Beesness Marzo/Aprile 2020 - Speciale beauty

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Periodico di informazione bimestrale marzo-aprile 2020

Anno X - N° 2 2020 € 5,00

Cristina Scocchia

“IL TALENTO NEL BEAUTY”

Nicola Coropulis

“L’INNOVAZIONE NELLE POLTRONE”

Alessandra Maregatti

“L’AMORE PER IL CAPPELLO”

Giacomo Ponti

“LA TECNOLOGIA NELL’ACETO”




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Anno X - N° 2 2020 € 5,00

Registrazione Tribunale di Milano n°551 del 18.11.2011

Periodico di informazione bimestrale marzo-aprile 2020

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“IL TALENTO NEL BEAUTY”

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Nicola Coropulis

“L’INNOVAZIONE NELLE POLTRONE”

Alessandra Maregatti

Direttore Responsabile

Giacomo Ponti

“LA TECNOLOGIA NELL’ACETO”

“L’AMORE PER IL CAPPELLO”

Giovanni Bonani Direttore Editoriale

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/ Editoriale

marzo\aprile 2020

NIENTE SARÀ PIÙ COME PRIMA, NEANCHE NEL RETAIL Cari lettori, care lettrici, sapete che la nostra rivista tratta di come mettersi in proprio attraverso il franchising, di come creare la propria start-up dei sogni, di come tenersi informati sugli ultimi trend della moda e del food, ma ora tutto questo passa in secondo piano a causa dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Avremmo voluto mettere in risalto questi argomenti, ma la pandemia che ci affligge in questo periodo, sottolinea altri importanti aspetti della nostra esistenza. Come voi, mi trovo assieme alla mia Redazione a lavorare da casa, alle prese con la riscoperta delle piccole cose quotidiane della vita e le giuste attenzioni alle persone, che normalmente non si riescono ad offrire per via dell’attività lavorativa frenetica, che tutti ben conosciamo. Da questo numero in avanti, ci soffermeremo sulle problematiche, ma anche sulle speranze, che le aziende si aspettano di trarre da questa drammatica esperienza. Crediamo che questo virus condurrà ad un cambiamento delle nostre abitudini lavorative e ad una nuova e più consapevole percezione negli acquisti. Si potrebbe assistere ad una vera e propria rivoluzione nel mondo del retail. Le catene dei brand, a nostro avviso, dovranno rivedere le abitudini di acquisto dei clienti, in quanto vorranno accedere ad un servizio esclusivo, su misura e dedicato ad ognuno di loro. Sarà sempre più importante ed utilizzato l’E-commerce. Lo stiamo vedendo in questi giorni quando, costretti a restare a casa, acquistiamo on-line, con la conseguenza che anche le aziende molto strutturate arrancano nella gestione delle consegne in tempi ragionevoli. Da un’analisi di Nielsen, si evince che i prodotti di largo consumo venduti nella prima settimana di emergenza sono aumentati dell’81% rispetto alla settimana precedente.

Al termine, ma anche durante questa crisi sanitaria, tutti dovranno rivedere e potenziare i propri canali digitali. Dobbiamo superare insieme questo momento difficile, consapevoli che ci attende un prossimo futuro ricco di sfide e di grande e rinnovato impegno lavorativo. Ciascuno di noi, con il suo comportamento responsabile, deve e può oggi fornire un contributo fondamentale alla riuscita della lotta contro Coronavirus. Dopo, potremo pensare al livello economico e a come poter rilanciare le nostre attività. È molto probabile che niente sarà più come prima, cambieranno usi e costumi e anche il settore del retail si dovrà trasformare ed evolvere. Penso alla modalità del lavoro agile (in inglese smart working) diffusasi in Italia con l’emergenza, che sarà implementata e in futuro utilizzata in modo più costante dalle aziende. Non sprechiamo questo tempo “ritrovato”, facciamo ordine mentale nella nostra vita lavorativa, pensiamo a nuove idee da lanciare al momento della ripresa: dobbiamo essere pronti a riavviare il “motore” economico dell’Italia. Brunello Cucinelli, imprenditore lungimirante, ha scritto nella sua “lettera di primavera” che ogni mese di marzo attende con impazienza l’arrivo delle rondini a Solomeo, antico borgo dove è situata la sua azienda. Dice che ama le rondini e che non sa per quale motivo, ma se non si trovano bene in un posto emigrano e non ci tornano più. Non facciamo come le rondini, organizziamoci e sosteniamo la nostra Italia più forti e costruttivi che mai. Beesness lavora da casa, ripensando però a costruire un nuovo futuro, che ci auguriamo molto prossimo. Buona lettura. Giovanni Bonani Direttore Responsabile

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/ INDICE

42 News

Garage Italia Milano, Chiara Pavan, Alessandro Bergamo, Mannarino, NIO Cocktails, TheFork, CeDi, Gruppo VèGè e METRO Italia, Fipe, UniSR, S. Pellegrino Young Chef 2020, Mercato Centrale Milano, EDARES, Ines Pesce, Copernico, Smart Clinic, Open Innovation Contest, 4Innovation, Startupbootcamp, Ceetrus Italy e PoliHub, Vaillant, Marco Zanardi, Ford Trucks, JaguArt, Garmin, 3Tre, Europei Silvelle, Milano Bike Challenge, 43° Giro d'Italia U23 Enel, Brooks, Giro di Romagna per Dante Alighieri, Soudal-Lee Cougan Racing Team, Apposta, Fabi, Moncler, M360, SCARPA, Retex e Venistar....................................................................8

44 Food

Fashion Kiki Lab Il business del make up in Italy Industria cosmetica in costante crescita.............................................. 28

Non è moda se non è FIMI La Fiera Internazionale Moda Infantile 2020................................. 32

L'arte di fare sistema Sistema Moda Italia al Pitti Uomo 97.............................................. 36

Candiani Denim

Freshippo............................................................................................. 52

Ponti, cinque generazioni di aceto Intervista a Giacomo Ponti, CEO Ponti S.p.A.................................. 56

Metti una sera a cena …da Firenze a Hollywood!................................................................. 60

Sushi in franchising: KellyDeli Intervista a Emanuele Scalera, Managing Director......................... 62

Il primo denim stretch biodegradabile............................................... 38

Detox: consorzio, stili di vita A colloquio con Andrea Cavicchi, Presidente di Detox...................... 40

I primi 40 anni di Galizio Torresi Da piccola azienda familiare a grande realtà industriale................. 42

Amori e cappelli by Doria Sempre di moda.................................................................................. 44

Fiorino d'oro a Pinault L'AD di Kering riceve l' onorificenza della città gigliata................... 46

Un Donkey very, ma proprio very swing! Cipria e vintage.................................................................................. 48 6

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marzo\aprile 2020

Centri Commerciali Maximall Pompei Pronti, partenza, via tra gli scavi di Pompei e il Vesuvio .................. 68

Un ingresso big per CityLife Aria, luce, verde e spazi aperti con BIG-Bjarke Ingels Group........... 72

104 Automotive Concorso d’eleganza Villa d’Este Una tradizione di esclusività............................................................ 104

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Tecnologia Impresa DNVB La dirompenza dei Brand verticali nativi digitali.......................... 106

Le nuove sfide dello sport

Musica

Intervista a Marco Riva..................................................................... 76

La domotica: Il lavoro del futuro!

New Customer Experience

Più di 800.000 posti di lavoro vacanti in tutto il mondo.................. 80

Il futuro non potrà fare a meno del suono ....................................... 108

Premio

AMA - Famiglie in Movimento Un aiuto pratico per le mamme all'estero........................................... 84

Nautica

Superbrands 2020 Un ricchissimo programma di appuntamenti e attività.................. 112

Franchising

Floating Life Nautica di lusso a gonfie vele.............................................................. 86

Sport Sea Shepherd Trophy Il trofeo dedicato alla raccolta fondi per Sea Shepherd....................... 90

Formazione Time Management La gestione del tempo per il raggiungimento degli obiettivi.............. 92

Design

Sirio e Holder, Rossopomodoro, Löwengrube, Segafredo, Pet's Planet, Anytime Fitness, Divani & Divani by Natuzzi, VAN4YOU, 101 Caffè, Salone Franchising Milano....................... 114

The Rivareno story Gelato d'autore Made in Bologna.................................................... 120

Palato assoluto Rubrica Quadrante.......................................................................... 122

Assofranchising Rapporto Assofranchising Italia 2020............................................. 124

Poltrona Frau

Area franchising

Icona storica del Made in Italy........................................................... 98

I migliori franchisor operativi in Italia............................................ 126  7


/News

GARAGE ITALIA MILANO RINNOVA LA SUA EXPERIENCE GASTRONOMICA Dalla sua inaugurazione, risalente a due anni fa, Garage Italia Milano conferma sempre di più la sua vocazione di hub esperienziale, con progetti in continuo divenire che spaziano dall’automotive all’arte, dal design agli eventi fino a giungere, da oggi, a un’experience gastronomica rinnovata. Si tratta di uno spazio creativo ed eclettico in cui è possibile condividere e assaporare il meglio del Made in Italy. L’hub, in stile anni Cinquanta, è stato rinnovato nel 2017 grazie all’intervento dell’architetto Michele De Lucchi ed è, ormai, punto di riferimento del quartiere Portello che, a partire da aprile 2020, diverrà parte integrante del nuovo distretto del design Alpha District. In questo contesto, la proposta gastronomica trova nuova ispirazione grazie alla collaborazione con lo chef stellato Andrea Ribaldone, titolare del ristorante Osteria Arborina a La Morra e con all’attivo importanti consulenze fra cui quella con Identità Golose Milano, hub internazionale della gastronomia. Aperto dal martedì alla domenica, dalla colazione al dopocena, Garage Italia Milano propone un percorso gastronomico con bistrot, che propone una selezione di piatti leggeri e invitanti, cocktail bar del piano terra e ristorante del piano superiore, con menu à la carte. La brigata è guidata da Charles Pearce, londinese classe 1992, ma con un importante bagaglio di esperienze internazionali tra California, Inghilterra e Spagna. Pearce è affiancato da Simone Maurelli, titolare de Agli Amici, due stelle Michelin a Udine, da Giancarlo Morelli dell'Osteria del Pomiroeu di Seregno, dell’Hotel Viu e del ristorante Lino di Pavia.

CHIARA PAVAN MIGLIOR DONNA CHEF PER LA GUIDA IDENTITÀ GOLOSE 2020 L’importante riconoscimento è stato assegnato a Chiara Pavan a dicembre 2019, durante la presentazione della 13a edizione della Guida Identità Golose, che dal 2008 premia le giovani stelle del panorama gastronomico italiano ed internazionale. L’anno scorso sono state oltre 1.100 le insegne sperimentate in tutto il mondo, per un totale di 50 paesi rappresentati in tutti i continenti. La pubblicazione, di respiro internazionale, è in continuo aggiornamento e trova un interlocutore ideale in Acqua Panna e S.Pellegrino, sponsor principale da sempre al fianco del mondo del fine dining internazionale. Chiara Pavan, veronese classe 1985, insieme a Francesco Brutto, è da tre stagioni chef del ristorante stellato Venissa, della famiglia Bisol sull’isola di Mazzorbo (Venezia). Entrata in cucina quasi per caso all’età di Chiara Pavan. Foto © Brambilla-Serrani venti anni per finanziare gli studi in Filosofia all’Università di Pisa, dopo aver conseguito una laurea e una specializzazione in ambito umanistico si dedica al settore della ristorazione, sua vera passione. Dopo la formazione e numerosi stage presso alcune rinomate insegne, da Da Caino a Montemerano allo Zum Löwen di Bolzano, incontra Francesco Brutto, che la introduce al ristorante Venissa, dove sviluppa una cucina creativa, originale, contemporanea, di qualità e di grande identità, fortemente ispirata alla laguna e alla continua ricerca di prodotti locali. Chiara Pavan rappresenta la perfetta ambasciatrice di Acqua Panna e S.Pellegrino, icone della qualità e dell’eccellenza italiana nel mondo e da sempre impegnate a promuovere e a valorizzare i giovani talenti della ristorazione. Sanpellegrino S.p.A., fondata nel 1899, è leader nel settore delle bevande in Italia con la sua gamma di acque minerali, aperitivi non alcolici, bevande e tè freddi. Distribuiti in oltre 150 paesi del mondo, i prodotti rappresentano l’eccellenza e lo stile italiano, in termini di piacere, di salute e di benessere. 8


marzo\aprile 2020

ALESSANDRO BERGAMO UN GIOVANE CHEF ITALIANO AL BOCUSE D’OR Alessandro Bergamo, sous chef del Ristorante Cracco, già finalista per l’Italia e per il Sud Est Europa della manifestazione S.Pellegrino Young Chef, è il candidato italiano che si aggiudica un posto alla finale europea del premio Bocuse d’Or, che si terrà a Tallin, in Estonia, il 27 e il 28 maggio 2020. Il Bocuse d'Or, che valorizza talenti e territori, rappresenta da oltre trent’anni la punta di diamante di tutti i concorsi ed è sicuramente il più prestigioso: non solo una competizione, ma un’occasione per misurarsi e crescere in un contesto che richiede leadership, precisione e organizzazione. Acqua Panna e S. Pellegrino, ambasciatrici del gusto italiano nel mondo, sono partner di Bocuse d’Or, con cui si rinnova una storica relazione. Un impegno che da anni si traduce nella valorizzazione e nella promozione dei giovani talenti della cucina, che aspirano ad affermarsi in uno dei campi più affascinanti, ma anche estremamente competitivi, a livello globale. Protagoniste sulle migliori tavole internazionali, Acqua Panna e S. Pellegrino accompagneranno gli sfidanti e la giuria in occasione dei più importanti eventi locali e continentali, che precederanno la finale mondiale di Bocuse d’Or, in programma a Lione nel 2021. I partecipanti alla selezione italiana hanno affrontato due prove: il vassoio di carne, con almeno tre guarnizioni vegetali da preparare per dieci persone e il piatto di pesce, per otto commensali, per la cui realizzazione avevano l'obbligo di usare quattro ingredienti principali imposti dal concorso. A tutti i candidati, inoltre, è stato chiesto di caratterizzare i piatti preparati per la gara con ingredienti e prodotti del territorio d'origine.

IL MANNARINO APRE IL SECONDO LOCALE A MILANO Il nuovo concept di macelleria con cucina, dopo il successo dell’apertura in De Angeli a Milano l’estate scorsa, si amplia con il secondo locale in Via Carlo Tenca 11. Un banco macelleria – ampio il doppio rispetto al primo locale di Piazza De Angeli – accoglie i clienti in un esteso spazio da 120 coperti, anche questi raddoppiati. La migliore qualità di carne totalmente italiana viene cucinata al momento da un team di chef professionisti specializzati ed appassionati. Una cucina conviviale, nel cuore della città, che sorprende con il suo nuovo concept di macelleria di quartiere e che sta spopolando. Ampia scelta di carne, sia da consumare al momento, sia da cucinare a casa propria. Chi desidera mangiare nel locale, può direttamente scegliere dal banco tra i migliori tagli di carne disponibili, pronti ad essere cucinati a suo piacimento. Bombette pugliesi in più versioni, costate e fiorentine delle migliori razze, tartare e polpette sono solo alcune delle specialità che vengono preparate ogni giorno, senza tralasciare i salumi, i formaggi e le verdure tipiche regionali. Dietro al banco ci sono Stefano e Massimo, altamente specializzati grazie alla loro tradizione familiare, che li ha visti da sempre dietro un banco di macelleria. Il Mannarino regala convivialità in pieno stile Made in Italy, ricordando il tipico fornello pugliese e grazie alla nuova posizione strategica vicino a Piazza della Repubblica, è presente tra due zone ampiamente frequentate.  9


/News

NIO COCKTAILS APRE IL PRIMO NEGOZIO A MILANO E LANCIA LA PIATTAFORMA E-COMMERCE NEL REGNO UNITO NIO Cocktails, start-up italiana fondata a fine 2017 da due giovani imprenditori, Luca Quagliano e Alessandro Palmarin, specializzata nella produzione artigianale e al contempo innovativa di cocktail monodose perfettamente miscelati in una confezione di design, ha di recente aperto a Milano, vicinissimo a Corso Magenta, il suo spazio monomarca, già definito “experience store”, dedicato agli appassionati del buon bere non convenzionale, ai curiosi e a chi è in cerca di un dono originale. NIO – che ha fatto il suo debutto anche nel Regno Unito, attraverso un elenco delle bevande ordinabile sulla piattaforma di E-commerce dedicata – è l'acronimo di Needs Ice Only. Infatti, per bere è sufficiente agitare la confezione, strapparne un angolo e versare, aggiungendo solo il ghiaccio. NIO Cocktails si ripromette di conquistare anche gli ambienti domestici, portando nelle case la vera arte della miscelazione racchiusa in un pack di design, con il valore aggiunto di utilizzare solo liquori dei migliori marchi. La start-up ha chiuso il 2019 con un fatturato di un milione euro oltre ad avere importanti accordi nel mondo professional & travel: NIO è presente, ad esempio, nel cocktail catering della business class di AirItaly. I prodotti sono anche acquistabili nel negozio digitale, su Amazon, su Winelivery e nei Duty Free Shop di DUFRY degli aeroporti di Malpensa, presso entrambi i terminal, Bergamo, Verona, Firenze, Roma e Napoli. Sulla scia dei temi della sostenibilità e dell’innovazione green, il packaging è ecologico: una speciale pellicola di origine vegetale sostituisce la plastica alimentare, mentre la carta dell’involucro esterno ha la certificazione FSC, che ne certifica la provenienza da foreste gestite responsabilmente.

THEFORK REINVENTA THEFORK MANAGER, IL SOFTWARE CHE ABILITA LE PRENOTAZIONI ON-LINE DEI RISTORANTI TheFork è una piattaforma di prenotazione on-line dei ristoranti, leader in Europa e sussidiaria di TripAdvisor, a sua volta piattaforma di viaggi, presente in 49 mercati e tradotta in 28 lingue. Il 25 novembre 2019 a Milano, TheFork ha lanciato in Italia la nuova versione del software “TheFork Manager”. Il gestionale mira a fornire ai ristoranti partner – oggi a quota 67mila a livello globale – una soluzione in grado di rispondere in modo semplice ed efficace alla digitalizzazione del settore, traendone i massimi benefici, sia in termini di ottimizzazione delle prenotazioni e delle operazioni, sia di miglioramento del servizio, dei ricavi e di fidelizzazione dei clienti. Inoltre, “The Fork Manager” propone più funzionalità, garantendo ai ristoranti la possibilità di innovare costantemente, senza investimenti aggiuntivi. The Fork rappresenta la migliore soluzione nel mercato di riferimento grazie a una piattaforma più sicura, performante e dotata di un’esperienza utente riprogettata e semplificata, sia su desktop sia sui dispositivi mobili. I potenziali clienti possono confrontare le varie insegne e selezionare il ristorante sulla base delle loro preferenze (come ad esempio la zona, il tipo di cucina o il prezzo medio), consultare le recensioni degli utenti, controllare la disponibilità in tempo reale e prenotare immediatamente online. Per contro, la piattaforma fornisce ai ristoratori una sorta di indice di gradimento in tempo reale, che favorisce pratiche tese alla ricerca della qualità e ad assicurare al cliente un’esperienza sempre più gratificante. Sulla base della ricerca “Studio dell’impatto economico di TripAdvisor e TheFork sul mercato della ristorazione 2019”, realizzato in collaborazione con una società del network PwC, i ristoranti presenti su TheFork beneficiano mediamente di 5.1 settimane di ricavi aggiuntivi e registrano 16 volte il ritorno sull’investimento, anche grazie a commissioni tra le più basse del mercato. La soluzione è stata testata in Italia da Identità Golose Milano Powered by TheFork, primo hub internazionale della ristorazione. 10


marzo\aprile 2020

NUOVO CEDI A MONSAMPOLO DEL TRONTO Il 2019 ha visto la realizzazione del nuovo polo logistico e piattaforma distributiva CeDi del Gruppo Gabrielli nella zona industriale di Monsampolo del Tronto, dove le tecnologie innovative validate dal Gestore Servizi Energetici-GSE, l'organismo delegato a riconoscere la maggiore efficienza prestazionale, ne fanno un esempio di eco sostenibilità. I 23 milioni di euro che costituiscono l'impegno economico sostenuto dal Gruppo Gabrielli sono stati riversati nel territorio, grazie all’impiego di fornitori di materiali edili, specialistici, impiantistici e di maestranze appartenenti al tessuto economico locale. La struttura si snoda su una superficie di circa 74mila mq complessivi, di cui 24mila mq destinati al CeDi, 30mila mq tra parcheggi scoperti illuminati a led e area di manovra e circa 10mila mq di verde. Gli uffici si sviluppano su 1800 mq e sono realizzati con i massimi accorgimenti nel campo del risparmio energetico. La cooperativa impiega 90 addetti, 4 collaboratori della logistica Magazzini Gabrielli e 6 commerciali del Gruppo che possono fruire, tra i vari servizi, anche di sala mensa, di sala ristoro e di bagni con docce per attività fisica. Le 4.500 referenze presenti, che comprendono carni, salumi, formaggi, freschi e ortofrutta, sono ripartite in celle frigorifere con temperature differenti. Il polo logistico, oltre a essere dotato di un impianto di refrigerazione industriale all’avanguardia, possiede un impianto a risparmio energetico, in linea con le direttive ambientali, che ha permesso di ottenere incentivi dal GSE. Si è anche provveduto alla realizzazione di un impianto fotovoltaico. In più, il nuovo CeDi dispone di un sistema domotico di gestione dell’edificio, totalmente integrato tra i vari impianti e che ha come fine ultimo la gestione efficiente dei consumi.

GRUPPO VÉGÉ E METRO ITALIA INSIEME PER RENDERE LA “AWAY FROM HOME” SEMPRE PIÙ AL SERVIZIO DEL CLIENTE Il 2020 si apre con un'importante novità nel panorama della distribuzione italiana: Gruppo VéGé e METRO Italia annunciano un'alleanza concentrata sul mercato dei consumi fuori casa. Gruppo VéGé apre, così, l'anno con una compagine salita a 35 imprese mandanti e un fatturato al consumo stimato, a fine 2020, di circa 10,9 miliardi di euro, generato da una rete vendita multicanale e multinsegna forte di 3.528 esercizi commerciali. Negli ultimi 5 anni, sulla base dei dati forniti da GNLC-Nielsen, risulta essere il gruppo distributivo con la maggiore crescita di quota di mercato, arrivando ora a raggiungere la quinta posizione in Italia. Negli ultimi due mesi del 2019, infatti, il primo gruppo della distribuzione moderna nato in Italia, aveva portato a termine l'ingresso, nel gruppo delle imprese socie, di altre due realtà d'eccellenza della GDO nazionale: Gruppo Bennet e Multicash S.p.A. Con questa ultima alleanza, il Gruppo VéGé ottiene una presenza in tutte le regioni d'Italia, con tutti i formati al dettaglio ed una forza rinnovata nel settore dei consumi fuori casa. METRO Italia, specialista internazionale nel commercio all'ingrosso di prodotti alimentari, dal 1972 punto di riferimento per i professionisti della ristorazione e dell'ospitalità (HO.RE.CA.), è oggi una realtà che offre in modo sempre più integrato la possibilità di acquistare attraverso diversi canali: dal Food Service Distribution al Cash & Carry, attraverso punti di contatto tradizionali e innovativi. L'azienda vanta, in 16 regioni italiane, una rete di 49 punti vendita, un deposito interamente dedicato al Food Service Distribution, 4.100 dipendenti e un ampio e profondo assortimento professionale di oltre 30mila referenze alimentari e non. Nell'anno fiscale 2018/2019 METRO Italia ha generato vendite pari a 1,73 miliardi di euro.

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/News

FIPE REPORT SU RISTORAZIONE ITALIANA: 336MILA IMPRESE E 86 MILIARDI DI EURO DI CONSUMI Il 19 febbraio 2020 Fipe-Federazione Italiana Pubblici Esercizi, ha organizzato a Roma l’evento “Ristorazione, Eccellenza italiana" con l’obiettivo di fare il punto sullo stato della ristorazione in Italia. Dopo la fotografia del settore presentata da Luciano Sbraga dell’Ufficio Studi della Federazione, sono intervenuti Lino Enrico Stoppani, Presidente Fipe, Carlo Cracco, Ristorante Cracco, Andrea Illy, Presidente Illycaffè e Alessia Morani, Sottosegretario Ministero dello Sviluppo Economico. Ai lettori di Beesness presentiamo i dati più significativi sullo stato del settore della ristorazione in Italia. • Cresce il numero delle imprese della ristorazione rispetto a un anno fa: 336mila di cui quasi una su tre gestita da donne e l’11,6% da cittadini stranieri. L’elevato turnover resta un’emergenza. • In aumento anche la spesa delle famiglie, +0,7% in termini reali, che si assesta sugli 86 miliardi di euro nel 2019. • Un trend che si rafforza sul lungo periodo: in dieci anni la spesa degli italiani per mangiare fuori è aumentata di 4,9 miliardi mente quella in casa si è ridotta di 8,6 miliardi di euro nello stesso periodo di tempo. • In impennata anche l’occupazione: nella ristorazione lavorano 1,2 milioni di addetti di cui il 52% donne e in maggioranza giovani. In dieci anni la crescita è stata del 20%. • Al ristorante gli italiani cercano e trovano soprattutto i prodotti del territorio: sette consumatori su dieci prestano attenzione alla provenienza delle materie prime e il 54% vuole conoscere le origini dei piatti. • Il 62,5% degli intervistati cena fuori almeno una volta al mese: spesso si punta sulla pizza ma in un caso su tre la spesa media è di poco inferiore ai 30 euro a persona. • Sette consumatori su dieci prestano attenzione alle politiche green dei ristoranti: il 37,7% verifica se è disponibile la doggy bag contro gli sprechi di cibo e il 36,7% chiede prodotti provenienti da allevamenti sostenibili, ma l’acqua deve essere rigorosamente minerale. • In sofferenza i bar, specie nelle grandi città del centro nord: nei centri storici stanno cedendo il posto a paninoteche, kebab e “finti” take away di ogni genere (+54%) ma resiste la colazione al bar, dove cinque milioni di italiani la fanno tutti i giorni. • Si moltiplicano i casi di concorrenza sleale anche all’estero, con il fenomeno del plagio dei marchi. Per contrastare l’italian sounding c’è una rete di 2.200 veri ristoranti italiani certificati fuori dal nostro Paese. Cambiano i ritmi di vita, i luoghi di consumo, gli stili alimentari, ma una cosa è certa: la passione degli italiani per il ristorante e la buona cucina non accenna a tramontare. Al contrario. Se si guarda ai dati principali presentati da Fipe all’interno del rapporto 2019 si nota come il settore della ristorazione stia conoscendo una stagione estremamente dinamica. Gli italiani non solo investono di più, ma lo fanno in maniera sempre più mirata, andando a ricercare la miglior qualità dei prodotti locali e un servizio attento alla sostenibilità ambientale.

UNIVERSITÀ VITA-SALUTE SAN RAFFAELE LANCIA LA QUARTA EDIZIONE DEL MASTER IN FILOSOFIA DEL CIBO E DEL VINO Si sono appena concluse le selezioni, aperte ai laureati di tutte le discipline, per la quarta edizione del master di primo livello in Filosofia del Cibo e del Vino. Ai direttori Massimo Donà e Angela Frenda, si sono aggiunti Andrea Berton, Alessandro Borghese, Lucio Cavazzoni, Ernst Knam, Niko Romito e Guido Tommasi. Sono ancora presenti nel 2020 i relatori Massimo Cacciari, Andrea Tagliapietra, Alberto Capatti, Luciano Ferraro, Giampaolo Gravina, Sandro Sangiorgi, Nicola Frasson. Il master è nato dalla collaborazione tra le imprese vitivinicole del Gruppo ISWA-Italian Signature Wine Academy e il centro di ricerca Diaporein della Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele. Altri partner importanti del progetto formativo mettono a disposizione le loro sedi per gli stage di trecento ore e i progetti “sul campo” che gli iscritti affronteranno nel corso del programma didattico, e sono: Allegrini, Arnaldo Caprai, Feudi di San Gregorio, Fontanafredda, Marchesi de' Frescobaldi, Planeta, Villa Sandi, Eataly, Molino Quaglia, Ferrarelle e Illy. Il master, della durata di un anno, prevede che le ore di didattica si svolgano nei fine settimana. Il corso si articola in un insegnamento filosofico e antropologico con i docenti di UniSR, per fornire solidi strumenti culturali sulla valenza simbolica di cibo e di vino, sul loro ruolo nelle diverse tradizioni religiose e sul loro valore all’interno di una comunità. A questo, si affiancano un insegnamento tecnico, in collaborazione con le aziende partner, che offre le competenze sulla filiera agroalimentare, sullo sviluppo imprenditoriale e sull’internazionalizzazione del prodotto italiano (dalla produzione fino al marketing) e un'officina della comunicazione in cui i partecipanti, grazie ai giornalisti della redazione di Cook del Corriere della Sera, sperimenteranno le attuali tecniche di promozione del prodotto, attraverso strategie tradizionali, digitali e una narrazione avvincente di comunicazione dei contenuti.

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ANTICIPAZIONI SULLA FINALE INTERNAZIONALE YOUNG CHEF 2020 IN PROGRAMMA A MILANO L’8 E IL 9 MAGGIO 2020 Si avvicina la Finale Internazionale di S. Pellegrino Young Chef 2020, il progetto di scouting internazionale che promuove l’ingresso dei giovani talenti nella comunità gastronomica globale. La selezione regionale ha visto 134 giovani talenti di tutto il mondo sfidarsi. Alessandro Bergamo, sous chef del ristorante Cracco a Milano, rappresenterà Italia e Sud Est Europa, con l’ambizione di conquistare il prestigioso riconoscimento. I finalisti delle dodici diverse regioni in gara affronteranno, il prossimo mese di maggio, la giuria dei “sette saggi”, composta da alcuni tra i più grandi nomi della gastronomia internazionale. I giurati valuteranno i finalisti sulla base di tre criteri: competenze tecniche, creatività e filosofia personale, oltre al potenziale che ciascun candidato esprimerà impegnandosi ad interpretare la cucina come elemento di cambiamento sociale. In occasione della finale internazionale, quest'anno sarà in programma anche un forum curato da Fine Dining Lovers, la rivista online di gastronomia di S. Pellegrino e Acqua Panna, dedicata agli amanti della cucina di tutto il mondo, che sarà dedicato al tema della sostenibilità nella gastronomia. Chef giovani ed esperti si alterneranno sul palco per condividere la propria visione e la propria esperienza sulla cultura gastronomica e sulle pratiche sostenibili: tra questi, Massimo Bottura, patron dell’Osteria Francescana di Modena, terrà una speciale conferenza intitolata "Making taste with waste" (Riciclare con gusto).

MERCATO CENTRALE MILANO, IL QUARTIERE E LA CITTÀ: DIBATTITO SU RIQUALIFICAZIONE, TERRITORIO E IDENTITÀ La riqualificazione dell’area urbana esterna alla Stazione Centrale è stata raccontata nel cuore del cantiere del Mercato Centrale Milano attraverso un dibattito che ha coinvolto alcune tra le più importanti voci della città per parlare di rigenerazione, progetti e sinergie. All’interno degli spazi del cantiere che ospiteranno il nuovo Mercato Centrale Milano, si è tenuto “Il Mercato Centrale, il quartiere e la città”: un momento di dialogo e confronto tra le realtà, le istituzioni e gli imprenditori del territorio, protagonisti della rigenerazione dell’area esterna alla Stazione Centrale. L’incontro è stato organizzato da Mercato Centrale, pronto ad interrogarsi sulla sua funzione all’interno del quartiere, considerata la sua natura di spazio inclusivo e aperto al dialogo con il contesto urbano di riferimento. L’indagine del territorio, l’ascolto e il confronto costituiscono il modus operandi che ha da sempre caratterizzato il Mercato Centrale, al momento del suo arrivo in una nuova città. Il fine è quello di dare un contributo concreto al territorio, grazie alla creazione di importanti sinergie con gli attori protagonisti del quartiere e lo sviluppo di progetti dal forte valore culturale e sociale. Riqualificazione, territorio e identità sono stati i temi cardine del dibattito, moderato da Bruno Vespa, con l’intervento del sindaco Giuseppe Sala, l’Assessore all’Urbanistica, al Verde e all’Agricoltura Pierfrancesco Maran, l’architetto e urbanista Stefano Boeri, l’Amministratore Delegato di Grandi Stazioni Retail Alberto Baldan e l’architetto del progetto Mercato Centrale Milano Alberto Torsello.  13


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EDARES, ADVISOR NELL’ESPANSIONE RETAIL DEL BRAND PANINO GENUINO® MI’NDUJO® EDARES-Real Estate Solutions, società di intermediazione immobiliare specializzata nella ricerca e selezione di location commerciali in Italia e all’estero per aziende leader dei segmenti lusso, fashion, mass market e food, ha recentemente ottenuto, in qualità di advisor, un mandato in esclusiva per lo sviluppo di dieci nuove aperture per Panino Genuino® - Mi ‘Ndujo®, l’originale panino calabrese. EDARES gestirà l’espansione retail, a cominciare dal mercato romano. Fondato nel 2007 da quattro imprenditori, il marchio inizia una rapida ascesa con l’apertura di diversi punti vendita nell’area del cosentino, fino allo store di Roma, inaugurato nel 2019. Panino Genuino® - Mi ‘Ndujo® nasce con lo scopo di promuovere i prodotti locali calabresi, prediligendo la filiera corta di selezionate materie prime, per trasformare il momento della degustazione in una vera e propria esperienza. Fornitori scelti, il calibrato mix tra tradizione ed innovazione, prodotti genuini e servizio veloce sono gli elementi che caratterizzano il successo dell’ azienda. Dal 2011 EDARES ha maturato una profonda esperienza nel retail high street, diventando un punto di riferimento per il mercato romano. Supportata da un team di esperti e un network di professionisti in grado di mettere a disposizione dei clienti una comprovata conoscenza dei mercati di riferimento e capacità di advisory, ha ottenuto la fiducia di brand prestigiosi. Sono oltre 250 le vetrine monomarca inaugurate dall’anno di fondazione: Chanel, Bulgari, Ferrari, Hermes, Rolex, Tod’s, Prada, Guess, Decathlon, Tim, Vodafone, Nespresso e altri ancora.

UNA PASSIONE CHE DIVENTA UNA PROFESSIONE: INES PESCE È LA PRIMA WEDDING MARKETING SPECIALIST IN ITALIA Il matrimonio in Italia è un evento che continua a non conoscere crisi, quantomeno a livello di propensione alla spesa. I dati parlano chiaro: oggi il business dei matrimoni nel nostro paese vale 7 miliardi di euro e i professionisti che decidono di specializzarsi in questo settore sono sempre di più. Secondo una ricerca della Camera di Commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi, basata sui dati Registro Imprese e ISTAT, fra il 2016 e il 2017 il numero delle aziende di party e di wedding planning è aumentato del 9,4%, per un totale di 1.631 imprese di questa tipologia. Si tratta di un business sempre più in crescita all’interno del quale anche la stessa professione dei wedding planner è in una fase di profonda trasformazione, dovendosi confrontare con la rivoluzione digitale promossa dal marketing e dai social media. Una profonda evoluzione che conosce bene l’imprenditrice Ines Pesce, nota professionista del settore marketing e comunicazione, riconosciuta come la prima wedding marketing specialist in Italia. Pugliese di nascita, cittadina europea per vocazione, dopo la laurea in Giurisprudenza, intraprende varie esperienze lavorative all’estero. Successivamente torna in Puglia e inizia a lavorare per l’agenzia di marketing Daruma Adv, di cui oggi è CEO. È qui che intuisce come il settore del wedding in Italia abbia un notevole potenziale di crescita in termini di marketing e di comunicazione. Da quell’intuizione, nasce nel 2013 Daruma for Wedding, un comparto dell’agenzia esclusivamente dedicato al settore dei matrimoni. Ines Pesce diventa così la prima professionista specializzata nel wedding marketing.

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COPERNICO APRE AD ASSAGO UN NUOVO CENTRO PER LO SMART WORKING ALL’INTERNO DEL BUSINESS DISTRICT DI MILANOFIORI Copernico – la rete di luoghi di lavoro, uffici flessibili e servizi – che favoriscono il lavoro agile e la crescita professionale e delle relazioni di affari, ha scelto Assago per aprire a maggio 2020 il nuovo centro Copernico Milanofiori. Si inserisce nel distretto degli affari di Milanofiori, con l’obiettivo di offrire ai clienti presenti sul territorio un luogo per crescere ed espandere i propri uffici all’interno di una struttura flessibile, i cui spazi sono concepiti per soddisfare le necessità delle imprese. Il nuovo hub si concentra sulla promozione degli affari, attraverso la realizzazione di un contesto lavorativo che favorisca opportunità d’incontro e di connessione rivolte a professionisti e ad aziende, al fine di generare attività con un impatto positivo sul business, grazie alla contaminazione d’idee e alla condivisione di risorse e di conoscenza. Copernico Milanofiori sorgerà all’interno di un palazzo immerso in oltre 150mila mq di verde. Conterà 4.800 mq di uffici flessibili, con oltre 240 postazioni, sale per riunioni e per fare rete, sala eventi con area catering e un food corner. Spazi dinamici arredati in stile italiano, come lounge e aree pausa, giardini e zone di socialità anche all’aperto. La società Copernico attualmente gestisce edifici a Milano, Roma, Torino e Bruxelles e, nei primi mesi del 2020, aprirà anche a Bologna, Cagliari e Varese. Il progetto di espansione di Copernico abbraccia il sempre più consolidato trend di crescita del lavoro agile che, secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, riguarda circa 570mila lavoratori dipendenti in Italia, in crescita del 20% rispetto al 2018. Nel 2019 il 58% delle grandi imprese presenti sul territorio nazionale ha avviato al suo interno progetti di questo tipo.

SMART CLINIC: LA NUOVA CLINICA DEL GRUPPO SAN SONATO APRE AL CENTRO COMMERCIALE DI CESANO BOSCONE Dopo il successo consolidato nelle province di Bergamo (Stezzano e Orio al Serio) di Como (Cantù) e di Milano (Bellinzago Lombardo) Smart Clinic – innovativa struttura sanitaria nata nel 2014 dall’intuizione del Gruppo San Donato (19 ospedali, di cui 3 IRCCS: Ospedale San Raffaele, Policlinico San Donato, Istituto Ortopedico Galeazzi) – arricchisce la propria offerta con una nuova apertura, la seconda nell’area metropolitana di Milano e la prima alle porte della città, all’interno del centro commerciale di Cesano Boscone. Il concept mette alla portata di tutti il know-how del primo gruppo ospedaliero italiano, offrendo un servizio di qualità con cure e tecnologie all’avanguardia, che sappia adattarsi alle esigenze di salute, di benessere e di cura dei cittadini in modo flessibile e facilmente accessibile, andando incontro ai ritmi della vita quotidiana sempre più frenetici e compressi. L’ambiente, accogliente e confortevole, è “clinic” nella qualità, ma “smart” nell’ampia scelta degli orari (aperto anche durante il fine settimana), nelle modalità di prenotazione (anche via app), nella fruizione delle prestazioni in accesso diretto e/o attraverso prenotazione e nei tempi, senza attesa. La nuova Smart Clinic, che si prende cura sia di adulti sia di bambini, oltre alle specialità mediche classiche, offre trattamenti nel campo del benessere psico-fisico delle persone e dell’estetica. Il progetto nasce dalla collaborazione del GSD con Ceetrus Italy SpA, filiale italiana della multinazionale francese Ceetrus, uno dei principali attori dell’industria immobiliare commerciale in Italia. Con 295 centri commerciali in tutto il mondo, Ceetrus ha iniziato a costruire, in stretta collaborazione con cittadini e territori, spazi abitativi e luoghi di vita sostenibile che integrano negozi, abitazioni, uffici e infrastrutture urbane. La mission si sintetizza nella volontà di sviluppare legami sociali, al fine di animare la città, creando luoghi di vita sostenibili, intelligenti e vivaci.  15


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START-UP ITALIANA CONQUISTA UN TITOLO ALL'OPEN INNOVATION CONTEST DI TOKYO IGOODI La start-up italiana creata da Billy Berlusconi ha ottenuto un importante riconoscimento di livello internazionale nel corso della finale mondiale dell’Open Innovation Contest, conclusasi recentemente a Tokyo. Infatti, l’Avatar Factory, di realizzazione totalmente italiana, ha conquistato il primo posto nella categoria Disruptive Social Innovation, confermandosi come eccellenza nel panorama internazionale dopo soli sei mesi dal suo lancio nel mercato. L’evento è stato promosso da NTT DATA, uno dei principali player a livello mondiale nell’ambito dell’information technology e da IGOODI. La prima Avatar Factory Made in Italy si è aggiudicata questo significativo premio grazie alla presentazione della sua avanzata piattaforma tecnologica “The Digital You”, sul palco dell’InterContinental ANA Tokyo, davanti a una qualificata giuria e ad un pubblico autorevole del settore dell’innovazione. Il titolo di Grand Champion del concorso, conteso in totale da 28 start-up provenienti da tutto il mondo, è stato invece assegnato agli israeliani di Binah.ai, per un progetto di monitoraggio della salute tramite una fotocamera. La vincita da parte di Avatar Factory conferma la visione dell’ideatore sul presente e sul futuro dei mercati e dell’evoluzione della user experience nei prossimi anni. Il progetto italiano è stato realizzato grazie alla collaborazione con il gruppo internazionale NTT DATA e con IGOODI, che ha contribuito a creare, attraverso l’avatar, un ponte tra l’io fisico e l’io digitale, realizzando prodotti e servizi che permettano di semplificare la vita delle persone in diversi settori: dalla moda all’E-commerce, dal wellness al medicale, dai social fino agli e-sport.

PIÙ DI CENTO START-UP IN SEI ANNI: CON 4INNOVATION SI CREA IL FUTURO Lo Studio Legale Trevisan & Cuonzo, è una realtà altamente specializzata nella difesa della proprietà intellettuale e nel diritto commerciale, in continua espansione e con una clientela italiana ed internazionale di altissimo profilo. Nel 2013 ha creato un servizio ad hoc per le start-up innovative, 4Innovation. Da allora lo studio, attraverso questo specifico progetto, affianca le newco, i professionisti e gli imprenditori sin dalle prime fasi e fornisce loro attività di consulenza in termini di mentoring, registrazione di marchi, introduzione nel network dello studio e consulenze varie e personalizzate. I parametri valutati sono l’idoneità delle idee, delle motivazioni e la serietà dei proponenti. A Milano, a fine gennaio 2020, presso lo spazio Brera.Hub, Trevisan & Cuonzo ha presentato un bilancio dell’attività del progetto 4Innovation, attraverso tre case history esemplificative, in tre momenti differenti del percorso. In questi anni di attività le aziende innovative, PMI e start-up professionali entrate in contatto con lo studio sono state 110, di cui circa 80 hanno usufruito dei servizi di 4Innovation e circa il 10 per cento sono decollate. Le tre realtà presenti all’evento sono un perfetto esempio di assistenza fornita a start-up durante le diverse farsi di crescita: BackToWork, dopo la fusione con Equivest, è entrata nell’orbita di interesse di Intesa Sanpaolo che nel 2019 ha investito nel nuovo business; WAMI (Water with a Mission), grazie ai proventi della sua attività, contribuisce alla realizzazione di punti acqua in Africa nello spirito del dare e ricevere; infine, Nibol, che facilita il lavoro dei lavoratori “agili”, con un’applicazione che individua i luoghi in cui appoggiarsi per poter operare da freelance. 4Innovation include anche progetti per fondi di investimento esteri ed italiani, un portale di equity crowdfunding, business angel e multinazionali. Cinque tra le aziende seguite sono oggi delle PMI. Inoltre, a Bari a ottobre 2019 è stato presentato 4AgriInnovation, che tratta i temi legati all’innovazione digitale applicata al settore dell’agribusiness.

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STARTUPBOOTCAMP FASHIONTECH, MILANO UNICA SI VESTE D’INNOVAZIONE In occasione della 30 a edizione di Milano Unica, la fiera di riferimento per il settore del tessile e degli accessori di alta gamma, Startupbootcamp ha promosso la realizzazione di un’area espositiva interamente dedicata all’innovazione con undici start-up internazionali che hanno animato, dal 4 al 6 febbraio 2020 a Rho Fieramilano, la “Startup Textile Connection & Innovation Area” riproducendo, all’interno del Salone, le loro attività quotidiane. La novità introdotta non è solo una vetrina per le start-up all’interno dell’appuntamento semestrale di primo piano per l’industria della moda, ma anche uno stimolo per le aziende più tradizionali ad aprirsi a nuove opportunità di sviluppo professionale e di crescita del business attraverso le soluzioni innovative che stanno emergendo nel complesso universo del fashion. Nell’ottica di stimolare un dialogo dell’ecosistema che favorisca la combinazione di tradizione, sostenibilità e agilità, Startupbootcamp e Milano Unica hanno tenuto, nel corso della manifestazione, il seminario “Startup, il mondo del tessile si veste d’innovazione”, approfondendo con i principali attori del settore le sfide più importanti e le opportunità più promettenti per il suo futuro. Gli undici team internazionali che hanno partecipato alla fiera, dopo avere superato un’attenta e severa selezione, ambiscono ad offrire soluzioni in grado di rivoluzionare l’intera filiera della moda, in termini di prodotti, di modelli di business più sostenibile, di soluzioni digitali, di strumenti e di sistemi di tracciabilità dei prodotti e della loro autenticità. L’iniziativa ha permesso ai vincitori di beneficiare della rilevanza e dell’ampiezza dell’ecosistema che ruota intorno a Startupbootcamp, in primis i suoi partner: aziende tessili coordinate dalla Fondazione Industrie Cotone e Lino, Prada, Stone Island, Accenture, PWC, Sopra Steria, DedaGroup Stealth, Unilever, WithersWorldwide e Comin&Partners.

CEETRUS ITALY E POLIHUB A CACCIA DI TALENTI E START-UP Ceetrus Italy, uno dei principali attori del settore immobiliare commerciale in Italia e PoliHub-Innovation District & Startup Accelerator, tra i migliori cinque incubatori universitari al mondo, hanno lanciato C4I-Ceetrus 4 Innovation. Si tratta di una piattaforma di scouting per talenti e start-up, le cui invenzioni, in termini di servizi e di economia circolare, saranno rivolte ai centri commerciali intesi come “luoghi di vita”. Il progetto Open Innovation rappresenta un’azienda del Real Estate che si propone di configurarsi come una realtà al servizio dei cittadini. Il centro commerciale dovrebbe diventare parte integrante del quartiere in cui è ubicato e, grazie ai servizi offerti, colmare le lacune del tessuto urbano. Il progetto si articola in due fasi: Call 4 Startup e Call 4 Fashion Designers. La prima fase consisterà in una competizione tra start-up volta a ricercare soluzioni applicabili alla struttura fisica del centro commerciale in termini di materiali, di costruzioni, di gestione dell’energia, di riciclo e di gestione dei rifiuti; soluzioni per il miglioramento del rapporto con i clienti, i dipendenti e i cittadini; soluzioni che accrescano l’impatto e il valore del centro commerciale sul territorio e nella comunità locale.Call 4 Fashion Designers vedrà coinvolti marchi e stilisti emergenti che abbiano già disegnato una loro collezione, ma non siano in grado di produrla. Ceetrus si occuperà di produrre la collezione del vincitore e di venderla in un pop up store dedicato, in uno dei suoi centri commerciali, promuovendo e sostenendo i talenti emergenti italiani e rispondendo nel contempo alla richiesta di capi originali da parte dei clienti. Il 4 giugno 2020 saranno annunciati i tre progetti vincitori, per i quali Ceetrus finanzierà le attività, mentre PoliHub supporterà la realizzazione del progetto imprenditoriale e del modello di business, creando un prototipo da attivare all’interno di un selezionato centro commerciale Ceetrus.  17


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L’IMPEGNO DI VAILLANT PER L’AMBIENTE Vaillant Italia, protagonista storico del benessere domestico, ha annunciato, nel corso dell’evento dal titolo “Scegliamo l’aria pulita” e svoltosi a Milano a fine gennaio 2020, il raggiungimento d’importanti traguardi in ambito green e il lancio di nuove iniziative, volte a consolidare il progetto “The Green Revolution”. Ora, in particolare, l’attenzione è concentrata al miglioramento della qualità dell’aria: la responsabilità sociale si declina sia in ambito aziendale sia a livello della comunità locale in cui Vaillant opera. Nel 2019 gli obiettivi di efficienza energetica e di riduzione di emissione di carbonio sono stati conseguiti attraverso un processo di trasformazione e di innovazione concentrati in tre principali aree d’intervento: l’efficienza energetica, la produzione e l’utilizzo di energia pulita e il risparmio di risorse. L’impegno assunto da Vaillant come missione aziendale verso la salvaguardia dell’ambiente si articola in una serie di azioni concrete, che vedono la filiale italiana al centro di importanti investimenti. Negli ultimi cinque anni la sede milanese ha visto una significativa trasformazione nell’ambito dell’efficienza energetica, con grande attenzione alla relazione edificio-impianto. L’installazione di un impianto fotovoltaico, il rinnovo del 20% della flotta aziendale con veicoli ibridi e il risparmio di risorse – in particolare, quelle usa e getta, come la plastica e la carta, quest’ultima attraverso la digitalizzazione totale delle fatture dal 2017 – hanno permesso, sempre nel 2019, una significativa riduzione dell’impatto ambientale. Inoltre, Vaillant da tempo promuove la sostituzione dei sistemi obsoleti di riscaldamento con caldaie di ultima generazione. Nel 2020, oltre a rinnovare il suo contributo verso la rottamazione delle caldaie vecchie e inefficienti, si è impegnata a contrastare l’effetto di gas serra, attraverso la piantumazione e la tutela degli alberi in due importanti riserve naturali, il Parco del Ticino e il Parco dell’Aniene.

NUOVO CORSO PER RETAIL INSTITUTE ITALY: ALLA GUIDA MARCO ZANARDI, ELETTO PRESIDENTE PER IL PROSSIMO BIENNIO 2020-2021 L'Assemblea dei soci di Retail Institute Italy ha rinnovato lo scorso 23 gennaio le cariche associative. Si è proceduto all'elezione del nuovo Consiglio Direttivo, all'interno del quale è stato nominato Presidente Marco Zanardi, Partner di Beready. A Zanardi è affidato il compito di guidare l'organizzazione, punto di riferimento del Retail in Italia, in una fase di profondo cambiamento per il settore, che fronteggia le sfide di un'evoluzione trainata in primis, dalla trasformazione digitale, ma anche dal cambiamento di modelli dei business: dalla globalizzazione, ai cambiamenti geopolitici, e dai mutamenti sociali ed economici della disruption nella Retail industry. Il nuovo Consiglio Direttivo è composto da circa metà dei consiglieri uscenti e altrettanti nomi nuovi, 23 autorevoli esponenti dell'industria, della grande distribuzione (alimentare e non) della distribuzione selettiva, esclusiva, intensiva (fashion, energia, automotive, etc.) di società di consulenza internazionale, dei servizi, della tecnologia e della visual communication. Una direzione chiara, confermata dalla presentazione di un nutrito programma di progetti e di iniziative previsti per il 2020, che saranno illustrati nel dettaglio nelle prossime settimane e che segnano il cambio di passo, inquadrandosi in una strategia fortemente orientata all'ampliamento del presidio internazionale in una prospettiva "glocal", all'intensificazione delle attività di ricerca, al potenziamento della formazione e degli strumenti informatici e digitali a servizio dei soci e non solo, al consolidamento e alla crescita dei grandi eventi di Retail Institute Italy, alla collaborazione aperta con Università, Centri di ricerca, Associazioni di settore e start up hub, in un'ottica di open innovation.

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FORD ESORDISCE NEL MERCATO ITALIANO DEI MEZZI PESANTI CON F-TRUCKS ITALIA S.P.A. Dopo Paesi Baltici, Spagna e Portogallo, per Ford Trucks è la volta dell’Italia, paese chiave in quanto nel 2018 il mercato degli autocarri (mezzi pesanti oltre le 3,5 tonnellate) ha fatto registrare una crescita del 5,1% in termini di immatricolazioni. Ford Otosan, la filiale turca del costruttore americano che coordina l’espansione in Europa, oltre a produrre i veicoli per tutto il mercato europeo dal 1960, ha scelto come partner dell’operazione di sviluppo F-Trucks Italia S.p.A. costituita a dicembre 2019 da azionisti italiani attivi nei diversi anelli della filiera del trasporto. Il capitale è distribuito in quattro parti: Maurelli Group, VFM Company e Storti Group detengono rispettivamente il 31% delle azioni mentre Edoardo Gorlero ne possiede il 7%. Maurelli Group è attivo nella vendita di ricambi originali, tra cui il Gam Technic e aftermarket, disponibili 24 ore su 24. Inoltre, fornisce formazione specialistica, assistenza post-vendita e stradale h24 e servizi di manutenzione. VFM Company controlla la VRENT, società leader nel segmento del noleggio di veicoli industriali e commerciali e la holding VFM Technik, avente lo scopo di ottimizzare il reparto delle manutenzioni della flotta VRENT. Il Gruppo Storti della famiglia Storti raggruppa più società, che spaziano dal trasporto siderurgico a quello fluviale, dal servizio di logistica ferroviaria alla manutenzione tramite officina e alla concessionaria. Una di queste, la Trasporti Pesanti, è leader nella movimentazione di merci eccezionali mentre la Vip-One è una concessionaria Volvo Trucks. F-Trucks Italia – che mira a conquistarsi un posto di rilievo nel mercato italiano attualmente dominato da 7 competitor – importerà il modello F-MAX, vincitore del premio International Truck of the Year 2019. La società commercializzerà anche altri mezzi pesanti Ford e si propone di conquistare una quota di mercato del 5/6% entro 3 anni.

JAGUART, THE ITALIAN TALENT ROAD SHOW: PROSEGUE IL PROGETTO FIRMATO DA ARTISSIMA E JAGUAR JaguArt è il progetto artistico nato dal dialogo tra Artissima e Jaguar e dalla comune volontà di sostenere l’arte contemporanea emergente, innescando sinergie vincenti e di lungo periodo tra i rispettivi interlocutori. Un vero e proprio road show alla ricerca di giovani talenti nel campo delle arti visive. Dieci città italiane, dieci concessionarie Jaguar, dieci Gallerie d’arte contemporanea, dieci Accademie di Belle Arti e dieci artisti sono i protagonisti di un percorso che si concluderà con l’edizione 2020 di Artissima dopo aver fatto tappa a Milano, Torino, Bologna, Venezia, Genova, Napoli, Firenze, Brescia, Catania e Roma. In ognuna delle città del road show, una giuria composta da Ilaria Bonacossa, Direttrice di Artissima, un artista o un curatore e un rappresentante della Galleria madrina selezioneranno il giovane talento che avrà l’occasione di partecipare ad Artissima 2020 in un progetto espositivo collettivo, che coinvolgerà i dieci vincitori. Per ogni tappa sono previsti due eventi: uno in concessionaria – in cui verrà annunciato il vincitore tra i 5 talenti in gara – e uno presso la Galleria madrina, che ospiterà una presentazione della ricerca dell’artista selezionato. Le opere dei giovani artisti mireranno a instaurare un prezioso dialogo con l’eleganza e l’innovazione, temi centrali dell’identità Jaguar. Il primo evento della seconda tappa si è tenuto presso la concessionaria Jaguar BiAuto Club di Torino il 28 gennaio 2020. La giuria – composta da Ilaria Bonacossa, il curatore Gaspare Luigi Marcone e Davide Mazzoleni, Direttore dell'omonima Galleria – ha selezionato Luca Arboccò con il lavoro “Three Channels (Trompe l'Oeil)”, come vincitore.

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GARMIN PAY™ E INTESA SANPAOLO: PER PAGARE BASTA UNO SMARTWATCH GARMIN Il recente accordo siglato tra Garmin Italia, società che fa parte del colosso americano leader mondiale nella navigazione satellitare e Intesa Sanpaolo, la principale banca italiana, si propone di offrire ai clienti del gruppo bancario possessori di uno smartwatch, il servizio di pagamento tramite la funzionalità di Garmin Pay™. Da un lato, con l’ingresso della banca, Garmin intende ampliare i propri servizi, raggiungendo un numero maggiore di sportivi dotati del dispositivo; dall’altro Intesa Sanpaolo, che vuole farsi promotrice della digitalizzazione dell’Italia, vuole offrire la possibilità, a tutti i clienti con carta di pagamento e uno smartwatch Garmin, di effettuare pagamenti digitali quotidiani sicuri, semplici, immediati e veloci, ovunque sia presente un Pos Cotactless. La funzione Garmin Pay™, attraverso gli smartwatch, integra il protocollo “Near Field Communication”. Collegandosi al portale Garmin Connect™, Garmin Pay™ permette di registrare sull’orologio gli estremi della propria carta di pagamento e di averla così sempre a disposizione per qualunque evenienza. La facilità di utilizzo di Garmin Pay™ si affianca all’affidabilità del suo sistema operativo: in aggiunta ai classici protocolli bancari di sicurezza, Garmin Pay™ attiva precise formule a tutela dell’utente che la utilizza. Ad esempio, prima di confermare e di effettuare un pagamento dal proprio smartwatch, viene richiesto di inserire un codice segreto precedentemente impostato nell’app Garmin Connect™ dall’utente in fase di registrazione della carta di pagamento. Grazie all’accelerometro integrato dei dispositivi Garmin, ogni volta che ci si toglie l’orologio dal polso o si disattiva la funzione cardio Garmin ElevateTM , la funzione si blocca automaticamente, non consentendo alcuna operazione, nuovamente possibile solo dopo aver reinserito lo stesso codice segreto. Inoltre, quest’ultimo sarà richiesto di default dopo ogni mezzanotte, in modo da accertare che sia proprio il titolare della carta ad utilizzare Garmin Pay™. Gli smartwatch Garmin sono commercializzati in numerosi modelli compatibili con questa funzione.

YULE E CAMPIGLIO, LA MAGIA CONTINUA: LA 3TRE RESTA SVIZZERA La 3Tre di Campiglio è un evento di successo, ce l’ha scritto nel destino. Neanche la nuova collocazione, (disputata l’8 gennaio di quest'anno) ne ha scalfito l’appeal, visto che 15.000 spettatori sono accorsi sul Canalone Miramonti a dispetto di una data feriale. Il vincitore è lo stesso dello scorso anno, lo svizzero Daniel Yule che ha centrato la sua seconda vittoria consecutiva nello slalom notturno, impresa che prima di lui era riuscita solo a Ingemar Stenmark, Alberto Tomba e Henrik Kristoffersen e a Marcel Hirscher. Lo slalom è una magia eterna che si rigenera attraverso nuovi primattori: non solo Yule, ma il già affermato Kristoffersen, il talentuoso Noel, il nostro Vinatzer, che già si profila come molto più di una promessa. Un mix che ha confezionato una gara bellissima ed interessante per gli appassionati dello sci. Il podio eccelso che consacra questa notte perfetta è il coronamento ideale: Yule ha preceduto il norvegese Henrik Kristoffersen (+0.15) e il francese Clement Noel (+0.25) nell’ordine. Attesissimi all’appuntamento della 3Tre, gli atleti italiani hanno fornito una prestazione in chiaroscuro. In una gara allo spasimo, il navigato Manfred Moelgg ha messo a frutto la sua grande esperienza risultando il migliore dei nostri, 9°. Eppure, la prova del giovane Alex Vinatzer, che avrebbe meritato ben più del 13° posto, ha convinto in pieno, come pure Simon Maurberger (16°) ha trasmesso sensazioni positive. Non altrettanto si può dire per Tonetti, Razzoli e Gross, gli altri italiani entrati nei top-30. Quanto a Campiglio e alla 3Tre, quello appena cominciato è già un anno speciale e continuerà ad esserlo visto che tra undici mesi l’evento ritorna alla data naturale, il 22 dicembre, con tutto il suo “charme” che ne ha fatto un fenomeno globale.

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IMBATTIBILE VAN DER POEL AGLI EUROPEI DI SILVELLE A Silvelle, domenica 10 novembre 2019, sono emersi i reali valori della disciplina. Mathieu Van der Poel, per la 3a edizione consecutiva, si è laureato Campione Europeo Elite (record per la competizione), mentre la connazionale Yara Kastelijn ha domato le avversarie nella gara femminile, precedendo una grande Eva Lechner. Titoli U23 al transalpino Mickael Crispin e all’olandese Ceylin del Carmen Alvarado. Le gare Junior hanno consacrato i talenti del figlio d’arte Thibau Nys e di Puck Pieterse. Nello scontro fra Belgio e Olanda, quest’ultima è risultata ancora una volta la nazione dominatrice del medagliere con 4 medaglie d’oro su 6 gare in programma. Grande spettacolo e incertezza nella prova Uomini Elite. Alla fine trionfa sempre Mathieu Van der Poel, che porta a casa il suo terzo titolo europeo consecutivo: un’impresa mai completata in passato. Esce a testa altissima dalla battaglia sul fango Eli Iserbyt, che si è arreso alla forza del Campione del Mondo solo in extremis. La gara si decide all’ultimo giro: Van der Poel mette il piede sull’acceleratore, Iserbyt resiste, ma si vede costretto a perdere alcuni metri che non riuscirà più a recuperare. 3° gradino del podio per Laurens Sweeck, sempre della pattuglia belga, mentre l’atteso Tom Pidcock ha dovuto accontentarsi di un 8° posto, alle spalle di sei atleti belgi. Nelle categorie femminili degli Europei di Ciclocross, 1a è l'imbattibile Yara Kastelijn, 2a una straordinaria Eva Lechner. È stato monopolio olandese, ma è grande festa anche in casa Italia grazie alla performance di spessore dell’altoatesina. L’esperta azzurra si è classificata in 2a posizione sul tracciato di Silvelle, che l’ha vista primeggiare solo due anni fa ai Campionati Italiani. Lechner è stata preceduta da un'inarrivabile Kastelijn, mentre la Campionessa Europea 2018 Annamarie Worst ha completato il podio di giornata. Delusione per la Campionessa del Mondo Sanne Cant, solo 6a. Mentre 7a è giunta l’altra punta della Nazionale Italiana Alice Arzuffi. Nella gara Uomini U23 si è iscritta anche la Francia al novero delle nazioni vincitrici di una medaglia d’oro ai Campionati Europei 2019. Merito di Mickael Crispin, vincitore a sorpresa, che ha preceduto con un grandissimo ultimo giro il belga Timo Kielich, 2°, e il connazionale Antoine Benoist, 3°. 4° posto per l’altro belga, Toon Vandebosch. Festa olandese invece nella prova Donne U23: Ceylin del Carmen Alvarado è giunta in solitaria sul traguardo dopo una gara in lotta con la britannica Anna Kay, distanziata nel finale. Si tratta del secondo titolo europeo consecutivo nella categoria U23. Argento a 12” per la Kay, 3° posto per la francese Marion Norbert Riberolle, lontana 1’02”. 6° per la prima delle italiane, Francesca Baroni. Cambiano le generazioni ma la famiglia Nys è destinata ancora a far parlare di sé. A 20 anni di distanza dal trionfo di Sven a Silvelle, in una storica prova del Superprestige, il figlio d’arte Thibau Nys si è aggiudicato la gara Uomini Junior dei Campionati Europei di Ciclocross. Il talentuoso atleta belga si è lasciato alle spalle il connazionale Jente Michels (+9”) al termine di un emozionante testa a testa risoltosi solo nell’ultimo passaggio. Medaglia di bronzo per l’elvetico Dario Lillo (+1’10”). A Silvelle per la prima volta è stato assegnato anche il Campionato Europeo Junior Donne, vinto da pronostico dall’olandese Puck Pieterse, con alle spalle la transalpina Olivia Onesti e la connazionale Shirin Van Anrooij, 3a.

MILANO BIKE CHALLENGE OLTRE 330MILA KM SUI PEDALI NEL BIKE-TO-WORK Promossa da FIAB Onlus – Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta – Milano Bike Challenge è l’unica sfida in Italia per aziende e organizzazioni bikefriendly, che nel 2019 ha coinvolto 1.300 lavoratori di 130 realtà della Città Metropolitana di Milano. I tragitti casa-lavoro percorsi in bicicletta durante la sfida milanese, svoltasi nei mesi di settembre e di ottobre dell’anno scorso, sono stati pari a oltre 332mila km e hanno permesso di risparmiare emissioni di anidride carbonica pari a 27.558 kg. I vincitori della quinta edizione della competizione sono stati premiati presso l’Hug di Milano a fine gennaio 2020. L’obiettivo della Milano Bike Challenge è quello di incentivare il bike-to-work tra i lavoratori, sensibilizzando parallelamente le aziende ad adottare politiche e servizi a favore di chi sceglie di raggiungere il posto di lavoro in bicicletta. I vincitori sono stati coloro che hanno pedalato con maggiore frequenza durante la sfida e non necessariamente chi ha totalizzato il maggior numero di chilometri. I riconoscimenti sono stati assegnati alle aziende, sia pubbliche sia private – suddivise per categorie sulla base della dimensione – che hanno totalizzato la percentuale maggiore di lavoratori che utilizzano la bicicletta come mezzo di trasporto e alle realtà che hanno saputo invogliare chi non è abituato. Sono anche stati assegnati premi individuali a chi ha effettuato il maggior numero di pedalate e a coloro che hanno coinvolto più colleghi nell’esperienza del bike-to-work. Partner della sfida è stato ViviSmart, il progetto realizzato da Barilla, Coop Italia e Danone, per migliorare le abitudini alimentari e lo stile di vita delle famiglie italiane e BikeMi, il servizio di bike sharing del Comune di Milano. FIAB Onlus si prefigge di educare i cittadini ad una mobilità sostenibile, dove la scelta green di ogni singola persona ha ricadute positive sull’intera società, in termini di riduzione del traffico, dell’inquinamento, di occupazione del suolo pubblico e, in ultima analisi, di contenimento del rischio di incidenti stradali.  21


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IL 43° GIRO D’ITALIA GIOVANI UNDER 23 ENEL Il 21 gennaio 2020, si è tenuta a Milano la presentazione del 43° Giro d’Italia Giovani Under 23 Enel, prestigiosa e ambita corsa a tappe a livello mondiale per i ciclisti di età inferiore ai 23 anni. Si rinnova per il quarto anno consecutivo la sfida internazionale tra i migliori talenti, grande occasione di confronto e di crescita per il movimento ciclistico italiano, che nel 2019 ha visto i successi di Samuele Battistella ai Campionati del mondo su strada, di Alberto Dainese agli Europei e con il secondo posto di Giovanni Aleotti al Tour de l’Avenir. Il Giro toccherà cinque regioni: Marche, Emilia-Romagna, Veneto, Trentino e Lombardia. Le tappe si preannunciano molto equilibrate, dalle pianure a oltre i 3mila metri di dislivello. Il percorso accoglie il Mortirolo, la Rosina, il Passo Vezzena (TN), il Monte Spluga (SO), la Salita del Menador (TN) e Bolca (VR). Anche quest’anno, l’organizzazione è affidata alla Nuova Ciclistica Placci 2013, in collaborazione con Communication Clinic. La messa in sicurezza dell’itinerario costituirà l’elemento prioritario dei lavori organizzativi. La comunicazione, che durante questo evento acquisisce una risonanza a livello internazionale, sarà orientata alla crescita in sinergia con partner e sponsor (aziende e istituzioni) e territori che investono e credono nel progetto. Grande rilievo sarà dato alla promozione del patrimonio storico e culturale dell’Italia: da Urbino, per i cinquecento anni dalla morte di Raffaello Sanzio, alla Romagna, per ricordare i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. Il nuovo team di ExtraGiro si dedicherà alla creazione e alla gestione di servizi, di manifestazioni e di piattaforme di comunicazione per il mondo del ciclismo, del cicloturismo, della mobilità sostenibile e della comunicazione territoriale. Novità del regolamento di ammissione 2020 sarà la selezione ad invito, sia per le squadre italiane sia per quelle straniere. Oltre al main partner Enel, gli sponsor sono Vodafone, Work Service Group, GLS-Corriere Espresso, Pirelli, Suzuki e Alé.

BROOKS INVITA I CORRIDORI A COSTRUIRE LA SCARPA DEL FUTURO La scarpa da corsa Adrenaline GTS (Go To Shoe), mix perfetto tra sostegno e ammortizzazione, compie vent’ anni. Per l’occasione, Brooks ha invitato, dal 22 al 31 gennaio 2020, i runner di tutto il mondo a progettare la calzatura del futuro e ha lanciato l’iniziativa “The 20 Year Drop”. Da allora molte sono state le innovazioni apportate, con l’obiettivo di offrire il giusto bilanciamento tra supporto e ammortizzazione durante la corsa. Le nuove Adrenaline GTS 20 rappresentano la combinazione perfetta tra l’innovativo sistema di sostegno olistico GuideRails e l’ammortizzazione reattiva del BioMOGo DNA, che dona elasticità sulla pianta del piede e il DNA LOFT, per un appoggio morbidissimo. La tomaia, realizzata in mesh con 3D Fit Print, offre l’inconfondibile calzata Brooks, che rende Adrenaline la scarpa prediletta dai corridori di tutto il mondo. La tecnologia GuideRails, che entra in azione solo quando è necessario, è in grado di fornire un supporto intelligente durante la corsa, garantendo stabilità e sicurezza alla parte del corpo più soggetta agli infortuni, le ginocchia. La parete interna stabilizza l’eversione del calcagno e una parete esterna ne limita il movimento eccessivo, mantenendo la transizione taccopunta fluida. Brooks Running commercializza calzature, abbigliamento tecnico e accessori sportivi in oltre cinquanta paesi in tutto il mondo. Lo scopo dell’azienda è quello di ispirare tutti a correre e ad essere attivi attraverso la creazione di accessori innovativi, progettati per aiutare i runner a correre più a lungo, meglio e più velocemente. Questo obiettivo è sostenuto dalla filosofia “Run Happy”, una missione finalizzata a celebrare e a sostenere la disciplina della corsa e i corridori di tutto il mondo. Fondata nel 1914, Brooks è una filiale di Berkshire Hathaway Inc. e ha sede a Seattle. 22


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NUOVO “GIRO DI ROMAGNA PER DANTE ALIGHIERI” DI CICLISMO La Romagna non si ferma, anzi, rilancia e propone nuovi appuntamenti che uniscono sport, cultura e turismo. Si svolgerà la 1a edizione del “Giro di Romagna per Dante Alighieri”, la nuova gara ciclistica a tappe per Elite e Under 23 organizzata dalla Nuova Ciclistica Placci 2013, presieduta da Marco Selleri, in collaborazione con Communication Clinic di Marco Pavarini. Un evento che si propone di raccontare, con un innovativo progetto di comunicazione, una figura importante come quella di Dante Alighieri, anche con il fondamentale supporto delle amministrazioni dei Comuni sede di partenza e arrivo di tappa (Ravenna, Misano Adriatico, Santa Sofia, Riccione, San Leo, Cattolica, Gatteo Mare) e, in generale, delle istituzioni del territorio. Lo svolgimento del Giro di Romagna si svilupperà attorno a una narrazione particolare e inedita, con la figura di Dante Alighieri a fare da filo conduttore, a diversi livelli, nel corso delle quattro giornate di gara, che vedranno numerosi ammiccamenti al ricordo del grande poeta italiano in un progetto sportivo, ma anche culturale e di comunicazione verso l’Italia e il mondo. Il riferimento a Dante Alighieri e alle sue opere sarà esplicito, già a partire dalle quattro ambite maglie in palio, realizzate dal partner Alé: la speciale maglia “Divina Commedia”, brandizzata anche “Romagna - la terra della dolce vita”, al leader della classifica generale, la maglia rossa “Inferno” al primo della classifica a punti, la maglia verde “Purgatorio” al leader dei gran premi della montagna e la maglia bianca “Paradiso” al primo della classifica dei giovani. Il Giro di Romagna per Dante Alighieri prenderà, inoltre, il via da Ravenna, aprendo idealmente, nel 2020, le celebrazioni per i 700 anni dalla morte del grande poeta Dante Alighieri, scomparso nel 1321 proprio a Ravenna, città in cui, esule da Firenze, aveva trovato rifugio e scritto parte del Purgatorio e del Paradiso. Ogni anno, con una ricca programmazione di eventi, Ravenna rende omaggio al Sommo Poeta; questa nuova gara ciclistica a tappe nelle edizioni 2020 e 2021 andrà ad inserirsi in un calendario di appuntamenti speciali per celebrare in modo ancora più significativo il 700°. Un calendario che è il risultato dell'impegno di tanti soggetti, in diversi ambiti culturali, per presentare e interpretare diverse sfaccettature della sempre attuale opera dantesca. I migliori ciclisti Under 23 italiani, e non solo, sono attesi a questo nuovo evento sportivo che si appresta, già dalla 1a edizione, ad essere una delle principali corse a tappe al mondo per la categoria. Il percorso sulla carta è molto impegnativo, con quasi 10mila metri di dislivello: la prima tappa, da Ravenna a Ravenna come primo omaggio a Dante Alighieri, dovrebbe essere adatta ai velocisti o a tentativi di fuga, mentre le altre tre tappe (Misano Adriatico - Santa Sofia, Riccione - San Leo, Cattolica - Gatteo a Mare) sulla carta sono molto impegnative, arrivando anche a sfiorare i 3.500 metri di dislivello nell’ultima frazione.

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SOUDAL-LEE COUGAN RACING TEAM GUARDA IN ALTO E SI PREPARA A NUOVE SFIDE Con la consueta presentazione che si è tenuta, come ogni anno, dal 2014, alla Fattoria Pieve a Salti è iniziata ufficialmente quella che sarà la 4a stagione del connubio tra Soudal e Lee Cougan. Il team 2020 SOUDAL-LEE COUGAN Racing Team è stato rinnovato per il 50%, con l’arrivo di due atleti di grande valore. Questi acquisti, sulla scia di una bella stagione 2019, dovrebbero permettere alla squadra di brillare negli appuntamenti classici del calendario, con l’ambizione di vincere il titolo tricolore. Confermate due stelle del team, Daniele Mensi, vice Campione Italiano Marathon, tre volte sul gradino più alto del podio nel 2019 e 4° al Campionato Europeo Marathon, e Stefano Valdrighi, vincitore della Südtirol Dolomiti Superbike Kurze nel 2019 e già a segno quest’anno nella Bacialla Bike, la gara che ha aperto il calendario © Photomegapixel - Paolo Giuliani toscano della mountain bike. Dopo un grande anno, in cui ha conquistato cinque vittorie ed è salito sul podio in dieci occasioni, anche Tony Longo, in naturale continuità con una carriera in cui ha dimostrato di avere la vera stoffa del campione, è arrivato in SOUDAL-LEE COUGAN Racing Team. Atleta esperto e biker dal palmares smisurato, fatto di oltre 100 vittorie, Longo ha vestito la maglia azzurra per 25 volte in carriera (15 nell’ XC e 10 nelle Marathon) e ha raccolto tre maglie tricolori marathon, vittorie e medaglie di livello nazionale e mondiale. Jacopo Billi è uno tra i bikers più vincenti delle ultime due stagioni con sette primi posti nel 2018 e quattro nel 2019. Rsultati che gli hanno assicurato la prima convocazione in nazionale per i Campionati Mondiali Marathon 2019. Venticinque anni, torinese di Rocca Canavese, Billi, diventa il quarto elemento della squadra di Montemurlo che bilancia l’esperienza di Mensi e Longo con la gioventù di Valdrighi e Billi. Il team può contare su supporti a lungo termine, in particolare le partnership con Soudal Italia, iniziata sette anni fa e con Lee Cougan Bicycles, partner tecnico dal 2017. Per il nono anno MICHE equipaggerà con le sue ruote le biciclette del team, un rapporto di lunga collaborazione al pari di quella con Ciclo Promo Components che anche nel 2020 fornirà le gomme Maxxis e i pedali Campa Bros. Ottima reputazione per affidabilità e precisione per i Power Meter di SRM, che dal 2015 supporta gli atleti con i propri sistemi. Novità invece per le selle, da quest’anno marchiate Selle Bassano. I ciclisti indosseranno caschi LAS per la seconda stagione e scarpe Crono per la quarta. Quarta stagione consecutiva anche per Biemme Sport, che fornirà la linea di abbigliamento del team, mentre Aepicasport l’intimo tecnico da gara. Hanno rinnovato la collaborazione anche Gallo Moto per il tuning e la messa a punto delle sospensioni e WHY Sport per l’integrazione energetica degli atleti. Nel 2020 SOUDAL-LEE COUGAN Racing Team, ha aperto un nuovo capitolo con Leonardi Factory, azienda che da anni è un riferimento in termini di tecnologia nella produzione di guarniture, pignoni e cassette. Il team sarà equipaggiato con la combo Syncros Fraser iC SL il cocktip monoscocca in carbonio che integra la piega e l’attacco manubrio. Anche gli sponsor locali investono per associare il loro nome a quello del team come l’Agriturismo Pieve a Salti, sede naturale da sette anni della presentazione della squadra e dei ritiri, Ottica Zolli, fornitore degli occhiali Oakley agli atleti, Tessitura Landi Marino di Prato, Prezioso Parma, specializzato nella vendita delle migliori marchi di orologeria del lusso, Caffè Piacentini, artigiani del caffè, Assidea di Montemurlo. Il team avrà 4 corridori per una stagione ricca di impegni internazionali con sei gare UCI Marathon Series nel calendario, le corse a tappe Volcat BTT in Spagna e la 4 Islands MTB Stage in Croazia. Riferimento della stagione sarà anche l’attività nazionale, con principale obiettivo il Campionato Italiano Marathon e i più importanti appuntamenti del calendario marathon, con la chiusura alla Conquistadores Cup in ottobre.

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CON APPOSTA LA CAMICIA MADE IN ITALY DIVENTA SOSTENIBILE Apposta è un marchio digitale originale che offre ai clienti la possibilità di acquistare on-line camicie uniche in quanto create esattamente in base a ciò che si desidera, ecco perché rappresenta un esempio di impresa sostenibile di successo. La sua formula “verde”, in linea con l’attenzione in costante aumento agli aspetti eco-friendly nei processi di realizzazione dei capi, contempla l’impegno ad azzerare gli sprechi e lo stock di materie prime e di prodotti finiti. Molto spesso, infatti, la sovrapproduzione porta le aziende manifatturiere a distruggere l’abbigliamento invenduto. Apposta nasce dall’incontro tra Gianmarco Taccaliti, erede dello storico laboratorio di camiciai di Camerano (AN) e Gianluca Mei, esperto di strategie e di tecnologie digitali. I due imprenditori hanno dato vita a una realtà di “mass customization” che propone un prodotto realizzato sulle misure e sullo stile di ogni cliente su scala globale, con una produzione esclusivamente su ordinazione e quindi “amica” dell’ambiente. Se oggi il concetto di moda democratica e trasversale sembra essere il modello vincente nel settore dell’abbigliamento, le aziende del settore non possono prescindere dall’attenzione e dalla ridefinizione rivolte sia ai processi di realizzazione dei capi riducendo gli sprechi, sia alla gestione del business. Diversi studi classificano, infatti, la moda come il secondo settore manifatturiero inquinante, secondo solo a quello energetico. I danni derivano dalla dispersione nell’ambiente di sostanze inquinanti, sia in modo diretto sia indiretto, delle acque – a causa della produzione delle materie prime utilizzate e dall’impiego massiccio di fibre sintetiche – ma anche dalla costante crescita dei rifiuti tessili, in relazione ai sempre più veloci cicli di vita dei capi. Si stima che solo il 15% venga riciclato o riutilizzato e che oltre il 5% dei rifiuti totali sia rappresentato da prodotti tessili. Senza dimenticare le emissioni legate ai processi produttivi e logistici di quest’industria.

FABI UOMO: COLLEZIONE AUTUNNO INVERNO 2020/2021 Con Pitti Uomo 97 (Firenze, 7-10 gennaio 2020), Fabi Shoes è entrato nel suo 55° anno di vita, realizzando le prime sneakers maschili denominate, appunto, le 55". Si tratta di una scarpa sportiva in vitello pregiato e con inserti in neoprene, costruita su un fondo “extra large e extra light”, connubio perfetto tra le origini del marchio e il nuovo stile formale, che il Brand Manager Emanuele Fabi sta esplorando da qualche tempo. Silhouette elegantissima e battistrada grintoso sono gli elementi caratterizzanti anche della nuova calzatura da corsa "Emil", in vitello tamponato a mano e maxilogo tagliato col laser sulla tomaia, che poggia su un robusto fondo dentellato. Altri tipi di calzature hanno il nuovo fondo a cassetta coloratissimo, con inserti in pelle sul tallone, proposti nelle versione ultra leggera, ma anche nel polacchino dotato di ganci, che riprende lo stile trekking cittadino. La nuova linea elegante di Fabi ha © fabiboutique.com codici stilistici che coniugano tradizione e innovazione. È pensata per un gentleman contemporaneo sempre in viaggio, mosso dalla curiosità e dalla voglia di scoprire un nuovo linguaggio: per farlo, serve sicurezza e perciò aumentano i volumi in tante scarpe. Queste, denominate “Chelsea”, “Desert” e “Derby”, sono reinterpretate con animo sportivo e declinate nei toni accesi del rosso, del giallo, del verde e del blu.

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L’ASCESA IN BORSA DI MONCLER Negli ultimi mesi del 2019 Moncler ha visto in Borsa un rialzo delle azioni del 6%, sulla base dei risultati del terzo trimestre, che hanno segnato ricavi in crescita del 12% a cambi costanti, leggermente sopra le attese, nonostante i risultati negativi di Hong Kong dopo mesi di proteste. A settembre 2019 la società guidata da Remo Ruffini, presidente e amministratore delegato, ha conseguito un utile pari a 995,3 milioni di euro, rispetto agli 872,7 milioni nello stesso mese del 2018. Il settore retail ha segnato un +16% (più 13% a cambi costanti) pari a 690,4 milioni e il wholesale un +11% (+9% a cambi costanti) pari a 304,9 milioni. A livello internazionale, Moncler è cresciuta del 15% (+13% a cambi costanti), pari a 864,7 milioni. I punti vendita monomarca diretti risultano essere 199 a settembre 2019, 3 in più rispetto al giugno scorso. Nonostante eventi esterni inaspettati come le proteste sociali di Hong Kong abbiano condizionato negativamente i risultati in alcuni importanti mercati, la crescita a doppia cifra dimostra la grande capacità di reagire del gruppo e l’apprezzamento delle collezioni autunno-inverno 2019 e del progetto Moncler Genius. Sebbene la società abbia registrato una consistente decelerazione delle vendite in Giappone a ottobre 2019 a causa dell’aumento dell’Iva, la strategia di sviluppo in Asia rimane di fondamentale importanza per il gruppo. Soprattutto la Cina resta un mercato di espansione molto appetibile. Esiste per Moncler la possibilità concreta che vengano aperti nuovi negozi, tramite un’operazione di approccio selettivo e di investimento in termini di visibilità, concentrando l’attenzione sulla qualità rispetto alla quantità di nuove aperture.

M360, IL PROGETTO B2B DI MIROGLIO TEXTILE Miroglio Textile, società del Gruppo Miroglio, ha tracciato il bilancio dell’attività lanciata a inizio 2019 con la sigla M360, l’iniziativa business to business di confezione di capi d’abbigliamento finiti nella loro globalità, che si affianca alla già consolidata produzione di tessuti stampati. Questo progetto si inserisce in un’ottica di miglioramento continuo dell’offerta di prodotto e di servizi alla propria clientela. M360 rappresenta un investimento importante per lo sviluppo di una delle aree a maggior potenziale di crescita per Miroglio Textile. I risultati di mercato e i consensi ottenuti nel 2019 sono estremamente positivi, grazie al sostegno della forte expertise del Gruppo Miroglio sull’intera filiera. Infatti, M360 è in grado di garantire un approccio integrato e certificato lungo tutte le fasi produttive del capo di abbigliamento, dalla ricerca del materiale fino alla logistica. Inoltre, M360 offre uno sviluppo della prototipia fondato su un articolato studio 3D e durante ogni fase del processo supporta il cliente con un team stilistico e tecnico in grado di individuare le soluzioni più adeguate a qualsiasi esigenza creativa e produttiva. Le attività di M360 si ispirano ai più moderni criteri di efficienza e di impatto ambientale sostenibile. Hanno base in Italia: ad Alba si trovano le divisioni stile, sviluppo e marketing, mentre in Marocco, a Casablanca, c'è lo stabilimento produttivo dedicato alla gestione di sourcing, prototipia, produzione, controllo di qualità e logistica.

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SCARPA, LA NUOVA LINEA DI SCI ALPINISMO HA L’ANIMA GREEN SCARPA, azienda italiana tra i leader mondiali nella produzione di calzature da montagna, fa un altro passo importante verso la sostenibilità: nella nuova gamma di sci alpinismo 2019-2020 tutti i modelli di punta saranno realizzati con il Pebax® RNew®, un innovativo materiale totalmente biologico e sostenibile. Prodotto dalla francese Arkema, il Pebax® RNew®nasce infatti dalla pianta del ricino, i cui semi danno vita ad un materiale bio-plastico dalle caratteristiche straordinarie: estremamente leggero e resistente al freddo, in grado di restare flessibile anche con le temperature più rigide. Un vero prodigio di natura e tecnologia, dunque, in cui SCARPA ha creduto da subito: l’azienda di Asolo è stata la prima al mondo ad utilizzarlo, già dal 2007, applicandolo alla linea di prodotti per il telemark (la tecnica di sci a tallone libero). Oggi questo straordinario polimero, eco-compatibile e riciclabile al 100%, costituirà il cuore anche della gamma di sci alpinismo, una delle più apprezzate del brand SCARPA. A beneficiare di questa innovazione saranno i tanti appassionati che già affollano le montagne di tutto il mondo, ma anche l’ambiente stesso: è stato, infatti, calcolato che impiegare questo materiale generi un risparmio di energia del 29% (rispetto all’equivalente che si sarebbe dovuto usare coi materiali plastici standard) e una riduzione del 32% delle emissioni di anidride carbonica. Con questa scelta, SCARPA prosegue il suo percorso verso una produzione sempre più sostenibile e attenta all’ambiente: un impegno che l’azienda porta avanti da sempre, anche quando i media e l’opinione pubblica non erano ancora così concentrate su questi temi. Negli ultimi anni SCARPA sta cercando di strutturare un approccio sostenibile a 360°, che vada dai processi produttivi all’approvvigionamento energetico: ad esempio, dal 2013 l’azienda ha installato nella sede di Asolo un impianto fotovoltaico di oltre 3mila metri quadri, che oggi copre oltre il 40% del fabbisogno energetico.

RETEX E VENISTAR, INSIEME PER L’INNOVAZIONE Retex SpA e Venistar SpA hanno annunciato la definizione dell’accordo che porterà all’integrazione di Venistar all’interno del Gruppo Retex. L’operazione mira a rafforzare la posizione di Retex e Venistar nel mercato fashion e luxury, tramite l’integrazione delle reciproche competenze e soluzioni per l’omnicanalità, a supporto dell’innovazione in ambito digitale. Fondata a Milano nel 2010, Retex promuove l’innovazione tecnologica e organizzativa del retail “whenever it happens”. L’azienda, attiva nel mercato italiano ed internazionale particolarmente nel mercato cinese, ha chiuso l’esercizio 2019 con ricavi per 28,4 milioni di Euro. Venistar, con sede a Pianiga (VE), è un’azienda ICT che opera da 15 anni nella fornitura di soluzioni specialistiche per il settore della moda e del lusso. Sono più di 70 i brand del settore interessati dalle sue attività, e oltre 30mila gli utenti della piattaforma omnichannel Venistar CX. L’esercizio 2019 si è chiuso con ricavi per 9 milioni di euro. Con questa operazione, Gruppo Retex conferma e consolida il proprio ruolo di prima grandezza nel mercato italiano dei servizi al retail. Nel 2020, il gruppo milanese impegnerà oltre 300 professionisti e consoliderà un volume di affari prossimo ai 40 milioni di Euro.

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IL BUSINESS DEL MAKE UP IN ITALY Industria cosmetica in costante crescita

A cura di Giorgio Nadali

Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia, l’Associazione Nazionale Imprese Cosmetiche, in occasione della presentazione del Beauty Report 2019 ha evidenziato come la produzione, con un aumento di oltre due punti percentuali, sia in costante crescita e si approssima agli 11,4 miliardi di euro. L’export, dalla portata sempre più significativa, rappresenta oltre il 42% della produzione, con un valore vicino ai 4,8 miliardi di euro, in crescita di quasi quattro punti percentuali rispetto all’anno precedente. La bilancia commerciale, stabile nel suo andamento positivo, tocca i 2,75 miliardi di euro; mercato interno, anch’esso in crescita (+1,3%), supera i 10 miliardi. A livello di scenario, il report evidenzia come il settore cosmetico mantenga inalterato il proprio assetto positivo, grazie all’a-ciclicità che lo contraddistingue e che ha permesso di fronteggiare anche la lunga crisi che, negli ultimi anni, ha pesato specialmente sul mercato interno. Le imprese cosmetiche hanno dimostrato di essere reattive, in quanto caratterizzate da “una coazione, positiva, ad investire”, che ha permesso loro di sostenere la crescita. Tra gli elementi che hanno concorso allo sviluppo del settore emerge, inoltre, l’alleanza con i diversi attori della filiera, supportata anche dai processi di digitalizzazione, che stanno progressivamente trasformando tutti gli aspetti della vita delle imprese. L’espansione del digitale e delle nuove tecnologie telematiche, infatti, non si manifesta solamente nel campo dell’e-commerce, del marketing o della comunicazione, ma anche nell’organizzazione interna e nei rapporti con fornitori e clienti. In chiusura alle rilevazioni di Ermeneia, trova spazio il contributo del Centro Studi di Intesa Sanpaolo che, attraverso l’analisi di bilancio, propone uno studio della filiera cosmetica a confronto con le altre realtà industriali del Made in Italy. La seconda sezione della pubblicazione, dedicata alla cinquantunesima analisi del settore e dei consumi cosmetici del Centro Studi di Cosmetica Italia, completa lo scenario

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YVES SAINT LAURENT DICEVA CHE “IL TRUCCO MIGLIORE PER UNA DONNA È LA PASSIONE; MA I COSMETICI SONO PIÙ FACILI DA COMPRARE”. ECCO LA RAGIONE DELLA CRESCITA ESPONENZIALE DELL’INDUSTRIA COSMETICA IN ITALIA.


marzo\aprile 2020 descritto nelle pagine che la precedono, offrendo una panoramica dettagliata del comparto per canali di distribuzione, aree geografiche, categorie di prodotto e tendenze. Nel corso delle edizioni, il volume nel suo complesso si è affermato come uno strumento fondamentale per consolidare la reputazione del settore, spiegando i nuovi fenomeni e i trend che caratterizzano il mondo della cosmesi con studi costantemente aggiornati. I numeri positivi – che ogni anno consegniamo agli stakeholder – sono, infatti, la prova tangibile della capacità di fare impresa delle nostre aziende ed evidenziano le caratteristiche che rendono unica l’industria cosmetica italiana: competitività della filiera, dinamiche d’investimento, capacità di tenuta e qualificazione professionale. N e l 2 010 (a n n o i m m e d ia t a m e n te successivo al difficile 2009) gli incrementi annuali delle vendite dei prodotti cosmetici

risultavano positivi per tutti i canali salvo per i super e per gli ipermercati che denunciavano una lieve contrazione rispetto all’anno precedente (-1,9%). E ancora nel 2011 veniva confermata questa tendenza, con un’ulteriore contrazione nei super e negli ipermercati pari allo 0,8% a cui si aggiungeva quella dell’1,5% per il canale dell’acconciatura. Ma è con gli anni successivi che cresce il numero dei segni “-” e precisamente: nel 2012 la diminuzione delle vendite riguarda farmacie, profumerie e mass-market (e specialmente super e ipermercati), istituti di bellezza ed estetiste, nonché il canale dell’acconciatura: e tale tendenza alla contrazione viene confermata anche per il 2013 e il 2014 mentre le farmacie ritornano ad un leggero segno positivo (+0,4% e +1,5%); nel 2015 diventano positive le vendite mass-market (ma non i super e gli ipermercati), si contraggono per la prima volta le vendite a domicilio e quelle per corrispondenza e rimangono

all’interno di una tendenza decrescente gli istituti di bellezza e l’acconciatura: ma nel complesso l’insieme dei canali torna ad una tendenza media positiva (+1,4%), mentre nei tre anni precedenti ha vinto quella negativa; ed infine nel triennio seguente le vendite complessive sul mercato interno crescono (+0,5% nel 2016, +1,7% nel 2017 e +1,3% nel 2018 e, sulla base delle previsioni relativi al primo semestre 2019, un ulteriore +1,3%): restano tuttavia ancora col segno “-”, all’interno del triennio menzionato, i super e gli ipermercati e così si riposizionano al ribasso, nel 2018, anche le vendite a domicilio e quelle per corrispondenza (con un -2,0% a testa). IMPORT EXPORT DELLA BELLEZZA Sicurezza delle formulazioni e costante innovazione di prodotto hanno contribuito alla tenuta di quote sui singoli mercati e spinto l’incremento su nuove aree di eccellenza, a conferma della qualità dell’offerta italiana nel settore cosmetico.

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Il rapporto export su fatturato nel 2018 è di poco superiore al 42%, il valore più alto dell’ultimo decennio, sicuramente favorito dal miglior andamento dei grandi mercati europei e da quelli in forte sviluppo nell’area medio-orientale e asiatica. Il valore è ancora basso per etichettare l’industria cosmetica come definitivamente avviata ai processi d’internazionalizzazione; rimane tuttavia positivo in termini di nuove opportunità di sviluppo sui mercati esteri. Con riferimento ai prodotti, bene le performance positive dei deodoranti (+30,6% e 154 milioni di euro) e delle ciprie e polveri compatte (+15,2% e 233 milioni di euro). Molto bene anche altri prodotti dedicati al make-up: il trucco occhi chiude il 2018 a 437 milioni e un +3,7%, mentre registrano una timida crescita le esportazioni di prodotti per il trucco delle labbra con un +0,8% e 263 milioni di euro. Significativo l’andamento della prima categoria a valore delle esportazioni cosmetiche italiane, le creme e altri prodotti, cresciuta del 7,2% con un valore di 960 milioni di euro. Molto bene anche l’export della profumeria alcolica, +5,4% per un valore complessivo, tra acque da toeletta, colonie, profumi e eau de parfum, di 1.121 milioni di euro. Ancora a segno “+” le esportazioni legate ai prodotti per capelli: bene gli shampoo, +4,9% per 246 milioni di euro, la categoria di aggregazione delle lozioni e altri prodotti per capelli, che arriva a 654 milioni con una crescita vicina ai sei punti percentuali. Calo per i prodotti marginali, per peso a valore, appartenenti alla cura capelli come le preparazioni per capelli, -19%, ormai di poco superiori ai 7 milioni di euro e le lacche, -2,7% per 21 milioni di euro di esportazioni. In importante calo si segnalano le preparazioni per bagno, -26,4% per 115 milioni di euro e i prodotti per le unghie, -37,9% e 30 milioni di euro; così come i prodotti per la barba, -8,2% per 44 milioni. I flussi di commercio estero, anche nel 2018, hanno consolidato i cali nelle tensioni sulle economie dei singoli paesi che, come denominatore comune, hanno saputo superare con dinamismo l’instabilità dello scenario politico-economico mondiale. Per quanto riguarda le importazioni, il calo a valore è trasversale a molteplici famiglie di prodotto; gli andamenti più significativi che impattano sulla variazione negativa complessiva dell’1,4% sono generati dai prodotti per capelli, -7,9% per un valore complessivo di 222 milioni di euro; stesso andamento anche per i prodotti per il trucco, -16,8% per 250 milioni di euro di import a fine 2018.L’Europa si conferma la prima area di sbocco dell’export di cosmetici con 3.103 milioni di euro, grazie alla sostenuta domanda dei paesi storicamente importanti come Francia, Germania e Regno Unito. Prosegue la grande crescita dell’export negli Stati Uniti, +20% per quasi 500 milioni di euro, così come quella di Hong Kong (+23,1%): i volumi di questi paesi sono sempre più interessanti, soprattutto in ottica strategica per le politiche d’internazionalizzazione delle aziende del settore. Da tempo si assiste a un’espansione omogenea dei valori di export di cosmetici dall’Italia: l’Asia, con un valore di 874 milioni di euro, registra un incremento del 4,1%; l’America

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con un valore superiore ai 663 milioni di euro, aumenta del 15,1%, mentre l’Africa, con valori ancora marginali, registra una ritorno nelle preferenze dell’export italiano, dopo il deciso calo registrato nel 2017, con un +10,0% per un valore di 76 milioni. In crescita a livello intercontinentale anche l’Oceania, +5,7%, per un valore complessivo di 77 milioni di euro. Interessante il confronto decennale nei principali canali di sbocco di rilevanza strategica per le attività di internazionalizzazione dell’Associazione: il valore complessivo delle destinazioni asiatiche, ovvero Hong Kong, Cina, Corea del Sud, Malesia e Indonesia, è passato infatti, complessivamente, dai 106 milioni di euro del 2008 ai 376 dell’ultimo esercizio; un incremento medio annuo di oltre 25 punti percentuali. Tra i nuovi mercati mondiali, crescono le esportazioni di cosmetici italiani, tra il 2017 e il 2018, in India e Brasile, con un trend di, rispettivamente, +22,8% e 25%: seppur ancora in presenza di valori marginali è un segnale che le imprese cosmetiche guadagnano quote di mercato interno in aree con enorme bacino di consumatori.


marzo\aprile 2020

INTERVISTA A CRISTINA SCOCCHIA, CEO DI KIKO Tre parole per definire il brand Kiko? "Italianità, qualità, accessibilità." In cosa fa la differenza Kiko? "KIKO è in grado di capire ed interpretate i gusti e le esigenze dei consumatori che sono sempre più sofisticati ed esigenti. Ed è in grado di offrire nuove esperienze di consumo anche con il supporto del digitale." Perché 900 punti vendita Kiko con l'e-commerce in costante crescita? "Perché nel make up la possibilità di toccare e provare il prodotto è estremamente importante anche in un contesto di crescita a doppia cifra del digitale. I nostri negozi raccolgono in maniera magistrale tutte le caratteristiche del brand: la passione per la bellezza, l’attenzione per i dettagli, l’apertura verso il mondo della tecnologia, del digitale, della personalizzazione." Quale contributo ha apportato l'ingresso del fondo di private equity Peninsula Capital? "Negli ultimi due anni abbiamo realizzato un rapido ed intenso piano di trasformazione e riorganizzazione industriale volto ad incrementare l’efficacia operativa e finanziaria dell’azienda. L’ingresso di Peninsula ha contribuito alla realizzazione dell’impegnativo piano industriale definito dal management e pienamente supportato dell’azionista di maggioranza." Microplastiche bandite dai cosmetici in Italia, il divieto è diventato legge. Qual è la politica di sostenibilità di Kiko? "Nel 2018 abbiamo lanciato la collezione Green Me, una gamma completa di prodotti make-up e skincare formulati con percentuali altissime di ingredienti derivati da materie prime naturali e con packaging a basso impatto ambientale. È stato solo l’inizio, vogliamo ridurre l’impatto ambientale di tutti i nostri prodotti e degli espositori presenti nei nostri negozi." Donne manager. In Italia sono solo il 29%, in coda alla classifica dell’Eurostat. In Lettonia superano il numero degli uomini con il 56%. Ci commenti questa frase di Oscar Wilde: "Date alle donne occasioni adeguate ed esse potranno fare tutto" "Seneca diceva che la fortuna non esiste, esiste il momento in cui il talento incontra l’opportunità. Fino a prova contraria il talento è equamente distribuito tra uomini e donne, ciò che non è equamente distribuita è l’opportunità di dimostrarlo. Ed è su questo che dovremmo lavorare. Dovremmo favorire una più equa distribuzione dei carichi familiari, incrementare i servizi

In foto: Cristina Scocchia, CEO di KIKO

di supporto alle famiglie e aprirci al lavoro flessibile. In questo modo permetteremmo alla meritocrazia di trionfare senza limitazioni di genere." Cosa significa la parola "successo" per Lei? "Realizzare i propri sogni, qualunque essi siano, senza scendere a compromessi con i propri principi ed i propri valori." Il top management è più un talento innato o una skill acquisito? "Credo sia un talento innato che va però coltivato con impegno e passione." Tre consigli ai giovani che aspirano alla sua carriera? "Ai giovani in genere vorrei dare un solo consiglio: non permettete al vostro punto di partenza di definire quello di arrivo. Sognate in grande e provate a realizzare i vostri sogni con determinazione, impegno e tanta resilienza. Si può vincere o perdere ma vale sempre la pena di provarci con tutte le forze! Per le ragazze aggiungerei anche una postilla: non permettete agli stereotipi e ai pregiudizi di genere, di definire chi volete essere o chi volete diventare." Yves Saint Laurent diceva: "“Il trucco migliore per una donna è la passione. Ma i cosmetici sono più facili da comprare”. Cosa ne pensa? "La personalità e la passione sono le armi più potenti e il make up è uno dei modi per esprimerli."

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NON È MODA SE NON È FIMI La Fiera Internazionale Moda Infantile 2020 A cura di Carla Cavicchini

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marzo\aprile 2020 Mentre at trazione e comp etitività continuano ad acquisire un mercato che sempre più allarga i propri confini verso il mondo intero, la Fiera Internazionale Moda Infantile – tenutasi stavolta a Valencia grazie alla sinergia tra Feria Valencia, Asepri e Baby Kids Spaim Fimi – si è distesa ulteriormente grazie ad una vetrina commerciale di tutto rispetto, con occhio attento alle tematiche della sostenibilità.

Arrue, Babyjor, Baby Monsters, Belàn, Bimni Biomecanics, Boboli, Cambras, Cam, Chicco, Distribuciones Independent, Eve Children, Foque, Grupo Play, J.V. Male, Micuna, Miniland MS Innovaciones, N+V Villalobos, Laranjhina, Oca Loca, Pan con Chocolate, Paz Rodriguez, Plastimyr, Pretty Ballerinas, Saro, Top Toys Tuc Tuc, Tutto Piccolo e Uzturren, tutte impegnate nell'esporre le varie proposte nelle stagioni FIMI 2020-2021.

L'universo dell'infanzia viene riscritto sotto un unico concetto: Business-ExperiensRelation ad Networking. Una buona co-organizzazione capace di riunire oltre 350 marchi nazionali e stranieri per una vetrina mondiale che, oltre alla moda, comprende prodotti per l'infanzia, mobilia, calzature, pupazzi, bigiotteria, cosmetici, decorazioni, biancheria , passeggini, prodotti per l'igiene, appendi abiti da bagno, cosmesi, giocattoli che interagiscono anche con i genitori, accessori per il calcio e molto altro ancora. Impegnativo, eppur entusiasmante, ospitare tutti i marchi provenienti da 13 paesi. Oltre a fare capolino l'America Latina con il Venezuela, presente buona parte dell'Europa con nazioni come la Bulgaria, Francia, Polonia, Germania, Svizzera, ed ancora Grecia, Regno Unito, ed altre ancora. Di gran pregio le firme nel settore bimbo quali: Abel y Lula, Accoms, Agatha Ruiz de la Prada, Alondra, Ancar,

Lores Segura, General Director Asepri, associazione spagnola di articoli per l'infanzia, spiega come da sempre essa presenti marchi d'altissima eccellenza, mostrando il carattere competitivo in qualsiasi mercato, internazionale compreso, per far conoscere la moda spagnola. Come? Andando incontro ai bisogni di un bambino sereno, giocoso, che veste la moda, ma che anche la inventa in maniera estremamente confortevole: poiché Asepri è bimbo, bimbo è Asepri! Il 75% delle vendite interne è concentrato nelle seguenti regioni: Madrid 21%, Catalogna 18%, Andalusia 15%, Regione di Valencia 12%, Galizia 5% e Paesi Baschi 4%. L'Europa è la principale destinazione delle vendite, seguita dall'Asia dal (10%) e dall'America. Italia, Francia, Portogallo e Regno Unito rappresentano il 77% delle vendite in Europa. I principali canali di distribuzione – per un totale del 76% delle vendite sul mercato interno – sono costituiti da reti

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di negozi di marchi e franchising 31%, negozi di moda multimarca 23%, farmacie e negozi di bellezza e salute 12% e negozi specializzati di assistenza all'infanzia 10%. Negli anni a venire è prevedibile un sensibile incremento delle vendite e conseguentemente dell'occupazione, con le aspettative di ripresa del settore. Le tematiche presentate e gli argomenti di discussione con i vari operatori – rivolti a sensibilizzare ulteriormente stampa nazionale ed internazionale ed associazioni di categoria verso la digitalizzazione – hanno mosso il desiderio di difendere e proteggere il nostro pianeta gestendo le risorse naturali del clima in maniera intelligente, di sano impatto, cercando di combattere i danni arrecati alla nostra terra. L'attenta progettazione dell'intero sistema FIMI con la conferenza mondiale sul commercio al dettaglio tramite “Reinventare il negozio del futuro” coordinata da Feria Valencia assieme a “Techinical office for trade an territoryPateco” del consiglio delle Camere di Commercio della regione di Valencia, ha portato ad una visione alquanto intraprendente verso il futuro, tenendo conto delle tendenze e delle analisi delle attività. Ottimo lo spazio ad hoc de: La Incubadora, buon modello ispiratore ed eco-sostenibile che, volgendo anche al sociale, sensibilizza ulteriormente i comportamenti etici di ognuno di noi, preservando al bene comune. Nell'immenso panorama aziendale, Boboli promuove una buona filosofia di vita nei confronti dei bimbi e dei più grandicelli, stimolandone la curiosità anche in veste critica. A conduzione familiare, è da considerarsi vero e proprio marchio leader nel panorama tessile spagnolo ed internazionale, “catturando la clientela” grazie al suo design estremamente at traente ed acc at tivante. Oltre a salvaguardare l'ambiente presentando a Fimi la collezione al 100% in cotone organico, ha ottenuto per cura, competenza e ricerca ecologica la certificazione GOTSGlobal Organic Textile Standard per la collezione di nuove tendenze. Una linea

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multiforme, che si presta alle peripezie all'aper to, sul prato: lava, indossa, indossa, lava! Magari con giacchetta creata dal progetto poliestere riciclato riconvertendo bottiglie di plastica. Nota considerevole, l'alta qualità venduta ad un prezzo non elevato capace di coprire le varie fasce di acquirente. Azienda che gode del principio dell'ottima qualità del tessuto selezionando il filato tra tricot, lana, cotone, etc., dona ottima vestibilità al “mondo bimbo”. Immancabile il Denim con velluto a coste, accanto alla flanella così calda ed invitante. Sulla passerella

l'alta varietà Boboli si dipana tra tulle, ecopelle, giochi luminosi e plumetis plissettato all'insegna del gioco e del divertimento con la collezione degna di tanti pois, perline, basco 'red' e scintillante nero lurex. Giocosa e sorridente la modella-bambina down, accompagnata durante la sfilata, forte del messaggio di sensibilizzazione d'abbattimento di ogni barriera. Mimenina sfila con la nuova collection color giallo come un un campo di girasoli e simpatici calzini bicolori che attirano l'occhio mentre le signorinelle civettuole


marzo\aprile 2020 compiace (e piace!) di quel bel ciuffo ritto sopra la testolina. Uno scoppio! Non della terra, ma delle stelle argentee che cadono sul pubblico con la complicità di Tr ybeyond che presenta il simpatico giubbotto argento. Il modello avanza sicuro, controcorrente, mentre seguono frange e bei occhiali, ruvido jeans e berretto giocherelloso con i vari pompon. Amaya, in tutto il suo essere con abiti rosati e pieghettati o “di traverso” con la punta, espone lurex su scarpe da ginnastica per ingentilire l'estrema sportività. Raffinatissimi i tocchi di perle nere sulle testoline e non solo, coi piccoli cappotti che tengono al calduccio e ben si prestano anche come paltò! A corollario, piume e chiffon con stilizzate borsettine che rievocano Chanel. Dulcis in fundo, applauso all'ecologica, sana, sostenibile fantasiosa, collection, capace d'incoronare la “Kid fashion week” regina della fiera. Un Fimi d'eccellenza!

esibiscono la bandana quale must di stagione. Lady Bug's Cris, tramite gli amati accessori e milioni di cappelli coloratissimi, casual e chic, prova, anch'essa come azienda, a far divertire i diversamente abili sotto le luci e flash dei fotografi. Dolce Petit apre le danze mentre le mimmine ballano e fanno mossettine a ritmo di musica. Vere e proprie piccole donne con l'abitino corto stilizzato ed un bel fiocco dietro che fa così glamour! Questo mentre Abel & Lula avanza col uno scozzese rigido ed ancora versatile velluto con delizia di zainetti d'accompagnamento. Petit Alò, tra

maculato aggressivo e disinvolto, presenta capi oro-bianco e oro-rosa con un tocco afro che rende etnico il momento. Seguono le passate fermacapelli dai mille strass e gonne pieghettate rigorosamente lurex. È il momento di Dixie con l'alta sportività del cappuccio e gli scarponi per qualsiasi intemperie; accanto, le romantiche bambinelle dai lunghi e fluenti capelli avanzano come dolcissime mannequins. Energiers unisce casual e chic al ritmo della Macarena per pose altamente professionali pur nel gioco delle esibizioni, mentre il bimbo, aggressività in pugno, si

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In foto: Antonella Mansi Presidente del Centro di Firenze per la Moda

L'ARTE DI FARE SISTEMA Sistema Moda Italia al Pitti Uomo 97 A cura di Carla Cavicchini

Una produzione adeguata verso prospettive economiche globalizzate come l'industria 4.0, detta anche quarta rivoluzione industriale, rappresenta un fenomeno nel proprio settore com’è emerso dal convegno dell'8 gennaio scorso, presso la Sala riunioni dell'Area Monumentale di Pitti Immagine, dove sono state tirate le fila di un'interessante indagine promossa da S.M.I. – Sistema Moda Italia – in collaborazione con FONDIRIGENTI ed il Centro di Ricerca e Consulenza PTSCLAS di Milano. L'indagine ha coinvolto un campione molto ampio d’imprese del settore tessile e dell’abbigliamento (246 questionari relativi a 300 imprese, costituite da 500 unità operative con almeno 15 dipendenti) e dalle loro risposte sono emerse le esigenze delle aziende, in merito alle sempre più evidenti difficoltà di reperimento sul mercato del lavoro delle professionalità necessarie

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marzo\aprile 2020 alla filiera produttiva e distributiva, nonché creativa, del settore moda. Si prevede che nei prossimi anni le aziende dovranno ricorrere ad assumere almeno 50.000 nuovi giovani con qualifiche elevate anche sotto il profilo della tecnica. Sistema Moda Italia ha pertanto promosso questa indagine a vasto raggio presso le aziende associate, chiedendo direttamente a queste quali siano i fabbisogni professionali necessari per tutti i comparti produttivi e le dimensioni delle imprese interessate. Circa il 75% del campione è costituito da imprese tessili e quasi il 40% da imprese di confezione, abbigliamento e maglieria; il tutto in un territorio che va per l’86,3 % al Nord, per il 6,5% al Centro e per il 7,3% al Sud, con punte in Lombardia e Veneto. Qualifiche elevate anche sotto il profilo delle nuove sfide digitali, poiché è indubbio che tali professionalità dovranno necessariamente sapersi confrontare con le innovazioni della nuova economia digitale. I risultati di questa indagine sono stati messi a disposizione di tutto il sistema: del mondo della formazione, delle istituzioni e di tutta la filiera che, in buona sinergia, si adopera allo sviluppo e al consolidamento del settore tessile, abbigliamento e moda. I più importanti profili professionali riguardano • l’area manageriale: responsabile di produzione, responsabile commerciale e marketing, responsabile stile e prodotto. • l’area tecnica: modellista, disegnatore industriale (tessile & fashion), tecnico del controllo del prodotto finito, specialista e-commerce. • l’area operativa: addetto alla produzione nobilitazione e stampa tessuto (il cosiddetto finissaggio), addetto alla produzione (tessitura), addetto alla produzione (tintura tessile), prototipista. Alla conferenza stampa sono intervenuti il presidente di Sistema Moda Italia Marino Vago, la presidente del Centro di Firenze per la Moda Antonella Mansi, ed il presidente di Fondirigenti Carlo Poledrini. Proprio Antonella Mansi, tra l'altro anche Vice Presidente Nazionale di Confindustria con delega all'Organizzazione, osservando il lifestyle in giro per il mondo, vede un settore in crescita in cui i ragazzi devono essere sempre aggiornati, forti di una buona formazione per dare il massimo nel mondo e giusto la domanda/offerta con un'istruzione tecnica assolutamente basilare: “Il capitale umano è essenziale, su questo la formazione ministeriale deve essere suprema arrivando alla finalità di formare ottime competenze.” Un'osservazione sulla situazione politica instabile constatando che, con i cambiamenti del Governo, anche i dati economici ne risentono. “Indubbiamente il nostro paese necessita di un forte senso di responsabilità ed impegno chiaramente in tutte le categorie ed istituzioni. Bisogna uscire dalle logiche del consenso spicciolo assumendo le dovute responsabilità per scelte che possono essere discutibili ma che sostengono la crescita del territorio. E questo vale ovunque, per interessi nazionali prioritari. Al bando

pertanto inaffidabilità, instabilità, incoerenza, incognite, a fianco di burocrazie che possono apparire carenti con gli interessi del paese, ingessando il lavoro. È fondamentale tener conto del nostro sapere toscano, che riusciamo bene a esprimere e che difficilmente viene trovato altrove. Giusto quindi esserne orgogliosi essendo un pelino più attrattivi.” Nel campo della moda esiste una buona sinergia con le amministrazioni locali? Risponde gentilmente facendomi osservare – con mimica facciale – che il tempo è denaro: “Si, per quel che ci riguarda c'è un ottimo rapporto sinergico, Il Centro Moda è un'associazione che esprime anche soci che sono le istituzioni di questo territorio. E proprio le istituzioni di questo territorio sono parte integrante di questo grande progetto. Quanto a Pitti Uomo, è una bellissima iniziativa che racchiude in sé una forte linfa nonché una possente capacità di rinnovamento. Gli sforzi saranno costanti per rimanere aggiornati alle dinamiche internazionali non certamente banali e che dobbiamo anticipare. E su Pitti Uomo e i lavori della Fortezza? Con inevitabile espressione ironica: “Non è a me che deve domandarlo, non sono io l'interlocutore. Ci auguriamo che i lavori partono presto, ma non sono dinamiche che non dipendono da noi!” Dal momento che Fortezza è uno dei temi caldi del momento, cosa porterà una volta ristrutturata? “Opere semplicemente da gestire, mettendoci nelle condizioni di ben agire nonostante ciò che verrà fatto, vista l'opportunità di ulteriore miglioramento, nonché un buon asset per le nostre manifestazioni.” Il nostro Stivale vanta un patrimonio culturale notevole, nonché altissima tradizione manifatturiera come la Toscana. Si può sfruttare meglio tutto ciò? “Certo! Con una promozione adeguata. Capacità di attrazione, attenzione maggiore alle infrastrutture, buona accoglienza e non respingere. Tuttavia niente vieta di attrezzarci maggiormente per avere strumenti più efficaci.” Ed un sorriso di cortesia sigla il saluto. Altri ruoli manageriali l'aspettano.

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CANDIANI DENIM PRESENTA IL PRIMO DENIM STRETCH BIODEGRADABILE Un’innovazione unica al mondo che avvicina la moda alle sempre più attuali e imprescindibili esigenze di sostenibilità A cura di Marcella Ciappi Foto © Candiani Denim

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marzo\aprile 2020 COREVA®, questo è il nome dell’innovativa tecnologia sviluppata e brevettata dall’azienda italiana Candiani Denim, che prevede l’uso di una fibra vegetale ricavata dalla gomma naturale, in sostituzione delle fibre sintetiche solitamente utilizzate. Si tratta di una tela denim prodotta per la prima volta senza plastiche e microplastiche. C O R E VA ® S t r e t c h Te c h n o l o g y sostituisce, infatti, gli elastomeri sintetici ottenuti comunemente dal petrolio senza compromettere l’elasticità, le proprietà fisiche e la durata dei tessuti. Questa rivoluzionaria tecnologia è destinata a modificare l’intero mondo della produzione di denim e permette all’azienda della provincia milanese, definita “The Greenest Mill in the Blue World”, di presentare al mercato un prodotto che ridefinisce i paradigmi di un settore industriale. È così possibile finalmente acquistare i primi jeans elasticizzati al mondo completamente biodegradabili. Il primo brand che ha potuto utilizzare questa nuova tela stretch è l’olandese Denham, fidelizzato partner storico della tessitura italiana, con una collezione totalmente prodotta con la tecnologia COREVA®. In quanto partner nella ricerca e nello sviluppo di questa rivoluzionaria tecnologia, la collezione Denham BioStretch Selvedge Denim, il primo range di

jeans prodotti con la tecnologia COREVA®, è disponibile in esclusiva negli store e sul sito web di Denham. Una parte della nuova Life is Movement collection, che propone le ultime innovazioni di denim a basso impatto ambientale, è dedicata a questa grande innovazione attraverso una limited edition numerata dei modelli più iconici del brand. Questa nuova generazione di denim creati in collaborazione tra Candiani Denim e Denham rappresenta un traguardo mai raggiunto in precedenza in questo segmento. “In un mondo dove le risorse stanno diminuendo e c’è un eccesso ingestibile di capi di abbigliamento da smaltire – ha dichiarato Alberto Candiani, General Manager di Candiani Denim – è un dovere di tutti guardare a un consumo e a una produzione sostenibili, con una massima attenzione a risorse rinnovabili, materiali biodegradabili e compostabili. Il mondo del Denim dev’essere in prima linea in questa rivoluzione, non perché ci sia una domanda, semplicemente perché è corretto farlo”. In un’industria del denim che continua a evolvere, la sostenibilità rimane una guida e un obiettivo imprescindibile. È iniziata ormai una nuova era di denim nati da materiali bio e dall’impiego di risorse rinnovabili, grazie alla ricerca instancabile di Alberto Candiani, il cui impegno in chiave sostenibile ha consentito all’intero settore di rivolgere lo sguardo allo sviluppo di un’industria più verde.

CANDIANI Candiani è un’azienda leader nella produzione di denim che da oltre 80 anni produce tessuti per alcuni dei nomi più prestigiosi sul mercato puntando su Made in Italy, innovazione e sostenibilità. Le due fabbriche di Robecchetto con Induno, in cui si svolge tutta la produzione, sono attive dal 1938 e si basano sui tre principi della sostenibilità “riduzione, riutilizzo e riciclo”, ottimizzandone l’efficienza grazie al minor consumo possibile di acqua, prodotti chimici ed energia. Candiani è stato il primo cotonificio a utilizzare il cotone BCI per il denim e attualmente lo utilizza per il 50% della produzione totale. L’azienda utilizza anche cotone organico, canapa, lino e fibre cellulosiche come TENCEL™ Lyocell con tecnologia Refibra™. Il 100% dei rifiuti dai processi di filatura, tintura e tessitura viene riciclato: il 50% viene trasformato in filato e il rimanente 50% viene impiegato come materiale isolante per abitazioni e automobili.

DENHAM DENHAM the Jeanmaker è stata fondata ad Amsterdam nel 2008 da Jason Denham, un inglese ossessionato dalla produzione di denim di alta qualità, con una grande passione per l’innovazione e, allo stesso tempo, con un grande rispetto per la tradizione. Da allora il marchio ispirato dal motto “La verità è nei dettagli” ha iniziato a proporre una gamma completa di collezioni per uomo e donna, compresi capispalla, top, pantaloni e accessori, caratterizzati da vestibilità perfetta e tagli contemporanei. Il marchio si posiziona nel segmento premium. La sua rete di vendita globale in crescita raggiunge oltre 20 paesi. DENHAM ha sede ad Amsterdam, con uffici satellite a Düsseldorf, Shanghai e Tokyo.

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DETOX: CONSORZIO, STILI DI VITA

La moda? Un modus vivendi consapevole, il suo comportamento “da culla a culla per rinascere” sviluppa automaticamente l'economia circolare. Una sfida orientata verso tutto ciò che è ecosostenibile, con buoni partner, abbracciando l'etica-estetica funzionale tramite target di riconoscimento di chi si espone in prima persona. Alla press conference The time in now new citizien 1.5 promossa dal Consorzio Detox, Ied – Istituto Europeo di disegno – e Greenpeace, è emersa la passione e la motivazione degli studenti dello Ied, provenienti da ogni parte del mondo (molti dal nord d'Europa e Corea) nel conoscere il grande Depuratore di Prato e il Museo del Tessuto, con la presentazione di 5 capsule collection sostenibili in occasione della rassegna pittiana. Molti di loro sono divenuti poi professionisti, con l'appoggio delle varie istituzioni del territorio e non solo insieme al settore marketing-comunicazione; apprezzando la realtà Greenpeace, ne hanno constatato la grande cassa di diffusione, grazie anche all'operato di Chiara Campione, Head of the Corporate and Consumer Unit Greenpeace Italy. E se identità e scelte del cittadino contemporaneo volgono a buoni stili di vita con occhio attento anche nei confronti dei cambiamenti climatici, ben venga il Green Market in un mondo dove le parole “difendibile” e “ragionevole” diventeranno leggi. Incisive le parole di Andrea Cavicchi, Presidente del Consorzio Detox, il quale ha sottolineato che coi piccoli progetti si cambiano le mentalità. Proprio Detox ha l'obiettivo di far capire come si produce in modo sostenibile in un territorio come quello di Prato, con varie aziende considerate giustamente virtuose.

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A colloquio con Andrea Cavicchi Presidente di Detox A cura di Carla Cavicchini


marzo\aprile 2020 Come si produce in modo sostenibile? “ P ro m u ove n d o il c o m p a t ib il e p e r l'ambiente senza rilasciare sostanze chimiche e tossiche. Consideriamo un bilancio positivo in questo settore, con la voglia di raggiungere obiettivi ancora più ambiziosi, aggregando aziende di massa critica maggiore, seppur tenendo conto del rischio in tale sistema produttivo, dove i grandi brand schiacciano le fabbriche del semilavorato in una produzione sempre più compressa. Compressa su prezzi e prodotti mirati, facilmente vendibili. Per tanto p er l'interm edio – quale produttore di un semilavorato – non è facile raggiungere il consumatore e il valore di un tipo di produzione rispetto a un altro. L'obiettivo primario rimane, a fianco dello Ied e Greenpeace, di permettere a consumatore e studenti la conoscenza di processi onesti, in un lavoro comune. Non tutto è semplicissimo, da qui l'arrivo di nuovi designers tenendo alta la sostenibilità. La sensibilità ambientale è altissima, anche se soluzioni e progetti presentati spesso non hanno una ricaduta reale sul miglioramento dell'habitat e processi produttivi.” Perché questo? “Perché molti stand, in queste giornate di Pitti, presentano tematiche sulla sostenibilità che vanno analizzate con occhio attento, percependo la loro comunicazione verso un trend ambientale che non sia solamente momentaneo. Tutti siamo a conoscenza dell'inquinamento dato delle plastiche, anche il meno informato, pertanto è basilare valutare la realtà; noi come Consorzio, abbiamo il dovere di lavorare sulla trasparenza quale unico elemento su cui fare chiarezza.” In tema di chiarezza, comprando in negozi a basso costo e mercati all'aperto, chi tutela il cittadino? Si sono verificati casi di abiti e accessori macchiati dal capo appena acquistato. “In questi frangenti chi acquista deve autotutelarsi, senza essere sprovveduto. La mancanza di etichette, capi che stingono. Il prezzo basso deve automaticamente far scattare quel segnale di allarme che

Photo © - Stefano Casati.

comporta lo sfruttamento d'ogni fascia d'età e la manodopera a basso costo, dumping sociale, spesso in ambienti malsani e fatiscenti. Per non parlare dei rischi a lungo e breve termine come irritazione cutanea, manifestazione di un disturbo del proprio organismo, inquinamento a lungo termine portato dalle microplastiche trovate nelle acque che poi attaccano i linfonodi, causando seri problemi di salute. In Italia questo non succede… non dovrebbe succedere dal momento che il brand è tenuto alla tracciabilità e certificazione dei propri prodotti.” È vero che l'inquinamento può agire sull'ap parato en do crino dei p e sci “femminilizzandoli”? “Sì. Anche nella catena alimentare, se priva di controlli, a causa dei coloranti che finiscono nelle acque può succedere questo.” Quindi... anche i pesci possono diventare gay? “Beh, ogni orientamento sessuale è rispettabile.” dice sorridendo mentre proseguo osservando che la mia è una battuta. Fortunatamente recepita.

“Stiamo lavorando con il Ministero dell'Ambiente soprattutto sulla modifica di un determinato decreto per permettere d'incentivare l'utilizzo di materiale di scarto in questo settore. Quella legge rischia di parificare chi lavora e utilizza materie prime di scarto con chi è trafficante di rifiuti, rischiando così di mettere sotto processo penale chi lavora con la propria piccola impresa, in un settore che invece è apprezzabile. Esiste sensibilità nella volontà di modificare il decreto, poiché così com'è limiterebbe moltissimo, senza definire le fasi di lavorazione. Promuovere l'economia circolare è basilare, al momento non è così. Abbiamo tuttavia registrato dai Ministeri dell'Ambiente, dello Sviluppo Economico e della Salute, un aiuto concreto al nostro Consorzio affinché si possa andare in Europa a modificare tali leggi; così da favorire concretamente l'economia circolare. Insomma, piena disponibilità per lavorare insieme con aiuti, che, sembra vi siano. Il tempo ci darà ragione.”

Sono state emanate idonee leggi in merito all'inquinamento tessile? Il volto rassicurante me lo conferma:

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Foto: © Galizio Torresi

I PRIMI 40 ANNI DI GALIZIO TORRESI Una realtà imprenditoriale, fondata sui forti valori di qualità, eleganza e gusto che, da piccola azienda familiare, si è trasformata in una grande realtà industriale, solida e in continua crescita. A cura di Marcella Ciappi

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marzo\aprile 2020 È il 1979 quando Galizio Torresi decide di creare un’impresa artigianale di calzature da uomo in un distretto tra i più importanti al mondo per questo settore, le Marche, dove le sue creazioni prendono vita. Nel 1997 l’azienda diventa una Srl e ben presto conquista la fiducia del mercato riuscendo a imporsi sul territorio nazionale e internazionale con dei prodotti estremamente ricercati e di altissima qualità. Oggi la Galizio Torresi fonde sapientemente il sapere artigianale di un tempo con le moderne tecnologie per garantire un prodotto dagli elevati standard in termini di comfort, qualità dei materiali e delle lavorazioni e un’estrema cura dei dettagli. A rendere uniche queste calzature sono le preziose lavorazioni a mano che caratterizzano in modo differente ogni singolo paio.

modelli casual che in quelli eleganti. Si tratta di un’azienda che sin dai suoi albori e in tutta la sua evoluzione ha scelto di impostare il proprio operato basandosi su forti principi, senza mai scendere a compromessi di alcun genere. I risultati eccellenti sono dimostrati da prodotti in grado di resistere a qualsiasi flessione di mercato, tanto che il successo ottenuto nei paesi europei, e in particolare in Germania, si mantiene in costante crescita. Il fatturato dell’azienda è cresciuto dai 15 milioni di euro del 2018 ai 21 milioni di euro registrati nel 2019. Ciò è stato possibile anche grazie a una forte rete di distribuzione che, fin dagli esordi, ha saputo garantire una presenza capillare del brand in ambito internazionale, con circa 350 negozi monomarca, oltre a un solido posizionamento nel fashion system.

La sede, immersa tra le dolci colline del centro Italia, richiama la naturalezza e la genuinità del territorio in cui opera e lascia trasparire il profondo rispetto delle tradizioni che da sempre costituiscono un solido fondamento della cultura italiana e del Made in Italy. L’azienda, sotto la guida del CEO Luca Avallone, si avvale di oltre 100 collaboratori impegnati nei vari settori: creativo, produttivo e amministrativo. Un team affiatato che da anni lavora con professionalità ed impegno concorrendo al successo delle calzature Galizio Torresi.

A fare da supporto a questa crescita anche un’attenta politica di comunicazione in grado di valorizzare ed esaltare l’immagine aziendale congiuntamente alla qualità dei suoi prodotti. Le creazioni Galizio Torresi sono presenti nei principali mercati internazionali e dal 2010 propongono un’ulteriore integrazione alle proprie linee con il marchio Brimarts, brand di ricerca con un posizionamento medio/alto, che Galizio Torresi produce e commercializza.

Sempre in linea con i mood e le tendenze moda, i prodotti dell’azienda si vestono di uno stile estremamente raffinato ma mai scontato. Le calzature Galizio Torresi sono duttili e adattabili ad ogni occasione. La sobrietà delle linee lascia spesso spazio a creazioni eccentriche e alternative, sia nei

Ancora saldamente nelle mani della famiglia Torresi, che ricopre i ruoli cardine aziendali, la Galizio Torresi è licenziataria di marchi di alta moda ed è attiva in diversi mercati tra cui Italia, Germania, Austria, Benelux, Ucraina, Polonia e, in particolare, riscuote molto successo in Australia, Russia e Nord America.

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AMORI E CAPPELLI BY DORIA Sempre di moda A cura di Carla Cavicchini

Il fischio del treno, un soffio improvviso che prende il cappello. Madame che si agita, ma non troppo, al ritorno per mano galante di chi, appoggiandolo delicatamente sulla dolce testolina, fa innamorare la coppia di un vento imperioso. Cappelli che vanno, cappelli che vengono. O gni ep o c a p ossie de il suo, com e nell'antico periodo in cui indossarlo era quasi d'obbligo, nascondendo l'alto

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potere seduttivo dei capelli. Beh, si fa per dire, poiché la ciocca malandrina poteva benissimo mandare in estasi il cavalier servente. “Tappi la buca e apri la falla”, come quando la cantante Abbe Lane dalle morbide chiome e morbide curve, muovendosi sinuosamente sullo schermo della Rai, inceneriva giovanotti e adulti, colti alla vista di cotanta grazia. Ci pensò un dirigente tv tagliandola a mezzo busto, ma ottenendo l'effetto opposto alla vista del prosperoso decolleté.

Ma torniamo allo sbuffo all'indietro verso i “Grand Tour” quando l'aristocrazia, di buona fetta inglese e tedesca, viaggiava con enormi bauli e cappelliere pronte all'uso, riparando spalle e volto dal malsano sole. Sbuffo avanti fino all'epoca vittoriana, quando indossare il cappello veniva celebrato come un prezioso rituale, raggiungendo persino l'apice di piccolo vezzo e sana civetteria. Per non parlare poi del piccolo cappellino dal velo abbassato, così languido e misterioso. Di rotaia in


marzo\aprile 2020 rotaia, arriviamo al capolinea: l'azienda Doria che del settore se ne intende molto con vera e propria maestria. Handmade passion è lo spirito della casa madre, splendidamente rappresentata nel ricco catalogo dai toni volutamente smorzati, donando un piacevole tocco di allure alle pagine. Parlano le immagini in quel di Lecce, di antiche locomotive a vapore e carrozze d'epoca dagli arredi scuri e profondi del 1910, sino al 1970 mentre lui e lei s'incrociano sfiorandosi, con sguardi profondi, alla volta d'incontri clandestini, con larghe falde in testa. Assolutamente delizioso il maculato e la coppola per giochi d'intesa alla Bonnie and Clyde. Più tardi, nella brezza marina, l'acqua cristallina incornicia il raffinato grigio e lo splendido bordeaux, vicino al bluette delizioso e al raffinato cammello. Ciuff, ciuff, si parte… chissà se si ritorna! L'importante è avere la valigia dalla cappelliera incorporata con un minimalista simbolo d'oro. L'azienda nata a Maglie nel 1905, dove ancora regna la produzione del Salento, celebra l'inizio degli Anni venti del terzo millennio alla volta del passato e delle emozioni che conserva. “Le idee? Le raccolgo ovunque, tutto mi parla, ogni cosa racconta. La fantasia galoppa, la strada insegna, ma soprattutto è la passione che smuove ogni confine”. Così si esprime la stilista Alessandra Maregatti spiegando delle forme di legno usate per i cappelli, della pregiata lana stirata su forme di alluminio. “Macchine da lavoro? Beh, molto viene fatto a mano, praticamente un mix con l'ausilio di macchinari che sprigionano vapore". E sorride facendo capire che la manualità prende il sopravvento per cose di "buona fattura". Un bel vedere a Pitti Uomo in questo neonato 2020, dove le signorine e qualche bel fanciullo dell'azienda Doria accolgono i visitatori nello stand. La fascia d'età della loro clientela? Dai 20 ai 60 anni ed oltre, decisamente! E questo per prezzi in sintonia col mercato odierno per feltro eccellentissimo, venduto dagli 80, 150,

300 euro cadauno. Ampio il mercato che vede interessate tutte le regioni d'Italia, sconfinando verso l'Europa, Giappone e Stati Uniti. Piacevole segnalare la cappelleria storica monomarca nella cittadina tutta archi e piazze denominata Bologna la grassa, mentre qui, invece, col Salento nel sangue e negli occhi, si sente il crepitio dell'ulivo, del legno bruciato che incendia l'aria. Un modo per proseguire nel viaggio accolti dal baciamano “Love is in the hat”, premeditato dal destino verso l'ignoto, carico di suspense, capace di fondersi magistralmente col nuovo. Perché la moda si ripete sulle note del jazz, arrivando, chissà, sino alla bachata odierna. La tentazione di sfiorare accessori e ornamenti è forte, il tocco si sposta ora sul velluto, ora sul raso, su tutto ciò che luccica, ammirando rifiniture scamosciate, tricot impalpabili, cerate da pioggia divenute tecniche di trama canvas. Ed è proprio la penisola salentina che si affaccia come sempre vibrante, tenera e dolciastra di terra generosa, regalando colori rigogliosi dai nomi esotici e sensuali come: Rubro, Azzurro Cala, Bistro, Ficomoro, Caramello, Brughiera, a fianco della maison Doria con Tufo, Fumo, Negroamaro – dal nettare degli Dei – Nero Saraceno, mischiandosi tra loro porgendo sfumature e purezza del colore a tutto tondo. E se classico è quel valore nel tempo che non muore mai, Doria, rispettando l'integrità del lavoro sartoriale, prova, sperimenta, aggiusta, modifica secondo i canoni del terzo millennio accanto alla tradizione novecentesca. Nobiltà d'animo, nobiltà di cuore, nobiltà di mano. Metaforicamente vengono rubati piccoli, piccolissimi arredi del barocco salentino: le borchie che decorano le facciate di palazzi nobiliari, lacchè di catene, per raffinatissime capsule collection Toodoria, dai colori avvolgenti e maestosi. Che dire ancora se non… chapeau!

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FIORINO D'ORO A PINAULT A cura di Carla Cavicchini

Ricevere il “Fiorino d'Oro” a Palazzo Vecchio di Firenze, la massima onorificenza della città gigliata, da parte del sindaco Dario Nardella è stato un vero e proprio onore per l'AD di Kering, Francoise Henri Pinault, in occasione di Pitti 97. Pinault, sorridente e gentilissimo, spiega che proprio nel capoluogo toscano viene spesso per seguire le attività del territorio: “Firenze, oltre ad essere il cuore pulsante di Gucci e di altre aziende, si distingue nell'arte del saper fare e della creatività, in luoghi in cui il tempo trascorso ha lasciato buon segno. Sono orgoglioso di sviluppare qui i nostri brand, in un terreno altamente fertile. Una città incantevole, dove ovunque si respira arte” prosegue osservando con stupore gli incantevoli affreschi del Vasari nella Sala degli Elementi.

Alla presenza di vari ospiti, tra cui l'amministratore delegato di Pitti Immagine Raffaello Napoleone, il sindaco Nardella racconta di questo imprenditore francese, dalla voglia indomita, decisa e motivata, di guardare oltre, mettendo pure in conto i rischi, ma in un'ottica volta sempre più sostenibile dove il Presidente ed Amministratore delegato del colosso Kering, fa della salvaguardia dell'ambiente una giusta causa. Doveroso osservare che il titano del lusso racchiude nel proprio gruppo le aziende di Gucci, Bottega Veneta, Balenciaga, Brioni, Boucheron e Saint Laurent. Sul territorio toscano ci sono gli investimenti di Gucci, Gucci Lab, Richard Ginori, Saint Laurent. 100 Globale Knights Corporate ha incoronato nella sua classifica Kering “miglior gruppo quotato nella produzione del tessile e beni altamente lussuosi” nella tematica della sostenibilità.

In foto: a sinistra il Sindaco di Firenze Dario Nardella, Pinault e Raffaello Napoleone, Amministratore Delegato Pitti Immagine srl

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marzo\aprile 2020

SUA MAESTÀ LA LANA CORPORAZIONE DELLE ARTI E DEI MESTIERI

È doverosamente “politically green” il video messaggio proiettato a Palazzo Vecchio di Sua Altezza Carlo d'Inghilterra, erede al trono del Regno Unito, in occasione del fashion–made fiorentino. Fa percepire la lin e a della sos te nibilità- dife sa dell'ambie nte , tramite l'arte manifatturiera della lana di coltivazione biologica. Eccellente maniera di fare buon marketing di nobile fibra, aiutando il cambiamento climatico grazie a materiali non infiammabili, senza provenienza di combustibili fossili. Praticamente un dignitoso ed ecologico fine con il progetto d'andare incontro anche agli allevatori di pecora sollecitando rispettosi contratti di lavoro. Ambientalista convinto, osserva come gli oltre mille brand del globo con la Campaign For Wool, incentivano l'uso del biodegradabile e delle fibre naturali, che lui, in qualità di Principe, applica nella contea di Gloucestershire, nella propria factory di Highgrove. Nobile la finalità di allineare coltivatori del settore a stilisti, artigiani, produttori e rivenditori all'etica dell'uso e consumo sano e consapevole di pura lana vergine. Un sogno? No, una principesca realtà!

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UN DONKEY VERY, MA PROPRIO VERY SWING! Cipria e vintage A cura di Carla Cavicchini

L'emozione appena si varca la soglia è quella pura e schietta d'essere Alice nel paese delle Meraviglie. Con gli occhioni spalancati su quel mondo squisitamente vintage, tutto colorato, che in maniera dolce e accattivante ti accoglie, tra profumi ed aromi, brillantina, tabacco e lavanda. Perché – come spiega con occhio chiaro e profondo il titolare dello store Marzio – “il mondo dell'usato sciatto e non curato non ci appartiene proprio!” Siamo nella splendida città dantesca, in uno spazio infinito di oltre 300 metri quadri, in un allestimento rocambolesco e simpatico come tra i balocchi dei bimbi, quando questi accolgono l'ospite di casa. Parlano gli arredi in terra, in cielo e in ogni luogo: una valigia tweed e cuoio anni '50, vecchie radio, proiettori, tv di qualsiasi pollice, lampade e caschi da moto. Avanza la Vespa anno '59 color carta da zucchero sinuosa, invitando “alla sella” per un giro fiorentino. A malincuore declino l'invito pur facendo finta d'essere Audrey Hepburn accanto a quel fustone di Gregory Peck (che appunto non c'è!). Deliziose le mitiche foto/santino della Monroe, di Elvis Presley e di Marlon Brando, accanto a Re e regnati di puro stampo old. Incuriosiscono non poco quei cappelli alla “Peaky Blinders”, quando le bande malavitose dei bassifondi londinesi si contendevano il territorio di Birmingham e dintorni, con lametta sulla

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marzo\aprile 2020 falda del cappello. Di fianco i caschi da moto della 70's Helmeths, di vecchio stile ma opportunamente omologati per la vendita. E ancora le bandane anni '80, di cui Donkey Swing ha l'esclusiva. “La nostra simbologia è old school – osserva l'ospitante con la consueta voce baritonale – il 70% è vintage, il resto è di nostra produzione sapientemente reinterpretata, come questi gilet dai disegni spiritosi e le t-shirt con grafiche ad hoc, con maglie d'ottimo cotone e illustrazioni studiate appositamente per bimbi e adulti. Ai piccoletti offriamo il genere spiritoso tipo: S'à dì d'andàààà? Ai papà un'ampia scelta; agli stranieri, conoscendo il target, cose tipiche del luogo con Ponte Vecchio melody, Firenze sogna, e ancora col Duomo Mattinata Fiorentina e Piazza della Signoria con La porti un bacione a Firenze, sempre di Odoardo Spadaro. Sapesse poi come si divertono su youTube a trovare il nome del cantante!” Un buon caffè all'americana offerto dalla bionda Mary, the Mather, sino al prosieguo della loro clientela internazionale di aficionados, curiosi ed estimatori. Prima, però, di continuare conviene spendere due parole sulla mamma che, mentre posando il tagliere col simbolo di Donkey Swing, fa capire in un clima “da antenati” che… se non fila tutto liscio, sa lei a chi darlo in testa il tagliere! “Internazionale, già! In questo store-museum – racconta Marzio – gravitano non solo italiani ma anche europei, giapponesi, asiatici, americani… mamma mia! Pensi che un canadese, titolare pure lui d'un vintage, è rimasto esterrefatto di fronte alla qualità e alla quantità delle cose viste. Chiaramente ci avvaliamo dei nostri ricercatori d'oltre Oceano. Molti, in zona Miami e dintorni, ci fanno arrivare merce selezionatissima come questi giubbotti della Teddy, nonché jeanseria varia come i 4000 paia della Levi’s, persino modelli unici. Questi addosso allo splendore della Marilyn – indica col dito – sono Levis Cimosa 501. Seguono Wrangler, Lee, Pendleton e altro ancora. Sconti? No, scriva stile dello sconto, come questi maglioncioni a trama grossa di fine serie che sono ribassati del 50%.” Nell'enorme zona militare il verde maculato porta simultaneamente a camicie, giubbotti e complementi della seconda guerra mondiale, Corea e Vietnam del '65. Lennon, fotografato con gli immancabili occhialini tondi, trasmette messaggi di pace mentre una camicia modello Rambo, fa uscire dal taschino Stallone con tanto di fascia. Di fronte George Clooney appare, invece, con la folta capigliatura scura, ben lontana da: “What else?” Non a caso Lorenzo, il bel figlio del titolare nonché Creative Director dallo sguardo gentile e penetrante dice “In noi è innata la passione per le cose belle e originali, con un'anima dentro squisitamente vintage.” Ecco che entra Max, Advisor del locale col consueto berretto calato sulla fronte, fisico possente, pantaloni color tabacco stretti in fondo capaci di mettere in risalto le lucide scarpe. Seduto sulla

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sua poltroncina da regista, ascolta Marzio mentre racconta d'aver vestito un tipo particolare, reso ancora più caratteristico da quel giubbotto frangiato nero dark, sollecitato amichevolmente ad esibirsi sul palco. “E pensare che fa l'avvocato!” sorride tenendo alto il concetto che l'abito non fa il monaco. Una foto in bella vista mostra James Dean tra scatole in latta e lamette mentre gli rifiniscono la basetta. Poiché da Donkey Swing c'è pure lo spazio per Machete, il barbiere invitato al taglio gratuito di barba e baffi, negli incontri goderecci food & beverage firmati dalla cucina sopraffina di Alcide col suo ristorante Bruciategami e Love Craft, grazie all'offerta dei suoi whiskey & Blends. Non è raro trovare l'amica Jane, dal perenne sorriso, offrire vino agli ospiti di turno. Seguitissimi sui social, espongono regolarmente a Pitti Vintage Selection: “questo gennaio 2020 è andato bene, non ci lamentiamo”. A Pitti Uomo, si adoperano invece veramente di brutto, alla ricerca più che riuscita, di testimonial e fashion blogger, del buon life-style. Entra una coppia maturotta di stampo very very english. Lui alto e snello, ricciolo arruffato cenere. Si toglie il cappello mostrando dita completamente inanellate. Con passo svelto e disinvolto si muove come un detective facendo intendere che è un innamorato del genere. La prova camerino avviene nel vecchio armadio della nonna pitturato magnificamente da mare e monti. Anche lei è magra, molto casual, con capelli argento e muovendosi elegantemente denota stile e classe. Alla cassa però l'accento di “Zena” suona gentilmente ed io… Mon Dieu! Li avevo bollati tipi della London Swing! Una chicca vera e propria sono quei vecchi bauli in legno da viaggio sui battelli, con funzione di guardaroba per le signorine di buona famiglia. Dentro, gli appendiabiti, di lato i ganci per tutte le chiusure del caso. È il momento del racconto soffermandoci prima alla vista dell'enorme lampadario costruito coi vecchi caschi da parrucchiera, sotto l'enorme tavolone di antichi menu americani. Chiaramente sotto vetro. Questa, invece, è roba da rigattieri, come quel cofanetto proveniente da Seattle che custodisce le lettere del militare all'amata sino al trionfo dell'amore! Tornato sano e salvo dal fronte! Alice adesso è cresciuta ma la fantasia galoppa ancora poiché una splendida Bentley color avorio l'attende. L'autista le spalanca lo sportello. Improvvisamente, ai piedi, un paio di splendide decolleté, un tubino, profumo di cipria, la borsetta perlata col lipstick dentro e lei… già, proprio Robert De Niro seduto che l'accoglie con gran sorriso. “C'era una volta in America” si trova in Via del Parione, oppure via Del Purgatorio girandogli attorno. Finita la magia, torna però Donkey Swing. Mentre le stelle stanno a guardare.

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ESSERE SUPERBRANDS è sempre una buona idea

Ecco alcuni Superbrands! Condividono l’impegno per l’innovazione, l’autenticità e la responsabilità e sono riconosciuti SUPER da clienti e consumatori. superbrandsaward.it


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KIKI LAB A cura di Fabrizio Valente, fondatore e amministratore Kiki Lab - Ebeloft Italy

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marzo\aprile 2020 Freshippo (ex Hema), Cina Un superstore capace di utilizzare le ultime tecnologie per valorizzare la retail experience: semplicità e velocità si integrano con la multi-sensorialità e lo shopping online.

INFO CHIAVE Superstore 2015: lancio 100+ supermercati in Cina 4.500 mq: superficie media 20% del pv dedicato alla ristorazione 60% di vendite online dei negozi

Alibaba Group 1999: nascita 40 mld $ fatturato 2018 Il g r u p p o c in e s e A lib a b a è o r m a i diventato un ecosistema di attività e servizi per tutta la catena del retail. Tra le innovazioni più interessanti e di successo nel 2015 ha lanciato Freshippo, un superstore alimentare. Il negozio esalta la multisensorialità, con numerose postazioni per provare i prodotti e un enorme reparto del pesce, con numerose vasche che ospitano pesci e molluschi vivi. Questa soluzione è molto gradita in

Cina, dove, a partire dai mercati, i clienti amano scegliere personalmente i pesci da acquistare, o anche da farsi cucinare al momento nel ristorante integrato, per un consumo in loco o da asporto.

personalizzati in base alle proprie abitudini di consumo. Le casse sono tutte in modalità self-checkout con il pagamento tramite AliPay, che può essere attivato anche tramite riconoscimento facciale.

Ristorazione Il ristorante occupa circa il 20% dell’area dei superstore (quasi 1.000 mq) e viene gestito con un alto livello di automazione. Il cliente fa il check-in con il proprio cellulare a uno dei totem di accoglienza. Si accomoda al tavolo assegnato, scansiona il QR code e ordina tramite app. Il cibo arriva con contenitori robotizzati che scorrono fra i tavoli su percorsi ad altezza tavolo e lampeggiano quando giungono a destinazione. Solo le zuppe e i "piatti famiglia" sono portati ai tavoli dagli addetti. Ogni tavolo è dotato anche di tablet per gli ordini, ma è ormai già molto diffuso l’uso del proprio smartphone. Il tablet viene usato per vedere filmati sulla preparazione del cibo, su come funzionano i robot oppure per chiamare un addetto.

Negozio liquido Il superstore funge anche da centro logistico per le spese ordinate online dai clienti. Un ampio gruppo di addetti si trova costantemente in area vendita per prelevare rapidamente i prodotti dagli scaffali. Spesso li si vede correre poiché gli standard di consegna sono di mezz’ora per i clienti nel raggio di 3 Km. Il processo è facilitato da diverse postazioni in negozio in cui gli addetti possono depositare gli shopper dopo aver terminato la raccolta dei prodotti e un sistema automatico li fa giungere nell’area delle spedizioni in modo molto teatrale grazie a una serie di nastri trasportatori sospesi sul soffitto.

Omniexperience I c li e n ti , g r a zi e a ll o s m a r t p h o n e , inquadrando i QR code, possono accedere a molte informazioni aggiuntive relative ai prodotti: dagli ingredienti alla provenienza, dagli allergeni alle certificazioni di qualità. Oltre naturalmente alle valutazioni dei clienti, a ricette e suggerimenti

Commento finale Kiki Lab Freshippo dimostra le potenzialità di integrare l'esperienza di retail fisico con le tecnologie e l’online, generando soddisfazione fra i clienti, oltre a efficienza operativa e maggiore redditività di base e riuscendo a garantire un’elevata multisensorialità dell’esperienza e un adeguato livello di servizio. Sfida: raggiungere in tempi adeguati il ritorno sugli importanti investimenti effettuati.

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PROSSIMO EVENTO KIKI LAB

RETAIL INNOVATIONS 15 - QUANDO L’INNOVAZIONE ISPIRA IL SUCCESSO. Milano, 9 giugno 2020 Armando Garosci, Giornalista Largo Consumo Introduzione e moderazione Fabrizio Valente, Founder e Amministratore Kiki Lab Natalia Elena Massi, Senior Consultant Kiki Lab Presentazione 15a edizione della ricerca internazionale Retail Innovations Sintesi del rapporto 2020 Retail Observa® Testimonianze aziendali Oscar Farinetti, Fondatore Green Pea e Eataly Roberto Selva, Chief Marketing & Customer Officer Esselunga Asunta Enrile, Country Manager e Fides Tosoni, Country Business Development Manager Ikea Italy Marco Dellapiana, Direttore Generale Tally Weijl South Europe Giovanni Maggiori, Presidente 21Grammi Alessandro Andreanelli, Managing Director Lush Italy Giuseppe Zuliani, Direttore Customer Marketing e Comunicazione Conad Testimonianze partner Diego Toscani, Direttore Generale Promotica Alessandro Viola, Head of Corporate Sales Nexi Anand Remtolla, Vision Site Leader Ceetrus Tavola rotonda con Accenture: La Digital Trasformation Convegno a pagamento, inviti disponibili per manager Retail e IdM (disponibilità limitata). Per informazioni e iscrizioni: kiki@ kikilab.it – 030 22 16 81 Partner: Promotica - Nexi - Ceetrus Merlata Mall - Accenture - Conrotto Progetti - Proxima – Confcommercio Main Media Partner: Largo Consumo—Media Partner: AZFranchising, Beesness, B2eyes, Distribuzione Moderna, Display Magazine, InstoreMag, Promotion Magazine, Retail Project Magazine, TEN - diyandgarden.com—Association Partner: AICEX, Assofranchising, Assogiocattoli, CFMT, Confimprese, Federmobili, Federazione Moda Italia, Plef — Food & Beverage Partner: Il Buon Gusto Italiano - Award Partner: Innova Retail Award, Insegna dell’Anno, Superbrands—International Partner: Mapic, Retail Summit, World Retail Congress—Patrocinio: Assintel

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Partner Tecnico

Media Partner

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/Food Secondo il proverbio si prendono più mosche con una goccia di miele che con una botte d'aceto. In realtà la Ponti prende più clienti con le sue botti di aceto: 123 milioni di fatturato annuali. Portare sulle tavole di tutto il mondo prodotti alimentari che uniscono la grande tradizione italiana del buon cibo con la ricerca di gusti innovativi ai massimi standard di qualità è la missione di Ponti che, dal 1867, è un leader riconosciuto a livello internazionale nella produzione di aceti, sottaceti e sottoli, condimenti e sughi pronti. La cultura aziendale Ponti è la cultura del gusto. Coltivare il gusto significa, per Ponti, un impegno totale verso la qualità che coniuga la genuinità della natura con la tecnologia più avanzata nei processi produttivi. È la tradizione italiana del gusto, una tradizione viva nel DNA di Ponti oggi come alle origini. Ne parliamo con Giacomo Ponti, CEO Ponti S.p.A.

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PONTI, CINQUE GENERAZIONI DI ACETO A cura di Giorgio Nadali

Quanto l'Aceto Balsamico di Modena IGP è apprezzato all'estero e quanto ne esportate? “L’Aceto Balsamico di Modena IGP è molto apprezzato all'estero tanto che il 90% della produzione italiana, quindi non di Ponti, ma di tutto il comparto, viene esportata. Il primo Paese di esportazione sono gli Stati Uniti con il 30% a seconda degli anni. A seguire la Germania. Viene esportato in 140 Paesi in tutto il mondo:

il grande successo di un prodotto locale della tradizione italiana protetto a livello europeo, che ha conquistato le tavole e i palati di tutto il mondo proprio grazie al suo gusto agrodolce. Si sposa con gusti e sapori naturalmente emiliani perché è nato a Modena, ma si accompagna bene anche alla cucina dell’estremo oriente, come quella americana e quella brasiliana. Quindi un prodotto poliedrico e flessibile nei suoi impieghi.”


marzo\aprile 2020 logistica e aumentato di circa il 12 per cento il numero delle bottiglie di prodotto trasportate per pallet.” Quali sono stati i vostri numeri del 2019? “L'azienda è cresciuta a volume di circa 3,5%, che è un buon risultato in un anno come questo. Siamo andati molto bene all'estero, ma siamo cresciuti molto anche in Italia, mantenendo il fatturato globale in linea con il passato. Lo considero un anno positivo. Il fatturato è di circa 120 milioni di euro. All'estero abbiamo risultati molto buoni negli Stati Uniti, nella penisola iberica, in tutta l’Europa dell’Est, nel Medio Oriente, in Germania e Francia.”

Q u a li s o n o l e vo s t re p o liti c h e d i sostenibilità? “L'azienda è sempre stata molto attenta all'ambiente, premesso che nel nostro business le fabbriche non hanno un g r a n d e im p at to . S o n o q ua si di e ci anni che utilizziamo, per tutti i nostri stabilimenti, energia che arriva da fonti rinnovabili e in più tutti i nostri scarti sono praticamente ridotti al minimo e non hanno grandi impatti. Tutti i fondi di produzione dell'aceto in generale, per esempio, non vengono buttati via, ma venduti ad aziende che a loro volta utilizzano l'acidità contenuta in questi scar ti per utilizzarli nei compost e nel concime delle acidofile. Nel 2012 abbiamo trasferito parte della produzione dell’aceto di vino in PET e con questa scelta abbiamo tolto dalla strada circa 1.600 autotreni all'anno, sia per quanto riguarda l'approvvigionamento, sia per la distribuzione delle bottiglie: la bottiglia di vetro pesava 340 grammi, quella in PET 30 grammi. Abbiamo ottimizzato la

Nel 1867, eravate un'attività poco più che artigianale. Con l'industrializzazione si è perso qualcosa dell'artigianalità? “Direi di n o. N el 2017, l'ann o del ce nto cin q ua nte sim o a n ni ve r s a rio , abbiamo dato incarico a uno storico archivista riconosciuto dallo Stato di andare a indagare ulteriormente la storia della nostra famiglia ed è riuscito attraverso gli archivi notarili a ricostruire un albero genealogico fino al 1595. Già all'epoca, la famiglia si occupava di agricoltura, di commercio e di tessuti, essendo vicini ad un importante distretto tessile, quello di Biella. La prima traccia della famiglia nel settore è del 1787, 80 anni prima della data a cui riconducevamo la nostra origine. Nel restyling del logo, operazione in atto in questi mesi, abbiamo voluto dare evidenza a questo e ci sarà scritto 1787. A quell'epoca probabilmente non si sapeva come si trasformava il vino in aceto perché è stato Luigi Pasteur nel 1863 a scoprire l’acetobacter, responsabile d e lla t r a s f o r m a zi o n e d e ll'a l c o l in acido acetico. Attraverso la seconda fermentazione tutto ciò che è zucchero può essere trasformato in sidro, il succo d’uva (il mosto) viene trasformato in vino. Il vino o il sidro contiene dell'alcol. Attraverso la seconda fermentazione – non quella alcolica, ma quella acetica – tutto il contenuto nel vino o nel sidro può essere trasformato in aceto di mele o in aceto di vino. È quindi un processo

assolutamente naturale che con la tecnologia è stato raffinato, perfezionato, velocizzato. Fondamentalmente il nostro motore per trasformare il vino in aceto è un batterio che è presente nell'aria, nella buccia dell'uva. Noi sfruttiamo solo ciò che la natura ci mette a disposizione. È un batterio aerobio, quindi noi insuffliamo aria all'interno della massa di vino da trasformare in aceto e attraverso questa semplice operazione, sfruttando un principio della fisica (di Venturi), diamo il giusto nutrimento ai batteri che trasformano l’alcol in acido acetico. Dopodiché ci sono naturalmente dei processi di pulizia del prodotto attraverso filtrazioni. Abbiamo, poi, il nostro prodotto pronto per essere tagliato con dell'acqua purissima e imbottigliato. L’acqua serve solo per abbassare il grado di acidità. Quindi un prodotto molto naturale e molto semplice dove l’intervento è limitatissimo.” La quinta generazione (la Sua) ha investito in tecnologia. Ce ne parli. “Noi abbiamo sempre avuto particolare attenzione alla tecnologia da applicare e da rinnovare all'interno degli stabilimenti per due ragioni: essere più efficienti in primis e fare meglio le cose che facciamo, per avere un processo sempre più delicato e sempre meno invasivo, sempre più rispettoso delle materie prime. Abbiamo installato un sistema a raggi x che controlla la presenza di eventuali corpi estranei all'interno di ogni vaso che produciamo, per una questione di sicurezza. Abbiamo dei robot antropomorfi che ci aiutano nella costruzione del pallet. Abbiamo sistemi di lavaggio completamente automatizzati. Tutti i contenitori che contengono il vino e l'aceto sono controllati da un radar che trasmette i propri dati a un computer monitorato dal capo cantiniere. Ogni anno c'è un rinnovo del parco tecnologico con la sostituzione delle macchine più obsolete con quelle più nuove. Ultimamente abbiamo cambiato anche tutte le lampade all'interno dell'azienda con i led. Abbiamo sostituito i macchinari dell'aria compressa con compressori a basso consumo. Ogni anno investiamo milioni di euro per l’aggiornamento della tecnologia nei nostri 6 stabilimenti.”

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Come funziona il Sistema Qualità della Ponti? “Ha come cardine la sicurezza alimentare e la tracciabilità. Per la sicurezza alimentare andiamo a controllare tutte le materie prime in ingresso con dei capitolati piuttosto restrittivi e avvalendoci di fornitori stabili che rispettano questi capitolati. Noi facciamo analisi preventive prima dello scarico delle materie prime che vanno a supporto e a conferma dei parametri che il nostro ufficio controllo qualità stabilisce. Tutti i nostri processi sono certificati con il massimo del rating. Quest'anno, oltre alle varie certificazioni internazionali, abbiamo anche ottenuto un’importante certificazione: la ISO 220 0 0 . Da tre anni lavoriamo un sistema gestionale che si chiama SAP, attraverso il quale possiamo rintracciare nel giro di pochi minuti tutta la storia di un prodotto, quando sono arrivate le materie prime, quando sono state trasformate, chi è stato fornitore, che cosa abbiamo prodotto all'interno del reparto di trasformazione quel giorno, quando e come è stato imbottigliato, se ci sono stati dei problemi, quando arrivato magazzino, quando è uscito dal magazzino, chi ha trasportato il prodotto al cliente e qual è il trasportatore.” L'imprenditorialità è un talento innato? “In parte. Come tutti i talenti artistici, imprenditoriali, musicali va coltivata con la disciplina e lo studio. Si può avere un'ispirazione, un'idea che sprona a seguire certe strade, però credo che con la complessità dei giorni d'oggi e con la globalizzazione dei mercati non basti l’ispirazione. Il talento va comunque educato, formato e forgiato attraverso studi e formazione continua, che non può fermarsi naturalmente in università, ma deve continuare poi strada facendo anche con seminari e corsi.” Come si crea un brand di successo? “Si crea con un lavoro assiduo, continuo e duraturo negli anni. È chiaro che se qualcuno ha risorse illimitate gli anni potrebbero essere sicuramente in numero minore, ma creando giorno per giorno

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In foto: Franco, Giacomo e Cesare Ponti

occorre cercare di essere sicuramente sempre i migliori sul mercato. Poi c’è tutta una parte di comunicazione e di promozione che sono altrettanto fondamentali perché non basta che il prodotto sia buono e che sia sugli scaffali, deve ruotare, uscire, essere acquistato. Il brand si costruisce in anni e anni di lavoro e poi va mantenuto, rinnovato, portato, con le proprie innovazioni, all’attenzione del consumatore. Tutto questo compor ta dei budget, delle professionalità, l'attenzione al mercato dei media che cambia ogni anno. Anche

la comunicazione è un ambito fatto da grandi professionalità e da esperti per potersi orientare bene.” In cosa fate la differenza? “La nostra differenza è sempre stata sicuramente un approccio molto coerente e molto serio sia con la parte che sta a monte dell'azienda, quindi la selezione delle materie prime, sia con ciò che sta a valle quindi tutta la parte di relazione con il consumatore finale, ma soprattutto con i nostri clienti che sono i supermercati. Credo che a Ponti venga riconosciuta


marzo\aprile 2020 una grande conoscenza del mercato: oggi in Italia aceto è sinonimo di Ponti, perché tutte le innovazioni che sono state portate nel mercato sono state opere della Ponti. L'aceto di mele, l'Aceto Balsamico di Modena IGP, i condimenti a base di aceto, le glasse, la linea Peperlizia sono state tutte innovazioni di prodotto e di processo. Prodotti che prima non erano disponibili a scaffale e che oggi, grazie a Ponti, sono entrati nella dieta quotidiana.” Cosa vi vuole oggi per partire da zero come "Giuanin d'la asei" (Giovannino dell’aceto), il fondatore Giovanni Ponti nel 1867, e arrivare al vostro livello? “Ci vuole sempre una reason why. Le domande che bisogna porsi quando si vuole intraprendere una nuova impresa sono:

qual è il mio carattere distintivo? Qual è il motivo per cui un consumatore dovrebbe preferire il mio prodotto? Se per queste domande esiste una risposta positiva, allora il prodotto potrebbe avere successo. È questa la sfida di ogni impresa. Sicuramente quello che non può mancare in ogni attività imprenditoriale, soprattutto a livello artigianale o familiare, è una grande motivazione e un grande entusiasmo.” Lei ha parlato di successo. In poche parole cos'è il successo per lei? “Il successo credo che sia il vedere i propri sogni realizzati. Il mio sogno è di vedere un’azienda che cresce, prospera, che dà lavoro e presenta prodotti con il giusto rapporto prezzo-qualità al cliente finale.”

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…da Firenze a Hollywood!

METTI UNA SERA A CENA...

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Già il nome Tuscan Bites, rinomato ristorante fiorentino in via dell’Anguillara 37, dice molto dei suoi ottimi “Bocconcini Toscani”, da gustare piacevolmente seguendo la filosofia del buon cibo: gusto, degusto, convivio! Quanto ai ragazzi che vi lavorano, donano un equilibrio e un lifestyle con sorriso, garbo e ottime pietanze. È una tipa tosta Monica Balli, proprietaria del locale, avvolta da quel che d’allure indiano: capelli scuri tirati indietro, voce ferma e sguardo penetrante. Racconta della formula esperienziale per le vie del cielo dopo oltre vent’anni di eventi in Italia e all’estero, lavorando per privati e azien de . O rganiz zan do c atering per matrimoni, compleanni, celebrity, lasciando ad altri, per scelta personale, la preparazione di convegni. Bilingue, è un piacere ascoltarla mentre racconta: “Ho fatto molta, molta formazione in California, soprattutto a Los Angeles, perché oltreoceano, in tema di planners, esistono vere e proprie maestranze. Iniziai nel 2006 e anno dopo anno la formazione continua. D’altronde non è una novità che in America piace moltissimo il nostro stile di vita sano e genuino! Com’è vero che con l’internazionalità del network odierno e il know–how, ciò che non si trova si costruisce, si compra, si spedisce, s’inventa, poiché persino inventare è basilare!” Osservo che è un’ottima buyer, mentre prosegue spiegando che esporta il suo

A cura di Carla Cavicchini

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catering oltre che nel nostro Stivale, nella Grande Mela. California, Los Angeles, Santa Monica, ma anche India, Grecia ed altre nazioni. L’Asia? In cantiere! “Questo in collaborazione anche con altri catering internazionali e partner autoctoni del posto. Amo la purezza dell’olio, del parmigiano, del buon vino. Su questo non derogo, al limite mi servo dell’importazione DOC, conferendo al piatto della nonna la supremazia delle materie prime, seguendo la tradizione del tutto fresco e ben in vista! Possono apparire pertanto i finger contemporanei, freschi e gioiosi, da far fuori in un lampo! Chiaramente i replicanti sono in ogni parte del mondo, si trovano ovunque gli elementi base quali latte, uova, farina, pomodori, anche in America c’è il datterino, nonostante sia da lavorare con zucchero e sale per correggerne l’acidità.” Ed io che pensavo a piatti traballanti e pentolame fumoso nella stiva dell’aereo! “Guardi, è più semplice di quel che si pensi. Parto con i vari chef, che poi non sono molti, trovando tutto già organizzato. Occhio però: anche se lo chef è curioso,


marzo\aprile 2020 negli spostamenti voglio l’originale. Il piatto non si copia, è il maestro che deve elaborarlo. Pertanto, conoscendo loro e conoscendo me, soprattutto in America, è nata una bella amicizia. Pensiamo anche al fenomeno migrazione di noi italiani, cucinando insieme visto che loro adorano il family style. Pensi che mi vogliono là con loro ed io, chissà, forse tra due annetti andrò a Los Angeles oppure nell’isola di Antigua! Oggi muoversi nel mondo è alla portata di tutti, basta un computer, un cellulare e un’ottima connessione!” Quando le chiedo il suo piatto forte: “Non certamente solo uno. La tradizione toscana spopola con la ribollita, le salsicce coi fagioli, la classica bistecca, le varie pappe, le polpette di nostra tradizione ed ancora pizze, focacce e la dolcezza del tiramisù, varianti caffèfragole, pere e cioccolato, le crostate, la schiacciata fiorentina, annaffiato tutto dal buon vin santo. Parlo volentieri anche del vino di nostra produzione sia rosso che bianco Chianti, assieme ad altri prodotti delle tenute toscane. La cantina del Principe Corsini opera secondo principi biologici, biodinamici e vegani e la Tenuta Il Palagio del cantante Sting applica i principi bio. E, nel mezzo a tanta bontà, si adopera anche come PR! “Ma certo, viene spontaneo. Oltre a cucinare come detto, seguo l’evento ospitandolo in ville luxury, sui colli di Hollywood Hills. Belle zone, in compagnia di musica e degustazioni ad hoc, a fianco di molte celebrity. Jimmy Kimmel, per esempio, che ha presentato gli Oscar nonché vari talk-show, o i più grossi DJ come Paul Oakenfold, il musicista Moby ed ancora molti attori e produttori cinematografici. Però per rispetto della privacy… ho detto anche troppo!” Insomma, veri e propri eventi creati con stile dove c’è posto anche per la beneficenza. “Sì, ne facciamo molta, con buone somme devolute.” È intuibile, pertanto, offrendo competenza e qualità, che si lavori con grandi bugdet. “Buoni più che grandi. Penso proprio che la soddisfazione sia reciproca. Tuscan Bites attualmente è chiuso per le consuete ferie dei ragazzi, ma a breve riapriremo per la nostra bella e affezionata clientela, ospitata in orario continuato. Ultimamente si sono affacciate persone del Kuwait grazie alle mille varianti genuine offerte nell’elaborazione delle nostre polpettine. L’oste in cucina accende la fantasia.” Ho gusti semplicissimi, mi accontento solo del meglio. Così parlò Oscar Wilde. Da prenderne buona nota. Magari in punta di forchetta!

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SUSHI IN FRANCHISING: KELLYDELI Intervista a Emanuele Scalera, Managing Director di KellyDeli Italia

A cura di Giorgio Nadali

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Il sushi è popolare in tutto il mondo, ma ciò non vuol dire che tutti capiscano cosa sia tecnicamente questo piatto. Per i principianti, il sushi non significa sempre pesce crudo. Piuttosto, è che il pesce crudo – il sashimi in giapponese – è l'ingrediente più popolare nel sushi. Il termine sushi in realtà si riferisce a cibi che usano un tipo di riso condito con aceto e sono guarniti con pesce crudo o verdure. I rotoli di sushi (maki) sono solo uno dei tanti tipi di sushi. È importante saperlo prima di visitare il Giappone o quando si visita un ristorante di sushi. La parola "sushi" è spesso ambigua per i giapponesi non nativi. Pensiamo che sia intercambiabile con il pesce crudo. Il sushi è riso all'aceto condito con altri ingredienti. Il sashimi, che è solo fette di pesce crudo, non è sushi perché non è accompagnato da riso. In origine, il sushi era un pesce fermentato con riso conservato sotto sale, e questo era un piatto base in Giappone per mille anni fino al periodo Edo (1603-1868) quando fu sviluppato il sushi contemporaneo. La parola "sushi" significa "è aspro", che riflette le origini del sushi di essere conservato nel sale. I DIVERSI TIPI DI SUSHI Esistono diversi tipi di sushi, che lo rendono un alimento attraente per le persone con una vasta gamma di gusti. Il nigiri-zushi sono tumuli di riso formati a mano con un tocco di wasabi sormontato


marzo\aprile 2020 da vari ingredienti. I nigiri-zushi popolari includono maguro (tonno), toro (ventre di tonno), hamachi (coda gialla) ed ebi (gamberetti). Maki-zushi è il nome giapponese per involtini di sushi. Un foglio di nori (alghe secche) è a strati con riso sushi e una fila di pesce e verdure. Il foglio viene quindi arrotolato strettamente con un makisu. Successivamente il rotolo viene tagliato a pezzi, placcato e servito. Rotoli come questi sono chiamati norimaki. Tekkamaki (involtini di tonno) e kappamaki (involtini di cetriolo) sono due versioni comuni. Inoltre, gli inari-zushi sono sacchetti di tofu fritti ripieni di riso sushi che sono marroni e di forma ovale. Il chirashi-zushi sono sushi serviti su un piatto o ciotola con ingredienti diversi sopra il riso. Il pesce è molto usato nel sushi, ma anche uni (ricci di mare) e ikura (uova di salmone). La maggior parte del pesce utilizzato

nel sushi è servito crudo, però ci sono alcune eccezioni. A volte il pesce è scottato nei menu del sashimi e l'unagi (anguilla) viene sempre cucinato prima di essere servito. I condimenti chiave utilizzati nel sushi sono la salsa di soia e il wasabi (rafano giapponese). La salsa di soia viene utilizzata come salsa di immersione e il wasabi viene messo nel nigiri-zushi e può anche essere miscelato con salsa di soia per immersione (aspettatevi sguardi sconvolti se lo fate in un ristorante di sushi di fascia alta). Inoltre, lo zenzero sottaceto (chiamato gari) viene comunemente servito con il sushi per servire come detergente per il palato. Il tè verde (agari) è la bevanda migliore da abbinare al sushi. NIGIRI - FETTINE DI PESCE SU RISO ALL'ACETO CON WASABI Il sushi tradizionale richiede più tempo per essere preparato a causa delle fasi di fermentazione richieste. Il sushi contemporaneo è stato sviluppato per essere un tipo di fast food e lo è ancora oggi. Il sushi in Giappone è molto semplice e di solito non contiene più di un tipo di pesce o un tipo di verdura. In Giappone, non hanno i tipi di panini che sono popolari negli stabilimenti di sushi americani, come Rock & Roll, Spider Roll, Caterpillar Roll e così via. I giapponesi non mettono l'avocado nel loro sushi. Questi tipi di rotoli sono considerati "occidentali" o "californiani". Quando usano i condimenti, i giapponesi li mantengono semplici. Non mescolano wasabi nella salsa di soia; se desiderano più wasabi, tamponano un po' il sushi. Lo zenzero sottaceto è destinato a essere un detergente per il palato e viene consumato tra i pezzi di sushi, non con i pezzi di sushi. Non mettono salse sul sushi, come la maionese piccante o la salsa unagi. Per provare il sushi come purista, si deve assaggiare il sapore fresco dell'oceano del pesce, non affogarlo con salsa di soia, wasabi, zenzero sottaceto o altre salse. Si suppone che ogni pezzo di sushi abbia le dimensioni di un morso, ma se il pezzo di sushi è troppo grande, va bene prendere due morsi. NIGIRI O NIGIRIZUSHI Un tumulo oblungo di riso all'aceto pressato tra i palmi delle mani, con un po' di wasabi in cima, e un solo condimento – un vegetale, una fetta di tamago (frittata di uova) o una fetta di pesce crudo – drappeggiato sopra di esso. Questi sono pensati per essere mangiati con le dita. Basta mettere un pezzo di nigiri tra il pollice e la parte anteriore dell'indice, capovolgerlo e immergere il pesce nella salsa di soia. È fatto in questo modo perché immergendo prima dal lato del riso lo farà cadere. Da mettere in bocca con il pesce rivolto verso il basso. ROTOLI DI MAKI O MAKIZUSHI Pezzi cilindrici di riso all'aceto e altri ingredienti avvolti attorno a nori (fogli di alghe) sottili fette di cetriolo, carta di soia o sottile pelle di frittata. Sono fatti arrotolando gli ingredienti con un tappetino da sushi in bambù e tagliando il rotolo a forma di tubo in pezzi cilindrici. Vengono anche mangiati con le dita. Quando il riso è all'esterno, come un rotolo dentro e fuori, si chiama uramaki.

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INARIZUSHI Un sacchetto di tofu fritto pieno di riso. Si mangia con le dita. CHIRASHI O CHIRASHIZUSHI "Sushi sparsi" in una ciotola di riso aceto e ingredienti misti. Da mangiare con le bacchette. TEMAKI O ROTOLO A MANO Un pezzo a forma di cono con nori all'esterno e riso all'aceto con ingredienti all'interno. Da mangiare con le dita. Questi tipi di sushi si trovano in Giappone, ma potrebbero essere più difficili da trovare fuori dalla Terra del Sol Levante. OSHIZUSHI Riso aceto e ingredienti modellati in un blocco con uno stampo di legno. Viene tagliato a pezzetti e mangiato con le bacchette. NAREZUSHI Si trova ancora in Giappone. Ricorda da vicino la forma originale di sushi. Il narezushi è pesce fermentato con riso e sale, che viene conservato per alcuni mesi prima di essere mangiato. Il riso viene scartato dopo il processo di fermentazione; viene mangiato solo il pesce. COME MANGIARE IL SUSHI Se si vuole mangiare sushi in Giappone o in un ristorante di sushi di alto livello in altre parti del mondo, c'è una certa etichetta da seguire per godere appieno i sapori del pesce e non insultare lo chef che ha lavorato così duramente per preparare il pasto. Il sashimi dovrebbe essere mangiato con le bacchette, ma altri tipi di sushi possono e dovrebbero essere consumati con le mani immergendo solo il pesce nella salsa di soia e mangiando tutto in un boccone. Il sushi è probabilmente il piatto più famoso del Giappone, ma

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può essere costoso. Nei luoghi tradizionali in stile omakase, di solito si può ordinare un set di sushi a un prezzo fisso, che è utile per le gite di gruppo, oppure si possono ordinare i pezzi di sushi preferiti mentre si mangia. Per sushi a prezzi ragionevoli, ci sono posti chiamati kaiten-zushi, in cui i piatti di sushi girano intorno all'area pranzo su un nastro trasportatore. Si trovano quasi ovunque in Giappone. In un ristorante del genere, si aspetta che il piatto di sushi desiderato passi vicino, quindi si raccoglie il piatto dalla cintura mobile. Se non fossero disponibili, si possono ordinare dalla cucina. I prezzi per questo tipo economico di sushi variano. Non mancano incredibili ristoranti di sushi in Giappone. Forse il più famoso è Sukiyabashi Jiro, un piccolo ristorante nel quartiere Ginza di Tokyo: il sushi giapponese più autentico in tutto il Giappone.

KellyDeli è un'azienda alimentare in rapida crescita e innovativa, impegnata a portare il meglio dell'Asia nel mondo attraverso i suoi ristoranti di ispirazione asiatica, marchi e migliaia di chioschi di sushi in tutta Europa. Portare il meglio dell'Asia nel mondo richiede impegno per i dettagli: i migliori ingredienti, la migliore artigianalità, i più alti livelli di igiene alimentare, le nuove tendenze più accattivanti. Questo impegno ha già fatto guadagnare a KellyDeli una reputazione per i prodotti e le persone di alta qualità nel settore. La fondatrice di KellyDeli, Kelly Choi, viene dalla Corea del Sud; il loro Maestro di Sushi, Yamamoto-San, è giapponese. Tutto ciò che KellyDeli fa, dal cibo che produce ai marchi a cui collabora, è radicato in questa eredità asiatica. Il risultato è artigianato altamente qualificato. Cibo nutriente. Partenariati ambiziosi. Un rispetto per la tradizione combinato con un occhio per l'innovazione. Tutto fondato su un sano impegno per l'equilibrio. Kelly Choi ha sfidato lo status quo da quando era bambina. Quando le fu negata l'iscrizione al liceo perché i suoi genitori non avevano i fondi, Kelly prende il suo futuro nelle sue mani. A soli 14 anni si trasferisce a Seul da sola, lavorando di giorno in una fabbrica per poter frequentare la scuola serale. Educata e potenziata, si trasferisce in Giappone e si immerge nella cultura giapponese. E così inizia la sua missione di portare il meglio dell'Asia nel mondo: una visione alimentata dalla sua passione, dalla sua impavidità e dal suo rifiuto di prendere il no come risposta. Aveva bisogno di questi tre elementi per convincere il Maestro di Sushi, Yamamoto-San, a lavorare con lei su Sushi Daily. All'inizio rifiuta, scettico sul fatto che il sushi potesse essere sia eccellente che conveniente. Ma, usando solo i migliori ingredienti e addestrando i più appassionati chef di sushi, Kelly e Yamamoto-San onorano la promessa, migliorando l'offerta di sushi in tutta Europa un chiosco alla volta.


marzo\aprile 2020

INTERVISTA A EMANUELE SCALERA, MANAGING DIRECTOR DI KELLYDELI ITALIA Tre buoni motivi per consumare il sushi? "Per prima cosa si tratta di un alimento sano e salutare, ricco di sali minerali che difficilmente assorbiamo con l’alimentazione di tutti i giorni come iodio, magnesio e manganese; in più viene realizzato con pesce fresco e alga nori che rispettivamente contengono omega3 e antiossidanti. È anche un prodotto ready to eat, quindi facile da consumare senza complicazioni, a casa o direttamente sul posto. Inoltre il sushi favorisce la socialità: è gradevole alla vista e il fatto che si possa mangiare con le bacchette crea un clima più conviviale tra le persone che lo gustano. Non tralasciamo che il Giappone è il Paese con la più alta longevità del mondo e chissà che proprio il consumo di sushi possa avere un impatto e un’influenza positiva su questo aspetto." Cosa pensa del problema della sicurezza alimentare riguardo i diversi ristoranti cinesi di sushi chiusi? "Non è un problema del sushi o dei ristoranti di sushi, ma è una criticità che coinvolge l’intero mondo della ristorazione, che a volte non rispetta le più comuni norme igienico-sanitarie. I consumatori, ancora poco conoscitori del settore food, pensano di poter continuare a mangiare senza limiti spendendo solamente 10 euro: qualcosa però non torna, perché da qualche parte il ristoratore deve risparmiare. Sono i consumatori che devono porsi la domanda sul perché sia così facile trovare ristoranti dove si possa mangiare a così basso prezzo. In termini di sicurezza è noto a tutti che il pesce fresco-crudo possa presentare delle problematiche. Dal suo punto di vista KellyDeli ha fatto della qualità del prodotto il proprio requisito fondamentale fin dalla sua origine, venendo incontro alle esigenze del consumatore con tutti i sistemi a disposizione per tutelarlo. Il tema dei parassiti nel pesce può essere infatti superato attraverso tre metodi: cuocendo il prodotto o abbattendolo e portarlo a una temperatura di -20 °C per almeno 23 ore oppure, per alcune tipologie di prodotto, utilizzando allevamenti specializzati con un rigoroso controllo veterinario. Questi tre sistemi sono più che garantiti, tant’è che il prodotto che esce dai chioschi Sushi Daily è sempre controllato e verificato contro quelli che sono i parassiti più comuni del pesce." Come nasce il sushi? "Il sushi nasce in Cina come metodo di conservazione del pesce grazie al riso fermentato. Questa tecnica di conservazione arriva poi in Giappone dove però solo nella seconda metà dell’800 diventa un vero e proprio alimento. In particolare il primo inventore del sushi, per come lo intendiamo noi, ovvero simile ai giorni nostri, è un cuoco giapponese, Hanaya Yohei, che iniziò a creare i primi nigiri (pallina di riso con pesce sopra) inventando di fatto il primo fast food della storia a Tokyo, città già dinamica e frenetica ai tempi. Nella seconda metà del 900 nacquero anche i primi Kaiten-Sushi, ristoranti giapponesi dotati di un nastro trasportatore che distribuisce sushi al tavolo; un’invenzione che permise al prodotto di essere esportato in USA negli anni '80 e più tardi in Europa. KellyDeli, invece, ha lanciato il proprio business nel 2010 ad opera di Kelly Choi, una signora coreana con alle spalle una storia di povertà e di vita dura nell’antica Corea del Sud. Kelly Choi è riuscita ad arrivare in Europa sposando il suo sogno di un’emancipazione femminile e allo

In foto: Emanuele Scalera, Managing Director di KellyDeli per l’Italia

stesso tempo quello di portare il sushi nel Vecchio Continente e renderlo un prodotto democratico. Grazie al cuoco giapponese Yamamoto-San, a Parigi, ha iniziato a elaborare le prime ricette fino all’idea di proporre a Carrefour Francia di inserire un proprio chiosco all’interno del supermercato. Carrefour ha subito colto il lato innovativo dell’esperienza e così nel 2010 è iniziata questa avventura che oggi ci porta ad avere 800 chioschi in 11 Paesi d’Europa e un fatturato superiore ai 350 milioni di euro." Quali sono le opportunità di franchising con KellyDeli? "KellyDeli è presente in Italia dal 2013 e oggi vanta più di 160 chioschi presenti principalmente all'interno della grande distribuzione con più di 19 insegne differenti e alcune eccezioni illustri quali il chiosco aperto ad insegna diretta presso la nuova ala della Terrazza Termini a Roma (così come in aeroporti, stazioni di treni e metro in tutta Europa). Siamo in tutta Italia fatta eccezione a oggi della Sicilia, dove però puntiamo presto ad arrivare. Per il 2020 abbiamo anche in programma l’apertura di 56 nuovi punti vendita sparsi per tutto il Paese, un segnale di ottime opportunità per chi volesse affacciarsi al franchising del sushi affidandosi a un’azienda dinamica e leader di mercato come la nostra che rappresenta un punto di riferimento nel settore." Qual è il ROI medio di un punto vendita KellyDeli e l’investimento iniziale richiesto? "In quanto pionieri del settore siamo in grado di offrire condizioni vantaggiose che altri concorrenti difficilmente riescono a garantire. Il partner che decide di affidarsi a KellyDeli si ritrova così a lavorare all’interno del corner senza far fronte ad alcun esborso per acquistare la struttura. Mettiamo infatti a disposizione un chiosco in un centro altamente affollato, ovvero supermercato o ipermercato, che può facilmente attirare clienti grazie alla sua vetrina, a un’accurata degustazione e a uno show cooking. Vi è solamente un entry fee quantificato in 2000 euro che comprende la formazione iniziale, l’accesso al network e a tutti i materiali necessari per poter avviare l’attività; una volta concluso il corso di formazione, il partner deve solo acquistare

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le materie prime necessarie per iniziare la produzione, non avendo alcuna responsabilità della gestione della vendita poiché tutto passa dal supermercato o ipermercato. Si tratta dunque di un modello semplice ed estremamente remunerativo che, se consideriamo anche la fee annuale, porta comunque ad un ROI superiore al 200%, a fronte di un Ebit variabile tra il 10% e 15%." Avete solo sushi o anche sashimi? Perché? "Nella nostra gamma possiamo trovare i tradizionali nigiri, ma anche il sashimi proprio per l’utilizzo di materie prime di assoluta qualità; inoltre abbiamo per esempio i gunkan, i maki e gli uramaki. Tutti prodotti di prima qualità tipici della tradizione, a cui possono essere aggiunti maionese o cipolla fritta per venire incontro ai gusti di tutti gli 11 Paesi in cui siamo presenti." Sushi significa aspro in giapponese. È un gusto consigliato a tutti? "Il significato si riferisce all’antica tecnica di conservazione del pesce. Arrivando nel Vecchio Continente però il sushi ha modificato la sua concezione di aspro e si è inevitabilmente europeizzato. Anche all’interno delle oltre 150 ricette di KellyDeli ci sono infatti prodotti che si adattano a tutti i palati, anche quelli tendenzialmente più delicati degli europei." Come va conservato e trasportato a casa il sushi per evitare il “mal di sushi”? "Il prodotto che esce dai nostri chioschi è controllato e certificato proprio per evitare di incorrere nei parassiti presenti nel pesce. Consumare il sushi a casa è ovviamente possibile, bisogna solamente seguire una piccola serie di accorgimenti per evitare alcun tipo di problemi. Il prodotto che esce infatti dalle nostre vetrine ha una temperatura di circa 4°C; per essere conservato nel modo migliore bisogna inserirlo all’interno di una borsa refrigerata, che si trova facilmente all’interno dei supermercati, e trasportarlo fino a casa in un periodo di tempo compreso tra i 15 e i 20 minuti." In Italia esiste la buona cultura del sushi? "Il sushi non è più una moda perché ormai è presente in pianta stabile da diversi anni nel nostro Paese, rimanendo in costante crescita; ciò non toglie che la cultura e la conoscenza del sushi siano ancora piuttosto limitate. Tutto questo deriva dalla nascita di numerosi All You Can Eat che hanno messo a disposizione una grande quantità di prodotto di bassa qualità a un prezzo irrisorio. Così facendo è infatti mancata la fase in cui il consumatore ha capito e conosciuto veramente che cosa sia il sushi. Per questo motivo sarebbe il momento che tutti gli operatori del settore tornino a trasmettere maggiore cultura relativa al prodotto e a ciò che proponiamo quotidianamente. L’idea che il sushi debba

essere consumato in un boccone è invece forse l’unico aspetto su cui il mercato ha realizzato una comunicazione convincente, ma in realtà c’è ancora tanto lavoro da fare per diffondere capillarmente tutto quello che sta dietro alla creazione e alla preparazione del sushi." Quale concept speciale avete per i Department Stores? "La nostra scelta strategica ci ha portato a svilupparci all’interno di supermercati e ipermercati. È anche vero che il nostro formato si può adattare facilmente a qualsiasi realtà, come già avviene all’estero: dopotutto department store, travel retail e high street sono location perfette per un chiosco in cui vi è la produzione giornaliera di un alimento sano e salutare." Ci sveli una ricetta sushi con i prodotti KellyDeli… "Una delle ultime ricette della campagna Superfood, nate dalla creatività di KellyDeli, è un Futomaki realizzato con riso integrale e quinoa, che al suo interno ha salmone marinato con la barbabietola, carota, cetriolo e cavolo marinato. Si tratta di un prodotto fresco che unisce i benefici della quinoa, del riso integrale e della barbabietola al gusto tipico del sushi giapponese." Quali esigenze particolari avete di personale per i punti vendita KellyDeli e come pensate di reperirlo? "Siamo un concept asiatico e fino a oggi la prevalenza di operatori nei nostri corner è asiatica, una scelta voluta per dare una giusta consistenza allo stesso concept; il 90% dei nostri operatori sono dunque cinesi o di origine cinese. Quello di cui abbiamo bisogno è di persone con una mentalità imprenditoriale e aperta, in grado di cogliere l’opportunità, recepire a pieno le direttive di KellyDeli e adattarsi alla realtà del proprio mercato pur non avendo un’esperienza imprenditoriale alle spalle. I nostri corner sono infatti presenti in tutta Italia, ragione per cui ogni supermercato o ipermercato ha la propria differente clientela con relativi bisogni, gusti e necessità. Cosa vi serve per una sempre maggiore penetrazione sul mercato italiano? "Dal punto di vista del consumatore abbiamo bisogno di far crescere costantemente la cultura del sushi e allo stesso tempo superare certe paure che molte persone hanno ancora oggi sul prodotto. Dal punto di vista del retailer e quindi di KellyDeli, il nostro compito è quello di presentare i risultati ottenuti giorno dopo giorno e dimostrare con fatti concreti di essere un partner affidabile, sinonimo di garanzia di qualità e successo del prodotto naturale e molto semplice dove l’intervento è limitatissimo."

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/Centri Commerciali

MAXIMALL POMPEI Pronti, partenza, via tra gli scavi di Pompei e il Vesuvio A cura di Laura Lamarra

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marzo\aprile 2020 Al via, dopo 2 anni intensi e impegnativi di analisi, progettazione, programmazione e confronto costante con le Autorità e le Istituzioni locali preposte, dalla Regione Campania alla Sovraintendenza alle Belle Arti e al Comune di Torre Annunziata, i lavori per realizzare fattivamente quello che a fine 2021 sarà una meravigliosa e imponente struttura, capace di mixare sapientemente turismo, commercio, leisure ed entertainment, per una valorizzazione e una riqualificazione territoriale, del Made in Italy e delle tradizioni campane, generando 1.500 posti di lavoro. "Da provincia addormentata, a provincia operativa e fattiva", “Ora basta ci apriamo all’ investimento dei privati e dimostriamo che siamo capaci di farlo" sono alcune tra le espressioni pronunciate e condivise dai relatori, Vincenzo Ascione, Sindaco di Torre Annunziata, Paolo Negri CEO di IRGENRE, Davide Padoa CEO Design International, Luca Bianchi Direttore Svimez alla conferenza stampa tenutasi nella splendida Villa Guarracino a Torre Annunziata. MAXIMALL POMPEI, è il nome del maestoso ed elegante complesso che sorgerà su una superficie di 200 mila mq, nell'affascinante contesto mozzafiato, ricco di bellezze artistiche e naturali, che tutto il mondo ci invidia.

La posizione è indubbiamente strategica: la potenzialità di intercettare importanti flussi provenienti da tutta l’area circostante, da Napoli alla meravigliosa Costiera sorrentina, con una previsione di visitatori annui in Campania (e in generale nel Mezzogiorno) senza eguali, è decisamente uno tra i plus del progetto. A pochi passi dai noti scavi archeologici di Pompei e dal Vesuvio, che ogni anno richiamano una moltitudine di turisti, l'ambiziosa struttura, hub turistico e commerciale, si sviluppa in un dialogo armonioso con la natura circostante; una danza coinvolgente in cui l’architettura, firmata dal pluripremiato studio internazionale di architettura, Design International, la polifunzionalità del progetto, targato IrgenRE Group, solida realtà nel mercato dello Sviluppo e della Gestione Immobiliare per il settore commerciale, e la bellezza artistica partenopea, giocano in un processo di valorizzazione ed esaltazione reciproca, senza mai snaturarsi. Il progetto è ambizioso: 12 milioni di visitatori e oltre 350 milioni di fatturato preventivato già dal primo anno, più di 170 milioni di euro di investimento; circa 200 brand, tra griffe nazionali e internazionali; un hotel 4 stelle, gestione Gruppo Marriott Bonvoy con oltre 135 camere; un auditorium di 1.100 posti su circa 3.000 mq che ingloba un cinema

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con 8 sale, un teatro e una sala conferenze; 30 ristoranti distribuiti su 3.000 mq. Grande l'attenzione alla sostenibilità ambientale e alla shopping experience per un'accoglienza a regola d'arte, come è nel DNA del sud d'Italia. Sul piano green, il parco verde, attrezzato e aperto al pubblico di 50.000 mq e un’originale copertura di 6.000 mq, sulla quale fare jogging e rilassarsi, con lo sguardo sull’affascinante panorama del Golfo di Napoli, sono la naturale prosecuzione del dialogo costante di questo

hub con la natura circostante. L’obiettivo di certificazione internazionale BREEAM d’eccellenza inoltre è una vera rivoluzione per le strutture di natura commerciale e la decisione di avvalersene è dimostrazione di grande serietà e impegno nell’offrire una struttura di contenuti qualitativamente ai massimi livelli, in tutte le fasi dalla progettazione, alla realizzazione, al monitoraggio, e nel pieno rispetto degli standard di eco-sostenibilità.

In foto: Paolo Negri, Vincenzo Ascione e Davide Padoa. © Alessandra De Cristofaro

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Il visitatore dopo aver gustato la passeggiata all'aria aperta, per effetto della copertura realizzata interamente in vetro, tra i Brands disposti su due livelli, viene accolto in una piazza-anfiteatro esterna di 6.500 mq, da cui ogni giorno lasciarsi meravigliare dagli spettacolari giochi d'acqua offerti dalla fontana danzante con un gettito di oltre 25 metri di altezza. Una seconda piazza multimediale interna di 800 mq; un parcheggio di 5.000 posti auto e 30 bus turistici, completano la ricca offerta di servizi del polo multifunzionale.


marzo\aprile 2020

IRGENRE GROUP Fondato oltre 25 anni fa da Corrado e Paolo Negri, il Gruppo IRGENRE, con sede a Milano e uffici a Caserta, è oggi una solida realtà nel mercato dello Sviluppo e della Gestione Immobiliare per il settore commerciale. IRGENRE si è dedicata inizialmente allo sviluppo e alla costruzione di immobili per la grande distribuzione commerciale, per l’industria alberghiera e per l’industria in generale, contribuendo allo sviluppo del territorio e annoverando tra i propri clienti grandi marchi nazionali ed internazionali fra cui Ikea, Leroy Merlin, Mc Donald’s, Gruppo Inditex, Media World, Nike, Puma, Guess, H&M, Calvin Klein e Timberland. Il Gruppo IRGENRE ha fatto da sempre dell’innovazione il proprio fiore all’occhiello, sia in termini di realizzazione degli immobili sia in termini di prodotto, e guarda ora a nuovi modelli di business per la grande distribuzione commerciale e per l’entertainment. Il successo di IRGENRE deriva dalla fusione di esperienza, innovazione e diversificazione, che hanno sempre caratterizzato le realizzazioni del Gruppo

IRGEN RETAIL MANAGEMENT Brand specializzato nella creazione, valorizzazione e gestione di Shopping Center, Retail Park e Outlet: Maximall Pontecagnano (GLA 38.000), Maximall Afragola (GLA 10.762), Maximall Bari (GLA 15.011), Maximall Oplonti (GLA 19.716), Cilento Outlet Village (GLA 31.888) e il Cinemaximall all’interno del Maximall Pontecagnano. IRGENRE RETAIL MANAGEMENT garantisce, attraverso un Team multidisciplinare di 50 professionisti, un orientamento mirato e personalizzato secondo le esigenze del cliente in una logica di elevata qualità in termini di centri gestiti, obiettivi e risultati ad essi legati.

IRGEN CONSTRUCTION Irgen Construction è la divisione del Gruppo IRGENRE dedicata alla progettazione ed allo sviluppo di asset immobiliari, commerciali e non solo. Specializzata nella costruzione di grandi opere complesse, si ispira ai principi dello sviluppo sostenibile e dell’integrazione con il territorio. Il suo valore aggiunto è rappresentato dall’innovazione tecnologica e organizzativa e dallo straordinario patrimonio umano e professionale di cui dispone per sviluppare soluzioni costruttive, capaci di valorizzare le risorse dei territori e di contribuire alla crescita economica e sociale dei contesti in cui realizza i suoi progetti.

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/Centri Commerciali Foto © BIG – Bjarke Ingels Group

UN INGRESSO BIG PER CITYLIFE Aria, luce, verde e spazi aperti: a questo condurrà il nuovo portale di accesso a CityLife. Il progetto “pensato per le persone e per la città” è stato firmato dallo studio internazionale BIG-Bjarke Ingels Group per completare l’avveniristico quartiere milanese. A cura di Marcella Ciappi

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marzo\aprile 2020

Molto più di un semplice ingresso, un vero e proprio portale caratterizzato da edifici e da una serie di elementi decorativi e funzionali sarà realizzato nel corso dei prossimi 3 anni a completamento di CityLife. Selezionato a seguito di una gara internazionale fra importanti studi di progettazione e architettura, il progetto è stato realizzato dallo studio BIG-Bjarke Ingels Group e presentato lo scorso novembre, nel corso di una conferenza stampa, da Armando Borghi, Amministratore Delegato di CityLife, Aldo Mazzocco, Amministratore Delegato di Generali Real Estate SpA e Presidente di CityLife e Bjarke Ingels, Founding Partner di BIG-Bjarke Ingels Group, con la partecipazione di Gabriele Galateri di Genola, Presidente di Assicurazioni Generali. “Abbiamo fatto un po’ fatica a decidere tra sei bellissime proposte progettuali – ha ammesso Aldo Mazzocco – ma pensiamo di aver scelto un bel progetto, equilibrato, moderno e complementare al resto del compendio CityLife. Abbiamo ora l’opportunità di realizzare un altro edificio di grande qualità immobiliare da inserire nel nostro portafoglio europeo e globale di core asset altamente sostenibili, che già ci vede presenti nelle più importanti città del mondo”. Il progetto prevede la realizzazione di due edifici, uniti da una copertura a portico che, incorniciando le tre torri esistenti senza competere con queste in altezza, definirà un nuovo portale di accesso a CityLife da nord, lungo l’asse Domodossola, attraverso un’estesa area verde che andrà ad arricchire ulteriormente la

vivibilità del quartiere e costituirà un nuovo elemento di restituzione alla città di Milano. “Con CityLife – ha dichiarato Armando Borghi – ci siamo posti un obiettivo ambizioso che pensiamo di aver raggiunto: quello di rigenerare e riqualificare l’area della Fiera di Milano che abbiamo restituito integralmente alla città in una forma completamente rinnovata e fruibile da tutti. Il progetto dello studio BIG va a completare l’area con una soluzione in linea con i nostri valori e obiettivi, un progetto che abbiamo sposato sin da subito. Il building aggiungerà un nuovo elemento alla definizione di CityLife, un progetto pensato per le persone e per la città di Milano che oggi è un un’area all’avanguardia, caratterizzata da elevati standard di sostenibilità, divenuta esempio italiano in grado di competere con i maggiori progetti di rigenerazione d’Europa”. Un progetto pensato per le persone, che crea un’interconnessione tra gli spazi privati e quelli pubblici. La copertura non sarà semplicemente un elemento di collegamento strutturale tra i due edifici ma andrà a definire uno spazio pubblico coperto, fruibile tutto l’anno, che prevede arredo urbano e spazi verdi. La nuova porta di CityLife si integrerà con le aree urbane, le strade e la viabilità esistente, creando un continuum tra il quartiere e la città. Il nuovo complesso si svilupperà su una superficie (SLP) di 53.500 metri quadri, per una lunghezza di oltre 200 metri, con una caratteristica struttura a portico che nel suo punto più stretto avrà una larghezza di 18 metri. I piani dell’edificio, con soffitti alti

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3 metri per consentire l’accesso di una grande quantità di luce naturale grazie ad una facciata continua, caratterizzata da trasparenza e luminosità, si affacceranno sia sulla città che su due ampi cortili privati. Nella parte più alta, gli edifici saranno infine completati da terrazze a cascata adibite a spazi polifunzionali con uno spettacolare panorama. L’inizio dei lavori è previsto per il 2021 e la conclusione per il 2023. In parallelo con la costruzione dell’ultimo lotto residenziale su via Spinola, il nuovo progetto rappresenta il completamento di CityLife, che diventerà così uno dei principali business district in Europa, in un insieme articolato e bilanciato di funzioni pubbliche e private fra residenze, uffici, negozi e aree verdi. Dalla sua nascita ad oggi, Cit yLife si è af fermata come una delle principali nuove centralità urbane di Milano: un quartiere caratterizzato da sostenibilità, qualità della vita e servizi, un esempio eccellente di rinnovamento e di rigenerazione urbana, tra i migliori in Italia.

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marzo\aprile 2020

CITYLIFE CityLife è il progetto di riqualificazione dello storico polo urbano della Fiera di Milano. Con 366.000 mq di superficie complessiva è una delle aree di intervento urbanistico più grandi d’Europa e vede le firme prestigiose di architetti del calibro di Zaha Hadid, Arata Isozaki e Daniel Libeskind. CityLife è un mix bilanciato di servizi privati e pubblici, tra cui appartamenti, uffici, un’area commerciale e il terzo parco pubblico più ampio del centro di Milano. Cuore dell’area è l’innovativo Business and Shopping District costituito da tre torri e dalla piazza Tre Torri con negozi di qualità, servizi, ristoranti ed entertainment affacciati sul Parco. Tutta l’area è contraddistinta da una forte attenzione alla sostenibilità e al rispetto dell’ambiente: le Residenze sono certificate in Classe A e prevedono prevalentemente l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, mentre le tre torri hanno già ottenuto la prestigiosa pre-certificazione LEED™ classificandosi a livello Gold. Inoltre, è l’area pedonale più grande di Milano, grazie alla scelta di spostare viabilità e parcheggi a livelli interrati. CityLife è una società controllata al 100% da Gruppo Generali.

GENERALI REAL ESTATE Generali Real Estate S.p.A. è una delle principali società di asset management immobiliare nel mondo, con circa €30 miliardi di attivi in gestione a fine 2018. Gestendo un portafoglio costituito da un mix unico di immobili storici e moderni, Generali Real Estate può vantare eccezionali competenze nel campo dell’innovazione tecnologica, della sostenibilità e dei progetti di sviluppo urbano. Generali Real Estate è parte del Gruppo Generali, un Gruppo assicurativo indipendente, italiano e con una forte presenza internazionale. Nato nel 1831, è tra i maggiori player globali ed è presente in 50 Paesi con una raccolta premi complessiva superiore a €66 miliardi nel 2018. Con quasi 71 mila dipendenti nel mondo e 61 milioni di clienti, il Gruppo vanta una posizione di leadership nei Paesi dell’Europa Occidentale e una presenza sempre più significativa nei mercati dell’Europa Centro-orientale e in quelli asiatici.

GRUPPO BIG-BJARKE INGELS GROUP BIG è un gruppo di architetti, designer, urbanisti, professionisti del paesaggio, designer di interni e di prodotti, ricercatori e inventori con sede a Copenaghen, New York, Londra e Barcellona. Lo studio è attualmente coinvolto in numerosi progetti in Europa, Nord America, Asia e Medio Oriente. L’architettura di BIG nasce da un’attenta analisi dell’evoluzione e del cambiamento costanti della vita contemporanea. Come una forma di alchimia programmatica, i progetti di BIG mescolano elementi convenzionali come living, tempo libero, lavoro, parcheggi e aree commerciali a elementi più utopici. In questa unione il Gruppo trova la libertà di cambiare la realtà e adattarla alle forme della vita contemporanea.

BJARKE INGELS Bjarke Ingels ha fondato BIG nel 2005 dopo aver co-fondato PLOT Architects e lavorato presso OMA a Rotterdam. Nominato una delle 100 persone più influenti al mondo dalla rivista TIME nel 2016, Bjarke ha progettato e completato edifici premiati a livello globale. Nel 2019, Bjarke ha ricevuto l’Ordine francese di Arti e Lettere e nel 2018 è stato onorato con la Croce dei Cavalieri dell’Ordine di Dannebrog conferita da Sua Maestà la Regina Margrethe II. Nominato “The Innovator of the Year” nel 2011 dal Wall Street Journal, Bjarke ha ricevuto anche il premio per la cultura del Principe ereditario danese. Oltre alla sua carriera da architetto, Bjarke ha insegnato all’Università di Harvard, di Yale, alla Columbia University e alla Rice University ed è professore onorario alla Royal Academy of Arts, School of Architecture di Copenaghen. Relatore a convegni e seminari, continua a tenere conferenze in contesti quali TED, WIRED, AMCHAM, 10 Downing Street e World Economic Forum.

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/Impresa

LE NUOVE SFIDE DELLO SPORT Intervista a Marco Riva Rubrica iLoby a cura di Christian Gaston Illan

Nato a Lecco, il 13 giugno 1983 sposato con Mariella e con una figlia, Diletta, di 7 mesi, è attualmente componente della Giunta Regionale del CONI Lombardia, vice-presidente del Panathlon di Como, Spor t Manager per Federazioni ed Enti e referente per il mondo dello sport del Centro Studi Grande Milano e di The Hub Co.. Ha per fezionato le proprie competenze professionali all'interno del mondo dello sport e delle istituzioni sportive dopo un’esperienza nel mondo della moda. Ha esperienze nell'amministrazione ed organizzazione dello sport, nella comunicazione in ambito istituzionale, nelle pubbliche relazioni e nella formazione relativa alle figure manageriali e tecniche dello sport e negli eventi sportivi. Già Segretario e Direttore della Scuola dello Sport Coni Lombardia, ha ricoperto la carica di membro del Comitato Organizzatore di Milano del FIVB Mondiale di pallavolo maschile ItaliaBulgaria 2018. Presta attività di Consulenza Strategica, Pubbliche Relazioni e Docenza in Master di Management, aspetti legali e comunicazione dello Sport. Ha ricevuto la Stella di Bronzo come Dirigente Sportivo dal CONI nel 2018. Raccontaci di te. Dove sei nato e cresciuto? "Sono nato a Lecco in prossimità dei luoghi narrati dal Manzoni in quella parte di Lombardia molto operosa su quel ramo di Como che volge a mezzogiorno. Fin da piccolo ho avuto una predisposizione al contatto con le persone ed all’operatività e, a partire dalla scuola dell’obbligo e poi al Liceo Classico e all’Università, ho sempre ritenuto basilare affrontare tutti gli argomenti con interesse allo studio, curiosità e volontà di approfondire ogni tematica per imparare sempre cose nuove." Cosa ti ha guidato nelle scelte della tua vita? Tra le cose che hanno caratterizzato la tua vita professionale c’è lo sport… "Quasi tutte le scelte della mia vita sono avvenute finora per ragioni legate al cuore, alla passione fino a spingermi a decisioni che a qualcuno potrebbero sembrare non razionali; eppure, con un po’ di buona sorte, devo dire che si sono sempre rivelate

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marzo\aprile 2020 che voglio contribuire a rendere più bello. Sono affascinato dal potere della tecnologia che semplifica, velocizza e permette di arrivare ovunque, ma rimango convinto che la cosa più importante rimanga il contatto ed il rapporto con le persone."

azzeccate, pur passando tramite momenti di sofferenza e sacrificio, ma che sono valse ad affermare i valori per cui credo e con cui credo di poter stravolgere e cambiare il mondo perché sono convinto che tutti i sogni possano realizzarsi se si crede davvero e fermamente in qualcosa. Amo occuparmi di sport. Ne ho praticati tanti, ma sempre con la curiosità di provare qualcosa di nuovo, di fare nuove esperienze. Lo sport fa stare bene, crea benessere, aggrega, fa emozionare, è energia. La grande passione riguardo allo sport seguito è calcistica ed è quella per la Juventus. Anche io come l’Avvocato Agnelli la ritengo un’emozione e mi emoziono quando leggo la lettera J in qualche articolo di giornale”. Quali sono i valori in cui credi? "I Valori primari in cui credo sono la famiglia, l’amicizia, la religione, l’onestà, il rispetto, il lavoro; alcuni di quelli per cui dobbiamo operare sono l’equità, la meritocrazia, la solidarietà, la giustizia e la libertà. Sono credente e l’educazione cattolica con cui mi hanno fatto crescere i miei genitori mi ha reso quello che sono. Ho fatto esperienze come volontario, educatore, animatore, perché stare insieme alle persone e cercare di farle stare bene mi dà gioia e mi fa percepire chi siamo veramente e cosa dà sale alla nostra vita. Amo leggere perché la lettura rende liberi. Viaggio perché è vita, perché il mondo è un libro e chi non viaggia ne conosce solo una pagina; ma amo la mia terra, amo l’Italia e la bellezza che ci offre, mi piace vivere nell’operosa Milano perché è sempre bello vagare per il mondo ma senza staccarmi dal mio mondo

Parlavamo di sport e della tua professionalità nello sport. Passiamo allora al tuo ruolo attuale all’interno del CONI Lombardia. "Sono uno dei tre membri di giunta (in totale sono sette, ndr) che rappresentano le federazioni. Porto le loro istanze alla direzione del contesto sportivo lombardo per fare in mondo che vengano ascoltate sia in sede regionale che nazionale. Inoltre riferisco al territorio i progetti nazionali. Naturalmente ho rapporti molto stretti con le Istituzioni del territorio. Come dirigente sportivo ho invece partecipato poi come membro del COL di Milano all’organizzazione della tappa dei Mondiali maschili di volley 2018 in Italia per cui abbiamo ricevuto le lodi anche dalla federazione internazionale. Ecco, la Federazione Pallavolo costituisce l’esempio di una federazione che sa portare ed organizzare in Italia eventi internazionali ma anche prestare attenzione e lavorare benissimo con la propria base, con le associazioni sportive. Fondamentale è infatti lo sport che viene praticato sul territorio dai tanti appassionati che dedicano il loro tempo agli altri. Nelson Mandela diceva che Lo sport può rendere il mondo un posto migliore: dirigenti, atleti, tecnici e volontari; sono la base, il vero cuore del sistema sportivo italiano, coloro che con competenza, conoscenza, costanza e passione operano sul territorio. A loro va portato il nostro ringraziamento come Istituzione premiando chi riesce ad insegnarci tutti i giorni, anche senza parlare, sui campi o negli uffici anche fino a tarda sera, dedicando il proprio tempo agli altri." Nelle tue parole si nota un’attenzione per lo sport di base. "Sì, perché l’eccellenza esiste se raccoglie il lavoro dell’attività di base che nel nostro territorio funziona molto bene: federazioni ed enti lavorano con concretezza e compattezza. Senza questa promozione non ci sarebbero i successi. Visto che ora il focus è sui Giochi Olimpici Milano Cortina 2026, mi piace ricordare come il premier Blair in preparazione ai Giochi Olimpici Londra 2012 abbia puntato proprio sulla creazione della base di sportivi: sono i praticanti e gli appassionati a sostenere gli eventi. Poi mi auguro che per il futuro sia maggiormente coinvolta e formata in ruoli dirigenziali sportivi la componente femminile e anche quella dei giovani. Io all’interno del contesto istituzionale pur non essendo giovanissimo e pur operando nel mondo sportivo da più di 10 anni, sono considerato ancora un ragazzo. Insomma se mi passi la battuta… più quote rosa sicuramente ma anche più quote verdi!" L’anno 2019 è stato l’anno dell’assegnazione a Milano Cortina dei Giochi Olimpici invernali del 2026. Perché il CIO ha scelto l’Italia? "Credo che mai come in questo caso le persone abbiano fatto la differenza. C'erano due Paesi importanti come Svezia e

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Italia come candidate e c'erano molte caratteristiche in comune, ma in MilanoCortina i membri del CIO votanti hanno sicuramente trovato l'eccellenza, con professionisti mossi da tanta passione, da competenze e conoscenze. Persone che si sono impegnate e hanno avuto la volontà di riuscirci. L'aspetto decisivo è stato poi il fatto che fossero tutti uniti capitanati da uno straordinario regista come Giovanni Malagò che ci ha sempre creduto ed ha sempre spinto la candidatura ed il suo team coordinato da Diana Bianchedi: un’unità tra gli sportivi, gli atleti olimpionici, le amministrazioni, la politica e questo si è tradotto in una candidatura estremamente forte, che mandava un messaggio incisivo e chiaro. Poi ci sono delle chicche da segnalare all’interno di questo processo come lo straordinario ed emozionante video di Balich o i discorsi delle nostre atlete; penso anche a quello fatto dalla nostra giovanissima campionessa Elisa Confortola. Sia Milano che Cortina sono brand fortissimi. Chiarissimi e marcati senza dubbio. Milano praticamente da sempre, ancora di più dopo Expo 2015. Ma anche per una spinta che è dentro la città e che si chiama fashion, moda, food e turismo. Ed anche grazie alla capacità dell'amministrazione meneghina che ha saputo portare la

città ai vertici in Europa. Faccio parte del Consiglio direttivo del Centro Studi Grande Milano e ben conosco cosa sta succedendo in città e come sia attiva e sempre in evoluzione. Citando il Manzoni: milanesità è l’attitudine innata o acquisita di distinguere l’utile dall’inutile. Essere ambrosiano è quasi una filosofia che si identifica nel culto dell’efficienza e del decoro. Cortina, dal canto suo, è Cortina; la Montagna con la M maiuscola. Un marchio storico e universalmente riconosciuto. Il bello, poi, di questi Giochi Olimpici è che saranno diffusi. Sarà protagonista sarà la Lombardia con l’Alta Valtellina con Bormio e Livigno, il Veneto, la Val di Fassa, Il Trentino Alto Adige." Opportunità da cogliere al volo… "Fin subito, senza aspettare e sperare nell’evento in sé. Bisognerà costruire una sorta di percorso olimpico, dove metterci dentro tutte le eccellenze. E dove creare qualcosa che si trasformi in lascito per le future generazioni. D’altronde, altre realtà che ci hanno preceduto lo stanno a testimoniare. Un’Olimpiade, storicamente, se ben gestista, lascia un’eredità importante sulla quale poggiare le basi per il dopo ed è in grado di rigenerare un territorio." Milano, dunque, centro di gravità permanente. "Milano avrà la parte relativa al ghiaccio con il Mediolanum Forum, il nuovo palazzetto che sarà costruito in zona Rogoredo ed

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marzo\aprile 2020 il territorio ed il sistema sportivo.

il recupero del vecchio Palasharp; senza dimentacare la Medal Plaza in Duomo, la cerimonia a San Siro, il villaggio olimpico allo scalo di Porta Romana ed il Media and Broadcasting Center a Rho." E poi c’è la Valtellina per quanto riguarda la Lombardia… "Sì, e con impianti di eccellenza. La Stelvio di Bormio dove abbiamo visto la recente doppietta nella discesa libera di Dominik Paris, ma anche i percorsi di freestyle di Livigno, non si discutono. Sono conosciuti, riconosciuti ed invidiati in tutto il mondo. Al momento la situazione più complicata è quella logistica. E bisognerà lavorare fin da subito sui collegamenti con i siti olimpici, come d’altronde già analizzato in fase di candidatura. I valtellinesi hanno dimostrato di sapere lavorare bene e con risultati straordinari; adesso servirà l’ulteriore capacità di migliorare l’offerta e questo riguarda tutto il territorio." Cosa intendi? "Intendo che, in contemporanea, servirà costruire un percorso turistico, visto che stavolta più che mai sport e turismo dovranno andare a braccetto costituendo un binomio vincente. Le nostre esperienze lo insegnano. Non dobbiamo pensare solo ai giorni di gara che già di loro costituiranno un volano.Qui c’è un’opportunità da cogliere. Tutti i nostri brand sono collegati alla bellezza. Dovremo essere bravi a creare un ecosistema perfetto. Dovremo

far respirare l’aria olimpica a tutto il territorio lombardo, veneto e italiano facendo squadra e sistema." Quindi l’arrivo dei Giochi Olimpici 2026 è una grande occasione ma ci sono anche delle criticità da risolvere nella città in cui ora vivi, Milano? Credo di sì. Una delle maggiori criticità per lo sport milanese a detta di tutti è l’impiantistica sportiva. E non mi riferisco al calcio. Fortunatamente è stato inaugurato dopo un periodo di gestazione interminabile il Palalido, ma non basta. A Milano ad esempio manca la piscina olimpionica. Il Forum di Assago è gestito molto bene ma è necessario avere un altro palazzetto e infatti, in occasione dei Giochi Olimpici, verrà costruito il Pala Santa Giulia nella zona di Rogoredo con una capienza di 15.500 posti. Ma la sfida riguarda poi tutta la regione. E in tal senso i Giochi Olimpici sono una tappa fondamentale. Coni, Comune di Milano, Regione Lombardia e Regione Veneto e città di Cortina assieme al Governo hanno fatto un lavoro di squadra fantastico, senza colore politico. Un risultato da non sprecare pensando che il 2026 è lontano. Va invece costruito un percorso che riguarda tutti gli sport, non solo quelli invernali. Va pensata una generazione olimpica che veicoli i migliori valori dello sport, quali rispetto e amicizia, investendo in cultura e in impianti. E andrebbero valorizzati in ruoli chiave anche i dirigenti sportivi che conoscono

I Giochi Olimpici ed i Grandi Eventi sono quindi solo un’opportunità per lo sviluppo cittadino. "Assolutamente un’opportunità, a patto che siano gestiti con serietà. Le criticità ci possono essere ma ci vuole sensibilità istituzionale anche per far comprendere quanto siano trasversali i valo ri tra sm e ssi dallo sp o r t . L e manifestazioni non sono mai un disturbo per le città, anzi sono un bene da vivere e da supportare, anche per le ricadute economiche turistiche importanti. Ci sono addirittura città che devono la loro fama ad eventi sportivi. Lo sport poi è trasversale, tocca tutti: per promuovere gli eventi bisogna comunicare i valori che si vogliono trasmettere, raccontare le storie usando il giusto e linguaggio. Lo sport è stato, è e sarà sempre un mezzo straordinario di comunicazione." Oltre alle opportunità legate ai Giochi Olimpici del 2026, quali potrebbero essere i punti chiave per lo sport del futuro in Italia? "Valorizzazione del territorio, Inserimento Sport nella costituzione, potenziamento dello sport e della cultura sportiva nella scuola, impiantistica sportiva, revisione della legge 91 del 1981 su dilettantismo e professionismo." E quali sono gli obiettivi di Marco in vista del futuro? "Pensare, analizzare, progettare, abbassare la testa e lavorare dando il massimo con entusiasmo e passione. Riprendendo Giorgio Armani: lo stile di Milano si sintetizza con tre D: discrezione, disciplina, dovere. La cultura del lavoro paga sempre. Senza sbilanciarci, con queste premesse, vedremo cosa mi riserverà il prossimo decennio. Ma sono pronto alle nuove sfide dello sport!

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/Impresa

LA DOMOTICA: IL LAVORO DEL FUTURO! Più di 800.000 posti di lavoro vacanti in tutto il mondo A cura di Elena Pravato

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marzo\aprile 2020 La casa è il bene primario in assoluto soprattutto per gli italiani e proprio questa è una delle ragioni per cui il settore della domotica, in parole povere l'automazione applicata all'ambiente d o m e s tico, s t a p ren d en d o s e m p re più piede. Per capire a fondo cosa sia realmente la domotica e quali siano le professionalità tanto ricercate al momento attuale, abbiamo chiesto lumi ad un esperto del settore: il sig. Riolfatti Thomas, titolare di Domofox srl. Quali competenze deve avere un esperto in Domotica? "Le basi per poter intraprendere il percorso formativo specifico sono competenze in ambito elettrico per il 40% e per il 60% di tipo informatico. Non è necessario esser laureati in Ingegneria o comunque possedere una laurea ma è, invece, indispensabile una conoscenza mediobuona dell'inglese. Contrariamente a quanto generalmente si pensi non occorrono nozioni di programmazione perché si tratta di utilizzare un gestionale, un programma con menù a tendina. Stiamo parlando del linguaggio Knx." Ci spieghi meglio! “Knx è un protocollo, un linguaggio universale, internazionale come possono essere i numeri o le note ed è essenziale a lavorare in ambito domotico. Knx è uno standard riconosciuto a livello mondiale e avendone conoscenza si può lavorare veramente in ogni parte del Globo!" Quali sono le figure professionali che animano l'af fascinante settore dell'automazione domestica? “Potremmo raggruppare i profili lavorativi in quattro gruppi: i Produttori, gli Installatori, i Manutentori e i Formatori. Queste figure possono ricevere commesse sia dal settore privato sia dal settore pubblico (ad esempio automatizzando gli impianti di scuole, ospedali etc.). Per i cosiddetti Produttori potrebbero esser essenziali anche delle nozioni di design, in quanto gli può esser chiesto di costruire delle pulsantiere o degli schermi e pertanto anche il lato estetico diventa importante. Per darvi un'idea del

fermento che la domotica sta suscitando a livello internazionale, potete consultare il sito dell’Associazione Mondiale Knx (www.knx.org) dove troverete i dati che vi cito: 490 produttori di dispositivi, 88.000 aziende specializzate nella tecnologia KNX, oltre 8.000 prodotti! Questi sono i numeri della comunità Knx! Le statistiche certificano un incremento del settore del 180% all'anno. Questa tecnologia è stata collaudata oltre 30 anni fa, viene utilizzata da 20, e ha definitivamente preso vigore negli ultimi 10 anni con l'avvento degli smartphone, fino a registrare il boom attuale grazie al comando vocale.” Veniamo ora al sodo. A cosa ci stiamo riferendo quando parliamo di domotica? “La Domotica, attraverso il linguaggio Knx, consente di rendere automatizzata la gestione dell'illuminazione, degli elettrodomestici, del riscaldamento e soprattutto del raffrescamento, gli allarmi, i sistemi antintrusione e gli impianti audio. La gestione non è più manuale ma avviene attraverso un pulsante unico centrale, tramite smartphone o con comando vocale. Vi faccio un esempio: fino agli anni '70 l'automobile era a gestione totalmente manuale: le portiere si aprivano con la chiave, i finestrini si abbassavano girando la manovella, la frenata era solo azionata dal comando del guidatore etc. Ora l'auto è un sistema elettronico e questo è il mutamento a cui assistiamo anche per la casa grazie alla domotica. Naturalmente, oltre alla como dità indiscussa di queste soluzioni hi-tech, un pregio assai rilevante è da ravvisare nel risparmio energetico che comporta l'adozione di tali sistemi. Quest'ultimo è anche quantificabile scientificamente e definibile tramite i parametri BACS che ad ogni tipo di automazione fanno corrispondere un determinato livello di risparmio energetico. Pensate quanto può esser conveniente automatizzare l'illuminazione e il riscaldamento di un edificio pubblico, spegnendo le luci quando non c'è più nessuno in ufficio o diminuendone l'intensità quando aumenta l'irraggiamento del sole! L'evoluzione inoltre compie repentini passi da gigante: il

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prossimo passo è la gestione degli impianti attraverso smartwatch o dispositivi indossabili come le scarpe. Si tratta di nuovi sistemi di controllo automatico che non appena, letteralmente, mettiamo piede in casa, fanno partire il comando di accensione luci o riscaldamento. Esistono poi dei prototipi, già collaudati da diverse aziende, che consistono in tatuaggi trasparenti e rimovibili che permettono di utilizzare l'impiantistica domestica ma non solo. Anche quello dell'ufficio ad esempio." Per automatizzare l'impiantistica casalinga occorre una connessione internet? Sarà sicura questa gestione totalmente delegata alla tecnologia? "In un sistema domotico gli impianti interagiscono, sono interconnessi, ma questa comunicazione avviene tramite una connessione domestica via filo o wi-fi ma a prescindere dalla connessione alla rete di cui l'abitazione, volendo, può anche non disporre. Un altro esempio può rendere più chiaro il concetto: il videocitofono riconosce il proprietario di casa e comunica all'antifurto di disattivarsi, all'impianto elettrico di alzare le tapparelle e magari di accendere il riscaldamento. La connessione internet

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diventa invece necessaria quando il controllo avviene a distanza o tramite comando vocale. Naturalmente i dati sono criptati secondo i più elevati standard di sicurezza conosciuti allo stato dell'arte." Esistono dei percorsi formativi ad hoc, a livello di scuola superiore, per creare professionisti del settore? "Purtroppo no, anche a livello internazionale non esistono delle Academy specifiche per questi profili. Le Scuole Professionali nostrane o gli ITI formano ottimi tecnici ma esclusivamente ferrati per la parte elettrica o per la parte informatica. Alcuni Licei e Istituti hanno attivato dei percorsi di specializzazione come il CFP Veronesi di Rovereto presso cui ho condotto un corso di 90 ore per gli studenti del quarto anno." Come si diventa, allora, un esperto di domotica? “Sul sito Knx.org si trovano 480 centri di formazione certificati nel mondo di cui 30 in Italia, ma solo 3 che contemplano tutti quattro i gradi di formazione. Uno di questi è proprio Domofox. Vi spiego ora in cosa consistono il percorso e i livelli di formazione: ogni corso si articola in una parte

pratica ed una teorica per un totale di 40 ore. Il primo livello è detto basic e consiste in un'introduzione, al knx. Qui si impara a regolare l'impianto dell'illuminazione e dell'ascensore per esempio. Il secondo livello l'Advance insegna ad automatizzare gli allarmi, la termoregolazione, il controllo della luminosità costante in base alla luminosità esterna. Il livello HVAC fornisce conoscenze su sistemi più evoluti di termoregolazione (riscaldamento pavimento o il raffreddamento fan coil, monosplit) oppure rudimenti per controllare impianti più complessi per il tipo di edificio in cui sono presenti (ad esempio ospedali, scuole) fino al controllo accessi. Infine il livello Tutor che prepara coloro che diverranno docenti essi stessi." Domofox però non è solo ente di formazione, ma è anche produttore di dispositivi e soluzioni domotiche, vero? “Esatto, fra gli altri produciamo pulsantiere, termostati intelligenti e li commercializziamo all'estero attraverso il marchio Vivo KNX." Ringraziamo Thomas Riolfatti e per approfondimenti vi rimandiamo ai siti: www.knx.org e www.domofox.it


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/Impresa

UN AIUTO PRATICO PER LE MAMME TRASFERITESI ALL'ESTERO La semplice ma geniale idea delle fondatrici dell'Agenzia AMA-Famiglie in Movimento A cura di Elena Pravato

Il mercato del lavoro odierno richiede sempre più mobilità non solo a livello nazionale, ma anche internazionale. Non di rado viene disposto dai datori un trasferimento all'estero per l'apertura di una filiale aziendale o per avanzamenti di c arriera . S e si è single , n e ssun problema si presenta all'orizzonte! Anzi, il trasferimento viene accolto come una grande opportunità. Se si ha, invece, un'intera famiglia a cui pensare l'elenco delle pratiche burocratiche e non, che comporta l'espatrio è assai lungo! Quale scuola scegliere per i propri figli? Quale sarà il quartiere migliore per trasferirsi? Quali documenti saranno necessari per prendere un appartamento in affitto? Quali procedure seguire per scegliere il pediatra? Questi sono solo alcuni dei problemi che deve risolvere chi si trasferisce all'estero. Così è stato anche per Alessandra Ferrario, Federica Quaglia e Francesca Bovo, che in prima persona hanno vissuto l'esperienza dell'espatrio in qualità di mamme e proprio grazie a questa esperienza hanno fondato la "speciale" agenzia di relocation Ama-Famiglie in Movimento. "L'idea è nata a partire dalle esigenze personali che abbiamo riscontrato con l'espatrio." afferma Alessandra Ferrario:" Sono un'avvocatessa matrimonialista milanese. Otto anni fa a mio marito, fu chiesto di trasferirsi dapprima a Belluno dove ci fermammo per un anno e mezzo ed

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in seguito a Parigi che divenne la nostra casa per 4 anni. La nostra famiglia nel frattempo cresceva grazie all’arrivo dei nostri tre bimbi. Sono stata fortunata perché, oltre ad avere degli amici già residenti nella capitale francese, il mio carattere intraprendente e indipendente mi ha spinto a c avarm ela da s ola risolvendo tanti piccoli problemi che insorgono con il trasferimento. Parigi,

inoltre, é una città vitale e carica di energia dove c’è spazio per chiunque abbia voglia di fare. Per questo, insieme a Federica, abbiamo immaginato e creato un blog, Andiamo Mamma, con cui offrivamo tips alle mamme che volessero conoscere meglio la città in famiglia. Con il tempo abbiamo creato un’affezionata utenza di mamme e di famiglie italiane che ci seguiva fedelmente."


marzo\aprile 2020 Come è avvenuto il passaggio dal blog alla creazione dell'Agenzia? “La creazione dell'Agenzia con un servizio di consulenza a pagamento è avvenuta proprio per rispondere alle numerose richieste che ci arrivavano dal blog. Il nostro in verità non è un mero servizio di disbrigo pratiche o relocation. Oltre a questo offriamo un valore aggiunto che è quello del consiglio da mamma a mamma, come ad esempio sul tema delle scuole. A Parigi ci sono moltissimi tipi di istituti scolastici: quello italiano, alsaziano, montessoriano, americano, inglese, internazionale, per citarne alcuni. Inoltre, diversamente dall'Italia, i bambini che non conoscono la lingua francese non vengono inseriti direttamente in classe con i francofoni della loro età, ma vengono dapprima collocati nelle cosiddette classi d'adattamento dove seguono dei corsi accelerati di francese. Non tutte le scuole hanno queste classi di adattamento però. Spesso, poi, prima dell'iscrizione occorre fissare un colloquio con il preside e preparare tutta la documentazione che noi naturalmente possiamo aiutare a predisporre per agevolare e velocizzare l'iter. Da un incontro di formazione organizzato dalla nostra agenzia con una psicologa evolutiva, proprio sul tema dell'espatrio per bambini e adolescenti, è emerso che occorre ricreare nel più breve tempo possibile quei punti di riferimento che con il trasloco sono venuti a mancare al bambino, come lo sport, gli amici… La nostra Agenzia è attiva proprio su questo fronte: minimizziamo lo stress ed ottimizziamo i tempi per ricreare il prima possibile una routine e tornare ad una vita ben organizzata" Non solo scuola però! La vostra agenzia offre consulenza anche per la ricerca della casa, vero? “Il Sistema-Casa francese è molto diverso dal nostro, e per chi non ne ha esperienza diretta, non è così semplice destreggiarsi fra annunci che possono celare spiacevoli sorprese, dossier e innumerevoli visite agli immobili. Per prima cosa noi consultiamo non solo gli annunci immobiliari on line ma anche quelli delle agenzie di fiducia

che ormai conosciamo. Occorre poi comprendere quello che l'annuncio propone: ad esempio, Sur cour significa che l'appartamento affaccia su una corte interna che a Parigi sono molto strette e pertanto sarà sicuramente poco soleggiato. Oppure Quartier animé vuol dire che il quartiere non ha un minuto di pace. Oltre alla scrematura delle proposte, laddove la famiglia non possa esser presente per le varie visite immobiliari, possiamo provvedere noi a visionare gli immobili e in tempo reale effettuiamo un reportage fotografico o video e comunichiamo in diretta tramite WhatsApp con i clienti. Inoltre aiutiamo le famiglie che si affidano a noi a redigere il temutissimo Dossier. In Francia per prendere casa in affitto bisogna produrre una corposa documentazione che attesti le buste paga, il garante (che può essere l'azienda per cui si lavora ma non solo)… Nel momento in cui si trova l'appartamento o la casa giusta occorre poi avanzare il più velocemente possibile un'offerta corredata di Dossier per bloccare l'immobile perché a Parigi le case si affittano e si vendono molto velocemente."

di ampliare le collaborazioni con nuove mamme antenne in tutta Europa e, perché no, in tutto il mondo!" Avete altri progetti in serbo per il futuro? “Accennavo prima ad un incontro che abbiamo organizzato con una psicologa proprio sui temi dell’espatrio. Ecco, ci pia cerebb e m olto in crem entare questi momenti di approfondimento proprio perché c'è fame di risposte e conoscenza su queste tematiche che vengono veramente sentite dalle famiglie italiane espatriate. Infine, abbiamo da poco aderito alla rete, creata da Claudia Landini, Supporto in Espatrio (www.supportoinespatrio.com). Claudia Landini è una mentor e coach interculturale che da 15 anni gestisce expatclic.com, e che ora ha creato questa nuova piattaforma che offre una serie di figure professionali di supporto per le espatriate: si annoverano ad esempio la psicologa dello sviluppo, la pediatra neonatologa oppure la docente di lingua. Attraverso Supporto in Espatrio siamo parte di una grande comunità di donne e mamme italiane in trasferta.” Per info: www.ama-agenzia.com

Alessandra, ci hai parlato a fondo di Parigi ma l'Agenzia non è attiva solo in Franca vero? “Infatti, attualmente abbiamo due Mamme Antenne anche a Barcellona e Bruxelles. La Mamma Antenna che collabora con noi svolge esattamente il lavoro che vi ho spiegato. L'identikit della Mamma Antenna è il seguente: una mamma italiana trasferitasi all'estero che grazie alla propria rete di conoscenze, al proprio network, creato nella nuova città di residenza, può fornire i servizi della nostra agenzia. Si tratta di un'occupazione part-time che permette di coniugare l'impegno lavorativo con il ruolo di mamma, un lavoro flessibile che si può gestire dal proprio domicilio, creando anche dei legami di amicizia con le famiglie-clienti. La Mamma Antenna comunica sempre il suo cellulare in modo da essere reperibile anche per soddisfare un semplice dubbio: non siamo un'agenzia che stacca con la chiusura dell'ufficio! Fra i nostri progetti c'è proprio quello

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/Nautica

FLOATING LIFE Nautica di lusso a gonfie vele A cura di Giorgio Nadali

Floating Life è un’azienda-boutique fondata da Andrea Pezzini e Barbara Tambani nel 2002. La società mette a disposizione servizi di gestione tecnica e amministrativa a 360° in tutto il mondo nel settore nautico. Family office, dove i clienti vengono seguiti con un’offerta su misura, Floating Life è gestita da un gruppo di professionisti con esperienza pluriennale nei vari campi dello yachting. Proprio per l’elevata professionalità e qualità dei suoi servizi riguardo la gestione degli yacht, la società è stata certificata ISO 9001:2015. I servizi di Yacht e Technical Management rappresentano l’anima dell'azienda ma, per una sinergia totale ed un servizio completo, la società si declina in sei divisioni importanti: Management, Charter & Brokerage, Concierge, Build & Technical, Fiscal & Legal, Safety & Security. Il Management

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si occupa dell’azienda-barca in modo professionale e per conto dell’armatore, sollevandolo da qualsiasi problema legato alla gestione dello yacht, in materia di amministrazione contabile e finanziaria, supporto all'equipaggio, gestione tecnica, supporto assicurativo, rinnovo interni ed esterni, logistica e acquisti. La divisione Charter & Brokerage, membro MYBA, fornisce assistenza nella gestione del charter, charter marketing, retail brokerage, eventi, saloni, vendita e acquisto. Il Concierge è un servizio esclusivo a 360° disponibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7, on e off-board per qualsiasi evenienza. Il team Build & Technical offre consulenza per la realizzazione di nuovi yacht, la gestione del progetto e la consulenza tecnica; si occupa anche di refit e surveyor, affiancando i clienti nel processo di vendita e di acquisto. L’offerta Fiscal & Legal è un servizio di consulenza su norme e regolamenti, amministrazione fiscale e


marzo\aprile 2020 costituzione societaria. La Safety & Security si occupa di tutto ciò che è la sicurezza della barca e dell’equipaggio pertinenti allo yacht gestito. Floating Life è altresì attiva nella creazione personalizzata di "Italian Style" crew uniform realizzate secondo le ultime tendenze e con tessuti di altissima qualità. Dal 20 09, inoltre, Floating Life ha sviluppato e gestito il programma di multiproprietà della flotta YachtPlus, composta da tre yacht di 41 metri (Ocean Pearl, Ocean Sapphire e Ocean Emerald) progettati dallo studio di architettura londinese Foster+Partners. Per Ocean Pearl, Floating Life ha recentemente rinnovato il programma di multiproprietà per otto anni. Forte di questa esperienza, il co-fondatore di Floating Life, Andrea Pezzini, ha deciso di unire tutte le sue competenze professionali (prima di fondare Floating Life, ha lavorato come surveior, technical manager e come designer per una serie di importanti cantieri, da Picchiotti a Tecnomarine fino ad Amico) e dedicarsi anche allo yacht design: con la collaborazione dello Studio Sculli, Pezzini ha infatti progettato la Serie-K, una serie di Explorer dai 36 ai 47 metri (oltre al modello 42.5m Commander C415 per CCN), una gamma di yacht che offre agli armatori la possibilità di customizzare totalmente la sovrastruttura. Il primo yacht della Serie-K è stato il K40 costruito da CCN (varato nel giugno 2018); il secondo, il K42, è in costruzione presso il Cantiere delle Marche. Infine, grazie all’esperienza acquisita con la flotta YachtPlus, con il K43 Floating Life intende proporre un nuovo concetto di multiproprietà (denominata Dream K43), che si basa su due tipologie di acquisto: porzione di yacht, Fractional Ownership, oppure periodo di tempo, Time-Sharing. In questo modo Floating Life offre la possibilità di ottenere il lusso di uno yacht di 43 metri al costo di un 22 metri. “Ci troviamo ormai in un mercato diventato statico, dove non si dà più lo stesso valore a quelle che sono la ricerca e lo sviluppo di novità e ingegno; e per innovare un settore rigoroso e tradizionale, come quello della nautica, servono menti brillanti tipiche dei giovani, che sono capaci di immaginare quello che ancora non esiste”. Per questo Andrea Pezzini di Floating Life, azienda di management, charter e progettazione d’imbarcazioni, che opera nel settore dello yachting, ha deciso di aprire una divisione all’interno della sua società, dedicata ai giovani progettisti, per accogliere le loro idee. “Siamo già in contatto con varie Università italiane, che dispongono nella loro offerta formativa di corsi di studi e master, sia di ingegneria navale che di yacht design, per spiegare ai futuri designer ed ingegneri, che subentreranno nei differenti ambiti di questo settore, il nostro nuovo progetto; volto ad affrontare il futuro della nautica con un approccio originale, unendo la nostra competenza alle nuove proposte che i giovani porteranno”. Per far partire al meglio questa nuova divisione, Floating Life ha quindi deciso di lanciare un contest per giovani studenti, che consiste nella progettazione di un’imbarcazione che abbia una carica innovativa sia in fatto di soluzioni e sia nelle linee. Il

vincitore vedrà il proprio progetto realizzato tramite un modello in scala, che verrà esposto durante il Monaco Yacht Show 2020, all’interno dello stand dell’azienda. L’obiettivo del concorso è di trovare idee originali, che possano migliorare, una o più parti o fasi di sviluppo di uno yacht, sia dal punto di vista tecnico progettuale sia da quello del design e dello sviluppo. Il nostro Team, analizzerà tutte le proposte per selezionare quelle più interessanti e quella più innovativa verrà selezionata dal nostro team per svilupparla e ingegnerizzarla. Il progetto deve seguire i seguenti parametri • Esterni: sviluppare della carena nelle sue forme e nella idrodinamica. Innovazione nel design della barca, sia per la sovrastruttura che nell’opera morta. • Interni: diversificare l’utilizzo degli spazi interni e sviluppare arredamenti con materiali e forme non convenzionali. Andrea Pezzini. Director & Co-Founder Barbara Tambani. CEO & Co-Founder Chi è il vostro cliente ideale? “Non abbiamo limiti o preferenze. Il Gruppo Floating Life detiene diverse Società che operano nel campo della nautica. Ognuna di esse ha uno specifico settore e conseguenti esigenze nel rapporto con il cliente. Floating Life International cura la gestione totale di yacht ed opera in nome e per conto delle Società Armatrici. Questa attività comporta il coinvolgimento nella gestione dell’amministrazione, tecnica e logistica. È quindi essenziale che il Beneficial Owner passi i controlli di Due Diligence: - Floating Life Charter&Brokerage, che cura l’attività commerciale di yacht e/o agisce come intermediario nella definizione di charter o compravendite. Abbiamo la necessità che gli aspetti burocratici siano allineati alle regole internazionali e che i contratti abbiamo un chiaro legame con i movimenti economici. - Floating Life Italy, che cura la produzione di divise equipaggio quindi ha un semplice rapporto fornitore/cliente. Tutto ciò per spiegare che non abbiamo limiti di nazionalità o di altra natura. Floating Life è attenta che tutte le relazioni professionali siano eticamente corrette ed allineate alle regole internazionali.” Quali sono i vantaggi dello yacht chartering e perché noleggiare uno yacht? “Se guardiamo all’aspetto Armatoriale, noleggiare lo yacht consente alla Società Armatrice di abbattere i costi di gestione del bene. Se invece guardiamo l’attività di noleggio dal punto di vista di un cliente, la sensazione più comune è quella di flessibilità. Il piacere di ricercare uno yacht nella zona che si vuole visitare, con caratteristiche allineate alle aspettative senza per forza avere un impegno economico annuale. Attualmente c’è un’ampia scelta in base alla location od alla tipologia di imbarcazione. Basti pensare che ci sono yacht da oltre 130 metri disponibili per essere affittati.”

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Qual è la durata di vita media di uno yacht utile per il resale? “Solitamente gli yacht vengono refittati dopo circa 10 anni. Una manutenzione straordinaria che si concentra sugli aspetti tecnici (sala macchine, scafo), ma anche quelli estetici (arredamento, forniture di interni) per rendere il tutto più aggiornato e fresco. Si riescono ad acquistare delle ottime barche con 10 anni di vita ed il mercato offre delle buone soluzioni.” Secondo Global Order Book 2020, la classifica certificata dell’andamento del mercato internazionale delle imbarcazioni maggiori di 24 metri (superyacht), tra i paesi costruttori, l’industria cantieristica italiana è al top, con 268 superyacht in costruzione nel 2019 su un totale di 621 a livello globale. Ai primi tre posti della classifica mondiale figurano tre cantieri italiani, che raccolgono da soli il 22,5% degli ordini globali: Sanlorenzo, Azimut e Benetti. Quali sono stati i numeri di Floating Life nel 2019? “Nel 2019 Floating Life ha varato il K42, chiamato Audace che è stato presentato al mondo nautico durante il Monaco yacht show 2019. Partiamo dal presupposto che Floating Life non è un cantiere. Il numero dei charter è rimasto stabile nonostante siano aumentate le metrature richieste per i noleggi e le barche in gestione ad oggi sono 18. Al momento abbiamo dei nuovi progetti legati al Time-Sharing, progetto per il quale siamo molto esperti e concentrati avendo gestito il famoso Ocean Pearl, disegnato da Foster, in Multiproprietà.” In cosa fa la differenza Floating Life rispetto agli altri players? “Floating Life è una boutique per Armatori. Abbiamo concentrato la nostra attività su un ser vizio sartoriale dedicato al cliente. Questa scelta richiede persone più preparate e flessibili che si interfacciano e adattano al Cliente finale.” Ci parli delle K-Series di Floating Life. “L a K-S erie s è una f ilos of ia inn ovativa ch e p erm et te la realizzazione per il cliente che lo commissiona di un vero Explorer custom. L’opera viva, che ha ottenuto un ottimo risultato in seguito ai test effettuati dagli esperti di G otheb org , dove si trova una delle migliori vasche per certificare gli scafi, viene utilizzata come base sulla quale si sviluppa la sovrastruttura che viene disegnata con il Cliente; questa è la ragione per cui ogni yacht ha una sua identità. La nostra conoscenza tecnica consente di c o m b in a re l e i d e e d e ll’A r m ato re c o n g li s t a n da rd tecnici necessari per una barca di questo genere. Una volta completato il proget to si ricerca e si definisce il cantiere che viene coinvolto nella costruzione di questo yacht unico. Durante l’intera fase di costruzione, l’ufficio tecnico sorveglia la qualità facendo numerose e costanti visite a bordo. Fino ad oggi abbiamo presentato 5 modelli esemplificativi dai 38 ai 47 metri.”

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Quali sono le principali esigenze dei vostri clienti e in quale percentuale sono italiani? “I clienti si aspettano sempre il miglior risultato, il più vicino possibile alle loro aspettative, che abbiamo un costo ragionevole. Negli ultimi anni i clienti hanno capito che il know-how ha un valore e che il supporto nella gestione, nella costruzione e nel noleggio ha un valore. Gli italiani sono circa il 40%.” Come faccio a selezionare il miglior yacht charter per soddisfare le mie esigenze? “Il cliente normalmente si rivolge ad una società di brokeraggio come FL C&B proprio per avere suggerimenti su cosa è più indicato per la sua vacanza. Il contatto personale tra il nostro Broker e il cliente permette, nella raccolta di informazioni, di aiutare il cliente nella scelta finale. I nostri Broker inoltre verificano personalmente le barche e gli equipaggi suggeriti in modo da poter essere più precisi possibili nel suggerimento e nel servizio correlato.”


marzo\aprile 2020 Posso avviare un noleggio di yacht in un paese e sbarcare in un altro? “Il porto d’imbarco e quello di sbarco possono essere differenti e trovarsi in stati differenti. È molto frequente la crociera con partenza da Bonifacio e sbarco in costiera Amalfitana.” Cos'è e come funziona l'APA (Advanced Provisioning Allowance) nel noleggio yacht? “L’APA è un anticipo di fondi che vengono trasferiti al comandante per coprire le spese dedicate al noleggiatore. Solitamente questa somma copre i costi di trasferimento (carburante dello yacht, carburante del tender o eventuale jetski, eventuali transfer necessari agli ospiti), costi di ormeggio ed eventuali formalità richieste dalla capitaneria, la cambusa e le bevande. L’APA, essendo un anticipo, viene rimborsata al noleggiatore nel caso in cui il saldo a fine crociera sia positivo ed invece è richiesto il pagamento di un eventuale saldo negativo prima dello sbarco degli ospiti dalla barca a fine crociera.” Oggi la nave da diporto (sopra i 24 metri) è un luxury toy che viene acquistato più per rappresentanza, per investimento o per passione? “Non mancano certo gli Armatori appassionati di nautica, ma lo yacht è oggi divenuto anche un mezzo per fare business o per rappresentanza.”

Q u a l i s o n o l e p r i m e t r e c a r a t te r i s t i c h e c h e v a n n o considerate in fase di scelta di una nave da diporto? “Tralasciando la sostanziale differenza tra barca a motore e barca a vela, le principali caratteristiche sono il numero delle cabine per l’accoglienza degli ospiti, la velocità di crociera e la tipologia di costruzione. Molti Armatori sono orientati verso gli scafi in GRP mentre altri prediligono l’acciaio. Il nuovo trend sono gli yacht Explorer che consentono di ef fettuare lunghe navigazioni a velocità ridotta e la larghezza dettata dalla tipologia di barca aiuta ad avere ampi spazi a bordo.” Presumendo che nessun cliente abbia una patente per nave da diporto, secondo Lei la passione per il mare è più genuina per un armatore che può pilotare personalmente? “Direi che la nautica deve essere vista come un momento di piacere e relax che un Armatore si ritaglia con la famiglia e gli amici. Ci sono Armatori di barche piccole che amano vivere lo yacht direttamente ed il loro piacere personale è essere coinvolti nel day by day pulendolo e portandolo direttamente. Questo non è fattibile su imbarcazioni di metratura più ampia, ma questo non vuol dire che non ci sia la passione per la nautica e per il mare in egual misura. Le leggi e l’ovvia necessità di avere bisogno di personale sposta solo il coinvolgimento personale dell’Armatore.”

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/Sport

SEA SHEPHERD TROPHY Il primo trofeo dedicato alla raccolta fondi per Sea Shepherd ha coinvolto campioni e vip in una gara di velocità subacquea nella piscina più profonda del mondo A cura di Marcella Ciappi Foto © G-Shock

Foto © Michele A. Maculan

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marzo\aprile 2020 Un gioco di velocità e di apnea a bordo di Seabob, lo scooter subacqueo che raggiunge i 20 km/h in immersione; il tutto a scopo charity. Questo è stato il Sea Shepherd Trophy. La competizione si è tenuta a Montegrotto Terme, in provincia di Padova, nella piscina più profonda del mondo, la Y-40 The Deep Joy, parte della struttura del The Deep Joy Hotel & Spa Millepini, a fine 2019. Justine Mattera, Umberto Pelizzari, Gian Maria Gabbiani, Mauro Bergamasco, Mara Santangelo e Andrea Salvati sono solo alcuni dei nomi che hanno partecipato all’evento. Sono stati tanti, infatti, i numeri uno del mondo dello sport e dello spettacolo che hanno gareggiato con lo scopo di aiutare Sea Shepherd, l’organizzazione senza scopo di lucro che da oltre 40 anni usa tattiche di azione diretta e d’informazione per proteggere la vita marina, aumentando la consapevolezza su problemi come la pesca illegale, la caccia alle balene, alle orche e alle foche e l’inquinamento da plastica. “Questa gara – ha dichiarato Andrea Morello, Presidente di Sea Shepherd Italia – ci permetterà, grazie alle donazioni di partecipanti e partner, di mantenere le nostre navi per 12 giorni in attività nel Mediterraneo in difesa e conversazione delle vite che lo abitano e porteremo giustizia nei luoghi in cui non riesce ad arrivare, in collaborazione con la Guardia di Finanza e con la Guardia Costiera. Anche in Italia c’è bisogno di una delle 13 navi di Sea Shepherd, con l’operazione Siracusa che dopo 6 anni di attività difende l’Area Marina Protetta contro le reti spadare illegali per salvare cernie, squali e pesci spada”. L’evento aperto al pubblico e a ingresso libero, ha permesso di raccogliere donazioni in favore della Onlus anche attraverso libere donazioni mentre i nomi delle squadre sono stati assegnati alle aziende che hanno aderito al progetto pagando il carburante di 2 giorni di barca Sea Shepherd per ostacolare il bracconaggio. A vincere la competizione principale è stato il team HOLY The Wellness Drink composto dalla campionessa di tennis Mara Santangelo, dal recordman di apnea Umberto Pelizzari, dal pilota automobilistico e di offshore, campione del mondo di Powerboat Endurance Gian Maria Gabbiani, dal vicecampione del mondo di apnea croato, Samo Jeranko, dal giornalista Andrea Salvati e dagli appassionati di apnea Roberta Bellesia, Nico Cardin, Luca Mattonai e Matteo Oreffice. Seconda classificata è stata la squadra di Mete Subacque e terza la squadra Athena Sportech. Nella finalina si sono invece posizionate: al primo posto la squadra di G-Shock, al secondo quella di Pavin Caffè e al terzo la Capitano Kooper. La competizione si è svolta lungo 3 percorsi, assegnati nel rispetto delle abilità acquatiche di ciascuno dei componenti.

• SPEED TRACK: un percorso spettacolare tra onde con rapidi cambi di direzione, veloci staccate in rettilineo e brevi immersioni fino a -1,5m di profondità. Gara principalmente in superficie con brevi tuffi per superare ostacoli subacquei. Per questo percorso sono sufficienti semplici nozioni di apnea. • SPORT TRACK: un percorso subacqueo mozzafiato tra curve e ostacoli a tre dimensioni fino a 6m di profondità, con passaggi veloci accanto al tunnel e salti fuori dall’acqua per rapide accelerazioni sul rettilineo del traguardo. I piloti sono atleti di superficie e diver con brevetto che hanno scoperto il divertimento tra le turbolenze dei motori idrogetto. • HERO TRACK: un percorso alla scoperta della profondità massima della piscina, -42m, scendendo tra acrobazie e ostacoli di precisione. Una gara interamente sott’acqua con volteggi attorno al tunnel e long lap. I piloti sono atleti professionisti di profondità. Durante l’evento si sono sfidate 6 squadre composte da 7 partecipanti, ciascuna legata a una delle operazioni marine di Sea Shepherd: • TEAM TARTARUGHE Operazione Jairo / Costarica e Italia Oceano Pacifico e Mar Mediterraneo Supporter ATHENA MOTOR SPORT •

TEAM SQUALI Operazione Sola Stella / Liberia Oceano Atlantico Supporter CAPITANO KOOPER

TEAM RICCI DI MARE Operazione Siracusa / Italia Mar Mediterraneo Supporter HOLY THE WELLNESS DRINK

TEAM BALENE Operazione Nemesis / Antartica Mare Antartico Supporter G-SHOCK

TEAM DELFINI Operazione Dolphin Bycatch Oceano Atlantico Supporter METE SUBACQUE

TEAM VAQUITA MARINA Operazione Milagro / Messico Mar di Cortes Supporter PAVIN CAFFE

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/Formazione

LA CORRETTA GESTIONE DEL TEMPO PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI "Non dire che non hai abbastanza tempo. Hai lo stesso numero di ore al giorno che sono state date a Michelangelo, Madre Teresa, Leonardo da Vinci e Albert Einstein" H. Jackson Brown Jr. A cura di Giorgio Nadali*

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marzo\aprile 2020 Eppure quanti sul lavoro dicono e si dicono: “Non ho tempo”. Probabilmente è un problema di organizzazione del tempo: time management. La persona di successo è padrona del proprio tempo e non rinuncia mai a ciò che veramente desidera fare con le sue 168 ore di vita settimanali. Per iniziare a gestire il tempo in modo efficace, è necessario impostare obiettivi. Quando sai dove stai andando, puoi capire cosa deve essere fatto esattamente, in quale ordine. Senza una corretta impostazione degli obiettivi, trascorrerai il tuo tempo in una confusione di priorità contrastanti. La gestione del tempo è un'abilità essenziale che ti aiuta a tenere sotto controllo il tuo lavoro, allo stesso tempo ti aiuta a mantenere lo stress al minimo. Ci piacerebbe avere un paio d'ore in più ogni giorno. Ma, visto che ciò è impossibile, dobbiamo lavorare in modo più intelligente sulle cose che hanno la massima priorità e quindi creare un programma che rifletta il nostro lavoro e le priorità personali. Con questo in atto, possiamo lavorare in modo mirato ed efficace e iniziare davvero a raggiungere quegli obiettivi, sogni e ambizioni a cui teniamo così tanto. Le persone tendono a trascurare la definizione degli obiettivi perché richiede tempo e fatica. Quello che non riescono a considerare è che un po’ di tempo e sforzi messi ora risparmiano un'enorme quantità di tempo, sforzi e frustrazione in futuro. Stabilisci obiettivi che ti motivano: quando stabilisci degli obiettivi per te stesso, è importante che ti motivino. Questo significa assicurarsi che siano importanti per te e che abbia valore nel raggiungerli. Se hai scarso interesse per il risultato o se sono irrilevanti, dato il quadro più ampio, allora le possibilità che tu ti dedichi al lavoro per farli accadere sono scarse. La motivazione è la chiave per raggiungere gli obiettivi. Stabilisci obiettivi che riguardano le alte priorità della tua vita. Senza questo tipo di concentrazione, puoi finire con troppi obiettivi, lasciandoti troppo poco tempo da dedicare a ciascuno. Il raggiungimento degli obiettivi richiede impegno, quindi per massimizzare le probabilità di successo, devi sentire un senso di urgenza e avere un atteggiamento "Devo farlo". Quando non lo hai, rischi di rimandare ciò che devi fare per rendere l'obiettivo un obiettivo. Questo a sua volta ti fa sentire deluso e frustrato con te stesso, entrambi motivanti. E puoi finire in uno stato d'animo molto distruttivo "Non posso fare nulla o avere successo in qualsiasi cosa". Imposta obiettivi specifici: il tuo obiettivo deve essere chiaro e ben definito. Gli obiettivi vaghi o generalizzati non sono utili perché non forniscono una direzione sufficiente. Ricorda, hai bisogno di obiettivi per mostrarti la strada. Rendi il più semplice possibile arrivare dove vuoi, definendo esattamente dove vuoi finire. Imposta obiettivi misurabili: includi importi, date e così via precisi nei tuoi obiettivi in modo da poter misurare il tuo grado di successo. Se il tuo obiettivo è semplicemente definito come "Ridurre le spese", come farai a sapere quando hai avuto successo? Tra un mese se hai una riduzione dell'1 percento o tra due anni quando hai una riduzione del 10 percento? Senza un modo per misurare il tuo successo, ti perdi la celebrazione che deriva dalla consapevolezza di aver effettivamente ottenuto qualcosa.

Imposta obiettivi raggiungibili: assicurati che sia possibile raggiungere gli obiettivi prefissati. Se stabilisci un obiettivo che non speri di raggiungere, demoralizzerai solo te stesso ed eroderai la tua fiducia. PROGRAMMA Gran parte della gestione del tempo si riduce all'efficace pianificazione del tempo. Quando sai quali sono i tuoi obiettivi e le tue priorità, devi quindi sapere come creare un programma che ti tenga in pista e ti protegga dallo stress. Ciò significa comprendere i fattori che influenzano il tempo a disposizione per il lavoro. Non devi solo pianificare attività prioritarie, devi lasciare spazio alle interruzioni e tempo di emergenza per quegli eventi imprevisti che altrimenti causerebbero il caos con il tuo programma. Creando un programma solido che rifletta le tue priorità e che supporti i tuoi obiettivi personali, hai una combinazione vincente: quella che ti permetterà di controllare il tuo tempo e mantenere la tua vita in equilibrio. La capacità di gestire il tuo tempo in modo efficace è importante. Una buona gestione del tempo porta a una maggiore efficienza e produttività, meno stress e più successo nella vita. Ecco alcuni vantaggi della gestione efficace del tempo: Antistress Segui un programma di attività che riduca l'ansia. Mentre selezioni gli elementi nell'elenco "cose da fare", puoi vedere che stai facendo progressi tangibili. Questo ti aiuta a evitare di sentirti stressato con la preoccupazione se stai facendo le cose. Più tempo Una buona gestione del tempo ti dà più tempo da dedicare alla tua vita quotidiana. Alle persone che riescono a gestire il tempo in modo efficace piace avere più tempo da dedicare a hobby o altre attività personali. Più opportunità Gestire bene il tempo porta a maggiori opportunità e meno tempo sprecato in attività banali. Le buone capacità di gestione del tempo sono le qualità chiave che i datori di lavoro cercano. La capacità di stabilire le priorità e pianificare il lavoro è estremamente desiderabile per qualsiasi organizzazione. Capacità di realizzare obiettivi Le persone che praticano una buona gestione del tempo sono in grado di raggiungere meglio traguardi e obiettivi e farlo in un breve periodo di tempo. ELENCO DI SUGGERIMENTI PER UN'EFFICACE GESTIONE DEL TEMPO Dopo aver considerato i vantaggi della gestione del tempo, esaminiamo alcuni modi per gestire il tempo in modo efficace. 1.Imposta gli obiettivi correttamente Stabilisci obiettivi raggiungibili e misurabili. Utilizza il metodo SMART durante l'impostazione degli obiettivi. In sostanza, assicurati che gli obiettivi che hai fissato siano Specifici, Misurabili, Attendibili, Rilevanti e Tempistici. • Specifico. Il tuo obiettivo deve essere chiaro e ben definito. Gli

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obiettivi vaghi o generalizzati non sono utili perché non forniscono una direzione sufficiente. Ricorda, hai bisogno di obiettivi per mostrarti la strada. Rendi il più semplice possibile arrivare dove vuoi, definendo esattamente dove vuoi finire. Esempio: immagina di essere attualmente un dirigente di marketing e vorresti diventare capo del marketing. Un obiettivo specifico potrebbe essere "Voglio acquisire le competenze e l'esperienza necessarie per diventare responsabile del marketing all'interno della mia organizzazione, in modo da poter costruire la mia carriera e guidare una squadra di successo". • Misurabile. Includi importi, date e così via precisi nei tuoi obiettivi in modo da poter misurare il tuo grado di successo. Se il tuo obiettivo è semplicemente definito come "Ridurre le spese", come farai a sapere quando hai avuto successo? Tra un mese se hai una riduzione dell'1% o tra due anni quando hai una riduzione del 10%? Senza un modo per misurare il tuo successo, ti perdi la celebrazione che deriva dalla consapevolezza di aver effettivamente ottenuto qualcosa. È importante avere obiettivi misurabili, in modo da poter monitorare i tuoi progressi e rimanere motivati. Valutare i progressi ti aiuta a rimanere concentrato, a rispettare le scadenze e a provare l'eccitazione di avvicinarti al raggiungimento del tuo obiettivo. Un obiettivo misurabile dovrebbe rispondere a domande. Quanto? Quanti? Come faccio a sapere quando sarà realizzato? Esempio: potresti misurare il tuo obiettivo di acquisire le competenze per diventare responsabile del marketing determinando che avrai completato i corsi di formazione necessari e acquisito l'esperienza pertinente entro cinque anni.

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• Attendibile. Assicurati che sia possibile raggiungere gli obiettivi prefissati. Se stabilisci un obiettivo che non speri di raggiungere, demoralizzerai solo te stesso ed eroderai la tua fiducia. Dai priorità in modo saggio alle attività in base all'importanza e all'urgenza. Ad esempio, guarda le tue attività quotidiane e determina quali sono: • Importante e urgente: svolgere immediatamente questi compiti • Importante ma non urgente: decidi quando eseguire queste attività. • Urgente ma non importante: delegare queste attività se possibile. • Non urgente e non importante: metterli da parte per farlo in seguito. Imposta un limite di tempo per completare un'attività. Il tuo obiettivo deve anche essere realistico e raggiungibile per avere successo. In altre parole, dovrebbe allungare le tue capacità ma rimanere comunque possibile. Quando stabilisci un obiettivo raggiungibile, potresti essere in grado di identificare opportunità o risorse precedentemente trascurate che possono avvicinarti ad esso. Un obiettivo raggiungibile di solito risponderà a domande come “come posso raggiungere questo obiettivo?” o “quanto è realistico l'obiettivo, basato su altri vincoli, come i fattori finanziari?” Esempio: potrebbe essere necessario chiedersi se lo sviluppo delle competenze richieste per diventare responsabile del marketing sia realistico, in base alla propria esperienza e qualifiche esistenti. Ad esempio, hai il tempo di completare la formazione richiesta in modo efficace? Sono disponibili le risorse necessarie? Puoi permetterti di farlo?


marzo\aprile 2020 • Rilevante. Questo passaggio consiste nel garantire che il tuo obiettivo sia importante per te e che si allinei anche con altri obiettivi pertinenti. Tutti abbiamo bisogno di supporto e assistenza per raggiungere i nostri obiettivi, ma è importante mantenere il controllo su di essi. Quindi, assicurati che i tuoi piani portino avanti tutti, ma che sei ancora responsabile del raggiungimento del tuo obiettivo. Un obiettivo rilevante può rispondere "sì" a queste domande: ti sembra utile? È il momento giusto? Questo corrisponde ai nostri altri sforzi/bisogni? Sono la persona giusta per raggiungere questo obiettivo? È applicabile nell'attuale contesto socioeconomico? Esempio: potresti voler acquisire le competenze per diventare capo del marketing all'interno della tua organizzazione, ma è il momento giusto per intraprendere la formazione richiesta o lavorare per ulteriori qualifiche? Sei sicuro di essere la persona giusta per il capo del ruolo di marketing? Hai considerato gli obiettivi del tuo coniuge? Ad esempio, se vuoi creare una famiglia, completare la formazione nel tuo tempo libero renderebbe questo più difficile? • Tempistico. Ogni obiettivo ha bisogno di una data target, in modo da avere una scadenza su cui concentrarsi e qualcosa su cui lavorare. Questa parte dei criteri degli obiettivi SMART aiuta a impedire che le attività quotidiane abbiano la priorità rispetto agli obiettivi a lungo termine. Un obiettivo a tempo determinato generalmente risponderà a queste domande: quando? Cosa posso fare tra sei mesi? Cosa posso fare tra sei settimane? Cosa posso fare oggi? Esempio: acquisire le competenze per diventare responsabile del marketing può richiedere ulteriore formazione o esperienza, come abbiamo detto in precedenza. Quanto tempo impiegherai per acquisire queste abilità? Hai bisogno di ulteriore formazione, in modo da poter beneficiare di determinati esami o qualifiche? È importante darsi un lasso di tempo realistico per raggiungere gli obiettivi più piccoli necessari per raggiungere il tuo obiettivo finale

Senza di essa, potresti lavorare molto duramente, ma non otterrai i risultati desiderati perché ciò su cui stai lavorando non ha importanza strategica. Molte persone hanno un elenco "da fare" di qualche tipo. Il problema con molte di queste liste è che sono solo una raccolta di cose che devono essere fatte. Non vi è alcuna rima o motivo nell'elenco e, per questo motivo, il lavoro che svolgono è altrettanto non strutturato. Quindi, come lavori sulle attività della Lista delle Cose da Fare: dall'alto verso il basso, dal basso verso l'alto, dal più facile al più difficile? Per lavorare in modo efficiente è necessario lavorare sulle attività più importanti e di massimo valore. In questo modo non rimarrai sorpreso a fare qualcosa di critico man mano che la scadenza si avvicina.

L'impostazione dei vincoli temporali per il completamento delle attività ti aiuta a essere più concentrato ed efficiente. Fare il piccolo sforzo aggiuntivo per decidere quanto tempo è necessario assegnare a ciascuna attività può anche aiutarti a riconoscere i potenziali problemi prima che si presentino. In questo modo puoi fare piani per affrontarli. Ad esempio, supponi di dover scrivere cinque recensioni in tempo per una riunione. Tuttavia, ti rendi conto che sarai in grado di eseguirne solo quattro nel tempo rimanente prima della riunione. Se ti accorgi di questo fatto con largo anticipo, potresti essere in grado di delegare facilmente la scrittura di una delle recensioni a qualcun altro. Tuttavia, se non ti fossi preso la briga di fare un controllo orario delle tue attività in anticipo, potresti non aver realizzato il tuo problema di tempo fino a solo un'ora prima della riunione. A quel punto, potrebbe essere molto più difficile trovare qualcuno a cui delegare una delle recensioni e anche più difficile per loro di adattare il compito alla loro giornata.

5. Organizza te stesso Utilizza il tuo calendario per una gestione più a lungo termine del tempo. Annota le scadenze per i progetti o per le attività che fanno parte del completamento del progetto complessivo. Pensa a quali giorni potrebbero essere i migliori da dedicare a compiti specifici. Ad esempio, potrebbe essere necessario pianificare una riunione per discutere del flusso di cassa in un giorno in cui si è a conoscenza della disponibilità del CFO dell'azienda.

2. Definisci le priorità La priorità di ciò che deve essere fatto è particolarmente importante.

3. Gestisci le interruzioni Avere un piano e sapere come stabilire le priorità è una cosa. Il prossimo problema è sapere cosa fare per ridurre al minimo le interruzioni che si affrontano durante la giornata. È ampiamente riconosciuto che i manager ottengono pochissimo tempo ininterrotto per lavorare sui loro compiti prioritari. Ci sono telefonate, richieste di informazioni, domande dei dipendenti e tutta una serie di eventi che sorgono inaspettatamente. Alcuni devono essere affrontati immediatamente, ma altri devono essere gestiti. Tuttavia, alcuni lavori richiedono che tu sia disponibile per le persone quando hanno bisogno di aiuto. L'interruzione è una parte naturale e necessaria della vita. Qui, fai quello che puoi sensibilmente per minimizzarlo, ma assicurati di non spaventare le persone dall'interrompere quando dovrebbero. 4. Fai una pausa tra le attività Quando si svolgono molte attività senza interruzione, è più difficile rimanere concentrati e motivati. Consenti tempi di inattività tra le attività per schiarirti le idee e rinfrescarti. Considera di fare un breve pisolino, fare una breve passeggiata o meditare.

6. Rimuovi compiti/attività non essenziali È importante rimuovere le attività o le attività in eccesso. Determina ciò che è significativo e ciò che merita il tuo tempo. La rimozione di compiti/attività non essenziali consente di liberare più tempo da dedicare a cose veramente importanti. 7. Pianifica in anticipo Assicurati di iniziare ogni giorno con una chiara idea di cosa devi fare, cosa deve essere fatto quel giorno. Prendi in considerazione l'abitudine di, alla fine di ogni giornata lavorativa, andare avanti

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e scrivere il tuo elenco di cose da fare per la giornata lavorativa successiva. In questo modo puoi colpire il terreno correndo la mattina successiva. IMPLICAZIONI DELLA CATTIVA GESTIONE DEL TEMPO Consideriamo anche le conseguenze di una cattiva gestione del tempo. Flusso di lavoro scadente L'incapacità di pianificare in anticipo e rispettare gli obiettivi significa scarsa efficienza. Ad esempio, se ci sono diverse attività importanti da completare, un piano efficace sarebbe quello di completare le attività correlate insieme o in sequenza. Tuttavia, se non pianifichi in anticipo, potresti finire per saltare avanti e indietro, o per tornare indietro, nel fare il tuo lavoro. Ciò si traduce in una riduzione dell'efficienza e una minore produttività. Tempo perso Una cattiva gestione del tempo comporta perdite di tempo. Ad esempio, parlando con gli amici sui social media mentre svolgete un compito, vi distraete e perdete tempo. Perdita di controllo Non sapendo quale sia il prossimo compito, si soffre di perdita di controllo della propria vita. Ciò può contribuire a livelli di stress e ansia più elevati. Scarsa qualità del lavoro Una cattiva gestione del tempo in genere fa soffrire la qualità del tuo lavoro. Ad esempio, dover correre per completare le attività all'ultimo minuto di solito compromette la qualità. Bassa reputazione Se i clienti o il datore di lavoro non possono fare affidamento su di te per completare le attività in modo tempestivo, le loro aspettative e percezioni su di te ne sono influenzate negativamente. Se un cliente non può fare affidamento su di te per fare qualcosa in tempo, probabilmente porterà la propria attività altrove. I 10 PRINCIPI BASE DERIVATI DALLA RICERCA SULLA GESTIONE DEL TEMPO Trasforma questi strumenti in un'espressione dei tuoi valori, non solo in un programma per fare più cose. Cerca di tenere a mente questi principi mentre pianifichi il tuo tempo e quando prendi decisioni. Impegnati: se non puoi impegnarti a dedicare tempo a un'attività, non inserirla nel tuo programma. Pianifica le attività che farai. Sii brutalmente realistico, non idealista quando fai il tuo programma. La creazione di un programma che non si può effettivamente mantenere significa prepararsi alla frustrazione. Se non lo fai davvero, attenersi al programma che presto diventerà inutile. Questo potrebbe esserti successo in passato. Continua a divertirti: prenditi del tempo per attività piacevoli, rigeneranti e soddisfacenti come organizzazioni, sport e divertimento. Organizza i tuoi impegni intorno questi momenti di svago. Pianifica tempo e concentrazione: pensa alla tua giornata in termini di tempo, non alle attività che devi svolgere. Dedica

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tempo per compiti importanti ogni giorno. È difficile prevedere quanto tempo richiederà un'attività, quindi è difficile pianificare con grande precisione. Ma puoi pianificare in modo affidabile intervalli di tempo regolari ed entrare in una routine. Prendi un appuntamento con te stesso per un determinato periodo di tempo e, quando giochi o lavori, imposta il tuo scopo "Otterrò il massimo da questo momento." Fai una cosa alla volta: la ricerca attuale ci mostra che il multitasking è un mito. In realtà, lo siamo alternare tra le attività. Con ogni passaggio paghiamo un costo cognitivo e un costo temporale: questo richiede tempo per riprendere mentalmente il compito, rendendoci così meno efficienti. Quando saltiamo ad un’altra attività perdiamo in profondità del nostro impegno. Blocca il tempo: dedica, su base regolare, blocchi di tempo a un compito specifico. Rendilo parte del tuo programma e della tua routine. Stima quante ore alla settimana vuoi dedicarvi. Suddividi il tuo compito in parti e consenti specifici blocchi di tempo per parti specifiche di un grande progetto. Organizza le priorità: se puoi farlo, pianifica le cose che sono più importanti per te per la prima volta il giorno o alla prima fascia oraria disponibile. Tutto ciò che viene programmato più tardi nel corso della giornata ha una maggiore possibilità di essere interrotto, rimandato e mai ottenuto. Non penserai né ti preoccuperai il tuo lavoro durante il tempo libero se prima svolgi compiti urgenti.


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*Giornalista e docente di "Comunicazione e Successo" c /o Università UniTre , Milano. Autore di 13 libri pubblicati con 7 Editori. 2 libri presenti c/o Università di Harvard, USA. Per formance Executive Coach per aziende. Ha pubblicato recentemente “Buoni & Vincenti. Etica e spiritualità del successo e del denaro, Edizioni Segno, Udine, 2017 e “Chi non si accontenta gode. Accontentarsi della mediocrità è un “crimine”. Scopri le tue capacità per avere ed essere di più”, Lampi di Stampa, Milano, 2018. "Fortuna o Talento? Stategia, psicologia e spiritualità del talento e della fortuna", Edizioni Segno, Udine, 2020 www.giorgionadali.com

Crea una routine: ci vogliono 30 giorni per creare un'abitudine, ma le buone abitudini ti semplificano la vita. Con buone abitudini non devi prendere tante decisioni difficili, quindi hai meno probabilità di prendere quelli improduttivi come rinunciare a ciò che avevi pianificato. Sii flessibile: come si incorpora la flessibilità nel proprio programma? Non programmare ogni ora del giorno, lascia fasce orarie vuote e programma un tempo di pausa. Quando le cose succedono e tu stai decidendo se divergere dal tuo programma stabilito, controlla le ore e i giorni futuri per vedere dove puoi recuperare il tempo perso. Passa i periodi di tempo in modo che il tuo programma rifletta i tuoi nuovi impegni. Rispondi e reagisci: nel momento del processo decisionale, di fronte a una decisione o un impulso a divergere dal tuo programma prenditi un momento per pensare. Ricorda ciò che è più importante per te e fai ciò che ti aiuterà a ottenerlo. Ad esempio, se l'esercizio fisico è la massima priorità per te, non lasciare che un’attività ti impedisca di esercitarti. Sii pronto a ridurre la quantità di tempo, ma non scendere a compromessi sulla salute. Non lasciare che il tuo dialogo interiore che ti crei giustificazioni che ti ostacolano o ti portano fuori strada. Organizza il tuo ambiente sia fisico che sociale: per il successo, per il supporto, sii creativo. Scegli attentamente dove lavorare e svolgere altre attività: minimizza la distrazione; massimizza la concentrazione. Usa promemoria fisici. Rendi più difficile uscire di pista e più facile attenerti al piano modificando l'ambiente.

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/Design Italo Svevo ne La coscienza di Zeno scriveva: “posso scrivere qui al mio tavolo senz'andar a sognare su quella poltrona”. Eppure nel 1923 Poltrona Frau esisteva già da 11 anni e il protagonista Zeno Cosini sarebbe stato più comodo a sognare su un brand del Made in Italy che da 108 anni ha fatto storia. Risponde il CEO di Poltrona Frau S.p.A., Nicola Coropulis Quali novità prevedete per il Salone del Mobile 2021? “Continueremo a rinforzare in maniera organica la nostra proposta di soluzioni globali di arredo toccando varie categorie merceologiche. Particolare attenzione è stata attribuita al restyling e allo sviluppo di nuovo soluzioni estetiche per due icone del Brand, il divano Chester che, dopo la versione componibile lanciata nel 2017, si arricchirà di nuove versioni più adatte al living contemporaneo e la Vanity fair che compie i suoi primi 90 anni. Inoltre, il Brand ribadirà la sua Leathership® con la rivisitazione, dopo quasi 40 anni, dell’articolo pelle SC con

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POLTRONA FRAU Icona storica del Made in Italy A cura di Giorgio Nadali


marzo\aprile 2020 l’introduzione di una palette colori nuova di zecca con ben 46 nuovi colori.”

diverse è sicuramente quella maggiormente nelle corde del nostro Brand.”

Nate Berkus dice: “I migliori progetti di design sono quelli dove le persone rompono le regole". Lei è d'accordo? “Una nota pubblicità dice che per rompere le regole bisogna prima esserne esperti e maestri. Poltrona Frau è capace di innovare (e quindi rompere le regole) perché è forte di una tradizione di eccellenza unica nella lavorazione dei mobili imbottiti in pelle.”

Cosa è rimasto e cosa è cambiato dal 1912 nell'heritage di Poltrona Frau fondata da Renzo Frau nel 1912 a Torino? “Poltrona Frau ha attraversato le più grandi trasformazioni della società italiana arrivando oggi a rappresentare uno dei massimi esempi di eccellenza made in Italy. Ha consolidato il proprio heritage nel nuovo millennio, tenendo ben saldi i valori legati all'artigianalità, l'intelligenza delle mani, come la chiamano qui e alla qualità dei materiali. Come azienda ci siamo dati l'obbligo morale di tener fede ai valori legati alla produzione artigianale, ma la tecnologia sarà sempre la benvenuta quando può valorizzare il lavoro dell'uomo.”

Quale anno è stato in numeri il 2019 per Poltrona Frau? “Nonostante le difficoltà di molti mercati europei per le note vicende socio-economiche, l’instabilità dei mercati mediorientali e il rallentamento delle economie asiatiche, un buon anno di solida crescita dei ricavi e della profittabilità e possiamo orgogliosamente dire di aver raggiunto il miglior risultato di sempre per la nostra azienda, trainato dall’ottima performance della nostra rete di negozi diretti e della Divisione Contract.” Henry David Thoreau ha scritto: "A casa mia avevo tre sedie: una per la solitudine, due per l’amicizia, tre per la società". A quale è più adatta Poltrona Frau? “La sedia dell’amicizia e della condivisione di storie e culture

Cosa avete di diverso rispetto agli altri players? “Poltrona Frau è stata la prima azienda italiana a utilizzare la pelle come materia di progetto e non solo come elemento di rivestimento delle sedute. La rigorosa selezione dei nostri pellami e l'altissima esperienza nella loro lavorazione sono al centro di tutto. Una competenza talmente unica da spingere l'azienda a registrare il nome Pelle Frau® e di coniare un neologismo che rappresenta la nostra competenza e la continua ricerca sulla materia: Leathership®. Inoltre, il nostro Brand

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è l’unico del settore che offre ai propri clienti una varietà amplissima di touch points dall’arredo domestico a quello degli spazi di lavoro, dalle lounge ai teatri, dagli yachts alle automobili di lusso, dalle sale di attesa degli aeroporti alle sedute degli aerei stessi, garantendo un’esperienza del Brand a 360°.” Cosa cerca e chi è il vostro cliente ideale? “Posto che con le sue 3 business unit Poltrona Frau entra in contatto con clienti privati (Residenziale), istituzionali (Contract) ed industriali (Interiors in Motion), nel corso del tempo la fisionomia e la provenienza di questi clienti è senz’altro cambiata. Chi acquista Poltrona Frau non cerca soltanto un prodotto fatto bene, a mano, in Italia e di grandissima qualità, ma vuole vivere un’esperienza unica ed esclusiva e soddisfare aspirazioni emozionali che appartengono solo ai grandi Brand del lusso che fanno lifestyle. Se fino a una decina di anni fa il marchio aveva una forte notorietà nel solo mercato italiano, oggi 3/4 del nostro business sono realizzati fuori dall’Italia. In modo particolare, nel corso degli ultimi anni, le dinamiche

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espansive dei mercati asiatici ci hanno visto acquisire una posizione dominante in Cina. Il cliente cinese è un cliente esigente e competente, particolarmente attento alla qualità, alla tradizione espressa dal prodotto, fortemente ricettivo verso i valori di Brand e pertanto per certi versi rappresenta una tipologia ideale per Poltrona Frau. La cosa singolare è che i processi di globalizzazione hanno contribuito anche ad un’omogeneizzazione del gusto a livello mondiale e queste caratteristiche dei clienti si riscontrano un po’ ovunque in tutti i continenti.” Quali sono gli elementi chiave che creano il successo del vostro brand? “Il successo di un Brand storico come Poltrona Frau si fonda sulla sua coerenza nel tempo rispetto ai propri valori, alla qualità e al servizio e sulla sua capacità di dare risposte sempre attuali alle esigenze e alle aspirazioni dei propri clienti. Mi permetto di aggiungere che ciò che rende unico il nostro Brand è la passione delle persone che vi lavorano che è il carburante più potente (e più difficile da reperire) per la crescita e lo sviluppo.”


marzo\aprile 2020 Secondo l'architetto Nate Berkus "La tua casa dovrebbe raccontare la storia di chi sei, ed essere una collezione di ciò che ami". Cosa racconta Poltrona Frau? “Poltrona Frau è la quintessenza del gusto italiano ed è riconosciuta come un’eccellenza assoluta nel settore degli arredi e dei rivestimenti in pelle per la casa, per gli spazi pubblici, per il viaggio. Creiamo oggetti essenziali ed eleganti ispirati alla tradizione e progettati pensando al futuro, soluzioni da vivere ogni giorno per soddisfare emozioni e bisogni di una clientela internazionale esigente e sofisticata. Poltrona Frau ha una storia e un’esperienza senza rivali, ambasciatori della tradizionale sapienza artigianale italiana.” Chi ha scelto Poltrona Frau per l'hotellerie internazionale e altri luoghi iconici? “Poltrona Frau è stata scelta per gli arredi di alcuni hotel di lusso come Cafè Royal Hotel a Londra disegnato da David Chipperfield, Hotel Lutetia a Parigi e l’Hotel Excelsior Gallia a Milano. Mentre per luoghi iconici, recentemente abbiamo collaborato con Jean Nouvel per le realizzazioni degli arredi del nuovo Museo Louvre Abu Dhabi.”

Cosa vedere subito nel Museo Poltrona Frau di Tolentino? “Il Museo Poltrona Frau offre un percorso multidimensionale attraverso i saperi, gli strumenti del mestiere come l'ago ricurvo o le carte di identità dei prodotti più iconici, che indicano fra l'altro le ore di lavorazione necessarie per realizzare gli arredi: il Chester per esempio, nella versione a quattro posti, ne richiede 55. Il Museo racconta la nostra identità, mentre le collezioni contemporanee interpretano il nostro heritage, che consiste nel rendere più internazionale e attuale il carattere di Poltrona Frau. Per esempio, mantenendo alcune lavorazioni tradizionali e la pelle e il cuoio come protagonisti, focalizzandosi però non tanto sul singolo arredo, quanto su un lifestyle fatto di tanti prodotti.” Oltre a progettare sedili per yacht, aeroplani ed elicotteri, Poltrona Frau ha progettato interni in pelle per automobili dal 1988, quando la Lancia chiede all'azienda di realizzare interni per la nuova versione 8.32 modello Thema. Da allora Poltrona Frau ha realizzato interni di varie aziende automobilistiche, dall'Alfa Romeo alla Lancia, dalla Ferrari alla Maserati, dalla Fiat a Chrysler. Quali sono le ultime partnership? “La divisione Interiors in Motion, nata nel 1984, si occupa anche della realizzazione di interni di yacht, treni, elicotteri e aerei, collabora con marchi come Pershing, Italo, Alitalia, Etihad Airways, Singapore Airlines. Nel 2019 Poltrona Frau ha siglato un accordo di co-design con McLaren per gli interni delle vetture «Speedtail», auto iper-esclusive e iper-performanti in edizione limitata. 106 esemplari unici creati esattamente secondo le specifiche del cliente e già tutti venduti. Inoltre, ha firmato gli interni della Piech Mark Zero, la sportiva

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disegnata dal marchio elvetico diretto da Anton Piech e Rea Stark Rajcic. Il progetto della granturismo ha un disegno elegante ed essenziale, che rimanda alle fuoriserie di altri tempi, e nella quale la cura e l’attenzione al dettaglio si ritrovano anche all’interno dell’abitacolo, con rivestimenti firmati da Poltrona Frau e con una nuova tipologia di pelle sviluppata appositamente per il progetto. Per quanto riguarda il campo nautico, Poltrona Frau ha progettato per Pershing i rivestimenti in pelle della plancia di comando, del cielino e quelli degli imbottiti nelle cabine ospiti del modello yatch 9X & 8X.” Poltrona Frau dal 2014 è controllata dall’americana Haworth con un CEO italiano Franco Bianchi. Perché il Made in Italy ceduto a una proprietà estera e quanto incide? “Poltrona Frau è nata nel 1912, sulla base dell’intuizione di Renzo Frau, come laboratorio artigianale per realizzare, con la massima cura e utilizzando materiali pregiati, prodotti destinati ad una

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selezionata clientela nazionale che sono nel tempo diventati classici dell'imbottito. Oggi Poltrona Frau tramanda in tutto il mondo questa preziosa sapienza e questa tradizione di eccellenza artigianale all'interno di una moderna visione industriale che consente di soddisfare le mutate esigenze di clienti privati ed istituzionali, ponendosi come coerente interprete del Made in Italy. L’acquisizione nel 2014 da parte di Haworth ha dato ulteriore linfa e sostegno all’espansione internazionale del Brand che ha comunque mantenuto intatte tutte i valori e le caratteristiche che l’hanno reso grande, a partire dal legame con il territorio e la produzione nello storico sito di Tolentino. Anzi, grazie all’acquisizione, Poltrona Frau ha potuto beneficiare di un set-up multinazionale che crea nuove opportunità di business (a cominciare dal mercato americano), ha contribuito a razionalizzare i processi operativi e beneficiato del knowledge sharing con un colosso industriale nel mondo dell’arredo da ufficio.”


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LA STORIA Fondata nel 1912 a Torino dal cagliaritano Renzo Frau. Nel 1916 Frau lancia la prima campagna pubblicitaria sulla rivista torinese Numero. Tre anni più tardi nasce la poltrona 128, in seguito entrata in catalogo come 1919. Nel 1923 le prime forniture per gli alberghi e i transatlantici grazie alla collaborazione con un'azienda siciliana, la Ducrot. Nel 1926 diventa fornitore ufficiale della Real Casa Savoia, lo stesso anno Renzo Frau scompare a soli 45 anni. La vedova, Savina Pisati, prende la guida della società che nel 1930 arreda il transatlantico Rex e nel 1932 il Parlamento italiano. Nel 1941 cede il controllo dell'azienda al genero Roberto Canziani. Nel dopoguerra l'azienda arreda le sale di rappresentanza di Torino della Rai e della Sip. Nel 1962 il Gruppo Nazareno Gabrielli rileva l'azienda, la gestione è affidata a Franco Moschini (il genero del proprietario della Gabrielli avendone sposato la figlia Isabella), la sede della società è trasferita a Tolentino, nelle Marche. Nel 1965 Gio Ponti firma la poltrona Dezza che vince il premio Tecnhotel di Genova. Due anni più tardi inizia la collaborazione con Luigi Massoni che ricopre il ruolo di art director e nel 1968 disegna Lullaty, un letto tutto tondo. Nel 1970 il restyling del marchio a cura di Mimmo Castellano, negli anni Ottanta collaborano con l'azienda Pierluigi Cerri, Marco Zanuso, Lella e Massimo Vignelli. Nel 1990 nuovo cambio di proprietà: l'azienda è rilevata da Franco Moschini il quale imprime un forte impulso all'internazionalizzazione. Nel 1992 è inaugurato il primo flagship store a New York (quartiere Soho), lo stesso anno la poltrona Vanity Frau appare nel film The bodyguard di Nick Jackson, nel 1996 sono arredati il Piccolo Teatro di Milano e l'Europarlamento a Strasburgo. Nel 2001 rileva Gebrueder Thonet Vienna e il marchio Gufram, nel 2003 entra con una partecipazione nel capitale di Poltrona Frau (inizialmente del 30%, poi arriverà al 60%) il fondo di private equity, Charme Investments, in cui uno dei principali azionisti è la famiglia di Luca Cordero di Montezemolo. Tra gli altri soci importanti del fondo Diego Della Valle, Isabella Seragnoli, Nerio Alessandri, Giovanni Punzo. Nel 2004 la società acquisisce l'azienda Cappellini e nel 2005 Cassina, l'azienda che rappresenta il design italiano nel mondo. E con Cassina anche Alias. A quel punto nasce il Gruppo Poltrona Frau. Nel 2010 realizza i sedili della Walt Disney Concert Hall a Los Angeles. Nel 2011 la società commercializza un divano da 13.000 dollari progettato dall'architetto e designer francese Jean-Marie Massaud, chiamato il divano John-John, in omaggio a John F. Kennedy Jr. seguito nel 2012 da John-John letto. Nel 2013 progetta e produce anche 600 posti per l'Arena Corinthians a San Paolo, in Brasile: è la prima volta che l'azienda produce posti per uno stadio di calcio. Nel febbraio 2014 l'americana Haworth, sede a Holland, nel Michigan, leader mondiale nella progettazione e produzione di ambienti di lavoro flessibili e sostenibili e già partner dell'azienda italiana per la distribuzione del canale ufficio nel Nord America, acquista il 58,6% del capitale di Poltrona Frau da Charme Investments (51,3%) e da Moschini (7,3%) per una cifra di 243 milioni (2,96 euro ad azione). Il disinvestimento porta agli azionisti di Charme un dividendo di 106 milioni. Haworth Inc, fondata nel 1948 e guidata dall'italiano Franco Bianchi, lancia poi un'OPA obbligatoria per ritirare il titolo dal listino di Borsa, pagando in totale l'acquisizione 415 milioni di euro Oltre a progettare sedili per yacht, aeroplani ed elicotteri, Poltrona Frau ha progettato interni in pelle per automobili dal 1988, quando la Lancia chiede all'azienda di realizzare interni per la nuova versione 8.32 modello Thema. Da allora Poltrona Frau ha realizzato interni di varie aziende automobilistiche, dall'Alfa Romeo alla Lancia, dalla Ferrari alla Maserati, dalla Fiat a Chrysler. Nel 2002 gli specialisti della società hanno creato sedili e sedili in pelle rossa per un'edizione speciale del modello californiano dell'italiana Moto Guzzi, in occasione dell'ottantesimo anniversario dell'azienda. Per celebrare il suo centenario, nel 2012, l'azienda apre il Museo Poltrona Frau, progettato dall'architetto italiano Michele De Lucchi, ex Memphis Group, presso la sede centrale dell'azienda a Tolentino. Il museo ospita una sessantina di mobili emblematici dell'azienda (molti della collezione di Franco Moschini). Illustra anche la storia dell'azienda con esempi di mobili, disegni, immagini e materiali di produzione in un edificio di 1400 metri quadrati. Il tema: "L'intelligenza delle mani". Una galleria video mette in risalto un glossario tecnico dell'azienda: nove utensili manuali – tra cui l'ago ricurvo, i chiodi, il crine, il quilt e il martello – cioè gli strumenti e i materiali necessari per piegare, cucire, attaccare e lavorare la pelle.

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/Automotive Foto ©concorsodeleganzavilladeste.com

Non potrebbe chiamarsi in altro modo poiché l’eleganza è davvero la protagonista di questo prestigioso concorso, divenuto appuntamento fisso nel panorama internazionale richiamando a sé, ogni anno, veicoli d’epoca di una bellezza mozzafiato e appassionati, esperti e media del settore da ogni parte del mondo. Il Grand Hotel Villa d’Este, situato direttamente sulle fascinose rive del Lago di Como e circondato da una natura verdeggiante e rigogliosa, è la meravigliosa e tradizionale cornice per i selezionati e ristretti gruppi di partecipanti che, nella

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CONCORSO D’ELEGANZA VILLA D’ESTE Una tradizione di esclusività A cura di Laura Lamarra


marzo\aprile 2020 giornata di sabato 17 ottobre, potranno ammirare in esclusiva e in anteprima i capolavori di altri tempi. Ogni singolo veicolo, accuratamente selezionato, sfilerà sulla terrazza dell’emblematico hotel in una presentazione sontuosa, elegante ed estremamente coinvolgente. La partecipazione di un più ampio pubblico troverà invece spazio domenica 18 ottobre, a Villa Erba, in una spettacolare parata di veicoli che ogni anno entusiasma i numerosi visitatori. I leggendari veicoli d’epoca saranno disposti come gioielli preziosi sul tappeto erboso. Osservarli da vicino, entrare in contatto con i custodi, con i proprietari dei veicoli e con le celebrità del mondo automobilistico, lasciandosi cullare dalla vista rilassante del lago, è un’opportunità più unica che rara. Si respireranno il fascino della storia e l’esclusività di cui sono impregnate le 50 straordinarie vetture d’epoca, protagoniste del Concorso, che come ogni anno sono organizzate in diverse categorie e verranno valutate da una Giuria di fama mondiale. Otto, anche per quest’anno, le classi speciali, tra cui: Hypercar degli Anni

’90; Roadster Prebelliche; Guardie e Ladri: Auto Veloci da entrambi i lati della Legge; Dai Travolgenti Anni Sessanta ai Fantastici Anni Ottanta: Due Decadi di Gare di Endurance. A queste, immancabilmente si affiancheranno le classi delle motociclette: Ruote Aggiuntive: I Primi Tentativi per il Trasporto di un Passeggero; Motori Boxer dei Primi Anni Venti; I Grandi Marchi Americani; Lo Stile degli Anni Cinquanta; I Lavori sulle Motociclette di Lino Tonti (1920-2002); Concept Bike: Nuovi Design e Prototipi di Produttori e Progettisti Indipendenti. Quest’anno sarà, altresì, l’occasione per celebrare il decimo anniversario del Concorso delle motociclette d’epoca che consente, come unica occasione in tutto al mondo, di vedere riunite in un solo luogo rarità a due ruote di qualità superlativa. Grande attesa, dunque, per l’apertura ufficiale del Concorso d’Eleganza Villa d’Este che quest’anno si svolgerà dal 16 al 18 ottobre 2020: l’unica vetrina internazionale che consente di viaggiare tra le origini di leggendari veicoli e le diverse fasi dello sviluppo del trasporto motorizzato, il tutto con estrema eleganza.

Foto ©concorsodeleganzavilladeste.com

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/Tecnologia

COME SOPRAVVIVERE ALLA DIROMPENZA DEI BRAND VERTICALI NATIVI DIGITALI? Rubrica a cura di Boraso

I D NVB rappresentan o ormai una rivoluzione che andrà a intaccare le quote di mercato non solo dei retailer fisici, ma anche degli eCommerce tradizionali. L’acronimo nasconde alcune delle più recenti storie di successo di start-up come Bonobos, Glossier e Velasca. I Brand verticali nativi digitali sono nuovi Brand che, adottando un sistema D2C, si distinguono per il loro modello integrato (nella produzione, distribuzione e comunicazione) e per riuscire a catturare la nuova generazione di consumatori grazie al mondo digital. Ed è proprio la tecnologia digitale al centro di alcuni dei più importanti lanci degli ultimi tempi. Per esempio Kylie Jenner ha svelato il proprio Brand di cosmetici sui Social Media e ha venduto 420 milioni di dollari in soli 18 mesi. Così come anche il più recente annuncio della nascita di Haus Laboratories, il Brand beauty di Lady Gaga in vendita in esclusiva su Amazon, è avvenuto nel mondo digital. Ma quali sono le aree che eCommerce e retailer tradizionali devono prendere in prestito dai DNVB per evitare di soccombere alla loro dirompenza?

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COMPLICE LA RECENTE CRISI DEI NEGOZI FISICI, I BRAND VERTICALI NATIVI DIGITALI (DNVB) STANNO CREANDO UN SISTEMA DI SUCCESSO IL CUI VALORE È STIMATO A CIRCA 523 MILIARDI DI DOLLARI ENTRO IL 2020.

Promozione di una mentalità nativa digitale in tutta l’azienda Il cambiamento verso un mindset digital first deve necessariamente provenire dall’alto e dare potere a tutto il Team per risolvere i problemi usando la tecnologia è fondamentale. Sono principalmente cinque i comportamenti che la C-suite deve mantenere per esercitare un cambiamento positivo: 1. Condividere uno scop o chiaro e convincente articolando i valori aziendali e rispettando il Cliente. 2. Individuare le opportunità mostrando gli obiettivi di breve e lungo termine e fornire i mezzi per raggiungerli.

3. Individuare le dinamiche aziendali dannose al fine di creare un ambiente lavorativo in cui i problemi vengono studiati e non puniti. 4. Promuovere la sperimentazione e consentire al Team di prendere decisioni sulla base dei dati. 5. Cercare collaborazioni al di fuori dell’azienda che permettono di ampliare le conoscenze interne. Tutto è digitale, non solo il Marketing È iniziato con i Millennials e ora la Generazione Z sta diventando la prima vera generazione digitale. Di conseguenza, i DNVB curano in modo eccellente l’esperienza del Cliente, interagiscono, effettuano transazioni e raccontano storie principalmente sul Web. La digitalizzazione del marketing è solo il primo passo verso uno shift massiccio verso il digitale. L’esperienza utente diventa sensazionale I Brand nativi digitali nascono sì online, ma poiché l'esperienza di acquisto su Internet non è ancora tattile, molti hanno provato ad aprire negozi fisici con l’obiettivo di migliorare l'esperienza del Cliente. I negozi pop-up diventano sempre più popolari perché offrono al brand una location reale temporanea che non è legata a onerosi contratti immobiliari. Tutto questo permette alle aziende di offrire esperienze di rilievo che si traducono in maggiori vendite. Un esempio? Il primo pop-up store di Kylie Jenner che in soli 14 giorni ha attratto ben 25000 consumatori. Conclusioni La principale e sostanziale differenza tra i retailer e i DNVB è il mindset. Mentre i negozi tradizionali e la maggior parte degli eCommerce vengono adattati per attirare traffico, i Brand verticali nativi digitali stanno definendo il futuro della vendita al dettaglio grazie a un approccio basato sui dati in grado di stabilire bisogni e necessità del Cliente.

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/Musica

NEW CUSTOMER EXPERIENCE: IL FUTURO NON POTRÀ FARE A MENO DEL SUONO L’importanza dei 5 sensi e della musica. A cura di Anita Falcetta

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marzo\aprile 2020 4.0 è l’etichetta che identifica il nostro nuovo mondo sempre più digitale e interconnesso, fatto di Big Data, Cloud Computing, mobile, digitalizzazione, internet delle cose, intelligenza artificiale, robotica, blockchain, realtà virtuale, il mondo della quarta rivoluzione industriale. Sono in atto radicali mutamenti di matrice tecnologica, sociale e territoriale, che si riflettono sullo stile di vita, sui consumi, sulle relazioni, sui processi produttivi. L’innovazione digitale ha prodotto la così detta “business disruption”, ha portato nuovi modelli di business, nuovi mercati, nuove forme di ricavo. Al contempo, però, è emersa la necessità di ripartire dall’essere umano. Interessante al riguardo il pensiero

di Bryan Kramer. Stratega di social business, CEO di PureMatter (Silicon Valley), TED speaker, autore del best seller “There is no B2B or B2C: It's Human to Human: H2H!” ha dato vita al movimento dell’human business nel marketing, sostenendo che “abbiamo imparato a comunicare dalle aziende alle aziende (B2B) o dalle aziende al consumatore (B2C), ma oggi, i brand di successo sono quelli in grado di umanizzarsi, di porre al centro delle proprie strategie il consumatore, usando come leva il suo sistema emozionale”. In tale contesto, come si pone il Retail? Secondo l’indagine “Retail Trend 2020. Lo store del futuro” (fonte: Sinesy Innovision),

questi sono i 4 macro-trend: • Omnicanalità, quella vera • Digitalizzazione • Sostenibilità • Nuova customer experience Mokamusic, forte dell’esperienza pluriennale al fianco di brand di successo, della presenza di Philip Abussi, compositore specializzato in multisensorialità, e del Sound 6D, nuova frontiera del suono a 6 dimensioni altamente immersiva, è il partner ideale per i progetti di New Customer Experience. Nell’ambito della New customer experience rappresenta per i brand del retail un valore aggiunto rispetto agli operatori musicali tradizionali, grazie al

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know-how nel Music Brand Design, nella progettazione e fornitura musicale per eventi e grandi eventi aziendali, nella produzione di musica ad hoc e nella gestione di diritti di brani famosi o emergenti per il settore pubblicitario, al fianco di importantissime agenzie creative, al servizio di clienti di differenti settori. Mokamusic, sotto la direzione artistica del compositore Philip Abussi e la direzione di marketing strategico di Anita Falcetta, propone un approccio differente rispetto a quello adottato dagli operatori radiofonici del retail. Combina la competenza strategica nella progettazione di identità sonore dei brand (brand music, sound logo, advertising sound, telephone sound, product sound, brand voice, sonorizzazioni) con l’expertise nell’organizzazione di eventi live, attraverso il network nazionale ed internazionale di artisti, di compositori, di art performers e un sistema di connessioni con aziende in grado di progettare insieme a lei esperienze audiovisive indimenticabili sotto il profilo della stimolazione dei 5 sensi, punto di partenza per una strategia di engagement efficace. In ambito multisensoriale, Philip Abussi è un caso di successo. Ricordiamo il progetto “olfattivo-musicale” voluto dall’esclusivo marchio di profumeria artistica, Calé Fragranze d’Autore, per il quale il compositore ha ideato e realizzato le musiche originali. A darne prova la positiva e commossa reazione del pubblico di professionisti e appassionati all’inedito itinerario esperienziale, in occasione della 10a edizione di Esxence-The Scent Of Excellence, l’esclusivo evento dedicato alla Profumeria Artistica Internazionale. Il progetto, lanciato prima ancora che si iniziasse a parlare di multisensorialità, è stata un’iniziativa pionieristica di grande successo che ha fatto il giro del mondo, presentata in Italia e all’Estero durante: TFWA 2019 - 55 Croisette - Cannes, IL SUONO DEL PROFUMO - Torino 2019, ESXENCE Milano 2019, Pop up store opening - Milan April 2019, White Milano 2019, Intercharms Russia 2018, TFWA 2018 - 55 Croisette Cannes, Pitti Fragranze - Firenze 2018, Flying Curtains - Milano 2018, ESXENCE - Milano 2018, Mipel - Milano 2018. Ne

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hanno parlato importantissime testate e network televisivi, tra cui Vogue, che lo ha citato anche in occasione di Sanremo 2020, e Tg2 Costume e Società. Un’altra freccia all’arco di Mokamusic è il Sound 6D, una nuova frontiera del suono, brevetto Made in Italy e novità assoluta

sul mercato, in grado di registrare ed offrire esperienze altamente immersive attraverso il semplice canale stereo senza l’ausilio di strumentazione tecnica specifica per la fruizione. L’esperienza in Sound 6D è una realtà virtuale molto più efficace e semplice da utilizzare.


marzo\aprile 2020 e visual merchandising) per influenzare le decisioni di acquisto. L'atmosfera specifica creata dal rivenditore può, in alcuni casi, essere più influente nel processo decisionale rispetto al prodotto stesso. Man mano che i beni e i servizi diventano più di una merce, è ciò che un acquirente sperimenta e l'atmosfera che i rivenditori creano, quello che conta davvero. La costruzione del marchio è una combinazione di elementi fisici, funzionali, operativi e psicologici. I consumatori saranno disposti a pagare di più per un marchio se esiste un valore aggiunto percepito o effettivo dalla loro esperienza nell'uso del prodotto o del servizio.”

In termini generali, il trend del marketing e s p e r i e n zia l e h a d a to o r i g i n e a l neologismomo Retailtainment, fusione dei due termini Retail e Entertainment. Nel 2001, Codeluppi lo ha descritto come un modo per gli esperti di marketing di "offrire sensazioni fisiche ed emotive al consumatore durante l'esperienza di acquisto”. L’esperto

di Retail Management, Michael Morrison, ha dichiarato presso l'Australian Centre for Retail Studies: “È stato compiuto un passo avanti verso il concetto di vendita al dettaglio. Un nuovo fenomeno combina vendita al dettaglio, intrattenimento, musica e tempo libero. I rivenditori devono andare oltre i tradizionali elementi del negozio (colore, illuminazione

Nella creazione di uno spazio accogliente la musica è un dettaglio che i retailer non devono sottovalutare: da un’indagine IPSOS emerge che la presenza di musica adatta ai propri gusti renderebbe positiva l’esperienza in negozio per il 75% dei consumatori. Va considerata non solo la musica d’ambiente: le playlist o le radio in store non sono più sufficienti, è necessario utilizzarla in modo strategico per costruire l’identità sonora del brand. In un articolo intitolato "Usare il marchio sonoro nell'ambiente di vendita al dettaglio" nel numero del Journal of Consumer Behaviour del 2003, Fulberg lo ha descritto come “un modo per i rivenditori di intrattenere il consumatore con una vivificazione dei loro valori”. L’esigenza di porre al centro il linguaggio musicale nasce anche dalla comparsa sulla scena di una nuova, giovanissima categoria di consumatori, la Generazione Z, quella dei Centennials (1824 anni). Una generazione iperconnessa, consapevole, esigente e impaziente per la quale, quasi incredibilmente, non è l’ecommerce la prima scelta per effettuare un acquisto. Internet è la fonte primaria dalla quale attingere informazioni, però i negozi fisici sono il luogo d’elezione della Generazione Z per vivere una shopping experience completa, rappresentano il canale d’acquisto preferito grazie alla sua immediatezza e alle sue componenti umana e sensoriale. Al centro di questa tendenza, condivisa dal 77% della Generazione Z (dato Accenture), c’è l’importanza che per loro riveste il fattore esperienziale, fulcro intorno al quale ruotano diverse scelte di vita, non ultima quella degli acquisti.

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/Premio

SUPERBRANDS 2020 Un ricchissimo programma di appuntamenti e attività Rubrica a cura di Superbrands

È partito il programma Superbrands 2020 e già diverse aziende hanno scelto di entrare a far parte del “Club dei Superbrands”: oltre ai tanti nomi presenti nelle edizioni precedenti, come Aran Cucine, Beko, Grundig e San Benedetto, ci sono le prime novità, come Fondazione ABIO Italia, nominata Superbrands “ONLUS of the Year”. ABIO è stata fondata a Milano nel 1978 per promuovere l’umanizzazione dell’ospedale. I volontari ABIO si occupano di sostenere e accogliere, in collaborazione con medici e operatori sanitari, bambini, adolescenti

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e famiglie che entrano in contatto con la struttura ospedaliera. Fondazione ABIO Italia ONLUS coordina e promuove l’attività delle 62 Associazioni ABIO che con i loro 5.000 volontari, in tutta Italia, offrono un valido e costante supporto ai bambini, agli adolescenti e alle loro famiglie. Superbrands, per questo nuovo anno, ha promosso un ricchissimo programma di appuntamenti e attività. Su tutte spiccano due grandi novità. La prima è un progetto di studi innovativo per il mondo universitario realizzato con il professor Carlo Albero Pratesi

dell’Università Roma Tre, Dipartimento di Economia Aziendale e le professoresse Patrizia Musso e Paola Abbiezzi di ALMED - Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo dell'Università Cattolica di Milano. Verranno scelti alcuni Superbrands del mercato italiano a cui verranno abbinati altrettanti team di studenti. Ogni team lavorerà come una piccola società di consulenza, analizzando le strategie di comunicazione veicolate su specifiche tematiche dai brand assegnati, a cui verrà poi restituito un un puntuale quadro.


marzo\aprile 2020 Un secondo output del lavoro sarà la realizzazione di una attività di comunicazione per due eventi-convegno sia nelle settimane antecedenti, sia durante la giornata (interviste, dirette social) sia nei giorni seguenti. Il risultato dell’interazione tra il relatore, il brand e gli studenti contribuirà a definire il voto dei singoli corsi. Sarà un ottimo esempio di reciprocità tra università e mondo del lavoro finalizzato ad un giudizio che rientrerà nel percorso formativo di ogni singolo studente. Si tratta sicuramente di un progetto innovativo, che vede Superbrands e le Università insieme per creare ulteriori opportunità di contaminazione tra mondo universitario e imprese, alla ricerca di nuove formule per conciliare gli obiettivi della sostenibilità e della comunicazione con i vincoli e le opportunità del mercato. I due convegni si terranno a Roma il 24 aprile presso l’Università Roma Tre, con un focus sulla sostenibilità ambientale, e il 12 maggio a Milano nella sede dell’Università Cattolica, ponendo in questo caso l’attenzione sul tema Brand & Sport. La seconda novità consiste nella nascita di un canale online di news e informazioni che si chiamerà “Superbrands News Italia”. Si tratta di uno strumento innovativo che raccoglierà articoli, video,

interviste e metterà a disposizione degli utenti un canale webTV dove seguire tutte le attività in diretta di Superbrands. Inoltre sarà possibile essere informati su migliaia di brand in oltre 90 paesi del mondo in cui il network Superbrands opera. Numeri impressionanti se si considera che, in 27 anni d’attività, sono stati pubblicati 502 volumi coinvolgendo più di 30.000 brand mentre il canale SuperbrandsTV ha raggiunto 7.700.000 visualizzazioni. Il lancio ufficiale del canale è previsto per aprile a Milano durante un evento di presentazione che vedrà la presenza di manager, aziende e personalità del mondo accademico e culturale. Il programma Superbrands 2020 sarà arricchito, inoltre, da una serie di altri appuntamenti a partire da giugno, quando verrà presentata la cover del volume realizzata, per il secondo anno, dagli studenti del corso di Illustrazione dell’Istituto Europeo di Design di Torino, con la supervisione della docente Arianna Vairo e il coordinamento di Patrizia Tappero e di Sara Maragotto. A questo evento, a partire dall’autunno, si susseguiranno altri convegni in ottobre, presso IED Torino (Brand & Design il tema) e a novembre all’Università LIUC di Castellanza. Per finire, a novembre, come ogni anno, ci sarà il Superbrands Tribute Event durante il quale le aziende verranno premiate ricevendo, oltre alla copia del libro in anteprima, il Superbrands Award 2020.

PROGRAMMA SUPERBRANDS 2020 24 APRILE - ROMA facoltà Federico Caffè - Università Roma Tre, tema sostenibilità ambientale A PRI L E - M I L A N O p re s e ntazi o n e d e ll a n u ova piattaforma SUPERBRANDS NEWS ITALIA 12 MAGGIO - MILANO Scuola ALMED - Università Cattolica, tema brand&sport 10 GIUGNO - MILANO RE/MAX Building - presentazione in anteprima della Cover del Volume 2020 realizzata dagli studenti di IED Torino OTTOBRE (TBC) - TORINO IED, tema brand&design NOVEMBRE (TBC) - CASTELLANZA Università LIUC NOVEMBRE (TBC) - Superbrands Tribute Event: consegna Award e presentazione Volume Superbrands 2020 In foto: Barbara Picollo, Country Manager - Superbrands Italia

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/Franchising

SIRIO E HOLDER INSIEME La Sirio S.p.A., azienda italiana leader nella gestione del catering commerciale nel settore ospedaliero, ha recentemente siglato un accordo quadro di sviluppo commerciale con Holder SAS, società proprietaria di PAUL, noto marchio di boulangerie francese. L'accordo, della durata di dieci anni, prevede lo sviluppo commerciale con esclusiva per la città di Milano, con una previsione di aprire almeno sei punti vendita in cinque anni, di cui almeno due nel corso del 2020. In più, anche la costituzione di una società partecipata al 100% da Sirio e dedicata esclusivamente al progetto. Questa operazione rientra nella strategia di Sirio di svilupparsi attraverso accordi con partner commerciali di notorietà internazionale, che permette di crescere sia in termini di ricavi sia di redditività. Il concept PAUL si fonda su: riconoscibilità del brand, unicità dei prodotti, know-how acquisito nel tempo e format del negozi. Oltre alla tradizionale boulangerie, sarà introdotto anche in Italia il nuovo format PAUL Le Café, con una superficie di circa 80mq e una proposta commerciale impostata sulla piccola ristorazione e sulla caffetteria di qualità, confermata dall'accordo in esclusiva a livello internazionale firmato tra PAUL e Lavazza. II format dei punti vendita previsto nell'accordo quadro, sarà allineato e dovrà rispettare i canoni estetici dei negozi PAUL aperti nel resto del mondo. Inoltre, prima dell'apertura di ogni punto vendita, al fine di allineare i livelli di qualità del marchio PAUL, sono previsti tre mesi di formazione o in Francia o nel Regno Unito, per il personale Sirio che gestirà i punti vendita. Da ultimo, ma non per importanza, l’utilizzo per lo sviluppo dell’iniziativa della formula di Multi-Unit Franchising.

LA PIZZA DI ROSSOPOMODORO ARRIVA IN CANADA CON EATALY Rossopomodoro, marchio della Sebeto SpA, ha inaugurato una pizzeria a fine 2019 all'interno del nuovo Eataly di Toronto, nel quartiere di Yorkville. Si tratta di un complesso architettonico di 5.000mq suddiviso in tre piani, tra prodotti agroalimentari italiani e ristoranti. L’insegna Rossopomodoro è stata scelta come rappresentante ufficiale dell’autentica tradizione partenopea della pizza e del Made in Italy. All'interno della pizzeria sono presenti due forni a legna “fornodoro”, il cui rivestimento è a mosaico oro. Le proposte italiane nel menù sono molto numerose e tutte realizzate con ingredienti di stagione e produzioni agroalimentari DOP, per soddisfare tutti i gusti: dai piatti mediterranei alle tradizioni campane, in particolare napoletana come la pizza, il simbolo più conosciuto e apprezzato della cucina italiana, che Rossopomodoro interpreta in tutto il mondo. La collaborazione tra Rossopomodoro e Eataly di Oscar Farinetti, fondatore e presidente, ha portato a far conoscere la cultura gastronomica napoletana della pizza e della cucina in America e nel resto del mondo. Due fattori essenziali accomunano i due brand: la passione per il buon cibo e la tutela della qualità inimitabile del prodotto Made in Italy. A Toronto, Rossopomodoro festeggia la decima apertura con Eataly, dopo quelle in Germania, Svezia, Brasile e negli Stati Uniti, a Chicago, Las Vegas, Boston, Los Angeles e New York con due locali.

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LÖWENGRUBE PUNTA AL RADDOPPIO IN ITALIA CON AB INBEV LOWEN-COM, la società italiana proprietaria del marchio Löwengrube, ha siglato un accordo con AB InBev Italia, branch locale della prima azienda di birra al mondo. L'accordo è stato firmato nei giorni scorsi da Pietro Nicastro, CEO di LOWEN-COM, e da Benoit Bronckart, AD Italia di Anheuser-Busch InBev a Castellanza, in provincia di Varese, all'interno di uno degli attuali 20 ristoranti birreria in stile originale bavarese e firmati Löwengrube. Qui, come in tutti i punti vendita della catena in franchising, si servono, infatti, da sempre 3 prestigiosi e storici marchi di birra, di proprietà del gruppo ABInBev: Ltiwenbrau, Spaten e Franziskaner, espressioni autentiche della tradizione bavarese. Si conferma cosi per i prossimi cinque anni una collaborazione iniziata nel 2013. Ora l'obiettivo è di raddoppiare il numero di punti vendita Löwengrube sul territorio italiano, attraverso l'apertura di 20 nuovi locali di proprietà diretta, consolidando ulteriormente il ruolo di LOWEN-COM come il distributore più rappresentativo in Italia delle tradizioni della Baviera e dell'Oktoberfest. La nuova intesa servirà, dunque, a sostenere l'ulteriore sviluppo in Italia della rete di "Original Munchner Bierstube", nata nel 2005 dall'italianissima idea dei fondatori Pietro Nicastro e Monica Fantoni, quando aprirono il primo locale di proprietà a Limite sull'Arno (Firenze), tuttora sede del quartier generale. A seguito del grande successo di pubblico ottenuto da quel punto vendita originario, nel 2014 è nato il progetto franchising, che ad oggi conta 20 sedi in tutta Italia, con tre formule differenti – Stube, Klein e Wagen – adattabili ai diversi contesti, dalle zone ad alta densità di scorrimento, con ampi parcheggi annessi, alle gallerie commerciali, dagli aeroporti alle stazioni ferroviarie.

SEGAFREDO APRE UN NUOVO LOCALE IN CINA In un contesto di crescita continuativa del consumo di caffè in Cina, il marchio Segrafedo, già presente sul mercato, ha saputo cogliere l’opportunità di un ulteriore sviluppo con l’apertura della sua ultima caffetteria, in format Segrafedo Zanetti Espresso, presso l’aeroporto di Xiamen, provincia del Fujian, sulla costa occidentale dello Stretto di Taiwan. Lo Xiamen è un’area economica speciale in quanto attrae investimenti da parte di Taiwan e di Hong Kong che hanno dato vita a un ampio polo industriale. Oltre a essere un’importante città portuale, lo Xiamen è conosciuto per il clima mite, le specialità culinarie e l’elevato livello di qualità della vita dei suoi abitanti. Presso l’aeroporto Segafredo offre una vasta selezione di caffè e di bevande, preparazioni alimentari di stampo occidentale e snack nel più autentico gusto cinese. I passeggeri sono, quindi, invitati ad apprezzare un ambiente spazioso, costituito da gradevoli sedute e da una vista mozzafiato sui voli, pronti al decollo o all’atterraggio.

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/Franchising

PET’S PLANET: NUOVO NEGOZIO NELLA REPUBBLICA DI SAN MARINO Il 26 ottobre 2019 è stato inaugurato a Domagnano, nella Repubblica di San Marino, un punto vendita del marchio di cibo per i nostri amici a quattro zampe. Il negozio monomarca è il completamento del progetto omnicanale studiato da Pet’s Planet per il mercato del franchising. Si tratta di una proposta innovativa che, con un investimento contenuto, permette al futuro imprenditore due opzioni per scegliere in quale modalità svolgere la propria attività: nel ruolo di consulente nutrizionale che va incontro al cliente oppure come titolare di un locale in cui riceverlo. L’azienda ha sede a Neive, in provincia di Cuneo e fa parte di un gruppo italiano che da oltre quarant’anni produce alimenti per cani e gatti. Il nuovo store vuole essere il luogo di riferimento per i proprietari di animali della zona. La mission della società, intuizione che risale a 16 anni fa, si esplica nella ricerca ©petsplanet.it del benessere generale, attraverso la consulenza nutrizionale gratuita – tramite la visita a domicilio di un professionista o attraverso il sito, fornito di un servizio per poter ricercare il prodotto più adeguato – e l’elaborazione di un protocollo alimentare personalizzato. I prodotti proposti sono sani, semplici, gustosi e freschi, cucinati sulla base dell’etica produttiva artigianale di Pet’s Planet. Gli alimenti di Pet’s Planet si distinguono per la presenza di pochi ingredienti selezionati con cura e perlopiù appartenenti al territorio (carne, pesce, cereali, vegetali, grassi, lieviti) con l’aggiunta di vitamine, di minerali e di acqua pura, privi di coloranti e di aromi artificiali. L’obiettivo è quello di contribuire al miglioramento della digestione, all'assorbimento dei principi nutrizionali, al ritardare il processo di invecchiamento e all’esplicazione di un effetto antinfiammatorio naturale. I pesci utilizzati sono pescati nel rispetto della sostenibilità e senza danneggiare i mammiferi marini.

ANYTIME FITNESS: ARRIVA IN ANTARTIDE L’UNICO FRANCHISING AL MONDO PRESENTE IN TUTTI I CONTINENTI Anytime Fitness, il franchising del fitness, ha aperto una nuova palestra all’interno di una piccola nave passeggeri che è salpata alla fine del 2019 dall’Antartide. La catena di palestre, ora presente in tutti i sette continenti, si è sempre contraddistinta per una visione lungimirante e rivoluzionaria. L’accordo è stato suggellato con la Magellan Explorer, una moderna nave da trasporto costruita in Cile e ideata per le crociere in Antartide. Equipaggiata con un radar di rilevamento del ghiaccio, la nave dispone di stabilizzatori per una navigazione confortevole, di una sala di osservazione e di un’area di presentazione con attrezzature audiovisive all'avanguardia. Al suo interno, oltre alla sala da pranzo, al bar, alla biblioteca, alla sala riunioni, alla clinica medica, è ora presente una moderna e funzionale palestra Anytime Fitness. Il marchio è nato nel 2002 negli Usa dall’intuizione vincente di due consulenti americani, che hanno puntato su fattori come qualità e flessibilità per rispondere alle esigenze dei clienti. I prezzi sono equilibrati, per garantire un ambiente ben attrezzato e non troppo affollato. A livello globale, sono presenti oltre 4.500 centri in 37 paesi e più di 4 milioni di iscritti. In Italia, in soli tre anni sono già stati aperti 19 club e l’obiettivo è quello di raggiungere quota 50 entro il 2020. Il successo di Anytime Fitness risiede nell’orario di apertura delle palestre, 24 ore su 24 e garantito tutto l’anno, festività incluse. In più, nell’offerta, allenamenti adatti a tutte le età. 116


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DIVANI & DIVANI BY NATUZZI: UN NUOVO SHOW ROOM A GERENZANO In occasione del 60° anniversario del marchio, a giugno 2019 è stato inaugurato a Gerenzano, in provincia di Varese, il punto vendita Divani & Divani by Natuzzi. Con una superficie di oltre 1000 mq di esposizione, si tratta del più grande in Italia e mette al centro il cliente e l’esperienza di acquisto. Lo show room esalta la qualità dei prodotti e i valori che dal 1959 ispirano l'azienda: ricerca e innovazione, versatilità, artigianalità, design, responsabilità sociale e sostenibilità ambientale. Lo store offre una panoramica completa sulla collezione di divani e di poltrone oltre che su arredi e complementi per la zona giorno e notte, puntando su un’offerta vastissima e personalizzata. L’atmosfera che si respira è intima e familiare. Lo spazio è caratterizzato da dettagli architettonici e materiali dai colori caldi. I display per la comunicazione sono disegnati per linee essenziali e sinuose, in armonia con lo stile del brand. Il “centro stile” dell’azienda, in Puglia, è il quartier generale dove un team di designer, visual e architetti studia le tendenze e progetta nuove idee. Per esempio, il divano “Trionfo”, modello di punta della nuova collezione, è dotato di una tecnologia speciale, che permette di regolare elettricamente e a proprio piacimento la posizione dello schienale della seduta, del poggiapiedi e del poggiatesta. Con una applicazione dedicata, scaricabile gratuitamente sia su App Store sia su Google Play, è possibile attivare e regolare i meccanismi elettrici del divano direttamente dallo smartphone tramite bluetooth e memorizzare le posizioni preferite per ogni attività e per ogni componente della famiglia. Il Configuratore HD di Prodotto 3D consente di progettare il divano/poltrona in ogni singolo aspetto e di visualizzarlo in tempo reale. Divani & Divani by Natuzzi, creata nel 1990 dal Gruppo Natuzzi, è la prima catena italiana di negozi in franchising specializzata in questo settore e nel 2017/2018 è risultata il miglior marchio italiano del comparto per il servizio di assistenza offerto (Istituto Tedesco Qualità e Finanza).

DIECI ANNI DI SUCCESSI PER VAN4YOU La storia di VAN4YOU comincia a maggio 2010, con l’apertura del primo Centro a Monza: le idee sono già chiare ed è forte la volontà di creare una realtà imprenditoriale di riferimento nel settore dei veicoli commerciali leggeri al servizio di imprese e di privati. L’impegno e la passione quotidiana hanno portato l’Azienda a crescere costantemente e a costruire una rete solida e affiatata. I risultati sono premianti: VAN4YOU è oggi, nel proprio settore, uno dei principali network in Italia e conta una presenza ben ramificata nelle seguenti regioni: Lombardia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio e Abruzzo. La forza del concept definito permette di rispondere positivamente a qualsiasi esigenza di noleggio da parte del cliente, sia esso a breve, medio o lungo termine e di esprimere al meglio quelle che sono le caratteristiche e l’identità del marchio VAN4YOU. L’affiliato può contare su: un marchio registrato; percorsi gratuiti di formazione iniziale e successivo costante “training on the job”; evoluti sistemi informatici per la gestione della flotta e per l'organizzazione contabile e amministrativa; visibilità della propria filiale all’interno del sito web; accesso ai benefici di accordi quadro nazionali per la costituzione della flotta veicoli senza necessità di investimento nella fornitura di automezzi; un costante e valido supporto della funzione operativa e commerciale; una rete di assistenza e soccorso stradale attiva 24 ore su 24 in tutta Europa; un call center centralizzato. Il tutto insieme alla possibilità di beneficiare di eventuali accordi nazionali con i clienti multi-sede.

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IL “MADE IN ITALY” DI 101CAFFE' GUARDA AD UN FUTURO SEMPRE PIÙ INTERNAZIONALE Nel panorama italiano del caffè e delle bevande porzionate, in costante espansione, 101CAFFE' si conferma la più importante realtà in franchising, posizionandosi tra i grandi player del settore. La sua missione è riportare il caffè espresso – anche in cialde e capsule – a parlare italiano, in Italia e nel mondo. Lo sviluppo internazionale del marchio ha, infatti, un ambizioso programma pianificato. Dal primo accordo di sviluppo per il Marocco, fino all’apertura del primo punto vendita in Svizzera nel 2017, nel corso degli anni, grazie ad un minuzioso lavoro di preparazione, ad oggi sono sette i negozi aperti oltreconfine: Signy (Svizzera), Marrakech (Marocco), primo negozio estero con caffetteria, due store a Singapore, Kuwait City e Yerevan (Armenia). In Marocco è stato aperto di recente un secondo negozio, da parte dello stesso Master Franchisee, a conferma della validità della formula e del business. La previsione per il 2020 è di un’ulteriore espansione: oltre al fatto che i punti vendita già aperti stanno dando grandi soddisfazioni, tante ancora saranno le novità, sia grazie ad accordi di Master Franchisee per i quali 101 CAFFE’ sta lavorando, sia grazie a singole aperture in tutti i continenti, cercando di sfruttare le competenze sviluppate e le conoscenze acquisite per conquistare cuori e palati di tutto il mondo. Parigi e Vienna sono già in previsione per l’anno in corso e altri paesi seguiranno: Repubblica Ceca, La Rèunion, Guyana francese e nella capitale delle Maldive. Di particolare rilievo, l’accordo con i Master Franchisee in Kuwait che costituisce un altro importante passo verso l’espansione internazionale. Il piano prevede di procedere, nell’arco di cinque anni, dal 2020 al 2025, con l’apertura di una quindicina di negozi sul territorio dell’area del Golfo: Kuwait, oltre a quello già esistente, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Oman, Bahrein e Arabia Saudita.

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SALONE FRANCHISING MILANO - EDIZIONE 2020 Salone Franchising Milano è una fiera professionale della distribuzione orientata a supportare l'incontro tra franchisor, franchisee e potenziali franchisee e a sviluppare innovazione nella filiera del commercio, intesa nella accezione più ampia: dall’ecommerce al franchising, dal retail ai comportamenti d’acquisto, dalle reti, ai servizi, alle tecnologie, al marketing. Organizzata da Fandango Club, è la fiera leader in Italia per il mondo del franchising nonché l'appuntamento più importante per coloro che guardano al futuro per intraprendere un’attività con particolare attenzione alle soluzioni più innovative. Fornisce competenze e strumenti agli espositori e contribuisce alla crescita delle aziende che partecipano, per cui è perfetta per i franchisor in fase di lancio. Allo stesso modo, è il posto ideale per franchisee e potenziali franchisee grazie ai servizi di eccellenza offerti durante i giorni della fiera. Una particolare attenzione viene posta inoltre sui mercati esteri, che sempre di più si stanno avvicinando ai marchi Made in Italy. Per questo motivo, al Salone Franchising Milano da sempre sono presenti delegazioni internazionali. L’edizione 2020 dell'evento di riferimento per il settore del franchising si svolgerà a Fieramilanocity dal 22 al 24 ottobre. 3 giorni di eventi, convegni, workshop e incontri, sia aperti al pubblico sia individuali, rivolti a imprenditori, potenziali franchisee, franchisor e professionisti del settore. Nell’edizione precedente, Salone Franchising Milano ha registrato un ampio successo, richiamando a Fieramilanocity oltre 200 insegne del panorama del franchising e del retail, provenienti da tutta Italia. Organizzato dall’agenzia di live communication Fandango Club, si conferma anno dopo anno l’appuntamento di riferimento per il settore del franchising, grazie alla consolidata formula che si articola in incontri formativi, in convegni, in consulenze e nel Ret@il Innovation Forum, uno spazio dedicato alla discussione insieme a panel specifici a numero chiuso, relatori d’eccezione italiani ed internazionali e aziende leader del settore, realizzato con la collaborazione e l’apporto del gruppo Jakala, prima MarTech company italiana che offre supporto in ambito strategico, analitico, digitale e tecnologico. Per info: www.salonefranchisingmilano.com | segreteria.bigevents@fandango-club.com| 02 484834345


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THE RIVARENO STORY Gelato d'autore Made in Bologna A cura di Giuseppe Bonani

©rivareno.com

Un uomo, Nicola Greco, con un passato da manager; una donna, Lynn Ya Ping, sua compagna di vita e di affari con gli occhi a mandorla e un trascorso da giornalista della BBC; un artigiano bolognese, Leonardo Ragazzi fondatore della Cremeria Funivia di Bologna; Vittorio Paolucci avvocato bolognese appassionato del buon cibo: hanno creato un sodalizio basato sulla forte passione per il gelato di eccellenza. La loro creatura si chiama RivaReno Gelato, la catena di gelaterie di alta qualità che sta conquistando passo dopo passo i palati dei golosi italiani ed esteri. Oggi i negozi RivaReno sono presenti in diverse città italiane nonché a Malta, a Sydney in Australia a Palma di Maiorca e Marbella in Spagna e a Bali Indonesia. Il nome RivaReno deriva dalla volontà di sottolineare le radici Bolognesi del proprio prodotto: la città delle due torri sorge appunto sulle rive del fiume Reno. Nel 2019 RivaReno raggiungerà

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un fatturato globale di franchising di 15 ML di Euro circa, il 40% del quale realizzato all’estero. È stata proprio la città di Bologna a battezzare l’idea iniziale di Nicola e Ping, rafforzatasi con solo l'incontro con Leonardo Ragazzi, affermato artigiano del gelato che – conquistato dall'entusiasmo di Greco e signora – ha detto subito sì, sposando la filosofia di un progetto che si è riproposto con successo per ben 21 volte in Italia e all’estero. In esso Leonardo ha conferito la sua maestria apportando le ricette originali che lui stesso ha inventato. L’intensità e la struttura del gelato RivaReno sono il risultato di un’interpretazione delle ricette di Leonardo rese moderne dal desiderio di Nicola Greco di produrre un gelato equilibrato dal gusto unico. Un equilibrio perfetto raggiunto con anni di sperimentazioni


marzo\aprile 2020 nella combinazione degli ingredienti e nella elevata qualità delle materie prime che rendono i gelati RivaReno una meraviglia per il palato. Il segreto dell'unicità del gelato RivaReno, cremoso, vellutato e intenso, si concentra dunque in due elementi essenziali: le materie prime accuratamente selezionate e sapientemente dosate – in particolare il latte di montagna certificato proveniente dai distretti alpini piemontesi – e la formazione del personale di preparazione e di vendita, che l’azienda, segue scrupolosamente in corsi a loro dedicati perché siano rispettati in tutto e per tutto gli standard RivaReno.

elegante design del punto vendita, dove il gelato – per filosofia aziendale – riposa tranquillo nei tradizionali pozzetti anziché nelle vetrine a vista, dove non filtra luce e la temperatura rimane costante per assicurare una consistenza sempre ottimale.

RivaReno è dunque sinonimo di gelato d'autore, non solo per le intuizioni di Leonardo Ragazzi, ma anche per la professionalità di un personaggio come Nicola Greco che da stimato manager di grandi realtà come Fiat e Ducati ha saputo riproporre una metodologia di marketing vincente, costruendo l'intelaiatura tecnologica e commerciale e i sistemi di controllo della qualità e investendo su un prodotto che niente aveva a che fare con la sua precedente esperienza e con quella della sua compagna Ping, ex giornalista della BBC che si occupa di pubbliche relazioni e della messa a punto del concetto di servizio al cliente. Un know how trasmesso con successo ai suoi collaboratori e ai franchisee che hanno sposato la filosofia di RivaReno. Nel vademecum della qualità RivaReno, questi i pilastri fondamentali: • la ricerca costante in tutto il mondo di ingredienti naturali per la loro freschezza, purezza, sapori intensi e avvolgenti • la qualità eccellente ottenuta selezionando le migliori materie prime ed esaltandole con le ricette tradizionali italiane e innovazioni creative • la certezza di offrire un prodotto freschissimo, ottenuto utilizzando solo il migliore latte alpino e preparato quotidianamente nel laboratorio di ogni Store RivaReno appena prima del consumo • un’esperienza sensoriale unica e intensa, cremosa e vellutata Una qualità senza compromessi, che solo una forte determinazione imprenditoriale, unita a ricette giuste e ingredienti di prima scelta può garantire: ecco, quindi, che ogni gusto di consistenza cremosa nasce su una base di latte di montagna certificato proveniente dai pascoli dei distretti alpini piemontesi e su prodotti selezionatissimi come le nocciole tonde gentili trilobate, i pistacchi mediorientali, i pinoli mediterranei o gli amaretti, ingredienti percettibili, riconoscibili, che non si perdono e non confondono. Un “omaggio” al Made in Italy che si amalgama insieme a selezioni di cacao africani, vaniglia tahitiana o del Madagascar in un’estasi gastronomica che abbraccia i sapori del mondo. I sorbetti sono veri e propri concentrati di frutta; lo zabaione ghiacciato e gli yogurt sono una delizia per il palato; le granite vengono preparate nella classica versione siciliana ai gusti mandorla e caffè. Ad attrarre i clienti, oltre alla garanzia di trovare un gelato da dieci e lode, anche l'essenziale, semplice, piacevole e allo stesso tempo

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PALATO ASSOLUTO Rubrica Quadrante a cura di Mara Licia Frigo

«A Ma’, sa di formaggino» Quarantaquattro fantastilioni e settordici volte che sento la stessa risposta. Adesso prendo di mira lo spigolo e ci sbatto contro il lobo frontale. Tutti conoscono il termine orecchio assoluto, quella rara capacità di riconoscere all’istante le note musicali, posseduto da musicisti del calibro di Mozart, Bach e Beethoven. Ma mai avrei pensato di incontrare nella mia carriera lavorativa un palato assoluto. Si chiama Marco Zambardi, romano verace che lavora nel mondo della ristorazione da una vita. Ci siamo conosciuti un paio di anni fa, per un progetto molto particolare, ovvero la standardizzazione di un prodotto basato su di una combinazione di elementi abbastanza semplice. Ci piace vincere facile, visto anche lo staff di una decina di persone dedicate a questa fase delicatissima. «A Ma’, sa di formaggino» Ho avuto la sensazione di trovarmi davanti al personaggio della Disney Anton Ego, il critico culinario del film di animazione Ratatouille anche se meno mefistofelico e più sorridente. E la frase «Io non amo la gastronomia. Io la venero… e se non la venero io NON LA CELEBRO!» mi è risuonata in testa come un campanello. E se Marco avesse ragione e tutti gli altri in staff avessero torto, me compresa? Se davvero quella sua esclamazione fosse un campanello del nostro palato perduto? C’è da dire che su questo argomento il portale Trip Advisor apre uno scenario di ignoranza culinaria a dir poco impressionante.

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marzo\aprile 2020 Ancora mi ricordo la recensione di un utente di genere femminile fatta ad un ristorantino a conduzione familiare, che si lamentava di aver trovato degli “aghi di pino” nelle patate al forno. Impeccabile fu la risposta dell’oste, ricordando alla signora la sottile differenza tra un ago di pino e il rosmarino. Decisamente da standing ovation. Divagazioni a parte, si possono leggere pubblicamente recensioni fatte di pancia e non di sostanza. Termini relativistici come “la tagliata non era cotta in modo omogeneo”, oltre a dimostrare una vaga inconsapevolezza di come diavolo si cucina una tagliata, lascia il dubbio che il divario tra realtà e immaginario collettivo si stia ampliando sempre di più. E me la prendo anche con le varie serie televisive dedicate al mondo della ristorazione e della cucina più in generale. Tutti chef, gusti ricercatissimi, presentazione dei piatti che omaggiano il surrealismo di Dalì, un tocco di equilibrismo del grande Baryšnikov, senza disdegnare la Pop Art rivisitata in chiave rinascimentale. Ma poi, che gusto hanno? «A Ma’, sa di formaggino» Siamo abituati ai soliti gusti, compriamo le cose sempre negli stessi posti, supermercati, discount, h24. E non pensate che i grandi chef stellati comprino prodotti migliori dei vostri. Ne ho incrociato uno dal mio macellaio che tirava su tagli di terza categoria come se non ci fosse un domani. Non conosco il suo menù e non entro nel merito, ma in quel momento ho capito quanto ci siamo disabituati al gusto del singolo prodotto non mascherato da frizzi e lazzi del tipo “al profumo di limone selvatico raccolto all’alba”. Comprendo le necessità del neuromarketing di trovarsi una nicchia esistenziale, ma leggendo certe descrizioni dei piatti, mi viene da fare i complimenti al copywriter che se l’è inventate. E se il neuromarketing si basa sulle neuroscienze, ovvero lo studio scientifico del sistema nervoso, non possiamo non considerare lo strumento che usiamo: la lingua. Ora, tutti conoscono la mappa dei gusti: sulla punta il dolce, ai lati l’acido, sul fondo l’amaro. L’abbiamo studiata a scuola, all’università, durante i corsi di degustazione. Per un curioso scherzo delle dinamiche culturali è una delle immagini più diffuse, riprodotte e ricordate della storia scientifica. E allo stesso tempo un classico esempio di Lost in Translation*. È risaputo da anni in ambito scientifico: non esistono sulla lingua delle zone esclusive o più sensibili a un singolo gusto (dolce, salato, acido, amaro, umami), bensì tutta la lingua sente tutti e cinque i gusti allo stesso modo o quasi, ma sembra che questa rettifica non sia ancora filtrata nella cultura generale. I sensori del gusto nella nostra bocca hanno anche un’importante funzione evolutiva. Ad esempio non è un caso se possediamo un solo tipo di recettore per il dolce, mentre per l’amaro ne abbiamo 25. E se per percepire l’amaro bastano concentrazioni molto basse, per il dolce servono concentrazioni mille volte più alte. Uno strumento di tutela della specie, perché il sapore amaro caratterizza alcune sostanze tossiche o irritanti prodotte dalle piante. Al dolce invece, associato alle calorie, riserviamo una lettura più grossolana proprio per incoraggiarci ad assumerne di più e accumulare energia. Utile quando vivi nella foresta, potenzialmente controproducente in un contesto contemporaneo dove abbiamo cibo ipercalorico disponibile a tutte le ore del giorno. In pratica un Armageddon sanitario auto sponsorizzato. Il nostro codice genetico non ha ancora fatto in tempo ad aggiornare i dati e ci fa ancora spontaneamente preferire cibi salati, dolci e grassi. Ma l’allenamento, l’educazione al gusto giocano un importante ruolo, perché se è vero che alcuni di noi sono geneticamente più dotati di altri, è vero anche che esplorare sapori diversi, educarsi a sentire le sfumature, porta inevitabilmente ad ampliare le capacità gustative. «A Ma’, sa di formaggino» Ho preso un cucchiaio e l’ho tuffato nella salsa. Non al primo assaggio, non al secondo, ma al terzo... «A Ma’… sa proprio di formaggino» *Un tale scienziato, David Hänig nel 1901 scrive una tesi collezionando un po’ di dati sulla sensibilità della lingua ai diversi gusti. La tesi è in tedesco e viene tradotta in inglese nel 1942 da un professore di Harvard, Edwin Boring. Boring però fraintende qualcosa o forse il testo di Hänig si prestava a fraintendimenti, insomma fatto sta che nel testo in inglese arriva la mappa che tutti conosciamo senza giustificate basi scientifiche. Negli anni Settanta la mappa viene contestata e superata, in ambito scientifico.

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ASSOFRANCHISING Rapporto Assofranchising Italia 2020 Strutture, Tendenze e Scenari Rubrica Assofranchising

RAPPORTO ASSOFRANCHISING 2020 Strutture, Tendenze e Scenari

Assofranchising ha avviato la nuova rilevazione per fornire una fotografia precisa del franchising in Italia. Sei un Franchisor? Ti contatteremo presto per avere la tua opinione!

? Franchisor

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? Giro d’affari (mln €)

? Punti vendita affiliati

? Addetti occupati


marzo\aprile 2020

Sarà tutto nuovo il Rapporto Assofranchising che verrà presentato a giugno 2020. Da oltre 10 anni il “Rapporto Assofranchising Italia 2020-Strutture, Tendenze e Scenari” fornisce a istituzioni, aziende, università, centri studi, investitori italiani e stranieri e al grande pubblico i numeri di un settore estremamente importante dell’economia italiana che non solo ha saputo superare brillantemente gli anni della crisi, ma negli stessi anni è cresciuto costantemente in termini di giro d’affari (25 miliardi di euro nel 2018), occupati (oltre 200mila persone) e numero di attività in Italia. “Nel 2020, in linea con la politica di rinnovo intrapresa dall’Associazione negli ultimi mesi, il Rapporto AIF si arricchirà di nuovi contenuti qualitativi che andranno ad affiancare la rilevazione statistica, fornendo con puntualità i numeri dell’intero Sistema Franchising italiano” ha dichiarato Augusto Bandera, Segretario Generale Assofranchising. Saranno proprio i manager delle aziende Franchisor, in prima persona, a fornire la propria visione sull’andamento in Italia e le prospettive per il futuro. Grazie all’indagine censuaria, unita all’opinione di chi il franchising lo vive tutti i giorni, sarà redatto un documento da cui emergeranno le reali esigenze del settore. “Il Rapporto Assofranchising rappresenta da anni un punto di riferimento per chi opera nel franchising. Con questa ulteriore integrazione vogliamo creare uno strumento ancora più completo che aggiunga ai dati anche la visione e il sentimento di chi lavora con passione nel mondo dell’affiliazione commerciale” commenta Italo Bussoli, Presidente dell’Associazione.

Assofranchising rappresenta, promuove e difende gli interessi economici, sociali e professionali delle reti in franchising associate. Dal 1971, anno della sua nascita, Assofranchising si è contraddistinta per la fitta rete di relazioni con le Istituzioni e gli altri Enti o Associazioni che hanno interessi coincidenti o vicini ai suoi. Attiva servizi e consulenza mirata, organizza eventi promozionali per i soci, di networking e di studio su temi d’interesse, offre accordi quadro e convenzioni sui molteplici aspetti e prodotti che interessano le aziende che operano in franchising e le relative reti di punti vendita.

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AREA FRANCHISING: I MIGLIORI FRANCHISOR OPERATIVI IN ITALIA

La rapida e significativa evoluzione e affermazione del franchising – quale valida soluzione per il miglioramento della distribuzione in Italia – adottato, non solo da aziende industriali, ma anche dalle imprese della grande e media distribuzione commerciale, ha fatto sì che, oggi, sia disponibile a tutti una migliore informazione sugli aspetti di questa formula di sviluppo territoriale dei punti vendita. A questa diffusione, hanno contribuito non solo la stampa specializzata e quella economica, ma anche l’Internet. Quindi, chi oggi intende cimentarsi in una nuova attività, vuole apprendere un nuovo mestiere o desidera crearsi un’attività autonoma, ha a disposizione una serie di informazioni che lo aiuteranno a trovare l’insegna che più si addice alle sue aspirazioni e alle sue possibilità economiche. Nonostante la congiuntura economica sfavorevole e una crisi che si protrae da diversi anni, sembra proprio

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che il lavoro autonomo, ancora una volta, rappresenti una considerevole opportunità di realizzazione e di gestione personale. A dispetto delle frequenti considerazioni negative sul nostro paese e, più nello specifico, sul mercato del lavoro e sulla disoccupazione giovanile, i dati rilevati da più enti internazionali di ricerca sottolineano che sono proprio i giovani italiani i più propensi e i più entusiasti a orientarsi verso il diventare imprenditori di se stessi. I dati diffusi recentemente da Assofranchising, nel Rapporto Assofranchising Italia 2019, mettono in evidenza che il settore franchising cresce ancora e si afferma come la migliore formula per il commercio e i servizi in Italia, registrando tutti valori positivi. Noi di Beesness, desideriamo proporre ai lettori le migliori franchise presenti nel mercato italiano e in ogni numero della rivista vi proporremo alcune pagine dedicate alle loro Schede Informative.


marzo\aprile 2020

EdiliziAcrobatica è l’azienda leader in Italia del settore edile per lavori su corda o fune. Effettua interventi senza l’utilizzo di ponteggi o piattaforme aeree utilizzando tecniche innovative e all’avanguardia. Ciò consente di offrire al cliente finale servizi di qualità con uno standard di eccellenza e un abbattimento decisivo dei costi. Una formula vincente che si traduce nei numeri: nell’ultimo anno ha aperto 17 nuove sedi in Italia, 4 in Francia ed aumentato il numero di dipendenti e collaboratori arrivando oggi ad un organico di circa 800 persone. Ai loro affiliati offrono, oltre che il supporto tecnico, dei percorsi formativi mirati con cui possano entrare a far parte dello straordinario mondo dell’ediliziacrobatica, consentendo loro di raggiungere risultati straordinari; risultati dif ficilmente raggiungibili in altre aziende, soprattutto nel campo edile. PROFILO FRANCHISOR EdiliziAcrobatica S.P.A - Via Turati 29 - 20121 Milano www.ediliziacrobatica.com Settore: Edilizia su fune Attività: Ristrutturazioni, Tinteggiature, Pulizie, Installazioni Anno di fondazione1994 PV diretti Italia: 48 PV in franchising Italia: 32 Punti vendita diretti all’estero: 4 PROFILO FRANCHISEE Ubicazione ottimale PV: Centro storico Superficie media PV: da 41 a 60 mq Addetti richiesti per PV, compreso il titolare: 14 Esperienza nel settore: NO Investimento medio iniziale: € 38.000 Fatturato medio annuo (stima): € 500.000 Sistemi informativi offerti: SI Diritto d'ingresso: € 86.000 Canoni periodici fissi: NO Contributi per campagne pubblicitarie nazionali: NO Assistenza in fase di apertura: SI Zona di esclusiva: SI Formazione iniziale: 3 MESI Durata contratto: 5 ANNI CONTATTI FRANCHISOR Via Turati 29 - 20121 Milano Alessio Deligia 800.300.833 info@ediliziacrobatica.com

Il Gruppo Solo Affitti, fondato nel 1997, opera da oltre 20 anni nel settore delle locazioni secondo una precisa filosofia basata sui valori della specializzazione e della sicurezza. Dalla sede di oltre 2.000 mq del quartier generale di Cesena (FC), il Gruppo Solo Affitti gestisce, tramite la formula del franchising, le 300 agenzie affiliate presenti sul territorio nazionale, che ne fanno la rete leader della locazione in Italia. Il Gruppo ha intermediato dalla sua nascita ad oggi oltre 1.000.000 di contratti di locazione e sviluppa ogni anno un fatturato aggregato di 30.000.000 di euro. Con i suoi 30.000 nuovi contratti d’affitto stipulati ogni anno, Solo Affitti è la realtà aziendale che intermedia il maggior numero di locazioni in Italia e tutela la rendita immobiliare del maggior numero di proprietari. Il Gruppo può contare su un attivo patrimoniale di oltre 10.000.000 di euro. PROFILO FRANCHISOR Solo Affitti SpA - Via Tortona, 190 – Cesena (FC) www.soloaffitti.it Attività: Consulenza, Servizi e intermediazione immobiliare Anno di fondazione dell’Azienda: 1997 PV diretti Italia: 4 PV in Italia: 300 PROFILO FRANCHISEE Bacino d’utenza (n. minimo abitanti): 20.000 Ubicazione ottimale PV: vie ad alto traffico veicolare e pedonale Superficie media PV: 20/25 mq Addetti richiesti per PV, compreso il titolare: 2 Esperienza nel settore: NO Fatturato medio annuo (stima): € 150.000 Sistemi informativi offerti: SI Diritto d'ingresso: € 9.000 Canoni periodici (Royalties): SI Contributi per campagne pubblicitarie nazionali: NO Assistenza in fase di apertura: SI Zona di rispetto: SI Formazione iniziale: 30 giorni suddivisi in corsi diversi Durata contratto: 4 anni CONTATTI FRANCHISOR Sede legale: Solo Affitti SpA – Via Tortona, 190 – 47522 Cesena (FC) Referente franchising: Francesca Cantoni Telefono: 0547 418191 franchising@soloaffitti.it  127


In Italia crescono i consumi fuori casa, crescono i consumi di birra e cresce il modello distributivo del franchising. Löwengrube è l’unico brand che integra tutti questi trend in un unico progetto imprenditoriale. Per questo è osservato sempre più come un caso di successo. E nel corso del 2019 ha ottenuto a pochi mesi di distanza due importanti riconoscimenti: il Foodservice Award nella categoria Ristorazione a Tema ed il Retail Award nella categoria Best Talent in Store. Dal 2005, quando aprì il primo locale di proprietà a Limite (Firenze), al 2014, quando è iniziato il progetto franchising, oggi sono 22 i locali in cui Löwengrube promuove l’autentica beer experience bavarese, con i marchi più storici della tradizione birraria di Monaco e i piatti della cucina bavarese. Ingredienti e materie prime sono attentamente selezionati grazie al cuore italiano dell’azienda. Löwengrube propone tre format per contesti e investimenti diversi: dalle Stube per le città, ai Klein per centri commerciali e stazioni, ai Wagen per lo street food. Grazie alla Löwengrube Academy, poi, la formazione è al top in ogni aspetto e anche la spillatura della birra è una vera e propria arte, quella originale tedesca, che si rivela in tre colpi e sette minuti. PROFILO FRANCHISOR LÖWENGRUBE Ragione Sociale: Lowen-com S.r.l. Settore: Ristorazione a tema Anno di lancio del Franchising: 2014 Punti vendita franchising in Italia: 22 Addetti per punto vendita: 18-22 Ubicazione Ottimale: vie commerciali e strade ad alto scorrimento PROFILO AFFILIATO Investimento medio iniziale: € 700-850.000 Fee di ingresso: € 35.000 Royalties: sì Fatturato medio annuo (stima): € 1.500.000 Esperienza richiesta: si Durata contratto: 9+6 anni Formazione Iniziale: 8 settimane per lo Store Manager e 2 settimane per gli operatori CONTATTI LÖWENGRUBE Sede legale: Via Provinciale Limitese 1, Capraia e Limite (FI) Referente Franchising: Vittorio Mazzoccone Mail: franchising@lowengrube.it Telefono: 0571/073300 128

Nata a Roma nel 2005, FotoDigitalDiscount conta oggi più di 300 punti vendita in tutta Italia, San Marino, Spagna, Andorra e Francia. FotoDigitalDiscount rappresenta la più grande catena di franchising al servizio dell’immagine, non a caso il suo motto è “Stampiamo tutto su tutto”, grazie alla sua esperienza e alla sua capacità di evolversi in linea con i mutamenti del mercato. Superando il tradizionale modello del negozio di fotografia, il punto vendita FotoDigitalDiscount è un “negozio multiservizi” in grado di offrire, con la migliore qualità, più soluzioni di business al proprio interno. In particolare, offre alla clientela: tipografia, fotografia, soluzioni professionali per cerimonie ed eventi, cartucce per stampanti, copisteria, Gadget personalizzati, servizi: ricariche telefoniche, visure, biglietti eventi, DHL service point, stampe su supporti rigidi e morbidi: zerbini, carte da parati, palloncini, spille, ceramiche. PROFILO FRANCHISOR Gestioni e Servizi s.r.l. - Via Pinerolo, 31 - 00182 Roma www.fotodigitaldiscount.it Settore: stampa e foto Attività: servizi fotografici per la stampa di foto digitali e analogiche e per la stampa su gadget Fondazione dell’Azienda e lancio del franchising: 2005 PV diretti Italia: 1 / PV in franchising: Italia 200, estero 20 PROFILO FRANCHISEE Bacino d’utenza (n. minimo abitanti): 40.000 Ubicazione ottimale PV: zone di forte affluenza Superficie media PV: 50 mq Addetti richiesti per PV, compreso il titolare: 1 Esperienza nel settore: NO Investimento medio iniziale: € 19.900 Fatturato medio annuo (stima): €150.000 Merce in conto vendita: SI Sistemi informativi offerti: SI Pubblicità a livello locale: SI Contributi per campagne pubblicitarie nazionali: NO Assistenza in fase di apertura: SI Zona di esclusiva: SI Formazione iniziale (in giorni): 7 Durata contratto (in anni): 3+3 CONTATTI FRANCHISOR Sede legale: Via Pinerolo, 31 – 00182 Roma Ref Commerciale: Antonello Treglia Tel: 06/78359001 Email franchising: info@fotodigitaldiscount.it Tel: 02/676251 r.a. - Email Franchising: info@mbe.it Sito Internet: www.mbe.it – www.mbe-franchising.it


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Venditalia 2020: il mondo del Vending si incontra a Milano Venditalia, il più importante Salone del Vending, rappresenta un’opportunità unica per scoprire le ultime novità del settore e un’occasione concreta per incontrare i protagonisti del Vending internazionale. Vi aspettiamo nella nuova location espositiva di Fieramilano Rho!

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