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La natura amica Erboristeria, Farmacia o Dispensario? Un mercato allettante per le case farmaceutiche

ERBORISTERIA, FARMACIA O DISPENSARIO? UN MERCATO ALLETTANTE PER LE CASE FARMACEUTICHE

marta lispi

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Il futuro della naturopatia in Italia è in bilico. Come tutte le medicine non convenzionali non è riconosciuta, al contrario in paesi come Portogallo, Germania, Inghilterra, Svizzera in cui è ufficializzata. La regolamentazione, in genere, riduce i “truffatori” e impone la formazione e la certificazione dell’avvenuto percorso formativo con certificazione, solitamente dell'università, del professionista. Sono passaggi importanti che a volte perdiamo di vista, non creare formazione significa oscurare quel tipo di conoscenza. Per la

“medicina non tradizionale”, ad esempio, esiste un solo corso alla Bicocca di Milano. La stessa cosa sta avvenendo per la figura dell’erborista, il dispensario del naturopata, che sta scomparendo piano piano come corso universitario.

Nonostante tutto la naturopatia è sempre più richiesta e le erboristerie sono sempre più numerose. Secondo l’Indagine svolta da MMAS Erboristerie con Erboristerie Cosmetica Italia, negli ultimi 6 anni, complessivamente, è stata registrata una crescita delle vendite nelle erboristerie del +21,8%. Il canale ha un valore di 375 milioni di € l’anno. A causa della pandemia di Covid19, nel 2020 il settore ha perso oltre il 26% del suo fatturato, recuperato parzialmente nel corso del 2021 (+12,6%).

Secondo il “Report Nutraceutica 2022” dell’Area Studi Mediobanca, l’Italia è il Paese europeo con il mercato degli integratori più dinamico: con un volume d’affari di 3,8 miliardi di euro, in crescita del 26% nel 2020, a confronto con Germania (18,8%), Francia (14,7%), Regno Unito (9,5%) e Spagna (7,2%). In Italia si stima faccia ricorso agli integratori il 54% della popolazione, mentre in Germania, Francia e Regno Unito è il 2025%, difatti la stima per il mercato nostrano degli integratori è stimato a 4,8 miliardi di euro nel 2025.

Integratori alimentari: un mercato fiorente Al momento quindi abbiamo un mercato commerciale fiorente, quello degli integratori, un pubblico interessato a seguire un life style sempre più naturale e medici disposti a prescrivere questi integratori. Una storia simile a quella della cannabis, che è solo la luce spia di un sistema internazionale di appropriazione dei mercati da parte delle multinazionali del farmaco.

Le piante vietate dalla Commissione Europea nel 2021 con il REGOLAMENTO (UE) 2021/468 del 18 marzo 2021 vieta aloe, rabarbaro cinese, cassia angustifolia (senna) e la frangola. Nel 2022 la stessa ha vietato il riso rosso fermentato con il Regolamento n. 2022/860, così dal 22 giugno 2022 i prodotti con più di 3 mg di Monacolina possono essere commercializzati solamente se contenenti specifiche avvertenze stabilite dalla Commissione Ue.

Allo stesso modo, il presidente della Federazione Erboristi Italiani (FEI), il dott. Angelo Di Muzio, il 9 giugno 2022 ricorda in un comunicato che “L'EFSA - Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare ha pubblicato in data 26 aprile 2022 un importante documento relativo alla sicurezza del CBD - CANNABIDIOLO. L'Agenzia chiarisce che è attualmente impossibile dimostrare la sicurezza d'uso del CBD come Novel Food.” Il Presidente Di Muzio aggiunge: “A questo punto, ove ve ne fosse stato bisogno, sarà a tutti chiaro che all'interno degli Stati UE sarà impossibile commercializzare legalmente alimenti a base/contenenti CBD - CANNABIDIOLO, soprattutto in quegli Stati in cui la commercializzazione di questa sostanza è stata per troppo tempo tollerata.”

La Federazione Italiana Produttori Piante Officinali (FIPPO) partecipa al tavolo tecnico del Mipaaf dedicato al settore produttivo della canapa, al contrario della Federazione Erboristi Italiani (FEI), e per il momento non ha aderito al ricorso al TAR (di cui abbiamo parlato in numerose occasioni) promosso dalle associazioni Canapa Sativa Italia, Resilienza Italia Onlus e Sardinia Cannabis, anch'esse presenti al tavolo tecnico. Il decreto avvicina sempre più il mondo delle piante officinali alle case farmaceutiche richiedendo standard molto simili.

Se continuano a limitare il fitocomplesso come si potrà applicare la naturopatia? I medici sono coloro che possono prescrivere farmaci ma anche integratori alimentari e le aziende farmaceutiche possono creare entrambi ma anche finanziare aziende produttrici di integratori alimentari. I rappresentanti si occupano della formazione e aumentano le prescrizioni di integratori alimentari. Le farmacie aumentano il reparto di integratori alimentari e tutto a spese del consumatore, non dello Stato. La differenza, però, tra un prodotto creato di sintesi in laboratorio con un prodotto erboristico sono innumerevoli, partendo dalla presenza del fitocomplesso, come per il CBD full spectrum versus cristalli. Proprio come per le aziende cannabiche e i laboratori annessi finanziati da case farmaceutiche che poi possono partecipare e vincere bandi pubblici.

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