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il design grafico nel mondo delle corse: identità nazionale aziendale e personale
Il design grafico nel mondo delle corse
una storia di identità nazionale, aziendale e personale. Nel mondo delle corse motociclistiche i colori e le forme hanno da sempre svolto un ruolo principale: di comunicare identità e appartenenza, per identificare e per pubblicizzare. Per creare lealtà e fedeltà ad un marchio - che sia lo sponsor, la casa produttrice o il pilota. Oggi il mondo delle corse è una punta estrema dove convergono diverse realtà sportive, emotive ed industriali. Sono presenti i fattori più primari ed intrinsecamente umani: la competizione, il pericolo, l’ammirazione, il grande talento dei piloti e lo sviluppo tecnologico all’avanguardia delle stesse case produttrici ma anche delle diverse aziende del settore: i caschi, le tute, i vari accessori. Poi ci sono i fattori commerciali che si appoggiano sulla passione e sui valori del pubblico che si identifica con i suoi eroi, e di conseguenza con i marchi dei vari sponsor. Ogni centimetro di pelle, ogni pezzo di calotta o carena che può essere verniciato diventa uno preziosissimo spazio commerciale, il manifesto pubblicitario si trasforma in livrea applicata su mezzi che corrono con velocità sconosciute ai comuni mortali. Mezzi pilotati da personaggi ammirati e seguiti da un pubblico fatto da appassionati. Gli sport estremi, ed in particolar modo il motociclismo sono settori che non si basano su pensiero razionale di acquisto. L’impulso d’aqcuisto non è mai governato dalla convenienza economica, dalla comodità e neanche dall’affidabilità dei mezzi e dei prodotti. Questo settore si basa su legami emotivi fortissimi, sulla passione, sulla sensualità del design, sul senso di appartenenza, la tribalità... Su questi valori subconsci e primitivi della psiche umana. Questo mercato, quindi, è basato sulla irrazionalità del suo target. Quindi, per i sponsor è importantissimo creare il senso di tribù, di denominatore comune perché il pubblico è estremamente fedele al marchio. Il pubblico si identifica con il pilota, con il suo personaggio e di conseguenza con la sua identità commerciale - i diversi sposor legati al pilota. Questi sposor diventano parte integrale dell’identità commerciale del pilota e del team. Fatta questa introduzione possiamo andare avanti e trovare le risposte a queste domande: Che aspetto ha la grafica destinata a questo target? Come si è evoluta durante la storia? Che colori vanno usati e perché?
All'inizio ci fu il Rosso Nei primi tempi, nelle competizioni di auto e moto, i mezzi venivano verniciati con i colori codificati per le diverse nazioni di provenienza. Questo era, e rimane lo sfondo sul quale si sono sviluppate le molteplici identità visive che vediamo oggi. Più passava il tempo, e con il moltiplicarsi di identità commerciali, si poteva notare un passaggio da colori nazionali a colori aziendali delle case produttrici e poi ai colori e livree in linea con le immagini coordinate dei sponsor, del team e del pilota.
Anni 50-60
Nella maggior parte dei casi le livree venivano sviluppate direttamente dalla scuderia, e comportavano una colorazione uniforme, il marchio della casa produttrice ed il numero ben visibile del pilota che permetteva di riconoscere facilmente la provenienza e la casa produttrice delle moto. In quest’epoca non sono presenti sponsor o altre scritte sulle carene. In questi anni vediamo emergere elementi grafici e scelte di cromatiche che compongono il DNA storico delle identità aziendali delle case produttrici.
Anni 70 - i primi sposor All’inizio degli anni 70 in seguito a dei cambiamenti di regolamento, furono permessi team privati che utilizzavano moto di produzione di terzi. I team che oggi chiamiamo clienti o satellite. Questa nuova tipologia di team aveva il bisogno di essere finanziata per poter affrontare i costi, ed era quello il momento dove i sponsor sono comparsi per la prima volta sulle carene. In questi tempi i sponsor erano rappresentati da adesivi di logo e scritte sulle carene che però, mantenevano una livrea molto semplice ed in linea con l’identità visiva della casa produttrice che in questi anni è passata da distese di colore omogeneo ad avere elementi grafici distinti per differenziare le diverse case motociclistiche. I primi sponsor che vediamo sono quelli legati all’ambito meccanico: le candele Champion, l’olio Castrol, pneumatici Dunlop. Questi sponsor erano presenti nelle moto a livello di componentistica e portandoli sulle carene si otteneva l’effetto “powered by”, ciò è: questa moto, questa scuderia vince perché usa i nostri prodotti. Siamo i migliori sul mercato. Le corse si sono rivelate un’ottima vetrina per l’esposizione, per la visibilità e per il raggiungimento dei target audience. Con la yamaha di Saarinnen nel 1970 vediamo un primo esempio di uno sponsor principale che diventa il nome del team, affiancandosi al nome del produttore: Arwidson Yamaha. Le carene si trasformarono progressivamente in spazi pubblicitari ed i sponsor si moltiplicarono per arrivare verso gli anni 80 ad integrarsi o a sostituire completamente le livree dei produttori sulle carene.
Anni 80 - crisi di identità Negli anni 80 le carene delle moto si trasformano in cartelli pubblicitari. L’identità visiva è predominantemente dello sponsor principale, riportando sulla moto l’immagine coordinata dello sponsor, mentre il produttore diventa una scritta di importanza secondaria. Le grafiche delle livree seguono le linee delle carenature che in questo periodo diventano sempre più aggressive e appuntite, in forte contrasto con le carenature gonfie e tondeggianti degli anni 60-70. Le inclinazioni di tutte le linee grafiche aumentano e si estendono in modo diagonale dalla ruota anteriore, salendo e restringendosi verso il codone in alto. Questo utilizzo di elementi grafici, linee di forza dinamica comunicavano le velocità e le prestazioni estreme delle moto anche quando erano ferme sulle pagine dei giornali. Una serie di cambiamenti radicali nello stile di guida (il ginocchio per terra) gli angoli maggiori di inclinazione nelle curve e le moto che diventavano sempre più veloci, hanno aumentato la percezione della dinamicità e dell’aggerssività dello sport. In questi anni vediamo un’altro cambiamento: l’identità degli sponsor. Non sono più limitati all’ambito automotive, ma compaiono le bibite come Coca Cola e Pepsi ed i marchi del tabacco: Marlboro, Lucky Strike, Rothmans ed altri. Questi sponsor si chiamano Outside Industry Sponsors, perché non sono legati all’industria ma intravedono nelle corse una finestra per aumentare la propria esposizione, guadagnando anche il valore aggiunto di sponsorizzare un team. Questo cambiamento è dovuto in parte alla maggiore visibilità che i sport guadagnano con la diffusione delle trasmissioni televisive a colori. Inoltre, in questo periodo vediamo comparire dei personaggi, dei protagonisti nel motociclismo. Non solo per i loro risultati, ma per il loro stile, per il loro carattere e carisma. Questi personaggi e le loro identità grafiche segneranno uno dei cambiamenti più notevoli nel graphic design per le corse.
Anni 90: Aldo drudi - Esplosione di colore e l'importanza del pilota All'inizio degli anni 90 si aggiunge un altro elemento al mix di identità già presente sulle carene: l’identità commerciale del pilota. Quella viene espressa sopratutto nella grafica del casco, con l’obbiettivo di distinguere il pilota, di trasmettere fuori il sentimento e l’espressione che possa avere il pilota nascosto lì dentro, per aiutare al pilota di sentirsi pronto per la corsa e per pubblicizzare il produttore dei caschi. Fino all’anno 1992 i caschi presentavano colorazioni semplici che seguivano le linee e le forme della calotta. Si trattava di caschi che presentavano i colori dello sponsor principale oppure una grafica semplice scelta dal pilota. Il più grande cambiamento è stato quando Aldo Drudi ha disegnato il casco di Kevin Schwatz nel 1992. Il design del casco presentava un’abbondanza di elementi grafici e di colori intensi mai vista prima. Il casco ed il colore scelto per rappresentare Schwantz lo ha distinto subito dagli altri piloti, rendendolo altamente visibile (il colore giallo) e riconoscibile.
Piano piano è stato aggiunto un carattere per il suo nome e per il numero. Elementi di color giallo sono stati aggiunti in vari posti sulla tuta ed il casco per creare un’immagine più coerente. In essenza viene creato un logo e un insieme codificato di colori ed elementi grafici per rappresentare il pilota. L’immagine coordinata del pilota è nata. Verso la fine degli anni 90 altri sponsor iniziano a comparire anche sui caschi e sulle tute dei piloti. Sono sponsor che sono più legati al personaggio del pilota invece di quello del team. Questo fatto permette ad aziende come redbool, monster, oakley ecc di raggiungere il proprio target attraverso un canale privilegiato: il pilota. E qui torna lo stesso discorso del “powered by”. Se per il team e per la moto sono adatti sponsor che fanno parte dell’industria automotive, il pilota potrebbe pubblicizzare sponsor possono essere degli energy drink piuttosto che accessori o marchi di abbigliamento da utilizzare nella vita quotidiana.
Anni 2000 - 10: una nuova energia Negli anni 2000 si sono verificati alcuni eventi che finiranno di cambiare e di amplificare le prospettive del marketing legate al motogp. Fino all'anno 2005 le compagnie del tabacco erano i sponsor outside industry più potenti nel campo delle corse motociclistiche. Ma in seguito a cambiamenti culturali e nuove regole che dal 2005 hanno proibito l'advertizing diretto delle sigarette, il settore è rimasto in crisi e per un certo periodo vediamo moto con le livree che ancora presentano l'immagine coordinata delle compagnie del tabacco, però senza il loro nome e logo. Questo è un raro esempio di quanto è importante un'immagine coordinata ben studiata: riesce a comunicare e ad evocare il brand anche senza aver bisogno del logo o scritte ulteriori.
Negli anni che seguono il ritiro delle compagnie del tabacco vediamo una partecipazione sempre più forte di Redbull, Monster ed altri energy drinks che vanno a moltiplicarsi e ad occupare il vuoto lasciato dalle companie del tabacco. La presenza degli energy drink si è espansa fino al punto che redbull sponsorizza un campionato intero: il Redbull Rookies Cup, oltre a sostenere altri team e piloti. Questi nuovi sponsor si sono legati strettamente al mondo dei sport estremi ed hanno trovato nel motociclismo un terreno fertile. Quasi tutti i piloti sono finanziati in parte da un energy drink e in molti casi è anche il sponsor principale che occupa la maggior parte della livrea. Inoltre, in questo periodo, con l'aumento della visibilità del motogp anche a livello globale (nel 2006 si è segnato un forte aumento dei contratti televisivi diretti con dorna), i piloti hanno iniziato sempre di più a partecipare nelle pubblicità per attività di poromoter per gli outside industry che li sostengono. L'immagine coordinata trasmessa dagli energy drinks è sempre molto ben studiata e comprensiva. I loghi e gli elementi grafici si ripetono, si estendono sulle tute, sui caschi e sui guanti, per poi integrarsi in modo coerente con l'identità visiva del pilota, del produttore (che sparisce quasi completamente) e degli altri sponsor minori. Infatti, il design delle livree ha acquisito molta più importanza in questi anni perché per vari fattori ci sono più sponsor e varie identità visive che devono convivere sulla stessa moto e devono essere espresse a seconda del loro valore economico per il team. Per questo sono nati vari altri studi, oltre a Drudi Performance che si occupano di Racing Design, ovvero dell'identità aziendale del pilota stesso, della sua immagine coordinata, delle livree per i team ecc. Tra questi si può nominare Indivisual, Bargy Design, Troy Lee Designs ed altri ancora.
Livree speciali promozionali Le livree si oggi non sono statiche, cambiamo durante la stagione per promuovere varie iniziative dei sponsor. Sotto vediamo le due livree di Fiat Yamaha dell’anno 2007 e del 2011 in occasione del debutto della nuova 500 sul mercato italiano e successivamente sul mercato statunitense. Nel 2011 in occasione del gran premio di Laguna Seca, il team Fiat Yamaha ha promosso un’iniziativa per la quale i primi 500 appassionati che manderanno le proprie foto, le vedranno integrate nelle livree, sui caschi e sulle tute del team, creando una livrea fatta con la partecipazione del pubblico.
of marketing Tanti sono i piloti, quasi tutti oggi, che hanno una propria immagine coordinata, con tanto di numero personalizzato, logo, e merchandise vari, però nessuno c'è l'ha talmente elaborata e consolidata come Valentino Rossi. Lui è stato seguito da Aldo Drudi fin dall'inizio ed ha prestato tanta attenzione alla sua identità visiva che con il passaggio degli anni si è trasformata in una vera e propria corporate identity. Il colore predominante è giallo che si ripete nei guanti, nelle saponette, in parti della tute e sulla moto. Le illustrazioni per i sticker vanno sempre eseguite nello stesso stile e con lo stesso carattere delle scritte. Più recentemente ha sviluppato il marchio VR46 sotto il quale si raggruppano vari merchandise, un energy drink della monster (chi promuove chi?), la VR46 Riders Acasemy ed il team Sky VR46 del moto3. Rossi, grazie ai suoi risultati sportivi e al suo carattere frizzante è riuscito a creare e a mantenere sempre l'interesse, mantenendo un alto livello di innovazione e di cambiamento con caschi speciali e numerose edizioni limitate.
Due parole sul colore Nelle corse motociclistiche le case produttrici non erano molto condizionate da restrizioni e codifiche cromatiche come le auto. Insomma, i produttori erano liberi di scegliere i propri colori per rappresentarsi al meglio. I produttori Italiani e giapponesi sono stati fortunati perché per tradizione avevano il colore rosso nelle livree, essendo il colore assegnatogli nelle codifiche dei colori da corsa. Quando chiediamo ad un bambino qual'è la moto che va più forte, la risposta sara sempre: la rossa! Nel mondo delle corse il rosso, il giallo e l'arancione rimangono da sempre molto ambiti per la loro immediatezza visiva, percettiva e simbolica. Questi colori sono i colori Caldi, creano impatto prima di tutto sul livello fisiologico: aumentano l'eccitazione e il battito cardiaco, poi vanno elaborati a livello simbolico: con connotazioni di energia, velocità, aggressività e forza. Infine, i colori vanno decodificati come identità nazionali o aziendali. Quando l'utilizzo dei colori caldi si rivela impossibile per le immagini coordinate già progettate, si tende di usare comunque colori primari o secondari, molto saturi e luminosi. Tutto questo per contribuire all'immediatezza dell'impatto visivo, alla riconoscibilità e alla memorabilità. Oggi vediamo utilizzati però meno colori puri, primari come il giallo, il blu e il rosso. Invece ci sono più colori che tendono verso il verde, il giallo fluo, l'arancione. I colori che trasmettono energia, freschezza e vivacità.
Un pilota è un guerriero , e in passato, guerrieri utilizzavano colori e disegni speciali -come in America , dove gli indiani usavano colori di guerra . Questa è una storia antica per l'uomo; normalmente il cuore batte forte prima di fare battaglia o la corsa , perché è un'attività violenta, ed i colori aiutano a conquistare le paure e ti fanno sembrare più intimidatorio al tuo avversario . Il lavoro che facciamo con i colori e la grafica sul casco è molto più complesso di quanto possa sembrare , se si vuole farlo bene. - Aldo Drudi
Qui cè qualcosa che non quadra...
Sitografia (lista parziale) asphaltandrubber.com derapate.it architteturaedesign.it daidegasforum.it motourage.net 2ri.de www.slideshare.net/ohellojames/colourgestalt - presentazione sulla teoria del colore artlab.it www.cycleworld.com indivisual.it motogp.com motoblog.it http://vroombikers.blogspot.it/ http://www.tecnoartsersan.com/tag/agusta/ troyleedesigns.com motomatters.com planetsmart.com dailystar.com motociclismo.it motorcycle-usa.com motogpworld.net motorsport.com kevin-schwantz.com visordown.com riotengine.com vitalmx.com yahoo.co.jp/osamufugita global.yamaha-motor.com/race honda.com redbull.com monster.com ducatiwebpoint.com marinadiospedaletti.it
Bibliogrfia 1000 moto - Carsten Heil, A&P editing, milano Motorcycle: evolution, design, passion - Mick Walker, Octopus Publishing UK.
Bella Litinetski Anno accademico 2013-2014 Accademia di Belle Arti Bologna Corso: Storia della Arti Applicate Prof. Carlo Branzaglia