CARLO BRENNA: IL POETA DELL’AFFRESCO Carlo Brenna è l’artista di copertina di questo numero natalizio del nostro periodico. Illustrare la prima pagina di un giornale, non è sempre cosa facile perché è come dare un colore alla facciata di un palazzo importante. E non a caso, la scelta per la nostra rivista che chiude il 2007, è “caduta” su Carlo Brenna, artista legato in modo morboso all’affresco e alla scultura. Nato a Milano nel 1935, dopo aver frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Brera, dal 1970 in poi, Brenna dedica tutta la sua opera all’affresco ed alla scultura. La passione per l’affresco, antica tecnica murale che consiste nello stendere su uno strato d’intonaco i colori macinati e diluiti in precedenza, lo impegna in una continua ricerca per
L'Abete 2
approfondire questa tecnica, che non si limita solo ad essere fissata sui muri ma, come riesce a fare Carlo Brenna, diventa un’opera su tela mobile. La nostra copertina natalizia è un “inno” alla Prosperità ed alla Pace. Un augurio che facciamo e che fanno tutti, in occasione di questa grande festa della Cristianità e per l’inizio di un
Nuovo Anno. Ma, purtroppo molto spesso, anche queste sono parole che volano via! Speriamo che per il 2008 non sia così, speriamo che il nostro augurio rimanga impresso nel muro della storia… come un affresco. Giulio Dotto
La Redazione augura a tutti i cittadini BUON NATALE !
L’abete, simbolo della felicità perpetua, fa la sua apparizione in remote culture pre-cristiane in riti pressappoco identici, riconducibili al complesso culto arboreo-vegetazionale, la cui origine mitica si spinge fino ad un concetto cosmico: l’Albero del Mondo, cosi come veniva raffigurato nei codici miniati medievali, con le radici volte verso il cielo, dal quale riceveva la linfa per la propria crescita vitale. Simbolo soprattutto generativo, fonte di fecondità di vita. E’ cosi che l’albero di Natale è nella simbologia cristiana l’albero stesso della vita, alla cui luce risplende la verità riposta nella fede. In seno alla famiglia, l’albero di Natale aggiunge al carattere domestico della festa, l’espressione della gioia comune e di augurio, nella cerchia degli affetti e dei sentimenti più cari.
Sull’Abete Sull’abete le candele sono tanti fiorellini, la notte così buia s’ illuminerà. Anche il vecchio come il bimbo lieto si rallegrerà, e in questa Notte Santa giovinetto sarà. Se viviamo del Natale il messaggio di bontà, rimarrà nei nostri cuori gioia e felicità.
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Lo stand de “Il Futuro” Dal 1986 “Il Futuro” è presente alla Fiera delle attività economiche-produttive di Senago. Una fiera che ha visto da sempre un gran successo di pubblico, grazie all’attenta organizzazione sostenuta dal Comune che dai gestori. Lo stand de “Il Futuro”, ha visto personalità politiche ed ecclesiastiche ed è stato visitato da molte persone che si fermavano a chiedere notizie sulle varie attività dell’Associazione, oltre ad ammirare l’attrazione di quest’anno costituita da vari tipi di aerei in miniatura.
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LA Redazione Direttore resp.: Remo Malvestiti Editore: “IL FUTURO” - Capo Redattore: Matteo Colombo
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Stefania Colombo - Loris Fiore - Sara Missaglia Alessandra Mongelli - Luca Rabarin - Silvana Rizzi
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n. 42 - DICEMBRE 2007
Te l . /Fa x 0 2. 99. 0 5. 8 7 .1 3 e-mail: csc.ilfuturo@tiscali.it
Periodico d’informazione registrato al Tribunale di Milano N. 130 - 5 Marzo 1994
N. 6.000 copie distribuite gratuitamente sul territorio senaghese.
Realizzazione e stampa: Tipografia Maggio s.n.c. - Bollate (MI) - Tel./Fax 02.333.00.238
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Adriano Galliani (vice pres. del Milan)
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L’Associazione Italiana Milan Club, nata il 7 gennaio 1967 presso i prestigiosi saloni della Cariplo, compie quest’anno i 40 anni d’esistenza. Da allora l’Associazione ha fatto molta strada, trasformandosi da Associazione Nazionale ad Associazione Internazionale e conta 974 club associati, di cui 60 all’estero, con ben 116mila soci individuali. L’Associazione organizza anche iniziative sociali come la raccolta di fondi a favore dell’A.I.D.O. (Associazione Italiana Donatori Organi) o iniziative di solidarietà promosse da molti singoli club. Nuccia approda all’AIMC nel lontano 1993, il suo carattere forte e la grande
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volontà di migliorare sempre più l’Associazione, la portò subito a ricoprire ruoli importanti, come l’enorme lavoro della gestione di tutta la biglietteria. I colleghi dicono di lei: “a Nuccia, più lavoro le aumenta e maggiormente si esalta, è un vero ‘peperoncino rosso’, piccante quanto basta per tenere a bada un’orda di ‘Famelici’ tifosi rossoneri”. Esile di costituzione, uno scricciolo di donna che nasconde un carattere ‘tosto’ da ‘capo’, che le ha permesso di superare sempre a testa alta le non poche avversità della sua esistenza. Negli anni sessanta ‘Jerry and the Pacemakers’ intonano un brano destinato a diventare un’icona dei cori da stadio dei ‘Reds’ e di tutti gli innamorati del gioco del calcio ‘You’ll never walk alone’, che tradotto suona come ‘non camminerete mai soli’. Il significato di questa frase è ben personificata nel cuore di Nuccia, lavoratrice instancabile, sa infondere sicurezza e fiducia. Gli appassionati di calcio, che seguono il Milan anche nelle trasferte
all’estero, si affidano a lei fiduciosi in quanto riesce sempre a superare ogni ostacolo anche nei momenti più difficili. Il suo motto, ‘non camminerete mai soli’, ispirato dall’omonima canzone che racconta, “quando cammini attraverso la tempesta, tieni alta la tua testa e non aver paura del buio, alla fine della tempesta c’è un cielo dorato… cammina attraverso il vento, cammina attraverso la pioggia, cammina con la speranza nel cuore e non camminerai mai solo”, interpreta l’ideale di una donna sempre pronta, con il suo innato entusiasmo, a tendere una mano.
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EDITORIALE, A CURA DEL DIRETTORE
L'URP mobile... un servizio o un lusso? Nel vedere esposto in fiera un pulmino adibito a “URP MOBILE” , molti sono stati i commenti fra la gente che si chiedeva se il servizio non fosse un lusso, visto che gli elevati costi della spesa pubblica sono quotidianamente sotto processo e che le tasse diventano sempre più pesanti per i cittadini. Per avere lumi abbiamo interpellato l’Assessore ai Servizi alla Città, che ci risponde: “I costi del pulmino sono a parametro zero, poichè è stato regalato al Comune grazie ad una convenzione”, ma su di essa ha dato un’informazione molto evasiva. La risposta molto più trasparente l’ha data il Sindaco in un’intervista tratta dal periodico ‘Senago Informazioni’. Alcuni stralci: … “L’URP Mobile, grazie alla possibilità di raggiungere i cittadini proprio laddove quotidianamente si ritrovano in maggior numero, (l’uscita dalle scuole, il mercato settimanale, le manifestazioni, ecc…), diventa così anche un nuovo strumento di comunicazione a supporto dei servizi informativi…. Questo nuovo mezzo attrezzato ad ufficio mobile e per il trasporto dei disabili, ha valenza polifunzionale e sarà utilizzato non solo per l’URP ma anche per interventi nel campo della Protezione Civile locale ed in casi d’emergenza… Il veicolo speciale è stato offerto al Comune dal Consorzio di Senago a seguito della sottoscrizione di una convenzione per lo svolgimento di attività estrattiva presso la cava in via Brodoloni ed arricchisce e rinnova il parco macchine comunale...
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Il costo del servizio è limitato al consumo del carburante per gli spostamenti ed i costi di copertura assicurativa e di manutenzione del veicolo… Il personale impegnato è dipendente del Comune di Senago, così svolgerà tali attività durante l’ordinario orario di servizio… Reputando di primario interesse pubblico ogni iniziativa tesa a favorire trasparenza e partecipazione, riteniamo che, tale contenuto impegno economico organizzativo, sia un importan-
te investimento per l’intera comunità senaghese”… Riflessione del Direttore A volte non si capisce perché si facciano tanti misteri sulle cose che sono ormai di normale amministrazione, come le convenzioni appunto. È certo caro Assessore, che non esistono convenzioni a costo zero, il termine parla da solo: Convenzione = trattato - patto - accordo, in virtù del quale si conviene che… e quindi il costo zero detto con tanta fierezza, non è veritiero.
L’importante invece è che ciò che si ottiene a favore della cittadinanza sia utilizzato nel migliore dei modi: a - La comunicazione: sì è importante, ma non vanno mai persi di vista i costi della spesa pubblica. b - Gli uffici URP: visto che ne troviamo uno in ogni quartiere, non era forse meglio, anziché il pulmino, concordare con il Consorzio il rifacimento del manto stradale di alcune vie che si trovano in uno stato pietoso (vedi la via Padova, i marciapiedi e altro ancora)? c - I costi: si dice che sono limitati, però ci troviamo un cimitero che a Senago certamente non brilla per il suo decoro, giustificandosi che mancano risorse per tenerlo al meglio. d - I dipendenti comunali impegnati sull’URP mobile laddove si svolgono mercati e manifestazioni, troveranno sicuramente gente autosufficiente e soprattutto pensionati per i quali, non è certo un problema recarsi negli uffici del proprio quartiere. Lo è invece per gli invalidi o i costretti a letto, oppure per chi lavora ed è libero solo alla sera o di sabato, ma anche per chi deve recarsi negli ambulatori non disponendo di mezzi propri, senza mai dimenticare poi i disabili, (ci sono famiglie costrette a sacrifici enormi per accompagnarli in centri specifici), ecc…. Quindi risulta chiaro che l’URP mobile così proposto, risulta solo un lusso che proietta un’immagine comunale negativa. Questa mia riflessione a voce alta non va presa come una critica negativa in assoluto, ma come spunto per riflettere sulla spesa pubblica. Un qualsiasi patrimonio infatti, anche se ottenuto attraverso una “convenzione”, è una ricchezza che va utilizzata nel modo migliore, cioè per i veri bisogni della comunità, mai per il superfluo.
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CULTURA – FOTOGRAFIA E TEATRO
Viviana Nicodemo Un'artista intellettuale La nostra Redazione rende omaggio a Viviana Nicodemo, artista della Città di Senago, in occasione dell’uscita del suo libro “Necessità dell'anatomia” che tratta di due culture: quella del teatro e quella delle arti visive. Il libro di Viviana parla con le sue meravigliose fotografie, una dopo l’altra, poesia dopo poesia; il suo libro dà voce al territorio della carne che non ha parola e si rivela nel gesto afferrato in un’immagine che sa dire il desiderio ed il dolore che lo circonda o si mostra dove una parola di poesia sta in bilico tra canto e silenzio.
Uno stralcio della vita artistica di Viviana Milanese, dopo gli studi classici, si diploma alla “Civica Scuola d’Arte Drammatica Piccolo Teatro di Milano” corso attori. Lavora con varie compagnie e teatri stabili. Lasciata l’attività d’attrice professionista, continua la sua ricerca con nomadismo espressivo (fotografia, installazioni, letture poetiche). 1998 Per lo spettacolo Borges Cafè, regia di Massimo Navone (Teatro dell’Arte- Milano) realizza l’installazione dedicata alla Biblioteca infinita. 1999 Nell’ambito della Rassegna Nazionale della stampa d’arte sul tema “ La cultura dell’apparire” viene selezionata la sua opera “L’anima del corpo” pubblicata sul numero speciale di Grafica d’Arte di Paolo Bellini. 1999 All’interno della manifestazione Metropoli della Provincia di Milano partecipa con la mostra fotografica “Leon Sabba e le mura del labirinto”.
2004 “Segno e materia” mostra collettiva nell’ambito del progetto Curator dell’Accademia di Brera. 2004 “Segni paralleli”, centro civico Buranello, Genova. 2005 “HIC ET NUNC” rassegna internazionale d’Arte Contemporanea con l’installazione Asclepiei. 2005 “Vanitas” Monteriggioni (Siena). 2006 Letture poetiche Viadana, Chiavenna, Castello di Trezzo d’Adda, Mendrisio. 2006 Archivi del ‘900, Milano, mostra fotografica “Il luogo di Venere”. 2006 Piccolo Teatro di Milano, attrice in “Quartetto” per il festival di drammaturgia contemporanea TRAMEDAUTORE. 2007 Festival Identità e Passioni attrice in “La Festa”. 2007 Festival OUTIS - Piccolo Teatro attrice in “L’Interrato”. 2007 Casa della Poesia (Mi) attrice in “La corsa dei mantelli” di Milo De Angelis.
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IL LIBRO: NECESSITÀ DELL’ANATOMIA “Necessità dell’anatomia” è il titolo di questa mostra e insieme del libro uscito nel novembre scorso per le edizioni Spirali/Vel: fotografie di Viviana Nicodemo con testi poetici di Milo De Angelis, Mariella De Santis e Duilio De Rui. Il libro, con prefazione di Gabriela Fantato, Marco Tagliaferro e Armando Verdiglione, è stato presentato il 29 novembre al teatro Out Off di Milano. Si tratta di un percorso tra le rovine. Chi osserva queste foto viene trascinato negli interni di una casa, di un luogo e in quelli di un’anima, laddove tutto si spoglia di ogni atmosfera e si consegna, indifeso, alla vita.
Corpi nudi ed essenziali, pareti devastate, tensioni vertebrali, un senso drammatico di prigionia. Viviana Nicodemo disegna, con i suoi bianchi e neri impietosi, il dolore del proprio sguardo e il dolore dell’essere: non c’è altro fuori da queste mura, tutto avviene lì, senza uscita e senza scampo. Sono fotografie che s’incidono negli occhi. Hanno il potere di lasciare un livido in chi le guarda, hanno la forza di chi lancia un grido di soccorso e deve essere ascoltato, hanno il patos di chi tenta uno scatto alla vigilia della catastrofe.
Soltanto questo crescere indifferente allo sguardo e pieno di ciò che ha visto era possibile: ci sono due barche non contava il loro punto d’incontro, ma la bellezza del cammino dentro l’acqua: solo così, solo adesso, non spiegare. Ed è atroce ma bisogna dire di no alla sua fronte che piange ma non capisce, e ama come per millenni si è amato, promettendo in una terrazza buia, accarezzandosi tra le foglie minacciose. Foto di Viviana Nicodemo
Poesia di Milo De Angelis
Agli amici e lettori di “Senago, Noi e la Città” Com’è nella tradizione, anche quest’anno rivolgo volentieri un saluto ed un augurio in prossimità del Natale. Sono tante le cose che vorrei scrivere. Su una voglio fermare la mia attenzione ed anche la vostra e precisamente sulla sicurezza. C’è oggi un problema serio sulla sicurezza del quale tutti parlano. Dai più semplici cittadini fino ai politici nelle aule del Parlamento ed anche tra le persone delle più alte Istituzioni. E’ importante innanzitutto prendere coscienza che dobbiamo lavorare tutti insieme per la sicurezza, la quale non è solo una realtà che altri devono garantirci, in particolare le Forze dell’Ordine, la Magistratura, i Prefetti, i Sindaci, ai quali giustamente è rimandato un servizio di potere e di coercizione per la
comune sicurezza, ma anche ognuno di noi diventa garante della propria sicurezza e di quella dell’intera società con comportamenti e scelte di correttezza morale e civica, con l’accoglienza del povero e del migrante in cerca di lavoro.
Non si risolvono i problemi soltanto sbandierando i propri diritti e la richiesta di rispetto da parte degli altri. Dobbiamo incominciare da noi stessi con un linguaggio corretto, con gesti di stima reciproca a partire dall’ambito
familiare, dal lavoro, dal tessuto sociale con relazioni di riguardo vicendevole. La società, il mondo è anche nelle nostre mani. Dipende da noi costruirlo come vogliamo. E se ci teniamo davvero a volerlo bello, sicuro, attraente, vivibile, allora dobbiamo rispolverare anche quei valori ai quali il cristianesimo ci ha educati: l’amore reciproco, la sopportazione, l’accoglienza, la solidarietà che Gesù Cristo ci ha insegnato ed è venuto a condividere con noi, facendosi uno di noi, donando la vita per noi. Il Natale è vicino e ci aiuta a riscoprire che accanto ad una sicurezza individuale e sociale alla quale aspiriamo, c’è anche una sicurezza più grande e più duratura che è scritta nel progetto di Dio Padre, che ama tutti gli uomini che sono i suoi figli e li vuol salvare tutti con un Amore Infinito. Buon Natale a voi amici. Il Parroco, don Terenzio
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LETTERA ALL'AVVOCATO
In caso d’incidente tra autovettura e ciclista su una carreggiata munita di pista ciclabile, il ciclista è soggetto a colpa? Gentile Redazione di “Senago Noi e la Città”, nel comune di Senago vi sono diverse piste ciclabili a volte anche protette ed indipendenti dalla carreggiata. Hanno però il difetto di non costituire un percorso continuo e perciò sono sparse disordinatamente sul territorio. Molti ciclisti scoraggiati dal continuo dentro-fiori dalla pista alla strada e viceversa, scelgono di percorrere esclusivamente la strada assieme alle automobili. E’ un comportamento sbagliato e pericoloso. A Limbiate invece, vi è ad esempio una pista ciclabile che
attraversa longitudinalmente tutto il territorio comunale (esclusa una decina di metri in località Pinzano), con piste a volte in terra battuta e a volte con autobloccanti, ma sempre e comunque indipendenti dalla strada per le automobili. Vorrei pertanto chiedere all’Avvocato della Rivista precisazioni sul caso di incidente stradale nel quale venga coinvolta una bicicletta su una strada dotata di pista ciclabile protetta ed indipendente. Se il ciclista transitava sulla carreggiata anziché usufruire della pista a lui riser-
Risponde l’Avvocato Monia Monti La circolazione dei velocipedi è regolata dall’art. 182 del Codice della Strada. Per dare una risposta al quesito posto dal lettore, occorre fare riferimento al comma 9 di tale articolo che così dispone: “I velocipedi devono transitare sulle piste loro riservate quando esistono”. Quando ci si sposta in bicicletta quindi, bisogna rispettare tutte le regole dettate dal codice della strada per le automobili ma in più, nel caso in cui ci sia una pista ciclabile o ciclopedonale, il ciclista è tenuto ad utilizzarla. In caso di inosservanza a tale obbligo, la legge prevede una sanzione amministrativa (precisamente il pagamento di una somma da € 19,95 ad € 81,90). Anche l’art. 377 del Regolamento del Codice della Strada (D.P.R. 16.12.1992 n. 495) disciplina la circolazione dei velocipedi e, in materia di piste ciclabili,
prevede che ove tali piste si interrompano, immettendosi nelle carreggiate a traffico veloce o attraversino le carreggiate stesse, i ciclisti devono effettuare le manovre con la massima cautela evitando improvvisi cambiamenti di direzione. Purtroppo non ho reperito giurisprudenza su casi analoghi a quello prospettato e quindi, quanto esporrò di seguito, costituisce un mio parere interpretativo.
vata, è soggetto a colpa? Come si comporta in questi casi l’assicurazione? Complimenti per la Rivista e distinti saluti a Lei egregio Direttore Malvestiti, unitamente a tutta la Redazione. A mio avviso, qualora si verifichi un sinistro stradale tra una vettura ed un velocipede su strada dotata di pista ciclabile causato per fatto e colpa imputabile al conducente della vettura (ad esempio per non avere rispettato il segnale di STOP o per non essersi arrestato al semaforo proiettante luce rossa), la circostanza della circolazione del velocipede su strada, e non sulla pista ciclabile, potrà essere valutata al fine di un eventuale concorso di colpa del ciclista e non certo al fine di escludere la responsabilità del conducente del veicolo. Al contrario, qualora il sinistro dovesse essere cagionato per colpa o per concorso di colpa del ciclista, tale comportamento verrà valutato con maggior rigore, proprio in considerazione del fatto che su quel tratto di strada esisteva una pista a lui riservata e che lo stesso aveva l’obbligo di percorrere.
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Senago vista da una farfalla notturna Una farfalla notturna, dal balcone del Comune, guarda Senago e gli si accende un lume. Chissà se l’usignolo dorme o sta sognando, forse aspetta l’alba per cantare la canzone del guerriero senza patria e senza spada, che affronta la vita a muso duro, con un piede nel passato e lo sguardo dritto nel futuro. Come si cambia…, chi in precedenza cantava la stessa canzone, lo chiamavano “farfallone”. Che Senago stia perdendo la trebisonda? Certo è che se non si fa qualcosa, prima o poi, vedrai che si affonda. I cittadini sono stufi di chi continua a fare guazzabugli più inconsulti. Per il caos dei sensi unici, loro non demordono, guardano al referendum e lo appoggiano. Caro usignolo è ormai l’alba, il sole sta per tornare, non cantare,
raffrena l’impulso del cuore del guerriero, pensa al giovane di un tempo, sì battagliero, ma felice di credere di non avere, il bi-adesivo sul sedere.
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SENAGO CALCIO E’ bello vedere delle/dei piccolissime/i femminucce e maschietti impegnarsi nelle discipline sportive, sinonimo di sport come preparazione fisica ed educazione del vivere con i coetanei nel rispetto reciproco. Il gioco del calcio: nel vedere questi piccoli pulcini vestiti da calciatori che entrano in campo, ti prende una grande emozione e un’immensa tenerezza. Parliamo oggi del Senago Calcio, che con grande soddisfazione vede svilupparsi sempre più il settore giovanile. Le categorie impegnate nei vari tornei sono: Esordienti (classe 1995) e Pulcini (1996/97/98/99). La scuola calcio segue con molta passione e competenza 24 piccoli atleti nati nel 2000/01/02/03. Il settore è seguito dal direttore sportivo Rinaldo Rocco, un grande appassionato di calcio, già allenatore e dirigente da parecchi anni. Che dire poi dal responsabile dei giovanissimi atleti, Deponti Norberto, cresciuto nel mondo del calcio, da giocatore ad allenatore e dirigente, una persona con tanta esperienza che ama la socialità e sa trasmetterla ai giovani. Antonio Bellaprile, laureato nel mondo del calcio sul campo, vive la sua esistenza al centro sportivo di via Isolino. Della scuola calcio dice: “Vogliamo far crescere i giovani
In piedi da sinistra: Allenatore Sala E. • Dirigenti: Ciavola G. • Porretta M. • Tutone N. (non in foto) Giocatori: Bertolini R. • Sartori L. • Pravettoni A. • Rossi E. • Ratano G. • Tutone A. • Stefanoni Y. In ginocchio: Porretta F. • Cagnazzi L. • Fois S. • Borroni D. • Maffezzini M. • Corona R. • Fiore A.
calciatori con tecnici professionisti e diplomati ISEF; far praticare attività motorie di base a completamento della personalità e della formazione dei bambini; il gioco del calcio, come fenomeno educativo, d’aggregazione, di disciplina, per saper stare in gruppo e socializzare, nell’apprendimento di esperienze neuromotorie propedeutiche, di tecniche calcistiche individuali e collettive, fondamentali per l’avviamento allo sport agonistico”. Alla Senago calcio i nostri complimenti e tanti auguri di buon Natale.
Alessia Fiore… una passione per il gioco del calcio
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Pier Paolo Pasolini è stato poeta, regista, scrittore, pittore…e calciatore. Il suo amore per il calcio lo portò a giocare nel Casarsa, sua città natale in Friuli. Pasolini definì il Football un sistema di segni, cioè un linguaggio. “Ci sono nel calcio dei momenti che sono esclusivamente poetici: si tratta dei momenti del ‘goal’. Ogni goal è sempre un’invenzione, una sovversione del codice: ogni goal è ineluttabilità, folgorazione, stupore, irreversibilità. Proprio come la parola poetica… Anche il ‘dribbling’ è di per sé poetico. Infatti il sogno di ogni giocatore (condiviso da ogni spettatore) è partire da metà campo, dribblare tutti e segnare”. Definiva il calcio italiano come una prosa, che arrivava al goal con lo schema: catenaccio, triangolazione, conclusione, ma il suo animo poetico lo portava ad amare la poesia brasiliana: discese concentriche e conclusione. Auguri Alessia, il gioco del calcio, come diceva Pasolini, è amore e poesia.
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Pista ciclabile di via Togliatti: come è stato possibile recintare un terreno con piante di proprietà comunale? Alla fine del settembre scorso diversi cittadini, in particolare quelli limitrofi alla via Togliatti, hanno telefonato e scritto in Redazione, per segnalarci di una recinzione sorta a lato della pista ciclabile di via Togliatti. Essa racchiude una proprietà (ritenuta comunale) con all’interno alberi che erano la gioia di chi in estate, passeggiava con il proprio cane alla loro ombra. Le domande dei cittadini sono state: La striscia di terreno che si trova tra la recinzione e la strada è comunale, o no? Gli alberi che sono comunali, come hanno potuto diventare privati? Il muretto lo ha pagato il privato o il Comune? La posa della rete è stata autorizzata?
I privati, una volta interpellati rispondono che il terreno è di loro proprietà, ed è anche edificabile, per cui è chiaro che anche le piante appartengono al privato. La Redazione, per fornire ai cittadini una risposta certa e ufficiale, ha interpellato l’Assessore all’Urbanistica Gianni Rossetti che ha gentilmente risposto (vedi risposta nella pagina accanto). Il cittadino sognava una pista ciclabile e pedonale, affiancata da prati ed alberi per passeggiare tranquillamente nel verde.
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Pista ciclabile in via Togliatti e recinzioni I cittadini chiedono, l’Assessore all’Urbanistica G. Rossetti risponde L’ A m m i n i s t r a z i o n e Comunale in attuazione del proprio Programma annuale delle Opere Pubbliche, ha recentemente ultimato lungo il versante Nord della Via Togliatti, una pista ciclabile che collega il Quartiere Gaggiolo e la Via Martiri di Marzabotto, al centro di Senago. Nel corso degli atti preparatori per la redazione del progetto è emerso che la striscia di terreno che fiancheggia la Via Togliatti sulla quale si sarebbe dovuto realizzare la pista ciclabile, contrariamente a quanto ritenuto e risaputo, risultava non essere di proprietà Comunale. Come spesso si è dovuto
Si è alla fine scoperto, a seguito di un più approfondito esame catastale e del titolo di proprietà, che le stesse risultavano ancora intestate ai privati e contrariamente a quanto ritenuto mai acquisite dall’Amministrazione Comunale. Perché questo equivoco? In un caso, quello più conclamato, avveniva che nel corso di lavori di allargamento delle sedi stradali le amministrazioni comunali, tempo addietro, procedevano sommariamente all’occupazione di porzioni di aree che fiancheggiavano le strade secondo le necessità e le esigenze del progetto, salvo poi non procedere al
malauguratamente constatare in altri ambiti del territorio comunale, diverse aree che per consuetudine o per il fatto che da sempre le stesse non venivano recintate e quindi sottratte all’utilizzo pubblico, sono state con il passare del tempo, ritenute di proprietà comunale.
perfezionamento degli atti di acquisizione del bene al demanio comunale e quindi a perpetuare l’equivoco della proprietà: “Sì, dovrebbe essere comunale….. No, non è per niente comunale”. Nell’altro caso, avveniva che quando il Comune in
sede di rilascio di concessioni edilizie per la realizzazione di nuovi edifici, in base alle previsioni del Piano regolatore, chiedeva ai concessionari di cedere gratuitamente al Comune le strisce di terreno non edificabile che fronteggiavano la strada antistante. In questo modo il Comune acquisiva le aree sulle quali poter realizzare gli allargamenti opportuni stradali. Solo che queste cessioni, dovevano poi essere perfezionate con atti notarili che avrebbe attestato la titolarità delle stesse. Ciò spesso non è avvenuto. Nel caso di Via Togliatti si è scoperto che la striscia di terreno che fiancheggia da decenni la via, lungo il tratto compreso fra le vie Trento e Martinelli, ancorché attrezzato a verde con tanto di filare di alberi, non era di proprietà comunale, bensì era rimasto ancora di proprietà dei privati. Pertanto per poter dare concretamente inizio alla realizzazione della pista ciclabile, si è dovuto in prima istanza acquisire la proprietà delle aree. In quale modo, visto che nel frattempo era passato qualche decennio e i proprietari, interpellati, rivendicavano la titolarità delle “loro” aree? Dopo una serie di incontri fra l’Amministrazione e gli interessati, dopo aver valutato e scartato diverse ipotesi e proposte da ambo le
parti, si è arrivati ad un punto d’incontro che presenta questi contenuti: v la parte di aree che nel vigente Piano Regolatore Generale ricade in sede stradale, sarebbe stata ceduta gratuitamente dai privati all’Amministrazione Comunale; v la parte restante, più piccola e posizionata a ridosso delle recinzioni esistenti comprende il filare di alberi, sarebbe invece rimasta in carico alle proprietà cedenti. L’ A m m i n i s t r a z i o n e Comunale si impegnava come indennizzo per quanto acquisito, a realizzare per conto dei privati il basa13 mento in calcestruzzo che delimita lo spazio pubblico da quello privato, dove successivamente è stata realizzata la pista ciclabile. I privati sono autorizzati a posizionare sopra il muretto una rete metallica a difesa della loro proprietà. Le aree rimaste in carico ai privati verranno destinate nel Piano regolatore generale a verde privato, senza alcun diritto volumetrico né potenzialità edificatoria. Ass.re Gianni Rossetti
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L’ALBUM DEI RICORDI
Dipendenti Comunali anni ’80/’90
Quando per varie ragioni ci capita sottomano una vecchia fotografia, ci soffermiamo spesso a guardarla e inevitabilmente la memoria ci porta ai ricordi dei tempi passati. La foto che qui viene pubblicata risale agli anni ’80/’90, in un ufficio del Comune, per immortalare un momento molto significativo: festeggiare un collega nel suo ultimo giorno di lavoro per aver raggiunto l’età pensionabile. I dipendenti comunali, a quei tempi erano un vero punto di riferimento dei cittadini: persone che tutti conoscevano e sempre disponibili a risolvere i 14 problemi della gente. Credo che pubblicare questa foto sia un modo per ricordare la semplicità e la socialità che regnava a palazzo.
Responsabili di uffici e semplici impiegati, tutti assieme in modo naturale da amici, pronti a collaborare per dare il meglio di sè stessi per un buon servizio alla cittadinanza. Il valore del Lavoro - citazioni di Primo Levi “Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l’amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra: ma questa è una verità che non molti conoscono…”. “Io credo proprio che per vivere contenti bisogna per forza avere qualcosa da fare, ma che non sia troppo facile; oppure qualche cosa
da desiderare, ma non un desiderio così per aria, qualche cosa che uno abbia la speranza di arrivarci”. “Si può e si deve combattere perché il frutto del lavoro rimanga nelle mani di chi lo fa, e perchè il lavoro stesso non sia una pena, ma un premio”. Con queste brevi citazioni abbiamo voluto rendere omaggio ai lavoratori in generale, ma soprattutto a coloro che prestano un servizio alla cittadinanza in modo gentile e rispettoso. Nella foto abbiamo delle persone che tuttora sono in piena attività, altre che si stanno godendo la giusta pensione e altre ancora che ci hanno lasciato. A tutti, il nostro più caro Buon Natale.
...Benvenuti a Casa!!! IMMOBILIARE CARPE DIEM s.r.l. Via Garibaldi, 14/B 20030 SENAGO (MI) Tel. 02.99.76.45.22 Fax 02.99.76.45.33 Cell. 338.8054943 senago@primalux.net
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I ragazzi di Senago e di Limbiate porgono a tutta la cittadinanza i migliori auguri di un bellissimo S. Natale e uno strepitoso Anno Nuovo!!!
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LETTERE ALLA REDAZIONE
Gentile Redazione di “Senago noi e la Città”, recentemente mi sono trasferita a Senago da Limbiate e ho potuto conoscere ed apprezzare la Vostra rivista che mi viene recapitata a casa puntualmente, senza spese da parte mia. Non ho mai visto un giornale simile e mi devo complimentare con Voi, nonostante possegga solo pochissimi numeri. In esso traspare una grande voglia di stare assieme, di socializzare e non è certamente un giornale creato per il business. Grande spazio viene dato alla cultura tipica e ciò è molto importante in un mondo in cui la parte del leone la fanno certe stampe e soprattutto la televisione che, oltre a diffondere superficialità, volgarità e violenza, altro non fa. Ciò a discapito dei giovani, i quali purtroppo in molti casi hanno la magra scelta di crescere in strada o davanti a mamma -TV.
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www.senagonoilacitta.netsons.org e-mail: csc.ilfuturo@tiscali.it Ben vengano quindi le riviste come la Vostra complete poi di notizie sportive locali (che non inneggiano alla vittoria a tutti i costi, ma premiano quegli atleti sì vincenti, ma più che altro dal punto di vista umano), le notizie religiose (non a livello di dotta teologia, ma per una informazione morale e consapevole), le poesie, i dipinti, i racconti…e perché no? I disagi dei residenti senaghesi, affrontati come fate Voi, in maniera simpatica e un po’ bizzarra, senza aggredire o insultare nessuno, ma allo stesso tempo evidenziando i piccoli grandi problemi del vivere cittadino. La Redazione ringrazia pubblicamente la signora Giuseppina, per aver espresso, con le sue meravigliose parole, l’intento sociale della nostra rivista. B. Giuseppina
LETTERE AL DIRETTORE
Egr. Sig. Malvestiti, sono una cittadina di Senago e faccio riferimento al numero di settembre del vostro giornale. Intanto colgo l’occasione per farvi i miei complimenti perché ormai siete gli unici che danno voce alle proteste dei cittadini. Vorrei esternare pubblicamente qualche mia considerazione. 1° - Scuola media Giovanni XXIII lato piazza del mercato. Da quando è iniziata la scuola un giorno sì e l’altro pure le signore bidelle si dimenticano le luci accese, una volta nei bagni, una volta nel seminterrato, venerdì tutto il secondo piano. Come mai nessuno controlla il loro
operato? Chissà se anche a casa loro, quando escono dal bagno, lasciano la luce accesa? 2° - Via XX Settembre, una bellissima pista di Formula Uno con annessa discoteca! Da via S. Bernardo al cimitero a 180 orari. Ovviamente non alle 5 di pomeriggio quando i vigili sono ancora in servizio, bensì intorno a mezzanotte quando sono assolutamente sicuri che nessuno potrà fermarli. A quell’ora la polizia municipale dorme!!!!!!! E se poi volete conoscere tutte le novità discografiche (soprattutto estive) basta recarsi in uno dei parcheggi, sempre in piazza. 3° - I parchi di Senago sono recintati, Villa Sioli, parco Monzini ecc. in modo da poterli preservare anche
15 da eventuali atti vandalici. Tutti tranne i giardini della piazza del mercato. E così la porta del campo di calcio è distrutta, la funivia viene usata da trentenni, l’altalena da ragazzine urlanti di 16/17 anni e via discorrendo. 4° - Argomento pista ciclabile Via Santi. Se tale pista è da considerarsi sia ciclabile che pedonale, come mai esiste un solo cartello di segnalazione ovvero quello pedonale? E le strisce di attraversamento in via Di Vittorio dove sono? Vorrei far notare che tale pista in Via Martiri di Marzabotto termina congiungendosi alla carreggiata in contromano, rischiando, soprattutto nelle ore notturne, di essere investiti. Alla prossima. Cordiali saluti. Monica e Cesare
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E per la testimone... Ieri una cara amica e cliente, è entrata in Atelier disperata: “Aiuto! Un’amica mi ha chiesto di farle da testimone, cosa devo indossare….. il lungo o il corto? Con colori soft o a toni vivaci?”. Bene oggi chiariamo come si deve vestire una testimone. Innanzitutto precisiamo una cosa importante, se la sposa è in lungo non è assolutamente necessario che lo sia anche la testimone: mai portare via la scena alla protagonista. Potrà infatti indossare un tailleur, con gonna al ginocchio, magari con qualche ricamo e assolutamente non dovrà indossare un capo dal colore troppo scuro
o troppo vivace: mai fare contrasti, mai indossare il rosa confetto, evitare i colori bianco e nero; vanno bene invece i beige, i grigi perla. Altra nota importante per le testimoni sono le scollature, assolutamente da evitare tutte quelle volgari; vanno bene invece quelle appena accennate e discrete (in fondo si va ad un matrimonio e non ad una festa in balera!) e anche se state bene scollate, indossate sopra l’abito una giacca meglio dal taglio couture, che poi toglierete al ricevimento nel momento delle danze… Ricordate che siete pur sempre ad una cerimonia importante
e che la vostra eleganza deve dare lustro alla sposa senza assolutamente imbarazzarla…! Luigi Beretta
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Tel. 02.990.537.90 Nel settembre scorso Francesco Mancusi, unico rappresentante italiano nella categoria Senior Classica, confrontandosi contro 30 nazioni sbanca il partner parigino e lotta con i migliori del mondo. Con due manche strepitose colpo dietro colpo, spazzola e phon, strappa la qualificazione per la finale dei Campionati Mondiali organizzati nei primi giorni di marzo 2008 a Chicago (USA).
Chi è Francesco Mancusi? Un giovane senaghese cresciuto in una famiglia di parrucchieri, amante dell’arte dell’acconciatura dei capelli. La grande passione per pettine e forbici l’ha ereditata da papà Alberto: due strumenti semplici in fondo, ma che nelle mani di un artista sanno fare cose meravigliose. Francesco, oggi talentuoso trentaseienne, oltre a svolgere la professione nel suo negozio di Castelletto di Senago, è Direttore Artistico alla S.A.C.A.I., Scuola di Acconciatori ed Estetisti di Cesano Maderno e Responsabile del corso di specializzazione, aiutando i ragazzi ormai maturi professionalmente a specializzarsi in tagli, colpi di sole ed altre tecniche che esulano dalla didattica.
La sua passione per l’acconciatura lo porta a misurarsi con altri campioni, in Italia ed all’estero; il suo negozio è colmo di coppe e medaglie, fra i quali spicca il trofeo come terzo posto ai campionati del mondo svoltosi a Las Vegas (USA). A Francesco Mancusi, quando parla della sua professione, si illuminano gli occhi. 17 Racconta che la storia dell’acconciatura dei capelli è antica quanto l’uomo, è infatti molto probabile che già nella preistoria uomini e donne usassero raccogliere i capelli in piccole trecce, dando cosi vita alle prime acconciature. Certo è che Francesco, sente dentro di sè l’arte dell’acconciatura, ed è per questo che ama misurarsi con i migliori non tanto per vincere delle medaglie (che certamente lo rendono felice), ma per apprendere sempre più l’arte della cura dei capelli, acquisire esperienza e personalità, da trasmettere poi ai giovani allievi. Nozioni ed insegnamenti fondamentali questi, che tanto servono per preparare professionalmente e ad intraprendere la strada dell’arte dei parrucchieri. Lui stesso tiene inoltre seminari tecnici e di moda in Italia ed all’estero in collaborazione con Farmagan, un’azienda Leader nel settore della cosmetica. La qualità di questi prodotti, viene utilizzata anche all’interno del suo salone di Francesco, frequentato spesso da personaggi dello spettacolo e dello sport.
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il Maggiolino tutto matto, va a fare domande a 60 bambini di 8 anni: “Cosa vorresti che portasse Babbo Natale per la tua scuola? Questo è quello che è stato chiesto ai nostri bambini della scuola primaria “Alessandro Manzoni” di via Liberazione e precisamente la terza “A” e “B”, che grazie alle loro maestre sono riusciti ad esprimere tanti pensierini rivolti a Gesù Bambino. Ci hanno consegnato poi una lettera e dei bigliettini. Leggiamoli assieme Bigliettini: “vorrei che nevicasse in tutto il mondo”, “che Babbo Natale portasse una lavagna nuova per la scuola e che non ci fossero i ladri”, “vorrei non ci fossero più guerre e che in Africa ci fosse la ricchezza”, “portasse nella mia classe tanti cioccolatini e caramelle”, “vorrei che ci fossero macchine volanti così non ci sarebbe traffico”, “vorrei che tutto il mondo avesse la bacchetta magica e che dal cielo piovessero tutti i dolci di tutte le qualità”, “vorrei che Gardaland fosse a Senago anche se non è possibile!! Babbo Natale puoi portarcelo?”, “che la mie maestre stessero bene e la mia maestra partorisse una femminuccia”, “mi piacerebbe che Babbo Natale portasse i giochi in tutto il mondo”, “che Babbo Natale portasse cose utili per tutta Senago e la PS2 a tutte le case”, “io vorrei che portasse delle cose belle ai grandi ed ai piccoli” “ il Lego per la terza A, mentre per la terza B il gioco dell’oca”, “vorrei che a Senago tutti quanti fossero felici”, “portasse nella mia classe tanti cioccolatini e caramelle”, “che tutti i poveri avessero una casa e più cose da mangiare per merenda”, “portasse tanta felicità a Senago e salute per le persone malate”.
Lettera: “Caro Babbo Natale, siamo bambini che frequentano la terza classe e precisamente la terza A e B nella scuola primaria “Alessandro Manzoni”. Vorremmo che al più presto riferissi al Sindaco della nostra cittadina ciò che ci piacerebbe avere per Natale. Noi tutti amiamo la nostra scuola, ci piace lavorare, siamo contenti dei nostri insegnanti, ma vorremmo un ambiente, dove trascorrere tante ore della giornata, più vivibile, più vicino ai nostri bisogni…. Per esempio abbiamo imparato che l’acqua è un bene prezioso, così pure l’energia…Bene, qui non ci sembra sia così! Infatti nei corridoi è impossibile spegnere le luci, quando c’e’ il sole accecante, perchè non esiste un interruttore…; spesso nei bagni i rubinetti perdono o vengono lasciati aperti per tanto tempo. Se ci fossero rubinetti automatici, non ci sarebbe questo spreco….; in inverno ci dobbiamo lavare le mani con l’acqua gelata! I caloriferi ci servono per scaldarci quando fuori fa freddo…, ma succede che in inverno faccia caldo e allora per poter abbassare la temperatura si spalancano le finestre.. CHE SPRECO INUTILE DI COMBUSTIBILE!!! Sarebbe invece più logico (in questi casi) poter staccare i caloriferi! Come dicevamo prima ci piace lavorare ed abbiamo tanto materiale, ma i nostri banchi sono davvero piccoli e si fa molta fatica a tenere in ordine tutto ciò che ci serve. Avremmo altre richieste interessanti, ma lo spazio che abbiamo a disposizione per comunicarlo non è tanto…,
allora abbiamo pensato di invitare il Sindaco nella nostra scuola per poter constatare di persona le cose che 19 andrebbero modificate, non solo per il nostro bene, ma per il bene di tutti. Se puoi, caro Babbo Natale, metti una buona parola tu con il nostro Sindaco. BUON NATALE A TUTTI. Siamo due genitori che, per festeggiare il Natale del 2005, ha fatto una bella foto di gruppo con il maggiolino tutto matto ed i nostri figli, che allora frequentavano la prima elementare. Per il Natale 2007 ci è sembrato anche educativo chiedere alle due classi di scrivere un loro desiderio da esprimere a Babbo Natale e… ci siamo stupiti di questa lettera aperta! Noi personalmente ci saremmo aspettati richieste del tipo giochi collettivi o personali ed invece, grazie anche all’impegno delle loro maestre che prima ancora di insegnare educano i nostri figli, evidentemente hanno sentito in loro un profondo senso del risparmio energetico che magari vedono mettere in pratica a casa e che diversamente non ravvisano a scuola. Di certo hanno identificato il Sindaco come il loro Babbo Natale… Chissà…. La magia del Natale potrebbe… L. Rabarin e L. Fiore
PIAZZA TRICOLORE Senago “nunca duerme” (non dorme mai) Dopo aver letto sui settimanali locali botta e risposta fra: -I residenti della Piazza Tricolore, che insorgono per gli schiamazzi ed i rumori assordanti dei motorini, provocati dai ragazzi dal pomeriggio a notte inoltrata fino alle ore due (per non parlare dei rifiuti che lasciano sulla piazza); -il Sindaco, che sembra voglia legittimare il comportamento vivace di questi giovani, o peggio ancora si giustifica dicendo che i sopralluoghi fatti dai vigili, hanno dato esiti negativi; -il Comitato per la Movida in piazza Tricolore, che pubblica una lettera su un settimanale locale a difesa dei giovani disturbatori e che in sostanza dice ai residenti: “Volete tranquillità? Compratevi una villetta nei boschi di Cesate!”. Il tutto ci ha portato ad intervenire, se non altro per non rimanere passivi di fronte ad una questione che tocca da vicino tutta Senago. Al Sindaco suggeriamo che il suo dovere è quello di tutelare tutti i cittadini, senza schieramenti di sorta, sottolineando che tutte le estati Senago subisce ogni genere di soprusi causati da chi 20 non rispetta il quieto vivere altrui, nemmeno durante le ore notturne. Tutti sappiamo che Senago non offre molte strutture per il ritrovo dei giovani.
Vogliamo però rammentare che tante promesse erano state fatte in merito: basti pensare alla struttura per i giovani che doveva sorgere nei pressi del centro sportivo. Quindi se da una parte i giovani devono essere aiutati, dall’altra non va giustificata la loro maleducazione. Quello che però non possiamo accettare è il Comitato, (sperando sia formato solo da giovani buontemponi) che ha voluto far riferimento al movimento della Movida nel puro senso culturale e non inteso come bullismo. La storia va presa per gli anni nei quali viene vissuta, rammentando che la Movida madrilena fu un movimento sociale ed artistico che ebbe inizio dopo la caduta di Francisco Franco, durante la transizione spagnola. Certo è che le notti madrilene erano molto movimentate, ma non solo per gran quantità di giovani che finalmente potevano uscire e riempire le piazze,
ma soprattutto a causa di un interesse culturale inusuale verso la cosiddetta cultura alternativa, che comprendeva la cultura underground, ma anche le droghe e la contro-cultura. Nessuno vuol proibire ai giovani di trovarsi e socializzare, ma dev’essere sottolineato che il rispetto dei diritti altrui è sacro ed inviolabile. Evidentemente però qualcuno è convinto che i cittadini nel difendere i propri diritti si comportino come l’era della dittatura franchista e allora si tira in ballo la Movida. Il primo cittadino, come fece l’allora sindaco di Madrid, Enrique Tierno Galvàn, che aveva profumatamente appoggiato il movimento fino a definire “Madrid nunca duerme” (Madrid non dorme mai), pensa forse di trasformare anche Senago in una sorta di baraonda, in modo che si possa dire a malincuore, che anche Senago nunca duerme?
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I disagi nelle scuole di Senago riscaldamento non sempre idoneo… logore caraffe di plastica per servire acqua… vite nel purè… pezzo di metallo nell’hamburger ed altro ancora… All’inizio di ogni anno scolastico, gli alunni si trovano davanti ai soliti problemi. Palestre non praticabili poiché gravate da lavori in corso, aule con urgente bisogno di imbiancatura, ma non solo. Il peggio infatti avviene in pieno inverno, quando manca una gestione razionale ed intelligente del calore: può capitare infatti che gli ambienti siano freddi o al contrario troppo caldi per cui sia necessario aprire le finestre. Ma quello che preoccupa i genitori sono le mense scolastiche. Si è già scritto di alcuni episodi sgradevoli avvenuti nelle nostre mense: l’uso di caraffe di plastica logore e consumate per versare l’acqua nei bicchieri ai bambini; di una vite trovata nel purè durante il pranzo nella mensa di via Di Vittorio, ecc… Ci risiamo! Alla fine del settembre scorso, durante la mensa scolastica di via Liberazione, mentre tutti erano intenti a gustare il secondo piatto, un bambino ha sentito qualcosa di duro in bocca. Dopo averlo sputato, si è accorto che l’oggetto era un pezzo di metallo. Ma come ha potuto ripetersi un episodio simile? In molti pensano che il pezzo di metallo provenga da un’elica della macchina per tritare la carne. Secondo la dirigente del plesso scolastico, Domitilla Rossin, il fatto va invece ridimensionato: “L’oggetto estraneo
sarebbe grande quanto una lenticchia e la questione è stata segnalata alla commissione mensa”. Chi non è d’accordo di ridimensionare l’accaduto è il consigliere di minoranza, Angelo Rega di Alleanza Nazionale il quale, dopo che un genitore gli aveva segnalato il fatto, ha presentato un’interrogazione urgente. “E’ un fatto grave - dichiara Rega - e ciò che più preoccupa è che non ci sia stata comunicazione all’interno del personale scolastico: l’episodio è accaduto un venerdì, ed il mercoledì successivo ho parlato con un’insegnante della commissione mensa, la quale ha detto di non sapere nulla dell’accaduto. Ho l’impressione che si tenda a minimizzare il fatto”. I ricordi di episodi analoghi, di disagi che si ripetono, gettano qualche
Buon Natale e Felice 2008
ombra sulla situazione delle mense nelle scuole di Senago. I CARABINIERI DELLE MENSE I controlli dei Nas confermano carenze e rischi: antisofisticazione nelle mense scolastiche di strutture di ogni ordine e grado. Fra gli illeciti più frequenti segnalati, carenze igienico-strutturali, 21 alimenti in cattivo stato di conservazione, personale senza libretto sanitario. Ecco cosa possono fare i genitori per tutelare i propri figli. Ogni gestione mensa deve avere un nutrizionista per elaborare un menù in modo che i nostri bambini e ragazzi mangino in maniera corretta e non nociva alla loro salute, ma questo non basta. E’ indispensabile una commissione mensa, formata da genitori per tutti i controlli igienici: locali, attrezzature, pulizia pavimenti, muri, finestre, servizi igienici, banchi, vassoi, contenitori, furgone porta vivande e soprattutto personale addetto alla distribuzione delle vivande, verificare che si sia tolto anelli e braccialetti, non abbia smalto sulle unghie, si sia lavato le mani, indossi camice e cuffia, nel caso in cui siano presenti verruche o infezioni chiedere che vengano usati i guanti monouso e le mascherine se sono affetti da raffreddore. È importante anche controllare che venga rispettato il capitolato d’appalto servizio mensa (che prevede il rapporto tra addetti e studenti), chiedere inoltre di fare controlli presso i centri cottura, ovviamente senza preavviso.
Le belle serate culturali in villa S. Carlo Borromeo a Senago Una serata unica a Villa San Carlo Borromeo Giovedì 13 dicembre, ore 19,30 a teatro con Jorge Luis Borges Borges parlò per l’ultima volta a Villa San Carlo Borromeo nel dicembre 1985. Durante dodici giornate, dal 30 novembre all’11 dicembre, il grande poeta argentino rispose alle mille e una domanda dei suoi uditori, alle questioni che via via gli ponevano Arrabal, Kerrigan, Mathieu, Nekrasov, Mimi Piovene, Verdiglione, giornalisti, scrittori, musi-
cisti, registi, scienziati, giovani. Ne è nato un libro, una vita di poesia, appena pubblicato da Spirali, che raccoglie il testamento intellettuale e poetico di Borges arricchito da preziose fotografie. Per una sera, tre attori di teatro, A. Quasimodo, M. Cei, V. Nicodemo e un brillante giornalista televisivo, Andrea Bosco, faranno rivivere il mito di Borges, nelle stesse sale che lo ospitarono allora.
Con la partecipazione di D. Pacitti al bandoneón. Seguirà visita mostra e cena a buffet.
La manifestazione è patrocinata dal Consolato Generale della Repubblica Argentina - Milano
Per Informazioni: Tel. 02.994.741 • Fax 02.994.74.241 • E-mail: info@villaborromeo.com
Una serata in villa con Toni Capuozzo
22 Mercoledì 10 ottobre, nel contesto culturale e artistico internazionale di Villa
San Carlo Borromeo, Toni Capuozzo ci ha raccontato la curiosità, l’entusiasmo e le illusioni di due giovani che, sul finire degli anni settanta, partono per l’America Latina, ad inseguire il mito della rivoluzione cubana. Uno si chiamava Elio e partì per il Salvador dove perse la vita per combattere una guerra civile da straniero. L’altro era Toni Capuozzo,
giunto in Nicaragua dagli Stati Uniti, intento a trascrivere su un quadernetto appunti sul paese in rivolta. Al suo rientro in Italia, riuscì a pubblicare quel ‘giornale di bordo’ sotto forma di un lungo articolo: ‘La rivoluzione, quella prima volta, era stata soffocata nel sangue’. Quando i sandinisti ripresero a combattere, e vinsero, Capuozzo tornò in Nicaragua da inviato. Era nato un corrispondente
di guerra. Capuozzo presentò il suo libro che racconta la disillusione vissuta da molti, ma anche la storia di un uomo che si è scoperto giornalista; la sua vocazione ad osservare e descrivere la realtà, a viaggiare narrando di luoghi e persone. L’incontro è stato introdotto da Cristina Frua De Angeli, garbata padrona di casa, che ha presentato l’autore del libro.
Dr. CLAUDIO BRICCA medico chirurgo specialista in odontoiatria Nel ringraziare i nostri pazienti per la fiducia accordataci. Auguriamo a tutti un buon Natale e un felice anno nuovo. Dr. Claudio Bricca Via Varese 22 – Senago (MI) Tel. 02.99.05.03.66 Fax 02.99.05.681
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I tombini di via Padova... un vero pericolo! Una signora del Quartiere di Castelletto, ci ha fatto sapere che a causa dei tombini che sporgono eccessivamente dal manto stradale, sia lei che altri, sono caduti subendo danni alla persona ed alle biciclette. Muniti di macchina fotografica, ci siamo recati sul posto e mentre stavamo rilevando lo stato dei tombini, un signore che abita proprio in quella strada, ci ha raccontato che più volte ha ricorso all’Amministrazione Comunale, ricevendo purtroppo sempre risposte negative.
Come si può vedere dalla foto, i tombini, con relativa buca, sporgono diversi centimetri rispetto alla superficie asfaltata e sono delle autentiche trappole per il ciclista, ma anche per il pedone. Riallacciandoci al costo del “pulmino” ed ai suoi servizi, forse sarebbe stato più urgente la riparazione della strada, anzichè spendere soldi pubblici per una comunicazione esagerata.
Il salotto di Senago… Erbacce incolte e marciapiedi sconnessi Piazza Matteotti
In piazza Matteotti, due cittadini erano impegnati ad osservare il verde del centro e si chiedevano dov’era finito il “salotto di Senago” così tanto decantato dai nostri governanti. Cercavano di capire di chi fosse la competenza della manutenzione del verde, ma strada facendo si sono ritrovati in via S. Carlo e guardando i marciapiedi sconnessi e pieni di erbacce, non hanno 25 avuto dubbi. E’ l’Amministrazione Comunale che deve intervenire!
Certo che l’immagine del bel salotto lascia molto a desiderare.
Via S. Carlo
Le piante comunali di via Varese… “un problema del privato”!
Via Varese, Senago, 2007. Piante che invadono le proprietà private e marciapiedi invasi dalle foglie.
La signora Luisa (Pogliani), ci ha riferito l’enorme disagio che le creano le piante davanti alla propria casa, specialmente nel periodo autunnale quando tutte le mattine è costretta a levare le foglie cadute perché ingombrano il marciapiedi e l’entrata della sua abitazione, in quanto, con l’umidità diventano scivolosi e causano delle brutte cadute. “Più volte mi sono recata negli uffici comunali e anche dal sindaco, cercando di fargli capire che le piante devono essere potate, almeno i rami che invadono la mia proprietà, in quanto le foglie intasano i canali delle grondaie e di conseguenza, per evitare danni devo farli pulire a spese mie. La risposta è sempre stata la stessa: ‘Se vuole che i rami non invadano la sua proprietà li tagli’. E’ compito del Comune potare le piante di sua proprietà”. Certe risposte non fanno onore alle istituzioni.
La via 4 Novembre… pericolosamente nel caos I residenti della citata via ci raccontano che nei mesi d’estate è veramente molto difficoltoso vivere senza dover far questioni; il gran baccano causato dai soliti maleducati che se ne fregano del buon senso, è all’ordine del giorno. Le finestre del condominio delle case comunali, lasciate aperte, essendo ad altezza d’uomo, sono veramente pericolose per il pedone che transita sul marciapiede; nel circondario invece le finestre sulla strada sono scorrevoli.
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Entrata da via XXV Aprile
Per quanto riguarda la pulizia ed il decoro, si segnalano i cassonetti dell’immondizia che giacciono trascurati sul marciapiede ed una sporcizia generale. Chi da anni abita nel cortile adiacente alla via, ed abituato ad una ragionevole quiete e pulizia, si è più volte rivolto al Comune, senza però ricevere un’adeguata risposta. Un cittadino della zona ci faceva anche notare la segnaletica stradale che non viene rispettata, anche perché in effetti non è per niente chiara. Provenendo infatti dalla via 25 Aprile, all’ingresso di via 4 Novembre troviamo un cartello che indica “strada senza uscita”, mentre andando avanti ed uscendo per la via Mantica, scopriamo il cartello di transito limitato. Diversa è invece la situazione per chi proviene dalla via Mantica: entrando
Uscita su via Mantica
Via IV Novembre
in via 4 Novembre non esiste il classico cartello rosso con la striscia bianca al centro che indica chiaramente il divieto di transito. La conseguenza è che gli automobilisti e le moto entrano nella via, facendola diventare a doppio senso; se oltre a ciò aggiungiamo anche tutte le macchine parcheggiate, possiamo immaginare il caos che spesso viene a crearsi. I residenti non chiedono la luna, vorrebbero solo avere una via più decorosa, più civile. Auspicano inoltre che le autorità competenti intervengano per riportare quel giusto equilibrio di tranquillità, tanto necessaria per una miglior qualità della vita.
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Partiti i lavori per la realizzazione del Crash Test Il futuro delle auto passerà per Bollate, mentre i disagi ambientali e di traffico passeranno per Senago Nel leggere gli articoli apparsi sui settimanali della nostra zona, per un istante ho creduto ad un errore di località, ed invece si parlava proprio della pista che noi chiamiamo comunemente Crash Test.
altro ancora. L’ingegner Pasqualino Cau, storica guida del CSI di viale Lombardia (ex Montedison di Traversagna), ci spiega: “Qui facciamo prove di laboratorio e prove di crash (simulando impatti con
Senago, zona Traversagna, pista in costruzione.
Si legge: “Sul confine di Bollate tra pochi mesi sarà inaugurato un circuito automobilistico lungo all’incirca tre chilometri, con accanto diversi mini circuiti. Non si tratta però di un impianto sportivo per lo svolgimento di gare, ma di un circuito che farà diventare Bollate una sorta di capitale europea della sicurezza automobilistica, perché servirà a provare i nuovi modelli di auto, tutta la componentistica di sicurezza di auto e moto e molto
vari ostacoli Ndr) e con il nuovo impianto potremo fare anche prove in pista”. Sperimenterete gomme e marmitte… Risponde: “No, niente gomme né marmitte, e non causeremo neppure nessun rumore molesto, perché le auto che proviamo sono esattamente le stesse auto che vedete passare per strada. Noi facciamo prove di sicurezza: come reagisce un’auto se ad una certa velocità incontra un dosso?”
BUON LE NATA
E’ importante che il territorio sappia cosa fa il CSI… “Sì, è importante, tant’è che ad ottobre saremo presenti a Bollate alla festa del cioccolato per fare una dimostrazione sulla sicurezza dei caschi negli incidenti e le prove che compiamo su di essi”. Leggendo l’articolo sorgono delle domande: Perché nell’articolo non si cita mai Senago? Eppure la pista viene realizzata sul nostro territorio! Quando l’ingegner Cau rassicura che la pista non recherà nessun disturbo, si rivolge ai bollatesi o ai senaghesi? L’ingegnere stesso dice che è importante sapere cosa faccia il CSI e si reca a Bollate a fare dimostrazioni. Ma l’ingegnere andrà anche a Traversagna a fare dimostrazioni? Non sono forse loro quelli che, nell’eventualità di disagio, saranno i primi a subire? Per le prove si parla di comuni macchine da strada. Ho sbagliato a leggere o si parla anche di Ferrari, Bmw-Sauber, McLaren e tante altre? Qualcosa, evidentemente non 27 quadra! Al Sindaco chiediamo d’intervenire e fare chiarezza, perché non vorremmo che gli onori vadano a Bollate e gli oneri li paghino gli abitanti di Senago.
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Il cigno del Lago di “Aere Sano” (Senago) ovvero
20 anni e più di politica a Senago
Breve riassunto degli episodi precedenti La leggenda narra dell’improvvisa apparizione sulle rive del Lago Aere Sano, di un giovane Cigno mandato dal cielo per far di Senago un paese delle meraviglie. Tuttavia, dopo anni di duro lavoro, si accorse però che il suo impegno servì a poco: decise perciò di allearsi con il Gufo. Passò tanto tempo (assieme a tanti progetti e promesse), ma nonostante tutto il Lago di Senago non migliorò anzi, ci si accorse che negli anni della reggenza di Cigno e Gufo, il bel paese del Lago incantato stava addirittura perdendo la gioia e la vitalità di un tempo. I due, la cui permanenza sulla chiatta dei bottoni durava da circa 20 anni, consapevoli che il miracolo delle elezioni del ’99 non si sarebbe mai più ripetuto, ravvisarono la necessità d’inventare una nuova diavoleria per rimanere ancora in sella allo stanco destriero. Racconto Il Cigno, che in fatto di politica ne sapeva una più del diavolo, capì che bisognava cambiare, dando al Lago la possibilità di uscire dal bozzolo e finalmente trasformarsi in farfalla. L’asso nella manica doveIl Verdone - di natura incontaminata, va essere il Germano, regnò brevemente. un campione di razza reale arrivato sulla chiatta dei bottoni nel 1997 per sostituire il Verdone, un indipendente che dopo essere stato per 2 anni alla guida del personale del Palazzo, si era dimesso (dice lui!) per motivi familiari. Il Germano divenne così un abile manager del territorio, conquistando una regalità che gli valse il titolo di Germano Reale. Nelle intenzioni del Cigno rappresentava un ottimo candidato per il trono del Lago. Dal canto suo il Gufo, aveva invece in testa di proporre l’Usignolo all’ambita poltrona, personaggio questo che nei suoi 10 anni di permanenza sulla chiatta, aveva ormai acquisito una notevole esperienza in fatto di comunicazione e soprattutto, essendo egli molto amato dalla schiera rosseggiante, costituiva un eccellente candidato da dare in pasto agli abitanti del Lago. Da quel momento i Gufoniani, forti d’avere in squadra l’Usignolo, divennero i favoriti per la conquista del trono. I rosseggianti però, come contropartita all’adesione alla “banda musicale”, chiesero ovviamente la garanzia per avere dei posti al sole, ma non solo: pretesero segretamente la clamorosa relegazione del Cigno, ad un ruolo ininfluente. Era una sera di primavera ed il cielo si presentava stellato. Il Lago dalle acque argentate emanava un profumo d’incenso. In quella particolare atmosfera, tipica del giorno che precede una grande battaglia, le compagini del Gufo e del Cigno s’incontravano per mettere a punto la nuova strategia elettorale. I gruppi presentarono i propri campioni: l’Usignolo da una
5ª puntata
parte ed il Germano Reale dall’altra. I due si affrontarono senza esclusione di colpi, accompagnati dal caldo tifo della propria squadra: a contendersi era nientemeno che l’ambita poltrona del Palazzo!
L’Usignolo, sostenuto dal gruppo rossastro, mette all’angolo il Germano che, sostenuto dai soli cignani, chiede aiuto alle farfalle.
I Gufoniani erano determinati a far carte false pur di rimanere sulla chiatta del potere, cosicchè i Cignani, esausti dopo ore di furibonde battaglie, si convinsero che questa volta la vecchia amicizia era ormai finita. Tuttavia nella convinzione che non tutto fosse perduto, tentarono l’ultima carta, ovvero coinvolgere le Farfalle nel tentativo di aumentare il proprio prestigio. Solo in questo modo avrebbero potuto ritornare dai Gufoniani e riprendere le trattative ad armi pari. Come sappiamo però, i furbi Gufoniani avevano già 29 organizzato segretamente uno stratagemma molto tempo prima, coinvolgendo i rosseggianti e quindi, un eventuale abbinamento dei Cignani con le Farfalle non sarebbe servito a nulla. Ormai non c’era più niente da fare per il povero Cigno, che per la prima volta capì che stava tristemente incamminandosi sul viale del tramonto.
Il Gufo, obbligò i commensali a rimanere al tavolo giorno e notte finchè non si fosse trovato un accordo.
La grande tavolata Il saggio Gufo nonostante avesse ormai la vittoria in pugno non si fermò e, ritiratosi nel suo pensatoio, studiò il modo per riuscire a rinforzare maggiormente i legami con l’ampia compagnia creata, che gli permetteva di salvare il trono. Fece costruire un grande tavolo rotondo e invitò: i Gufoniani, i Cigniani, i Pettirossi, i Gabbiani, i Passeri, gli Uccelli Rossi e gli Ular Siberiani. Obbligò i commensali a rimanere al tavolo giorno e notte fino a che non si fosse trovato l’accordo per creare un posto sulla chiatta dei bottoni ad ogni nuovo colonnello proposto dai singoli gruppi alleati.
che emettevano un soave sibilo ammaliatore, tipico delle leggendarie sirene. Sull’altra sponda del Lago Anche dalla parte opposta del Lago erano cominciati i preparativi per la grande sfida. Nel grande prato si accamparono diversi raggruppamenti tra loro indipendenti: -in un abituro costruito per l’occasione, vi erano i Pavoni Azzurri, le Capinere e le Allodole, una coalizione guidata dalla bella Cesena, l’unica compagine che poteva sperare nella grande impresa;
Una volta arrivati al molo il Gufo congedò il Cigno e i suoi fidi scudieri.
In seguito il Gufo continuò l’opera, convocando alcuni vecchi fedeli scudieri. Fecero assieme una passeggiata sulla riva del lago durante la quale, spiegò loro a lungo sul fatto che data la situazione, avrebbero dovuto lasciare il palazzo in punta dei piedi. Una volta arrivati al molo il Gufo li congedò. Da navigato politico li ringraziò per il servizio finora dato promettendo loro futuri posti al sole in altre spiagge.
Nel grande prato si accamparono diversi raggruppamenti tra loro indipendenti: l’abituro della Cesena, il gazebo dei Fringuelli, la tenda indiana dei balestrucci, il camion delle Farfalle.
- nel gazebo verde vi erano i Fringuelli, sempre fieri del loro ideale federalista; - la tenda indiana era il rifugio dei Balestrucci, decisi a far valere le loro idee, ma troppo soli per reggere al forte scontro; - scarrozzavano invece a bordo di un simpatico camion le Farfalle, un misto di giovani guerrieri e attempati saggi con a capo un’amazzone dal cuor di leone. I quattro gruppi si presentarono quindi sul campo da gioco separatamente, senza accorgesi però che così facendo avrebbero solamente avvantaggiato la compagine rossastra. I risultati del 1° turno
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Dopo la votazione e la conseguente apertura delle schede, si registrarono alcune sorprese: - l’Usignolo (1) grande favorito, si rammaricò per non aver superato il tanto decantato 50% dei suffragi al primo colpo; L’Usignolo col suo flauto magico attrae i nuovi candidati fino a formare una melodia di 7 note.
- in festa la Cesena (2), per aver strappato il ballottaggio agli avversari;
Le sette note musicali Passarono alcune settimane quando in un bel giorno pieno di sole, nel campo verde che circonda il Lago, si sentì una musica allegra. Era l’Usignolo che, unico candidato alla poltrona del Palazzo, con il suo flauto magico attraeva i nuovi alleati fino a formare una melodia di 7 note musicali
- euforiche le Farfalle (3), per la conquista del podio con un brillante terzo posto; - soddisfatti i Fringuelli (4), per il loro posto al sole; delusi i Balestrucci per essere stati esclusi.
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sueti sfarzosi festeggiamenti che caratterizzarono le annate ’95 e ’99… qualcosa stava cambiando e l’era di Cigno e Gufo stava per giungere al capolinea. Le sette note entrano a Palazzo In una sera limpida e piena di stelle, l’ Usignolo, ed i nuovi colonnelli prendono possesso del Palazzo. Il programma è il solito: tante promesse, molti obiettivi da raggiungere… ma di questo ci sembra giusto parlarne più in là.
L’Usignolo irruppe sul campo di battaglia dispiegando tutto il suo esercito, navi, cingolati, sottomarini e paracadutisti d’assalto. La bella Cesena, sul suo cavallo bianco e con i suoi fanti, si presentò allo scontro che da subito si dimostrò impari e la sconfitta fu inevitabile.
Al ballottaggio Dopo 15 giorni di rovente caccia all’ultimo voto, i contendenti al ballottaggio s’incontrano per l’ultima sfida in un panorama fra i più incantevoli, dove il Lago calmo rifletteva le figure degli alberi accarezzati dal vento. Ad interrompere il suggestivo canto delle cicale ci pensò l’Usignolo, che improvvisamente irruppe sul campo di battaglia dispiegando i suoi rumorosi cingolati ed attraccando la sua poderosa corazzata. La dolce Cesena apparve invece come un raggio di sole con il suo cavallo bianco e con fierezza schierò i suoi fanti. La lotta impari portò ad un’inevitabile schiacciante vittoria dell’Usignolo. Inspiegabilmente, a questo successo non seguirono i con-
L’Usignolo e il Germano, con il beneplacito del Gufo, fautore di intrecci politici, ritornano a Palazzo, mentre il popolo del Lago, osserva perplesso.
L’attimo d’ira del Cigno.
La caduta degli dei La leggenda narra che nelle lunghe sere d’inverno gli anziani, raggruppati nelle calde stalle per ripararsi dal grande freddo, raccontavano storie. La più gettonata rimaneva quella del grande Cigno e la capitolazione dei suoi vari personaggi. In una di quelle sere, il più anziano del villaggio raccontò che il Cigno, dopo circa vent’anni sulla chiatta dei bottoni, si svegliò una bella mattina e… non trovò più la sua poltrona! 31 Capì subito che, l’ingrato Gufo gli aveva confezionato uno scherzo micidiale. Preso da un breve scatto d’irritazione, il Cigno, che al contrario delle apparenze era un personaggio dal cuore dolce, volle provare a sedersi sulla piccola sedia dell’aula magna, ma s’accorse subito che, fare il semplice suggeritore, mal si addiceva ad un protagonista della sua valenza. Dopo un’accurata valutazione, decise di ritornare a pieno ritmo al suo amato lavoro, dedicando il proprio tempo libero al mondo sociale e culturale. Da vero Capitano, non lasciò in balia delle onde la nave del Palazzo, chiamò a raccolta i cignani e spiegò la sua decisione di abbandonare la politica, raccomandando però ai successori, che il bene comune è un dovere che viene prima di ogni cosa.
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Il primo successore fu il Beccaccino il quale, sorpreso dal quel gesto, lasciò altruisticamente a sua volta la sedia all’Edredone che ben volentieri accettò. In questo modo rientrò nel giro del Palazzo anche l’Alzavola, alla quale fu assegnato un posto al sole in altri lidi. La storia del Gufo e dei suoi fidi scudieri in certe parti rasenta l’inverosimile, ma dobbiamo sempre tener conto che in quelle serate invernali, gli anziani si sbizzarrivano a raccontarle grosse! Si dice inoltre (ma pare siano solo pettegolezzi a livello di cortile) che nella mattina in cui furono annunciati i risultati completi della grande sfida, il Gufo non poté credere ai propri occhi! Lui, capo del Lago per 9 anni, si vide assegnare un pugno di preferenze. Incurante di tale risultato personale e nonostante il suo prestigio fosse ormai da tempo svanito, volle comunque affiancare l’Usignolo nell’aula magna, certo che il suo apporto avrebbe sicuramente indirizzato il (1) nuovo capo sulla strada voluta.
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Il Cardellino, lo stimato scudiero capace di una smisurata volontà di migliorare il territorio locale, ritornò alla sua dimora e riprese con la gioia di sempre ad operare nel modo sociale che tanto necessita d’essere aiutato. Un altro personaggio che sempre si prodigò nel dimostrare le sue abilità gestionali a bordo della chiatta dei bottoni, fu l’Assiolo. In realtà ottenne poche cose rendendosi pienamente conto che “è più facile dire che fare”. Tuttavia non si perse d’animo, lottò strenuamente per conquistare un’altro posticino al sole, riuscendoci con la sua abile dialettica. ù
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La storia del Cigno e del Gufo, un racconto fantasioso dai riferimenti puramente casuali e liberamente ispirato agli avvenimenti della politica-amministrativa locale, finisce qui, ma si apre una nuova ed appassionante avventura. L'Usignolo, il Germano Reale ed i nuovi colonnelli, salgono sulla chiatta dei bottoni. ... ma per ora lasciamoli lavorare.
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L’urlo disperato di un cittadino che ama Senago Nel leggere il notiziario Parrochiale “il fanno i grandi e lo mettono per iscritto nuovo Galletto”, mi ha colpito l’artico- di aver salvato una “lapide marmorea lo “Le Corti e la fede dei nostri Avi. originale”, ma dov’erano quando queSull’articolo si scrive: “Gli Amici di sto cortile veniva demolito, perché non don Bosco hanno chiesto all’Ammini- sono intervenuti quando, durante gli strazione Comunale di poter sistema- scavi della Corte, vennero alla luce dei re la lapide marmorea originale che cunicoli e furono subito murati senza ricorda l’antico insediamento rurale nel nemmeno essere esplorati? quartiere di San Bernardo, proprio là, I non più giovani senaghesi, ricordove per lungo tempo era stata posta. dano le belle corti demolite: Corte Avuto il consenso hanno provveduto al del Brenna, P.zza Borromeo; Corte restauro e al collocamento del reperto Dell’Aviatore, P.zza del Mercato; La antico”. Corte del Ludrin, via Mazzini; Del Per gli Amici di don Bosco un plau- Bombardiere, in via Martiri di Belfiore; so, ma mi corre l’obbligo di ricordare Del Fante, in via Mantica; Corte del che uno dei dirigenti dell’associazio- Beretta, Senaghino; Villa degli Occhi ne e autore dell’articolo è un certo (un recupero parziale, adibito ad ediliAttilio Rossetti, che al tempo della zia privata); l’ultimo scempio demolizione dell’antila Corte Dell’Alpino, Senaghino, Cortile del Beretta ca Corte era Assessore via San Bernardo. Alcune di queste Corti Comunale. La Corte dell’Alpisono state demolite no, un pezzo di storia durante le due legisladella nostra Senago, ture del Sindaco Lino che come recita il libro Pgliani, dove Rossetti è stato assessore, ed è di Vazzoler, risale al 1500/1600. per questo che il mio dolore è ancora più I signori dell’associagrande, perché quezione e l’ex assessore
Claudio Piva
ste persone che credono di onorare le origini locali con monumenti del gioco della Lipa (piazza di Senaghino) o il recupero di qualche lapide, lasciano che si demoliscano Corti, che si potrebbero recuperare, pilastri antichi ed altre testimonianze storiche. Il mio sfogo non vuole offendere gli Amici di Don Bosco, ma coloro che hanno permesso questi scempi senza intervenire, e poi sottoscrivono articoli facendoci credere: “Io non c’ero e se anche ci fossi stato non centrerei nulla”. Claudio Piva
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La purezza del ricordo, la “cremazione” La cremazione è una civilissima ed antichissima pratica, in uso presso popoli di varie culture. Fin dall’antichità la cremazione era intesa come simbolo di purificazione, di liberazione dello spirito e dell’immortalità dell’anima. ll volontariato cremazionista di oggi ha rilanciato, nella attuale società post-moderna, i valori ereditati da quelle èlites politiche e professionali che, alla fine dell’ottocento ed all’inizio del novecento, diedero vita alla prima società Le autorità locali e provinciali nello stand dell’Associazione per la Cremazione di cremazione tutt’ora attiva. Il non delegare ad altri questa decisione, significa assumersi la volontà di scegliere personalmente. Nella legge AC 4144 ‘Disciplina delle attività nel settore Questo dà a ciascuno di noi una maggior coscienza, un’in- funerario’ troviamo all’articolo 9, una serie di paragrafi tima consapevolezza ed una più vigile attenzione verso la che disciplinano la dispersione e conservazione delle ceneri. propria esistenza, fondamentale presupposto per un miglior Oggi, specialmente al nord d’Italia, molti sono interessati a apprezzamento della vita e delle cose realmente importanti scegliere la cremazione. da essa offerte. Vorrei inoltre ricordare che è stata istituita la giornata della cremazione che cade annualmente l’ultima domenica Mario Merlini, rappresentante locale dell’Associazione di ottobre”. Briantea della Cremazione, ci racconta che il movimento Mario Merlini è a disposizione per delucidazioni sull’argocremazione in Italia è nato nel 1875 a Milano e sancito in mento, per informazioni: Cell. 3470160928. federazione con il congresso svolto a Modena nel 1882. Oppure direttamente alla sede di Cinisello Balsamo: Tel. “Per ciò che riguarda la cremazione - afferma Merlini - i 02.66.011.361 – via Casati 6, dalle ore 9 alle ore 12, dal principi introdotti con il disegno di legge n. 130 del 30 lunedì al venerdì. marzo 2001 sono diventati diritti.
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Non si è placata la questione viabilità a Senago Neppure con le fiaccolate ed il confronto con il Sindaco, è terminata la questione della viabilità a Senago, per cui sia i commercianti che i cittadini rimangono sempre all’erta, pronti a scendere di nuovo in campo. I commercianti sono certi che questa squilibrata viabilità ha fatto loro perdere dei clienti acquisiti e probabili. I cittadini residenti vogliono riacquistare quella giusta qualità dell’abitare che con i sensi unici hanno perso. L’Opposizione, dice Franca Rossetti de “La Farfalla di Senago”, sta valutando e studiando le modalità per raccogliere le firme per il referendum, ma nello stesso tempo non demorde nel darsi da fare per riuscire a far tornare l’Amministrazione sui propri passi. Dall’altro fronte l’Amministrazione Comunale ha deciso di cambiare l’attuale situazione viabilistica in un punto della rete stradale senaghese. Una retromarcia o una decisione per venire incontro ai cittadini? Sta di fatto che gli automobilisti che giungono all’altezza dell’incrocio posto tra la via Risorgimento e Martinelli, potranno finalmente riprendere la vecchia strada. Vediamo come. L’Assessore alla Viabilità spiega che: “Oggi si sta lavorando per creare, come si dice in gergo tecnico, una sorta di ‘pipa di ritorno’. Era una delle richieste che maggiormente ci erano state avanzate durante le assemblee pubbliche tenute nei mesi di aprile e del giugno scorsi. Ora le auto provenienti da via Risorgimento e dirette in via xxv Aprile, sono costrette a percorrere le vie Martinelli, Don Marzorati e xx Settembre per poi proseguire in via xxv Aprile accedere alla via Martineli (Parco Sioli) poi via Pellico, Longo, ecc...
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Eliminando i new jersey bianchi e rossi e creando di fatto una rotatoria, (‘pipa di ritorno’) gli automobilisti in arrivo dalla Risorgimento potranno rientrare direttamente in via xxv Aprile senza fare il classico giro dell’oca. Un tema quello della viabilità, che resta tra i più scottanti di Senago. E’ in programma la seconda rilevazione del flusso del traffico, che darà modo alla giunta di capire come stanno andando le cose dopo l’introduzione dei nuovi sensi unici. Tra le ipotesi sempre al vaglio dell’Amministrazione c’è la possibile introduzione di una zona a traffico limitato in via Volta e via S. Bernardo”. Staremo a vedere, sarà importante comunque che la questione della viabilità non venga dimenticata. Sarebbe infatti un grave errore lasciare i cittadini alle prese con questi sensi unici che, se da una parte hanno risolto i problemi dei parcheggi (carenza causata dalla facile visione del parcheggio come rapida monetizzazione), dall’altra invece, è ancora in dubbio il problema dell’abbassamento dell’inquinamento acustico ed atmosferico, che pare abbia
solo ‘cambiato zona’ (basti vedere cosa accade ora in alcune strade come le vie: Volta, Leonardo Da Vinci ecc…). Per quanto riguarda la perdita dei clienti e la mancata acquisizione di altri: i commercianti notano con preoccupazione che se un cittadino abitante nella zona residenziale di Senaghino, voglia arrivare in via Volta per un acquisto, spesso trova più comodo andare a Cascina Amata. Ciò vale anche per coloro i quali si recano in via Volta per altri motivi, come per la visita di un parente; il tempo di percorrenza è maggiore, 35 ma soprattutto occorre consumare più benzina che ogni giorno si rivela sempre più cara. Non pare coerente promuovere un utilizzo di massa delle biciclette, quando a Senago manca una rete razionale di piste ciclabili. Nelle vie trasformate in senso unico, la corsia recuperata è stata trasformata in parcheggio anziché in pista ciclabile: perché? Ciò nonostante siamo tutti fiduciosi che a Senago le cose possano migliorare.
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Una curiosa indagine dell’ISTAT sui T-Red (indagati dalla finanza) Roberto Berton F.I. : “Alle 22.00 stavano manipolando il T-Red di via Varese/Cavour” Multate e multati, c’è una cosa che molti Sindaci vanno ripetendo: da quando abbiamo installato i T-Red è aumentata la sicurezza agli incroci e sono diminuiti “drasticamente” gli incidenti. Il ragionamento fila se poniamo l’inizio delle multe coincidente con l’installazione del T-Red ad un semaforo. Un T-Red appena installato, in un paese come Senago, fa inizialmente parecchie centinaia di multe al mese, poi grazie ad un passaparola ed alla segnalazione dei giornali locali, tendono a calare. Ma prima? Cosa succedeva prima dell’avvento del T-Red e soprattutto nei rapporti fra Amministrazioni Comunali e ditte installatrici ora inquisite? La curiosità nasce da un’inchiesta televisiva che a Perugia dimostra che alle 28.000 multe del 2006 grazie al T-Red, si contrappongono le sole 98 del 2005 fatte dai vigili a “paletta e fischietto”. Un divario enorme, che il cronista televisivo non può che esporre dipingendo quei vigili come “addormentati” visto che l’anno prima si sono fatti passare sotto il naso ben 27.902 automobilisti che passavano con il rosso. L’ISTAT, redige da anni una ricerca sugli incidenti stradali. Con vari dati e ricerche ricavati da comandi delle varie forze di polizia, afferma che gli incidenti dovuti a passaggio con il rosso in Italia negli anni 2003/2004, siano stati pari all’1,3% (quindi 3852 su un totale di 295.772 nel 2003 e 3844 sul totale di 283.741 nel 2004) percentuale che si riduce di molto se calcolata solo per strade extraurbane. Accertate o presunte, dice l’ISTAT, ma comunque bassissime rispetto ai numeri astronomici dei T-Red. Come è possibile far artificiosamente diventare un semaforo, fino a quel momento tranquillo e poco soggetto ad incidenti, ad estremamente pericoloso? Speriamo che le Procure che in varie parti d’Italia stanno indagando, ci diano una risposta.
Semaforo di via Varese-Cavour
Intanto a Senago il 23.10.07 viene presentata al Consiglio Comunale un’interrogazione che così recita: “Io sottoscritto Roberto Berton, Consigliere del gruppo Forza Italia, ho denunciato al Comando dei Carabinieri della locale Caserma che nella notte della scorsa domenica ho assistito alla manomissione del semaforo di via Varese/Cavour da parte di una persona che, da me interpellata, non si è qualificata. Il fatto è avvenuto alle ore 22 circa in presenza di testimoni. La persona, che stava manipolando alcuni cavi interni all’impianto semaforico, alle mie richieste di chiarimento, si è limitata a dirmi di contattare il Comando della polizia locale, se volevo chiarimenti. Il fatto mi è parso immediatamente di rilevante gravità, al punto da indurmi a telefonare al Comando dei Carabinieri ed a segnalare l’accaduto. Chiedo di riferirmi se l’intervento fatto presso il semaforo rientri in interventi richiesti dal Comando di polizia locale. Invito il Comandante ad acquisire il report d’intervento presso la centralina dell’impianto semaforico, ritenendo che tale verifica sia possibile.
Chiedo pertanto di essere informato se corrisponda al vero che la persona che stava manomettendo l’impianto fosse a tale scopo incaricata dalla Polizia Locale e, se così fosse, quale fosse lo scopo dell’intervento notturno, visto che il semaforo appariva in perfetta efficienza. Diversamente, se l’intervento fosse stato eseguito da persona non incaricata dal Comune e non abilitata, quali siano i danni riportati all’impianto semaforico per effetto 37 della manomissione a cui ho assistito. Chiedo di ricevere con cortese sollecitudine una risposta scritta alla presente segnalazione. Distinti saluti. Il Consigliere Comunale di F.I. Roberto Berton Va segnalato inoltre che il T-Red di via Varese/Cavour, il 23 ottobre scorso era sparito: si è trattato solo di una rimozione temporanea, per un controllo dei tempi e delle impostazioni allo scopo di evitare contestazioni alle multe? E’ tornato presto ma… i dubbi sorgono: perché, come dice Berton si interviene di notte? Perché si controllano i tempi proprio dopo l’intervento della finanza in alcuni Comuni? Forse dopo quanto sta accadendo, qualche contestazione sul semaforo-vampiro aveva ragione d’essere…?
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Modi di dire in dialetto Milanese Pensando alle attività domestiche delle nostre nonne (o bisnonne), viene in mente un vecchio quadretto che ritrae le donne mentre facevano il bucato. Questa attività era davvero impegnativa, faticosa e scomoda, nonostante i panni da lavare non fossero molti come quelli invece che abbiamo a disposizione ora: ma era una fortuna o una disgrazia?
Per questo si usava dire “On vestì indòss e l’àlter al foss” una chiara espressione che indicava la modestia 38 di un tempo: “Un vestito indossato e l’altro al fosso (da lavare)”. Le lavandaie sistemavano i loro panni
insaponati su una pietra piana ed inclinata al pelo dell’acqua chiamata “el Preìn” ed inginocchiate, strofinavano con energia il bucato. Le donne di casa si incontravano tutte al lavatoio e, come è facile immaginare, cominciavano a “zabetà”cioè si lasciavano andare a qualche pettegolezzo:«T’è vist chéla lì?» attacca la prima, «Sì, l’è giò de vernìs». L’amica ha notato infatti, come la persona indicata sia un po’ “giù di vernice” ossia non se la passi tanto bene. Viene paragonata ad un oggetto che prima aveva un bello smalto, luccicava ed era nuovo, ma poi per qualche ragione la vernice che lo ricopriva ha perso tono, si è opacizzata ed infine scrostata. Certo questo non è un pettegolezzo vero e proprio, ma si sa che la lingua può caricarsi di una cattiveria indescrivibile e diventare molto più pericolosa di un’arma. Con le sue parole può distruggere le persone proprio come recita questo
modo di dire: “La lèngua la gha minga l’oss, ma la romp el doss”, la lingua pur non essendo rinforzata da ossa, può creare chiacchiere talmente dure da rompere una montagna. Ecco che si sgretola una montagna: «El fieu de chéla lì, l’è un barabìn!» “il figlio di quella lì è un piccolo Barabba” è un ragazzo che ha preso una cattiva strada e che andrebbe corretto in qualche maniera. La pettegola forse non ricorda però, che esiste una maldicenza che la vede sua malgrado protagonista: “La catìva lavandéra la tröva mai la prea bona” e ben si adatta a questa lavandaia perditempo che non troverà mai la pietra giusta per lavare, dato che si preoccupa più di sparlare che di smacchiare il bucato.
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Storia della Chiesa di San Bernardo È una chiesa unica, dalle particolari bellezze, che si distingue dalla media degli altri edifici religiosi: una facciata formata e decorata da mattoni, una torre campanaria come quella di un castello ghibellino, leggendari passaggi segreti, un singolare soffitto a cassettoni che ricorda quelli delle antiche ville, decorazioni interne a motivo geometrico presenti fino a non molti anni fa. Una chiesa che con le sue apprezzabili caratteristiche ci rammenta i lontani tempi del medioevo. Alcune di queste qualità risalgono però solo al 1919, periodo quindi abbastanza recente, ma il primo documento che attesta la presenza di questa chiesa è proprio del medioevo: a Senago nel 1289 vi erano già le chiese di san
Pancrazio, santa Maria (scomparsa), santa Maria degli Umiliati (Senaghino) e san Bernardo appunto, che a quei tempi si chiamava chiesa di san Martino, santo molto caro alle popolazioni Longobarde. A mio avviso, la posizione dove oggi sorge la chiesa di san Bernardo-Martino, fu il primo luogo religioso della Senago antica, anche perché Senago nacque molto prima di Senaghino.
(Foto Guido Sioli)
Ai piedi del Crocifisso: a sinistra S. Bernardo, a destra S. Martino (quadro presente in chiesa)
Chiesa di S. Bernardo nel secondo dopoguerra
La storia di san Martino è molto conosciuta. Durante la sua giovinezza fu un soldato dell’Impero Romano. Una notte mentre era di guardia, vide un povero che pativa il freddo. Si tolse allora il pesante mantello e brandendo la spada lo tagliò in due parti, dividendolo così con lo sfortunato. All’improvviso la temperatura si fece più mite e Martino ebbe la visione di Gesù che indossava il mantello donato al povero. È il celebre episodio dell’estate di san Martino
(11 novembre). Lasciato l’esercito divenne monaco e poi vescovo di Tours, impegnandosi nell’evangelizzazione dei popoli pagani. Oggi le chiese sono molto spaziose perché devono ospitare coloro che ascoltano la Messa, ma nel lontano passato invece, le chiese dei piccoli paesi (come questa, appunto) contenevano solamente l’altare con il tabernacolo, ed assomigliavano così a delle semplici casette in mattoni e sassi, circondate da un cimitero. Non vi era nemmeno un prete stabile, ma arrivava periodicamente da Milano. Cambiate le abitudini religiose, nel corso dei secoli l’edificio è stato ampliato, ma è solo a partire dal 1700 che l’antica chiesa di san Martino venne intitolata anche a san Bernardo. Si narra che questo santo, vissuto fra il 1090 ed il 1153, fosse un uomo dall’aspetto incantevole. Nato nella Borgogna fondò diversi monasteri tra cui l’abbazia di Chiaravalle a 39 Milano nel 1135. Molto famoso e stimato per le sue orazioni e per i suoi discorsi fu canonizzato e riconosciuto Dottore della chiesa: si festeggia il 20 agosto. Tornando alle vicende senaghesi, nel 1818 il nobile Gaetano Martinelli, proprietario dell’odierna villa Sioli e legatissimo a questa antica chiesetta, donò un nuovo altare dedicato alla Madonna delle Grazie. Esso, ancora presente, possiede un affresco raffigurante la Madonna del Carmine che si festeggia il 16 luglio: attorno a questa data si svolgono alcune serate che celebrano la festa patronale della chiesa di Buon Natale! san Bernardo.
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