La strada della futa

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La trada della FUTA AROUND

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Strada Storica della Futa (SP 65) Around Futa

UNIONE MONTANA VALLI SAVENA-IDICE Giunta Giovanni Maestrami, Presidente e Sindaco di Loiano Gabriele Minghetti,Vicepresidente e Sindaco di Pianoro Alessandro Ferretti, Sindaco del Comune di Monghidoro Giuseppe Venturi, Sindaco del Comune di Monterenzio Direttore Viviana Boracci La guida è stata realizzata in collaborazione con A cura di Beatrice Orsini, Carlo Tovoli, IBC Progetto e realizzazione grafica Beatrice Orsini, IBC I testi sono stati rielaborati sulla base delle ricerche condotte dall’Università degli Studi di Bologna- Dipartimento di Agraria, coordinate dal Prof. Gilmo Vianello per conto dell’Unione Montana Valli Savena-Idice nell’anno 2012 Traduzioni Michelle Pedretti della G.L.M. International di M. Tamari & C. S.a.s. Bologna Ivan Orsini, IBC Un particolare ringraziamento al prof. Adriano Simoncini e ai dipendenti del’Unione Montana Valli Savena-Idice che hanno partecipato al progetto in particolare a Paola Naldi e a Daniele Manfredini Cartine e APP: Adimatica di Andrea del Monte

Il progetto di valorizzazione della strada storica della Futa (SP65) promosso dall’Unione Montana Valli Savena-Idice ha visto, nel settembre 2013, l'inaugurazione di sei aree attrezzate in punti strategici della strada nei Comuni di Loiano, Monghidoro e Pianoro, con panchine, tavoli e cartelloni, in italiano e inglese, che illustrano le eccellenze storico-culturali e naturalistiche del territorio, e la realizzazione della APP “around Futa”, scaricabile gratuitamente, che contiene tutte le informazioni turistiche per scoprire il territorio: oltre alle schede sui beni culturali e ambientali, l’elenco delle manifestazioni e degli eventi in programma nei Comuni, dove mangiare e dormire, i bar e le aree di parcheggio. Le informazioni turistiche, consultabili anche da dispositivi mobili, completano le informazioni della mappa interattiva georeferenziata realizzata dall’Unione Montana Valli Savena-Idice nel 2012 (all’indirizzo http://mappainterattiva.uvsi.it) con l’indicazione delle eccellenze artistiche e naturalistiche del territorio, i percorsi in mountain bike, le Aziende biologiche e quelle che aderiscono alla “Strada dei vini e dei sapori”. Un QR Code, posto sui cartelloni nelle aree attrezzate e in corrispondenza dei monumenti o punti di maggior interesse, permette inoltre di accedere a tutte le informazioni aggiornate su aziende e strutture ricettive presenti sulla Strada della Futa, all’elenco delle manifestazioni di carattere turistico/culturale sul territorio, fino alle possibili aree di parcheggio. Questa guida, frutto della collaborazione tra l’Unione Montana e l’Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna, vuole essere un ulteriore contributo alla valorizzazione di un territorio che nel passato incantò illustri viaggiatori e che oggi chiede di essere di nuovo “svelato”. Siamo certi che le sorprese non mancheranno. Giovanni Maestrami Presidente dell’Unione Montana Valli Savena-Idice The project of enhancement focused on historical road Futa (SP65), sponsored by Unione Montana Valli Savena-Idice let, in September 2013, the achievement of six picnic areas at strategic points of the road in the territories of Loiano, Monghidoro and Pianoro municipalities with benches, tables and signboards, written in English and Italian, which illustrate the historical, cultural and natural attractions and the production of the APP “Around Futa”. It is possible to download this APP free of charge, and it contains all the tourist information to visit these places: in addition to the files concerning the cultural and environmental heritage, you will find the list of exhibitions and events planned in the municipalities, restaurants and hotels, bars and parking areas. The tourist information, that you will look at by also mobile devices, complete the interactive map of geo-referenced information made in 2012 ​​by Unione Montana Valli Savena-Idice (at http://mappainterattiva.uvsi.it), by all the artistic and natural attractions of these places, the mountain bike trails, the biological companies and those ones that join the “Route of wines and flavors”. A QR Code, placed on signboards in the picnic areas and close to the most interesting monuments or places, allows to get all the latest information on businesses and accommodation facilities related to Futa, and the list of tourist and cultural events in the territory, up to eventual parking areas. This guide is the result of collaboration between Unione Montana Valli Savena-Idice and Istituto beni culturali, and wants to help the enhancement of an area that, in the past, bewitched famous travellers and today asks to be back “revealed”. We trust that there will be many surprises. Giovanni Maestrami President of Unione Montana Valli Savena-Idice


LA STRADA DELLA FUTA NEL TEMPO L’esistenza di centri importanti sulla destra del fiume Savena (S. Ruffillo, Loiano, Monghidoro) è attestata dopo il Mille ed è in quell’epoca che si afferma un percorso corrispondente in gran parte alla direttrice della Futa, lungo il crinale destro del Savena. La strada è definita nel XII secolo strada “montanara”e nei documenti ufficiali è denominata “Strata qua itur Florenciam” (Strada per la quale si va a Firenze). A partire dalla seconda metà del XIII secolo il Comune di Bologna sceglie questa strada come via ufficiale verso Firenze per i commerci e nel 1246 fa costruire a Scaricalasino un castello-fortezza a difesa del proprio territorio. Nel 1300 in occasione del Giubileo, la “Via di Toscana”che aveva come punto di partenza l’Abbazia di Santo Stefano a Bologna è raccomandata ai pellegrini in viaggio da Nord verso Roma. La strada era in quel periodo poco più che una semplice mulattiera. Già nel XVI secolo è testimoniata l’esistenza di punti di ristoro hospitalia (ricoveri per viandanti), e stazioni di posta per il cambio dei cavalli a Pianoro, Loiano, Anconella e Scaricalasino (l’attuale Monghidoro, dove gli animali da soma erano scaricati dal peso delle merci trasportate, per eseguire i controlli di frontiera) Non si registrano grandi cambiamenti fino al XVIII secolo quando il granduca Francesco di Lorena per facilitare gli spostamenti tra Firenze e Vienna (Maria Teresa, sua moglie, era figlia dell’imperatore d’Austria), decide di trasformarla in una strada carrozzabile, osteggiato in questo dal papato che mirava allo sviluppo del collegamento con Roma all’interno dei territori pontifici, attraverso Ancona e Loreto. Fino alla prima metà del Settecento, la strada era carreggiabile fino a Pianoro, dopo era “strada per bestie da sella e per carretti”. A metà Settecento su iniziativa lorenese si disegna un nuovo tracciato più breve che prevede l’abbandono del passo del Giogo per quello più alto della Futa (da cui la strada prenderà il nome). I tempi 4

THE FUTA ROAD OVER TIME Records attest to the existence of importance settlements on the right side of the Savena river (San Ruffillo, Loiano, Monghidoro) after 1000 AD and in this period a route largely corresponding to the Strada della Futa was established along the ridge to the right of the Savena. In the 12th century it was defined as a “mountain” road and in official documents it was “Strata qua itur Florenciam” (road to go to Florence). Starting from the second half of the 13th century, the City of Bologna chose this road as the official trade route to Florence and in 1246 had a castle-fortress built in Scaricalasino to defend its territory. In 1300, on the occasion of the Jubilee, the “Via di Toscana” (Tuscan Way), whose starting point was the Abbey of Santo Stefano in Bologna, was recommended to pilgrims travelling from the north toward Rome. The road was little more than a mule track in that period. In the 16th century, there were establishments serving refreshments, hospitalia (shelters for travellers), and staging inns for changing horses in Pianoro, Loiano, Anconella and Scaricalasino (“unload the donkey”, the present-day Monghidoro, where transported goods were unloaded from pack animals for border inspections).There are no records of major changes until the 17th century, when the grand duke Francis of Lorraine decided to transform it into a carriageable road in order to facilitate travel between Florence and Vienna, (his wife Maria Theresa was the daughter of the emperor of Austria). His plan was opposed by the papacy, which aimed to develop a link to Rome within papal territories, via Ancona and Loreto. Until the first half of the 18th century, the road was carriageable up to Pianoro, after which it was a “road for saddle animals and carts”. In the mid 18th century, on the initiative of the Lorraine family, a new shorter route was designed, which entailed abandoning the Giogo pass for the higher Futa pass (from which the road would take its name). Travel times between Bologna and Florence were reduced to between 12 and 15 hours. During the Napoleonic period, this road was included 5


Cartina tratta da "Direzione pe' viaggiatori in Italia" di Carlo Barbieri, 1779, e riprodotta in una cartolina dei primi del 900. Collezione P. Calzolari

di viaggio tra Bologna e Firenze si riducono tra le 12 e le 15 ore. Nel periodo napoleonico la direttrice è inserita nella strada imperiale 6 che da Parigi arriva a Napoli. A Napoleone è impropriamente addebitato il “taglio”che eliminò un altro ampio tratto di strada a Livergnano tra il 1817 e il 1820. Per quasi tutto l’Ottocento non si ebbero sostanziali modifiche. Alcune inportanti varianti, soprattutto per limitare i tratti con più forte pendenza, furono apportate a inizio Novecento. La “Futa” divenne poi leggendaria grazie alle quattro ruote e alla celeberrima “Mille Miglia”, la cui prima edizione si tenne nel marzo 1927. Nel 1944-45 le operazioni belliche di sfondamento della Linea Gotica cancellano edifici storici e danneggiano seriamente alcuni centri disposti lungo la strada. Nel dopoguerra la Futa” rinasce con una forte vocazione turistico-culturale, in coincidenza con lo spostamento del flusso automobilistico sul tronco appenninico dell’Autostrada del Sole (1960). 6

in imperial highway 6, which went from Paris to Naples. Napoleon was unduly blamed for the “cut” which eliminated another large stretch of roadway in Livergnano between 1817 and 1820. No substantial changes occurred for nearly the whole of the 19th century. Some major variants were introduced at the start of the 20th century, above all to limit the steepest stretches. The “Futa” then became legendary thanks to automobiles and the famous “Mille Miglia” (“Thousand Miles”) race, held for the first time in March 1927. In 194445 war operations aimed at breaching the Gothic Line wiped out historical buildings and seriously damaged some towns situated along the road. In the post-war period, the “Futa” was reborn, with a strong emphasis on tourism and culture, after the flow of automobile traffic had been diverted to the Apennine stretch of the Autostrada del Sole (1960).

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PRIMA DELLA “FUTA” Oggi la strada che da Bologna porta al Passo della Futa (903 m), prima SP 65 poi regionale “della Futa”, è conosciuta soprattutto dagli appassionati di moto per le sue numerose curve. La conformazione della viabilità attuale, ricca di tornanti, ci fa capire che si tratta di una viabilità di epoca recente, sicuramente non riferibile al percorso che in epoca romana univa Bologna ad Arezzo. Una menzione è nelle parole dello storico latino Tito Livio (XXXIX, 2: ”…ne in otio militem haberet, viam a Bononia perduxit Arretium”) il quale ricorda che il console Caio Flaminio, figlio di quel Flaminio a cui si deve la realizzazione della consolare che da Roma conduce a Rimini (220 a.C.), dopo aver pacificato i Liguri, per non tenere le truppe in ozio, tracciò questa direttrice. Difficile è stata la ricostruzione sul terreno del tracciato di epoca romana denominato dagli studiosi Flaminia minor per distinguerlo dalla consolare vera e propria, essendo a noi noti solo i capolinea. Inoltre, nulla viene indicato in merito a possibili tappe intermedie su altre fonti itinerarie, almeno fino al XII secolo, epoca in cui si predilesse il tracciato attuale, con una sola deviazione realizzata nel 500 tra Loiano e Monghidoro. Vari sono stati gli studiosi che hanno formulato delle ipotesi sulla “via” prescelta dal console come itinerario più breve e agevole per collegare il territorio pacificato dai Liguri a Roma. Fra questi ricordiamo Nereo Alfieri, che ne ipotizzò il percorso partendo da Claterna (località Maggio) a est di Bologna, sulla base di alcuni toponimi (Flaminga, Fiamminga, Flamigna) presenti su documenti di epoca medievale e Guido Achille Mansuelli, che propose invece la valle del Reno, attribuendo alla Flaminia minor il miliario rinvenuto a Borgo Panigale (CIL XI, 6645). In realtà le valli transappenniniche sono state percorse sin da epoche remote e sfruttate soprattutto in epoca 8

BEFORE “FUTA ROAD ” Nowadays, the road that leads from Bologna to Futa Pass (903 m), first SP 65 (provincial road 65) then regional road of Futa, is well known especially by motorcyclists because of many turns.The shape of the current road, full of hairpin bends, lets us understand that it is a recently laid road, certainly not corresponding to the route that, in Roman times, joined Bologna to Arezzo. We find a mention about it in the Roman historian Livius’ work (XXXIX , 2: “... ne in otio militem haberet, viam a Bononia perduxit Arretium”): he tells that Caius Flaminius consul, son of such Flaminius who got the consular road linking Roma to Rimini, built (220 BC), after appeasing Ligurian people, not to keep troops in idleness, sketched this route. Difficult was the in situ reconstruction of the Roman route, named by scholars Flaminia Minor, to distinguish it from the real consular road, as we only know its terminus. Besides, nothing is indicated about possible intermediate stages on other itinerary sources, at least until the XII century, when people preferred the current route, with only one deviation laid in the XVI century between Loiano and Monghidoro. Several were the scholars who have made ​​assumptions concerning the “road” chosen by the consul as the shortest and easiest route to connect the pacified Ligurian territory to Rome. Among them, here we mention Nereo Alfieri, who suggested the path starting from Claterna (near Maggio) at the east of Bologna, due to some place names (Flaminga, Fiamminga, Flamigna) belonging to medieval documents, and Guido Achille Mansuelli, who on the contrary proposed the Reno Valley, ascribing to Flaminia Minor a milestone discovered at Borgo Panigale (CIL XI , 6645). In fact, since ancient times the Transapennine valleys have been being run along and exploited especially during Etruscan times, when lively were the trade exchanges between Felsina, the capital of Adriatic Etruria, mainly active between the seventh and sixth centuries BC, and Tyrrhenian Etruria. They were tracks that mostly passed 9


etrusca quando vivi erano i rapporti commerciali fra Felsina, capitale dell’Etruria padana, attiva soprattutto fra il VII e VI secolo a.C. e l’Etruria tirrenica. Si trattava di piste che seguivano perlopiù le valli dei fiumi, agevolate in queste zone dalla presenza di sistemi fluviali come Reno-Setta e Savena-Zena. Queste piste ebbero sicuramente, come in altri casi, un ruolo determinante per i romani i cui principi guida nella costruzione delle strade erano la brevità del percorso e lo sfruttamento di piste preesistenti, ma soprattutto l’adeguamento alla geomorfologia della zona da attraversare. Questo porta a concludere che, partendo da Bologna, il Passo della Futa permetteva sicuramente di attraversare l’Appennino in modo più agevole e più diretto rispetto ad altri percorsi. Le ultime analisi effettuate da Cesare Agostini e Franco Santi, che si sono avventurati tra i boschi dell’Appennino alla scoperta di questo percorso, del quale si era persa memoria, hanno portato a prediligere come tracciato dell’antica Flaminia minore il crinale fra i torrenti Savena e Setta-Sambro, già indicato dallo storico bolognese Ludovico Salvioli e dall’abate Serafino Calindri. Partendo da Bologna si proseguiva per Brento, Monzuno, Monte Venere, Sassorosso, Monte Bastione, Piana degli Ossi, M. Poggiaccio, Poggio Castelluccio, nei pressi della Futa, in direzione di Fiesole. Ad avvalorare la loro ipotesi numerose tracce di basolato rinvenute nei boschi delle località sopracitate, che sembrano suggerire un percorso più o meno rettilineo e rispondente quindi ai principi romani.

through the valleys of rivers, in these areas made easier by river systems such as Reno-Setta and Savena-Zena. These tracks surely carried out, as in other cases, a decisive role for the Romans who always kept, as main standards related to the construction of roads, the short distance involved and the use of existing tracks, but first of all the adaptation to geomorphology of the area to be crossed. This leads to the conclusion that, starting from Bologna, Futa Pass certainly allowed to cross the Apennines according to a smoother and more direct way than other routes. The latest researches by Cesare Agostini and Franco Santi, who ventured into Apennine forests to discover this route, which had been forgotten for a long time, made us prefer, as route of the ancient Flaminia Minor, the ridge located between the torrents Savena and Setta-Sambro, just marked by the Bolognese historian Ludovico Salvioli and the abbot Serafino Calindri. Starting from Bologna, the road continued through Brento, Monzuno, Monte Venere, Sassorosso, Monte Bastione, Piana degli Ossi, M. Poggiaccio, Poggio Castelluccio, near Futa, towards Fiesole.Their hypothesis have been confirmed by many traces of paving found in the woods of the abovementioned locations: these traces seem to suggest a more or less straight route, thus fit to Roman principles. Beatrice Orsini

Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna

Beatrice Orsini

Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna

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