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Tina Anselmi, Edith Stein, Hu Youyou: tre donne

Che Hanno Inciso Nella Storia Con La Loro Vita

La Basilica San Giuseppe, per le feste di Sant’Agata e dell’8 marzo ha dedicato alle donne uno scritto celebrativo intitolato “pensiero augurale grato e preghiera”.

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Un pensiero e una preghiera per le donne che stanno vivendo un dramma personale, familiare o di malattia, di violenza domestica o sociale, ma anche donne che vivono in solitudine, alle quali manca un sorriso o una parola affettuosa.

Un pensiero, una preghiera e un “grazie” alle donne che ogni giorno si aprono alla vita e la accolgono come dono in famiglia, al lavoro o nell’impegno sociale, con generosità pensando al bene comune. Molte sono le situazioni di sofferenza spesso affrontate dalle donne nell’indifferenza di chi le circonda: ciascuno di noi ha verso di loro una piccola responsabilità che si chiama “ascolto”.

D’altra parte, ci sono e ci sono state donne determinate da ricordare per il loro ruolo e da portare come esempio di tenacia e coraggio. Queste donne, di cui citeremo solo alcuni esempi, vivono e hanno vissuto vite anche travagliate ma determinanti per lo sviluppo sociale, politico, spirituale e culturale della società dimostrando la particolare capacità della donna di incidere nella storia.

Tina Anselmi (1927-2016): prima di quattro figli, pur in condizioni difficili, durante la seconda guerra mondiale prosegue gli studi ed entra nella Gioventù femminile di Azione cattolica. Nel settembre ‘44 i nazifascisti la costringono ad assistere alla impiccagione di trentuno prigionieri catturati durante un rastrellamento: Tina ha 17 anni e con il nome di battaglia “Gabriella” diventa staffetta partigiana.

Sindacalista e deputata democristiana è impegnata nelle commissioni lavoro e previdenza sociale, igiene e sanità, affari sociali fino a diventare la prima donna Ministro in Italia nel 1976. A lei, profondamente credente pur nella più trasparente laicità in campo politico, si deve la legge sulle pari opportunità e l’istituzione del Servizio sanitario nazionale. Ad un giornalista che nel 1985 le chiede se l’Italia sia matura per avere una donna Presidente della Repubblica risponde: ”… penso che sarebbe interessante dal punto di vista del costume e soprattutto significativo per le donne. Una donna che riesce, riesce per tutte le altre. Le donne hanno bisogno di trovare in un’altra donna la dimostrazione che è loro possibile essere e fare.”

Edith Stein (1891-1942): tedesca di famiglia ebrea, a 14 anni lascia l’ebraismo e diviene atea. Laureata in filosofia, nel

1921 si converte al cattolicesimo dopo aver letto, in una sola notte d’estate, la vita di Santa Teresa D’Avila: aveva cercato a lungo la verità e la trova nel mistero della Croce. Nel 1933 entra nel Carmelo di Colonia con il nome di Teresa Benedetta della Croce. Il 2 agosto 1942 è prelevata dalla Gestapo e internata ad Auschwitz-Birckenau; il 9 agosto per lei e la sorella si aprono la camera a gas e il forno crematorio.

Secondo Giovanni Paolo II, che la nomina compatrona d’Europa, “fu una personalità che portò nella sua intensa vita tutta la drammaticità del nostro tempo” riconoscendone la grande statura filosofica e religiosa e il suo originale cammino di santità: una femminista ante litteram, teologa e mistica, autrice di opere di profonda spiritualità.

Tu Youyou (1930) farmacista cinese vincitrice del Premio Nobel per la medicina nel 2015, dodicesima donna e primo medico cinese ad aggiudicarsi il prestigioso riconoscimento per la scoperta dell’artemisia come potente farmaco antimalarico privo di effetti tossici. Ricerca- trice modesta e riservata svolge la sua attività in piena Rivoluzione cinese con scienziati e intellettuali osteggiati, il marito inviato ai lavori forzati e la figlia di 4 anni rinchiusa in un collegio a Pechino.

Tu YouYou vede morire per malaria troppi bambini e con determinazione, a costo di sacrificare la sua vita personale, raggiunge un risultato straordinario pubblicato su una prestigiosa rivista scientifica in modo anonimo considerandolo “un dono della medicina tradizionale cinese regalato al popolo del mondo”.

Questi esempi di vita, così come tanti altri poco conosciuti, ci testimoniano come da azioni e scelte compiute da donne, derivino cambiamenti determinanti per la società. Ma anche nella quotidianità molte storie di donne parlano di riscatto personale e ci trasmettono speranza tra sofferenze e piccole gioie: se conosciamo qualcuna di queste donne, dedichiamole anche solo un gesto di condivisione o una parola di stima!

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