Dimmi cosa mangi e...

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LE ABITUDINI ALIMENTARI DEI GIOVANI IN ITALIA Quali sono le attuali tendenze alimentari dei giovani italiani? In che misura essi accolgono le proposte di alimentazione salutista? I dati dell'Istat evidenziano che negli ultimi anni i millennials italiani, soprattutto i più attenti alla qualità, agli ingredienti e alla lavorazione dei prodotti, hanno iniziato ad apprezzare e consumare cibi biologici ed etnici. Questa tendenza giovanile si inserisce in un generale cambiamento di abitudini alimentari della popolazione italiana, entro la quale 16 milioni di persone nel 2015 hanno ridotto l’assunzione di carne, mentre si è avuto un aumento di vegani che sono passati dal 6% al 8% della popolazione. Ad orientare i consumi vi è quindi una nuova attenzione alla verdura e alla frutta, evidenziata nei grafici qui elaborati.

Quante volte alla settimana mangi frutta?

Quante volte alla settimana mangi verdura?

30,00%

35,00%

25,00%

30,00% 25,00%

20,00%

20,00%

15,00% 15,00%

10,00% 10,00%

5,00%

5,00%

0,00%

Mai

Meno di una volta a settimana

Una volta a settimana 11 anni%

2-4 giorni a settimana 13 anni%

5-6 giorni a settimana

0,00%

Una volta al Più di una volta giorno tutti i al giorno giorni

Mai

Meno di una volta a settimana

15 anni%

Una volta a settimana

2-4 giorni a settimana

11 anni %

Il grafico mostra che l’assunzione di frutta tra i ragazzi diminuisce all’aumentare dell’età. Nel 2015 infatti la maggior parte dei ragazzi di undici anni si è cibata di frutta una volta al giorno, mentre la maggior parte dei ragazzi di tredici anni l’ha assunta solo 2-4 volte a settimana così come i quindicenni, questi ultimi in percentuale ancora minore.

13 anni%

5-6 giorni a settimana

Una volta al giorno tutti i giorni

Più di una volta al giorno

15 anni%

Questo grafico dimostra invece che il consumo di verdura generalmente aumenta all’aumentare dell’età. Se nel 2015 la maggior parte dei giovani in Italia di 11, 13 e 15 anni si è cibata di verdura per 2-4 giorni alla settimana il consumo quotidiano o quasi quotidiano della stessa risulta maggiore tra i quindicenni rispetto ai ragazzi più giovani.

Come si è modificato il consumo di cibo biologico nell’ultimo ventennio? Vendite di prodotti organici in Italia I dati del grafico sono stati ricavati dal rapporto ISTAT. Si può notare come dal 2000 al 2008 vi è stato un consumo moderato e costante del cibo biologico, che non ha comportato un aumento delle prime colonne dell'istogramma. Dal 2009 sino ad oggi si è evidenziato invece uno sviluppo maggiore del consumo di prodotti bio tra i giovani in Italia, addirittura raddoppiato nel 2016 rispetto al 2009.

1200

4 Le vendite di prodotti biologici (milioni di euro)

Condivisione% di prodotti biologici sulle vendite totali di cibo 3,4

1000

3,5 3

3,0 800

2,5

2,5 2,2 600

2

2,0 1,8 1,4

400

1,4

1,4

1,4

1,4

1,3

1,4

1,3

1,6

1,5

1,5

1,1

1

0,7

200

0,5 0

129

243

316

356

362

364

377

375

411

437

475

536

590

656

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873

1024

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

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2016

0 Gen-Mar '17

METODO DI LAVORO E STRUMENTI STATISTICI UTILIZZATI Il presente poster statistico è stato elaborato all’interno del progetto di Alternanza Scuola-Lavoro Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sarai. Focalizzato sul tema dell’alimentazione e della produzione del cibo, il progetto prevede una serie di incontri in classe con esperti del settore (medici, dietisti, ecc.), di laboratori di cucina, di visite aziendali, nonché, nell’ultima parte dell’anno scolastico un inserimento presso aziende agricole o commerciali del settore. Per elaborare il poster sono state fornite in precedenza le basi teoriche di statistica (disciplina di Matematica) nonché le basi teoriche di teoria della percezione (disciplina di Storia dell’Arte). La consultazione dei dati è avvenuta attraverso la ricerca di dati trovati online. I dati sono stati elaborati utilizzando l’applicativo Excel, software con il quale sono stati anche realizzati i grafici. Il lavoro è stato svolto in gruppo su piattaforma cloud One Drive, utilizzando l’applicativo Powerpoint.


ITALIAN PEOPLE’ EATING HABITS WHAT ARE THE CURRENT FOOD TRENDS AMONG YOUNG ITALIANS? HOW IMPORTANT IS A HEALTHY DIET FOR THEM? The ISTAT (centre of statistic survey in Italy) data show that in recent years Italian Millennials, have become more aware of both quality, ingredients and manufacturing of food products and have started to appreciate both organic and ethnic food. This trend is part of a general change in the eating habits of the Italian population. 16 Million People in 2015 reduced their meat intake, while there are more vegans, which amount to a number from 6% to 8% of the population.

How many times a week do you eat fruit?

How many times a week do you eat vegetables?

30,00% 35,00%

25,00%

30,00% 25,00%

20,00%

20,00%

15,00%

15,00%

10,00% 10,00%

5,00%

5,00%

0,00%

0,00%

Never

Less than once a week

Once a week 11 years%

2-4 days a week 13 years%

5-6 days a week

Once a day every day

More than once a day

Never

Less than once Once a week a week

15 years%

11 years %

The graph shows that the fruit intake for children decreases with growth. In fact, in 2015 most of the 11 years old boys ate fruit once a day, while most of the thirteen years old boys took it only 2-4 times a week as well as the 15 years old, the latter still in a lower percentage.

2-4 days a week 13 years%

5-6 days a week

Once a day every day

More than once a day

15 years%

The graph shows that the consumption of vegetables generally increases with people's getting older. While in 2015 most young Italians, aged 11/13 and 14 ate vegetables two or four days a week, the daily or almost daily consumption of vegetables was higher among the 15 years old teens than among the younger ones.

HOW HAS ORGANIC FOOD INFLUENCED THE ITALIAN EATING HABITS IN THE LAST TWENTY YEARS? The data in the graph come from ISTAT From 2000 to 2008 there was a moderate and constant consumption of organic food, which did not result in in an increase in the first column of the Histogram. From 2009, until today the consumption of organic food has increasingly developed among young people in Italy, even doubled if compared to 2009.

Sales of organic products in Italy

1200

Sales of organic products (millions of euros)

4

Sharing% of organic products on total food sales 3,4

1000

3,5 3

3,0 800

2,5

2,5 2,2 600

2

2,0 1,8 1,4

400

1,4

1,4

1,4

1,4

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1

0,7

200

0,5 0

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243

316

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364

377

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411

437

475

536

590

656

737

873

1024

2000

2001

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2009

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0 Gen-Mar '17

METhODS AND STATISTICS EMPLOYED

This poster is part of a project in school and work called “Tell me what you eat and I will tell you who you will be”. It' is about food producing and eating and it develops through lectures by experts, practical workshops, guided tours in food companies and a short internship in some food factories. To build the poster, the students studied topics connected with Statistics, Maths and History of art. Information and data were collected and then processed online through both individual and group work activities. The data were processed using the Excel application, which was used also to create the various graphs. The work was carried out in groups on the One Drive cloud platform, using PowerPoint and Gimp application. Statistical source Bibliography Web site


LO SPRECO ALIMENTARE NEL MONDO Lo spreco alimentare e la sua diffusione nel mondo

6%

7%

27%

9% 14%

23%

Il termine spreco alimentare è riferito ai prodotti scartati dalla catena agroalimentare che potrebbero essere ancora destinati al consumo umano. Il fenomeno delle perdite alimentari assume proporzioni differenti nelle diverse regioni del mondo: complessivamente circa il 55% delle perdite avviene nei paesi sviluppati, ovvero Nord America, Oceania, Europa e Asia industrializzata; il restante 45% nei paesi in via di sviluppo, ovvero Nord Africa, Asia centrale e occidentale, Africa sub-sahariana, Sud e SudEst asiatico e Sud America. Dal punto di vista etico-sociale lo spreco alimentare rappresenta una contraddizione intollerabile di fronte al numero crescente di poveri nel mondo.

14%

ASIA INDUSTRIALIZZATA

SUD E SUD EST ASIATICO

NORD AMERICA E OCEANIA

EUROPA

AFRICA SUB-SAHARIANA

NORD AFRICA, ASIA CENTRALE E OCCIDENTALE

SUD AMERICA

In quali fasi della catena alimentare avviene lo spreco?

22%

32%

13%

11%

Secondo la FAO, ogni anno circa un terzo della produzione mondiale di cibo destinata al consumo umano si perde o si spreca lungo la filiera alimentare. Tale quantitativo corrisponde ad uno spreco di circa 1,6 miliardi di tonnellate di alimenti. Come si può notare dal grafico, lo spreco maggiore a livello generale si ha durante la produzione agricola con il 32%. Nei paesi in via di sviluppo, specialmente in Africa, la perdita più rilevante avviene infatti durante le fasi di raccolta e post-raccolta agricola, evidentemente per la mancanza di idonee attrezzature e/o modalità inadeguate di stoccaggio. Un altro dato che emerge evidente è, sempre a livello generale, lo spreco a carico del consumatore, corrispondente al 22%. In Europa, negli Stati Uniti, in Giappone, in Cina e in Australia, è il consumatore il responsabile principale dello spreco, acquistando più di quanto consuma e gettando il resto nella spazzatura.

22%

CIBO SPRECATO DURANTE LA PRODUZIONE AGRICOLA CIBO SPRECATO NELLE FASI SUCCESSIVE ALLA RACCOLTA CIBO SPRECATO DURANTE LA TRASFORMAZIONE INDUSTRIALE CIBO SPRECATO DURANTE LA DISTRIBUZIONE CIBO SPRECATO A LIVELLO DEL CONSUMATORE (DOMESTICO E NELLA RISTORAZIONE)

50%

Quali categorie di alimenti vengono maggiormente sprecate?

45%

45%

45%

40% 35%

35%

30%

Dividendo lo spreco alimentare nel mondo per categoria, secondo i dati FAO, si può notare che i prodotti vegetali sono quelli più sprecati e ammontano al 45% del totale. Ciò ha un forte impatto ambientale: il quantitativo d'acqua richiesto per produrre i vegetali che vengono sprecati ogni anno nel mondo è infatti pari a 250.000 miliardi di litri. Esiste inoltre anche un impatto economico, poiché il cibo sprecato si aggira a livello globale intorno ai 1000 miliardi di dollari l'anno.

30%

25% 20%

20%

22%

20%

15% 10% 5% 0% LATTICINI

PESCATO

CARNE BOVINA

CEREALI

RADICI E TUBERI

FRUTTA E VERDURA

SEMI E LEGUMI

Come si può ridurre lo spreco alimentare? Il consumatore finale, che come si è visto nell’Occidente industrializzato è il principale responsabile dello spreco alimentare, può adottare questi semplici accorgimenti per evitare o almeno ridurre il fenomeno:

Verificare attentamente cosa occorre comprare, controllando le proprie scorte di cibo

Fare una lista della spesa per evitare gli acquisti inutili

Controllare la data di scadenza

Conservare bene gli alimenti

Realizzare ricette creative con gli avanzi di cibo

Ridurre le porzioni di cibo

Utilizzare la family bag quando avanza del cibo al ristorante

METODO DI LAVORO E STRUMENTI STATISTICI UTILIZZATI Il presente poster statistico è stato elaborato all’interno del progetto di Alternanza Scuola-Lavoro Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sarai. Focalizzato sul tema dell’alimentazione e della produzione del cibo, il progetto prevede una serie di incontri in classe con esperti del settore (medici, dietisti, ecc.), di laboratori di cucina, di visite aziendali, nonché, nell’ultima parte dell’anno scolastico un inserimento presso aziende agricole o commerciali del settore. Per elaborare il poster sono state fornite in precedenza le basi teoriche di statistica (disciplina di Matematica) nonché le basi teoriche di teoria della percezione (disciplina di Storia dell’Arte). La consultazione dei dati è avvenuta attraverso la ricerca e lo studio di dati reperiti online. I dati sono stati elaborati utilizzando l’applicativo Excel, software con il quale sono stati anche realizzati i grafici. Il lavoro è stato svolto in gruppo su piattaforma cloud One Drive, utilizzando l’applicativo Powerpoint. Le immagini fotografiche sono state autonomamente realizzate. Sitografia delle fonti: www.FAO.org; www.green.it; www.miniambiente.it.


FOOD WASTE IN THE WORLD Food waste

7%

6% 27%

9% 14%

23%

Food waste is when we waste food that could be still used. The phenomenon takes on different proportions in the different countries of the world such as North Africa, Central and Western Asia, sub-Saharan Africa and South America. From a socio-ethical standpoint, such a waste is an intolerable contrast in the face of the increasing number of poors in the world.

14%

INDUSTRIALIZED ASIA

SOUTH AND SOUTH-EASTERN ASIA

NORTH AMERICA AND OCEANIA

EUROPE

SUB-SAHARAN AFRICA

NORTH AFRICA, CENTRAL AND WESTERN ASIA

SOUTH AMERICA

When does food waste occur?

22%

32%

13%

11%

According to FAO, 1/3 of food is wasted every year, which means 1,6 billions of tons. As the second pie-chart shows, the main waste (32%) occurs in agricultural production. In developing countries, especially in Africa, the lack of suitable equipment in harvesting and storing contributes to the highest amount of food waste. The food waste pro-capita is 22% in developed countries, such as Usa, Japan,China and Australia, people buy more than what they consume, thus increasing the amount of waste.

22%

FOOD WASTED DURING AGRICULTURAL PRODUCTION FOOD WASTED IN THE PHASES FOLLOWING THE HARVEST FOOD WASTED DURING INDUSTRIAL PROCESSING FOOD WASTED DURING DISTRIBUTION FOOD WASTED AT HOME AND IN CATERING

Which kind of food is mostly wasted?

50% 45%

45%

45%

40% 35%

35%

30%

FAO's data show that among the food categories, vegetables are the most wasted ones (45%). Such a waste has a strong environmental impact, in fact, 250.000 billions litres of water are wasted every year. There is an economic impact too, because the food wasted corresponds to 1000 billions of dollars every year.

30%

25% 20%

20%

22%

20%

15% 10% 5% 0% DAIRY PRODUCTS

FISH

BEEF

CEREALS

ROOTS AND FRUITS AND TUBERS VEGETABLES

SEEDS AND BEANS

How can we reduce food waste?

The Western citizen is mainly guilty for food waste, but there are some easy tips to follow to avoid or at least to reduce this phenomenon:

Buy only what you really need

Draw an accurate shop list to avoid useless purchases

Control expiring dates

Learn how to preserve food correctly

Get creative with leftovers in the kitchen

Reduce single food quantity

Always ask for a family bag for leftovers when you eat out

METHODS AND STATISTICS EMPLOYED This poster is a part of a project in school and work called "Tell me what you eat and I will tell you who you will be". It is about food producing and eating and it develops through lectures by experts, pratical workshops, guided tours in food companies and a short internship in some food factories. To build the poster, the students have studied topics connected with Statistics, Maths and History of Art. Information and data have been collected and then processed online through both individual and group work activities. The data were processed using the Excel application which was used also to create the various graphs. The work was carried out in groups on the One Drive cloud platform, using PowerPoint and Gimp Websites: www.FAO.org; www.green.it; www.miniambiente.it.


LE ABITUDINI ALIMENTARI DEGLI ITALIANI CHE COSA SI INTENDE PER "SANA ALIMENTAZIONE"?

5%

La sintesi di una sana alimentazione può essere visualizzata attraverso l’immagine della piramide alimentare, valida per l'alimentazione mediterranea e quindi tipica per un Paese come l'Italia.

20%

Alla sua base si trovano pane, pasta e cereali (45%), al livello successivo la frutta e la verdura (30%), alla sommità la carne e i latticini (20%) e infine i dolci e gli zuccheri (5%).

30%

45%

ITALIANI CHE HANNO UN’ABITUDINE ALIMENTARE CORRETTA Qual è la classe di età che tende maggiormente ad avere un'abitudine alimentare corretta? È utile a tal riguardo analizzare alcuni dati statistici prelevati su un campione generale di italiani suddiviso in fasi di età ed elaborato dall'ISTAT. Il grafico accanto rappresenta la percentuale di italiani che sono abituati a fare pasti adeguati, suddivisa per fasce d'età. Possiamo notare che la classe tra i 35-54 anni è quella più soggetta a uno stile di alimentazione adeguato, mentre i giovani tra gli 11-17 anni lo trascurano molto.

IL PASTO PIU’ IMPORTANTE PER GLI ITALIANI

6-10 anni

11-14 anni

15-17 anni

18-19 anni

20-24 anni

25-34 anni

35-44 anni

45-54 anni

55-59 anni

60-64 anni

65-74 anni

75 anni e più

9000 8000 7000

Il grafico rappresenta in migliaia quanti italiani scelti tra un campione generale diviso per fasce di età sono abituati a fare un pasto adeguato secondo gli standard salutisti.

6000 5000 4000

Emerge in modo evidente che la cena è il pasto che viene maggiormente trascurato. Viceversa la colazione e il pranzo sono per quasi tutte le fasce d’età i pasti più equilibrati. Un altro dato interessante, confermato del resto dall’esperienza comune, è che le persone tendono generalmente ad aumentare di peso una prima volta tra i 25 e 40 anni e una seconda dopo i 64 anni.

3000 2000 1000 0 15-17 anni 18-19 anni 20-24 anni 25-34 anni 35-44 anni 45-54 anni 55-59 anni 60-64 anni 65-74 anni

colazione adeguata (con latte e/o del cibo)

pasto principale il pranzo

75 anni e più

pasto principale la cena

METODO DI LAVORO E STRUMENTI STATISTICI UTILIZZATI Il presente poster statistico è stato elaborato all’interno del progetto di Alternanza Scuola-Lavoro Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sarai. Focalizzato sul tema dell’alimentazione e della produzione del cibo, il progetto prevede una serie di incontri in classe con esperti del settore (medici, dietisti, ecc.), di laboratori di cucina, di visite aziendali, nonché, nell’ultima parte dell’anno scolastico un inserimento presso aziende agricole o commerciali del settore. Per elaborare il poster sono state fornite in precedenza le basi teoriche di statistica (disciplina di Matematica) nonché le basi teoriche di teoria della percezione (disciplina di Storia dell’Arte). La consultazione dei dati è avvenuta tramite la ricerca su siti web.I dati sono stati elaborati utilizzando l’applicativo Excel, software con il quale sono stati anche realizzati i grafici che rappresentano la percentuale di italiani che ha un' alimentazione corretta e l' importanza dei vari pasti per gli italiani. Il lavoro è stato svolto in gruppo su piattaforma cloud One Drive, utilizzando l’applicativo Powerpoint. L’immagine fotografica è stata autonomamente realizzata. Fonti statistiche: https://www.istat.it Sitografia: www.repubblica.it, http://www.sequestoèunblog.it/blog/cosa-mangiano-gli-italiani-i-10-piatti-preferiti/

le

Gli alimenti alla base della piramide sono quelli fondamentali per la nostra dieta ed il cui apporto giornaliero non deve mai mancare. Via via che si avanza di livello è necessario limitare gradualmente gli alimenti in questione fino al vertice dove si trovano i grassi, i condimenti e i dolci, il cui utilizzo dovrebbe essere davvero limitato, specialmente nelle quantità.


EATING HABITS IN ITALY

5%

WHAT DOES HEALTHY EATING MEAN? This food pyramid can represent the Mediterranean diet in Italy.

20%

The basic foods in the pyramid are bread, pasta and cereal (45%) which cannot be left out. Secondly, we have fruit and vegetables (30%), thirdly meat and diary products (20%), finally suits and sugar (5%) which should be limited in any proper diet.

30%

45%

ITALIANS WHO HAVE A PROPER HEALTHY DIET Which age group follows the best healthy diet?

INSTAT collected some data among different age groups: the pie graph here beside shows the percentage of Italians who usually choose appropriate healthy meals. The age group 35-54 follows the most proper healthy diet while young people between 11-17 years are the least accurate in their eating habits. 6 to 10 year old 18 to 19 year old 35 to 44 year old 69 to 64 year old

THE MOST IMPORTANT MEAL FOR ITALIANS

11 to 14 year old 20 to 24 year old 45 to 54 year old 65 to year old

15 to 17 year old 25 to 34 year old 55 to 59 year old 75 and over

9000 8000 7000 6000 5000

The bar graph describes how age groups choose their meals.

4000 3000

The result is that dinner is the meal which is mostly neglected, while breakfast and lunch are quite well -balanced. The data seem also to confirm the fact that people tend to put on weight between 25 and 40, whereas they tend to lose weight after 64 years of age.

2000 1000 0 6 to 10 year old

11 to 14 year old

15 to 17 year old

18 to 19 year old

20 to 24 year old

adequate breakfast (milk or food)

25 to 34 year old

35 to 44 year old

45 to 54 year old

main meal: lunch

55 to 59 year old

60 to 64 year old

65 to 74 year old

75 and over

mail meal: dinner

WORKING METHOD AND STATISTICAL TOOLS USED This poster is part of a project in school and work called “Tell me what you eat and I will tell you who you will be". It is about food producing and eating and it develops through lectures by experts, practical workshops, guided tours in food companies and a short internship in some food factories. To build the poster, the students studied topics connected with Statistics, Maths and History of Art. Information and data were been collected and then processed online through both individual and group work activities. The data were processed using the Excel application, which was used also to create the various graphs. The work was carried out in groups on the One Drive cloud platform, using PowerPoint and Gimp application. Statistical sources: https://www.istat.it Webliography: www.repubblica.it, http://www.sequestoèunblog.it/blog/cosa-mangiano-gli-italiani-i-10-piatti-preferiti/


L O S P R E C O A L I M E N TA R E realtà europea ed americana a confronto I termini del confronto Per «spreco alimentare» si intende il fenomeno della perdita di cibo ancora buono per essere consumato da esseri umani: si stima che nel mondo venga sprecato un terzo del cibo prodotto per il consumo umano. E’ utile confrontare l’entità e le modalità di spreco alimentare nella realtà europea, in particolare italiana, tedesca e statunitense, per confrontare il nostro Paese con un altro Paese europeo sviluppato ed entrambi con una realtà extraeuropea, vale a dire gli Stati Uniti D'America. I dati sottolineano infatti differenze significative per quanto riguarda il consumo di bevande, derivati del latte, pasta, riso e cereali da parte degli USA rispetto all'Italia e alla Germania.

ITALIA

GERMANIA

Non è un caso che le politiche anti-spreco coinvolgano non solo le imprese ma anche le famiglie: secondo il ministero dell’Agricoltura il 50% degli sprechi avviene infatti ancora in casa. Ogni anno in Italia finiscono nella spazzatura 12 miliardi di alimenti. Si spreca ancora troppo anche nelle mense scolastiche, dove quasi 1/3 dei pasti viene gettato ad ogni pasto (90 grammi di cibo per ogni studente). Il cibo meno gradito è la frutta, in testa al gradimento dei bambini c’è invece il secondo piatto.

La maggior parte del cibo va dalle famiglie ai rifiuti (61%). Questa è la conclusione di un recente studio presentato dal ministro federale dei consumatori Ilse Aigner (CSU) a Berlino. Lo studio dell'Università di Stoccarda conclude che l'industria, il commercio, i grandi consumatori e le famiglie private smaltiscono ogni anno circa 11 milioni di tonnellate di cibo come rifiuti. In media, ogni cittadino tedesco getta via 81,6 chilogrammi all'anno. Per consumatore e giorno può essere calcolata una quantità di 225 grammi di cibo che finisce nel cestino. Si tratta del volume di una colazione media. Il 65% di questo spreco alimentare sarebbe completamente o almeno parzialmente evitabile. Il valore degli sprechi alimentari evitabili è stimato in 235 Euro pro capite all'anno, pari a circa 940 Euro per famiglia: la Germania spende pertanto per questo tipo di rifiuti fino a 21,6 miliardi di euro l'anno.

Evita di approfittare delle offerte speciali se temi che non riuscirai a consumare, prima della scadenza, i prodotti acquistati

Prima di andare al supermercato controlla nella dispensa i cibi in scadenza

Riduci lo spreco! Trasforma gli avanzi in cibo per il tuo giardino attraverso il compostaggio

Conserva i cibi sottovuoto

Non gettare il cibo troppo maturo o ammaccato ma usalo per fare dolci, frullati o zuppe

STATI UNITI Gli Stati Uniti gettano via una quota compresa fra il 30% e il 40% del cibo prodotto, che ammonta a quasi 37 tonnellate annue. Lo spreco di cibo infatti equivale alla perdita di quasi 165 miliardi di dollari annui. La maggior quantità di cibo viene sprecato in casa dalle famiglie (quasi il 45%, in misura comunque minore rispetto agli altri due Paesi europei), dato questo confermato da una ricerca condotta nel 2016 dall’Università dell’Ohio secondo la quale un americano medio spreca giornalmente circa tre etti del cibo acquistato. Allo spreco contribuiscono in modo importante fattorie ed industrie (30%), che non presentano alla distribuzione molti loro prodotti perché non rispecchiano il canone estetico richiesto dai consumatori. Il restante spreco (25%) è invece attuato da supermercati e ristoranti.

FONTI STATISTICHE

METODO DI LAVORO

Italia: https://www.ilsole24ore.com/a rt/notizie/2018-02-05/sprecoalimentare-l-italia-migliorama-butta-via-ancora06percento-pil-all-anno113959.shtml?uuid=AEk9Ndu D

Il presente poster statistico è stato elaborato all’interno del progetto di Alternanza Scuola-Lavoro Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sarai. Focalizzato sul tema dell’alimentazione e della produzione del cibo, il progetto prevede una serie di incontri in classe con esperti del settore (medici, dietisti, ecc.), di laboratori di cucina, di visite aziendali, nonché, nell’ultima parte dell’anno scolastico un inserimento presso aziende agricole o commerciali del settore. Per elaborare il poster sono state fornite in precedenza le basi teoriche di statistica (disciplina di Matematica) nonché le basi teoriche di teoria della percezione (disciplina di Storia dell’Arte). La consultazione dei dati è stata effettuata prevalentemente in rete. I dati sono stati elaborati utilizzando l’applicativo Excel, software con il quale sono stati anche realizzati i grafici. Le immagini sono state elaborate con l’applicativo Gimp. Il lavoro è stato svolto in gruppo su piattaforma cloud One Drive, utilizzando l’applicativo Powerpoint.

Germania: http://rstb.royalsocietypublishi ng.org/content/365/1554/3065. figures-only https://www.focus.de/wissen/ mensch/tid25258/lebensmittelabfaelledie-wegwerf-republik_aid_723531.html

Stati Uniti: http://rstb.royalsocietypublishi ng.org/content/365/1554/3065. figures-only http://www.ecodallecitta.it/noti zie/384657/qualche-datosullo-spreco-di-cibo-negli-usa/


F O O D WA S T E Europe and the USA Comparing European and the USA “Food waste” means the loss of food, which could still be eaten. One third of food produced in the world is wasted. To understand this phenomenon, it is useful to compare food waste in Italy and in other European countries such as Germany, with a non-European nation, such as the USA: the data point out lots of meaningful differences in the use of drinks, dairy products, pasta, rise and cereals.

ITALY

GERMANY

The anti-waste policies involve not only companies, but also families: according to the Ministry of Agriculture, 50% of food waste occurs at home. Every year Italy wastes 12 billion of food. There is a huge waste in the school canteens,where 1/3 of the food is wasted for each meals (90 grams of food for each student). The least chosen food is fruit, while children in Italy prefer pasta or meat dishes.

Families waste the most: this is the result of a survey made by the Ministry of consumer (CSU) in Berlin. There is a waste of 11 billion tons every year. On average, each German citizen throws 81.6 kilograms a year. Every consumer wastes around 225 grams a day. This is the volume of an average breakfast. 65% of this food waste could be completely or partially avoidable. The value of avoidable waste is about 235 euros per capita per year, equal to about 940 euros per family. Germany, therefore, spends up to € 21.6 billion a year on this type of waste

Recycle food leftover for compost in your garden

Before shopping check the expiring date of your food at home

Reduce your waste!

Do not buy bargain food if you fear you will not be able to use what you already have at home

Use mature food for cakes, soup or smoothies

Keep food vacuum cleaned

USA The United States throw away a share of between 30% and 40% of the food produced, which amounts to almost 37 tons per year. In fact, food waste amounts to almost 165 billion dollars loss a year. the largest quantity of food is wasted in households (almost 45% to a lesser extent than the other two European countries) .This is confirmed by a research carried out in 2016 by the University of Ohio according to which an average American wastes daily about three ounces of the food he purchases. Besides, also farms and industries contribute to the waste (30%) because they do not show on display many of their products as they do not reflect the aesthetic canon required by consumers. Supermarkets and restaurants instead implement the remaining waste (25%).

STATISTICAL SOURCES

WORKING METHOD

Italy: https://www.ilsole24ore.com/ar t/notizie/2018-02-05/sprecoalimentare-l-italia-migliorama-butta-via-ancora06percento-pil-all-anno113959.shtml?uuid=AEk9Ndu D

This poster is part of a project in school and work called “Tell me what you eat and I will tell you who you will be”. It' is about food producing and eating and it develops through lectures by experts, practical workshops, guided tours in food companies and a short internship in some food factories. To build the poster, the students have studied topics connected with Statistics, Maths and History of art. Information and data were collcted and then processed online through both individual and group work activities. The data were processed using the Excel application, which was also used to create the various graphs. The work was carried out in groups on the One Drive cloud platform, using PowerPoint and Gimp application.

Germany: http://rstb.royalsocietypublishi ng.org/content/365/1554/3065.f igures-only https://www.focus.de/wissen/m ensch/tid25258/lebensmittelabfaelledie-wegwerf-republik_aid_723531.html

USA: http://rstb.royalsocietypublishi ng.org/content/365/1554/3065.f igures-only http://www.ecodallecitta.it/noti zie/384657/qualche-dato-sullospreco-di-cibo-negli-usa/


LAVORO, POVERTA' E ALIMENTAZIONE IN ITALIA IL CAMBIAMENTO LAVORATIVO NEL CORSO DEGLI ANNI

LA SITUAZIONE LAVORATIVA DEI GIOVANI ITALIANI

Il lavoro in Italia, così come a livello globale, sta profondamente cambiando. Da anni ormai è impossibile affrontare il tema del lavoro senza declinarlo dal punto di vista della sua trasformazione, che comprende diversi fattori: la tecnologia, i nuovi mercati, la demografia, il diritto del lavoro e soprattutto la crisi economica. Qui di fianco è sintetizzata la situazione occupazionale .

Meno del 10% delle donne considera di disporre di occasioni di impiego buone e adeguate contro circa il 15% dei maschi. Per la grande maggioranza le opportunità lavorative sono invece scarse (55%) o limitate (33%). E così una grande maggioranza dei giovani si dichiara disponibile a lavori manuali, quelli che forse un tempo non avrebbero preso in considerazione. E non è importante che siano coerenti con la preparazione posseduta purché siano discretamente pagati. Il grafico mostra l’attuale preoccupante situazione occupazionale dei giovani italiani.

Situazione occupazionale della popolazione italiana tra i 15 e 64 anni

INATTIVI:

aumento 0,2%

OCCUPATI:

diminuzione 0,4%

DISOCCUPATI:

diminuzione 13,3%

POVERTA‘ RELATIVA E ASSOLUTA

LA QUOTA DI POVERTA’ IN ITALIA

La povertà relativa è un parametro calcolato attraverso il consumo pro-capite o il reddito medio, cioè il valore medio del reddito per abitante, quindi, la quantità di denaro di cui ogni cittadino può disporre in media ogni anno e fa riferimento a una soglia convenzionale adottata internazionalmente che considera povera una famiglia di due persone adulte con un consumo inferiore a quello medio procapite nazionale. Sono 7.800.000 le persone in situazione di povertà relativa in Italia, ossia in relazione alla spesa media.

La quota di povertà in Italia è sostanzialmente stabile rispetto al 2014 (era al 28,3%) a sintesi di un aumento degli individui a rischio di povertà (dal 19,4% a 19,9%) e del calo di quelli che vivono in famiglie a bassa intensità lavorativa (da 12,1% a 11,7%); resta invece invariata la stima di chi vive in famiglie gravemente deprivate (11,5%). A fronte di una sostanziale stabilità della quota di popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale, si rilevano segnali di peggioramento tra chi vive in famiglie con almeno cinque componenti (la stima passa dal 40,2% al 43,7%) e, in particolare, tra chi vive in coppia con almeno tre figli (da 39,4% a 48,3%, pari a circa 2.200.000 individui). Questo peggioramento è associato ad un incremento sia del rischio di povertà (+7,1%) sia della grave deprivazione materiale (+3%).

La povertà povertà assoluta indica invece l'incapacità di acquisire i beni e i servizi necessari a raggiungere uno standard ossia un livello di vita minimo accettabile nel contesto di appartenenza. Per ricavare il dato della povertà assoluta si considera un insieme di beni che consenta una vita accettabile e, se una famiglia non ha abbastanza denaro per comprarli, è considerata povera.

Situazione occupazionale dei giovani italiani

80,00% 70,00% 60,00% 50,00% 40,00% 30,00% 20,00% 10,00% 0,00%

Andamento della povertà in Italia negli ultimi quindici anni 14,00% 12,00% 10,00%

8,00% 6,00% 4,00% 2,00% 0,00% 2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

Le percentuali indicate a lato sono il frutto della la somma tra la povertà assoluta e la povertà relativa in Italia negli anni 2014 e 2017.

2012

2013

2014

2015

2016

2014

• 28,3%

2017

• 27,6%

2017

RELAZIONE TRA LAVORO, REDDITO E SPESE MENSILI IN PRODOTTI ALIMENTARI ESSENZIALI

Secondo i dati ISTAT del 2017 una famiglia italiana media spende mensilmente 2.524,38 Euro, di cui 447,96 in prodotti alimentari. La metodologia di stima della spesa media è una misura basata sulla valutazione monetaria di un paniere di beni e servizi considerati essenziali per evitare gravi forme di esclusione sociale.

Possiamo concludere che una famiglia che si trova in una situazione di povertà relativa, la quale spende mensilmente 1.222,20 euro, non potrà permettersi di spendere 447,96 euro in prodotti alimentari, di conseguenza avrà un tenore di vita molto diverso e delle restrizioni a livello di consumi generali.

L’analisi statistica schematizzata nel grafico a lato evidenzia i mutamenti dei consumi alimentari relativamente ai prodotti più utilizzati dalle famiglie intervenuti nel decennio 2005-2015.

Nell'anno 2015 i consumi degli alimenti erano i seguenti: 1. Pane, pasta e riso 80,9% 2. Latte 54,9% 3. Verdure 52,6% 4. Ortaggi 45,5% 5. Frutta 75,4%

75,4

80,9

45,5 54,9 52,6

2015 2005

METODO DI LAVORO E STRUMENTI STATISTICI UTILIZZATI Il presente poster statistico è stato elaborato all’interno del progetto di Alternanza Scuola-Lavoro Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sarai. Focalizzato sul tema dell’alimentazione e della produzione del cibo, il progetto prevede una serie di incontri in classe con esperti del settore (medici, dietisti, ecc.), di laboratori di cucina, di visite aziendali, nonché, nell’ultima parte dell’anno scolastico un inserimento presso aziende agricole o commerciali del settore. Per elaborare il poster sono state fornite in precedenza le basi teoriche di statistica (disciplina di Matematica) nonché le basi teoriche di teoria della percezione (disciplina di Storia dell’Arte). La consultazione dei dati è avvenuta… I dati sono stati elaborati utilizzando l’applicativo Excel, software con il quale sono stati anche realizzati i grafici… Il lavoro è stato svolto in gruppo su piattaforma cloud One Drive, utilizzando l’applicativo Powerpoint e, per l’elaborazione delle immagini, l’applicativo Gimp. Le immagini fotografiche sono state autonomamente realizzate. Fonti statistiche: ISTAT (anno 2015), ISTAT (anno 2005).

58,8 87,1

77,3 60,7

40,8

Bibliografia: Italia in cifre 2016, ISTAT, 2016 Rapporto annuale 2017. La situazone del paese, ISTAT, 2017

48,9

Nell'anno 2005 i consumi di alcuni alimenti erano superiori. Queste le percentuali: 1. Pane, pasta e riso 87,1% 2. Latte 60,7% 3. Verdure 48,9% 4. Ortaggi 40,8% 5. Frutta 77,3%

Sitografia: www.left.it; www.donnamoderna.com; www.istat.it; www.ilsole24ore.com; www.money.it


WORK, POVERTY AND NUTRITION IN ITALY THE IDEA OF WORK AMONG YOUNG ITALIANS

CHANGES IN WORKING ATTITUDE OVER THE RECENT

In Italy, as well as all over the world, the idea of work has been changing. It is impossible to tackle the issue of work without declining it from the point of view of its trasformation, which includes several factors: technology, new markets, demography, labor laws and especially the recent economic crisis. The employment situation is here beside described.

Employment situation of the italian population between 15 and 64 years

INACTIVE: increase 0,2%

Less than 10% of women think they have good and adequate employment opportunities against around 15% of males. For the vast majority, job opportunities are instead scarce (55%) or limited (33%). As a consequence, a great majority of young people declare themselves available to manual work, provided it is well-paid. The graph shows the current worryng situation among young italians.

Employment situation of young Italians

80,00% 70,00% 60,00% 50,00% 40,00% 30,00% 20,00% 10,00% 0,00%

OCCUPIED: decrease 0,4% UNEMPLOYED: decrease 13,3%

RELATIVE AND ABSOLUTE POVERTY

Relative poverty is a parameter calculated through the average percapita consumption, or the average value of income per inhabitant, therefore, the average amount of money that every citizen, according to their social status,can have every year. It refers to an internationally accepted conventional threshold which considers a family of two people with a consumption lower than the average per-capita national as poor. There are 7,800,000 people in relative poverty in Italy, namely in relation to the average spending level. Absolute poverty indicates instead the impossibility to acquire the necessary goods and services to reach a standard or a minimum acceptable level of life. A family can be defined poor if it does not have enough money to buy the set of goods that allows that.

THE SHARE OF POVERTY IN ITALY

If compared to 2014 (it was 28.3%) the share of poverty in Italy is substantially stable, with an increase among individuals at risk of poverty (from 19.4% to 19.9%) and a decline of those living in low labor intensity households (from 12.1% to 11.7%); the estimate of those living in severely deprived households remains unchanged (11.5%).There are signs of worsening among those living in families with at least five members (the estimate goes from 40.2% to 43.7%) and, in particular, among couples with at least three children (from 39.4% to 48.3%, equal to about 2.200.000 individuals) This deterioration is connected to an increase in both poverty risk (+ 7.1%) and severe material deprivation (+396)

Poverty trend in Italy in the last fifteen years 14,00% 12,00% 10,00% 8,00% 6,00% 4,00% 2,00% 0,00% 2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

The percentages shown below are the result of the sum between absolute and relative poverty in Italy in the years 2014 and 2017.

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2014

• 28,3%

2017

• 27,6%

2017

WORK, INCOME, MONTHLY EXPENSES AND BASIC NUTRITION

According to the Istat (centre of statistic survey in Italy) survey of 2017, an average Italian family spends € 2524.38 per month, of which 447.96 in food. The Average expense is measured on the money value of an amount of goods and services considered essential to avoid serious forms of social exclusion.

The statistical analysis in the graph shows the changes in food consumption . in relation to the products mostly used by households during the years 20052015. In conclusion, a family who is in a situation of relative poverty and who spends 1222.20 euro monthly , will not be able to afford spending 447.96 euro on food and ,as a result, will have to survive in a quite lower living standards and through restrictions in food consumption.

In 2015 food consumption was as follow: 1. 2. 3. 4. 5.

Bread,pasta and rice Milk Vegetables Leafy vegetables Fruit

75,4

80,9% 54,9% 52.6% 45.5% 75.4%

80,9

45,5 54,9 52,6

vegetableslea

2015

2005 In 2005 food increased. These are the perchentages:

58,8 87,1

METHODS AND STATISTIC EMPLOYED This poster is a part of a project in "school and work" called Tell me what you eat and I will tell you who you will be. It is about food producing and eating and it develops through lectures by experts , practical workshops, guided tours in food companies and a short internship in some food factories. To build the poster, the students studied topics connected with Statistics, Maths and History of art. Information and data were collected and then processed onlinethrough both individual and group work activities. The data were processed using the Excel application, which was used to create various graphs. The work was carried out in groups on the One Drive cloud platform, using Powerpoint and Gimp application. Statistical source: ISTAT (anno 2015), ISTAT (anno 2005).

77,3 60,7

40,8

Bibliography: Italia in cifre 2016, ISTAT, 2016 Rapporto annuale 2017. La situazone del paese, ISTAT, 2017

48,9

1. 2. 3. 4. 5.

Bread, pasta and rice Milk Vegetables Leafy vegetables Fruit

87,1% 60,7% 48,9% 40,8% 77,3%

Websites: www.left.it; www.donnamoderna.com; www.istat.it; www.ilsole24ore.com; www.money.it


LA FAME NEL MONDO La distribuzione della ricchezza nel mondo Nel mondo la ricchezza è distribuita in modo molto ineguale. Da una parte vi sono le nazioni ricche, che soddisfano ampiamente i propri bisogni, dall’altra parte i paesi colonizzati, falciati dall’assoluta mancanza di beni necessari e alla disperata ricerca dell'alimentazione indispensabile. Si tratta dei paesi del Terzo Mondo, nei quali prevale il problema della fame.

PRIMO MONDO

SECONDO MONDO

TERZO MONDO

Quando si può parlare di alimentazione insufficiente o denutrizione? Il fabbisogno alimentare degli esseri umani viene espresso in calorie e varia a seconda dell'età, del peso, del sesso, della salute, del lavoro, del clima, del metabolismo, delle abitudini alimentari. Normalmente un'alimentazione sufficiente deve garantire almeno 2000 calorie al giorno. Nel mondo invece 821 milioni di persone soffrono la fame (si contano 515 milioni di persone denutrite in Asia, 256 milioni in Africa e 39 milioni in Sud America). Il problema è nuovamente in crescita nel 2018 in tutto il Terzo Mondo, dopo una generale attenuazione negli anni tra il 2005 e il 2010. La situazione è peggiorata soprattutto in Sud America e Africa mentre in Asia il fenomeno ha subito un rallentamento.

30

ANDAMENTO DELLA FAME NEL MONDO NEL XXI SECOLO AFRICA

6,1%

ASIA

AMERICA LATINA E CARAIBICA

OCEANIA

25

31,18%

20

15

Africa

10

Asia America Latina

5

62,72% 0

1998

2000

2002

2004

2006

2008

2010

2012

2014

2016

Quali sono le cause della fame nel mondo?

LA TRAPPOLA DELLA POVERTA’ Le persone che vivono in povertà non possono permettersi cibo nutriente per sé e per le loro famiglie. Ciò le rende deboli e meno capaci di guadagnare il necessario per sottrarsi alla fame. E’ possibile che debbano coltivare i campi senza la strumentazione e i fertilizzanti necessari. In altri casi è la terra, l’acqua o l’istruzione a mancare. Il risultato è lo stesso: i poveri soffrono la fame e la fame li intrappola nella loro condizione di

CLIMA E METEO

GUERRE

Disastri naturali come alluvioni, tempeste tropicali e lunghi periodi di siccità sono in aumento, con conseguenze drammatiche per chi soffre fame e povertà nei paesi in via di sviluppo. La siccità è una delle cause più comuni della scarsità di cibo nel mondo. Nel 2011 fenomeni di siccità ricorrenti hanno vanificato il raccolto e provocato gravi perdite di bestiame in aree dell’Etiopia, della Somalia e del Kenya. Nel 2012 una situazione simile si è verificata nella regione del Sahel nell’Africa occidentale.

Nel mondo i conflitti compromettono sistematicamente l’agricoltura e la produzione alimentare. Le guerre costringono inoltre milioni di persone ad abbandonare le loro case e producono vere e proprie emergenze alimentari, poiché gli sfollati dal conflitto si ritrovano senza i mezzi per sfamarsi.

SPRECO ALIMENTARE

Un terzo di tutto il cibo prodotto (1,3 miliardi di tonnellate) non viene mai consumato. Lo spreco alimentare rappresenta un’opportunità mancata per migliorare la sicurezza alimentare globale in un mondo dove una persona su nove soffre la fame.

METODO DI LAVORO E STRUMENTI STATISTICI UTILIZZATI Il presente poster statistico è stato elaborato all’interno del progetto di Alternanza Scuola-Lavoro Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sarai. Focalizzato sul tema dell’alimentazione e della produzione del cibo, il progetto prevede una serie di incontri in classe con esperti del settore (medici, dietisti, ecc.), di laboratori di cucina, di visite aziendali, nonché, nell’ultima parte dell’anno scolastico un inserimento presso aziende agricole o commerciali del settore. Per elaborare il poster sono state fornite in precedenza le basi teoriche di statistica (disciplina di Matematica) nonché le basi teoriche di teoria della percezione (disciplina di Storia dell’Arte). La consultazione dei dati è avvenuta tramite siti web come Unicef, Wpf e Focsiv. I dati sono stati elaborati utilizzando l’applicativo Excel, software con il quale sono stati anche realizzati i grafici sulla percentuale della fame nei diversi continenti e l' andamento della fame nel XXI secolo Il lavoro è stato svolto in gruppo su piattaforma cloud One Drive, utilizzando l’applicativo Powerpoint. Fonti statistiche: it.wfp.org Sitografia: unicef.it; focsiv.it

2018


FAMINE IN THE WORLD Distribution of wealth in the world Wealth is unequally distributed in the world. On one hand, there are the rich countries which widely satisfy their needs , on the other hand, there are the third world underdeveloped countries struck by the lack of necessary goods and desperate struggling to survive , because famine prevails

FIRST WORLD

SECOND WORLD

T THIRD WORLD

When we can talk about inadequate food supply or undernourishment? Among human beings, food need is measured in calories and it varies according to age, weight, sex, health, work, climate, metabolism and eating habits. An average nutrition rate must guarantee at least 2000 calories per day. On the contrary, 821 million people are suffering from famine,( 515 million people undernourished people in Asia, 256 million in Africa and 39 million people in South America). The phenomenon increased in 2018 in the Third world countries, although the situation had improved between 2005 and 2010.

FAMINE IN THE WORLD IN THE XXI CENTURY

30

AFRICA

6,1%

ASIA

LATIN AMERICA AND CARIBBEAN

OCEANIA

25

31,18%

20

15

Africa

10

Asia Latin America

5

62,72% 0

1998

2000

2002

2004

2006

2008

2010

2012

2014

2016

Which are the causes of famine in the World?

TRAP OF POVERTY The people who live in poverty cannot afford nourishing food for themselves and their families, which makes them weaker and less able to earn enough money to avoid the risk of starvation. They are likely to work their fields without the proper tools and fertilizers. In other cases, the land is not enough, water is scarce and education is lacking.

CLIMATE

Natural disasters such as floods, tropical storms and long period of draught have been increasing, with tragic consequences for those who suffer from famine and poverty in the developing countries. Droughts are one of the most common causes of lack of food in the world. In 2011, frequent droughts destroyed the harvest and caused the death of livestock in the areas of Ethiopia, Somalia and Kenya. In 2012 a similar situation occurred in the region of Sahel in Western Africa.

WARS All over the world, conflicts are systematically hindering agriculture and food production. Besides, wars force people to abandon their houses and cause real food crisis because refugees escaping from conflicts do not have both the economical and practical means to get any food.

FOOD WASTE

One third of the whole food produced (1,3 billion tons) is never consumed. Food waste represents a lost opportunity to improve food security in a world where one on nine million people still suffers from starvation.

Methods and statistics employed This poster is a part of a project in "school and work" called Tell me what you eat and I will tell you who you will be. It is about food producing and eating and it develops through lectures by experts , practical workshops, guided tours in food companies and a short internship in some food factories. To build the poster, the students studied topics connected with Statistics, Maths and History of art. Information and data were collected and then processed onlinethrough both individual and group work activities. The data were processed using the Excel application, which was used to create various graphs. The work was carried out in groups on the One Drive cloud platform, using PowePoint and Gimp application.

2018


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