Seguendo la via aemilia

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ISTITUTO PER I BENI ARTISTICI, CULTURALI E NATURALI

Rivist a "IBC" XXI, 2 0 1 3, 2 immagini, itinerari Itinerario archeo lo gico lungo i 26 2 chilo metri che unisco no Rimini a Piacenza.

Seguendo la Via Aemilia Beatric e O rs ini [IBC]

La Via Aemilia tracciata dal co nso le Lepido nel 187 avanti Cristo da Rimini a Piacenza, ha segnato pro fo ndamente la sto ria dell'Emilia-Ro magna, lasciando traccia del suo passaggio no n so lo nel no me della regio ne, ma anche nella trasfo rmazio ne subita dal territo rio in seguito alla sua apertura.1 Occupato fin dalle epo che preisto riche, durante l'età del Bro nzo questo territo rio è interessato dalla cultura terramarico la, co me testimo niano i rinvenimenti di Castio ne Marchesi (Parma), Fo dico di Po viglio (Reggio Emilia) e Mo ntale Rango ne (Mo dena). Negli ultimi due siti so no state aperte due realtà museali: rispettivamente, il Museo della Terramara Santa Ro sa e il Parco della Terramara di Mo ntale, do ve si o rganizzano varie iniziative per far co mprendere, attraverso l'esperienza diretta, meto di e tecniche di lavo razio ne utilizzati dagli antichi artigiani che abitavano questi luo ghi (www.terramarasantaro sa.co mune.po viglio .re.it ;www.parco mo ntale.it). Successivamente interessato dalla civiltà Villano viana (IX-VIII seco lo avanti Cristo ),2 il territo rio fu po po lato prima dagli Etruschi e po i dai Galli Bo i. Fu però l'arrivo dei Ro mani a segnarlo pro fo ndamente, so prattutto co n l'apertura della Via Emilia, che co stituirà appunto la spina do rsale della regio ne. Le città fo ndate lungo il suo perco rso , infatti, rappresentavano sia i capo linea di perco rsi pro venienti dal versante appenninico ,3 sia i punti di partenza per quelli diretti verso no rd.4 L'abbattimento dei bo schi, il pro sciugamento delle zo ne paludo se e un impo nente pro gramma di assegnazio ne delle terre ai co lo ni (la centuriazio ne), so no i principali interventi che i ro mani o peraro no sul territo rio a partire dalla Via Aemilia.5 La strada co nso lare co stituirà infatti, nella maggio r parte dei casi, l'asse da cui avranno o rigine i limiti centuriali, co n leggere variazio ni a seco nda della co nfo rmazio ne del terreno . L'attuale perco rso della Via Emilia ricalca so stanzialmente l'antico tracciato di epo ca ro mana, già restaurato in epo ca augustea, salvo nei casi in cui il cro llo dei po nti o lo spo stamento dei fiumi ha co stretto a so luzio ni alternative.6 A testimo nianza del tracciato rimango no i cippi miliari, co lo nne po ste lungo le strade ro mane che indicavano la distanza in miglia (1 miglio ro mano = 14 80 metri circa) e ripo rtavano un'iscrizio ne co n la distanza da Ro ma o dalla città più vicina e il no me del magistrato o dell'imperato re che aveva fatto co struire o restaurare la strada. Per quanto riguarda la Via Emilia so no testimo niati ben 35 cippi di cui alcuni in situ (lo calità di Santa Giustina e San Martino di Riparo tta, Rimini), altri co nservati in museo (Bo lo gna, Museo civico archeo lo gico ; Mo dena, Lapidario Estense; Rimini, Museo della Città; Castelfranco Emilia, Museo civico archeo lo gico ; Parma, Museo archeo lo gico nazio nale), altri anco ra perduti (Rimini; Bulgaria (Fo rlì-Cesena); chiesa della Neve al Martigno ne (Bo lo gna); Mo dena; Fo rlimpo po li; Reggio Emilia; Co llegaro la (Mo dena)) o reimpiegati (chiesa di Santa Maria, Paderna di Po ntenure (Piacenza); San Gio vanni in Co mpito (Fo rlì-Cesena)). Il perco rso è indicato anche da altri elementi, co me le necro po li, che si tro vavano preferibilmente nelle aree extraurbane, o i mo numenti sepo lcrali iso lati, che co nfermano l'interesse alla "visibilità" e quindi al mantenimento della memo ria del defunto .7 La co nso lare co stituì anche un'o ttima via di co municazio ne per la distribuzio ne dei pro do tti in tutto l'impero , co me rico rdano le fo nti e co me è stato co nfermato dal ritro vamento di numero se villaerustiche dislo cate nelle aree limitro fe e do tate, nella maggio r parte dei casi, di po zzi per l'acqua e impianti per la macinazio ne dei cereali.8 Esemplificativa a questo pro po sito , po iché co nservata quasi interamente, è la villa di Russi (Ravenna), un vasto co mplesso a uso agrico lo co n splendidi pavimenti a mo saico , datato tra il I e il VII seco lo do po Cristo (www.archeo bo .arti.beniculturali.it/russi). Altre ville di questo genere so no state sco perte grazie ai lavo ri per il Treno ad alta velo cità (TAV), co me quella presso cascina San Martino , co n mo saici o ggi co nservati al Museo archeo lo gico di Parma (www.archeo bo lo gna.beniculturali.it/parma), o quella di Canneto lo di Fo ntanellato , nel Parmense, i cui reperti - fibule, vasi, gio ielli, mo nete, attrezzi agrico li - so no espo sti presso il Centro TAV all'interno della Ro cca Sanvitale a Fo ntanellato (www.tav.it/centro visitato ri). La Via Aemilia aveva il suo punto di partenza a Rimini, al termine della Via Flaminia pro veniente da Ro ma, nel luo go in cui nel 27 avanti Cristo fu eretto un arco vo luto dal Senato ro mano per celebrare gli interventi urbanistici pro mo ssi dall'imperato re Augusto . L'arco , tutto ra visibile, o riginariamente inglo bato nella cinta muraria più antica e so rmo ntato pro babilmente da una statua dell'imperato re, fu o rlato da merlatura nel co rso del Medio evo . Da questo punto la strada si inseriva sul decumano massimo della città pro seguendo sul po nte detto "di Tiberio ", la cui co struzio ne iniziò so tto Augusto nel 14 do po Cristo e fu co mpletata da Tiberio nel 21, co me indica l'iscrizio ne


visibile sui parapetti. Presenta cinque arcate in pietra d'Istria su grandi pilo ni co n frangiflutti o bliqui rispetto al po nte, per asseco ndare la co rrente del fiume riducendo ne la fo rza d'urto . La Po rta Mo ntanara, di epo ca sillana, segnava invece l'ingresso in città per chi pro veniva dalla Via Aretina. La piazza principale (Piazza dei Tre Martiri), all'incro cio di cardo e decumano , era lastricata co n grandi pietre visibili tutto ra nel so tto suo lo grazie ad alcune aperture recintate. In città so no co nservati ino ltre i resti del teatro ro mano vo luto da Augusto (I seco lo do po Cristo ), inglo bati in altre co struzio ni più recenti, e quelli dell'anfiteatro eretto nei pressi della linea di co sta nel II seco lo do po Cristo . La città co nserva un'ulterio re testimo nianza di epo ca ro mana: la co siddetta "domus del Chirurgo ", che risalente alla seco nda metà del II seco lo do po Cristo (www.do musrimini.co m). Sco perta in Piazza Ferrari durante alcuni lavo ri stradali, é una residenza a uso privato e pro fessio nale divenuta o ggi museo open air. Si po sso no ammirare sul po sto raffinati mo saici di varia tipo lo gia (mo tivi geo metrici o co mpo sizio ni figurative, co me il mo saico co n Orfeo ), mentre il ricchissimo co rredo chirurgico , o ltre a utensili per la preparazio ne dei farmaci, so no co nservati presso il Museo della Città di Rimini (www.museico munalirimini.it/musei/museo _citta). Oltrepassato il po nte di Tiberio , nei tratti extraurbani la strada era semplicemente glareata, o ssia co mpo sta co n ghiaia e cio tto li di medie dimensio ni pressati nella terra senza legante. Do po il po nte sul fiume Uso , di cui rimango no un'arcata e parte della seco nda visibili in lo calità San Vito (Rimini). Pro seguendo in direzio ne di Cesena, la co nso lare superava il to rrente Rubico ne su di un po nte o rmai distrutto , per arrivare all'abitato di Cesena, so rta sul co lle di Garampo , che la Via Emilia aggirava (co me testimo niato dalla curva Cesena della Tabula Peutingeriana, celebre itinerario di epo ca medievale). Pro seguendo il perco rso si inco ntravano una serie di fora - Forum Livii (Fo rlì), Forum Popilii(Fo rlimpo po li), Forum Cornelii (Imo la) - nati co me aggregazio ni spo ntanee a sco po co mmerciale nei luo ghi in cui so rgevano villaggi di o rigine gallica, privi di un vero e pro prio assetto rego lare su assi o rto go nali.9 L'interesse ro mano per la zo na del Fo rlivese è testimo niato dalla co struzio ne dell'acquedo tto a Meldo la, zo na ricca di acqua lungo la valle del Bidente. Vo luto dall'imperato re Traiano (II seco lo do po Cristo ) e co nservato tutto ra nel so tto suo lo cittadino , aveva lo sco po di rifo rnire Ravenna e aveva pro babilmente il caput acquae in lo calità Do ccia alla Fo ntana del Diavo lo . L'acquedo tto fu ripristinato per vo lere dell'imperato re Teo do rico tra il V e il VI seco lo e fu po sto vero similmente so tto il co ntro llo di un funzio nario imperiale che abitava in città, co me testimo nia la villa ricca di meraviglio si mo saici, co nservati presso il Museo di Fo rlì. Pro seguendo lungo la valle del Bidente, attraverso un perco rso che raggiungeva Arezzo , a circa un chilo metro da Galeata, si inco ntra il municipium ro mano di Mevaniola, do ve so no venuti alla luce i resti di un impianto termale, il teatro e alcuni mo saici pro venienti da domusdi epo ca imperiale, co nservati presso il Museo di Fo rlì. L'agro faentino viene rico rdato dalle fo nti per la pro duzio ne di lini candidi e po co ruvidi, do veva essere quindi una zo na co n una flo rida eco no mia.1 0 Faenza (l'antica Faventia) co nserva resti dell'antico baso lato della Via Emilia in co rso Saffi, presso l'Upim, tutto ra visibili dietro una teca di vetro . I resti di epo ca ro mana più significativi in città so no sicuramente i mo saici pavimentali delle domus di via Paso lini (inizio del I seco lo do po Cristo ), via Do gana (di epo ca più tarda) e Piazza dei Martiri della Libertà (risalente al IV seco lo do po Cristo ). I mo saici pro venienti dalle ultime due domus so no visibili presso il TAMO di Ravenna, all'interno della Chiesa di San Nico lò , che o spita anche i mo saici pro venienti dal palazzetto di via D'Azeglio , dal Palazzo di Teo do rico a Ravenna e dalla chiesa di San Severo a Classe (www.tamo ravenna.it). Do po aver superato il Fiume Lamo ne e il Senio su due po nti o rmai sco mparsi, si arrivava aForum Cornelii, l'o dierna Imo la. Divenuta municipium, fu do tata di fo ro e anfiteatro e co no bbe una flo rida fase edilizia, co me testimo niano alcuni mo saici fra i quali la fascia musiva pro veniente da via San Pier Griso lo go . Nel so tto suo lo di Imo la so no riaffio rati vari tratti di strada lastricati, o ra depo sitati presso il giardino di Santissima Annunziata. Rinvenuto anche un tratto di strada glareata perpendico lare alla Via Emilia, visibile tutto ra nell'area dell'ex Mercato o rto fruttico lo , che testimo nia la presenza di una via di penetrazio ne verso la valle del Santerno , l'antico Vatrenus amnis, allo ra navigabile.11 Alle spalle del centro di Imo la si apre una zo na mo lto interessante dal punto di vista naturalistico , la Riserva naturale o rientata Bo sco della Fratto na, testimo nianza dell'antico paesaggio della prima fascia co llinare. Tra Forum Cornelii (Imo la) e Bononia (Bo lo gna) si inco ntrava il municipium di Claterna, so rto nel II seco lo avanti Cristo ai lati della Via Emilia fra l'abitato di Maggio e il to rrente Quaderna, all'incro cio fra la co nso lare co n la via transappenninica diretta in To scana (ViaFlaminia minor). Qui si apre un'interessante area archeo lo gica co n strade, ambienti termali e domus co n pavimenti a mo saico (www.civitasclaterna.o rg). La Via Emilia entrava nella città di Bononia perco rrendo il decumanus maximus (via Rizzo li - via Ugo Bassi) e attraversava il to rrente Apo sa su di un po nte di cui rimane l'arcata della vo lta a bo tte, visibile nel perco rso so tterraneo accessibile da piazza Minghetti o da piazza San Martino . Resti del decumano si co nservano in Strada Maggio re presso il nego zio Ro che Bo bo is, mentre il tratto rinvenuto in via Rizzo li è stato traslato ai Giardini Margherita ed è visibile dall'ingresso di Po rta Castiglio ne. Il fulcro della vita cittadina, all'incro cio fra decumanus e cardus maximus (via Valdapo sa - via Galliera), era in piazza del Nettuno , co me indicano i resti della basilica civile, di un antico baso lato stradale di e edifici di epo ca successiva, visibili so tto il cristallo della piazza co perta della Sala Bo rsa. La città aveva anche un teatro di epo ca repubblicana (I seco lo avanti Cristo ) co struito interamente in muratura e accessibile fino a po chi anni fa da via Carbo nesi. Alla fase di ristrutturazio ne di epo ca augustea appartengo no le pavimentazio ni musive pro venienti da ricche domus cittadine che si po sso no ammirare presso il Museo civico archeo lo gico di Bo lo gna, do ve so no co nservati reperti utili per co mprendere le varie fasi di sviluppo della città. Nato grazie alle co llezio ni Aldro vandi, Co spi, Marsili, Lambertini, ha


acco lto nel co rso del tempo i materiali pro venienti dagli scavi urbani relativi al perio do villano viano , etrusco e ro mano , o ltre alla splendida co llezio ne egizia (www.co mune.bo lo gna.it/archeo lo gico /luo ghi/5280 1/id/4 774 9 /). Nel Bo lo gnese, una delle testimo nianze più interessanti, relative all'epo ca etrusca, è la città so rta sul Pian di Misano , lungo la valle del Reno , nei pressi dell'attuale città di Marzabo tto (fine del VI seco lo avanti Cristo ). La sua partico larità co nsiste nell'o rganizzazio ne su assi o rto go nali che dividevano il centro in o tto quartieri, una fo ndazio ne quasi di tipo co lo niale, co n una zo na separata destinata agli edifici sacri. Nell'area è visitabile il Museo nazio nale etrusco "Po mpeo Aria", che co nserva i materiali salvati dalla distruzio ne del Museo e quelli pro venienti dai nuo vi scavi. Pro seguendo sulla Via Emilia, do po Bo lo gna si raggiungevano i Campi Macri (Magreta? ), po sizio nati seco ndo Strabo ne fra Regium Lepidi, Bononia e il fiume Scultenna (Panaro ).1 2 Zo na fio rente dal punto di vista eco no mico , co me indicano le fo nti, la sua po po lazio ne era dedita all'allevamento degli o vini, famo si per l'o ttima lana, e alla pro duzio ne ceramica, do cumentata dalle fo rnaci rinvenute a Maranello , Baggio vara, Fo rmigine e Cittano va, o ltreché alla vitico ltura.1 3 Fulcro di questo territo rio era la co lo nia di Mo dena, fo ndata nel 183 avanti Cristo a co nclusio ne della seco nda guerra punica. Deno minata firmissimam et splendidissimam da Cicero ne,1 4 era una zo na davvero fio rente dal punto di vista eco no mico , co me testimo niano i raffinati arredi pro venienti dalla domus di via Università, o ggi co nservati presso il Museo civico archeo lo gico etno lo gico . Nelle zo ne extraurbane della Via Emilia si tro vavano le necro po li, co me indica la rico struzio ne realizzata nella zo na dell'ex ippo dro mo do ve è stato aperto il parco archeo lo gico "No vi Ark" (www.co mune.mo dena.it/mus eo archeo lo gico /racco lte/no vipark.shtml). Si tratta di un museo open air do ve si può rivivere il passato perco rrendo la strada ro mana rinvenuta durante gli scavi per il parcheggio so tterraneo e ammirare da una parte le stele funerarie degli antichi mo denesi (I seco lo do po Cristo ) e dall'altra la rico struzio ne di una necro po li risalente al IV seco lo do po Cristo . Nella stessa area so no stati rimo ntati anche i resti di due edifici, una vasca, un po zzo e un bacino circo lare co n pareti in matto ni. Anche la vegetazio ne ripro po ne quella dell'epo ca, co n essenze e alberi do cumentati in epo ca ro mana. Altre stele funerarie, rinvenute nelle necro po li extraurbane, so no co nservate presso il Lapidario ro mano del Palazzo dei Musei. In centro città è invece po ssibile effettuare un vero e pro prio to ur attraverso le antiche stele, po iché ne so no state realizzate varie co pie, co llo cate nel punto di ritro vamento degli o riginali. L'ara di Vetilia, po sta al centro della ro tato ria tra la Via Emilia e la tangenziale Pasternak, quella del centurio ne Publius Clodius (inizi del I seco lo do po Cristo ) sulla via Emilia est presso il palazzo dell'Alleanza Assicurazio ni, la stele di Caius Fadius Zethus (I seco lo do po Cristo ) e una lapide a fo rma di prua di nave (fine I seco lo avanti Cristo - I seco lo do po Cristo ) po sizio nate sui due lati della Via Emilia, all'incro cio co n via Bo nacini e via Cucchiari (www.aemiliao nline.it/). La co nso lare si dirigeva successivamente verso Reggio Emilia perco rrendo il decumano della città (via Emilia San Pietro e via Emilia Santo Stefano ), do ve si co nserva anco ra un tratto baso lato co n tracce del marciapiede. La città co no bbe un'impo rtante fase urbana nel I seco lo do po Cristo , co me testimo nia la no tevo le quantità di mo saici pro venienti da variedomus e attualmente co nservati presso i Musei Civici di Reggio Emilia. In centro , ino ltre, presso i Giardini pubblici, si può vedere il mo numento ai Co nco rdi risalente all'età imperiale, rinvenuto a Bo retto , co n una struttura co siddetta a recinto , all'interno della quale era co llo cato il cippo funerario . La co nso lare usciva dalla città pro seguendo in rettilineo per raggiungere la zo na del Parmense, no ta fin dall'antichità per la pro duzio ne di lana.1 5 A Parma, co lo nia dedo tta nel 183 avanti Cristo sull'intersezio ne della Via Emilia co n il to rrente epo nimo , la co nso lare superava il co rso d'acqua su di un po nte deno minato "Po nte di Teo do rico " o Pons Lapidis, di cui si co nservano due delle dieci arcate nel so tto passo di via Mazzini. La co lo nia era o rganizzata su assi o rto go nali e dal cardine si po teva pro seguire verso Brescello , l'antica co lo nia di Brixillum rico rdata da Plinio , impo rtante centro po rtuale sul Po .1 6 Parma o spita dal 176 0 il Museo archeo lo gico nazio nale, fo ndato da do n Filippo di Bo rbo ne in seguito alla sco perta di Velleia. Il centro , di o rigine ligure, si tro va lungo la Val d'Arda, in una zo na ricca di acque termali e in un punto strategico di co llegamento fra la Via Emilia e la Lunigiana, attraverso i valichi appenninici.1 7 Nell'area archeo lo gica si po sso no ammirare: il fo ro circo ndato dal po rtico , alcune zo ne a uso abitativo e un edificio termale. Annesso all'area è visitabile l'Antiquarium, che co nserva alcuni reperti pro venienti dagli scavi, o ltre a mo saici e calchi della Tabula Alimentaria traianea e della Lex de Gallia Cisalpina . I resti di un altro po nte co struito per il superamento del to rrente Stiro ne, traccia del passaggio della Via Emilia, so no visibili anco ra o ggi in piazza Grandi a Fidenza. Co struito co n blo cchi di tufo piacentino , co nserva un arco a tutto sesto e l'impo sta di un seco ndo , o ltre a una parte della carreggiata. Attualmente è in secca in seguito allo spo stamento del co rso d'acqua più a o vest. La sua direzio ne indica senza dubbio che nel tratto più o ccidentale di Fidentia la Via Emilia no n co rreva in linea retta (caratteristica predo minante di tutti i tracciati viari ro mani) ma effettuava una curva piutto sto stretta. Su un'arcata superstite, in epo ca medievale, fu co struita la po rta o ccidentale attraverso la quale i pellegrini che perco rrevano la Via Francigena, po tevano entrare in città e raggiungere il Duo mo so rto sulla to mba del martire San Do nnino (www.camminafrancigena.it). Da qui si pro seguiva verso Berceto e Mo nchio delle Co rti, centro che co nserva anco ra o ggi tracce di epo ca medievale. Un altro po nte, o rmai sco mparso e rico rdato o ggi so lo dal to po nimo "Po nte Taro ", permetteva alla Via Aemilia il superamento del fiume Taro . Il co rso d'acqua, anticamente navigabile, co stituiva uno degli assi di penetrazio ne verso la Lunigiana, co me testimo niano i resti delle pile del po nte ro mano , sulla riva destra del fiume, nei pressi di Fo rno vo di Taro , nel punto co nfluenza co n il to rrente Ceno e i resti di una villa rustica di epo ca ro mana in lo calità Ro nco lungo di Sivizzano visibili anche dalla strada pro vinciale. Il capo linea della Via Emilia in epo ca repubblicana era a Piacenza, mentre in epo ca augustea fu pro lungato fino al fiume Trebbia, inglo bando un tratto della Postumia, po i Iulia Augusta.1 8 La Placentia ro mana, co lo nia dedo tta nel


218 avanti Cristo insieme a Cremo na, era destinata a custo dire sul fianco o ccidentale il valico di Stradella, la via che univa la Cisalpina all'Etruria settentrio nale o ltre al guado sul Po .1 9 La città co nserva visibili testimo nianze di epo ca ro mana e del suo decumano massimo , di cui negli anni Trenta furo no rinvenuti alcuni resti in via Bo rghetto .2 0 A po ca distanza, in via Sant'Eufemia, è stato inaugurato l'Antiquarium di Santa Margherita - Fo ndazio ne di Piacenza e Vigevano , all'interno del quale un perco rso illustra le varie fasi architetto niche dell'edificio fin dall'epo ca ro mana (domus co n mo saici).2 1 Il territo rio piacentino fu po po lato fin da epo che preisto riche, co me dimo strano i rinvenimenti co nservati all'interno dei Musei Civici di Palazzo Farnese, che nel to rrio ne co nserva un impo rtante pezzo di epo ca etrusca: il fegato o vino rinvenuto a Ciavernasco di Settima (Go sso lengo ), co nnesso co n l'epato sco pia. Varie le realtà museali presenti nella zo na circo stante: il Museo archeo lo gico della Val Tido ne, che co nserva materiali dall'epo ca preisto rica all'età tardo antica e medievale (www.archeo museo valtido ne.it), e il Parco archeo lo gico del Villaggio neo litico di Travo , lungo la Valle del Trebbia, che co nserva a vista parte delle strutture preisto riche messe in luce durante gli scavi e o ffre vari eventi a tema: dalle arcaiche tecniche di lavo razio ne e co ttura dei vasi in ceramica, alla scheggiatura della selce, fino alla tessitura e co ttura dei cibi (www.archeo travo .it).

Note (1 ) Livio scrive che il co nso le Marco Emilio Lepido , so tto messi i Liguri, realizzò una strada a pro seguimento della Via Flaminia co llegando Rimini a Piacenza (Tito Livio , Ab Urbe condita libri, XXXIX, 2.10 ). E Plinio : "Octava Regio determinatur Arimino , Pado , Apennino [...]" (Naturalis Historia, III, 115). Anche Marziale la chiama già " regio Aemiliae viae" (Epigrammi, III, 4 ; VI, 35, 5) co me rico rda Gio vanni Brizzi, che so tto linea co me l'Emilia-Ro magna sia l'unica regio ne "a do vere il no me, che tutto ra le resta, a una strada" (G. Brizzi,La Via Emilia: linea di confine e segno d'identità?, in Via Emilia e dintorni. Percorsi archeologici lungo l'antica consolare romana, Cinisello Balsamo (Milano ), Silvana Edito riale, 20 0 9 , p. 29 . (2 ) Il termine "civiltà Villano viana" fu co niato dal Gio vanni Go zzadini verso la metà dell'Otto cento , in seguito al rinvenimento di una vasta necro po li presso Villano va di Castenaso (Bo lo gna), caratterizzata dal rito della cremazio ne e dall'utilizzo di un vaso bico nico per co ntenere le ceneri. Le co munità villano viane, sparse in un territo rio co mpreso tra l'Emilia-Ro magna e la co sta tirrenica, abitavano in villaggi co stituiti da capanne di cui si può ammirare un mo dello rico struito a grandezza naturale presso i Giardini Margherita di Bo lo gna, do ve si tro vano anche due to mbe di epo ca etrusca rico struite a rico rdo della vasta necro po li qui rinvenuta. I reperti relativi alla fase villano viana si po sso no ammirare presso il Museo civico archeo lo gico di Bo lo gna, presso il MUV - Museo della civiltà Villano viana a Castenaso (Bo lo gna) e presso il Museo civico archeo lo gico di Verucchio (Rimini), che co nserva o ggetti di strao rdinaria bellezza e o reficerie partico larmente pregiate, simbo lo di un livello artigianale mo lto alto . (3) Rico rdiamo la viabilità diretta da Piacenza e Parma verso Luni, quella diretta da Parma verso Lucca, la Via Cassiola verso Pisto ia, il co llegamento fra Bo lo gna e Firenze e dalla Via Emilia verso Arezzo (la co siddetta Flaminia minor), la Via Faventina da Faenza ad Arezzo , la Via Sarsinate da Cesena ad Arezzo , la Via Aretina che co llegava Rimini ad Arezzo , senza dimenticare una delle co nso lari più impo rtanti: la Via Flaminia che co llegava Ro ma a Rimini. (4 ) Dalla città di Piacenza si po teva raggiungere la Liguria perco rrendo la Via Iulia Augusta, che inglo bò alcuni tratti della precedente Via Postumia o ltreché Aquileia, e i centri di Pavia ( Ticinum) e Milano (Mediolanum). Da Parma e Reggio Emilia si po teva raggiungere il po rto fluviale di Brescello sul Po , mentre da Mo dena si po teva pro seguire verso Vero na e Aquileia (Via Aemilia altinate); da Rimini, seguendo un perco rso co stiero che passava per Ravenna, si po teva raggiungere Aquileia (Via Popilia). (5 ) La centuriazio ne era o rganizzata seco ndo un retico lo rego lare di maglie quadrate di 20 actus per lato (circa 710 metri), scandito sul terreno da cardini (o rientati circa da no rd a sud) e decumani (o rientati circa da est a o vest) co stituiti da fo ssati e vie di transito di pubblica utilità. (6 ) Augusto pro lungò il tracciato o ltre Piacenza, fino al fiume Trebbia, co me indicano alcuni miliari (CIL XI, 810 3; AE 19 52, 56 ; AE 20 0 0 , 584 ). Si veda: B. Orsini, Via Emilia, in Regio VIII. Luoghi, uomini, percorsi dell'età romana in EmiliaRomagna, a cura di Lenzi F., San Gio vanni in Persiceto (Bo lo gna), Aspasia Edizio ni, 20 0 6 , pp. 54 4 -56 3. (7 ) Tra le necro po li si segnalano quelle di: Bo lo gna, lo calità Santa Vio la; Mo dena, lo calità Sant'Ambro gio , Fo ssalta e San Lazzaro ; Reggio Emilia, lo calità San Maurizio , Villa Ospizio e via Emilia San Pietro . Tra i mo numenti funerari: quello a tamburo rinvenuto presso Villa San Maurizio (Reggio Emilia) rico struito all'interno dei Musei Civici di Reggio , la grande lapide marmo rea di C. Antistius Pansa, le lastre in pietra co n fregi d'armi a rilievo da Villa Clelia. (8 ) Co lumella, De re rustica, VII, 2.3: "Quanto alla razza, da no i erano stimate le peco re calabresi, apule e di Mileto , e so pra tutte le tarantine. Ora si ritengo no più pregiate le peco re della Gallia e fra esse specialmente quelle di Altino ; si pregiano anche quelle che po po lano i Campi Macri fra Parma e Mo dena. Riguardo al co lo re, il bianco no n so lo è il più bello ma anche il più utile, perché dal bianco si po sso no avere mo ltissimi altri co lo ri, ma da nessuno si riesce a o ttenere il bianco ". Varro ne, Res rusticae, I, 2.7: "In quale parte del mo ndo uno iugero di terra pro duce dieci e anche quindici cullei di vino [da 9 10 a 136 5 litri circa], quanto ne pro duco no alcune regio ni d'Italia? O no n scrive fo rse Marco Cato ne nelle 'Origini' le seguenti paro le? 'Si chiama gallo -ro mano quel territo rio situato fra Rimini e il Piceno che fu ripartito tanto a testa fra i so ldati. In alcuni punti di questo territo rio si ricavano dieci cullei di vino per o gni iugero [o ltre 9 0 0 litri per circa 2,5 chilo metri quadrati]'. No n avviene, analo gamente, nella campagna di Faenza? Là o gni iugero rende trecento anfo re di vino , e per questo le viti so no ivi chiamate trecenarie. Nel dir questo rivo lse gli o cchi verso di me. 'Certo ', co ntinua, 'Libo ne Marcio , che è stato tuo co mandante del genio militare, diceva che le viti tanto pro ducevano nel suo fo ndo in quel di Faenza'". (9 ) G. A. Mansuelli, La Romagna antica. Problemi e prospettive di studio e d'indagine, "Studi Ro magno li", IX, 19 58, p.


14 7. Su Forum Livii: G. A. Mansuelli, Problemi urbanistici dell'abitato e del territorio di Forum Livii, "Studi Ro magno li", XXIII, 19 72, pp. 13-33. (1 0 ) Plinio , Naturalis Historia, XIX, 9 : "[...] il seco ndo po sto spetta al lino reto vino , pro do tto nella zo na limitro fa all'Aliana, e a quello di Faenza, sulla Via Emilia. Quanto a cando re i lini di Faenza so no preferiti a quelli aliani, che no n so no mai so tto po sti a battitura. I lini reto vini so no estremamente so ttili e co mpatti, candidi co me quelli di Faenza [...]". (11 ) Plinio , Naturalis Historia, III, 120 : "Ho c ante Eridanum o stium dictum est, ab aliis Spineticum ab urbe Spina (...). auget ibi Padum Vatrenus amnis ex Fo ro co rneliensi agro ". (1 2 ) Varro ne, nel Res rusticae (II, 1), rico rda la passio ne dell'amico per le peco re, che lo po rtava o gni anno a recarsi presso i Campi Macri. Strabo ne, Geographia, V, 1, 11-12: "Nei luo ghi into rno a Mo dena e al fiume Scultenna [il Panaro ] si pro duce una lana mo rbida e mo lto più bella che in o gni altro sito ". Anche Co lumella, nel De re rustica (VII, 2.3) esalta la qualità delle lane o ttenute dalle greggi dei Campi Macri fra Parma e Mo dena. (1 3) Plinio , Naturalis Historia: XXXV, 16 1 ("[...] Habent et Trallis ibi o pera sua et in Italia Mutina, quo tiamo et sic gentes no bilitantur et haec quo que per maria, terras ultro citro po rtantur, insignibus ro tae o fficinis [...]"); XIV, 39 ("[...] Mo dena va fiera dell'uva perusinia, dall'acino nero , ma il cui vino sbianca nel giro di quattro anni [...]"). (1 4 ) Cicero ne, Philippicae, 5.24 : "[...] la più fo rte e splendida co lo nia del po po lo ro mano [...]". (1 5 ) Marziale, Epigrammi: 2.4 3; 5.13 ("[...] e la gallica Parma va to sando in tuo servizio greggi innumerevo li"; 14 . 155. (1 6 ) Plinio , Naturalis Historia, III, 15.115. (1 7 ) P. L. Dall'Aglio , Geografia fisica e popolamento di età romana, in Aemilia. La cultura romana in Emilia Romagna dal III secolo a.C. all'età costantiniana, a cura di M. Marini Calvani, Milano , Marsilio , 20 0 0 , pp. 51-56 . (1 8 ) La zo na ad Trebiam in cui il capo linea fu spo stato do po il rifacimento augusteo (CIL XI, 2, 810 3) si può identificare co n il paleo alveo (Rio di Calendasco ) tra San Nico lò e Ro tto freno . Si veda: G. Marchetti, P. L. Dall'Aglio , Geomorfologia e vicende storiche nel territorio piacentino. 1. La battaglia del Trebbia (218 a.C.), "Atti dell'Istituto di Geo lo gia dell'Università di Pavia", 30 , p. 157. (1 9 ) Tacito , Historiae, III, 34 : "Questa fu la fine di Cremo na a duecento ttantasei anni dalle sue o rigini. La sua fo ndazio ne risale all'anno del co nso lato di Tiberio Sempro nio e Publio Co rnelio , al tempo dell'avanzata di Annibale in Italia; nacque co me difesa co ntro i Galli stanziati o ltre il Po o per co ntrastare o gni altra po ssibile invasio ne dalle Alpi". (2 0 ) M. L. Pagliani, Piacenza: forma e urbanistica, Ro ma, L'Erma di Bretschneider, 19 9 1, p. 15. (2 1 ) Si veda il video : www.yo utube.co m/watch? v=RYEZMdPrstQ.

Bologna, Museo civico archeologico: cippi miliari della via Emilia - fotografia di Beatrice Orsini

Bologna, Museo civico archeologico: miliario in trachite (CIL XI, 6645: console Marco Emilio Lepido (187 avanti Cristo)) Archivio fotografico del Museo civico archeologico di Bologna

Bologna, Museo civico archeologico: miliario marmoreo (CIL XI, 6644: imperatori Costantino (312324 dopo Cristo), Magno Massimo e Flavio Vittore (387-388 dopo Cristo)) Archivio fotografico del Museo civico archeologico di Bologna

Castelfranco Emilia (Modena), Museo civico archeologico: miliario in pietra (imperatori Valentiniano I e Valente (364-367 dopo Cristo))

Bologna, Museo civico archeologico: miliario in trachite (CIL XI, 6642: console Marco Emilio Lepido (187 avanti Cristo) Archivio fotografico del Museo civico archeologico di Bologna

Bologna, Museo civico archeologico: miliario in pietra calcarea (CIL XI, 8103: imperatore Augusto (2 avanti Cristo) - Archivio fotografico del Museo civico archeologico di Bologna

Rimini: l'Arco di Augusto fotografia di Nino Migliori (tratta dal volume " Crossroads. Via Emilia. Felino (Parma): villa romana presso " La Felinese Passaggi & Topografie" , Bologna, D amiani Editore, Salumi" - fotografia di 2007) Beatrice Orsini


Rimini: il Ponte di Tiberio

Bologna, Strada Maggiore: un tratto di basolato conservato presso il negozio Roche Bobois fotografia di Beatrice Orsini

Modena, Parco archeologico " Novi Ark" : anfore collocate in due vetrine presso il parcheggio sotterraneo - Archivio fotografico del Museo civico Modena, Parco archeologico etnologico di archeologico " Novi Ark" Modena

Parma, sottopasso di via Mazzini: le arcate del ponte romano sul fiume Parma fotografia di Beatrice Orsini

Fidenza: un'arcata del ponte romano sullo Stirone - fotografia di Ambrogio Ponzi

Parma, sottopasso di via Mazzini: le arcate del ponte romano sul fiume Parma fotografia di Beatrice Orsini

Fidenza: un'arcata del ponte romano sullo Stirone - fotografia di Ambrogio Ponzi

Bologna: un tratto di basolato rinvenuto nel 1959 sotto via Rizzoli, traslato presso i Giardini Margherita - fotografia di Beatrice Orsini

Modena, Parco archeologico " Novi Ark"

Velleia (Piacenza): una immagine del foro fotografia di Beatrice Orsini

Un disegno del ponte romano sullo Stirone, a Fidenza, realizzato da Ettore Ponzi

Bologna: un particolare del basolato rinvenuto nel 1959 sotto via Rizzoli, traslato presso i Giardini Margherita - fotografia di Beatrice Orsini

Reggio Emilia: un tratto della via Emilia

Fidenza: un'arcata del ponte romano sullo Stirone - fotografia di Ambrogio Ponzi


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