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Tagliabue:

Ècertamente un fatto gravissimo quello accaduto di recente alla stazione di Seregno, che vede coinvolti ragazzi molto giovani, ma proprio per questo non possiamo e non dobbiamo semplificare, o attribuire un’etichetta, limitandoci a pensare che il disagio da cui nascono questi gesti possa essere ricondotto ad una motivazione univoca e generale, come può essere l’esperienza della pandemia. Piuttosto dobbiamo fare in modo che queste situazioni diventino uno sprone per allargare lo sguardo e accogliere la complessità che sta dietro a questi eventi.”

Con queste parole Semira Tagliabue, 45 anni, piscologa e professore associato dell’Università Cattolica di Milano, ci introduce ad una riflessione ad ampio raggio sul disagio giovanile e il compito della società che deve affrontarlo.

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“Il tema del disagio giovanile è molto ampio e complesso da trattare, e spesso la ricerca di motivazioni e spiegazioni riducono la visuale. Certamente la crisi sociale che ha generato la pandemia ha portato a delle conseguenze psicologiche a lungo termine, come dimostra l’aumento degli accessi ai servizi di assistenza psicologica, sia nei minori che nei giovani adulti. Il Covid-19 ha richiesto di adattarsi velocemente ai cambiamenti anche forti in diversi ambiti della vita – sociale, lavorativa - e ha messo in crisi le certezze e le prospettive future. Se tutto questo ha avuto un impatto sugli adulti, a maggior ragione l’impatto su minori e

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