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Novità dal Mondo Il ritorno degli psichedelici In Usa
IL RITORNO DEGLI PSICHEDELICI IN USA
Cristina Talerico
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Aseguito della depenalizzazione degli psichedelici in Oregon e le pubblicazioni scientifiche degli ultimi anni sull’uso di queste sostanze in svariate patologie, il Senato della California si è espresso in maniera favorevole sull’uso degli psichedelici. Con un voto di 21 favorevoli e 16 contrari, il Senato californiano ha appena approvato una proposta di legge che depenalizza uso, possesso e condivisione personale di svariate sostanze psicoattive, incluse nella Tabella I del Controlled Substances Act voluto da Richard Nixon nel 1971. Si conferma in particolare la rimozione degli attuali divieti relativi a “coltivazione, scambio o trasporto di spore o micelio capace di produrre funghi o altro materiale contenente psilocibina o psilocina”.
La norma è stata introdotta dal senatore Weiner che ha dichiarato: «Gli psichedelici sono assai promettenti nel trattamento di traumi complessi, depressione, ansia e dipendenze», insistendo poi sulla necessità di un approccio scientifico sul tema. A breve la proposta passerà alla Camera seguendo il tipico iter legislativo e si preannuncia già molto bollente e dibattuta.
Le sostanze psichedeliche sono ormai conosciute da anni, tra le più famose vi è sicuramente l’LSD, scoperta da Hofmann, uno studioso che stava facendo delle ricerche su un fungo parassita delle graminacee, l’ergot della segale cornuta, per conto dell’azienda farmaceutica per cui lavorava, con l’obiettivo di sintetizzare un nuovo farmaco che stimolasse le funzioni cardio-respiratorie. Si accorse solo qualche tempo dopo dei reali effetti di questo nuovo “farmaco”, nel momento in cui ne provò una piccola dose.
Oltre all’LSD vi è la psilocibina, contenuta in una particolare varietà di funghi e conosciuta ormai da centinaia di anni in quanto usata dalle popolazioni indigene dell’America Centrale durante riti.
Queste sostanze sono da sempre considerate molto controverse, alcuni studi ne dimostrano l’efficacia, tra gli ultimi ricordiamo quello i cui risultati sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine. In questa ricerca sono stati coinvolti 59 pazienti con disturbo depressivo maggiore di lunga durata divisi in due gruppi (uno da 30 e uno da 29 persone): il primo ha ricevuto due dosi separate da 25 milligrammi di psilocibina a 3 settimane di distanza più 6 settimane di placebo giornaliero. Al secondo gruppo sono invece andate due dosi separate da 1 milligrammo di psilocibina a 3 settimane di distanza più 6 settimane di somministrazione orale giornaliera di escitalopram, il principio attivo dei principali farmaci antidepressivi. A sei settimane dagli inizi della sperimentazione, i partecipanti hanno fatto un questionario “Quick Inventory of Depressive Symptomatology-Self-Report” (QIDS-SR-16), per verificare tramite un punteggio il loro stato depressivo ed è emerso che la psilocibina ha avuto i medesimi effetti antidepressivi del farmaco, migliorando la salute mentale dei pazienti. D’altro canto, sono noti anche gli effetti collaterali dell’assunzione incontrollata degli psichedelici, i cosiddetti “bad trips”, che causano ansia e visioni potenzialmente distorte della realtà, in particolar modo in soggetti con particolari predisposizioni psichiche.
Ad oggi molti ricercatori stanno puntando su queste sostanze, grazie anche all’aiuto di tecniche molto sofisticate che non esistevano nel ‘900, come il brain imaging che consente di visualizzare le attività del cervello umano durante l’assunzione e la fondazione di centri di ricerca specializzati. Nel 2019 è stato fondato il Centre for Psychedelic Research all’Imperial College di Londra, che si occupa esclusivamente di ricerca sugli psichedelici per la cura delle malattie psichiatriche.
Per i Senatori californiani queste sostanze sembrano dunque essere molto promettenti dal punto di vista medico, occorrono sicuramente altre ricerche scientifiche ma per quelle già esistenti i benefici superano i rischi. Attenzione, non bisogna mai dimenticare che sono sostanze particolari, devono essere assunte in dosi precise e non sono per tutti. Per questo motivo occorre esaminare con attenzione la storia psichiatrica del paziente, oltre che le eventuali interazioni farmacologiche.
Questa legge potrebbe aiutare tanti pazienti a cui le terapie classiche non fanno più effetto.
È forse arrivato il momento dell’l’inizio di una “rinascita” degli psichedelici?