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affrontato

giovani adulti è stato ancora più evidente. Gli adolescenti e i giovani si trovano normalmente ad affrontare la grande sfida rappresentata dalla ricerca identitaria che li porta all’età adulta, con la necessaria fatica. Affrontare questa transizione in un clima di forte incertezza sul futuro certamente rende la sfida ancora più grande e faticosa, ma lo scenario non può essere limitato alla pandemia come causa di tutto. Per questo dobbiamo guardare alla situazione nella sua complessità.”

Per affrontare il disagio diventa quindi necessario sviluppare strumenti e risposte complesse, a fronte di una problematica multisfaccettata.

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“La consapevolezza di questa complessità - riprende - deve spingere ad una risposta fatta di tante risorse, adatte e diverse alle esigenze che si presentano, senza ragionare per schemi rigidi, per fornire il miglior supporto a queste generazioni in difficoltà. Dobbiamo accompagnare i ragazzi a valorizzare le proprie risorse e a trovarne di nuove per costruire gli adulti che saranno, affinché il momento di crisi che vivono non diventi distruttivo ma piuttosto l’opportunità di affrontarla senza fuggire, con gli strumenti e i tempi giusti, e farla diventare momento prezioso per il loro percorso di vita”.

Questo tipo di risposta richiede risorse e ampio coinvolgimento.

“I percorsi da sviluppare non possono essere solo quelli di una risposta immediata alle difficoltà, come per esempio l’offerta di più servizi di salute mentale, ma richiedono di essere interventi partecipati da tutte le componenti della società, adulti e giovani insieme, e che siano non solo volti a risolvere la situazione presente: c’è bisogno di percorsi preventivi, ovvero che possano accompagnare nel tempo e insegnare ad affrontare quello che succederà nel futuro. Certamente la sfida è grande e ha molte sfaccettature, ma siamo chiamati ad affrontarla, nonostante l’incertezza dello stato sociale attuale, perché è quella della quale abbiamo la responsabilità nel nostro tempo”.

Elisa Pontiggia

Semira Tagliabue, seregnese, sposata e madre di una bimba, è psicologa, ricercatrice e professore associato di Psicometria presso l’Università Cattolica di Milano, sede di Brescia. Dopo la laurea e il percorso di dottorato, che le ha permesso di specializzarsi in psicologia sociale e dello sviluppo, ha proseguito le sue ricerche occupandosi, tra le linee di ricerca, di giovani adulti e della loro transizione all’età adulta. Ha partecipato come supervisore al progetto “Giovani&COVID: Alla ricerca di un significato” condotto, all’interno del Dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, con l’obiettivo di approfondire il processo di costruzione di significato durante la crisi collettiva della “pandemia da COVID-19” in un campione di giovani adulti residenti in Lombardia.

Il progetto e i risultati della ricerca, iniziata nel pieno del lockdown coinvolgendo più di 600 giovani lombardi e presentati lo scorso anno in Cattolica in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia da coronavirus, sono disponibili su www.giovaniecovid.com

Relazione/Presentata in consiglio comunale dall’assessore Laura Capelli

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