritratti individuali. Ai discepoli di Maria Del Rio sono succeduti gli emuli: la continua trasmissione personale del sapere ha reso tutti suoi debitori ideali. Alcuni degli interpreti presentati in questa galleria si sono affermati negli ultimi decenni e hanno preso parte dagli anni Novanta all’iniziativa riservata alle imprese dell’artigianato artistico reggiano concessionarie del marchio commerciale Ars Canusina®. L’eredità è viva, il passato ha ancora futuro.
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